Stanno facendo un deserto e si illudono di poterlo chiamare pace

“Israele della Striscia di Gaza conosce ogni pietra”. Non lo sostiene solo il nostro amato forumista signor Rodolfo-Rachamim, ma anche le stesse autorità israeliane fiere della loro capacità di poter colpire duro dove, quando e come vogliono, naturalmente in modo “chirurgico”. Si vede che la chirurgia non funziona bene neppure in Israele, a giudicare dal macello in corso nel “sala chirurgica” Gaza. Battute a parte, è assodato dunque che Israele, cioè il suo governo e i suoi militari, in specie i vari loro servizi segreti, della Striscia di Gaza conoscono ogni punto. Sanno tutto e conoscono tutto. Bene. Resta solo da spiegare come mai, sapendo così bene tutto, non sapevano che Hamas a parte le chiacchiere non era neppure in grado di difendersi efficacemente, vista la carneficina che i suoi miliziani stanno subendo, e facendola patire così anche ai civili. Per essere dei terribili terroristi, che sottopongono ogni giorno Israele a “una pioggia di razzi”, espressione che comunque fa balenare una realtà ben diversa dal reale visto che i Qassam per fortuna non sono ne le V2 né i missili sparati dagli americani su Bagdad (uno liquefò in un sol colpo oltre 400 civili ammassati in un rifugio), per essere dei terribili terroristi e guerrieri di Dio quelli di Hamas sono riusciti ad accoppare uno o al massimo due soldati avversari. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere perché di soldati israeliani ne hanno uccisi di più gli stessi loro commilitoni con il “fuoco amico”, una delle tante espressioni demenziali dei militari del mondo intero, che i burbanzosi guerrieri di Allah. Leggo che le autorità israeliane hanno ammesso l’uccisione di un loro soldato da parte di Hamas mentre ne sono stati uccisi almeno quattro da proiettili “amici”.
Il principio della legittima difesa è sacrosanto, certo. Ma se io per difendermi da chi spara contro le mie finestre gli rado al suolo la famiglia e l’intero quartiere NON esercito una legittima difesa, bensì una aggressione delinquenziale. Tant’è che mi metterebbero di corsa in galera anche nel caso che lo sparatore mi avesse ferito o anche accoppato uno o più familiari. Le leggi internazionali anche di guerra hanno principi simili, non a caso l’Onu ha condannato e ammonito Israele una ottantina di volte anche per uso eccessivo della forza, cioè della violenza armata. Nell’ultima aggressione al Libano Israele per esempio usò perfino le bombe “a grappolo”, un terribile ordigno che di fatto serve solo a straziare il maggior numero possibile di civili, e inevitabilmente soprattutto i bambini che hanno il diritto di essere  incoscienti, diritto che dovrebbero poter esercitare senza rimetterci la pelle. O no?
Che Hamas non faccia – a mio e a nostro giudizio – gli interessi dei palestinesi e sia anzi un terribile boomerang mi pare evidente. Ma a essere onesti è evidente anche qualcos’altro. Israele non ha mai avuto la minima intenzione di trattare con Hamas, ammesso che abbia mai avuto intenzione di trattare almeno con i palestinesi non di Hamas. Quando Massimo D’Alema si è permesso di dire che è col nemico che si tratta, e che quindi Israele avrebbe dovuto trattare anche con Hamas, venne aggredito come un terrorista, un fiancheggiatore di Hamas, e anche eminenti membri della comunità ebraica romana ci tennero a dichiarare che “chiedere di trattare con Hamas è come chiedere di suicidarsi”. Concetto ribadito in tutte le salse anche dalle autorità israeliane. Quindi NON è vero che Israele avesse in serbo opzioni diverse da quella scodellata in questi giorni anche e forse soprattutto per mettere il neo presidente Usa Barak Obama di fronte al fatto compiuto e anzi costringerlo al traino verso una escalation contro l’Iran, una volta che con la strategia delle frottole “atomiche” e con la conseguente guerra dopo è stato intanto “sistemato” l’Iraq.
Allo scadere della tregua concordata mesi or sono, l’Egitto ha fatto notare che nessuno dei due, né Hamas né Israele, ne aveva chiesto il prolungamento. Se Israele non ha chiesto il prolungamento della tregua significa, se la logica non è carta igienica, che le andava bene che dalla tregua si passasse ai fatti. Idem per Hamas. Ma tra i fatti c’è una sproporzione rivelatrice. Con una aggravante. Mentre i lanci dei rudimentali Qassam si possono improvvisare in vista dello scadere della tregua, l’invasione israeliana non può essere stata invece improvvisata, ha avuto bisogno di molti mesi di preparazione. E infatti è saltato fuori che la stava organizzando da un anno e mezzo. A parlare con la lingua biforcuta sono quindi almeno in due. L’inviato dell’Onu Richard Falk, relatore speciale per i diritti umani, è stato cacciato non dai palestinesi, ma dal governo israeliano perché pur essendo ebreo non aveva avuto peli sulla lingua a dire che il trattamento riservato ai palestinesi gli faceva venire in mente certi trattamenti a suo tempo usati dai nazisti.
Adesso è chiaro che le autorità militari israeliane non volevano Falk tra i piedi perché avevano già deciso di invadere la Striscia di Gaza e l’inevitabile mattanza gli avrebbe fatto venire in mente ancor più le similitudini con i nazisti. Non so se il trattamento degli israeliani verso i palestinesi sia o no oppure più o meno nazista in almeno qualche aspetto, ma si tratta sicuramente di un trattamento iniquo, oltre che disgustoso e alla lunga suicida. Infatti, a meno di una guerra nucleare che non si sa come andrebbe a finire (anche per noi, si noti bene), è evidente che Hamas, pur essendo inevitabile che perda lo scontro militare in atto, guadagnerà un consenso e una simpatia enorme quanto meno tra le masse arabe fuori dalla Cisgiordania e da Gaza. La vittoria di Israele sarà anche questa volta una vittoria di Pirro. Sono 60 anni che le armi israeliane vincono, ma perdono sempre più la pace. Mi pare fosse Tacito quello che scrivendo dei Germani, più o meno i palestinesi e gli Hamas dell’epoca, faceva dell’ironia pesante: “Da molti anni le armi romane vincono….”, eppure a evitare il peggio non sono bastati neppure il Limes né il Danubio.
I tempi dei soldati straccioni di Nasser, poveri fellah uccisi come le mosche, sono finiti. Ma sono finiti anche i tempi delle invasioni del Libano per andare a snidare senza intoppi Arafat e il suo quartier generale a Beirut, approfittando della “passeggiata” militare per permettere i massacri di Sabra e Chatila. Gli Hezbollah proprio del Libano, poco disposti a subire altre “passeggiate” altrui, hanno già dimostrato che i tempi sono cambiati. Hamas sarà forse schiacciata, ma avrà mostrato a un miliardo di islamici da troppo tempo umiliati dall’Occidente che anche una potenza militare come Israele può essere sfidata. Ed è chiaro che alla lunga Israele non potrà reggere il logoramento. Non credo che Hamas sia come le Brigate Rosse del crimine idiota dell’uccisione di Moro. L’uccisione di Moro portava lo scontro militare a un livello tale che inevitabilmente lo Stato italiano avrebbe risposto come ha risposto, a rullo compressore pur senza sfoderare i carri armati e le invasioni “gaziane” delle grandi fabbriche e delle Università. Con quell’atto di terrorismo le Brigate Rosse si scavarono la fossa, era inevitabile che in seguito fossero sconfitte, non potevano certo reggere quel livello di scontro a meno di un incendio molto più vasto che però era impossibile. In Medio Oriente invece l’incendio più vasto è possibile, visto anche che sono in molti a soffiare sul fuoco. Che è facilmente propagabile agli enormi giacimenti petroliferi della zona….
Possiamo deridere e avere orrore quanto vogliamo dei kamikaze e della loro disponibilità al martirio “per Allah”, ma se riduciamo la vita di milioni di persone ala disperazione senza scampo, se impediamo loro il riscatto e il benessere, se la prospettiva di vita per loro è sempre e solo una agonia, allora le bombe umane siamo noi a fabbricarle, non loro. Non solo loro. Sbattere in faccia il nostro benessere ad aria condizionata e con più di quattro ruote a milioni di disperati, tenuti pervicacemente ai margini di quella che dovrebbe essere anche la loro ricchezza ed è invece solo la ricchezza degli sceicchi nostri amici e comunque non loro amici, alla lunga significa trasformare i diseredati in torce umane. Piuttosto che bruciare da sole, è ovvio che cerchino di trascinarci nelle fiamme. Noi al loro posto cosa faremmo? Se vita nostra e dei nostri cari fosse senza significato, che significato daremmo alla vita altrui, per giunta di quelli che sguazzano nel benessere e nel consumismo?
Dato che si sono, vorrei ricordare che il massacro di Sabra e Chatila venne compito da cristiani, libanesi, non da ebrei, israeliani. Questo è un dato sul quale nello sdegno non abbiamo mai riflettuto… E a proposito dei massacri di Sabra e Chatila, c’è in giro un capolavoro che li racconta in modo inusuale: il film “Valzer con Bashir”, vincitore di sei Oscar in Israele e ora in gara con “Gomorra” per l’Oscar americano come miglior film straniero. “Valzer con Bashir” è stato realizzato da Ari Folman, un regista israeliano che all’epoca era un soldato anche lui mandato a Beirut, e nel film altri ex militari israeliani di quella spedizione in Libano testimoniano di avere telefonato a Sharon, comandante dell’invasione, per avvertirlo che nei due campi profughi le milizie cristiano-maronite, aiutate dalle cellule fotoelettriche israeliane per vederci anche di notte, stavano facendo una poco cristiana ecatombe di civili, donne e bambini compresi. E quei testimoni – traumatizzati all’epoca come Folman e ancora oggi come lui storditi da quel crimine – raccontano che a ogni telefonata Sharon, oggi ridotto da tempo a un patetico tronco vegetale come una Eluana Englaro di sesso maschile e inutilmente pluridecorato, rispondeva con queste gelide ed educate parole: “Grazie per avermi informato”. Informazioni con le quali in blocco Sharon come sappiamo si è pulito il sedere. Dio abbia pietà di lui, oltre che delle sue vittime. Il bilancio del massacro è stato degno di quello avvenuto con le Twin Tower di New York. E, come quello, non è certo stato un buon viatico perla pace e il futuro. Non lo è stato per nessuno. Per nessuno al mondo.
Il concetto di “sicurezza” di Israele è molto largo, straordinariamente largo, non si limita certo alla sicurezza nei confronti dei palestinesi occupati. E’ ormai drammaticamente chiaro che per Israele essere sicura significa essere l’unico Stato dotato di armamento atomico in un Medio Oriente costretto per intero a non potersi neppure dotare di centrali nucleari per produrre energia elettrica e quindi di fatto condannato a restare comunque fuori dalla modernità reale. Ovviamente nessuno Stato sovrano può accettare certi diktat da Stati esteri e del resto se Israele pretende che i palestinesi siano ridotti a non poter creare nessun fastidio militare non si vede perché mai non debbano avere la stessa, medesima preoccupazione i  vicini di Israele. Due pesi e due misure possono anche bene, ma quando si esagera e si tende troppo la corda finisce che “si spezza la corda e l’arco”. Non c’è da stare allegri, visto che non solo i Rodolfo-Rachamim ci tengono a dire, spinti da chissà quale incomprensibile orgoglio, che “le atomiche Israele se costretta non esiterebbe a usarle”. Il problema è che dell’”essere costretto” ognuno ha una propria concezione, che differisce da quella altrui. Hamas, per esempio, a quanto pare si sente “costretta” a usare i Qassam. L’Iran si può immaginare che a un certo punto possa sentirsi anch’esso “costretto” a fare non sappiamo cosa. Non se ne esce allora più. Fino alla guerra nucleare.
In ogni caso è ormai ben chiaro che per la sicurezza di Israele è centrale che i palestinesi non riescano a darsi uno Stato, che non sia un bantustan o una riserva indiana protettorato israeliano. Come ha dimostrato l’israeliana Tanya Reinhart nel suo terribile libro “Distruggere la Palestina”, a partire almeno dal governo Sharon la scelta è stata di schiantare tutte le strutture politiche, economiche, amministrative, scolastiche, giornalistiche, sanitarie, ecc., della società palestinese per disossarla, ridurla a gelatina, ameba frantumata in gruppi e gruppetti l’un contro l’altro armati (“divide et impera” più cinico che mai), allattando prima la stessa Hamas per logorare Arafat e poi logorare Arafat con un assedio vergognoso per avere un Abu Mazen azzoppato e dimezzato in partenza, infine umiliare e schiantare anche Abu Mazen sia con la inammissibile pratica degli “omicidi mirati”, che hanno ammazzato un numero di civili palestinesi innocenti enormemente più grande dei pochissimi uccisi dagli inammissibili Qassam, sia con il togliere sì le colonie da Gaza, ma solo per aumentare quelle della Cisgiordania… A Napoli si chiama gioco delle tre carte. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Noi a panza piena e per tenerci la coscienza a posto  continuiamo a blaterare di “Stato palestinese”, promesso solennemente da Clinton, che forse però è stato distratto dei servizi orali della Lewinsky,  poi di recente anche dal bugiardo matricolato noto come George Walker Bush, che si deve essere distratto dalla sua abitudine a “piangere sulla spalla di Dio”.
L’Italia a suo tempo non ha risposto a cannonate contro la Libia che aveva lanciato su Lampedusa un paio di missili, finiti per fortuna in acqua. Non abbiamo neppure invaso l’Austria quando armava i vari “martellatori della Val Passiria”, terroristi per noi e patrioti per loro che pure hanno ucciso vari militari della Guardia di Finanza e piazzato bombe tra i nostri civili facendo altri morti. Non voglio fare paragoni con la repressione del ghetto di Varsavia o con le nostre vittime della rappresaglia alle Fosse Ardeatine, perché credo in tutta onestà che sia un paragone forzato. Ma le centinaia di civili massacrati a Gaza, compresi oltre cento bambini, di cui forse metà nel giorno della Befana – che dovrebbe essere di felicità soprattutto proprio per i bambini – e alcuni morti di infarto per la paura dei bombardamenti, cosa c’entrano?
E’ vero che nella regione ci sono nemici di Israele formidabili come l’Iran e la Siria, che Bush ha catalogato come Asse del Male assieme alla Corea del Nord. Ma è anche vero che l’irresponsabile trovata bushiana dell’Asse del Male ha gelato la stagione delle riforme di Katami in Iran e le apertura della Siria. Fare gli interessi delle industrie militari americane ha significato inevitabilmente aiutare i duri e i reazionari dei due regimi. Con la sua inettitudine politica e dipendenza dagli interessi economici più vieti, dai petrolieri ai fabbricanti di armi e armamenti (con Bush la Casa Bianca ha quasi raddoppiato il budget per la Difesa, portandolo alla astronomica cifra di oltre 400 miliardi di dollari), Bush è riuscito perfino a mandare in vacca l’accordo trovato da Clinton con i coreani del Nord per portarli in pratica al disarmo missilistico e alla rinuncia alle armi nucleari. Quando la signora Albright era ormai pronta a partire per Pyongyang per firmare l’accordo, è arrivato il contrordine impartito dal nuovo inquilino della Casa Bianca.
Ora vedremo cosa farà il nuovo inquilino. Cosa vorrà fare e cose gli permetteranno di fare.

189 commenti
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  1. Faust x CC... axxo ma cambia nikname... ti scambio x la targa dei Carambignieri.. CC..
    Faust x CC... axxo ma cambia nikname... ti scambio x la targa dei Carambignieri.. CC.. says:

    Sto pensando seriamente di metttere in piedi un allevamento di alpaca, magari chiedo lumi a Faust…per l’importazione.

    … caro ccicci, bell u bbebbe!! mmo camma ffa!! senti caro in proposito sso di alcuni svizzeri hanno importato dei Lama dal Peru e sulle alpi swissere crescono ppiu comodamente… vuoi mettere… hanno la banca e la posta… addue passi, vuoi mettere… sono contenti i lama, stargli vicino è dannevole… sputano in continuazione… Dell alpaca non sso!! strano ma ieri mi si è aperta una pagina o altro ed ho visto gli alpaca… ma non ho approfondito… lo faroo!!! ciao nneee!!!
    Faust

  2. Linosse
    Linosse says:

    X Rachamim
    Una curiosità :ha mai letto qualcosa sul blog di Lameduck o “trancia “giudizi,come di consueto,un tanto alla tonnellata?
    La carta di Hamas ve la siete voluta e cercata lettera per lettera fa parte della vostra ricerca distorta della “verità” bibblabla e delle vostre “relazioni di buon vicinato”.
    L.

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    per Alex n. 42
    Haw haw haw ….. Mooolto carina. Sì, la sindrome De Filippi (Maria). U.

  4. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro faust,

    da quello che sò , sono prorpio gli “alpaca” i più grandi “sputacchioni”,molto più dei lama.
    Ma correrò volentieri il “rischio”di beccarmi qualche “sputo”.
    Al massimo fuori dalla recinzione mettero appositi cartelli.”Pericolo di sputo”!
    Opportunamente addestrati poi le brave “bestiole” potrebbero essere utilizzate come un’ottima batteria simil” Katiuscia”.

    cc
    Nei secoli fedele… alla causa!
    Terra e libertà!

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rachamim

    Lei mi ispira quasi tenerezza, con il suo patetico – lo dico con simpatia, senza acredine – aggrapparsi a tutto pur di non chiamare le cose con il loro nome anche quando le commette Israele. Questa delle telefonate alla scuola prima di cannoneggiarla….. Suvvia, Rodolfo, sveglia! E l’insinuare chissà che accampando il (presunto) fatto che i rifugiati di quella scuola avrebbero preferito farsi maciullare anciché mettersi in salvo…. Sveglia, Rodolfo, sveglia!!! Non mi faccia venire in mente vecchie lettura sulla “correttezza” dei tedeschi: “Achtung, bitte….”, anche prima di fucilarti o devastare i ghetti. La imploro, Rodolfo, NON mi faccia venire in mente certi racconti di mio padre.
    Lei mi ricorda un mio simpatico vicino di casa, ebreissimo anche nel cognome e con moglie laureta con tesi su Teodoro Hertzl, matto come un cavallo, che appena apre bocca dice che l’unica con i palestinesi e gli arabi è “mettergli le bombe”. Quando gli angloamericani hanno invaso l’Iraq, lui aveva sul balcone le bandiere americane, l’unico in un quartiere che era un tripudio di bandiere arcobaleno. Anche quel mio amico non sente ragioni. Quando gli feci notare che la storia dimostra, purtoppo, che la nuova Israele meglio sarebbe stata farla altrove, mi rispose di getto: “Ma che dici! Sarebbe come mettere incinta una donna scopandola in un orecchio”.
    Forza, Rachamim, tutti diventiamo adulti. A furia di delusioni. A volte anche, mi scusi il termine, di inculate. Tutti i sogni, ma per fortuna anche gli incubi, finiscono all’alba… Non continui a tenere la testa sotto il cuscino. Non serve. Non stia sempre a giustificare gli uni e a colpevolizzare gli altri. E’ SBAGLIATO. Anche perché in realtà le colpe iniziali e principali, pure adesso, sono nostre, NON loro. Se non lo riconosciamo e non partiamo da qui, siamo fregati. Non potremo infatti continuare a fregare solo loro…. Il mondo gira.
    Un abbraccio.
    pino

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Linosse

    Il blog di Lameduck? E cos’è? Ci invii il link, che lo posto con gli altri nella colonna di destra.
    Un saluto.
    pino nicotri

  7. Ele
    Ele says:

    L’articolo di Sofri (sopra il quale sta quella fotografia a cui ho accennato nel post 55), pero’, mi ha ricordato i ragionamenti di Marco Tempesta. Quasi quasi, cattivi i palestinesi che mandano quelle foto strazianti ai giornali occidentali! Magari ammazzano i propri bambini per attirare piu’ simpatie alla propria causa! Una logica straordinaria, non c’e’ che dire.

    Di articoli di Sofri ne ho letti parecchi anche in passato e devo dire che ogni volta mi hanno lasciata di sasso. Trovo davvero strano, per non dire incredibile, che un signore che guarda il mondo e la politica con occhi cosi’ borghesi, dentro il coro e dentro gli schemi (a conti fatti, quasi sempre dalla parte dell’establishment) possa essersi mai dedicato a qualcosa di cosi’ fuori degli schemi come il terrorismo, o anche solo essere stato di sinistra. Se questi erano i rappresentanti della nostra “estrema sinistra”, non mi sorprende che una vera sinistra non ce l’abbiamo e che dal PCI siamo finiti al PD. Anzi, forse e’ solo naturale che sia cosi’. Mah.

  8. Luisa Morgantini
    Luisa Morgantini says:

    Care tutte e tutti,

    vi inoltro questa lettera che anche io ho sottoscritto e che è stata pubblicata lunedi 5 gennaio sul Guardian.
    Come già sapete, l’Unione Europea si prepara al potenziamento delle relazioni con Israele, mentre a dicembre il Consiglio dei Ministri ha già votato favorevolmente per l’upgrade.
    Dopo quanto è accaduto e continua ad accadere a Gaza, con questa lettera abbiamo chiesto al Governo inglese di revocare qualsiasi sostegno a ogni nuovo accordo con Israele e al Parlamento Europeo di non sostenere alcuna estensione degli accordi già esistenti e di usare la propria influenza per evitare qualsiasi avanzamento nel protocollo di cooperazione tra Israele e UE fino a quando Israele non rispetterà i suoi obblighi legali e umanitari in conformità con il diritto internazionale.
    Sotto, il testo originale in inglese e tutti i firmatari.
    Un abbraccio
    Luisa Morgantini
    —————————–

    EU must hold Israel to its agreements
    The Guardian, Monday 5 January 2009
    larger | smaller
    Article history
    Despite the EU’s call for a ceasefire, the brutal Israeli bombing of Gaza continues (Reports, 3 January). Nonetheless, the EU is preparing to upgrade its existing agreement to give Israel even more privileged access to European institutions.

    In December, the council of ministers voted to support this upgrade, ignoring the fact that Israel was in breach of an “essential element” of the earlier agreement. This required states to respect “human rights and democratic principles, which guides their internal and international policy and constitutes an essential element of this agreement”. The proposed upgrade is even weaker and includes no obligations on Israel in respect of its illegal settlements, the illegal wall, and its repeated breaches of international human rights and international humanitarian law.

    In view of the horrific events of the past days, we call on: 1) The UK government to revoke its support for any new agreements with Israel and for this to be communicated forthwith to the Czech presidency of the EU in advance of its meeting with the commission, and to the EU council of ministers 2) The European parliament to refuse to endorse any extension of existing agreements and to use its influence to prevent any upgrades of EU benefits to Israel until it abides by its international legal and humanitarian obligations.

    Dr Daniele Albertazzi, Birmingham U
    Ghassan Abu-Sitta
    Dr Salah Abou-El-Fadl, Consultant Psychiatrist
    Dr Arshin Adib-Moghaddam, SOAS
    Navtej Singh Ahluwalia – Human Rights Lawyer
    Professor Sultan Barakat, York U
    Alexander Baker
    Professor Mona Baker, Manchester Met U
    Sylvia Baker
    Daphna Baram
    Chris Williams Barrister
    Alastair Beaton, playwright
    Hilary Belchak
    Dr Susan Blackwell, Birmingham U
    Lauren Booth, writer, Director Aloha Palestine
    Tim Bowly
    Professor Haim Bresheeth, UEL, film maker
    Dr Patrick Boyd, medicine
    Joan Burt
    Andrea Becker
    Professor Lawrence Bush, Lancaster U
    Professor Oren Ben-Dor, Southampton U
    Rt Hon Tony Benn
    Melissa Benn, writer
    *Sir Geoffrey Bindman, human rights lawyer
    *Professor Bill Bowring, human rights lawyer, UCL
    Victoria Brittain
    Eileen E. Brown OBE
    Richard Burden MP
    Dr Chris Burns-Cox
    Dr John Chalcraft LSE
    Sylvia Cohen
    Sarah Colborne Chair,PSC
    Dr Neil Cooper, Bradford U
    Jeremy Corbyn MP
    Jean Carmichael
    Mark Cazalet
    Professor Stan Cohen, LSE
    *Sir Iain Chalmers, medicine
    Rebecca Chapman barrister
    Professor Christine Chinkin International Law LSE
    *Caryl Churchill playwright
    Professor Greville Corbett, Surrey U
    Magda Cross
    Dr Paul Cobley, London MetropolitanU
    Judith Collin
    Julia Cutmore
    Professor Tony Davies
    Khaleel Desai, lawyer
    *Professor the Lord Meghnad Desai, LSE
    *Jenny Diski, writer
    Professor Elizabeth Ettorre, Liverpool U
    Mark Elf, JSF
    Dr Sam Edwards
    Stephen Ford
    Roy George
    Dr. Eileen Gergis
    Arthur Goodman
    *Prof Sir John Goody, Cambridge U anthropologist
    Professor Penny Green Law King’s Coll London
    Jean Grudgings
    Dr Ramez Ghazoul
    *Blinne Ni Ghralaigh, barrister
    Paul Gordon, psychotherapist
    Professor John Gledhill
    Ann Girling
    Professor Mohamed El-Gomati, York U
    Abe Hayeem, architect, Chair APJP
    Lee Hall playwright
    Kate Harrison. Solicitor
    David Harries, social worker
    Professor Kamel Hawwash, Birmingham U
    Peter Herbert, barrister, Chair Society of Black Lawyers
    *John Hilary, Director War on Want
    Mike Hodges (film maker)*
    Professor Ted Honderich, University College London
    Keith Hammond
    *Jeremy Hardy comedian
    Galit Hess
    George Hill
    Richard Hudson, UCL
    Betty Hunter Secretary PSC
    Jocelyn Hurndall (mother of Tom Hurndall, killed after being shot in the head in Gaza on 11 April 2003)
    Sue Ingham
    Dan Judelson, Secretary, EJJP
    Dr Paula James, Open U
    *Professor Steve Jones, University College London
    *Dr Charles Jencks, architectural critic
    Professor David Johnston, Queens University
    Zina Jardaneh
    Jane Jewell, founder, 14 Friends of Palestine
    Professor Adah Kay
    David Jones
    Professor Ken Jones, Keele
    Rosemary Jones
    *Stephen Kamlish QC
    Helen Kay
    Dr Laleh Khalili, SOAS
    Dr Paul Kelemen, Manchester U
    Professor Richard Keeble, Lincoln U
    *Salma Karmi-Ayyoub, barrister
    Richard Kuper, JFJP
    Dr Ghada Karmi, writer
    Helen Kimble
    *Michael Kustow, writer
    David Lepper MP
    Roger Lloyd Pack
    *Rt Rev Michael Langrish, Bishop of Exeter
    Dr Stephen Leah
    Sonja Linden, playwright
    Professor Yosefa Loshitzky
    Dr Michael Loughlin
    Dr Caroline Lucas MEP
    *Daniel Machover Solicitor, Chair Lawyers for Palestinian Human Rights
    Professor Moshe Machover, LSE
    Deborah Maccoby, ICAHD
    Jehane Markham
    Sonia Markham, counseller
    Mike Marqusee, writer
    Dr Su Metcalfe, Cambridge U
    *Baroness Sue Miller, lib-dem spokesman on home affairs
    Moira McDowall
    Tom McVitie
    Dr Michael Marten, Stirling U
    Emeritus Professor Stanley Mitchell
    Professor Marjory Mayo, Goldmiths U
    *Mary Midgley, philosopher and writer
    Annie Mitchell Clinical Psychologist, Plymouth U
    Peter Quentin Morgan
    Piers Mostyn, barrister
    Kaveh Moussavi, Oxford U
    Professor Martha Mundy, LSE
    Rob Murthwaite, lecturer in law
    Ali Nasralla
    Ann Nazareth
    Mary Nazzal-Batayneh
    Diana Neslen
    Ephraim Nimni, Queens U Belfast
    Ken O’Keefe, Aloha Palestine
    Declan Owens, Haldane Society
    *Susie Orbach, psychotherapist
    Professor David Pegg, York U
    Professor Renos Papadopoulos, Essex U
    John Page
    Gail Parfitt -Women for peace
    Sarah Perrigo Bradford U
    Dr Terry Phillips
    Liz Philipson, conflict analyst
    Margo Picken
    John Pilger, writer
    Veronica Planton
    Polly Pollock
    Peter Poore
    Dr Janet Powney
    Alison Prager, ICAHD
    *Bath &Wells Bish is Rt Rev Peter Price
    Patricia Price-Tomes
    Annabelle Purdi
    Professor Dee Reynolds, Manchester U
    Ripon Ray
    Dr Terry Robbins
    Dr Brian Robinson
    M. Robinson
    Dr Paul Robinson, Psychiatrist
    Ernest Rodker designer
    Professor Margaret Rogers, Surrey U
    *Emerita Professor Hilary Rose, Bradford U
    *Professor Jacqueline Rose
    Simon Rose
    Emeritus Professor Steven Rose, Open U
    Professor Barbara Rosenbaum, UCL
    Professor Jonathan Rosenhead, LSE
    *Leon Rosselson, musician
    Profcssor Myriam Salama-Carr, Bradford U
    Professor Donald Sassoon, Queen Mary, London
    Colin Salmon, actor
    Dr Gabriela Saldanha, Birmingham U
    Professor Andrew Samuels, psychoanalyst
    Sadat Sayeed, human rights barrister
    Dr Amanda Sackur,London Metropolitan U
    Sarah Scampton
    *The Right Reverend Michael Scott-Joynt, Bishop of Winchester
    Professor Richard Seaford, Exeter U
    Professor Lynne Segal, Birkbeck Coll.
    Professor David Seddon, UEA
    Satish Sekar, writer
    Professor Richard Sennett, LSE
    Professor Avi Shlaim, Oxford U
    Rt Hon. Clare Short MP
    Professor David Slater, Loughborough U
    Emeritus Professor Neil Smith UCL
    *Roger Smith, director, Justice
    *Ahdaf Soueif, writer
    Hugh Southey, barrister
    Dr Phyllis Starkey MP
    Richard Stainton
    *Mark Steel, comedian
    Heather Stroud
    Dr Derek Summerfield
    Dr Marcelo Svirsky, Cardiff U
    Professor Alan Thomas Swansea U
    Rebecca Thorn musician
    *Baroness Jenny Tonge
    *Professor Peter Townsend, LSE
    Professor Jules Townshend, Manchester Met U
    Paul Troop human rights lawyer
    Mandy Turner, Bradford U
    Lisa Thorne, clinical psychologist
    Leslie Thomas, barrister
    Marc Vallee, photojournalist
    Dr Charles Ward (medicine)
    Greg Wilkinson
    Dr Jeni Williams, Trinity College, Carmarthen
    *Elizabeth Woodcraft, barrister
    Dr David Worth
    Professor Brian Wynne, Lancaster U
    Dr Monica Wusteman, York U
    Dr Gill Yudkin
    Professor Nira Yuval-Davis, UEL
    Roger van Zwanenburg, publisher
    Internationals
    Hans von Sponeck, Former UN Coordinator for Iraq
    Luisa Morgantini Vice President of the European Parliament
    Israelis
    Dr Deulle Luski Aim, Tel Aviv U
    Yafit Gamila Biso, Olive tree movement
    Dr Uri Davis
    Dr Rachel Giora
    Neta Golan
    Anat Matar, Tel-Aviv U
    Rotem Mor
    Rayna Moss
    Dorothy Naor
    Nurit Peled-Elhanan, Sakharov Prize 2001
    Vlad Rivlin
    Att. Lea Tsemel
    Michael Warschawski
    Dr David Wesley
    Elana Wesley
    Also 3 from Australia1 Austria2 Belgium2 Canada1 Croatia1 Denmark3 France4 Germany1 Ireland1 Italy2 Malta1 Sweden21 US (including Noam Chomsky) and 15 unidentified locations

  9. Ele
    Ele says:

    @ Faust
    E bravo il Venezuela! Se tutti i paesi avessero fatto questo, Israele sarebbe stata da tempo costretta ad abbassare le armi e a sedersi a un tavolo, per risolvere pacificamente e umanamente la questione.
    ma quando i governi di tutti i paesi belano qualche rimostranza, e’ naturale che se ne freghino e vadano avanti come e piu’ di prima, convinti della propria impunita’, come certi serial killer che si credono invincibili e piu’ furbi di tutti.

  10. I sionisti su Sderot possono dire quel cazzo che gli pare.....
    I sionisti su Sderot possono dire quel cazzo che gli pare..... says:

    …..ma bambine e bambini maciullati e sepolti sotto le macerie come quest, e i troppi altri di Gaza, non ce ne sono mai stati né a Sderot né altrove. I Qassam hanno fatto solo danno ai muri e ucciso un paio di persone, che è già troppo. Questo massacro compiuto per rappresaglia ha però ucciso anche la coscienza e la dignità di Israele.
    Shalom

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/bambini-gaza/3.html

  11. Gilad Atzmon - 1
    Gilad Atzmon - 1 says:

    di GILAD ATZMON

    La comunicazione con gli israeliani può lasciare stupefatti. Anche ora che l’aviazione israeliana sta assassinando alla luce del sole centinaia di civili, persone anziane, donne e bambini, gli israeliani riescono a convincersi di essere le vere vittime di questa violenta saga.

    Chi conosce bene gli israeliani si rende conto che sono completamente disinformati sulle radici del conflitto che domina le loro vite. Spesso sono capaci di mettere insieme ragionamenti rocamboleschi che possono avere senso nelle argomentazioni israeliane ma fuori della loro realtà non ne hanno alcuno. Sono ragionamenti di questo tenore: “quei palestinesi, perché insistono a vivere sulla nostra terra (Israele), perché non possono semplicemente andare in Egitto, in Siria, in Libano o in qualsiasi altro paese arabo?” Un’altra perla di saggezza ebraica suona più o meno così: “di cosa si lamentano questi palestinesi? Gli abbiamo dato acqua, elettricità, istruzione e in cambio vogliono solo buttarci a mare”.

    Per strano che possa sembrare, perfino gli israeliani della cosiddetta “sinistra” e della “sinistra” colta non riescono a capire chi sono i palestinesi, da dove vengono e cosa vogliono. Non riescono a capire che per i palestinesi la Palestina è loro casa. Incredibilmente gli israeliani non riescono a capire che Israele è stato costruito a scapito del popolo palestinese, su terra palestinese, sui villaggi, le città, i campi, i frutteti palestinesi. Gli israeliani non capiscono che i palestinesi di Gaza e dei campi profughi della regione sono gente espropriata da Beer Sheva, Yafo, Tel Kabir, Shekh Munis, Lod, Haifa, Gerusalemme e molti altri villaggi e città. Se vi chiedete perché mai gli israeliani non conoscano la loro storia, la risposta è semplice: non gli è mai stata raccontata.

    Le circostanze che hanno condotto al conflitto israelo-palestinese sono ben nascoste nella loro cultura. Le tracce della civiltà palestinese anteriori al 1948 sono state spazzate via. Non solo la Nakba, la pulizia etnica dei palestinesi autoctoni compiuta nel 1948, non fa parte della memoria collettiva israeliana, ma non è nemmeno menzionata o discussa in alcun contesto accademico o ufficiale israeliano.

    Al centro di quasi tutte le città israeliane c’è un monumento che commemora il 1948 ed è costituito da una strana composizione quasi astratta di tubi. La scultura si chiama Davidka ed è in realtà un mortaio israeliano usato nel 1948. Va notato che la Davidka era un’arma estremamente inefficace. Aveva una portata non superiore ai 300 metri e i suoi proiettili causavano danni molto limitati. Anche se la Davidka arrecava scarsi danni, faceva però molto rumore. Secondo la storia ufficiale israeliana, gli arabi, cioè i palestinesi, quando sentivano da lontano i colpi della Davidka scappavano terrorizzati. Secondo la versione israeliana, gli ebrei, cioè i “nuovi israeliani”, facevano un paio di botti e gli “arabi codardi” scappavano come degli idioti. La versione ufficiale israeliana non fa parola dei molti premeditati massacri condotti dal neonato Esercito di Difesa israeliano e dalle unità paramilitari che lo precedevano. Non fa parola neanche delle leggi razziste che impedirono il ritorno dei palestinesi nelle loro case e nelle loro terre [1].

    Il significato di tutto ciò è molto semplice. Gli israeliani non conoscono la causa palestinese. Dunque non possono che interpretare la lotta palestinese come una follia irrazionale e omicida. Nell’universo solipsistico giudeocentrico l’israeliano è una vittima innocente e il palestinese non è altro che un selvaggio assassino.

    Questa grave situazione che impedisce all’israeliano di conoscere il suo passato distrugge la possibilità di una futura riconciliazione. Poiché l’israeliano è privo della minima comprensione del conflitto, non riesce a contemplare una soluzione che non comporti lo sterminio o l’epurazione del “nemico”. Tutto ciò che gli è dato di sapere è costituito dai fantasmatici resoconti della sofferenza ebraica. Il dolore palestinese gli è completamente estraneo. Il “diritto al ritorno” dei palestinesi suona alle sue orecchie come un’idea ridicola. Neanche gli “umanisti israeliani” più progressisti sono pronti a spartire la terra con i suoi abitanti autoctoni. Ciò non lascia ai palestinesi altra scelta che quella di liberarsi da soli a tutti i costi. È evidente che sul lato israeliano non c’è un interlocutore che sia disposto a dialogare per la pace.

    Questa settimana abbiamo saputo un po’ di più della capacità balistica dell’Hamas. Evidentemente l’Hamas finora ha scelto di contenere le proprie azioni contro Israele, rinunciando per molto tempo ad allargare il conflitto a tutto il sud di Israele. Mi viene da pensare che gli sporadici lanci di Qassam su Sderot e Ashkelon non fossero che un messaggio dei palestinesi assediati. Erano in primo luogo un messaggio alla terra rubata, ai propri campi e frutteti: “Nostra terra amata, non abbiamo dimenticato, siamo ancora qui a combattere per te. Prima o poi, ma più prima che poi, torneremo e ricominceremo da dove ci eravamo fermati”. Ma erano anche un chiaro messaggio agli israeliani: “Voi, laggiù, a Sderot, Beer Sheva, Ashkelon, Ashdod, Tel Aviv e Haifa, che lo capiate o no, vivete sulla nostra terra rubata. Fareste meglio a sloggiare perché avete i giorni contati, la nostra pazienza è agli sgoccioli. Noi, i palestinesi, non abbiamo più niente da perdere”.

    Ammettiamolo: realisticamente la situazione di Israele è molto grave. Due anni fa furono i razzi dell’Hezbollah a colpire il nord del paese. Questa settimana l’Hamas ha dimostrato oltre ogni dubbio di essere in grado di servire al sud di Israele un cocktail di vendetta balistica. Sia nel caso dell’Hezbollah che in quello dell’Hamas, Israele è rimasto senza risposta militare. Potrà uccidere civili, certo, ma non riesce a fermare il lancio di razzi. L’Esercito di Difesa israeliano non ha gli strumenti per proteggere Israele, a meno che coprirlo con un tetto di cemento armato non sia una soluzione praticabile. In fin dei conti forse ci stanno pensando.

    Ma questa non è la fine della storia. Anzi, ne è solo l’inizio. Ogni esperto di Medio Oriente sa che l’Hamas può prendere il controllo della Cisgiordania nel giro di poche ore. Di fatto l’Autorità palestinese e Fatah la controllano solo grazie alle forze israeliane. Una volta presa la Cisgiordania, la numerosa popolazione israeliana del centro sarà in balia di Hamas. Per chi non lo capisca, sarebbe la fine dell’Israele ebraico. Potrà accadere oggi, potrà accadere tra tre mesi o tra cinque anni, non è una questione di “se” ma di “quando”. Allora tutto Israele sarà sotto il tiro dell’Hamas e dell’Hezbollah, la società israeliana crollerà, la sua economia andrà in pezzi. Una villetta a schiera nel nord di Tel Aviv costerà come una baracca a Kiryat Shmone o Sderot. Quando un solo razzo colpirà Tel Aviv, il sogno sionista sarà finito.

    Fonte: http://palestinethinktank.com
    Link
    03.01.2009

    Traduzione di Manuela Vittorelli per Tlaxcala

  12. Gilad Atzmon - 2
    Gilad Atzmon - 2 says:

    Israeli Terror

    I generali dell’Esercito israeliano lo sanno, i leader israeliani lo sanno. Ecco perché hanno trasformato la guerra contro i palestinesi in uno sterminio. Gli israeliani non intendono invadere Gaza. Laggiù non hanno perso niente. Vogliono solo porre fine alla Nakba. Sganciano bombe sui palestinesi per spazzarli via. Vogliono cancellare i palestinesi dalla regione. È ovvio che non funzionerà, i palestinesi resteranno. E non solo resteranno, ma il giorno del ritorno alla loro terra si avvicina quanto più gli israeliani mettono in pratica le loro tattiche letali.

    Ed è esattamente qui che entra in gioco l’escapismo israeliano. Israele ha superato il “punto di non ritorno”. Il suo destino è profondamente impresso in ogni bomba sganciata sui civili palestinesi. Israele non può fare niente per salvarsi. Non c’è una strategia d’uscita. Non può ricorrere al negoziato perché né gli israeliani né la loro dirigenza comprendono le coordinate fondamentali del conflitto. Israele non ha il potere militare necessario a concludere la battaglia. Può riuscire a uccidere i dirigenti palestinesi, lo ha fatto per anni, ma la resistenza e la persistenza palestinese si stanno rafforzando, non indebolendo. Come predisse un generale dei servizi segreti militari israeliani già all’epoca della prima Intifada, “Per vincere i palestinesi devono semplicemente sopravvivere”. Stanno sopravvivendo, e stanno vincendo.

    La dirigenza israeliana lo sa. Israele ha già tentato di tutto: ritiro unilaterale, assedio con privazione del cibo e adesso sterminio. Pensava di sfuggire al pericolo demografico riducendosi a un piccolo familiare ghetto ebraico. Niente ha funzionato. È la persistenza palestinese in forma di politica dell’Hamas a definire il futuro della regione.

    Agli israeliani non resta che aggrapparsi alla cecità e all’escapismo per ignorare un destino infausto che è già diventato immanente. Nella loro caduta gli israeliani intoneranno i soliti inni vittimisti. Essendo imbevuti di una visione della realtà egocentrica e suprematista, si concentreranno completamente sul proprio dolore restando insensibili a quello che infliggono agli altri. Quando sganciano le loro bombe gli israeliani agiscono come un collettivo compatto formato da un solo uomo, ma non appena subiscono il minimo danno riescono a trasformarsi in monadi di vulnerabile innocenza. È questa discrepanza tra l’immagine che hanno di sé e il modo in cui noi li vediamo che trasforma l’israeliano in un mostruoso sterminatore. È questa discrepanza che impedisce agli israeliani di conoscere la loro storia, è questa discrepanza che impedisce loro di capire i molti ripetuti tentativi di distruggere il loro Stato. È questa discrepanza che impedisce agli israeliani di comprendere il significato della Shoah per evitare che si ripeta. È questa discrepanza che impedisce agli israeliani di far parte dell’umanità.

    Ancora una volta gli ebrei si troveranno a errare verso un destino sconosciuto. In un certo senso, io stesso ho da tempo iniziato il mio viaggio.

    Nota

    [1] Legge del ritorno per soli ebrei: Law of Return 5710-1950. Si veda anche: Israel’s “Right of Return” for Jews only but no Right of Return for Palestinians.

    Titolo originale: “Living on Borrowed Time in a Stolen Land”

  13. Shalom: Atzmon è israeliano
    Shalom: Atzmon è israeliano says:

    Gilad Atzmon non è di Hamas, e neppure palestinese: è ebreo israeliano, scrittore e musicista di jazz, attivista contro il sionismo. Attualmente vive a Londra.
    Shalom

  14. alex
    alex says:

    @ Pino Nicotri (57)
    “Lei mi ricorda un mio simpatico vicino di casa…matto come un cavallo, che appena apre bocca dice che l’unica con i palestinesi e gli arabi è “mettergli le bombe””
    – – – – – – – –
    Matto come un cavallo? Non direi. Dal punto di vista del suo vicino, come dargli torto? Basta vedere con quali sistemi “pirici” i patrioti dell’Irgun e della Banda Stern (questi ultimi, tra l’altro, in combutta coi nazi) si siano affrancati dal governo britannico (che ritenevano violasse il diritto internazionale!). Perché, visto il successo dell’operazione, non continuare con gli arabi?

  15. Premio Nobel per la Pace: l'Onu istituisca Tribunale Criminale internazionale per processare Israele.
    Premio Nobel per la Pace: l'Onu istituisca Tribunale Criminale internazionale per processare Israele. says:

    Premio Nobel per la Pace: l’Onu istituisca Tribunale Criminale internazionale per processare Israele.

    Scritto il 2009-01-07 in News

    Il premio Nobel per la Pace, Mairead Maguire, ha scritto al Segretario-generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, e al Presidente dell’Assemblea-generale delle Nazioni Unite, Miguel D’Escoto, aggiungendo la propria voce agli appelli di giuristi internazionali, organizzazioni per i diritti umani, individui, ecc., affinché l’Assemblea generale dell’Onu consideri seriamente la creazione di un Tribunale Criminale internazionale per Israele (ICTI) a seguito delle atrocità israeliane in corso contro il popolo di Gaza e del resto della Palestina.

    Il Tribunale Criminale internazionale può essere istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite come “organo sussidiario” in ottemperanza all’art. 22 della Carta dell’Onu.

    L’Art. 22 della Carta Onu afferma che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite può stabilire tali organi sussidiari quando lo ritiene necessario per l’espletamento delle sue funzioni. Lo scopo del Tribunale Criminale sarebbe quello di indagare e perseguire sospetti criminali di guerra israeliani per danni contro il popolo palestinese.

    Maguire ha affermato:

    “Nel novembre 2008 visitai Gaza e rimasi scioccata dalla sofferenza della popolazione di Gaza sotto ‘assedio’ da oltre due anni. Questa punizione collettiva da parte del governo israeliano ha condotto a una grave crisi umanitaria. La punizione collettiva contro una comunità civili, da parte del governo israeliano, viola la Convenzione di Ginevra, è illegale, è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità.

    Invece di proteggere la comunità civile di Gaza e alleviare la sua sofferenza sollevando l’assedio, da dieci giorni (la lettera è del 4 gennaio, ndr), l’esercito israeliano esegue bombardamenti di cielo e mare contro i civili disarmati. Lanciare bombe israeliane contro civili disarmati, molti dei quali donne e bambini, distruggere moschee, ospedali e case, e devastare le infrastrutture di Gaza è illegale e costituisce crimini di guerra. I morti del popolo di Gaza sono ora oltre 600 (680, ndr) con oltre 2.500 feriti (3100, ndr), molti dei quali donne e bambini. Le infrastrutture di Gaza sono state distrutte e la popolazione è tagliata fuori dal mondo – compresi i giornalisti, gli osservatori e gli attivisti umanitari, tutti chiusi fuori da Gaza e impossibilitati a entrare ad aiutare la popolazione.

    L’Onu deve sostenere il rispetto dei diritti umani e della giustizia nei confronti del popolo palestinese, prendendo in seria considerazione l’istituzione di un Tribunale Criminale internazionale per Israele, così che il governo israeliano sia ritenuto responsabile di crimini di guerra”.

    Mairead Maguire (Nobel Peace Laureate) http://www.peacepeople.com
    4 gennaio 2009.

  16. Marta x Faust e Controcorrente
    Marta x Faust e Controcorrente says:

    Vero Faust , non solo sulle alpi “swissere” trovi gli sputatori,ne ho uno in giardino, è il mio bodyguard per tenere lontano occhi indiscreti dentro e fuori la casa. Ragazzi sono….. la Carla Bruni di Lugano!!!!!!!!!
    ciao a tutti un abbraccio x sdrammattizzare.

    PS: è diventato il blog delle dispute feroci…..la foto postata da Ele fa spaccare altro che le pietre dal dolore.

  17. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Comodo, TROPPO COMODO sig. Rachamim

    Prima si incazza e minaccia perché ho semplicemente personalizzato una frase offensiva per le donne, una frase che ha ragione lei a definire vomitevole, ma la frase è sua non mia, io la ho solo ribaltata nella vana speranza che lei ne afferrasse la gravità e la volgarità. Invece lei minaccia improbabili ritorsioni fisiche, poi quando si accorge che le sue minacce seno prese per quel che valgono, aria fritta, allora da perfetto quqquaraquà svia il discorso accampa scuse,dice che poi l’ira gli è passata, A ME NOOO!! Non è passata e non mi passerà, come non mi passerà il suo soave invito al blogmaster di spararsi in testa, e soprattutto non passerà mai e poi mai il giudizio su quanto di ben più vomitevole lei ha scritto a proposito del bombardamento della scuola, una frase da “manuale del perfetto genocida” che giova qui ricordare:
    “Se poi quello o l’altro (e tu mi capisci) (ma nello stesso momento ne dubito) per evitare la peggio si fà circondare da bambini, io distruggo lui e quelli che lo circondano. E perchè? Perchè la pietà non mi gioverebbe, perchè più tardi non sarà solo lui a tirarmi pietre ma anche quei bambini, educati già dalla prima infanzia da lui, ed anche nelle scuole all’odio. Ed allora, con le buone o con le cattive, si deve far capire che l’odio non porta a niente, solo a sofferenze e distruzione.”

    E dopo questa perla di bontà, degna del suo antenato Erode, insiste sfacciatamentea voler mistificare, dice (ansi asserisce categoricamente come fosse stato li) che dal tetto dell’edificio si sparavano razzi, peccato che le sue bugie hanno le gambette corte corte, un funzionario dell’ONU intervistato dal telegiornale ha affermato categoricamente che da quell’edificio non si è sparato niente e non c’erano ne armi ed armati, lei aggiunge così una spregevole menzogna alla precedente spregevole infamia.

    Zaimbri “- – – “antonio.zaimbri@tiscali.i

    Ps. X Nicotri. Sto cercando, e con grande grande fatica di moderare i termini, ma di fronte a chi plaude alle stragi di innocenti i toni proprio non mi sembra il caso di moderarli, sarebbe accondiscendenza all’infamia.

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    REGGIO EMILIA – Chi brucia la bandiera di Israele
    è come Hamas. È l’opinione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto a Reggio Emilia per il 212° anniversario del Tricolore. «Ci sono diversi modi per dimostrare di voler distruggere uno Stato: scriverlo nel proprio statuto, come ha fatto Hamas, o dando fuoco a una bandiera. Non credo che ci sia una differenza significativa».
    —————————————————-

    Chissà cosa dirà Fini a Bossi che con la bandiera italiana ci ha fatto di peggio. Per non parlare delle bandiere cubane nella mani dei signorini di Miami.
    Siamo alle solite: i nostri politici si distinguono per la fiera del blablablà facile. Oltre che per la memoria labile…
    Mah.
    pino nicotri

  19. Faust ... propone marco tempesta Ministro degli Esteri Italiano... in confronto a Frappini è un ggegno...
    Faust ... propone marco tempesta Ministro degli Esteri Italiano... in confronto a Frappini è un ggegno... says:

    … me la sto ridendo dalla rabbia… ma come ppuo il Minestra degli Esteri italiano Frappini, propone ai contendenti, da solo al mondo siamo lunico paese che dichiara : che la condizione x accettare una tregua…. è IL DISARMO DI HAMAS…. FRAPPINI TESTA DI ANGURIA…. ma va affa bocchini al premier nano… ma robba da ubbriachi…
    Faust

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    mi ha ricordato i ragionamenti di Marco Tempesta. Quasi quasi, cattivi i palestinesi che mandano quelle foto strazianti ai giornali occidentali! Magari ammazzano i propri bambini per attirare piu’ simpatie alla propria causa! Una logica straordinaria, non c’e’ che dire.
    ————
    Questaa è la logica di Ele, non quella di Marco Tempesta. Non sta bene travisare quello che dico, ‘interpretando’ alla femminile.
    Io scrivo esattamente quello che voglio intendere, non c’è niente da interpretare e quello che ho scritto non va affatto nella direzione intesa da Ele.

  21. Linosse
    Linosse says:

    X Faust 75
    Niente di strano ,questo gover..nò è un galoppatoio ,famoso per “la finanza creativa” gli “eroi”,le brunettate(adesso le cose più strampalate si chiamano così) ,le cordate a 360º con ritorno alla “gioco dell’oca” ,che si mente e si smentisce …continuamente.
    Il pre..sintetico “a non so quanti videopollici “dal continuo galoppo è un pò di tempo che stanco di fare dichiarazioni e smentirle lo stesso giorno “senza che canti il gallo”(per nostra fortuna) se ne sta zitto zitto per recuperare le energie ,sai alla sua veneranda età ne ha proprio bisogno.
    Così ,come il babau a molla,esce dalla scatoletta il Frattini che prima o poi ,forte dell’esempio che hanno dato tutti gli altri minestroni ,si smentirà,dirà che è stato malinterpretato,insomma ci farà toccare con mano la costituzione…. di un nuovo ordine di frati ahorra et labora (ma solo voi e sperate così che vi vada bene)..i fra…intesi.
    Che vogliamo fà,sono passati i santi i navigatori,tutti gli illustri si so dileguati visti i tempi grami,adesso ce restano i gegni e come ce restano attaccati,come le zecche!
    L.

  22. Tre citazioni celebri: di Ben Gurion, Yitzhak Shamir e Ariel Sharon
    Tre citazioni celebri: di Ben Gurion, Yitzhak Shamir e Ariel Sharon says:

    Due citazioni celebri.

    “Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista gli vogliamo cacciare dal loro paese.”
    – David Ben Gurion, riportato a pp 91-2 di Fateful Triangle di Chomsky, che apparve in “Zionism and the Palestinians pp 141-2 di Simha Flapan che citava un discorso del 1938.

    “(I palestinesi) saranno schiacciati come cavallette… con le teste sfracellate contro i massi e le mura.”
    – Yitzhak Shamir a quel tempo Primo Ministro d’Israele in un discorso ai coloni ebrei, New York Times, 1 aprile 1988

    “E’ dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente, un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c’è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l’espropriazione delle loro terre.”
    – Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, parlando ad una riunione di militanti del partito di estrema destra Tsomet, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.
    ————————————-
    Shalom

  23. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Questa è musica per le orecchie del cavaliere:

    “Hai un cellulare o un computer? E allora paga il canone. Anche se in casa la tv non c’è. Questa la decisione choc adottata, in commissione, dai senatori francesi.”

    Tra poco toccherà a noi. Preparatevi.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    A proposito del piano di pace:

    Il piano – che prevede la fine del lancio dei razzi contro Israele e la messa in sicurezza della frontiera tra Gaza ed Egitto – ha ricevuto l’appoggio di principio di Anp e di Israele, ma nessuna tregua è stata al momento firmata anche perché Hamas si oppone alla presenza di un contingente internazionale a Rafah, previsto dagli accordi del 2005 e sostenuta anche dall’Egitto.

    Allora, chi è che si oppone al contingente internazionale?
    Anche questa è propaganda israeliana?

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    «Vogliamo che Gaza torni sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese». E’ questa l’idea del ministro degli Esteri Frattini…
    ———–
    Vi dice niente, tutto ciò?
    Vuoi vedere che alla fine è come ho pensato io, e cioè che l’Anp era d’accordo?

  26. Rachamim
    Rachamim says:

    xAz
    Ripeto la fine del mio post di questa mattina.

    xAz
    si ricordi che per un’altro disguido tra noi , non cosi grave come l’ultimo, lei mi diede un appuntamento per un’altra manifestazione che si teneva in Germania, io intendevo incontrarla e già le domandavo come avrei potuto riconoscerla.
    E’ stato lei a disdire quell’appuntamento,non io.

    Io non posso avere paura di uno come lei, ho solo paura di me stesso.
    D’altro canto, pensi pure quel che vuole , e la tronchi una buona volta perchè lei mi ha veramente stufato. Rodolfo

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Visto che parliamo di stragi, date un’occhiata a queste cifre:

    BBC News
    December 09, 2008

    Drug-related murders in Mexico more than doubled this year to nearly 5,400 and the violence is likely to worsen in 2009, the nation’s top prosecutor says.
    “We still haven’t reached the peak of violence,” Attorney General Eduardo Medina Mora told reporters.
    He attributed the rising violence to the internal power struggles as drug gangs split and fight for turf.
    The number of killings linked to organised crime registered between 1 January and 2 December was 5,376 – a rise of 117% on the same period last year, Mr Medina Mora told foreign correspondents in Mexico City.

    November was the bloodiest month yet – with 943 murders.

    “We’re still seeing the curve rise. We still haven’t reached the peak of violence,” Mr Medina Mora said.
    But he stressed that Mexico’s overall murder rate per 100,000 inhabitants is 11, compared with 33 in Colombia or 50 in El Salvador.
    ———–
    O sono morti che a voi non interessano?

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    Tre citazioni celebri: di Ben Gurion, Yitzhak Shamir e Ariel Sharon
    ———————————-
    Haw haw haw …… Ma sono tre sing0le persone che non rappresentano altre che se stesse, avrebbe detto lo huato van ghetz….. U.

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Turkish fighter planes have bombed suspected Kurdish separatist positions in northern Iraq.

    Turkish military sources said the attacks, which started late on Saturday, targeted members of the rebel Kurdistan Workers’ Party (PKK).
    There was no word on casualties. There has been no official comment from the Turkish armed forces on the raid.
    Turkey has stepped up its cross-border operations into Iraq in recent months, amid mounting casualties on both sides.
    Turkey has accused Iraq of failing to stop the PKK – who are fighting for greater autonomy in south-eastern Turkey – from using its northern areas as a safe haven.

    The PKK – which is treated as a terrorist organisation by Turkey, the EU and US – has waged a violent campaign for Kurdish autonomy since 1984, resulting in more than 40,000 deaths.
    ———-
    No comment. Il mondo se ne fotte dei Kurdi!

  30. Uroburo
    Uroburo says:

    PS. per Shalom
    Tuttavia le citazioni estrapolate dal loro contesto non hanno alcun significato, QUINDI i tre di cui sopra sono tre democratici e criticarli è un comportamento antisemita. U.

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Tre citazioni celebri: di Ben Gurion, Yitzhak Shamir e Ariel Sharon
    ———-
    Mi piacerebbe conoscere le citazioni celebri di Rabin e Peres, ma quelle non contribuiscono alle teorie di comodo…

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Tuttavia le citazioni estrapolate dal loro contesto non hanno alcun significato
    ———
    Infatti, tantopiù che erano dirette ad un pubblico di estrema destra, da tener buono in funzione dei voti.
    E che gli vai a dire a quelli per ottenere i voti, se non le sparate che sono state dette? Perchè, le sparate del cavaliere cos’hanno di diverso?

  33. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    io penso da sempre che la militarizzazione del problema kurdo da parte dei turchi sia un grave errore e che la posizione di Ankara sia indifendibile. Ma ritengo che il problema palestinese abbia una valenza in più: il premeditato privare un popolo dalla sua terra con l’approvazione di quasi tutti gli stati, soprattutto delle democrazie occidentali
    Nessuno vuole privare i kurdi della loro terra ma solo non si vuole conceder loro l’autonomia politica.
    Solo un frescone, di dubbia buona fede, come lei può mettere questi due problemi sullo steso piano.
    Eeeehhh mio buon marco tempesta, guardi che io lo dico per lei: eviti di fare figure da cioccolataio e si occupi stabilmente di figa (e di sfere di cristallo). U.

  34. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    a parte il Banana, che rimane un tipico rappresentante dell’ittaglianità, lei conosce altro politici occidentali che, quando parlano, parlano tanto per parlare?
    A me pare che il suo paragone sia molto stiracchiato: certo, sia il Banana che Ben Gurion (che non parlava in situazione pre-elettorale) per vivere devono respirare. Questo vale anche per il povero Adolf, QUINDI sono tutti uguali.
    Direi che il suo è un procedere da assemblea sessantottina.

  35. Vox
    Vox says:

    “Così si muore senza soccorsi”
    La testimonianza dei medici volontari

    L’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere opera nella striscia di Gaza con i suoi medici. Da oggi invieranno a repubblica.it la loro testimonianza su quel che accade nelle zone inaccessibili ai giornalisti stranieri.

    Secondo le stime ufficiali, il 50 per cento delle vittime registrate dall’inizio delle incursioni terrestri nella striscia di Gaza è costituito da donne e bambini. Allo stesso tempo, l’accesso ai feriti è stato gravemente ostacolato…

    “La maggior parte delle vittime sono civili, in gran parte sono bambini, e il numero continua a crescere. Esiste un grande problema per l’accesso e per evacuare i feriti e i morti dalle zone colpite, le ambulanze non riescono a raggiungere le zone da evacuare. Per questo la maggior parte delle vittime durante l’operazione di terra sono morte dopo avere subito gravi ferite e senza che nessuno potesse aiutarle o trarle in salvo e portarle in ospedale….

    “Per 10 giorni, l’ospedale di Shifa ha effettuato da solo 300 interventi chirurgici importanti – amputazioni, interventi vascolari e ortopedici. Penso che il personale medico sia completamente esausto, stanno facendo del loro meglio, lavorano 24 ore su 24, non vedono le proprie famiglie. Questo potrebbe essere un problema nei prossimi giorni. Tutti noi abbiamo dei limiti”

    http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-46/msf-mercoledi/msf-mercoledi.html

  36. Vox
    Vox says:

    politici occidentali che, quando parlano, parlano tanto per parlare
    @ Caro Uro,
    Ce ne sono moltissimi. Il parlare dei politici, di qualunque paese siano, e’ un’arte speciale, che consiste nel dare l’impressione di dire molto senza aver detto, in realta’, assolutamente nulla.

  37. Vox
    Vox says:

    aggiungendo la propria voce agli appelli di giuristi internazionali, organizzazioni per i diritti umani, individui, ecc., affinché l’Assemblea generale dell’Onu consideri seriamente la creazione di un Tribunale Criminale Internazionale per Israele (ICTI) a seguito delle atrocità israeliane in corso contro il popolo di Gaza e del resto della Palestina. (post 71)

    Dov’e’ che si raccolgono le firme?

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Il video è bellissimo. Peccato sia in lingua ostrogota…
    La ragazza mi ricorda, non so perchè, quando mi rifiutai di fare le esercitazioni di tiro. Se potessi, la abbraccerei come una figlia.
    Una piccola piazza Tiennammen con quello studente davanti a un carro armato.
    C.G.

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    COME NASCONDERE E FALSIFICARE LA REALTA’
    Dal blog di Vittorio Zucconi
    ——————————–
    Occhio non vede

    Il 31 dicembre scorso, la Corte Suprema dello Stato di Israele, 2206166.jpgnon il governo di Teheran o i Fratelli Mussulmani, ha ordinato al governo di permettere l’accesso ai giornalisti internazionali nella striscia di Gaza per osservare gli effetti dei bombardamenti e seguire le operazioni dell’esercito. Fino a questo momento – siamo alla mattina di mercoledì 7 gennaio – risulta che la stampa internazionale resti bloccata all’interno della linea di frontiera, dettaglio che non viene mai ben chiarito dai giornalisti nei loro servizi. In compenso, la stampa estera è condotta diligentemente da ufficiali e portavoce di Tzahal, l’esercito d’Israele, a visitare tutti i luoghi dove sia caduto uno razzo di Hamas. La giustificazione del rifiuto dei generali di obbedire all’ordine della loro Corte Suprema è che la presenza dei giornalisti complica il “lavoro” delle truppe e crea agitazione e confusione nell’opinione pubblica interna e internazionale. Curiosa e controproducente giustificazione, questa. Il risultato pratico è che le immagini che comunque arrivano da Gaza sono sempre e soltanto filmate da operatori di Hamas o comunque palestinesi, dunque sospettabili di strumentalizzazioni propagandistiche, come sempre e come in tutte le guerre. Per paura dei giornalisti, le forze israeliane lasciano ai propri nemici il monopolio delle immagini che illuminano d’orrore i nostri televisori.

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Vox

    Non lo so. Credo nel link annesso al messaggio 71. Il link l’ho piazzato in permanenza nella colonna di destra.
    Un saluto.
    pino

  41. Uroburo
    Uroburo says:

    Per Vox
    E tuttavia il Banana è unico per improntitudine e vacuità.
    I politici parlano del nulla quando non hanno nulla da dire ma i giornalisti insistono perchè facciano delle dichiarazioni.
    Altrimenti parlano il politichese, che è un’arte sopraffina, come il linguaggio diplomatico, e che consiste nel dire le cose in modo che chi deve capire capisca e gli altri non possano usare contro di te quel che hai detto. U.

  42. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Huwaida Arraf, nata nel 1976 in Detroit, Michigan e il marito Adam Shapiro, nato a Brooklyn NY, sono entrambi cittadini Americani.

    Sono attivisti, fondatori del International Solidarity Movement (ISM).
    Un gruppo pro-Hamas che riconosce il diritto di “suicide bombings” contro i cittadini Israeliani.

    http://www.frontpagemag.com/Media/Homepage/lee1.jpg

    Anita

  43. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X il sig. Rachamim, alias Halfo, ……..

    Tanto per precisare dato che di quel periodo (chiusura blog Nicorti) conservo alcune cose sono andato a rintracciare quanto riguarda l’invito disdetto …..
    Veramente quell’invito, a bere una birra all’october fest l’avevo fatta ad un certo Sig Halfo che mi aveva dato in siciliano del testa di minchia e gli dicevo:
    Il 3 ottobre sarò in Germania per una gara podistica, a Gilching, 20 Km a ovest di Monaco, non so se è la tua zona, potremmo vederci e bere una birra all’October Fest, sai io non sono di quelli che “Cecca l’àgghiu ppi rutari”. ( cerca pretesti per litigare) “

    Qualche giorno dopo in seguito alle solite (del Sig Halfo ) pallosime dissertazioni bibliche e le solite capziose polemiche, rispondevo al Sig Halfo: “ ….. lei estrapola qualche parola, usandola poi come pretesto per polemizzare o disquisire su ciò che le interessa. Ritiro pertanto l’invito a bere una birra all’october fest non vorrei proprio trovarmi a sorbire una delle sue arzigogolate e pallosissime dissertazioni sulla bibbia, argomento di cui non nutro alcun interesse …..“
    Il suo post conferma (cosa che avevo peraltro vagamente intuito) che Rachamim e Halfo, e chissà quanti altri nomi sono riconducibili allo stesso palloso scrivente, un bugiardo che puerilmente si camuffa e tenta di distorcere i fatti, ma con me non attacca.
    Comunque quando verro a Gilchin vi faro sapere, potete venire tutti, ma la birra non ve la offro, siete in troppi !!!

    Zaimbri “- – – “antonio.zaimbri@tiscali.i

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