Gaza, catastofe anche del giornalismo. Che è sotto tiro un po’ ovunque nel mondo

Dibattito pubblico sulla crisi in Medio Oriente per la sera di mercoledì 14 gennaio al Circolo della Stampa di Milano. Modera Lorenzo Cremonesi, giornalista del Corriere della Sera e partecipano: Rula Jebreal, giornalista palestinese; Eyal Mizrahi, presidente dell’Associazione Amici di Israele; Moni Ovadia, musicista e autore di teatro, nonché bestia nera dei sionisti che lo accusano di essere un “ebreo di sinistra”.

Facciamo un po’ di conti Il 14 saranno esattamente 16 giorni dall’inizio della mattanza di Gaza, dove il bilancio di ormai quasi 1.000 e oltre 4.000 feriti palestinesi – molti dei quali destinati a morire per impossibilità di essere curati – a fronte di nemmeno un militare israeliano ucciso dai palestinesi indica senza nessuna possibilità di dubbio alcune cose:- quella di Gaza non è una battaglia, ma qualcos’altro: una carneficina di palestinesi. A me fa venire in mente l’assedio dei romani alla fortezza ebraica di Masada.
– Hamas è una accolita di irresponsabili, che lanciano boomerang disastrosi per il proprio popolo;
– A Gaza infatti è chiaro che non c’erano le asserite, da entrambe le parti, armi terribili che avrebbero provocato un disastro per gli invasori israeliani. Né più e né meno come in Iraq non c’erano le bombe atomiche, checché ne abbia scritti a suo tempo (anche) lo stesso Corriere della Sera.

L’iniziativa del 14 arriva quindi tardi. Una inutile passerella, dove nella migliore delle ipotesi voleranno più offese che accuse ragionate e nella peggiore si assisterà a una esibizione di buoni propositi di benpensanti, armati di giaculatorie tanto buoniste quanto fuori dalla realtà. Ma non si tratta di un ritardo casuale. E anche se fosse dovuto solo al nostro ingozzarci di panettoni a Capodanno e di altre belle cose alla Befana, più un lento ritorno dalla “settimana bianca”, è comunque un ritardo emblematico. Di cosa? Dell’arretratezza paurosa, anzi vergognosa dei nostri mass media, dove gli editori e i loro interessi per le altre loro botteghe se la fanno da padrone facendo strame dell’informazione.

Il 31 dicembre la Corte Suprema israeliana, che non composta da fanatici di Hamas o da Ayatollah, ha ordinato al governo israeliano di fare entrare nella striscia di Gaza i  giornalisti internazionali “per seguire e controllare le operazioni dei militari e gli avvenimenti circostanti e conseguenti”.  Vittorio Zucconi sul sito di Repubblica ha però chiarito: “Fino a questo momento – siamo alla mattina di mercoledì 7 gennaio – risulta che la stampa internazionale resti bloccata all’interno della linea di frontiera, dettaglio che non viene mai ben chiarito dai giornalisti nei loro servizi. In compenso, la stampa estera è condotta diligentemente da ufficiali e portavoce di Tzahal, l’esercito d’Israele, a visitare tutti i luoghi dove sia caduto uno razzo di Hamas”. Siamo già al 13, ma non è cambiato nulla.

Aggiunge Zucconi: “La giustificazione del rifiuto dei generali di obbedire all’ordine della loro Corte Suprema è che la presenza dei giornalisti complica il “lavoro” delle truppe e crea agitazione e confusione nell’opinione pubblica interna e internazionale. Curiosa e controproducente giustificazione, questa”. Una giustificazione che di fatto equivale a dire che sui teatri di guerra nel mondo i giornalisti non debbano mai esserci! Chissà la faccia dei cronisti americani che hanno rischiato la pelle anche in Iraq…

Ma la cosa grave, per noi giornalisti italiani, è questa incredibile assenza di colleghi ci è stata rivelata tardi, a fatica e col contagocce. Scrive infatti Zucconi: “Persino i TG più timidi sono finalmente costretti ad ammettere, come ha fatto il TG1, quello che avrebbero dovuto dire subito, che nella tonnara di Gaza i giornalisti non sono stati fatti entrare, hanno fatto come chi raccontasse un bombardamento su Piacenza stando a Milano”. Ecco perché (non solo) Zucconi parla di “organi di disinformazione italiani” e definisce campioni della disinformatia: “il TG Uno del governo e il TG5 del proprietario del medesimo”.

La mancanza di nerbo di troppa parte di noi giornalisti italiani è forse dovuta anche al rifiuto degli editori di rinnovare il contratto nazionale scaduto da ormai 4 anni e al loro voler ricorrere a massicce riduzioni del persone contrattualizzato, ma la mancanza di nerbo sicuramente non aumenta il nostro potere contrattuale. Anzi, lo indebolisce. Credo che fotografi perfettamente la situazione, e partendo proprio dalla grande tragedia di Gaza, il collega Stefano Marcelli, presidente di Information Safety and Freedom, in un suo intervento del 10 gennaio dove denuncia il pericolo che i giornalisti si arrendano in definitiva in tutto il mondo. Un intervento che vale la pena di riportare per intero, meditandoci a fondo:
“LA GUERRA CIECA DI GAZA E LA RESA DEI GIORNALISTI – Il 2009 comincia con una guerra di nuovo vietata ai giornalisti. I cronisti se ne stanno fuori dalla Striscia di Gaza, a spiare bagliori, a leggere agenzie, a raccogliere notizie di seconda mano e analisi, invece di esercitare il proprio ruolo di testimoni diretti degli eventi.

Quello che sappiamo, arriva dalle fonti di propaganda (Israele e Hamas), oppure da alcune Ong e da qualche coraggioso collega palestinese. Siamo nella condizione che si è determinata da anni in Iraq  e che esiste in sostanza anche in Afghanistan, provocata in parte dal rischio oggettivo per i giornalisti, ma dovuta anche alla scelta di autorità politico-militari di Paesi democratici come Usa, Gran Bretagna e Israele. Israele sarà pure l’unica vera democrazia del Medio Oriente, ma bisogna dire che è una democrazia dove si attuano molte singolari limitazioni, soprattutto negli ultimi anni. Le ripetute proteste delle associazioni internazionali dei giornalisti (tutte occidentali e democratiche) nei confronti del Governo di Tel Aviv che denunciano censure e anche atti intimidatori violenti, stanno lì a testimoniare di un’involuzione pesante che riguarda tutto l’indirizzo della politica e dell’orientamento culturale di Israele, iniziato negli anni Novanta sotto la spinta dell’integralismo religioso ebraico e della Nuova Destra americana.
E’ una deriva che ha percorso tutto l’Occidente negli ultimi quasi vent’anni e che ha colpito pesantemente il giornalismo americano e anche quello europeo (a cominciare dall’Inghilterra) finendo per legittimare l’autoritarismo delle nuove “democrature” nate dalle macerie della Cortina di Ferro o le dittature (formali o sostanziali) diffuse sullo scenario orientale. L’involuzione autoritaria delle democrazie e l’attenuarsi dell’attenzione ai diritti umani sullo scenario della politica internazionale è denunciato dal fondatore dell’Human Rigth Watch, Aryeh Neier. “In generale, ho l’impressione che vi siano stati più arretramenti che avanzamenti”, scrive il vecchio militante amico di Martin Luther King e aggiunge un supplemento di diagnosi: “Gli Stati Uniti hanno perso credibilità come promotori dei diritti umani a livello internazionale…
I simboli di questa perdita di credibilità sono Guantanamo e Abu Ghraib”.
Insomma, gli Usa, e dietro a loro, tutto l’Occidente, ha smesso di promuovere i diritti umani nel mondo, come aveva fatto nei cinquant’anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Alla caduta del Muro di Berlino, paradossalmente, ha corrisposto non un rilancio e un’espansione sostanziale dei principi democratici, come si poteva ragionevolmente prevedere, quanto, piuttosto, un ripiegamento. Una tendenza involutiva dal sapore autoritario che si è manifestata esplicitamente dopo l’11 settembre, ma le cui origini e reali motivazioni sono precedenti al Grande Attentato e andrebbero indagate con maggiore lucidità.
Gli Stati democratici hanno proposto ai propri cittadini, utilizzando il più delle volte i media come vittime e carnefici, uno scambio fattuale tra libertà e sicurezza. La stessa formula che regola da sempre i rapporti fra Governi e popoli nelle dittature di tutto il mondo.
Per ovvi motivi, Israele è il laboratorio di prima linea di questa nuova teoria che la sostanza stessa dell’ondata culturale e politica denominata Neo-Dem e che potrebbe essere più semplicemente rubricata come integralismo occidentale. La storia ci insegna che la natura e la denominazione del nemico sono del tutto secondarie all’interno di questo meccanismo, quel che conta, è che un nemico ci sia  e che la sua ombra minacci l’incolumità dei cittadini nell’immaginario.
In questo gioco i media hanno un ruolo prioritario in quanto sono lo strumento attraverso il quale si crea l’immagine del nemico e si creano le condizioni necessarie e imporre lo scambio . Secondo i sondaggi, buona parte delle popolazioni dell’America Latina si dicono disponibili a tornare sotto dittature militari e la maggioranza dei Russi afferma che privilegia la necessità di un leader forte rispetto alle libertà individuali, si capisce quanta parte della popolazione mondiale accetti questo scambio.
Appare evidente a tutti che una soluzione all’intricata vicenda israelo-palestinese può venire solo a patto che a Tel Aviv come a Gaza, si riesca a liberarsi dalla morsa della paura reciproca, a uscire dalla logica militare e a investire un’ipotesi di futuro pacifico che garantisca tranquillità e condizione eque ad entrambe le parti. Ma si può ragionevolmente chiedere questo salto a chi vive da decenni nella paura e nel sangue, quando la stessa morsa attanaglia oggi le menti anche di società che vivono a migliaia di miglia di distanza dal conflitto?
La militarizzazione dei cervelli e delle coscienze è una sindrome politico e intellettuale che rimbalza ogni giorno sui media. I giornalisti hanno il dovere di agire per combattere questa epidemia per vari motivi. Il primo è etico. I media sono in democrazia i garanti del proprio pubblico e anche del corretto funzionamento dei meccanismi rappresentativi. Non possono accettare di abdicare a questo ruolo diventando complici dei governi aderendo a un patriottismo che altro non è che la trasformazione dell’informazione in propaganda.
Il secondo motivo è professionale.
La mancanza della giusta distanza (indipendenza) tra media e potere (politico ed economico) fa perdere credibilità ai giornalisti nei confronti dell’opinione pubblica e di conseguenza cala anche il loro potere contrattuale rispetto agli editori che sono sempre più parte degli establishment nazionali o multinazionali. I sempre più diffusi tagli di organici, la progressiva diminuzione di inviati e inchieste a favore di talk show e opinionisti (il più delle volte politici e non giornalisti), sta riducendo di molto lo spessore professionale del lavoro giornalistico e anche il suo riconoscimento economico.
Infine, gli spazi di libertà a disposizione della categoria si stanno registrando ovunque a colpi di provvedimenti legislativi sul modello del Patriot Act. Il Ministero della Difesa di Tel Aviv finora ha rifiutato agli inviati della stampa straniera il permesso di accedere a Gaza per motivi di sicurezza. Ma la Corte Suprema israeliana aveva  stabilito in una recente sentenza che a otto corrispondenti di giornali stranieri doveva essere consentito l’ingresso nella Striscia. L’organizzazione non governativa svizzera Presse Embleme Campagne (Pec) ha intanto accusato lo stato di Israele di aver deliberatamente preso di mira e distrutto alcuni uffici dei mezzi d’informazione locali.
Perché non c’è una mobilitazione dei giornalisti, dei media e delle loro organizzazioni contro questa situazione? E’ diventato normale, per i nostri inviati, aspettare fuori della porta e raccontare gli eventi con testimonianze di seconda mano? Forse sì. D’altro canto, il 2008 si è aperto con le Olimpiadi di Pechino, grande evento mediatico globale truccato e censurato, esplicitamente messo in onda senza nemmeno la più flebile protesta della categoria. E il 2009 si apre con questa guerra cieca nella Striscia di Gaza.
In mezzo a questi due eventi ci stanno: 64 giornalisti uccisi, 1 collaboratore dei media ucciso, 673 giornalisti fermati o arrestati, 929 giornalisti aggrediti o minacciati. 353 media censurati, 29 giornalisti rapiti . E’ il bollettino di una guerra le cui vittime fanno finta che non sia mai esistita. Di fronte a questa stampa sorda e cieca non bisogna interrogare gli astri per prevedere un altro anno nero per la libertà di informazione nel mondo”.

137 commenti
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  1. E le promesse da... Napolitano? Incidenti sul lavoro, 4 vittime in 48 ore. Sono 33  i morti dall'inizio dell'anno
    E le promesse da... Napolitano? Incidenti sul lavoro, 4 vittime in 48 ore. Sono 33 i morti dall'inizio dell'anno says:

    ROMA – Quattro incidenti mortali sul lavoro nelle ultime 48 ore, che aggravano il bilancio, già alto, delle morti bianche nel 2009: 33 i casi dal primo di gennaio a oggi. Da Nord a Sud, in questi due giorni quattro persone hanno perso la vita mentre svolgevano le loro mansioni: in Sicilia, a Trieste e a Torino.

    Sicilia. L’ultima vittima si chiama Rosario Cardile, aveva 47 anni, era dipendente del Gruppo ormeggiatori del porto di Augusta, in provincia di Siracusa). E’ rimasto ucciso nel tardo pomeriggio di oggi, durante le operazioni di attracco di una nave. Un collega ha cercato di soccorrerlo: non ce l’ha fatta ed è rimasto ferito, in modo non grave. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei portuali siciliani a partire dalle 6 di domani mattina. La notte scorsa, invece, nel villaggio di Santa Margherita a Messina è morto Giovanni Puglisi, imprenditore di 63 anni. E’ rimasto incastrato nella cabina di un escavatore mentre lavorava in una sua proprietà. L’ipotesi è che l’uomo abbia visto il mezzo in bilico e abbia cercato, da solo, di spostarlo, ma sia rimasto bloccato all’interno dell’abitacolo. La magistratura ha aperto un’inchiesta.

    Trieste. Stamattina Dusan Poldini, 37 anni, operaio, aveva iniziato il turno alle otto alla ferriera Lucchini-Servestal di Trieste. Alle dieci e mezza un collega lo ha trovato morto: il suo corpo era incastrato sotto alcuni ingranaggi. Aveva ferite profonde. Oggi le rappresentanze sindacali hanno proclamato uno sciopero di otto ore e hanno chiesto un incontro urgente con l’azienda per conoscere la dinamica dell’infortunio e l’attivazione del tavolo di sicurezza per verificare l’applicazione delle procedure.

    Torino. Stamattina è morto anche un operaio di 46 anni che lavorava in una cartiera della “Turincarta”, a San Maurizio Canavese. L’uomo stava effettuando operazioni di manutenzione e pulizia di un nastro trasportatore, quando, secondo una prima ricostruzione non ancora confermata, un suo collega lo ha messo in azione, senza accorgersi della sua presenza. L’operaio è deceduto sul colpo, schiacciato dal nastro.

    I feriti. A Brindisi due operai sono rimasti feriti all’interno di una centrale Enel. Un altro uomo è in condizioni abbastanza gravi dopo l’incidente in un cantiere stradale nel Trevigiano.

  2. Faust x GENOCIDIO DEMOCRATICO
    Faust x GENOCIDIO DEMOCRATICO says:

    … il risultato di questo giornalismo imbavagliato è la deformazione degli accadimenti ed un appiattimento disinformante… in Italia ed in usa, non conoscono la successione degli eventi e la maggioranza imbevuta dalla propaganda… crede che il colpevole “i criminali” sono gli Hamas, eletti democraticamente dai palestinesi, che vivono nei campi di concentramento democratici…. x massacri democratici…
    Chi semina vento raccoglie tempesta, gli israelitici saranno al sicuro nei confini artificiali della loro terra depredata… ma è certo che pagheranno… come non lo so… ma si pentiranno di aver pensato possibbile un GENOCIDIO DEMOCRATICO… vendicandosi fuori dai confini… ma non finisce cosi!!!
    Faust

  3. Adriano Celentano
    Adriano Celentano says:

    E allora come si risolverà pensavo: i palestinesi hanno ragione, ma anche gli ebrei non hanno torto. Però ci sono più di ottocento morti di cui la metà sono civili, donne e bambini. Mi piacerebbe sentire il parere di questi ottocento morti. Loro senz’altro lo sanno di chi è veramente la colpa di tutta questa tragedia. E senz’altro ora conoscono anche il modo di come risolvere il contenzioso fra i due contendenti. Ma non possono parlare. Perché sono morti.

  4. Faust e il dopo buuuuusc!!
    Faust e il dopo buuuuusc!! says:

    «NORD COREA E IRAN SONO ANCORA PERICOLOSI. L’IRAQ? NON SO SE RESTERÀ DEMOCRATICO»
    «Il rischio più grave per Obama?
    Un attacco terroristico in America»

    … minaccia o promessa?¿?

    … e dopo scatenare una guerra democratica terrificante…
    Auguri Mondo… ormai in mano a criminali democratici!!!
    Faust

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    HAMAS CONTRO PRESENZA FORZE INTERNAZIONALI
    GAZA – La netta opposizione all’invio di forze internazionali nella striscia di Gaza è stata ribadita oggi da Ismail Radwan, uno dei dirigenti locali di Hamas. In un comunicato Radwan ribadisce che l’unico scopo di tali forze sarebbe di proteggere gli interessi di Israele. Di conseguenza Hamas le vedrebbe alla stregua di una “potenza occupante” e dunque ostili. La possibilità della dislocazione di forze internazionali sulla frontiera fra Egitto e Gaza è stata avanzata da più parti, per garantire ad Israele che in futuro non sia più possibile per Hamas contrabbandare armi dal Sinai.
    ————-
    Bella l’idea di Nicotri di mandare i caschi blu. Peccato che ci sia chi non li vuole…

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Di fronte a questa stampa sorda e cieca non bisogna interrogare gli astri per prevedere un altro anno nero per la libertà di informazione nel mondo.
    ——————-
    Altrochè. Aspettiamoci ostacoli anche nel web. E magari fosse solo quello.
    Quando Uroburo parla di mondo civile, mi chiedo se stia parlando della Terra o di cos’altro…

  7. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    x PINO
    Ma tu il 14 al Circolo della Stampa ci sei?

    A mio avviso per difendere Verità e Giustizia si può “sfilare” anche su tardive e (forse) inutili passerelle, magari come atto di semplice e dignitosa testimonianza
    Ho messo quel (forse) perché se le riunioni dove volano offese più che accuse ragionate” o vacui “buoni propositi di benpensanti” possono essere inutili, il silenzio, al pari delle schiene ricurve dei ginocchi flessi, è sicuramente“DISUTILE”.

    Piccolo aneddoto sulle apparentemente inutili testimonianze che invece sono importanti.
    Ho rivisto qualche tempo fa Beppe, un vecchio compagno e collega di lavoro che parlando di me con le mogli, esaltava (esagerando) il mio impegno nelle lotte di fabbrica, ma io mi sono ricordato un particolare che di tutto quel mio impegno era stato all’origine.
    Solvay di Rosignano, sono da tre mesi in fabbrica, primo sciopero, due ore a fine turno, reparto giovane tecnicamente di elite ma sindacalmente carente, Beppe era l’unico a scioperare, una pura testimonianza, all’orario mi guardo in giro titubante nessuno si muove, poi Beppe prende la giacca e si avvia al “timbro” io lo seguo e dietro a me altri 7 , 8 operai tutti giovani, dopo un anno quello è uno dei reparti più sindacalizzati e combattivi della fabbrica, prepara e dirige le lotte.
    Ma …. se Beppe non avesse preso la giacca forse la piccola storia di quel reparto e di quella fabbrica sarebbe stata ben diversa.

    Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    I talebani del Pakistan massacrano la ballerina.

    È almeno dall’impero Moghul, cinque secoli fa, che le danzatrici in quello che oggi è il Pakistan sono rinomate e ricercate. Nei teatri, nelle case dei ricchi, alle feste di nozze, recentemente negli studios cinematografici, qualche volta (ma raramente) nei bordelli: un’arte antica quella delle danza «mujra», simile a quella delle sorelle più a sud, in India, o a ovest, in Medio Oriente. Un’arte attaccata negli ultimi anni, insieme ad altre «pratiche oscene» (musica e cinema, aquiloni e talismani, ma anche scuole per le bambine) dagli estremisti islamici, talebani o come li si vuol chiamare. E prova del loro rafforzarsi è anche, appunto, la sparizione delle danzatrici. Sparizione che può essere fisica, e crudele: Shabana, la più famosa delle ballerine di Mingora, poco a nord di Peshawar, nella meravigliosa e una volta turistica valle di Swat parallela al confine afghano, è stata uccisa qualche giorno fa con un inganno.
    Quattro «clienti» l’avevano contattata nel Banr Bazar, a casa del padre-manager, e chiesto di danzare per loro. Era tanto che non si esibiva in pubblico, troppo pericoloso: solo qualche video o festa privata. Magari quella sera un sospetto lo ha avuto, Shabana. Ma ha aperto lo stesso, si è vestita per ballare. Per l’ultima volta: gli uomini l’hanno prima insultata, poi trascinata in piazza, le hanno sparato. Sul corpo hanno gettato pallottole, banconote, cd, dvd e foto con le sue performance «anti- islamiche».
    ————
    Una domanda:
    Se muore un talebano, 10, 100, 1000 talebani, l’umanità ci perde o ci guadagna?
    La domanda vale anche per gli altri estremisti religiosi, di qualsiaasi religione.

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    C’è una cosa che non ho capito: tutta questa strenua resistenza degli Hamas contro le truppe israeliane non fa vittime, a quanto pare. La maggior parte dei caduti israeliani sono morti per fuoco amico. Come funziona?

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Caro Marco,

    non usiamo il calendario capovolgendolo. Sono decenni che Israele NON VUOLE l’Onu tra i coglioni, e per giunta NON ne rispetta le condanne, inviti, ammonimenti, raccomandazioni, per un totale di oltre 80 (ripeto: OTTANTA). Il no di Hamas è arrivato solo ora, buon ultimo e quindi è come un peto in una tempesta che dura da decenni.
    Mi spiace non noti che Israele NON VUOLE neppure i giornalisti tra i coglioni, cioè NON VUOLE testimoni (esattamente come a Jenin, tra l’altro), cosa che sta facendo incazzare non solo i 500 giornalisti di tutto il mondo ammassati su una collina a Sderot (ma come? Non c’è il bombardamento a tappeto con le V2 a Sderot?), ma anche buona parte della stampa e della popolazione israeliana.
    Non ce l’ha ordinato il dottore di essere non solo gli ultimi, ma perfino gli ultimissimi dopo gli ultimi.
    Giorni fa ho messo in rete un commento dove facevo notare che se vera la notizia paventata dagli inglesi, e cioè che Hamas iniziava ad avere dall’Iran razzi capaci di colpire la centrale nucleare israeliana, ciò avrebbe significato un avventurismo al servizio dell’Iran difficilmente comprensibile e tollerabile. Commento che tu hai fatto notare. Bene. Ora sappiamo che quella notizia era una balla. Come le atomiche irachene, per l’esattezza. Ma quel che è peggio è che ora sappiamo che erano tutte balle quelle propinate dal governo israeliano – e avvalorate dagli irresponsabili vantoni di Hamas – sui terribili armamaneti, depositi d’armi e pericolosità di Hamas, che non era invece neppure una tigre di carta. Ovviamente quando dico “quel che è peggio”, intendo dire quel che è peggio dal punto di vista delle persone oneste e non dal punto di vista dei disonesti oltranzisti filoisraeliani sempre e comunque e a tutti i costi.
    Se dici che “la guerra è guerra”, e che quindi gli israeliani è comprensibile che facciano quel che stanno facendo con chi gli pare e piace, oggi Gaza, ieri alcuni impianti siriani , nel ’57 l’Egitto che non minacciava nessuno, ecc., allora devi anche dire che “la guerra è guerra” anche dall’altra parte: dovresti cioè dire che è legittimo anche ciò che fanno o farebbero o faranno i nemici di Israele contro Israele. Oppure Israele può fare a cazzotti con tutte e due le braccia, più i calci, e gli altri devono rispondere con un braccio solo?
    Gli Usa non ce la fanno a stare con un grande esercito in Iraq, più le basi in Arabia, ecc., costa troppo. Israele sta prendendo il posto degli Usa in Medio Oriente e quindi in parte anche nel Mediterraneo: pensi che ciò avverrà senza danno e declassazione dell’Italia, già sul piano inclinato del declino? Credo sia il caso di svegliarci prima che sia troppo tardi.
    Un saluto.
    pino
    P.S. Ovviamente se anziché Israele con Gaza fosse stata la Cina a fare così carne di porco dei tibetani mettendo a ferro e fuoco il Tibet, allora ci sarebbero milioni di dimostranti in piazza, con le attrici nude per protesta e i cicisbei televisivi gonfi di sacro sdegno. Il Bel Paese, sì, ma dell’operetta e dell’avanspettacolo.

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Bada che c’è chi pensa la stessa cosa di buona parte del rabbinato israeliano, tant’è che ci hanno anche fatto una strage da kamikaze. Non mi sembrano buoni discorsi o belle azioni. Pensa se qualcuno si ricordasse delle colpe dei papi e annessi e connessi…..
    pino

  12. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Allora Marcot,
    a proposito di =pubblicità” che ti pare quella dei Bus di Genova?

    cc

  13. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Domanda — Marco T.

    Se muore un talebano, 10, 100, 1000 talebani, l’umanità ci perde o ci guadagna?
    La domanda vale anche per gli altri estremisti religiosi, di qualsiasi religione.
    Se muore si, se lo ammazza un altro estremista religioso invece ho qualche dubbio.
    Comunque, condizione sine qua non che l’elenco sia completato con: maghi, cartomanti ,astrologi, guaritori e divinatori assortiti di ogni ordine e grado, altrimenti è solo sleale concorrenza tra venditori di fumo.

    Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x AZ

    Mah, credo sia totalmente inutile. Discutere col muro non serve. Come rappresentante della Palestina c’è solo una bella giornalista, tanto giovane che dubito sappia difendersi dalle cazzate e balle dei soliti noti, bugiardi incalliti di professione. Visto che c’è il tizio della benefica amicizia pro Israele non capisco perché non ci sia l’equivalente palestinese. Mi sono anche rotto i coglioni del fatto che quando si parla di Israele debbano esserci per forza degli ebrei. Ovadia, che i simpatici bibbiomani massacreanno come al solito come “ebreo traditore e di sinistra”, è un italiano come te e me e allora che cazzo centra più di te o di Pinco Pallo con Israele? Della mistificazione Israele=Sionismo=Mondo Ebraico ne hanno le palle piene anche molti ebrei.
    E comunque forse domani sera devo essere già a Roma, visto che ho una riunione alle 11 del giorno dopo e la nebbia rischia sempre di bloccare Linate.
    Un saluto.
    pino

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta?

    Come funziona? Te l’ho già spiegato. Lo ripeto. Funziona che come gli Usa si inventano le atomiche e le altre armi di distruzione di massa irachene, gli israeliani si inventano gli armamenti e la ciclopica pericolosità di Hamas. Siamo a mille morti ammazzati, e Israele si vanta che nessun suo soldato è stato ancora ucciso e neppure ferito, dopo ormai 15 giorni! Forse ne accoperrebbero di più i biscegliesi, se invasi.
    Vulgo vult decipi.
    pino

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    caro Pino, quando dico che la guerra è guerra, intendo sottolineare che tutti i concetti di giustizia, equità e tante belle cose, vengono completamente sotterrati.
    Devi convenire che la politica si fa su vari livelli: quello pubblico, con i proclami e le conferenze, quello tra segreterie di Stato dove si discutono argomenti che il popolo non deve conoscere ed infine a livelli che solo in pochissimi devono conoscere e qmi riferisco alle questioni immorali e innominabili.
    Ovvio che il giornalista può soltanto vedere ciò che accade, senza sapere PERCHE’ accade. E’ questo il motivo che spinge a rifiutare occhi indiscreti sul terreno di battaglia.
    Il male lo si può eliminare soltanto agendo alla radice e cioè identificando i motivi primari, il vero primo movens che muove alle decisioni di belligeranza. Ecco perchè io non mi fermo mai a ciò che vedo ‘sul terreno’, ma tento di capire quale sia il movente occulto. Hamas sta facendo il gioco di qualcun altro. Lo sta facendo sulla pelle dei palestinesi. Israele mi sa che si è a sua volta bevuta il cervello, ammenocchè non esistano motivi che esulano dalla questione strettamente palestinese: motivi di rilevanza tale per cui NESSUNO deve sapere quali siano gli scopi reali dell’attacco. Io parto dal presupposto che, per eliminare Hamas, basti semplicemente restituire al territorio di Gaza tutto ciò che gli Hamas lanciano in territorio israeliano, con la logica tot mi amndi tu e tot ti restituisco io. Se Israele sta comportandosi in maniera così invasiva è evidente che cercano qualcos’altro, oltre agli attivisti di Hamas. Tu cosa ne pensi in proposito?

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    > Tu cosa ne pensi in proposito?

    Quello che ha detto Sharon, e non solo lui: “Dobbiamo finire il lavoro iniziato nel ’48”. Più quello che ho già scritto nel commento n. 13.

    Se Israele “restituisse” a Gaza quello che Gaza le ha lanciato coi Qassam, avrebbe restituito “solo” tre morti. Qui invece siamo a 300 volte tanto, che diventeranno inevitabilmente amche più di 1.000 volte tanto.
    Ma i palestinesi non possono voler “restituire” a Israele la cacciata che hanno subito (anche) da Sderot e Ashkeon PRIMA dell’intervento (da operetta) dei famosi “eserciti arabi invasori”?
    pino

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Comunque, condizione sine qua non che l’elenco sia completato con: maghi, cartomanti ,astrologi, guaritori e divinatori assortiti di ogni ordine e grado, altrimenti è solo sleale concorrenza tra venditori di fumo. A. Z.
    —————
    Questo è un concetto estremista islamico. O di chi non sa di cosa stia parlando.
    Se tu seguissi ciò che riesco ad ottenere io con astrologia e cartomanzia, te ne andresti carico di meraviglie. Come al solito, si fa di tutte le erbe un fascio senza sapere come funzionano certe cose. Vale anche per i guaritori ( quelli veri, non gli imbroglioni).

  19. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio buon marco tempesta,
    è comune intendimento, quando si parla di società civile, intendere l’opinione pubblica. Che non conterà moltissimo – e comunque in modi diversi da paese a paese; in Italia meridionale, per esempio, meno di zero – ma comunque conta molto più di 50 o 100 anni fa.
    Tant’è vero che si fa di tutto, comprese le più indegne manipolazioni, per averla dalla propria parte.
    Lei capisce, mio pregevole marco tempesta? Il resto, ad esempio che questo mondo sia civile, è solo una deduzione sua, di cui volentieri prendo atto.
    Coraggio mio caro, le posso assicurare che i mirtilli sono bassi e che venirne giù non comporta soverchi pericoli…… U.

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Lascia stare l’italianissimo Tempesta in un bicchier d’acqua. Quando non sa che cazzo dire tira fuori che “la guerra è la guerra”. Vedremo cosa dirà quando a prenderla nel culo saranno gli israeliani.
    —————-
    Per quel che me ne importa, direi che se la sono cercata.
    Accapigliarsi per una terra sfigata come la Palestina, significa pagare il prezzo di essersi inventati il monoteismo, con tutto ciò che ne è conseguito. Se non avessero quelle radici, quel ‘peccato originale’, oggi starebbero da tutt’altra parte, ricchi e potenti più di chiunque altro.

  21. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il resto, ad esempio che questo mondo sia civile, è solo una deduzione sua, di cui volentieri prendo atto. U.
    ————-
    Veramente ero io a dire che questo non è un mondo civile…mi sembra lei asserisse il contrario, invece.
    Se anche per lei questo non è un mondo civile, beh, abbiamo quantomeno in questo caso una coincidenza di punti di vista. Peccato che prima si asserisca che questo non è un mondo civile e poi si pretenda che si comporti come se lo fosse.

  22. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Az,

    vedo che i “fumi ” di camomilla hanno provocato in te dei problemi seri.
    Marco t,con la sua risposta ti ha voluto semplicemente affermare un concetto semplice ,semplice, il problema non è nei magli ,cartomanti e preti ect,ect
    Il problema è che ci sono cartomanti seri,preti seri e altri no.
    Sembrerebbe che di talebani seri non ne esistano.
    Di ciò potrei essere convinto anch’io!
    Ora due piccoli problemi.
    Il primo è che a decidere chi siano quelli seri e quelli no, sia marco t, da Bisceglie, non mi pare la soluzione più logica.
    Il secondo, che sia ancora vasto per il momento il “campo”, in cui a decidere siamo in molti.

    Per cui finchè saremo ancora in molti a decidere chi è serio o no ,potremo discutere liberamente!
    Questa è però l’unica ragione per cui si possa “sospettare”di maghi e cartomanti , preti ,stregoni in genere…
    Tutte le volte che “questi” biricchini ” per una ragione o per l’altra si sono trovati nelle condizioni di poter decidere “da soli” chi è “buono” e chi “no”ci sono stati un pò di disastri..tipo roghi,lapidazioni ect,ect
    Per cui a mio avviso è sempre opportuno che “i biricchini” non siano mai lasciati soli adecidere,in questo caso diventano “tutti talebani”per cui che siano 10,100,1000…. è la miglior risposta che si possa dare a mio avviso alla domanda epocale di marco T.

    cc

  23. Peter
    Peter says:

    xUroburo e CC

    vi pregherei (specie Uroburo) di finirla di insinuare che i punti di vista di Marco T riflettano quelli della societa’ meridionale in genere. Non mi risulta che al Sud siano ‘filoisraeliani’ nel conflitto in corso, tranne forse pochi benpensanti o malinformati. Semmai la gente ha altro a cui pensare, come del resto nel resto d’Italia. A proposito, forse Uroburo dovrebbe ricordarsi che ‘l’Italia meridionale’ non e’ ancora un paese indipendente, quindi che porti pazienza e non metta il carro davanti ai buoi (proverbio padano). Anche li’ si stampano i giornali, e c’e’ gente che li compra! e ci sono molte TV locali, che tra una vendita e l’altra fanno anche informazione (o disinformazione), ergo l’opinione pubblica conta qualcosina anche li’.
    Quanto ai tarocchi e cartomanti, quando dico a gente del Sud che sono tutte balle scrollano le spalle (vale a dire bella scoperta, anche se stanno al gioco). Ricordo parecchi settentrionali doc che invece si incazzavano, come se gli toccassi gli affetti piu’ cari…
    Dico queste cose perche’ se non lo faccio io…

    Peter

  24. Uroburo
    Uroburo says:

    Veramente ero io a dire che questo non è un mondo civile…mi sembra lei asserisse il contrario, invece. mt
    ————————————–
    Okkaxxo!!!! Parlo in turco! Interessante … ed io che pensavo di non essere portato per le lingue straniere.
    Io non ho MAI parlato di mondo civile ho scritto testualmente (09.01.09 alle 22:52) : “Lascio per ultima la sua prima affermazione: “la ’società civile’ è ancora un’utopia”. Se fosse vero non si capirebbe perché si spendono somme enormi per mantenere giornali e TV; perché il mondo politico moderno sia così preoccupato dell’opinione pubblica; perché si faccia di tutto per manipolarla”.
    Anche un sordo ed un cieco capirebbero che non sto dicendo che il mondo è civile (giudizio che per altro non mi interessa molto) ma che l’opinione pubblica ha un suo peso. U.

  25. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    via, la prego vivamente di non prendersela come al solito.
    In un normale sfottimento tra persone si usano le espressioni ironiche a disposizione.
    Per altro, a mio modo di vedere, il buon marco tempesta talvolt ragiona veramente come un terrone (categoria un po’ diversa da quella di meridionale).
    Insomma la logica latita nelle parti periferiche d’Italia ….
    Lei sta in Inghilterra quindi non si lamenti ed accenda un cero ai santi dei miracoli impossibili. U.

  26. Uroburo
    Uroburo says:

    PS. Per Peter
    Le ricordo poi che ad alcuni miei messaggi sulla questione meridionale lei aveva riservato degli applausi a scena aperta (diciamo così….).
    Le posso assicurare che non ho cambiato parere e che continuo a pensare che risolvere certi problemi del Meridione (a cominciare da quello delle delinquenze organizzate) sia vitale per tutto il paese. U.

  27. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro peter ,
    per quanto mi riguarda,se al posto di marco t, di Bisceglie ci fosse Ugo mereghetti di Gorgonzola sarebbe per conto mio la stessa cosa.
    Il problema ovviamente non sta in “chi” lo dice, ma ovviamente “che cosa” dice!

    Penso che se fosse ugo mereghetti di gorgonzola, personalmente serei addirittura più “cattivo” nel” magari “sottolineare, quando ne ravviso la ragione eventuali “influenze”di carattere regionale.

    Idem, per quel chi mi riguarda,se qualcuno mi “criticasse” per la mia Sabaudità del cazzo,non mi offenderei !

    Il problema è che di pautassi ,mereghetti,tempesta è pieno l’italico suol, dallo Stelvio a Santa Maria di Leuca se sivuole seguire la linea orientale, oppure dal Bianco a Lampedusa se si vuole seguire una linea più occidentale!

    cc

  28. x Faust
    x Faust says:

    Il diavolo incarnato scrive: chi semina vento raccoglie tempesta …
    Hai assolutamente ragione. Anche tu sei capace di spremere una perla tra lo sterco che scrivi. Oggi i terroristi raccogliono tempesta e si portano con se i poveri civili palestinesi.
    Non ti saluto eccetto buone -a-ate in questo blog, per dire.

  29. Pirla
    Pirla says:

    i terroni mandano un caloroso saluto ai “biondi con occhi blue” nord italiani che galleggiano con gli altri stronzi nazi-socialisti di cui uroburo e cc vogliono far parte. spero che il loro goose-stepping non precipitano le emorroide.

  30. Controcorrente
    Controcorrente says:

    X quell’aquila del 31

    consiglio una interessante lettura

    http://www.liberatiarts.com/storia/martiri1.htm

    Dopo si potrebbe iniziare interessante sulla parola “terroristi”.
    Ovviamente ,io condanno tutti i terrorismi ,perchè inutili!

    cc

    Ps- secondo te i Martiri di Belfiore “raccoglieva fondi e armi” per giocare alla Lippa con gli austriaci?

  31. Peter
    Peter says:

    xUroburo

    va bene, accolgo il suo invito, anche perche’ i miei post vengono come al solito strumentalizzati da quel mammalucco d’oltreoceano (si veda sopra).
    Non capisco pero’ perche’ si stupisca se certi suoi post mi sono piaciuti molto, ed altri mi hanno fatto incazzare

    un saluto

    Peter

    ps
    a quale miracolo impossibile si riferisce esattamente?

  32. Vox
    Vox says:

    Se muore un talebano, 10, 100, 1000 talebani, l’umanità ci perde o ci guadagna?
    @ Marco Machiavelli

    Oh, Marco, ma allora perche’ non ci dedichiamo all’eugenetica? Ammazziamo tutti quelli che non sono “utili” all’umanita’ (ma secondo il giudizio di chi?), i fanatici – islamici, giudaici e cattolici inclusi, eh? – i combattenti, i militari, gli ideologi, e gia’ che ci siamo, anche gli storpi e i poveri. Piu’ ne ammazziamo e piu’ l’umanita’ ci guadagna, no?

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    X VOX

    Visto che con l’altezza il “gusto del caffè” ci guadagna,(nota pubblicità) direi di adottare un criterio uguale per tutti ..
    Ammaziamoli tutti a partire da una certa altezza fino al livello del mare!
    Apro quindi un’interessante dibattito su quella che deve essere l’altezza da cui partire!

    cc

  34. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Teniamo infine conto che il buon Geova già ci aveva pensato nel passato,….quindi ,qualcuno mi sà dire che altezza misura il Monte ARARAT?
    Così visto che c’è un precedente “divino”, nessuno oserà contestare.
    Rachamim sono sicuro che conosce questa altezza!

    cc

  35. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Infine ,devo dire che ho dimostrato una perfetta congruenza tra Scienza e fede , poichè :

    !) ho adottato un “crierio neutrale”,tanto per non dar adito a discussioni future
    !)ho preso un fatto del vecchio testamento
    e li ho uniti
    Direi che più razionale di così , si muore!(appunto)

    cc

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    La lista completa delle vittime palestinesi e di quelle israeliane dal 2000 al 2008 suddivise per tipo di morte e responsabilità. Con a parte la lista delle vittime bambini. Da notare che la fonte è israeliana! Da notare anche gli oltre 40 palestinesi uccisi dai coloni, per i quali nessuno è mai stato condannato: licenza di caccia, e licenza di uccidere.
    Una volta aperto il link, cliccando sui numeri si hanno anche i nomi di ognuno degli uccisi e le notizia di quando, come e dove ciascuno è stato ucciso.
    pino nicotri

    http://www.btselem.org/English/Statistics/Casualties.asp

  37. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    mi ero perso questa tua “chicca”.
    sai com’è perso totalmente nel calcolo dei “morti” a secondo dell’altezza.

    …..In questo blog però si trova auspicabile che in Italia si arrivi, si faccia i propri comodi, si sfrutti qualsiasi opportunità per campare a sbafo ecc. ecc.
    Anche nel tuo giardino?? Italiani brava gente!!!
    O italiani pasticcioni e faciloni?……

    ————————————————————–

    Sbaglio o tu sei dell’idea che gli ittalici, siano tutti dei Paperino che ragionano con il cervello di Paperoga?
    Evidentemente solo nel Friuli ,c’è un’aria buona,che ispira “quel tuo “assessore” regionale, manco più mi ricordo come si chiama!
    Vai a “mettere recinti e paletti al tuo “giardino” appena ti passa l’influenza!

    cc

  38. Vox
    Vox says:

    Tra le tante tragedie, una notizia buona

    SPOT ATEISMO

    Spot sull’ateismo: Dopo Londra, Washington e Barcellona dal 4 febbraio anche a Genova i bus che promuovono l’inesistenza di dio

    Due mezzi pubblici diffonderanno il messaggio lanciato dall’Unione Atei

    “LA CATTIVA notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. E’ questa la versione italiana della campagna a favore dell’ateismo che dal 4 febbraio tappezzerà due autobus pubblici a Genova. Ma sarà solo l’inizio. O forse la fine di questa promozione dell’incredulità, a giudicare dalle animate polemiche e controffensive religiose seguite alla stessa iniziativa sui bus di Londra, in Spagna, a Washington e anche in Australia, dove è stata bloccata prima ancora di apparire per le strade.

    “Dopo le polemiche sul gay pride di Genova, reo di essere stato fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini, e dopo le parole di Bagnasco per ostacolare lo svolgimento della manifestazione, dopo le frequenti uscite del cardinale in materia di scienza, diritti, riproduzione, l’Uaar ha deciso di riprendersi un po’ di par condicio. E di fare pubblicità all’incredulità”.

    Ricorrere agli spot scegliendo di mandare messaggi come se si trattasse di una nuova auto o di un detersivo dà l’idea delle condizioni degli atei costretti a riaffermare la propria presenza di fronte alla pervasività della presenza cattolica. “La chiesa ha e deve continuare ad avere libertà di parola” prosegue Carcano. “Purché vi sia adeguato spazio anche per chi cattolico non è. Pagando questa campagna pubblicitaria l’Uaar intende riconquistare all’incredulità un po’ di quella par condicio che i mass media stentano a riconoscerle”, con un messaggio “che vuole invitare a riflettere, con l’aggiunta di un pizzico di fiducia e ottimismo in chiave umanista”.

    L’idea dei bus atei è stata della British Humanist Association e il successo è stato tale che è stata poi ripresa negli Stati Uniti, in Australia, in Spagna. Come già accaduto all’estero, anche gli atei italiani hanno lanciato una campagna per raccogliere i fondi necessari per estendere l’iniziativa con altri mezzi e in altre città. Reazioni permettendo…

    Intanto la campagna sull’inesistenza di dio si diffonde nelle metropoli non solo europee. In Spagna – da oggi a Barcellona, presto a Madrid e Valencia, poi anche a Saragozza, Siviglia e Bilbao – lo slogan è stato tradotto da quello inglese: “There’s probably no god. Now stop worrying and enjoy your life” (Probabilmente dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita). Il messaggio scelto dalla American Humanist Association per i bus di Washington è “Why believe in a god? Just be good for goodness’ sake” (Perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà). In Australia lo slogan creato suona come “gli atei dormono la domenica mattina”.

    A Londra l’iniziativa degli atei britannici ha raccolto donazioni che hanno ampiamente superato le aspettative al punto che la campagna sarà estesa in tutto il territorio nazionale su bus e metropolitane. Intanto Christian Voice, un’associazione cristiana, ha fatto pervenire una protesta ufficiale alla Advertising Standards Authority (Asa), sostenendo che la campagna viola le leggi sulla veridicità degli slogan perché il messaggio viene “presentato come un dato di fatto e ciò significa che, per non trasgredire le regole, dev’essere provato”. L’associazione degli umanisti britannici non si è lasciata intimidire dalla lamentela e la sua direttrice, Hanne Stinson, ha dichiarato: “Mi dispiacerebbe per l’Asa, se venisse richiesto all’autorità di pronunciarsi sull’esistenza di Dio. Se comunque decidessero di aprire un’inchiesta, siamo disposti a collaborare”.

    http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/atei-autobus/atei-autobus/atei-autobus.html

  39. Vox
    Vox says:

    ATEI & AGNOSTICI

    Piu’ gente non crede o ha dubbi, meno fanatici di tutte le religioni esisteranno in giro, meno saranno le scusanti per odiare, raziare e guerreggiare, meno saranno gli ostacoli alla reciproca comprensione e all’amicizia.

    Le cose si propagano a macchia d’olio, magari un bel giorno arriveranno anche laddove i fanatismi sono ancora parte integrale delle leggi e del modo di vivere (non esclusa l’Italia).

  40. Anita
    Anita says:

    x 32 Pirla

    i terroni mandano un caloroso saluto ai “biondi con occhi blue” nord italiani………….
    _______________________________

    Ehi 32, non offenda i nord Italiani, va bene che in questo forum siamo in minoranza, quasi tutti gli altri sono meridionali trasferiti nel nord Italia…le dice qualcosa?

    Bionda con gli occhi verdi.

  41. Vox
    Vox says:

    @ CC
    Potremmo adottare come metro di giudizio anche altri parametri, per esempio la distanza aerea dal limite della stratosfera, oppure anche una triangolazione Luna-Capricorno-Orione, che il nostro Machiavelli se ne intende.

  42. Vox
    Vox says:

    GAZA

    Incursioni in tre quartieri densamente popolati, infuria la battaglia. Israele: resta molto da fare.

    ***

    Certo, ancora molto da fare: suppergiu’ un altro milione e 450 mila palestinesi da ammazzare/mutilare.

  43. Vox
    Vox says:

    Dai depilatori ai pompelmi
    La lista per boicottare Israele

    http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_13/lista_prodotti_israele_salvia_99df4fe6-e13a-11dd-ac77-00144f02aabc.shtml

    I prodotti in lista sono un centinaio. Ad alcuni, come i pompelmi Jaffa o i vini del Golan, sono arrivati facilmente, basta il nome. Per altri, invece, c’è dietro un’attenta ricerca di mercato: chi si sarebbe aspettato, per dire, di trovarci dentro anche i vestiti firmati Calvin Klein?

  44. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Caro Marco non dubito che tu faccia con la cartomanzia e l’astrologia cose strabilianti che mi lascerebbero meravigliato, c’è però una cosa mi fa sorgere qualche dubbio sull’affidabilità di tutta metafisica e/o della paranormalità.
    Mi risulta che ci sia in palio ormai da decenni un sostanzioso premio (all’origine erano 100.000 dollari, ora molti di più) per chiunque riesca a dare prova di una qualsiasi capacità cosiddetta paranormale sotto il controllo del CICAP.
    Mi pare strano tra tutti quanti i numerosissimi (purtroppo) cartomanti astrologi, lettori di mani, piedi, visceri di pollo e fondi di caffè, astrologi, guaritori e divinatori assortiti, tra cui tu mi asserisci oltre agli imbroglioni ci sono anche “quelli veri”, NESSUNO abbia ancora incassato quel premio, tra i pochi ci anno provato i più hanno visto scoperti e smontati i loro trucchetti da ciarlatani di fiera, ad altri, pochissimi, forse in buona fede, è stato semplicemente dimostrato l’inesistenza delle loro presunte doti. Emblematico l’esperimento di Quark dove tre sedicenti rabdomanti riconosciuti come bravissimi, alla prova pratica ottennero percentuali positive inferiori a chi procedeva casualmente.
    Posso anche ammettere che siano tutti, ma proprio tutti, quelli veri siano molto disinteressati, ma mi pare strano che neppure uno magari solo per il gusto di sbugiardare il CICAP e magari dare in beneficenza la somma , sia riuscito a superare il filtro della prova scientifica.

    Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i

    Ps. Qualche tempo fa ho temuto anch’io di avere doti paranormali. Ad un tizio che con segni e cantilene e sale e candele diceva di togliere il malocchio ad una anziana vicina di casa, e che distrattamente e tropo spesso si dedicava a toglierle anche somme dal borsellino, applicai una robusta seduta di pranoterapia che lo fece immediatamente desistere dal fare ulteriori magie alla signora. Più tardi uno amico ben informato mi spiegò che la mia imposizione delle mani, ancorché efficace, non aveva seguito i canoni classici della pranoterapia e non era quindi da annoverare tra i fenomeni paranormali, mi sentii sollevato.

  45. Sylvi
    Sylvi says:

    caro AZ,

    di Narduzzi so solo che è della Lega,”di là da laghe”, e perciò ragionerà come un leghista che credimi,dopo varie cavolate che stanno facendo, non stiano rompendo i çiìs (scatole) a friulani dai monti al mare.

    Poi ti dirò, con la mia parte tedesca, che se in casa me ne stanno 20 e riesco a mantenerli per l’indispensabile perchè so fare le quattro operazioni, non ne voglio 40 per morire di stenti e di baruffe, tutti insieme appassionatamente.

    Schietta ti dirò anche che della sinistra quello che mi disturba di più è quel continuare a reclamare diritti, aiuti umanitari a destra e a manca, per tizio, caio e sempronio e poi non ci sono nidi per i bambini (italiani o extra), non ci sono fondi per le famiglie che assistono gli anziani, nè case di riposo decenti, non ci sono ins. di sostegno per disabili, non ci sono case per i giovani e …potrei continuare a lungo…questa che è una vera Via Crucis.

    Dare la colpa alla dx soltanto è ridicolo!
    Se domani, anzi stasera andasse al governo la sx cosa cambierebbe dei conti pubblici e del funzionamento dello Stato?

    E poi sai senz’altro che nei più reconditi luoghi dei Balcani, dei Carpazi e di qualsiasi altro posto i ragazzi che vogliono andare all’avventura sanno tutto delle leggi permissive italiane, sicuramente più di me o di te?
    Sai perchè molti ex yugoslavi, dopo la guerra, vennero in Italia e non altrove in Europa o Canada o Australia?
    Perchè tutti chiedevano depositi per la sussistenza, nessuno escluso.
    Mia figlia per avere il permesso di soggiorno per studio e lavoro in Sud Africa, dove si trova anche ora, ha dovuto fare il deposito in banca di 20.000 euro, pagare varie tasse in Ambasciata e dimostrare che ha casa e soldi.
    Mio figlio in Germania idem.

    Per mia figlia, e per tantissimi come lei, c’è posto in mezzo mondo come ricercatrice, a casa sua no e deve migrare.
    Ma forse una nazione veramente” civile”, di sx e progressista o di dx conservatrice abbandona i suoi cittadini e si fa bella con la carità a tutti i più o meno diseredati che passano, abbandonando poi questi e quelli al loro destino!!

    Caro AZ non è questione di influenza, è questione di “dente avvelenato”; e se tu avessi una figlia in giro per tutti gli aeroporti del mondo forse saresti meno caritatevole con chiunque passi!

    mandi sylvi

  46. Sylvi
    Sylvi says:

    caro AZ,

    è invece questione di influenza se scambio te con quel caro controcorrente.

    E si che pali e paletti avrebbero dovuto mettermi in guardi!!!

    scusami sylvi

  47. Sylvi
    Sylvi says:

    caro cc,

    come ho fatto a non riconoscere “il tuo stile”???

    Ma forse se avessi pensato di rivolgermi a te avrei calcato la mano!!!
    Comunque che nessuno venga più fuori con la storiella “un tempo gli italiani emigravano”!
    Gli italiani EMIGRANO! Non hanno smesso mai!
    Almeno chi a voglia di laurà:

    mandi sylvi

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