I registi israeliani armati di coraggio e ironia. I loro colleghi palestinesi armati di pazienza e dolore. E una sorpresa anche tra noi

Mentre i cari armati israeliani infuriano a Gaza l’ironia della sorte vuole che il film del regista israeliano Uri Folman  “Valzer con Bashir”, dolente narrazione tramite cartoon della mattanza di Sabra e Chatila del 1982 e fresco vincitore in Israele di ben sei Oscar, vinca anche il Golden Globe battendo sul filo di lana il nostro “Gomorra”. In più, arriva in Italia anche “Il giardino dei limoni”, film nel quale il regista Riklis è riuscito a fare un ritratto quasi perfetto della società israeliana quando ha a che fare con i palestinesi.   Due coincidenze che sembrano una allucinazione collettiva. E due film che vanno ad aggiungersi ai molto belli, impegnativi e sempre molto dolorosi “Iron wall”, “Occupation 101”, “La Porta del sole”, “Paradise now” e “Private”, che in Italia abbiamo snobbato perché mandano in frantumi le verità di comodo, con il rischio di rovinarci la digestioni o di metterci qualche fastidiosa pulce nell’orecchio.
Questo è il trailer di Valzer con Bashir: http://www.comingsoon.it/video.asp?key=1738|1878 , che però a causa delle brevità non rende del tutto l’idea. La rende meglio questo articolo (  http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/05/valzer-con-bashir-il-conflitto-sullo-schermo.html ) di Natalia Aspesi.
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