C’è solo un piccolo particolare, anzi due. Più qualche inevitabile considerazione aggiuntiva. E fastidiosa

1)    – E’ vero che da Gaza sparano razzi sulla cittadina israeliana di Sderot, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – come si è visto – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Sderot è stata costruita – assieme alla colonia israeliana di Or fondata nel 1957 – sui resti di ciò che fu il villaggio palestinese di Najd, parola che in arabo significa “altopiano”, oggi distante 14 chilometri da Gaza. Ed è anche vero che il villaggio fu sottoposto a “pulizia etnica” dai sionisti arabofobi prima ancora che nascesse lo Stato di Israele. Secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, gli abitanti di Najd hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
2)    –  E’ vero che da Gaza a volte sparano razzi anche sulla cittadina israeliana di Ashkelon, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – giova ripetere – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Ashkelon
sorge sulle rovine di quello che era il villaggio palestinese di Al-Jura, anch’esso sottoposto a “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi. E secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, pure gli abitanti di Al-Jura hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
Stando così le cose, come la mettiamo?

Ma andiamo per ordine. Nel 1992 a Washington l’Institute for Palestine Studies [Istituto per gli studi sulla Palestina]  ha pubblicato un importante lavoro del ricercatore Walid Khalidi intitolato “All That Remains: The Palestinian Villages Occupied and Depopulated By Israel in 1948″ [“Tutto ciò che rimane: i villaggi palestinesi occupati e spopolati da Israele nel 1948″].Chi sia Khalidi lo potete legge alla fine di questo articolo. Il libro si occupa dei 418 villaggi che hanno subito la “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi ed è dedicato da Khalidi “A tutti coloro per cui questi villaggi erano casa, e ai loro discendenti”. La prima cosa che mi viene in mente leggendone dei brani, con difficoltà visto che – guarda caso – non è stato tradotto in italiano, è che la cifra indicata da Khalidi è più o meno eguale a quella che ho sentito anch’io citare da Stefano Chiarini, lo scomparso giornalista de Il Manifesto buon conoscitore della Palestina anche perché vi era stato spesso inviato dal giornale. Non ricordo esattamente la cifra riferita da Chiarini, ma ricordo bene che era più grande di 400 perché a sentirlo parlare ne rimasi sbalordito, anzi incredulo.
Lo studioso Khalidi ci documenta dunque che Sderot fu colonizzata dagli israeliani nel 1951 . sui terreni del villaggio di Najd e che su quelle spoglie nacque nel ’57 la colonia di Or. La pulizia etnica era però avvenuta prima. Gli oltre 600 palestinesi recensiti a Najd nel ’45 furono cacciati con la forza il 13 maggio 1948, vale a dire prima che venisse dichiarato lo Stato di Israele. E – si noti bene – prima che qualunque esercito arabo entrasse in Palestina! Khalidi racconta che lo spazio dove esistevano le 82 case di Najd oggi è “ricoperto di cactus, ‘spine di Cristo’ e alberi di sicomoro e contiene le mura crollate di edifici non identificati…”.  Ancora oggi vi “crescono alcuni vecchi alberi”. I bambini palestinesi andavano a scuola a Simsim, a 2 chilometri di distanza. Secondo Palestine Remembered il villaggio è stato completamente “sfigurato”.( http://www.palestineremembered.com/Gaza/Najd/ e http://www.umkahlil.blogspot.com/2006/06/sderot-built-on-ashes-of-ethnically.html )
Di Najd si hanno notizie almeno dal 1596, quando contava 215 abitanti, quasi tutti contadini dediti anche all’allevamento. Nel 1838 lo studioso americano della bibbia Edward Robinson  “osservò gli abitanti setacciare l’orzo lanciandolo nell’aria contro vento con forche di legno” [Robinson (1841) III: pagina 260, citata da Khalidi a pagina 128] e vide che “Campi di grano e alberi da frutto circondavano Najd da tutti i lati”. Ancora oggi i palestinesi possiedono a Najf 12.669.000 metri quadri di terreno, anche se il governo israeliano rifiuta l’esercizio del loro diritto di proprietari, in particolare il loro diritto di tornarsene sulla propria terra. Da notare che nel 1945 gli ebrei vi possedevano appena 495.000 metri quadri di terra, cioè meno di 1/25 (=un venticinquesimo) della terra posseduta ancora oggi dai palestinesi cacciati via.

E’ interessante anche la storia della cittadina oggi chiamata Ashkelon, israeliana, costruita sul paesino distrutto e sottoposto a pulizia etnica di Al-Jura (  http://umkahlil.blogspot.com/2009/01/targeted-israeli-towns-built-on.html ), nome che aveva fino a pochi anni fa (  http://www.palestineremembered.com/Gaza/al-Jura/ ).

Khalidi scrive che “i mitragliamenti e i bombardamenti israeliani lasciarono un segno sulla popolazione nella regione che era psicologicamente impreparata e non aveva accesso a rifugi antiaerei”. E cita un articolo della United Press International con le parole di un funzionario dell’intelligence israeliana: ” l’attività militare israeliana sulle aree costiere ha causato ‘ disperazione tra gli abitanti del luogo'” (pag 82). Al-Jura era una località di residenza estiva per gli abitanti del vicino paese Al-Majdal, anch’esso “ripulito” etnicamente (pag. 116). Prima di esserne cacciati via i palestinesi ad Al-Jura possedevano 12.015.000 metri quadrati di terreno, mentre gli ebrei non ne possedevano neppure uno (pag. 117). Khalidi ricorda che un “mawasim”, cioè un periodo di feste,  “si teneva in esso ogni anno in primavera, e al quale si recavano in massa persone dalle città e dai villaggi del distretto di Gaza per nuotare, praticare sport e per feste religiose. Veniva organizzato un mercato in particolare per le occasioni in cui visitatori si recavano per gli acquisti”. “Le maggiori occupazioni degli abitanti erano la pesca e la caccia ai volatili, e che il loro pesce e la loro selvaggina venivano vendute in diverse delle città e villaggi confinanti. Difatti il villaggio era uno dei maggiori centri di pesca della Palestina”.
Poi c’è la storia anche degli altri 416 villaggi, di cui Khalidi pure si occupa. E ciò anche a voler tralasciare la pur doverosa osservazione che è abbastanza strano sostenere il “diritto al ritorno” di chi se n’era andato via 2000 anni fa realizzandolo a spese di chi invece c’era rimasto! Non ho nulla contro il sionismo non arabofobo, ma sostenere che chi per un bel pezzo è stato assente ha più diritti di chi invece è sempre stato presente, tant’è che questi viene sloggiato con la forza, è chiaramente assurdo. Realizzabile, certo, ma in base ai rapporti di forza, ma di sicuro non in base alla logica, alla giustizia e al diritto internazionale. Come si vede, la faccenda – e la Storia, con annesse responsabilità – è più complicata e meno univoca di come continuano a raccontarcela i nostri grandi mass media. I quali, come sempre pronti a voler salire sul carro del vincitore, vero o presunto, non si pongono mai domande troppo scomode. Per esempio questa: se Israele è legittimata a scatenare la carneficina che ha scatenato e non ancora terminato a Gaza per i pochissimi morti provocati dai razzi Qassam, cosa avrebbero dovuto scatenare i palestinesi contro i coloni che di palestinesi nel corso degli anni ne hanno accoppati, restando sempre impuniti, almeno 40, cioè molti ma molti di più? Cosa avrebbero dovuto scatenare quando il 25 febbraio 1994 il colono Baruch Goldstein con altri due invasati massacrò in un sol colpo nella moschea di Hebron 24 palestinesi e ne ferì gravemente oltre 100, dei quali non si è mai saputo quanti ne sono poi morti? Una volta a un dibattito su un canale della Rai sentii dire che a quel macellaio, a sua volta ucciso nel corso della mattanza, è stato eretto in Israele un monumento….  Non so se il monumento c’è ancora, ma chi lo ha visto mi ha raccontato di avervi letto che è caduto per Israele!
Il diritto alla legittima difesa, invocato da chi in realtà vuole solo applaudire l’ignobile strage degli innocenti in corso per mano del nuovo Erode di nome Israele, è un discorso che – in quanto molto disonesto – può diventare un boomerang. Gli Stati Uniti per esempio hanno finanziato e armato l’invasione di Cuba tentata a suo tempo nella Baia dei Porci da parte dei fuorusciti fascisti, ai quali gli Usa danno ospitalità e ampi appoggi in Florida. Non solo. Gli Usa hanno anche armato la mano del terrorista anticastrista Posada Carriles, fornendogli le bombe che hanno provocato un massacro in un albergo dell’Avana dove ha trovato la morte anche un turista italiano, Fabio De Celmo. Cuba dunque ha sicuramente il diritto di bombardare gli Usa, secondo i tifosi e i teorici della feroce rappresaglia israeliana travestita da “legittima difesa”, alter ego degli imbecilli che a Roma hanno lanciato l’idea del boicottaggio contro “i “negozi degli ebrei” confondendo anche loro tra ebrei e israeliani secondo una equazione tanto cara ai facinorosi quanto falsa e aborrita da non piccola parte dello stesso mondo ebraico oltre che israeliano.
Tutte le dispute sul diritto “storico” degli ebrei di “tornare” in Palestina e di starci come più gli fa comodo e a dispetto di tutto e di tutti – compresa la stessa Onu che Israele ha fatto nascere! – a costo di usare le armi atomiche, costruite certo non come puro passatempo e per il gusto di sprecare enormi quantità di denaro, tutte queste dispute hanno un punto debole, contro il quale cozzano rivelandosi solo chiacchiere. Un elenco pignolo di queste chiacchiere le ha fatte Benjamin Netanyahu in una recente intervista alla rete televisiva americana CHA, segnalataci dal lettore che si firma Faust, nel corso della quale l’ex capo di governo israeliano ha elencato 20 motivi in base ai quali Israele “is our Land and only our Land”. Ammettiamo pure che i 20 punti in questione siano tutti accettabili senza riserve: il problema è che in ogni caso non autorizzano nessuno a fare carne di porco degli “altri” e comunque non rendono automaticamente accettabile il potere che viene bellamente costruito sulla base di quei 20 punti per gestirne l’interpretazione e l’imposizione. Il potere che si basa soprattutto sul “sacro” e che lo utilizza per affermarsi, svilupparsi e durare,  contraddice inevitabilmente gli stessi principi su cui si basa: i principi saranno anche “sacri”, giusti e sacrosanti, ma il potere è immancabilmente profano, per definizione.
In ogni caso, i 20 punti di Netanyahu valgono quanto gli altri punti, più o meno di 20 che essi siano, di chi la pensa  diversamente da lui anche all’interno dello stesso mondo ebraico e perfino sionista. I 20 punti di Netanyahu valgono e pesano di più, oggi, solo perché dietro hanno armi e danaro più degli “altri”, compresi gli altri che fanno parte di Israele e/o del mondo ebraico ma la pensano in altro modo. Quando gli Usa cesseranno il sostegno a Israele, iniziato in definitiva solo 40 anni fa, cioè dopo la “guerra dei sei giorni”, o quando il petrolio del Medio Oriente sarà agli sgoccioli o avra comunque perso importanza, i 20 punti di Netanyahu varranno esattamente quanto sono valsi per 20 secoli: meno della carta su cui sono scritti. Forse è il caso di pensarci, prima di altre eventuali catastrofi. Non vorrei che qualcuno, imitando le fissazioni di certa oligarchia israeliana, cominciasse a reclamare la terra di Israele e Palestina portando come prova la stessa bibbia: poiché nel “libro sacro” si legge da quasi 3.000 anni che la “terra promessa” venne strappata a furia di genocidi e pulizie etniche – il termine della bibia è “herem” – a chi ci abitava prima, qualche Netanyahu di altre sponde eredi di quegli antichi espulsi e massacrati potrebbe accampare pretese di “legittima proprietà” sui territori della ex “terra promessa”. A pensarci bene, l’attuale selvaggia mattanza contro Gaza somiglia proprio agli “herem” narrati dalla bibbia, che se ne vanta pure. Ne differisce solo per il fatto che questa non è stata “ordinata da Dio”, ma dagli interessi elettorali e di partito della nomenklatura.

Certi discorsi del cavolo possono portare a esiti ancor più pazzeschi degli attuali. Se Abramo e i suoi hanno fondato il popolo ebraico emigrando dalla città mesopotamica di Ur, in pratica dall’attuale Iraq, allora si tratta in definitiva di emigrati mesopotamici, o iracheni che oggi si voglia dire. Del resto è stato il rabbino capo di Roma, Giuseppe Di Segni, in un suo sconcertante discorso contro l’arcobaleno bandiera della pace di chi non voleva l’invasione dell’Iraq, a definire i babilonesi come “gli iracheni di allora”, e quindi gli iracheni come i babilonesi di ogii…. A gente che (s)ragiona come Netanyahu e buona parte del rabbinato duro e puro potrebbero venire in mente strambe pretese di “diritti storici”…. Del tipo di quelle, per esempio, di Benito Mussolini e dei fascisti sulle terre che furono dei “nostri avi” dell’impero di Roma. Che non è forse la capitale d’Italia? E allora perché non pretendere anche oggi la “restituzione”, cioè l’occupazione a cannonate, di nuovo della Libia, dell'”Abissinia”, dei Balcani, e poi anche dell’Inghilterra, della Germania, della Francia, della Spagna e del Medio Oriente compresa la Palestina e la stessa Israele?  A fare la differenza è solo l’esito delle armi e delle guerre: se avesse vinto Mussolini, avrebbe avuto ragione lui. Oggi i libri di storia canterebbero il buon diritto, di stampo per certi versi “sionista”, di Roma a comandare sulle terre governate e spesso possedute dai “nostri avi”. Per non parlare degli infiniti popoli del pianeta che, sloggiati a forza dalle loro terre, potrebbero accampare oggi anche loro il “diritto al ritorno” e all’autogoverno: dagli indios dell’Amazonia a quelli della Patagonia e delle Ande, dagli “indiani” d’America agli Incas, dai boscimani africani agli aborigeni australiani…. I lumbàrd di Bossi? Altro che dargli la Padania, ricacciamoli in Ungheria!  se non li vogliono neppure lì, se ne ritornano in quel freddo e inospitale Nord Europa dal quale i longobardi sono calati come orde barbare…

Anche la Chiesa è convinta, e si comporta di conseguenza, che i molti “punti” dei vangeli e della bibbia siano veri – nonostante di quest’ultima sia stato dimostrato in lungo e in largo che si tratta solo di miti, per giunta in molti casi già nati in precedenza in Mesopotamia – e su tale convinzione ha man mano creato e imposto il suo potere “sacro”, ma di fatto terreno e tanto profano che sempre meno ha a che vedere con i precetti evangelici, come dimostra il gran numero di guerre, bruciati vivi e torturati in base a pretesti e motivazioni le più varie. La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Non fanno eccezione neppure i 20 punti di Netanyahu o di chi per lui. NON esiste NESSUN diritto che abbia il diritto di fottersene degli altri e della realtà! L’unico “diritto” che ha questo “diritto”, compreso quello di vita e di morte degli “altri”, è il diritto nato dalle armi, come del resto dimostra la storia del nostro avere spazzato via decine di popoli e civiltà in base al “diritto” della maggior forza delle nostre armi prima europee e poi occidentali. Ci hanno rotto l’anima per anni e anni, accusando e incarcerando anche i nostri “cattivi maestri”, quando era di moda lo slogan “Il potere si basa sulla canna del fucile”, che riassumeva la teoria e la pratica maoista. Adesso però, guarda caso, vogliono convincerci che quando la stessa dottrina la teorizza e la applica senza scrupoli Netanyahu o chi per lui, allora ci si deve inchinare, bisogna applaudire. Beh, più disonesti di così si muore. Ma la disonestà non ci è mai piaciuta. Neppure quando vince e “fa la Storia”. Forse non ce ne siamo accorti, ma anche gli islamisti che vogliono l’affermazione della Shahria in Europa hanno i loro “punti” e “diritti” storici, anche se non so se siano 20 perché non li ho mai contati.
Per i nostri profughi istriani e per l’irredentismo di Trieste abbiamo fatto il pianto greco e lanciato maledizioni per decenni, con polemiche e pretese di rimborsi e pretese non ancora placate, per giunta facendo finta di non sapere che quei profughi “se l’erano cercata”, perché s’erano intrufolati in casa altrui imposti dal nostro fascismo. “Se l’erano cercata”  a causa dei soprusi e della repressione contro gli slavi operata dal nostro fascismo, che quegli italiani hanno usato come una clava per insediarsi e prosperare in terre altrui e a scapito altrui. Perché allora ce ne fottiamo dei profughi palestinesi e anzi li disprezziamo nonostante loro non abbiano avuto alle spalle e non abbiano supportato nessun regime fascista e se ne stavano semplicemente a casa loro? Sostenere, come è giusto, il diritto di Israele a esistere significa sostenere anche i diritti altrui.
La mattanza di Gaza e il suo cinismo sono talmente allucinanti, soprattutto per la strage continua di bambini e di feriti condannati di fatto a morire, da aver infine costretto anche la Chiesa, il papa e il Vaticano a parlare di strage e di lager, nonostante il Vaticano cerchi da tempo un approccio col rabbinato per poter meglio scongiurare non più il “pericolo rosso”, ma quello “verde” islamico. Non a caso il Vaticano e il papa dopo avere invano tentato di imporre le “radici cristiane” alla Costituzione europea, purtroppo bloccata, hanno inventato la simpatica balla delle radici “giudaico-cristiane”, mettendoo da parte gli odi verso gli ebrei prima disprezzati per 1.600 anni e ora promosso a “fratelli maggiori” pur di poter arginare l’islam e nascondere che l’Europa ha anche radici islamiche. So bene che il destino dei palestinesi è segnato, ormai sono al suicidio collettivo, al quale sono stati spinti in massa dal tremendo cinismo della politica di tutti, un popolo di fatti detestato dai regimi arabi, usato come carne da cannone dagli iraniani, illusi e traditi dall’Europa, dagli Stati Uniti e anche dalla loro classe dirigente. Un popolo è stato ridotto a un insieme di bande armate, in modo da poter infine sostenere che non sono degni e affidabili per gestire un loro Stato e quindi farne strame. Una nuova pulizia etnica. L’ultima, per ora, tribù di  Sioux massacrata a Woundeed Knee. Con il plauso dell’oligarchia israeliana, che, si noti, è sempre più affollata da pezzi dell’esercito e dei servizi segreti, se non altro perché i governi durano poco e cambiano, mentre le forze armate e i servizi segreti restano…. Il governo israeliano festeggi come più gli aggrada. Sappiamo bene che la Storia, compresa la nostra, è fatta di questi episodi. Ma non rompeteci i coglioni pretendendo che tutti partecipino al suo brindisi. E che applaudano Erode uccidendo anche la pietà.
Da notare infine che Khalidi non è un pinco pallo qualunque, o un fanatico. Nel ’45 si è laureato all’Univerità di Londra e nel ’51 ha acquisito a Oxford una laurea di secondo livello. Ha poi insegnato fino all’82 nell’Università americana di Beirut, per andare a insegnare man mano negli atenei di Oxford, a Harvard e Princeton. Ad Amman è tra i fondatori della Royal Scientific Society e del prestigioso Institute for Palestine Sudies, del quale è il segretario generale. Autore di molti libri, è inoltre membro dell’American Academy for Arts and Sciences. Insomma, una figura di tutto rispetto e prestigio internazionale.

369 commenti
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  1. Anita
    Anita says:

    x VOX 248

    A lei piace mettere benzina sul fuoco.
    Non bastano i problemi in corso, la foto delle bambine che scrivono sulle bombe e’ stata girata e stragirata da anni, il bambino some scudo umano fu smento anni fa’.
    DonChisciote.org…non e’ amico dei palestinesi, e’ amico di Hamas.
    Una delle ragioni per cui Israele e’ cosi’ bene informata sui target da colpire e’ grazie ad informazioni palestinesi.

    Lei parla di pace ma dissemina guerra.

    Anita

  2. Vox
    Vox says:

    @ Anita

    Lei ha diritto alle sue opinioni, anche se sono le stesse dei media pro-Israele che seminano disinformazione e odio contro chiunque stia tra loro e i loro interessi (interessi molto sporchi, non certo a favore dell’umanita’ intera, o almeno dei deboli e dei perseguitati).

  3. Vox
    Vox says:

    Io, almeno, auspico opzioni pacifiche come boicottaggio, embargo e risoluzioni politiche, non certo bombardamenti e persecuzioni fisiche, come fanno gli israeliani e i loro sostenitori (che per me sono correi dei crimini contro l’umanita’ commessi da tale stato).
    E poi sarei io a mettere la benzina sul fuoco?

  4. Faust x
    Faust x says:

    Israele mostra tutti i sintomi del sociopatico, ancora di più adesso che fa guerra a Gaza. Nessuna empatia, totale spietatezza, paranoia, menzogna patologica, mancanza di rimorso, narcisismo e un comportamento mosso da un profondo senso di rabbia: tutte caratteristiche che definiscono un sociopatico.

    … ma il nazismo era uguale… nooo?¿?
    Faust

  5. Vox
    Vox says:

    E chi ha mai detto di restituire Sderot o Ashkelon?
    @ Pino

    E perche’ no? Perche’ non dovrebbero restituire il maltolto? La creazione di due stati, pur auspicata da molti e, a questo punto, forse l’unica possibile, comporterebbe la restituzione ai palestinesi di almeno una parte dei territori occupati in passato.

  6. Faust x Vox
    Faust x Vox says:

    …giustizia sarebbe tornare ai confini del 1967…

    … ma con i genocidi, non servono parole, ma forse solo la Corte Internazionale x Crimini contro l Umanita!!!
    Faust

  7. Vox
    Vox says:

    @ Faust

    In realta’, io non credo alla presunta “pazzia” o sociopatia (che e’ una forma di scusante), ne’ di Israele o Usa oggi, ne’ della Germania degli anni 30/40. Dietro le loro azioni esistono precisi e razionalissimi, benche’ immorali, scopi e programmi territoriali, economici, politici, etnici.

    Israele non e’ mossa da “rabbia” o da follia omicida, ma da quella che essa vede come necessita’ per se’ stessa di eliminare il problema palestinese e rendere per sempre impossibile la creazione di uno stato palestinese, con conseguente perdita di territori colonizzati. Tutto questo non e’ ne’ negli interessi dei governi israeliani, ne’, per ovvi motivi, degli abitanti e dei coloni.

    In quel gesto atroce dei messaggini sulle bombe, scritte da bambine per altre bambine come loro, dall’altra parte del filo spinato, la dice lunga su cosa pensino gli israeliani e su cosa insegnino ai loro figli.
    Tra l’altro, quando sia stata scattata e circolata quella foto, ieri o dieci anni fa, non ha alcuna rilevanza. Resta il fatto in se’ di un odio istillato, di generazione in generazione, contro coloro ai quali e’ stato tolto tutto, affinche’ non possano mai piu’ tornare e affinche’ i bambini dimentichino fin dall’infanzia il sentimento della pieta’, dell’umanita’, della giustizia.

  8. x Rachamim
    x Rachamim says:

    caro Rachamim,
    inutile discutere con i soliti ottusi ignoranti. lasciali scrivere quello che vogliono. meglio che Israele si leva dalle palle i terroristi di Hamas. farà bene non solo agli israeliani ma specialmente ai palestinesi normali. ma devono darsi da fare perché quando va in potere Obama tutto cambierà.

  9. Vox
    Vox says:

    Anche i soldati americani scrivevano messaggi sulle bombe che sganciavano sugli irakeni. Credevano di essere spiritosi.

    Io non capisco, ne’ moralmente, ne’ umanamente, coloro che minimizzano o cercano di scusare queste cose, insieme alle occupazioni, alle guerre, alle torture e agli omicidi. Forse c’e’ qualche cosa che non funziona nei loro cuori.

  10. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Quote:
    “Vox { 11.01.09 alle 17:11 } Io, almeno, auspico opzioni pacifiche come boicottaggio, embargo e risoluzioni politiche”
    ___________________________

    E’ questo che aupichiamo tutti o quasi tutti, ma non si fa’ con la propaganda di Don Chisciotte, Luogocomune e simili…
    Then…to each his own, as we say.

    Anita

  11. Vox
    Vox says:

    ma devono darsi da fare perché quando va in potere Obama tutto cambierà.
    @ x Rachamim

    Ah-a! Eccolo il nocciolo della faccenda!
    Devono sbrigarsi, devono “darsi da fare” prima che arrivi Obama, ovvero, ammazzare quanti piu’ palestinesi possibile, occupare anche quel che rimane della striscia di Gaza, prima che cambi la politica Usa. Ma che schifo. Mi e’ anche difficile condividere lo spazio di questo blog con feccia di questo genere.

  12. Vox
    Vox says:

    @ Anita

    E perche’ no? Luogocomune e Donchisciotte sono ottimi siti italiani di informazione contro la disinformazione continua e massiccia degli altri media. E comunque, stia tranquilla, che ne esistono moltissimi altri, solo che li cito raramente su questo blog, perche’ sono in inglese (Counterpunch, Whatreallyhappened, Informationclearinghouse, Wakeupfromyourslumber, Uruknet, ecc. ecc. ecc. ecc.). Lei non ha nemmeno idea di quanti siano, ne’ di quanta sia la gente che la vede diversamente da lei e da coloro per i quali lei fa causa.

    Se anche lei si auspica boicottaggi, embarghi e risoluzioni politiche contro le azioni di Israele, questo fa piacere, ma da tutto quello che ha scritto fin qui, sinceramente, non s’era capito. Anzi, per la verita’ si capiva il contrario. Chiedo scusa se l’ho mal interpretata, ma anche lei forse dovrebbe essere un po’ piu’ esplicita.

  13. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Caro Faust,
    certo che non e giusto o morale scrivere sulle bombe, ma non e’ nemmeno giusto riempire l’internet con filmati di madri suicida che auspicano il suicidio dei lori piccoli figli, di scuole che insegnano i bambini palestinesi, musulmani, arabi, l’odio verso Israele, l’occidente e chi non ama Allah, con filmetti tipo topolino.
    Eh…!!!

    Ciao, Anita

  14. Che modo bestiale di ragionare: qual è la differenza tra averne uccisi "solo" 107 anzichè 254?
    Che modo bestiale di ragionare: qual è la differenza tra averne uccisi "solo" 107 anzichè 254? says:

    Come morirono molti arabi a Deir Yassin?

    Le stime sul numero di arabi morti a Deir Yassin variano in modo pazzesco. Il soldato dell’Haganah Daniel Spicehandler disse di aver visto “forse una cinquantina di morti” (81). Shimon Monita, spia dell’Haganah nel Lehi, stimò in 60 il numero di arabi morti; Moshe Idelstein del Lehi ricordò la cifra di 61 come ricorrente all’epoca dei fatti. L’ufficiale dell’intelligence dell’Haganah Yona Feitelson, che giunse a Deir Yassin la mattina dopo la battaglia, fece una stima di 80 morti. Mordechai Gihon dell’Haganah, che era sul posto nel pomeriggio del giorno della battaglia, pensò che il numero sia stato vicino a 150 (82). Il comandante IZL Menachem Begin, al quale la battaglia venne sommariamente descritta dai suoi ufficiali, scrisse che il numero era approssimativamente 130 (83).
    E’ stato Mordechai Ra’anan, comandante IZL a Deir Yassin, a fornire per primo il numero di 254. In un’intervista rilasciata negli anni successivi, a Ra’anan fu chiesto come era pervenuto a quella cifra che aveva dato alla stampa qualche ora dopo la battaglia. Rispose: “Quel giorno non sapevo, non potevo saperlo, quanti arabi erano stati uccisi. Nessuno contò i corpi. La gente stimava che circa 100 o 150 persone fossero rimaste uccise. Dissi ai giornalisti che erano state uccise 254 persone perché fosse resa pubblica una grande cifra, e con l’idea che agli arabi sarebbe venuto il panico non solo a Gerusalemme ma nell’intero Paese; lo scopo venne raggiunto. Reporter, giornalisti, ricercatori e storici si occuparono della cosa come se fosse un fatto stabilito che non richiede ulteriori investigazioni, e nessuno si preoccupò di controllare quale fosse il numero esatto.” (84).
    Meir Pa’il sembra sia stato uno dei primi a lasciarsi ingannare dai numeri di Ra’anan. In una delle sue relazioni sulla battaglia, Pa’il disse che il suo rapporto a Galili descriveva “il massacro di 250 persone” (85). David Cohen, comandante di Pa’il nell’intelligence dell’Haganah, più tardi ricordò che Pa’il si era servito della cifra di 254 nel suo rapporto sulla battaglia. “Questo numero ci sembrò esagerato, e gli chiedemmo come lo aveva ottenuto”, disse Cohen. “Pa’il replicò, “non potei contarli tutti, ma c’è un rapporto direttamente dalla fonte originale”, riferendosi a Ra’anan. Scrivendo sul Yediot Ahronot nel 1972, Pa’il ripeté l’affermazione che 254 persone furono uccise (86). Il fatto che Pa’il si sia servito della cifra falsa indicata da Ra’anan, e che egli abbia apparentemente ammesso con Cohen che egli stesso non aveva contato i corpi, fa sorgere ulteriori problemi su quanto vicino alla scena sia stato Pa’il, e sull’affidabilità della sue dichiarazioni rispetto a quanto accadde.
    Secondo Eric Silver, “Essi seppellivano così velocemente che nessuno si fermò a contare i cadaveri”. Silver menziona Muhammad Arif Sammour quale persona che avrebbe detto che tre giorni dopo la battaglia “i rappresentanti di ognuno dei cinque clan a Deir Yassin si incontrarono a Gerusalemme negli uffici islamici accanto alla moschea di Al Aqsa e fecero una lista delle persone che non erano state ritrovate. Noi completammo [la lista dei] nomi. Il loro numero era di 116. Niente era capitato fin dal 1948 per farmi pensare che quella cifra fosse sbagliata”. Silver aggiunse: “Ancora una volta, Sammour ha ogni ragione per esagerare piuttosto che sminuire le perdite. La sua posizione è confermata da Yehoshua Arieli [comandante del gruppo dell’Haganah che seppellì i cadaveri], ora professore di storia e veterano pacifista israeliano. “La cifra di 116, dice, ha senso. Non penso che ne abbiamo seppellito più di 120-140″ (87).

    La sorprendente scoperta dei ricercatori arabi

    Nel 1987, il Centro di Ricerca e Documentazione della Bir Zeit University, un’importante università araba nel territorio ora controllato dall’Autorità Palestinese, pubblicò uno studio complessivo della storia di Deir Yassin, come parte del proprio Progetto di Documentazione dei Villaggi Palestinesi Distrutti. I ritrovamenti del Centro concernenti Deir Yassin vennero pubblicati, ma solo in arabo, come quarto volumetto della “Serie Villaggi Arabi Distrutti”.
    Lo scopo del progetto, secondo il suo direttore, è di “ottenere informazioni dalle persone che vissero in quei villaggi e che erano loro parenti prossimi, e poi di confrontare questi dati e pubblicarli al fine di salvare, a beneficio delle future generazioni, la speciale identità e le peculiari caratteristiche di ogni villaggio” (88).
    Nello studio di Bir Zeit, la descrizione della battaglia di Deir Yassin iniziava con la tipica iperbole di molte relazioni dell’evento, chiamandola “un massacro del quale la storia ha raramente visto l’uguale” (89). Ma, diversamente dagli autori di ogni altro precedente studio su Deir Yassin, i ricercatori di Bir Zeit rintracciarono i testimoni oculari arabi sopravvissuti all’attacco e intervistarono personalmente ciascuno di essi. “Per lo più, abbiamo raccolto le informazioni di questa monografia durante il periodo tra febbraio e maggio del 1985 tra i nativi di Deir Yassin che vivono nell’area di Ramallah, e che sono stati estremamente collaborativi”, spiegavano gli autori di Bir Zeit citando per nome dodici ex-residenti di Deir Yassin che avevano intervistato a proposito della battaglia. Lo studio continua: “Le fonti [storiche] che hanno dibattuto sul massacro di Deir Yassin concordano unanimemente che il numero delle vittime si aggira tra 250 e 254; tuttavia, quando esaminammo i nomi che appaiono nelle varie fonti, divenimmo assolutamente convinti che il numero degli uccisi non sia stato superiore a 120, e che i gruppi che eseguirono il massacro esagerarono il numero allo scopo di terrorizzare i residenti palestinesi al punto da lasciare i loro villaggi e città senza opporre resistenza” (90). Gli autori concludono: “Segue un elenco di nomi ed età degli uccisi a Deir Yassin nel massacro che ebbe luogo il 9 aprile 1948, che è stato compilato sulla base delle testimonianze dei nativi di Deir Yassin. Abbiamo fatto un grande investimento nel tentativo di controllarlo e nel dare certezze su ciascun nome, tale da poter dire senza esitazione alcuna che si tratta del più accurato elenco di questo genere mai realizzato fino ad oggi”. Segue un elenco di 107 persone uccise e 12 ferite (91).

    Come si è gonfiata la bugia del “massacro”

    Quando il comandante dell’IZL, Mordechai Ra’anan, esagerò deliberatamente l’ammontare delle perdite di Deir Yassin a scopo di propaganda, inavvertitamente alimentò la propaganda anti-israeliana per i decenni a seguire.

  15. Per coloro ai quali non vanno bene certi siti...
    Per coloro ai quali non vanno bene certi siti... says:

    JIMMY CARTER,
    ex-presidente USA

    The Washington Post

    (Traduzione di Gianluca Bifolchi)

    Io so per il mio personale coinvolgimento negli eventi che la devastante invasione di Gaza da parte di Israele avrebbe potuto facilmente essere evitata.

    Dopo aver visitato Sderot lo scorso aprile e aver visto i seri danni psicologici causati dai razzi che erano caduti su quell’area, mia moglie Rosalynn e io dichiarammo che non c’era scusa per il loro lancio da Gaza, e che si trattava di un atto di terrorismo. Sebbene le vittime fossero rare ( tre morti in sette anni), la città era traumatizzata da esplosioni imprevedibili. Circa 3.000 residenti si erano trasferiti in altre comunità, e le strade, i campi da gioco, e i quartieri commerciali erano quasi vuoti. Il Maggiore Eli Moyal riunì un gruppo di cittadini nel suo ufficio per incontrarci e si lamentò che il governo di Israele non fermasse i razzi, o con la diplomazia o con l’azione militare.

    Sapendo che avremmo presto incontrato i leader di Hamas a Gaza e a Damasco, promettemmo di valutare possibilità per un cessate il fuoco. Dal capo dell’intelligence egiaziana Omar Suleiman, che stava negoziando tra Israele e Hamas, apprendemmo che c’era una differenza fondamentale tra i due lati. Hamas voleva un cessate il fuoco che coprisse sia Gaza che la West Bank, mentre gli Israeliani rifiutavano di discutere qualunque cosa che non fosse Gaza.

    Sapevamo che il milione e mezzo di abitanti di Gaza erano alla fame, dato che il relatore speciale per le Nazioni Unite sul diritto al cibo aveva scoperto che la denutrizione a Gaza era altrettanto seria di quella delle nazioni più povere nel sud del Sahara, con più della metà delle famiglie palestinesi che mangiavano solo un pasto al giorno.

    I leader palestinesi si dimostrarono refrattari su tutte le questioni, affermando che i razzi erano il solo mezzo per rispondere al loro imprigionamento e per rendere testimonianza alla loro grave situazione umanitaria. I più alti leader di Hamas a Damasco, comunque, erano d’accordo a considerare un cessate il fuoco solo per Gaza, a condizione che Israele non attaccasse Gaza e permettesse l’accesso ai rifornimenti umanitari per i cittadini palestinesi.

    Dopo lunghe discussioni con quelli di Gaza, questi leader di Hamas furono d’accordo anche ad accettare un accordo di pace negoziato tra gli israeliani e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, che guida anche l’OLP, a condizione che fosse approvato a maggioranza dai palestinesi in un referendum o da un governo di unità nazionale regolarmente eletto.

    Dato che eravamo solo osservatori e non negoziatori, passammo queste informazioni agli egiziani, e loro andarono a fondo di questa proposta di pace. Dopo circa un mese, gli egiziani e Hamas ci informarono che tutta l’azione militare da entrambe le parti e il lancio dei razzi si sarebbero fermati il 19 giugno, per un periodo di sei mesi, e che gli aiuti umanitari sarebbero stati ripristinati al normale livello precedente al ritiro israeliano del 2005 (circa 700 camion al giorno).

    Non eravamo in grado di confermare questo a Gerusalemme a causa dell’indisponibilità di Israele ad ammettere qualunque negoziato con Hamas, ma il lancio dei razzi fu subito interrotto e ci fu un aumento nelle forniture di cibo, acqua, medicinali e combustibile. Tuttavia l’aumento fu in media del 20% del livello normale.

    E questa fragile tregua fu parzialmente rotta il 4 novembre, quando Israele lanciò un attacco a Gaza per distruggere un tunnel difensivo che veniva scavato da Hamas all’interno del muro che rinchiude Gaza.

    In un’altra visita in Siria a metà dicembre, cercai di ottenere che l’imminente scadenza della tregua di sei mesi fosse allungata. Era chiaro che la questione preminente era l’apertura dei valichi di frontiera per Gaza. Rappresentanti del Carter Center visitarono Gerusalemme, si incontrarono con funzionari israeliani e chiesero se era possibile ottenerla in cambio della cessazione del lancio di razzi. Il governo d’Israele fece sapere informalmente che il 15% delle forniture normali era possibile se Hamas fermava il lancio di razzi per 48 ore. Ciò era inaccettabile per Hamas, e le ostilità esplosero.

    Dopo 12 giorni di “combattimento”, le Forze di Difesa di Israele resero noto che 1000 obiettivi erano stati presi di mira e bombardati. Durante quel periodo, Israele respinse gli sforzi internazionale per ottenere un cessate il fuoco, con pieno appoggio di Washington. Diciassette moschee, la Scuola Internazionale Americana, molte case private e molta dell’infrastruttura di base della piccola ma densamente popolata area erano state distrutte. Ciò include i sistemi di fornitura di acqua potabile, elettricità, rete fognante. Volontari medici coraggiosi di molte nazioni hanno preso nota delle pesanti perdite civili, mentre i più fortunati operano sui feriti alla luce di generatori diesel.

    Jimmy Carter
    Link: http://achtungbanditen.splinder.com/post/19534023/Una+guerra+non+necessaria

  16. Faust x Anita
    Faust x Anita says:

    … vorrei (non) vedere te… ti portano via la casa e ti mettono in un campo di concentramento…. quale sarebbe la tua reazione?¿? il gioco delluovo o la gallina è inutile… Dalle carte geografiche in questo blog postate, le immagini parlano sole, sono la verita su chi è il ladro ( in questo caso oltre che criminale, anche genocida… ) … e cchi il derubato assassinato… o esiliato… che altro dire la realta parla da sola su cchi èè cchi…!!! cieco è / o in malafede se dice il contrario… tutto il resto è propaganda. ciao cara!!!
    Faust

  17. LA BOLLA DEL MEDIO ORIENTE
    LA BOLLA DEL MEDIO ORIENTE says:

    di WILLIAM NORMAN GRIGG
    Lewrockwell.com

    La bolla del dominio USA-israeliano in Medio Oriente scoppierà non appena finirà l’egemonia globale del dollaro di carta.

    Come succede ogni volta che Israele conduce un’importante campagna militare, l’assalto continuo dell’IDF su Gaza – che ha annientato centinaia di non combattenti, bambini compresi – ha fatto spuntare i fanatici come funghi…

    “Do not f**k with the Jews.”… [scritto da] Martin Peretz, il redattore capo di The New Republic, l’auto-investitasi autorità in materia di etichetta etnica… Peretz è fissato sulla conservazione del potere dello Stato israeliano… le opzioni politiche preferite da Peretz “quasi sempre [significano] più guerra” – non solo fra Israele ed i palestinesi, o Israele e un vicino non sufficientemente docile, ma anche tra Washington e qualsiasi nemico di Israele che sia visto come un po’ troppo grande perché il governo israeliano possa occuparsene da solo.
    E come molti altri commentatori che condividono le sue priorità, Peretz è stato attento a limitare la sua partecipazione alle guerre di ogni genere al ruolo dello spettatore.

    La gente di questo genere non vive in Israele né serve nell’esercito di alcuna nazione, così da non doversi occupare direttamente della sanguinosa faccenda delle guerre che istigano e applaudono. Dalla confortevole distanza di svariate migliaia di miglia…piantano i loro ben nutriti culi sulle comode sedie degli studi televisivi o radiofonici ed eruttano compiaciute omelie circa la virtù di spedire i figli altrui ad uccidere e morire a nome di uno Stato lontano e assolutamente malfamato…

    sono convinto al punto della certezza morale che Israele non abbia alcun diritto legittimo sui soldi delle nostre tasse o sul nostro aiuto militare, e che le sovvenzioni di Washington ad Israele siano state un puro disastro sia per Israele che per la regione…Elargizioni di questo genere sono giustificate come parte del “processo di pace,” ma in realtà creano un perverso incentivo per sostenere la violenza, o almeno la minaccia di essa: se la pace dovesse davvero realizzarsi, la logica per quei sussidi sparirebbe…

    Gaza è il campo di prigionia più grande del mondo; un embargo israeliano impedisce agli abitanti di Gaza di ottenere la maggior parte delle necessità della vita. Governati un tempo dal partito Fatah di Yasser Arafat, gli abitanti di Gaza sono ora governati da Hamas, “un movimento di indipendenza” dominato da terroristi che è stato creato con l’aiuto dell’intelligence israeliana per fare da “contrappeso” al movimento di Arafat…

    Tutto l’articolo su
    Fonte: http://gongoro.blogspot.com

  18. Leggete e traducete anche questa, così vi svegliate un po' fissati filoisraeliani
    Leggete e traducete anche questa, così vi svegliate un po' fissati filoisraeliani says:

    Former Amb. Martin Indyk vs. Author Norman Finkelstein: A Debate on Israel’s Assault on Gaza and the US Role in the Conflict
    Indykfink2

    The Israeli assault on Gaza is entering its thirteenth day. Some 700 Palestinians have been killed, with many thousands more wounded, and a humanitarian crisis is mounting. Ten Israelis have died, four by “friendly fire.” A ceasefire has not been reached, and the offensive continues. We host a debate between Martin Indyk, the former US ambassador to Israel and Assistant Secretary of State for Near East Affairs during the Clinton administration, director of the Saban Center for Middle East Policy at the Brookings Institution and author of, Innocent Abroad: An Intimate Account of American Peace Diplomacy in the Middle East, and Norman Finkelstein, author of several books, including The Holocaust Industry, Image and Reality of the Israel-Palestine Conflict and Beyond Chutzpah. [includes rush transcript]

    http://www.democracynow.org/2009/1/8/former_amb_martin_indyk_vs_author

    AUDIO MP3 – http://cdn3.libsyn.com/democracynow/dn2009-0108-1.mp3?nvb=20090111170623&nva=20090112171623&t=02c559a3bb1f87b3929e9

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rachamim

    Ho letto l’intervista. Un utile punto di vista. Come vede, però, anche dal forum, ce ne sono anche altri di punti di vista. Ma più documentati.
    Un saluto.
    pino nicotri

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    RIGUARDO IL POST N° 258 (inviato da mister P)
    (caro Rachamim,
    inutile discutere con i soliti ottusi ignoranti. lasciali scrivere quello che vogliono. meglio che Israele si leva dalle palle i terroristi di Hamas. farà bene non solo agli israeliani ma specialmente ai palestinesi normali. ma devono darsi da fare perché quando va in potere Obama tutto cambierà).
    —————————————————

    Questo discorso, che non ha bisogno di commenti, mi ricorda quello fatto da Henry Kissinger agli inviati dei generali golpisti, non ricordo se argentini o cileni, impegnati nel far sparire gli oppositori e i presunti tali con le decine di migliaia di rapimenti e omicidi clandestini e segreti noti come “desaparecidos”.
    Il discorsino di Kissinger, fatto in una suite dell’hotel Plaza di New Fork, è stato desecretato qualche anno fa. Questo il succo: “Le prossime elezioni presidneziali qui negli Usa le vincerà di sicuro Carter. Perciò sbrigatevi a finire il “lavoro” [del far sparire la gente, NDR] prima che vada alla Casa Bianca. Con Carter infatti certe cose non saranno più possibli, non vi permetterà di proseguire con questa vostra strategia”.

    Il signor P nella sua malvagia rozzezza ha il pregio, a volte, di fare emergere la sostanza dei problemi sul tappeto: fottersene delle leggi e delle regole e imporre con la forza, cioè con la violenza, i propri interessi.
    Contento lui, contenti tutti.
    pino
    P.S. Non credo che Obama potrà fare molto. Non credo possa permettersi gli scrupoli di Carter. E’ “tenuto per le palle” probabilmente anche lui, Israele ho appoggi che i “latinos” del Sud America non possono neppure sognarsi.

  21. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    A volte in una frase si concentra il succo di tutto un modo di pensare.

    Dice Rachamim: “E non mi venga a raccontare che i Palestinesi in Israele sono handicappati o svantaggiati, hanno persino un ministro, quello allo sport e alla cultura.Com’è possibile? Nessuno se lo domanda.”

    I palestinesi cittadini israeliani sono circa il 20% della popolazione, ma nel parlamento sono meno del 4%, ma a lei pare strano, esagerato, sovrabbondante, che quel 20% abbia PERSINO un ministro, e poi sai sport e cultura, hai detto cotica!! E quel PERSINO è emblematico e sembra dire: “ ma cosa pretendono di più questi qui, mica sono figli prediletti, … loro .. lo siamo solo … noi.

    Dice Marco T. “ “ Irsaele,( Israele) che si è fatta coinvolgere in una situazione del genere, . HOOO!!! Povera Israele passava di li per caso ed è rimasta coinvolta nell’incresciosa situazione, ma se le parole hanno un senso, come ragioni??
    Del resto è un modo molto diffuso di ragionare anche questo Amir, (che non conosco ma che dice di essere a sinistra della sinistra) dice: “ Li abbiamo avuti, per esempio Perez, Rabin,Barak, ognuno di loro ha fatto molti passi verso i Palestinesi, con parecchie concessioni, ma dall’altra parte non ha trovato partner .” …. e quindi siccome dopo le nostre .” PARECCHIE CONCESSIONI quelli protestano e si ribellano giù botte da orbi alla “in do cojo cojo”

    Ma quali saebbero le ” PARECCHIE CONCESSIONI?? Proviamo a spiegarci con un esempino piccolo e semplice , da fiaba per bambini, ma illuminante per chi vuol capirne il senso.
    Una famiglia abitava in una casa (Palestina) stava li da mille o da 100 anni non significa niente, c’erano e per starci LORO non avevano buttato fuori nessuno.
    Arrivano altri, entrano (armati) subito si prendono il soggiorno, cucina e bagno, poi siccome in primo inquilino protesta lo scacciano anche dalle camere e lo relegano nello ripostiglio delle scope (Gaza) ed anche in quello i nuovi arrivati vanno avanti e indietro, spadroneggiano. Quelli nel ripostiglio, mi pare normale, non sono troppo contenti della situazione e quando agli altri gli capitano a tiro nello sgabuzzino gli rifilano qualche pedata negli stinchi.
    Allora i nuovi arrivati fanno i magnanimi, con un grande gesto ” UNA CONCESSIONE escono ufficialmente dal ripostiglio. Escono ma continuano a controllare il ripostiglio, un giorno gli levano la luce un giorno l’acqua, ogni volta che uno deve uscire o entrare nel ripostiglio deve aspettare ore che gli altri gli concedano il passaggio compreso quando devono andare all’ospedale ed altre mille carinerie simili.
    Ovvio che quelli del ripostiglio dopo anni di questa situazione e sono incazzati come le bisce (molto adirati nella versione per bambini) e cominciano a lanciare le scope (kassam) ed ecco che i nuovi arrivati cominciano ad urlare “tirano le scope sono terroristi !! ed anche molti vicini di casa che vedono tirare le scope non sapendo, o più spesso, fingendo di non sapere, quanto è successo prima si uniscono al coro “terroristi!!” “terroristi!!” “terroristiiiii!!”.
    I nuovi arrivati forti della generale approvazione si sentono allora autorizzati a entrare nel ripostiglio e randellare tutti quelli che ci avevano rinchiuso, donne vecchi e bambini compresi, ansi preferibilmente.
    Per ora di questa fiaba non ha un finale, speriamo che per quando ascolterà fiabe la/il nipote di Sylvi qualcuno riesca a scriverne uno lieto, o almeno accettabile.

    Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.i

  22. Vox
    Vox says:

    Da un intervento appena sentito un intervento di John Galloway:
    (un uomo per il quale voterei senza esitazione, se solo fosse possibile averlo come presidente dell’Europa, e se si potessero votare i presidenti europei):

    “In Gaza… were found dead babies sucking at their dead mother’s toes” [A Gaza… sono stati trovati neonati morti che succhiavano le dita dei piedi delle proprie madri morte].

    Un’immagine che rende l’idea piu’ di mille parole.

    ***

    Come facevano a suo tempo i nazisti, gli israeliani gettano migliaia di volantini sulla popolazione di Gaza, in cui annunciano bombardamenti ancora piu’ pesanti.
    Perche’ fare questo? Semplice: si chiama attacco psicologico. Terrorizzare la popolazione ancor prima di bombardarla, spezzarne lo spirito oltre che il corpo.

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    PETIZIONE CHE VI INVITO A FIRMARE:

    http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/berlusconi-al-quirinale-mai

    BERLUSCONI AL QUIRINALE: MAI

    Berlusconi vanta un consenso plebiscitario intorno al 70 %. Non importa che sia vero. Basta che la gente ci creda. Basta che l’opposizione sia rassegnata. Così ciò che in qualsiasi democrazia sarebbe stato impossibile in Italia diventa fatale.
    Berlusconi non fa mistero di puntare al Quirinale. Meglio se con una Costituzione sfigurata in senso presidenzialista. Ma, anche a Costituzione invariata, gli piace lo stesso immaginare qualche suo protetto al vertice del potere politico e sé stesso assurto al vertice dello Stato.
    Comincia un anno in cui il titolare dell’anomalia italiana si rappresenta in trionfo e schernisce un’opposizione che nel suo partito maggiore è avvilita dagli insuccessi e incrinata nella sua solidità.
    Questo è il momento di stabilire con la massima fermezza che non consideriamo inevitabile ciò che Berlusconi desidera a coronamento della sua resistibile ascesa.
    Se molti cittadini cominciano a pensare che non si può fare più niente ci resta ancora la possibilità di dire.

    Cominciamo a dire che:
    * è impossibile che Berlusconi diventi presidente della repubblica;
    * un monopolista dei mezzi di comunicazione non può occupare il vertice dello Stato.

    Ripetiamo:
    * un soggetto ineleggibile e soprattutto incompatibile con l’esercizio del potere politico non può salire alla massima carica della Repubblica.

    Affermiamo:
    * l’uomo di parte non può svolgere il massimo ruolo al di sopra delle parti.

    Siamo privi dei principali mezzi di comunicazione perché li ha tutti lui, ma usiamo i pochi e poveri mezzi che ci rimangono. Affidiamo il nostro messaggio alla rete. Scriviamolo dappertutto. Sulla carta e sul vetro, sulla plastica, sul cemento e l’asfalto.
    Scriviamo e telefoniamo a tutti quelli che conosciamo. Persuadiamo i nostri amici a condividere l’esperienza. Allarghiamo la partecipazione. Non fermiamoci mai.
    Ci resta solo la voce. Usiamola. Voci vicine e lontane possono unirsi. Possono diventare valanga:
    FIRMIAMO, FIRMIAMO… FIRMIAMO

    Primi firmatari: Pancho Pardi, Francesco Baicchi, Laura Belli, Barbara Fois, Citto Leotta, Vittorio Marinelli, Pier Paolo Mattioni, Aldo Meschini, Cinzia Niccolai, Giuliana Quattromini, Maria Ricciardi Giannoni, Maria Rosano, Vincenzo Tradardi
    ———————————————–
    Per firmare andate sul link:
    http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/berlusconi-al-quirinale-mai

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x AZ e x Rachamim

    Secondo le regole scientifiche e internazionali quando uno Stato ha una minoranza superiore al 20% è uno Stato binazionale. Il dramma o meglio la tragedia di Israele è che NON accetta e (credo, ma spero di sbagliarmi) non accetterà mai di essere uno Stato binazionale. Anche se permette che i cittadini israeliani arabi votino. Mi dicono che non possono accedere a tutte le carriere, per esempio quella di ufficiale superiore o comandante delle forze armate o ministro della Difesa. Rachamim non ha mai risposto a un mio post delle precedente puntata in cui gli chiedevo, appunto, se certe affermazioni sui lavori preclusi sono esatte o no. Anche in un recente articolo (non più di 8-10 giorni fa) di Lucio Caracciolo su Repubblica ho letto che “i cittadini israeliani arabi non sono integrati”.
    Un saluto.
    pino

  25. Anita
    Anita says:

    Ho visto piu’ di 22 minuti dell’intervista del Former Ambasciatore Martin Indyk vs. Author Norman Finkelstein,
    dura un ora…

    Non ho imparato niente di nuovo…due opinioni diverse.
    Solo che Martin Indyk era a disagio perche’ ambushed in un dibattito su cui non era preparato, era stato invitato per promuovere il suo nuovo libro “Innocent Abroad”.

    (Amy Goodman e’ nota per deceptions.)

    Anita

  26. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il cristianesimo non deriva affatto dall’ebraismo, ne e’ semmai una reazione.
    ———
    Il cristianesimo è una rielaborazione del Jainismo, come il buddismo: sono entrambi di derivazione jainista, anche se vanno in direzioni diverse.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dice Marco T. “ “ Irsaele,( Israele) che si è fatta coinvolgere in una situazione del genere, . HOOO!!! Povera Israele passava di li per caso ed è rimasta coinvolta nell’incresciosa situazione, ma se le parole hanno un senso, come ragioni??
    —————-
    Ok, voglio vedere cosa avreste detto se Israele si fosse messa a lanciare la stessa quantità di razzi su Gaza City, del tipo 10 me ne lanci tu e 10 te ne lancio io, dove vanno e vanno…
    Li avreste chiamati ugualmente assassini perchè avrebbero fatto in tutti questi anni certamente ancor più morti innocenti.
    Io ho scritto in un post ciò che deriva dalle mie deduzioni. Se i miei post li si legge saltuariamente o ci si ferma dopo le prima 4 righe ritenendo superfluo il resto, non si riuscirà mai a capire ciò che dico. Mi sembra di aver fatto una certa diagnosi della situazione attuale, diagnosi che mi sento di confermare sempre di più.
    Vedremo in seguito, quando le cose saranno più chiare, se avrò avuto ragione io, o no.
    Il resto delle illazioni, appartiene a voi, non a me.

  28. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Caro Marco,
    l’Egitto e’ un fattore molto importante sulla situazione odierna.
    E’ una Nazione contraria a Hamas, ma chiude due occhi ai tunnels tra Egitto e Gaza.

    Il tutto per ragioni politiche interne.

    Anita

  29. Vox
    Vox says:

    @Anita

    Chiedo scusa, ho scritto John per errore. George Galloway, politico socialista di origine scozzese, noto per sostenere con forza e senza mezzi termini o giri di parole i suoi punti di vista, abile oratore e membro del parlamento britannico.
    Puo’ trovare molto su di lui su Wikipedia e su altri siti come questo:

    http://www.georgegalloway.com/

  30. Vox
    Vox says:

    Israele è che NON accetta e (credo, ma spero di sbagliarmi) non accetterà mai di essere uno Stato binazionale.
    @ Pino

    Gli israeliani non accettano uno stato binazionale anche perche’ la loro religione non prevede alcuna integrazione con nessuno. In Usa esistono addirittura delle organizzazioni che tengono d’occhio gli ebrei che vogliono contrarre matrimonio con non-ebrei e gli offrono “counselling” per dissuaderli. Tra l’altro, una di queste organizzazioni ha subito delle perdite economiche in seguito al caso Madoff, proprio per questo ne sentito parlare.

  31. Vox
    Vox says:

    @ Pino
    Non riesco ad aprire il sito liberacittadinanza da te indicato, dice che si e’ verificato un errore…

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Fine definitiva di Gaza

    Dal blog di Vittorio Zucconi

    “L’onesto mediatore

    La Camera degli Stati Uniti, la House of Representatives, riunita sotto quel cupolone davanti al quale giurerà martedì prossimo Barack Obama, ha votato venerdì sera una risoluzione per “riconoscere a Israele il diritto di difendersi dagli attacchi provenienti da Gaza” e dunque apporre il sigillo del Parlamento americano, il solo che interessi davvero a a Israele, all’operazione Piombo Fuso. La risoluzione ha ottenuto 390 voti a favore e 5 contrari, morto più morto meno il rapporto fra le perdite israeliane e palestinesi in questa “guerra”, e a Gaza può partire con la entusiastica benedizione americana (il Senato aveva già approvato una risoluzione identica) la “terza fase” della spedizione punitiva. Tanti cari auguri a Barack Obama, e alla credibilità degli Stati Uniti come “honest broker”, onesto e imparziale mediatore fra israeliani e palestinesi. Chi spera in una possibile soluzione equa, pacifica e definitiva di questa tragedia infinita, non trattenga il fiato, perchè potrebbe morire asfissiato”.

  33. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    In pratica, gli Usa sono entrati ufficialmente in guerra contro i palestinesi. Con tutto ciò che ne consegue. O meglio: che ne conseguirà.

    Credo che allo stesso Vittorio Zucconi sia sfuggito il senso della votazione di cui si parla nel post 285.
    La frase
    “La Camera degli Stati Uniti, la House of Representatives, riunita sotto quel cupolone davanti al quale giurerà martedì prossimo Barack Obama, ha votato venerdì sera una risoluzione per “riconoscere a Israele il diritto di difendersi dagli attacchi provenienti da Gaza” e dunque apporre il sigillo del Parlamento americano, il solo che interessi davvero a a Israele, all’operazione Piombo Fuso”
    di fatto significa che gli Usa sono usciti allo scoperto entrando ufficialmente in guerra come alleati di Israele.
    Mi pare si tratti di un giro di boa dalle conseguenze incalcolabili.
    pino nicotri

  34. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    anche se in ritardo ho letto il suo messaggio marco tempesta 10.01.09 alle 16:52, che trovo singolare per le affermazioni infondate che lei fa, per il tono querulo da gegno incompreso e soprattutto per la scoperta dell’acqua calda che se ne evince. Prenda appunti che le spigo come va il mondo, cosa che voi idealisti seduti sulle nuvole faticate a capire.
    Da che mondo è mondo si hanno della realtà molteplici punti di vista ed ancora più numerosi progetti. Tanto per non andar lontano, i progetti di Cavour, di Mazzini, di Garibaldi e del re avevano pochi punti in comune, al di fuori dell’obiettivo dell’unificazione nazionale. I quattro progetti si combattevano tra loro,ognuno ritenendo il suo migliore e gli altri dannosi. A volte si arriva a comporre le differenze facendo fronte unito contro il nemico, altre volte questo non è possibile ed in tal caso fenomeni di alleanza con il nemico sono usuali.
    Tanto per farle qualche esempio storico: i partigiani monarchici iugoslavi di Mihailovic si alleavano abitualmente con i tedeschi per combattere i titini; la stessa cosa in Grecia; a volte anche in Italia si stipulavano tregue d’armi tra i crucchi ed gli autonomi che escludevano i reparti garibaldini.
    Nella resistenza palestinese c’è una frattura tra la corrottissima dirigenza di Al Fatah, disposta ad ogni compromesso con gli israeliani ed Hamas, che invece non è disposta a cedere tutto e che ha messo in atto numerosi interventi di aiuto alla popolazione, come in Libano Hezbollah. La posta in gioco sono la terra e l’acqua, che per i generosi come lei devono essere cedute senza problemi perché, com’è noto a tutti i fresconi, nelle zone aride senz’acqua si vive meglio.
    Dire che Hamas ha provocato appositamente la guerra è una stupidaggine dietrologica (chissà perché fa abitualmente parte della cultura meridionale andare a cercare le spiegazioni più complicate scartando quelle più semplici. Il rasoio di Occam è sconosciuto in Meridione). Hamas lancia i razzi per far vedere al mondo intero (ed in particolare al mondo arabo che ne ha un grande bisogno) che la lotta non è finita e che la resistenza continua: E’ una guerra di nervi e non è detto che i nervi degli israeliani, che hanno la coscienza sporca e le dita sporche di marmellata, siano così solidi.
    In una guerra di liberazione nessuno fa MAI il calcolo dei morti perché si pensa che sia meglio morire che vivere schiavi. In Europa, tanto per non far esempi troppo lontani, che sarebbero stratosferici per un capisone (uno ch’el capiss tüscoss) come lei, la Spagna, la Russia, la Iugoslavia e l’Irlanda hanno fatto lo stesso conto. Solitamente quando avevano a che fare con feroci occupazioni straniere che lasciavano ai cittadini la scelta tra morire di fame e morire di pallottola.
    Siccome lei astutamente elimina questa possibilità se ne deduce che la questione mediorientale dipende dal sesso degli angeli, argomento sul quale sarebbe facile fare un po’ di sano ed onesto comparaggio.
    Qui più che di giochi sporchi siamo in presenza di diverse visioni del mondo. Per altro non si capisce proprio perché mai la politica dovrebbe essere più pulita degli affari o della carriera. Il bisogno di pulizia è una manifestazione di idealismo, mio caro. Su, si decida a fare quel famoso saltino giù dal mirtillo.
    Hamas blocca i valichi con l’Egitto, posto che la notizia sia vera perché tutte le frontiere di tutte le zone palestinesi sono controllate direttamente dagli israeliani (che che evidentemente lei ignora) per mantenere la popolazione nella striscia in modo da rendere meno facili le operazioni militari alla parte più forte: direi che fanno benissimo. Lei sembra proprio d’accordo con le peggiori affermazioni del peggior Rodolfo: come sedicente uomo di sinistra dovrebbe vergognarsi, posto che lei sappia cos’è la vergogna. Naturalmente per un pistola come lei questo compensa il blocco di informazioni di quei fascisti degli israeliani. Doppia vergogna.
    I palestinesi hanno sempre voluto la pace, sono gli israeliani che non l’hanno mai voluta. Non hanno ancora perduto la speranza di realizzare gli obiettivi sionisti.
    Israele faccia delle proposte oneste e poi si potrà accusare Hamas. E quando mai Israele ha fatto delle proposte oneste? Sveglia marcolino che la mamma ha fatto gli gnocchi….. U.

  35. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Pino, il Presidente Bush ha rifiutato di appoggiare Israele in un eventuale attacco su Iran.
    Ho sentito il discorso. (ieri)
    Ha rifiutato i voli sull’Iraq. (air space)
    Ha anche detto che non vuole che gli Stati Uniti prendano parte ad una guerra fra Israele e Iran.
    Iran e’ la fornitrice dei razzi a lunga gittata.

    Obama per il momento non si pronuncia, quello che ha detto nel passato non puo’ mantenere, “change” e’ davvero “change”, di giorno in giorno.

    Giornalmente e’ in comunicazione con l’attuale Presidente, si consiglia con McCain, ovviamente ha molte incertezze…

    Anita

  36. Peter
    Peter says:

    xUroburo

    ma certo, il rasoio di Occam l’hanno inventato i milanesi…
    Se nei suoi post per Marco T ci mettesse meno antimeridionalismo forse sarebbe meglio. Solo un’idea

    Peter

  37. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    mi scusi, non avevo capito che si trattava di andare a Monaco di Baviera, a giugno. Mi ritiro in buon ordine

    un caro saluto e grazie lo stesso

    Peter

  38. Faust x Fabrizio de Andre....
    Faust x Fabrizio de Andre.... says:

    …decimo anniversario della scomparsa di Fabrizio de Andre… in questo momento ppiu di 300 radio in tutta Italia, sono collegati con Che Tempo cche Fa… x trasmettere nello stesso momento canzoni indimenticabili di De Andre.
    Faust

  39. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Apologies: Video of Carnage in Gaza Market is a hoax

    http://www.uruknet.info/?p=50381

    Il video e’ piu’ che straziante, ma non e’ di adesso, e’ un video di un camion pieno di missili nella striscia di Gaza nel 2005, che salto’ per aria uccidendo 15 civili e molti feriti.

    Uruknet ci ha messo 3 anni per ammettere che era una falsa accusa.
    Il video ha fatto il giro di tutto il mondo, con urla raccapriccianti.

    Lo postero’.

    Anita

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Nel post n. 250 c’è già la notizia che lei riporta di Bush che nega agli israeliani il permesso per la nuova follia del bombardamento degli impiani iraniani di Natanz.
    Il voto del senato e della camera statunitensi di cui parla Zucconi sono due fatti gravissimi. Ora si spiega il perché dell’azione israeliana contro Gaza scatenata a fine dicembre: mettere Obama di fronte al fatto compiuto. E perciò forzargli la mano.
    Un saluto.
    pino nicotri

  41. Faust x i confetti avvelenati di busc..
    Faust x i confetti avvelenati di busc.. says:

    … ed è solo linizio x il povero Obama, le guerre servono x uscire da un fallimento economico…

    …eqqueqqua, lultimo sara un grosso incidente diplomatico… o terrorista di grandi proporzioni…. verra accusato l Iran e Obama dovra intervenire ed appoggiare israele, obtorto collo… e andra ggiu pesante… se non mi sbaglio il Vietnam, cera Kennedy?¿ … comunque adesso ccè da fare attenzione a India e Pakistan… la vedo nera…
    Faust

  42. Anita
    Anita says:

    x Pino

    “Il voto del senato e della camera statunitensi di cui parla Zucconi sono due fatti gravissimi. Ora si spiega il perché dell’azione israeliana contro Gaza scatenata a fine dicembre: mettere Obama di fronte al fatto compiuto. E perciò forzargli la mano.”
    ______________________________

    Ma la camera ed il senato sono in maggioranza democratici.
    Tutto e’ in mano ai democratici.
    Che scopo avrebbero di forzare la mano a Barack Obama?
    Ci aspettavamo che qualche cosa succedesse durante o dopo le elezioni, ma il partito democratico ha eletto il candidato preferito.
    Mi sembra che il collasso finanziario sia stato sufficiente e’ arrivato proprio in tempo…dando la vittoria ad Obama.
    Con tutto il mio rispetto per John McCain, non era un buon candidato per i repubblicani.
    Sara’ piu’ efficace in senato.

    Ho letto il blog di Zucconi, ho letto i commenti, una combriccola pacata ed amichevole.

    ‘Notte, Anita

  43. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Conto di spiegare meglio domani ciò che volevo dire, comunque anche se in mano democratica il senato e la camera su certi argomenti possono desiderare di mettere Obama di fronte al fatto compiuto. Non è come in Italia, dove tutti – e non solo dentro il suo partito – ballano a comando la musica di Berlusconi…… Nei Paesi seri è il parlamento che a volte suona la musica per il capo del govenro o per il suo equivalente. E certi interessi, compresi quelli del complesso militare-industriale, nel parlamento Usa sono ben presenti. Francamente non capisco perché il parlamento di un altro Stato debba autorizzare o no le operazioni di guerra o di polizia militare di un altro Stato.
    Un saluto.
    pino

  44. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Scrive Marco T.
    “Ok, voglio vedere cosa avreste detto se Israele si fosse messa a lanciare la stessa quantità di razzi su Gaza City, del tipo 10 me ne lanci tu e 10 te ne lancio io, dove vanno e vanno…”

    Tu Marco continui a confondere la causa con effetto, nella paraboletta del lupo che sta a monte ed accusa l’agnello, che sta a valle, di sporcargli l’acqua, tu vedi l’acqua sporca ed automaticamente dai ragione al lupo, ma non osservi la cosa che è determinante per capire chi sporca a chi, il verso della corrente.
    Se tu continui a proiettare il film partendo dagli ultimi dieci minuti e tralasci ostinatamente il primo e gran parte del secondo tempo, è chiaro che poi tutta la trama ti diventa incomprensibile.
    Tu vedi i razzi di Hesbolla come se fossero il primo atto ostile che in assoluto si è verificato nella regione e non l’ultimo, (penultimo per la precisione), c’è in te un granitico blocco mentale che ti impedisce di prendere minimamente in considerazione come elementi di causa o quantomeno concausa di quei lanci, tutto quanto è successo negli ultimi 10, 30, 60, 100 anni in quella striscia di terra che va dalla Siria al mar Rosso, e di cose li ne sono successe un bel po’.
    Nel precedente post ho provato anche con l’esempio favoletta dei proprietari della casa costretti a vivere (e male anche li) nel ripostiglio delle scope, ma tu niente, vedi solo le scope che volano dal ripostiglio e ti ostini a non comprendere (comprendere…!!!!, non condividere) perché quelli sono arrivati a tirarle ed a farsi rappresentare da quelli che ne tirano di più e più forte.
    Pazienza mi arrendo, a questo punto, come direbbe Uroburo, non capireste neppure un esempio che si basi sulla figa.

    Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i

  45. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro AZ, quando si fa una guerra, la si perde o la si vince e, non essendoci altre possibilità, la si pianta lì e si cerca un accordo. Il perdente ci andrà a rimettere, ma è così che funzionano le guerre. Se poi il perdente si ostina avoler continuare la guarra, giocoforza continuerà a perdere, con quel che ne consegue.
    Comunque, la mia teoria, che ti è sfuggita, è che il conflitto attuale è stato scatenato da Hamas al fine di soverchiare Fatah, utilizzando gli inevitabili morti come collante per agganciare la rabbia e il desiderio di vendetta dei palestinesi. Il che, a mio parere, è un crimine ancor peggiore di quello commesso dagli israeliani. Se ti fai un giro di letture e di interviste, ti renderai conto che questa volta non è la solita voglia di rivincita dei palestinesi, una buona parte dei quali, in Cisgiordania (o West Bank a piacere) è CONTRO Hamas, ma uno sporchissimo gioco interno di Hamas contro Fatah. Una strumentalizzazione dei morti, cercati a tutti i costi da Hamas. Morti che non si sarebbero avuti se Hamas si fosse allineato con le posizioni non aggressive di Fatah. Morti di cui Hamas è il primo responsabile, poichè cercati cinicamente, esponendo volontariamente la popolazione al fuoco israeliano. E’ un’accusa non solo mia, ma degli esponenti di Fatah, palestinesi a pieno titolo anch’essi, e di tutti i capi di stato compreso Ban Ki Moon dell’Onu.
    Se questa teoria ti disturba, dà tempo al tempo…staremo a vedere se ho ragione o se ho torto.

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