La democrazia cleptocratica americana

Che quella statunitense sia una cleptocrazia non è da oggi che l’abbiamo capito. L’uso delle sanzioni che fa è qualcosa di assolutamente inconcepibile per un sistema democratico, ma nessuno lo mette in discussione.

Tuttavia che fossero dei ladri patentati gli stessi italiani han potuto sperimentarlo a loro spese.

Forse pochi sanno che un regista tedesco, Dirk Pohlmann, con un documentario di 51 minuti intitolato “Nazis in the CIA”, basato interamente su documenti declassificati e interviste ad alcuni protagonisti ancora in vita, rivelò come si comportarono i vincitori americani dopo il 25 aprile 1945. È stato originariamente pubblicato in tedesco nel 2013 come “Dienstbereit – Nazis und Faschisten im Auftrag der CIA” (che è la versione visualizzabile gratuitamente su YouTube www.youtube.com/watch?v=9It65Qb3EP8).

Il documentario mette in luce 5 cose sconvolgenti.

1) Il ruolo svolto dalla CIA nel dopoguerra al fine di reclutare non solo gli scienziati nazisti ritenuti utili per sviluppare le tecnologie militari, ma anche migliaia di ex nazisti e di ex fascisti da impiegare nella lotta al comunismo, compreso l’addestramento di gruppi militari clandestini per eventuali colpi di stato. I nazisti tedeschi venivano utilizzati come “pedine” nella Guerra Fredda. In cambio del silenzio sui dettagli del loro passato, gli americani non fecero alcuno sforzo per punirli per i loro crimini, anzi offrirono ai nazisti la possibilità d’essere pagati per i loro servizi nei campi della guerra psicologica e delle operazioni segrete. Cosa che hanno fatto anche oggi coi neonazisti ucraini.

2) Il ruolo svolto da Paul Dickopf, che nel 1968 era diventato capo dell’Interpol e fino al 1971 era stato considerato il maggior combattente contro il crimine in tutta la Germania. Egli aveva sempre sostenuto d’essere stato uno strenuo oppositore dei nazisti. Ma nel 1973, dopo la sua morte, si scoprì ch’era stato un convinto nazista e un membro delle SS. Poco prima della fine della guerra, Dickopf aveva preso a lavorare come spia degli americani, col nome in codice “Caravella”. Attività che continuò a svolgere per anni dopo la guerra, informando la CIA soprattutto sul cancelliere Willy Brandt e la sua Ostpolitik (apertura politica verso Est), malvista dagli USA. Uno degli amici chiave di Dickopf era il famigerato François Genoud, un finanziere nazista con sede in Svizzera, fan di Hitler. Genoud salvaguardò le fortune naziste e delle SS dopo il 1945. Ha pubblicato I Diari di Goebbels, i cui proventi servirono per pagare le spese legali di Adolf Eichmann e Klaus Barbie. Genoud finanziò anche numerosi attacchi terroristici, incluso il dirottamento di un volo Lufthansa, che provocò il pagamento di milioni di dollari in riscatto ai palestinesi, così come il massacro olimpico di Monaco del 1972, che provocò l’omicidio di 11 atleti israeliani.

3) Gli americani posero tra gli obiettivi primari del dopoguerra quello d’impadronirsi dell’oro custodito nelle riserve valutarie della Germania nazista. Dopo avere bombardato a Berlino nel marzo 1945 la Deutsche Reichsbank, grazie alle soffiate raccolte dall’agente Allen Dulles (il futuro capo della CIA), gli americani scoprirono che 360 tonnellate d’oro e 300 tonnellate d’argento erano state trasportate e nascoste in parte a Merker, nella Turingia, e in parte a Monaco di Baviera. Impadronirsi dell’oro a Monaco, città finita sotto il controllo USA, fu facile (grazie al nazista Kurt Georg Kiesinger, che sarebbe poi diventato Cancelliere della Germania Ovest). Più complicato fu invece mettere le mani sull’oro nascosto in una miniera di sale della Turingia, zona d’occupazione sovietica. Ma con un blitz, prima che i russi se ne avvedessero, le forze armate USA presero possesso della miniera e di tutto ciò che vi era dentro: oltre all’oro della Reichsbank, trovarono numerosi tesori d’arte e le riserve auree dell’Italia. Gli USA non hanno consegnato il bottino ai parenti delle vittime dei nazisti tedeschi e dei fascisti italiani (o ai sopravvissuti), e neppure han restituito il capitale sequestrato alla Germania e all’Italia. Quello fu un atto di saccheggio puro e semplice, un “bottino di guerra”, di cui gli USA si servirono, in parte, per pagare le spese del Piano Marshall, sfamando italiani e tedeschi. E nessuno seppe mai nulla.

4) Ampio spazio è dedicato al reclutamento da parte della CIA di spie fasciste in Italia e alle interferenze USA sulle elezioni politiche. L’agente della CIA James Angleton elaborò i piani per un colpo di stato nel caso in cui il partito comunista avesse vinto le elezioni del 1948. Angleton, coi soldi ricevuti dagli USA, arruolò come agente Junio Valerio Borghese, ex capo della Decima Mas fascista, col quale formò una milizia anticomunista chiamata Gladio, sotto il comando CIA. Negli anni ’60 la CIA arruolò anche il neo-fascista Stefano Delle Chiaie. Fu quest’ultimo a preparare il tentato colpo di stato fascista del 1970, messo in atto da Borghese mentre Delle Chiaie era all’estero, e finito con un fiasco per l’opposizione del democristiano Giulio Andreotti e di Licio Gelli (capo massonico e agente della CIA), che allertarono la sesta flotta USA, volendo dimostrare agli americani di contare più dei golpisti, e ci riuscirono. In ogni caso a partire dagli anni ’60 in Italia si sono verificati numerosi attentati terroristici, che hanno causato centinaia di vittime. Sebbene inizialmente si attribuì la colpa a gruppi di sinistra, ora è noto che gli attacchi sono stati effettuati da gruppi terroristici di destra sostenuti dagli USA.

5) Anche le Brigate Rosse, che uccisero Aldo Moro, fautore di una “terza via” sgradita agli americani (né con gli USA né con l’URSS), benché considerate una banda di terroristi di sinistra, per il documentario erano in realtà manovrate dietro le quinte da agenti della CIA e di Gladio. Moro fu ucciso perché non si lasciò impressionare dalle minacce del Segretario di Stato americano Henry Kissinger, per il quale s’egli non avesse rinunciato al non allineamento, l’Italia avrebbe fatto la fine del Cile nel 1973 (golpe contro il governo di Salvador Allende).

Fonte: https://zeroanthropology.net/2019/03/29/on-duty-for-the-cia-german-nazis-and-italian-fascists/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi unirti alla discussione?
Sentiti libero di contribuire!

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>