Sette giorni, una vita. Il Lingotto-Marchionne sancisce la fine delle conquiste civili e dello sviluppo dell’Italia iniziate col dopoguerra? E’ ormai più che assodato che siamo governati nell’interesse di una banda di malfattori. Per giunta benedetti da un Vaticano protettore dei bunga bunga dei preti pedofili

Qual è la notizia peggiore tra quelle dell’ultima settimana? Difficile dirlo, perché è stata una grandinata. Sono reduce dalla quattro giorni di congresso nazionale tenuto a Bergamo dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), cioè del sindacato nazionale federale dei giornalisti italiani, la cui prima giornata è stata occupata dai discorsi dei tre editori ospiti, Carlo De Benedetti del Gruppo L’Espresso, Fedele Confalonieri di Mediaset e Piergaetano Marchetti della RCS, cioè della Rizzoli-Corriere della Sera. Stendiamo un pietoso velo. Per ora. Armiamoci di coraggio e procediamo.

1) – Il caso Fiat-Marchionne. Che in realtà è il più importante di tutti dal punto di vista strutturale e dell’economia. Beh, sappiamo già di che si tratta, lo abbiamo detto alcune volte. In Italia sono in atto due cose: lo smantellamento di molti diritti conquistati con la lotta contro il fascismo e nel dopoguerra; la riduzione progressiva del cittadino in consumatore. In questo quadro c’è la tentazione di demolire anche la dignità professionale, riducendo il più possibile a forza lavoro un tanto al chilo, cioè all’ora o alla giornata, qualunque tipo di figura professionale subordinata. Quanto accade al Lingotto della Fiat non è che la conseguenza di tutto ciò, nonché la spallata definitiva. C’è la tendenza a rendere il lavoratore subordinato italiano sempre meno lavoratore professionale e cittadino e sempre più forza lavoro un tanto al chilo e consumatore. A pensarci bene non si tratta di ridurre i lavoratori italiani come fossero extracomunitari, ma come fossero palestinesi in Israele. L’extracomunitario infatti dopo alcuni gironi infernali può diventare cittadino italiano come gli altri, ma il palestinse d’Israele non potrà mai diventare un cittadino come gli altri alla stessa stregua dei lavoratori italiani che sempre meno potranno essere cittadini come quelli che campano del lavoro altrui anziché solo del proprio. Con l’aggravante che ai vari Elkan, che disgraziatamente hanno preso il posto degli Agnelli prematuramente scomparsi, Giovannino ed Edoardo, della Fiat “italiana” non gliene può fregare meno, se non per altri miliardi di euro regalati dallo Stato italiano ufficialmente “a favore dell’occupazione” (!), per il semplice motivo che hanno una mentalità quanto meno “internescional”, come dimostra l’incapacità di Lapo Elkan a parlare in italiano decente che è pari alla sua capacità di spendere – qualcuno forse direbbe scialacquare – quattrini in malo modo. Quattrini, non dimentichiamolo mai, che provengono in parte dalle nostre tasche, cioè dalle nostre tasse, e in massima parte dal sudore dei lavoratori.
Al Lingotto ha vinto il sì. Tutti cantano vittoria e applaudono alla Modernità. Temo sbaglino di grosso. L’unica modernità l’Italia l’ha avuta dall’antifascismo prima e poi dalle lotte operaie di massa e pressocché continue dell'”autunno caldo” del ’69, quando la grande stampa estera scrisse che l’Italia grazie a quelle lotte “è entrata scalciando rumorosamente nei tempo moderni”. La vittoria di Marchionne al Lingotto probabilmente significa che il tempo della crescita e dello sviluppo e delle conquiste civili iniziato con la gagliarda ricostruzione degli anni ’50 ed esploso negli anni ’60 è finito. Che la Fiom rappresenti il vecchio è ovvio, per il semplice motivo che il nuovo chiacchiere a parte NON lo rappresenta nessuno, neppure a livello sindacale, talmente è cambiata la struttura produttiva italiana e non solo quella italiana. Dire che il nuovo lo rappresenta un Marchionne è pure demagogia cortigiana: sono troppi anni ormai che la Fiat arranca e va indietro, dopo avere man mano distrutto marchi come OM, Autobianchi, Lancia, Alfa Romeo, ecc. Le chiacchiere di Gianni Agnelli che prevedeva “rimarranno sul mercato mondiale dell’auto pochi produttori e la Fiat sarà tra questi” si sono rivelate per quello che erano: chiacchiere. Buone per mungere ancora quattrini nostri regalati dallo Stato e ingrassare tra l’altro il giornalismo parassitario, cortigiano e laudatorio annidiato in via Solferino a Milano e a La Stampa a Torino. Marchionne o è arrivato tardi o s’è svegliato tardi. In ogni caso, neppure sotto la sua guida “eccezziunale veramente”, come direbbe Abatantuono, la Fiat ha imparato a fare auto competive e moderne come quelle giapponesi, coreane, tedesche, francesi e scandinave.  Si possono fare tutte le acrobazie finanziarie, azionarie e gli incroci industrali che si vuole, ma se la “robba” prodotta non è “bbuona” non si vende.  E+ una legge che vale anche in Italia e per la Fiat da quando il protezionismo ha dovuto sgomberare il campo anche dal Belpaese, cioè ben prima del tanto decantato o maledetto, spesso a vanvera in entrambi i casi, globalismo.

Ovviamente spero di sbagliare, ma d’ora in poi è probabile si torni indietro. Fino dove? Non lo sa nessuno. Però è bene prendere nota del fatto che dopo le barricate parigine delle banlieu di pochi anni fa ora ci sono le barricate tunisine e algerine, che hanno in comune i protagonisti: i giovani. Ridotti alla disperazione per la mancanza di presente e di futuro. I nostri giovani per ora hanno un presente, grazie ai genitori ancora vivi. Quando si accorgeranno di non avere futuro, allora saranno guai.

2) – E a proposito di Tunisia e Algeria, l’orrenda mediocrità della nostra politica si vede periodicamente dagli atti del nostro ministro degli Esteri, lo svettante Franco Frattini. Questa volta ci ha tenuto a far sapere, a fronte delle decine di morti ammazzati dalle “forze dell’ordine” di quei due Paesi, che “l’Italia e dalla parte dei governi”. Posizione forcaiola di per sé, diventata anche figura di merda col “governo” tunisino fuggito all’estero, e pare proprio nell’amica Italia. Frattini si schiera con i governi quando conviene per motivi di bottega, più berluscona che italiana, pronto però a schierarsi contro altri governi quando lo comanda la bottega, più berluscona che italiana. Va bene i due pesi e due misure, ma l’indecenza dovrebbe avere un limite. O no?

3) – Nel frattempo registriamo una grande ipocrisia e un grande inganno. La grande ipocrisia è quella di Marchionne che da una parte ammonisce operai e sindacalisti che “i risultati del voto si rispettano e basta”, ma dall’altra annuncia che lui NON intende affatto rispettarli: “Se vince il no, la Fiat esce dall’Italia”. Ovvero: o votate come dico io o per voi saranno guai. Più o meno lo stesso discorso degli israeliani (e statunitensi) a Gaza. Il grande inganno è invece il fatto che i protagonisti del dramma nazionale del Lingotto ci sono, e sono migliaia e migliaia, ma in tv, né Rai né Mediaset, non ne vedrete neppure l’ombra, se non a volte grazie alla Gabanelli e a Santoro. In tv, come nel plotone di riviste e giornali più o meno patinati di gossip facenti capo al Chiavaliere, vedrete solo cose splendide, a partire dal sedere della Carfagna e dal set del Grande Fratello e altre grandi cazzate simili. Bush ha ingannato i suoi cittadini per poter fare la guerra all’Iraq. Il Chiavaliere per fare la guerra ai magistrati e scampare alla galera inganna i suoi cittadini avvalorando da sempre una eraltà spledida, sempre e comunque splendida, che non è mai esistita e che sempre meno esisterà. Questo si chiama Alto Tradimento.

4) – La notizia peggiore dal punto di vista dell’attualità politica è la dimostrazione che il capo del governo della Repubblica italiana, Silvio Berlusconi, non è solo il Grande Chiavaliere Papino il Breve. A leggere le cronace, che danno conto di prove e non di chiacchiere, c’è di che restare letteralmente, scusate il termine, di merda. Provate a leggere queste inchieste, che fanno finalmente capire bene cosa intendeva la signora Veronica Lario quando diceva che suo marito era “bisognoso d’aiuto”, cioè malato:

http://www.repubblica.it/politica/2011/01/15/news/testimone_caso_ruby-11242604/?ref=HREA-1
http://www.repubblica.it/politica/2011/01/15/news/notte_questura-11247388/
http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_15/le-14-ragazze-a-milano-due-per-loro-case-e-regali-fiorenza-sarzanini_211286de-2079-11e0-bf27-00144f02aabc.shtml
http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_14/caso_ruby_Berlusconi_indagato_Ferrarella_03fab6a8-1fbf-11e0-aeb3-00144f02aabc.shtml?fr=correlati

Che un politico si comporti così, e non parlo dal punto di vista morale ma da quello della ricattabilità, è inimmaginabile. Certe cose le faceva anche Nerone, per giunta non da solo, ma lui NON era ricattabile. Il Chiavaliere invece, stando anche ai dispacci dell’ambasciata Usa a Roma, è ricattabilissimo, se non pesantemente ricattato. Il problema però non è solo questo. Il problema  che un tipo simile ha portato al governo, addirittura come ministro della Difesa!, un lestofante come Cesare Previti, condannato in via definitiva come corruttore di magistrati e compratore di sentenze, e un non del tutto gentiluomo come Marcello Dell’Utri, condannato anche in secondo grado come favoreggiatore della mafia. Sorvoliamo sui molti altri, e sulle troppe altre, portate in parlamento per motivi non del tutto decenti. E mi limito a questo aggettivo.

Insomma, c’è la prova provata – e anzi ormai più d’una – che siamo governati da una accolita di malfattori. Purtroppo benedetta, as usual, dal Vaticano, come sempre pronto a tutto pur di incassare.

5)  – Il re del bunga bunga, primo ministro di Berlusconia detta anche Bungabungaland, insiste a dire che i giudici devono lasciarlo in pace perché “il popolo sovrano mi ha eletto e devo perciò poter governare”. Evidentemente però ignora che in Italia la Giustizia – l’intera Giustizia, e non solo le sentenze che lui ha motivo di temere – è amministrata in nome proprio di quel popolo sovrano di cui si riempie la bocca e che calpesta con il proprio comportamento e politico e privato. La Giustizia viene cioè PRIMA del voto, PRIMA della scelta di chi ci deve governare, PRIMA che il popolo sovrano vada a votare per il Tale o per il Talatro, e pertanto alle regole della Giustizia deve obbedire anche tutto ciò che concerne le elezioni, gli eletti e quelli che tra gli eletti diventano i governanti. Strano che fra tanti azzeccagarbugli e pretesi leader di sinistra nessuno si ricordi di questo piccolo particolare, neppure i Uolterloo Veltroni e i Maxim D’Alema. Far rispettare le leggi NON è mai un “sovverire la democrazia”, come invece sostiene cialtronescamente il venditore di tappeti e fumo di Arcore. Semmai è vero il contrario: governare a tutti i costi, alla faccia delle leggi, è una sovversione della democrazia anche se si è vinto le elezioni. Vincere le elezioni NON significa avere sconfitto la Costituzione.
Riguardo certe pretese del Chiavaliere, solo un demente o un mentitore di professione può sostenere che in Italia, su 70 milioni di italiani, ci sia soltanto lui in grado di fare il primo ministro!

6) – Da questo giro di puttanieri e prosseneti il Vaticano incassa infatti soprattutto più soldi alla scuola “privata”, cioè alle sue scuole “cattoliche”. E del resto questo papa è adeguato al degrado dell’ambiente. E’ lui che ha firmato – assieme all’allora suo vice Raffaele Bertone – nel giugno 2011 l’ordine a tutti i vescovi del mondo di tacere alle autorità civili qualunque caso di pedofilia del clero. Le conseguenze sono tristemente note. L’ultima è lo scandalo dei preti di Malta denunciati invano dalle loro vittime, che hanno dovuto subire l’oltraggio del vedere ancora al loro posto gli stupratori amanti del bunga bunga con i ragazzini, e anzi uno di loro è stato trasferito nel nostro Lazio, dove potrà tranquillamente continuare a fare i bunga bunga dei suoi porci comodi. Dopo la denuncia pubblica delle vittime maltesi sull’intoccabilità dei loro stupratori è iniziato il solito gioco delle tre carte con i soliti “treccartisti”, per usare un termine caro al nostro Popeye: il papa ha ordinato alla curia maltese provevdiemnti severi, a buoi scappati dalle stalle, però nel contempo la curia maltese si è opposta al processo penale e civile contro i suoi preti stupratori accampando il fatto che sono… “sovraesposti sui mass media”. Meglio evitare di fare commenti. Mi limito solo a far notare che hanno quindi ragione coloro che si oppongono all’estradizione dal Brasile in Italia del pluricondannato per omicidio Cesare Battisti: se sono “sovraesposti sui mass media” i tre pretonzoli stuprerecci di Malta, che dire allora di Battisti?

6 bis) – “L’educazione sessuale ai bambini nelle scuola è contro la fede”, ha tuonato il papa. Che evidentemente preferisce e pretende si torno all’educazione sessuale, se così la si può chiamare, imparata nei cessi delle scuole o direttamente dalle mani e dal sesso dei preti pedofili. Di quella male genia cioè per la quale , guarda caso, lui ha ordinato a suo tempo la protezione. Come faccia questo papa a uscirsene con queste trovate è un mistero, per quanto sicuramente non glorioso. Ormai le gaffe e le affermazioni che solo per rispetto – peraltro non dovuto – evitiamo di definire deliri o cazzate, non si contano. A partire dall’infelice battuta contro l’islam citando a sproposito una frase di un imperatore bizantino e passando per qualche infelice considerazione sugli ebrei e giravolte poco dignitose sui preservativi.
L’ultima, per ora, boutade del papa è stata applaudita da quel gigante del pensiero e dell’educazione sessuale che è Giuliano Ferrara, che sul suo bel Foglio ha bucolicamente ricordato la propria preferenza e nostalgia per i bei tempi in cui “l’educazione sessuale si imparava in strada, con la complicità tra coetanei”, cito con quale possibile imprecisione. Povero Ferrara… Che pena! Si vede che non ha figli e forse neppure nipoti e che comunque non capisce un tubo di certi argomenti e/o non ha contatti con il mondo dei bambini e dei ragazzini. Fosse meno pieno di nostalgie e di se stesso – e deve esserlo molto a giudicare dalla stazza – saprebbe che comunque anche oggi i bambini in quanto  confidenze e complicità si arrangiano mica male. Con il vantaggio che sanno meglio di noi ai nostri tempi cosa sia un preservativo, cosa siano le mestruazioni, cosa sia l’igiene sessuale e magari anche l’anatomia del proprio e dell’altro sesso, il che non guasta, e anche cosa siano i pedofili.
Tutti sanno e dicono che la famiglia è in crisi, che nessuno educa più i proprio figli preferendo invece mollarli per ore davanti alla tv. Resta quindi molto poco chiaro chi e dove secondo il signor papa e i suoi stolidi laudatori alla Ferrara dovrebbe educare sessualmente i bambini. I preti di Malta? Quelli alla Decollado o alla don Cantini di Firenze? Quelli delle parrocchie texane o delle altre parrocchie Usa condannate a risarcire quasi un miliardo di euro agli ex bambini violentati dai “ministri di Dio in terra”?
Francamente questo papa è sempre più indigesto e impresentabile. Qualcuno dovrebbe dirgli che il Medioevo è finito da un pezzo. Perché non glielo ricorda almeno il suo gaio e giovanile segretario personale don George, che gli è sempre così vicino?

7) – Senza dimenticare che a ordinare a Ratzinger di rimettere mano alle leggi vaticane, rimaneggiamento come sappiano in chiave protezionista della pedofilia nel clero, è stato il papa “santo subito!” Wojtyla. Strana fretta quella di voler far santo a tutti i costi una persona ad appena sei anni dalla sua morte, come se la si volesse mettere al riparo da possibili inchieste e accuse imbarazzanti. Berlusconi, poverino, non può essere fatto santo subito e deve perciò accontentarsi di rincorere lo “scudo” giudiziario ad personam, uno qualunque pur di non finire in galera. I papi invece possono essere protetti con una bella dichiarazione di santità ad personam oppure, come è capitato a  Ratzinger, da un ordine del presidente degli Usa George W. Bush alla magistratura texana di cestinare l’accusa di cospirazione contro la giustizia, accusanata dalla scoperta del famoso ordine del giugno 2011. E comunque che stitichezza questi santi! Fanno un miracolino, spesso dubbio e stentato, giusto giusto per diventare santi e poi, una volta diventati santi, se ne fottono e addio ai miracoli. Migliaia di santi, migliaia di miracoli, e l’Italia e il mondo vanno però comunque sempre a rotoli…. Ecco il vero miracolo!!!

8) – L’altro eroico e per ora non ancora “santo subito!” firmatario di quell’ordine abbastanza infame è stato l’attuale segretario di Stato vaticano Raffaele Bertone, all’epoca vice di Ratzinger alla guida della congregazione per la Dottrina della fede. Fa una certa impressione sentire oggi Bertone predicare all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Vaticano “la centralità della giustizia in una società civile”. Il concetto è quanto mai giusto e quindi apprezzabile e condivisibile. Però allora non si spiega come mai Bertone non chiarisce perché è stato per una ventina d’anni Giudice Unico del Vaticano l’avvocato Gianluigi Marrone, che era contemporaneamente anche capo dell’Ufficio legale di Parlamento italiano. In questa sua duplice veste  Marrone dalla sua scrivania vaticana rispondeva “NO!” alle sue stesse rogatorie internazionali spedite in Vaticano dalla sua scrivania nel parlamento italiano. Marrone  dal parlamento italiano spediva cioè in Vaticano le richieste dei magistrati italiani di interrogare alcuni cardinali sia sulle eventuali complicità di Alì Agca nell’attentato del 1981 a papa Wojtyla sia sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina vaticana scomparsa, come sappiamo, nell”83. Dopodiché lo stesso Marrone dalla sua scrivania vaticana si auto rispondeva “NO!” alle richiesta da lui stesso spedite. Incredibile, ma purtroppo vero.  Quando ho scritto i miei due libri sul caso Orlandi ho chiesto conto a Marrone, scomparso più o meno un anno fa,  di questo suo straordinario doppio ruolo, oltretutto in evidentissimo conflitto di interessi. “Quando il Vaticano mi ha offerto quell’incarico ho chiesto all’allora presidente della Camera, Nilde Jotti, se potevo accettare o no e la Jotti mi diede il permesso”, mi rispose Marrone. E come si legge nei miei libri aggiunse una chiosa non da poco: “Io in Vaticano non potevo fare altro che firmare ciò che mi veniva detto di firmare, senza poter fare mie indagini. Se poi lei, Nicotri, mi chiede se il Vaticano sul caso Orlandi ha detto tutto quello che sa, allora io le rispondo che no, non ha detto tutto quello che sa”.
Stando così le cose, Bertone potrebbe chiarire forse anche qualche altro mistero: come mai la segretaria di Bertone nell’Ufficio legale del parlamento italiano era la cittadina vaticana Natalina Orlandi, vale a dire una sorella di Emanuela? E come mai Natalina non ci trovava  nulla di protestabile nel doppio ruolo e nei “NO!” di Marrone Giudice Unico del Vaticano alle richieste della magistratura per fare chiarezza sulla fine di sua sorella? Chissà, magari Bertone potrebbe anche spiegare come mai Natalina, nonostante tutto,  è spesso ospite di Federica Sciarelli a “Chi l’ha visto?” dove continua a sostenere cose insostenibili tant’è che non trovano mai conferma o vengono smentite dai fatti.

9) – Il giornalismo italiano è sempre più nel guano. Il metodo Minzolini soffoca la Rai, mentre nelle reti Mediaset impazza  già da tempo. Leggendo l’inchiesta di D’Avanzo, propostavi con il primo dei quattro link di cui sopra, si scopre che alla seratine allegre del Chiavaliere presenziava oltre all’inossidabile Emilio Fede, che anche se non pare è un giornalista, e in tale veste ha preceduto di molto gli Spazzolini minzoliniani, anche l’altrettanto abbronzato Carlo Rossella. Ingrassato nel portafoglio come direttore di Panorama, è ora ingrassato nel portafoglio come capo di Medusa, la società del Chiavaliere che si occupa di cinema. Rossella è tuttora giornalista è non è stato radiato dall’Ordine come Renato Farina né sospeso dalla professione per una manciatina di mesi come Vittorio Feltri nonostante abbia lanciato su Panorama, quando ne era direttore, la balla dell'”uranio del Niger per le atomiche di Saddam”, balla che è servita al disgraziato George W. Bush, e al suo complice leccapiedi Tony Blair,  per mentire al suo Paese e al mondo intero e peter invadere così l’Iraq. Provocando una marea di morti e di distruzioni di vario tipo, non ancora terminate.
Lo sbraco sensazionalista del giornalismo è arrivato al punto che il paio di petardi lanciati un paio di settimane fa contro una sede leghista del paese dove abita Umberto Bossi sono ormai definiti “ordigni esplosivi” perfino sul Corriere della Sera. Beh, è comprensibile visto che pagano una come Federica Sciarelli per continuare a depistare e tacere sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, un caso che colleziona ormai il poco invidiabile record di ben 28 anni consecutivi di balle una più assurda dell’altra.

10) – Gironzolando in Internet avevo scovato un sito neonazista che oltre a sciorinare i nomi di vari ebrei italiani accusandoli di primeggiare troppo si riprometteva anche una ambigua e comunque inaccettabile “cancellazione di loro volti”. Troppo preso dalla scadenza della Fnsi mi ero ripromesso di farne una puntata del blog alla fine delle giornate bergamasche e di segnalarlo via e-mail a Riccardo Pacifici, il portavoce della comunità ebraica romana, facendogli notare che questi sì erano da censurare e mettere in condizione di non nuocere, altro che prendersela con l’innocua pagina Facebook dell’impiegato dell’Atac. Nel frattempo però qualcun altro s’è accorto di quel bruttissimo sito e la denuncia è esplosa pubblicamente prima che io mi muovessi. In questo caso non conta di chi sia il merito, conta solo che certe voci siano costrette a obbedire anch’esse alle leggi anziché razzolare e magari radicarsi senza dare nell’occhio.

368 commenti
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  1. controcorrente
    controcorrente says:

    Il Cosiddetto “accordo” Fiat e la grammatica italiana..
    (note a margine)

    Dal Sabatini Coletti-on line

    2 Intesa per fondare, modificare o estinguere un rapporto giuridico; estens. patto tra persone o enti: a. sindacale; a. culturali italo-americani

    Per estensione quindi “patto” ed i patti si fanno tra controparti,ovvero tu fai una proposta ,io rispondo con una controproposta e alla fine si raggiunge una mediazione, di lì quindi l’accordo tra controparti.

    Da quello che risulta, è non è mai stato smentito ,non vi è stata nessuna mediazione, una delle due controparti ,si è presentata con una “proposta” (eufemismo”) non contrattabile,quindi mancando la contrattazione ,quello Fiat a Mirafiori non si può definire accordo, sotto nessun punto di vista grammaticale.

    Meglio sarebbe stato quindi ,sottoporre la “proposta” direttamente ai lavoratori, senza perder tempo.

    I lavoratori infatti,hanno scelto se accettare o meno la proposta, che nella sostanza era :” o accettare o andare a casa”, nel breve spazio di tempo.

    Sempre per rimanere in campo “grammaticale”, direi che La Lingua italiana ,possiede un sacco di altri termini che meglio spiegano l’avvenuto..lascio a voi la scelta,e la gamma è variegata!

    Tralasciando la grammatica, ma rispettandone il senso , per non urtare “orecchie sensibili” in materia di lavoro su questo Blog e ce ne sono di sensibilissime,direi che ora innanzi, chiamerò “l’accordo” con il nome di “la cosa”, così siamo tutti più felici!

    Orbene cosa ci dice “la cosa”..

    A) Che è stata accettata, da chi la deve mettere in pratica con uno scarto di nove voti,dico 9 voti, infatti questo è lo scarto determinato,infatti non si può sinceramente comprendere cosa diavolo centrano coloro che i turni,non li devono fare, ma siamo democratici e in democrazia votano tutti anche se a prenderla nel Fondo “schiena”, succede sovente che siano solo alcuni e non “i tutti” che hanno votato.

    B) La “cosa” ha messo in evidenza che, sembra incredibile ..pare che ,occorrano ancora lavoratori in carne ossa”per produrre automobili e probabilmente anche altro”…incredibile , fino a ieri ero convinto che ci fossero solo più dei Robot”e che i lavoratori fossero dediti alla mutua,e si bollasse la cartolina al solo scopo di avere la Mutua e la Pensione e far perder tempo ad una sacco di altri “sfaticati”chiamati a coordinare gli “sfaticati”…deve essere una fatica terribile.
    C) ha messo in evidenza che esistono ancora le Grandi Industrie e ohiboh le catene di montaggio, per garantire produzioni di serie..fino a ieri pensavo che esistessero solo più le PMI in Italia.
    le catene di montaggio roba da ottocento e primi novecento!

    Detto ciò punto e a capo,siamo felici che tutti quanti si siano resi conto di questo e indipendentemente dalla “cosa” in se e per sè,almeno si ricomincerà a parlare.
    Sempre con un’orecchio teso alle “cose” che capitano nel Guandong !

    cc

    Scritto prima che Pino mettesse in “onda ” il nuovo post e prima ancora di leggerlo..vado ora.!1

  2. Speculazione, derivati e rivolte del pane: di Mario Lettieri * e Paolo Raimondi **
    Speculazione, derivati e rivolte del pane: di Mario Lettieri * e Paolo Raimondi ** says:

    Le drammatiche rivolte del pane nei paesi del Nord Africa e altrove ci catapultano nuovamente nell’emergenza economica e sociale globale. Ci ricordano con violenza che il “business as usual” ritornato imperante nei centri della finanza e della geopolitica è una pericolosa illusione con riverberi devastanti negli assetti interni agli stati e tra gli stati.

    Certamente vi sono più chiavi di lettura per le sollevazioni sociali in corso. Una cosa però è certa: i prezzi dei generi alimentari primari sono schizzati alle stelle, falcidiando i miseri bilanci degli strati sociali più poveri e più deboli di molti paesi, soprattutto di quelli in via di sviluppo.

    Non si può dire che ciò dipende dal gioco della domanda e dell’offerta, in quanto la prima è globalmente diminuita e la seconda è rimasta relativamente stabile.

    Infatti un recente studio dell’OCSE prevede, in una situazione di stabilità e di crescita economica e demografica futura, un aumento dei prezzi alimentari del 40% solo alla fine del 2020. Ciò per effetto della crescente domanda della Cina e dei paesi emergenti e per il contemporaneo aumento della produzione di biocarburanti, a spese dei terreni coltivabili destinabili alla produzione di cibo.

    E’ la seconda volta in tre anni che la speculazione, soprattutto quella in futures e altri derivati legati alle commodities, materie prime e prodotti alimentari, sta sconvolgendo il mondo. A dicembre 2010 il “food price index” mensile ha raggiunto 214,7 punti. Siamo tornati ai livelli del giugno 2008 quando esso era di 213,5. Si ricordi che a giugno del 2000 era di soli 87,5 punti.

    Infatti nei mesi a cavallo del 2007-8 i prezzi del grano erano aumentati dell’ 80% rispetto a quelli di un anno prima, quelli del mais del 90%, quelli del riso del 320%, e via dicendo. Como noto, vi furono rivolte del pane in 30 nazioni del sud del mondo. All’improvviso 200 milioni di persone, soprattutto bambini, persero le magre razioni di cibo e videro lo spettro della fame. I dati della FAO registrarono un aumento di 100 milioni di persone povere e malnutrite che così raggiunsero il miliardo.

    Allora le solite 10 banche dei derivati più alcuni potenti hedge fund, fecero a gara per moltiplicare i contratti futures sulle commodities. E’ ormai evidente che non si commercia più soltanto in merci reali, che si possono eventualmente proteggere dai rischi di fluttuazione dei prezzi con una singola assicurazione-derivato. Invece si costruiscono e vendono contratti finanziari derivati in enormi quantità il cui riferimento ai prodotti sottostanti è puramente virtuale.

    Nel 2008, dopo la fiammata inflattiva, i prezzi dei beni alimentari tornarono a scendere. Per due ragioni. La crisi bancaria negli Usa richiedeva di dirottare le finanze a copertura di perdite subite in altri campi come quello immobiliare e gli speculatori avevano deciso che era arrivato il momento di speculare al ribasso.

    La “commodity petrolio” è emblematica. I dati ufficiali, molti precisi, forniti nel 2009 in varie audizioni della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) americana sono eloquenti. I future sul petrolio trattano giornalmente 1 miliardo di barili, mentre la produzione reale mondiale è di 85 milioni di barili di petrolio al giorno!

    Nel 1998 la parte speculativa dei mercati petroliferi era del 25%, nel 2008 era già salita al 65%. In dimensioni differenti la stessa cosa è successa anche per i prodotti alimentari e per le altre materie prime.

    I fautori della bontà dei derivati finanziari raccontano la favola che questi prodotti risolverebbero la mancanza di liquidità che potrebbe rallentare i mercati. E’ esattamente il contrario!

    L’enorme liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali, in aggiunta alla circolazione dei derivati finanziari, scarica tutta la sua potenza distruttrice sui mercati delle commodities.

    Nei mesi passati molti governi hanno denunciato la pericolosità dei derivati sui prodotti alimentari. Il commissario europeo per il mercato interno, Michel Barnier, ha gridato contro lo scandalo della speculazione sulle commodities invitando il parlamento europeo a prendere delle contromisure. Recentemente Sarkozy ha posto la lotta contro questo tipo di speculazione al centro del suo programma di presidenza del G20.

    I “mostri” di cui parla il ministro dell’economia Giulio Tremonti mutano sempre pelle e sono in aumento, mentre le decisioni per eliminarli tardano.

    Certo le buone intenzioni sono tante ma non tengono conto dei tempi dettati dalla crisi finanziaria e dalla necessità delle riforme. Intanto, mentre nei paesi del Nord Africa le rivolte per il pane, per il lavoro e per la libertà divampano, da noi l’inflazione sta tornando a farsi minacciosa.

    *Sottosegretario all’economia nel governo Prodi ** Economista

  3. A Z Cecina Li
    A Z Cecina Li says:

    Quella della FIOM nella consultazione (pomposamente definita REFERENDUM che per dargli un tono istituzionale) non la riterrei una sconfitta. È vero hanno prevalso i si al dictat di Marchionne, 54% con i no al 46%, questo tra tutti i lavoratori in generale, tra gli operai solo 9 voti di scarto. Facciamo parlare i numeri, la FIOM ha in quella fabbrica cieca 600 iscritti alle elezioni per il consiglio di fabbrica prende circa 900 voti, ieri i no hanno superato quota 2000, questa è una chiara dimostrazione che la presa della FIOM sulla base operaia è cresciuta, raddoppiata.
    La sconfitta comunque c’è ma non è della FIOM e degli operai FIAT ma di tutti i lavoratori, il fatto stesso che si sia svolta quella consultazione ed in quei termini è una sconfitta di tutti. La sconfitta sta nella drammatica corsa a mantenere o a conquistare un posto di lavoro pur che sia, sempre più misero, mal pagato e senza diritti, il concorrenza con altri lavoratori, che già anno meno diritti, sono peggio pagati e peggio trattati.
    Di fronte a questi eventi diventa di sconcertante attualità una frase di 160 anni fa, quella che, con una mirabile lungimiranza, chiude il “Manifesto del Partito Comunista” di Marx ed Engels,” PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI” se non si realizza questa unità ci sarà sempre un povero più povero disposto a vendere il proprio tempo per un tozzo di pane più piccolo.
    Questo è a mio avviso il compito più importante del sindacato del 3° millennio, collegarsi sempre di più a livello trasnazionale a partire dall’Europa dove un coordinamento se non una vera e propria UNITÀ sarebbe possibile in tempi relativamente brevi.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  4. Peter
    Peter says:

    on a lighter tone, permettetemi un po’ di salotto, ormai quasi andato del tutto…
    Se The tourist esce o e’ uscito in Italia, consiglio a tutti di boicottarlo. L’ultimo filmetto del patetico J. Depp e’ decisamente offensivo ed umiliante per l’immagine subordinata, coloniale e provinciale che da’ dell’Italia a fronte del finto turista americano e della polizia inglese (tanto per cambiare sul tema).
    Una cosa da dopoguerra. Vada che e’ ambientato quasi tutto a Venezia, ma la citta’ non ha certo bisogno di pubblicita’.

    Da un lato i films italiani del corretto, sobrio, e simpatico G. Clooney, disimpegnati ma direi ineccepibili per come ci presenta nel bene come nel male. Dall’altro un polpettone sentimentale pieno di cliche’ offensivi come quello di quel cretino quasi ancora in tenuta da pirata dei caraibi…

    Peter

  5. Anita
    Anita says:

    The Tourist

    x Peter

    Qui e’ gia’ passato.

    Ho letto una pagina di reviews, al massimo due stelle o nessuna.

    Il Boston Globe scrive:

    “‘The Tourist’’ is a slow and silly action-comedy romantic-thriller, in which Angelina Jolie seduces then tries to ditch a disheveled Johnny Depp in Venice. She’s being hunted by different factions of men in black leather and gray wool. Is there another kind of Angelina Jolie movie? This is the sort in which she has something or is someone of great interest to a lot of people. Why does this woman constantly require question marks and interrogation sequences?”

    Altri commenti sono peggiori….

    Anita

  6. sylvi
    sylvi says:

    Sui commenti al “test” della Fiat mi ha colpito di più leggere che non si doveva far esprimere chi non sta in catena di montaggio, ciò gli impiegati, il fattorino, il magazziniere…quelli non fanno parte dell’Azienda…perciò non devono votare!!!
    Bella democrazia, la Fabbrica è di alcuni…non di tutti!

    – Conosco una signora, infermiera vedova con quattro figli…l’Ospedale le concede di non fare le notti e di scegliere i periodi di ferie…fa parte dell’Ospedale o no???-

    Ho ascoltato Landini ieri sera da Fazio, dove ha fatto un comizio praticamente senza contradditorio, dove fra molti sogni e molte furbizie, ha continuato a ripetere che – queste regole non vanno bene “qui da noi”!
    In Francia e in Germania, non nel Guandong, non in Serbia o in Polonia, vanno bene…in Germania un tedesco, e anche un emigrato italiano, hanno 30′ di pausa…da noi non va bene;
    Ha fatto un bel mismas fra Costituzione, leggi e accordi aziendali che un sindacalista serio non dovrebbe permettersi.

    Sono stata lavoratrice dipendente, con una paga da schifo, avevo una figlia di un anno e mezzo e lavoravo a 100km da casa…con nebbia, neve e gelo.
    Non dico che fosse la catena di montaggio,.. ma so che anche in Fabbrica molto è cambiato.
    Fra tutti i commenti ho sentito parlare di malati costretti al lavoro, di pericoli di licenziamento se scioperi “individualmente” e di molte altre amenità.
    Non entro su Marchionne,…ce ne sono altri, ritengo sensata, molto, la proposta di AZ di un sindacato europeo…a pelle ho stima della Camusso perchè mi pare capace di guardare oltre l’orticello nostrano e pare abbia la cultura per farlo!
    Spero non si pensi che anche i Sindacati europei sono dei venduti!
    Il salario: è la nostra variabile dovuta al costo del lavoro, a un debito pubblico che ci strozza, alla mancanza di infrastrutture, a una burocrazia pletorica, a regole sul lavoro troppo rigide ed infine, ma primo, ad un Governo oscenamente assente!
    Aggiungerei: alla perdita di cultura del lavoro; abbiamo la cultura del salario, cosa ben diversa.
    Perchè i lavoratori entrino in fabbrica a controllare, come in Germania, la produzione e i conti, dovrebbero amare la Fabbrica come cosa loro, il senso di appartenenza e il lavoro ben fatto.
    Avrebbero anche la forza di contestare i profitti di Marchionne.

    x CC la PMI, con le regole attuali è destinata a morire, se si comporta correttamente. Dov’è il problema? Disoccupati si sommeranno ai disoccupati…n’est pas???

    Sylvi

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    come Marchionne dimostra e come già dimostrato dagli Agnelli, la Fiat NON è di tutti, nonostante il milione di miliardi di lire che noi tutti le abbiamo regalato dal dopoguerra ad oggi sotto forma di contributi statali gratuiti e senza contare le maxi regalie precedenti. La Fiat è dei padroni, vale a dire dello stuolo di azionisti che non hanno nessun ruolo se non quello di campare lussuosamente staccando il dividendo o vendendo ogni tanto un po’ di azioni. Non tutti questi parassisti sono noti come Lapo Elkan per come spendono o sciupano i loro, cioè in realtà i nostri, quattrini, ma tutti campano a sbafo.
    Ciò premesso, i fattorini e gli impiegati a differenza degli oparai NON hanno il taglio dei tempi e il fiato sul collo di un ben preciso numero di movimenti e pezzi da fare o montare, con un uomo del padrone che controlla i tempi con il cronometro per capire “scientificamente” come poterli spremere il più possibile, in attesa di buttarli via come limoni spremuti alla prima crisi dovuta all’incapacità degli strapagati manager. Il referendum di Marchionne ha furbescamente fatto votare anche fattorini e impiegati su argomenti che NON riguardano il loro lavoro! Se c’è un concetto di democrazia alquanto strano è quello che fa finta che impiegati e operai siano “eguali” e fa votare sempre i primi anche sulle faccende dei secondi e magari MAI i secondi su faccende dei primi.
    Conservo in un cassetto una lettera dell’impiegato, mi pare si chiamasse Arisio, che organizzò la famosa “marcia dei 40.000″. C’è scritto che erano in realtà molto meno di 40.000 e che Agnelli lo ricompensò per quell’appoggio “epocale” con un calcio in culo.
    W la demmoccrazzia all’ittagliana!
    pino

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Ho aggiunto or ora come 6 bis il seguente paragrafo:

    – “L’educazione sessuale ai bambini nelle scuola è contro la fede”, ha tuonato il papa. Che evidentemente preferisce e pretende si torno all’educazione sessuale, se così la si può chiamare, imparata nei cessi delle scuole o direttamente dalle mani e dal sesso dei preti pedofili. Di quella male genia cioè per la quale , guarda caso, lui ha ordinato a suo tempo la protezione. Come faccia questo papa a uscirsene con queste trovate è un mistero, per quanto sicuramente non glorioso. Ormai le gaffe e le affermazioni che solo per rispetto – peraltro non dovuto – evitiamo di definire deliri o cazzate, non si contano. A partire dall’infelice battuta contro l’islam citando a sproposito una frase di un imperatore bizantino e passando per qualche infelice considerazione sugli ebrei e giravolte poco dignitose sui preservativi.
    L’ultima, per ora, boutade del papa è stata applaudita da quel gigante del pensiero e dell’educazione sessuale che è Giuliano Ferrara, che sul suo bel Foglio ha bucolicamente ricordato la propria preferenza e nostalgia per i bei tempi in cui “l’educazione sessuale si imparava in strada, con la complicità tra coetanei”, cito con quale possibile imprecisione. Povero Ferrara… Che pena! Si vede che non ha figli e forse neppure nipoti e che comunque non capisce un tubo di certi argomenti e/o non ha contatti con il mondo dei bambini e dei ragazzini. Fosse meno pieno di nostaglie e di se stesso – e deve esserlo molto a giudicare dalla stazza – saprebbe che comunque anche oggi i bambini in quanto confidenze e complicità si arrangiano mica male. Con il vantaggio che sanno meglio di noi ai nostri tempi cosa sia un preservativo, cosa siano le mestruazioni, cosa sia l’igiene sessuale e magari anche l’anatomia del proprio e dell’altro sesso, il che non guasta, e anche cosa siano i pedofili.
    Tutti sanno e dicono che la famiglia è in crisi, che nessuno educa più i proprio figli preferendo invece mollarli per ore davanti alla tv. Resta quindi molto poco chiaro chi e dove secondo il signor papa e i suoi stolidi laudatori alla Ferrara dovrebbe educare sessualmente i bambini. I preti di Malta? Quelli alla Decollado o alla don Cantini di Firenze? Quelli delle parrocchie texane o delle altre parrocchie Usa condannate a risarcire quasi un miliardo di euro agli ex bambini violentati dai “ministri di Dio in terra”?
    Francamente questo papa è sempre più indigesto e impresentabile. Qualcuno dovrebbe dirgli che il Medioevo è finito da un pezzo. Perché non glielo ricorda almeno il suo gaio e giovanile segretario personale don George, che gli è sempre così vicino?

  9. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    io credo che non si costruisce un “unicum” di Fabbrica se non hanno tutti la conoscenza e la percezione esatta delle differenze di disagio, fatica individuale o di gruppo.
    I lavoratori della catena di montaggio possono essere remunerati diversamente, ma nessuno, qualunque sia la sua mansione, deve essere privato di diritti generali.

    Invece, pur specificando che il Papa ha detto:…- l’educazione sessuale ai bambini IMPOSTA-….che fa una grossa differenza e spiegherò perchè, sono d’accordo con lei che l’educazione sessuale va insegnata , eccome!!!
    Credo che il Papa con l’aggettivo “imposta” si riferisse alla volontà dei genitori. Per me è sbagliato.
    L’imposta ” dovrebbe essere considerata nell’insieme della classe.
    Ci dovrebbero essere insegnanti sensibili e preparati che tengono conto, importantissimo, della maturazione individuale, dell’ambiente sociale e di molte altre variabili.
    Lo stesso discorso a un bambino serenamente educato dai genitori, o a un bambino variamente iperprotetto dalle “brutture” del mondo, o a un bambino cresciuto allo stato brado può avere effetti opposti e sommamente negativi.
    L’educazione sessuale va fatta, proprio per proteggere meglio il bambino, ma da ins. robustamente preparati.
    Ritengo il Vaticano fuori dal mondo proprio perchè intendendo dare regole universali…va fuori dei seminati, ovunque.

    Saluti Sylvi

  10. Peter
    Peter says:

    x Pino

    non trascuriamo che si tratta di un ottantenne tedesco, cresciuto in un’epoca in cui la parola sesso comportava delle sberle solo a pronunciarla, ed educazione sessuale era probabilmente vista come un ossimoro.
    Il cattolicesimo ha un forte penchant verso la tradizione ed i grandi vecchi, mentre sarebbe forse nel suo stesso interesse nominare delle guide piu’ giovani e quindi piu’ al passo coi tempi, un po’ piu’ in contatto coi bisogni reali della societa’ e dei piu’ giovani. Ma tant’e’.
    Questo pero’ non toglie che tre ex-vescovi anglicani disamorati siano passati alla fede romana, con la quale l’anglicanesimo mantiene una certa affinita’. Come si spiega?

    Sull’educazione al sesso nelle scuole si potrebbe discutere molto. In altri paesi (compresa la Germania del papa, almeno nelle regioni protestanti) si fa ormai da tempo quasi immemorabile, per fortuna. L’importante e’ che venga fatta da insegnanti preparati non solo tecnicamente, ma anche pronti a considerare reazioni, domande ed anche battutacce da parte dei piu’ giovani…
    Ai miei tempi non si faceva, salvo qualche imbarazzatissimo cenno da parte degli insegnanti di ‘scienze’.
    Pero’ con mia sorpresa, un mio fratello maggiore mi fece sapere che al liceo ebbero una lezione dettagliatissima e molto grafica, con tanto di disegni alla lavagna, da parte dell’insegnante di…religione, il quale era ovviamente un prete. Uso’ addirittura la parola orgasmo (oltre a quella un po’ antiquata gia’ allora di ‘copula’…), facendo arrossire fino ai capelli l’insegnante di italiano, che era entrato in aula qualche minuto di anticipo…

    Peter

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Resta il fatto che alla Fiat gli impiegati votano su cavoli che riguardano non direttamente loro, ma gli operai, e però non vale il viceversa. Ammetterà che questo NON è democratico. O no?

    Il signor Ratzinger PRIMA di parlare di certe cose, che NON gli competono perché riguardano la vita politica, sociale ,culturale e scolastica di un Paese sovrano quale è l’Italia nonostante la cialtroneria di troppo suoi dirigenti, dovrebbe spiegare perché nle 2001 ha firmato l’ordine scitto a tutti i vescovi del mondo di nascondere alle autorità civili tutti i casi di pedofilia del clero e di adescamento in confessionale. Non crede? Chi ha gli abiti sporchi, per giunta di una sporcizia come questa, NON può dare lezioni di bon ton al prossimo. O no?
    NON può impartire lezioni di nessun tipo chi ha impartito ordini che privilegiano il clero, di fronte a certi delitti, alla stessa stregua dei militari Usa o israeliani: i primi non rispondono mai dei propri delitti perpretrati all’estero, dalla strage del Cermis agli stupri in estremo Oriente, i secondi non rispondono mai di qualunque “eccesso difensivo” che lasci palestinesi morti ammazzati.
    Semplice e banale. Chiacchiere “sacre” ed acrobazie vaticanensi e vaticanofile a parte.
    Buona domenica.
    pino

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Caro Peter,
    che ci siano insegnanti impreparati è vero purtroppo per tutte le materie. Questo però non c’entra con le elucubrazioni papaline. E anzi uno dei motivi potrebbe essere la quantità di quattrini regalati alla Chiesa tramite il mantenere decine di migliaia di insegnanti di religione, ancor meno preparati!, per giunta nominati dai prefetti dello Stato estero Vaticano noti come vescovi. L’insopportabile ipocrisia del papa e del cattolicume che gli bacia la pantofola tace sul fatto che questa pletora di “insegnanti” – o parassiti? – ha scavalcato nel diritto all’assunzione in pianta stabile una marea di insegnanti di altre e più utili materie! Per giunta il loro voto concorre a fare la media dei voti!
    Con questi macigni al collo verremo non solo superati dalla Cina, India, ecc., ma travolti.
    Buona domenica anche a te.
    pino

  13. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    il suo ultimo post e’ davvero poco chiaro. Chi e perche’ imporrebbe l’educazione al sesso nelle scuole? o meglio, perche’ allarmarsi per tale imposizione, mentre a scuola vengono da secoli imposti programmi obsoleti, ed anche un’ora o piu’ di religione, per giunta da insegnanti ‘imposti’ dal vescovo del loco? in Italia, ovvio.

    La sua riserva sullla maturita’ individuale dei ragazzi e’ scontata, ma lo stesso vale per tutte le ‘materie’. Non credo che gli insegnanti possano dare lezioni differenziate e separate agli alunni in base al loro ‘sviluppo’, che del resto non sarebbero in grado di valutare obiettivamente perche’ non sono certo psicologi. La scuola e’ li’ per informare, le informazioni corrette non hanno mai fatto male a nessuno, neanche ai bambini

    Peter

  14. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    per punti o virgola o puntini sulle iiiii!!!
    A)
    ..Sui commenti al “test” della Fiat mi ha colpito di più leggere che non si doveva far esprimere chi non sta in catena di montaggio, ciò gli impiegati, il fattorino, il magazziniere…quelli non fanno parte dell’Azienda…perciò non devono votare!!!
    Bella democrazia, la Fabbrica è di alcuni…non di tutti!

    Chi ha mai detto questo? dove lo hai letto ? su questo Blog..?
    “Alcuni “hanno fatto semplicemente notare che, per l’argomento trattato …era un “curioso”metodo democratico…come dire che se il problema è quello della “dissenteria” di alcuni,sull’alimentazione facciamo votare anche gli “stitici”..!!

    B)….Ho ascoltato Landini ieri sera da Fazio, dove ha fatto un comizio praticamente senza contradditorio, dove fra molti sogni e molte furbizie, ha continuato a ripetere che – queste regole non vanno bene “qui da noi”!…
    Non si capisce se la critica era rivolta a Fazio o a Landini..visto che Marchionne ha fatto la stessa cosa alcune settimane fa, da Fazio…..e visto che ci siamo.. tu hai detto :”Perchè i lavoratori entrino in fabbrica a controllare, come in Germania, la produzione e i conti, dovrebbero amare la Fabbrica come cosa loro, il senso di appartenenza e il lavoro ben fatto.
    Avrebbero anche la forza di contestare i profitti di Marchionne.

    Bene so da tempo che tu sei armata di Amore verso L’universo mondo…però mi spieghi come si ad amare il capo Famiglia che dice : In questa famiglia con le “regole che ci sono bisogna fare così e cosà, sennò prendo tutto e me ne vado..e attaccatevi al gancio…e fischiate in curva..
    Il buon padre di famiglia dice ..cari ragazzi qui la situazione è dura, mangiamo TUtti pane e cipolle lesse per un pò ,se vogliamo restare a gallla..!!

    Il secondo Padre si ama, il primo lo si accetta, perchè non si può far diverso a meno di finire all’orfanatrofio…

    c) solo per puntualizzare e fare un Pò di salotto..!!

    cc

  15. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Per lei sono sempre oscura, uffa!
    Il Papa riferisce l'”imposto” ai genitori; certi genitori potrebbero non volere educazione sessuale a scuola, senza essere necessariamente papalini!
    Io mi riferivo a una educazione sessuale “imposta” per legge come il Teorema di Pitagora, che anche quello, ha ragione, potrebbe essere compreso con ritmi diversi.
    Ma il ritmo di apprendimento non c’entra con i ritmi di sviluppo psichico.
    Io ho studiato 3 anni psicologia dell’età evolutiva alle superiori e altri due con corsi universitari.
    Una delle disgrazie della Scuola Media e dei Licei è che agli ins. non era chiesta una tale preparazione che è propedeutica alla Didattica differenziata.

    La Scuola ha il compito di Educare e Insegnare contenuti!!!
    Ma dove ha studiato lei????

    Sylvi

  16. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    i contenuti, come li chiama lei con tono da vestale di Minerva, sono prima di tutto informazioni, bit bit bit…per usare il linguaggio del computer.
    E’ ovvio che il modo e la sede in cui certe informazioni si danno ha la sua importanza, ed infatti io resto del parere che la scuola, ed a volte anche la famiglia, sia una sede piu’ idonea della strada di cui parlava anche Pino.
    Mi spiega come farebbe lei a stabilire il ‘livello di maturazione psicosessuale ‘ dei singoli alunni, e poi portarli o portarle in stanze separate per spiegargli i fatterelli della vita senza spaventarli, traumatizzarli o mutilarli psicologicamente?! e’ ovvio che non ci ha mai nemmeno provato…
    Non si preoccupi, ci penseranno altri

    Peter

  17. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Non ho mai preteso di insegnarle il suo mestiere, si astenga di insegnarmi il mio!!!

    Stanze separate…ma che cavolate dice…
    Ha mai sentito di punti di contatto comuni?
    E alle elementari è molto più difficile trovarli che alle medie, per mille motivi che lei non capisce.
    Il mio primo corso di “informazione” sessuale lo feci nel 1972!
    L’educazione sessuale avveniva alle superiori proprio per mano dei prof di religione e le posso garantire che sapevano quel che facevano…almeno dalle mie parti.

    Ho ancora sussidi didattici sull’educazione sessuale di oltre 25anni fa…ha bisogno di qualche sussidio?

    Ho ancora Lupo Alberto!!! Glielo invio?

    Sylvi

  18. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Vedesse il libro delle Paoline che mia zia suora ha regalato a mio figlio per il matrimonio…ne resterebbe scioccato!

    Sylvi

  19. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    si fanno votare anche gli “stitici” perchè la “dissenteria” è contagiosa e potrebbero venirne colpiti anche loro.

    Il buon padre di famiglia che a forza di democrazia sregolata, di anarchia galloppante vede la casa crollare e i vicini prosperare, può ben dire “adesso basta! Si fa come dico io o si corre!”

    Veramente questo avrebbe dovuto dirlo il Vero padre di famiglia, ma era impeganto con una minorenne!
    Lo ha sostituito il primo che passa!
    Temo non sarà l’unico.

    Sylvi

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino
    Mirafiori, vince il sì.
    Decisivo il voto dei.. collari bianchi.

    (Da: Spinoza.it)

    C.G.

  21. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    ma allora e’ vero che i preti facevano educazione sessuale nell’ora di religione!
    Oddio, come sono lieto di essermele perse!

    Peter

  22. Peter
    Peter says:

    il libro delle paoline?
    Vediamo cosa mi scioccherebbe.

    Capitolo 1, il pomp…no. Per le buone puelle di famiglia devote e pie e’ un modo facile per iniziare i riti propedeuci alla santa procreazione, perche’ possono con la lingua soddisfare i cocenti impulsi dei rudi maschiacci senza restarne incinte prima del santo matrimonio….e preservare la santa verginita’ dabbasso.

    capitolo 2, il lavoro di mano ‘a prestito’. Un altro metodo consono per….

    (e via di questo passo)

    E’ in grado di scioccarmi?

    saluti

    Peter

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    X Sylvi

    La dissenteria è contagiosa…si è vero, ma la dieta alimentare per combatterla è diversa per stitici o dissenterici…ovvero io non assumerei “prugne” lasciate a macerare in acqua se fossi dissenterico..per cui lo stitico si mangi le prugne che desidera, e a me dissenterico riso in bianco con amido…visto che le corse al cesso le faccio io e non lo stitico, che può mettersi tranquillamente in acqua sulla sua scrivania le prugne e bersi pure l’acqua..mentre io dissenterico devo chiedere il permesso per andare al cesso..o in alternativa stare a casa in mutua ..rovinando l’economia..

    ad majora ,
    mia cara
    cc

  24. Peter
    Peter says:

    x CC

    ma dico, la vuoi finire di parlare di dissenteria tua e di zie stitiche, che dopo un po’ l’argomento fa un po’ schifo…

    X Sylvi

    ‘punti di contatto comuni’

    ecco, il problema era che i preti avevamo troppi punti di contatto comuni cogli educandi, con buona pace di vescovi, cardinali, papi…

    Peter

  25. controcorrente
    controcorrente says:

    Tra l’altro una curiosità, chi è normalmente stitico o prevalentemente dissenterico su questo Blog ?..sarei curioso del parere del “caratterista del Blog ,che mi manca tanto…
    Infatti sarei curioso di sapere come il suo “equilibrio psicosomatico influisce sul lancio dei Missili intelligenti…!!

    cc

  26. carlino
    carlino says:

    Solidarieta’ alla FIOM

    E adesso che succede a B.?di Paolo BiondaniDopo la “bocciatura parziale” della Corte, ripartono i tre processi al premier. Ma le possibilità che si riesca ad arrivare a una sentenza definitiva sono bassissime. Al massimo rischia una condanna in primo grado(13 gennaio 2011)Via libera ai processi. Fino alla prescrizione. Tecnicamente si tratta in parte di una bocciatura (incostituzionalità parziale) e in parte di una riscrittura (sentenza interpretativa) della legge Alfano, ma in pratica il verdetto di oggi è chiarissimo: Silvio Berlusconi ha perso anche il nuovo scudo anti-processi.

    Dopo la decisione della Corte Costituzionale, infatti, Silvio Berlusconi resta imputato a Milano in tre giudizi: corruzione del testimone David Mills, appropriazione indebita e frode fiscale nell’acquisto dei diritti tv di Mediaset, altre frodi fiscali con la società Mediatrade. Il premier potrà continuare a chiedere di rinviare la singola udienza, sia per i motivi validi per i normali cittadini (ad esempio una malattia seria), sia per comprovate ragioni istituzionali, come un consiglio dei ministri o un vertice internazionale: la novità è che, dopo il verdetto di oggi, i giudici del tribunale riacquistano la possibilità di controllare e valutare, come succede in tutti gli altri processi, se la giustificazione presentata dall’imputato rappresenti davvero un «assoluto impedimento» a comparire in tribunale.

    un po’ lungo.

    Andrebbe letto.

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-adesso-che-succede-a-b/2142240

  27. controcorrente
    controcorrente says:

    caro peter,
    io lo trovo perfettamente “giustificato” con un clima da salotto riservato.
    Sono quasi sicuro che ai tempi della regina Vittoria, fosse tema di accorate disquisizioni in materia a Corte !

    ciao
    cc

  28. carlino
    carlino says:

    Rifiuti: e se li bombardassimo?
    di Michele Serra
    Dopo l’intervento dell’esercito a Napoli, Berlusconi pensa di mandare anche l’aviazione, mentre i bersaglieri inseguiranno i ratti suonando la tromba e, sui cumuli di monnezza più alti, gli alpini pianteranno il tricolore(12 gennaio 2011)Sollievo a Napoli: il presidente del Consiglio ha promesso di impegnarsi personalmente per far sparire i rifiuti, come ha fatto, con vivo successo, già una ventina di volte.

    La cittadinanza ha viva memoria di quando, nel marzo del 2008, il premier raccolse da terra in via Toledo, in pochi minuti, oltre cinquanta tappi a corona, tra i quali cinque pezzi rari (tre Spuma Giommi del ’71 e due Gingerino con l’autografo di Pino Daniele) che sono stati donati all’Archivio Nazionale del Tappo Silvio Berlusconi, a lui intitolato con il voto favorevole delle opposizioni.

    O quando, pochi mesi fa, ha soccorso di persona il sindaco Jervolino, aggredita da una banda di ratti mentre sosteneva, in consiglio comunale, che le condizioni igieniche di Napoli sono invidiabili.

    Berlusconi ha però capito che il buon esempio non basta: anche se munito del nuovo Apecar multi-pinza in dotazione alla nettezza urbana, sa che da solo non potrà mai farcela. Ha dunque approntato un nuovo piano d’emergenza, ritagliando i precedenti venti e incollandoli su un foglio presentato alla stampa.

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/rifiuti-e-se-li-bombardassimo/2142052/18

  29. Peter
    Peter says:

    x CC

    l’ho sempre detto che voi italici siete fermi alls fase sadico-anale dello sviluppo libidico. Se non sai cos’e’, chiedi conto alle paoline della Friula Sylviana, li’ sanno e sapevano di tutto, di piu’. Pare che anche Freud abbia studiato a tempo perso da quelle parti in vacanza…

    La regina Vittoria? come osi solo mentovarla?
    Un aneddoto all’uopo. Un uomo di corte molto importante scorreggio’, suo malgrado, alla presenza della austera (e grassona) sovrana. Ne fu cosi’ vergognoso che spari’ dalla circolazione per almeno 20 anni, probabilmente in India.
    Al ritorno, fece una timida riapparizione a corte.
    La vecchia regina disse ‘non vi preoccupae, Lord…abbiamo dimenticato le vostre scorregge….’

    Peter

  30. Peter
    Peter says:

    x Anita (con ritardo)

    gia’, mi ero dimenticato di quella faccia da cavalla di A. Jolie, che nel film e’ spacciata come una specie di Venere del nostro tempo…quantunque pure gia’ attempata, direi.
    Ma non e’ per quello: il filmetto mi ha dato parecchio sui nervi per i motivi che ho detto prima

    ciao, Peter

  31. carlino
    carlino says:

    Perché ci spennano in autostradadi Alessio PostiglioneCon l’anno nuovo sono arrivati altri rincari, anche oltre il 10 per cento. E le società che incassano i pedaggi fanno utili giganteschi. Un bonus concesso dallo Stato perché si sono comprati l’Alitalia. Peccato che sia a spese nostre(12 gennaio 2011)Anno nuovo e nuovi aumenti, immancabili, per le autostrade italiane. Nonostante le molte proteste delle associazioni dei consumatori, ancora una volta, sono scattati i rincari; una media, secondo Anas, pari al 3,3 per cento, un valore superiore all’inflazione e con picchi ancora più alti: più 13,58 per Autovie venete; 14,5 per il raccordo della Val d’Aosta; 12,95 per la Novara Est-Milano e 12,38 per la Torino-Novara Est.

    A più di dieci anni dalla liberalizzazione del settore, è evidente che, almeno per quanto riguarda le tariffe, non ci sono stati risparmi per i consumatori. A fronte di utili per 1.700 milioni per i gestori, che distribuiscono dividendi agli azionisti pari a ben 1.100 milioni di euro e pagano allo Stato un canone irrisorio: circa 52 milioni di euro.

    Non a caso, nell’ultima relazione dell’Autorità per la concorrenza, si legge che, nel mercato delle concessioni, «non risulta praticabile una competizione nell’offerta dei servizi», ed è necessario «minimizzare gli oneri per lo Stato e la collettività».


    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-ci-spennano-in-autostrada/2142077/10

  32. Peter
    Peter says:

    do la parola ad Umberto Eco a proposito dell’antiebraismo in Russia nel XIX secolo, di cui si parlava sul blog.

    Simonini chiede al capo dello spionaggio russo

    ‘ma perche’ mirate in particolare agli ebrei?’

    risponde:
    perche’ in Russia ci sono gli ebrei. Se fossi in Turchia mirerei agli armeni…io non voglio distruggere gli ebrei, oserei dire che sono i miei migliori alleati. Io sono interessato alla tenuta morale del popolo russo e non desidero…che questo popolo diriga le sue insoddisfazioni verso lo zar. Dunque gli occorre un nemico. Inutile andare a cercare il nemico tra i mongoli o i tartari…il nemico per essere riconoscibile e temibile deve essere in casa, o alla soglia di casa. Ecco perche’ gli ebrei. La divina provvidenza ce li ha dati, usiamoli perdio…occorre un nemico per dare al popolo una speranza…il senso d’indentita’ nazionale e’ l’ultima risorsa dei diseredati…ora il senso d’identita’ si fonda sull’odio, sull’odio per chi non e’ identico…ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria…

    Questa ‘policy’ sugli ebrei venne ovviamente sfruttata non solo in Russia zarista, ma anche poi in Germania e sotto lo stalinismo.

    E’ interessante notare che nel romanzo di Eco anche l’omicidio di Lincoln viene attribuito nei libelli ad un gran massone americano, e poi viene insinuato che la massoneria sia tutta una costruzione ebraica…
    Viene poi rilevato che il socialismo ottocentesco odiava gli ebrei, ritenuti gli ultimi depositari del capitale

    ogni riferimento ad avvenimenti e cose reali e’ del tutto casuale, ovvio. Si tratta di un romanzo, no?!

    Peter

  33. carlino
    carlino says:

    L’uguaglianza? Una panzana
    Su Libero di mercoledì, il giorno prima che la Corte costituzionale decidesse sul “legittimo impedimento”, Franco Bechis portava il suo contributo alla Causa affermando che il principio per cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge è “un’assoluta panzana“. La legge, dice, non è, e non è mai stata, uguale per tutti. E cita i privilegi di cui godono deputati e senatori, alcuni garantiti costituzionalmente, dall’articolo 68, altri di nuovo conio. Quindi dice Bechis che ci scandalizziamo a fare per il “legittimo impedimento”, dato che la legge non è, e non è mai stata, uguale per tutti? Privilegio più o privilegio meno che importa visto che il principio di uguaglianza è già stato intaccato e proprio dalla Costituzione? Chi pone quindi il principio dell’uguaglianza contro leggi tipo “legittimo impedimento” o “lodo Alfano” è un ipocrita.

    Fin qui Bechis. Cui si potrebbe far notare che i nostri Padri costituenti quando nel 1948 vararono l’articolo 68 con le sue guarentigie per i parlamentari avevano in mente un’altra classe politica. Erano uomini con una mentalità e una moralità ottocentesca, quando onestà, rigore, pudore erano valori da tutti condivisi, l’uomo politico doveva essere il primo a dare il buon esempio e un ministro si suicidava per la vergogna perché accusato di aver portato via dal suo ufficio un po’ di cancelleria.

    Ma la classe politica cui pensavano i nostri Padri costituenti oggi non esiste più.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/16/l’uguaglianzauna-panzana-su-libero-di/86502/

    di massimo fini

  34. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Berlusconi e le sue ansie implacabili sessuali è il perfetto maschietto che ha ricevuto in famiglia una diseducazione sessuale castrata…ohhhhhhhhhhh, non è il solo…anche lasciando la politica e alcuni uomini illustri.
    La castrazione soprattutto materna, poi si esplicita nella maturità con comportamenti ancora infantili che sono una via di mezzo fra la curiosità inesausta, direi quasi bulimica, e una serie di repressioni che lasciano il segno! Amen

    Dica, dica pure…è farina del mio sacco.
    Io ricordo in caserma le provocazioni dei militari che volevano mettermi in imbarazzo.
    Ho fatto il callo all’imbarazzo e ne sorridevo!
    Veramente sono stata repressa di più in tutto ciò che riguarda le manifestazioni corporali di cui parlava CC.
    Ancora oggi ritengo che siano solo e soltanto affari personali…al massimo del medico.

    Non so se lei ha conosciuto solo e soltanto preti pedofili; a leggere questo blog non si salverebbe nessuno!
    Oltre che ingiusto è un insulto alla statistica.
    Ci sono stati e ci sono una gran massa di sacerdoti per bene, competenti a scuola e corretti, dei quali nessuno parla.
    Lo ritengo scorretto!

    Sylvi

  35. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    in tutti i casi hai di nuovo fatto la Pipì ,fuori dal vasetto, io non ho mai parlato “di scorregge”, ma di dissenteria e stitichezza,certo mia cara che Le summenzionate possono essere anche Manifestazioni a latere di questi problemi..
    Ma io non ne ho parlato, per maggiori dettagli puoi rivolgerti altrove,quantomeno al lord scorregione di peter (gentleman vittoriano) e anche al nostro “caratterista ” da Blog che in quanto al genere ,da sempre su questo Blog, non si e ci fa mancare mai nulla nulla, in materia…
    La consolazione è che possiamo sempre dire che arrivano dall’altra parte dell’Atlantico, che non è poco..per noi provincialotti !!

    cc

  36. Vox
    Vox says:

    FIOM – FIAT

    Un sindaco Fiom per Torino.
    Le opposizioni dovrebbero riconoscere nel sindacato un alleato contro il berlusconismo

    di Paolo Flores d’Arcais
    Il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2011

    Per vincere un referendum basta un voto oltre il 50 per cento. Ma quello di Mirafiori non era un referendum. Doveva essere un plebiscito. Un plebiscito ottenuto col ricatto, anzi con la rappresaglia preventiva di massa: se vince il No siete licenziati tutti, perché portiamo via la Fiat da Torino.

    I “sindacati di comodo” avevano perfino fissato l’asticella dell’umiliazione che avrebbe dovuto annientare la Fiom: un 80 per cento di Sì.

    Sappiamo come è andata. Il Sì ha ottenuto il 54%, ma solo grazie al voto dei quadri e impiegati (che hanno approvato i sacrifici di chi sta alla catena, non i propri!). Fra gli operai avrebbe prevalso di nove voti, e nei reparti dove il diktat si applicherà davvero, lastratura e montaggio, ha vinto nettamente il No.

    Questo risultato, comunque modestissimo per la volontà di potenza di Marchionne, è stato ottenuto non solo con l’immondo ricatto di rappresaglia preventiva che abbiamo ricordato, ma con il linciaggio morale che additava nei lavoratori delle carrozzerie i responsabili dei licenziamenti di massa dell’indotto (cinque per ogni licenziato Fiat, si diceva, con linguaggio da decimazione), con l’intimidazione vera e propria ai sindacalisti Fiom che distribuivano volantini (“se vince il No veniamo in massa a casa tua, perché ci dovrai mantenere tu”), con il dispiegamento di tutta la potenza di fuoco mediatica di un regime che si è immediatamente riconosciuto nella prepotenza anti-operaia di Marchionne (il Dna anticostituzionale non è acqua).

    E con l’ostilità puntuale e masochistica del maggior partito di opposizione (presunta), che si è bensì diviso, ma tra l’infamia del “sì a Marchionne senza se e senza ma” di un puffo rottamatore in foia di carriera, di un sindaco di Torino appiattito sullo slogan padronale degli anni Cinquanta (“ciò che va bene per la Fiat va bene per l’Italia”) e lo slalomismo ponziopilatesco dei big del partito, che comunque “se fossi un operaio Fiat voterei Sì”.

    Per non parlare della Cgil e del suo neosegretario generale, Susanna Camusso, che ha bensì alzato la voce contro Marchionne, ma solo in zona cesarini e nel disfattismo di uno sciopero generale rifiutato, benché il suo predecessore e sponsor Epifani lo avesse promesso (a nome della Cgil, non suo personale) a un milione di manifestanti Fiom il 16 ottobre in piazza san Giovanni.

    Il risultato del voto è perciò questo: Marchionne non ha più alibi, deve mantenere la solenne promessa dell’investimento annunciato, e articolarla nel piano industriale fin qui custodito come un ennesimo segreto di Fatima. Mentre la Fiom, isolata e aggredita – anche nel mondo del centrosinistra che pure dovrebbe vivere quel sindacato come una propria costola – dimostra non solo di essere in modo schiacciante il sindacato più rappresentativo dei lavoratori, ma raccoglie anche rispetto e consenso crescenti, in modo esponenziale, nella società civile democratica.

    L’organizzazione di Landini, di Airaudo, di Cremaschi, dimostra di avere la capacità di difendere i sacrosanti diritti degli operai che rappresenta, e al contempo di difendere gli interessi generali costituzionali, a repentaglio definitivo nella convergenza a tenaglia tra concezione padronale dello Stato del Putin di Arcore e concezione aziendale “credere obbedire produrre” dell’italiano di Detroit.

    DISTRUZIONE DEL DISSENSO

    il diktat di Marchionne non nasce da calcolo economico.
    È stato lui stesso, qualche anno fa, a dichiarare che il costo del lavoro incide nel prodotto Fiat per un modestissimo 7%.

    Se dunque ora gli operai alla catena verranno spremuti anche un 5% in più (il che per la qualità della loro vita sarà tremendo), la competitività dell’auto modello Marchionne aumenterebbe dello 0,35%. Tre o quattro decine di euro per vettura.
    Niente, insomma.

    Marchionne non mirava in primo luogo a prodotti più competitivi, ma all’annientamento della Fiom, al dominio in fabbrica senza possibilità di contestazione organizzata e organizzabile, alla “obbedienza pronta, cieca e assoluta” degli operai, ora e sempre, nei confronti delle mutevoli esigenze del padrone.

    È quello che NON ha ottenuto. La Fiom è più forte che mai. E lo scontro sul diktat Marchionne, ormai presentato come il modello di tutte le relazioni industriali e anche di quelle costituzionali (“Marchionnizzare l’Italia” è il titolo ormai quasi quotidiano dell’apertura del “Foglio” di Giuliano Ferrara), non può che spostarsi a livelli più generali. Nelle fabbriche, con lo sciopero nazionale dei metalmeccanici del prossimo 28 gennaio. E nel paese, nella politica, nelle vicende elettorali. Perché, se lasciati soli, alla lunga (e anche alla breve, purtroppo), gli operai saranno sconfitti, e con loro i precari, e gli studenti, e tutti i democratici.

    Ma se le opposizioni riconosceranno nella Fiom la punta di diamante dell’Italia che può risorgere dalle macerie cui l’ha ridotta il berlusconismo, la “vittoria” più che dimezzata di Marchionne potrebbe inaugurare la caporetto anche di Berlusconi.

    Ecco perché sarebbe auspicabile, e anzi necessario, che un sindacalista Fiom si candidasse alle primarie di Torino contro lo spento e subalterno Fassino, per sconfiggere poi il berlusconian-leghista d’ordinanza. Il nome, sotto la Mole, lo conoscono tutti.
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/un-sindaco-fiom-per-torino/

  37. Vox
    Vox says:

    HIC SUNT LEONES

    […] Gli operai hanno votato NO. Su questo non esistono dubbi e il dato, come accade sempre in momenti nodali è sia emblematico sia intensamente realistico.

    Si sta dicendo che la maggior parte degli operai di Mirafiori ha rigettato un accordo e se ne è fottuta bellamente della cosiddetta pistola alla tempia, a cui li ha costretti un referendum due volte illegale: illegale perché non è possibile votare sotto condizionamento; illegale perché il suo risultato è determinato dalla partecipazione al voto di una componente che non c’entra nulla con le pesantissime proposte di modifica contrattuale.

    […] La verità è che la politica (la supposta tale, e ognuno dia al termine il senso che vuole, sostantivo o aggettivo) ha abbandonato quasi seimila famiglie, costringendo persone in scacco a scegliere tra un imminente dramma individuale e un futuro dramma collettivo. Pochissime le voci di politici che si sono fatte sentire per disinnescare questa trappola criminale.

    Assenti, tutti, anzi: schierati contro i lavoratori che tentavano di resistere a un pervicace assedio ai loro diritti, che non sono storici, bensì conquistati e civili, il che è altro.

    Tutti a berciare contro un inesistente conservatorismo del fronte del NO, anziché appoggiare la lotta a quello che non è per nulla un ammodernamento delle relazioni di lavoro, bensì una semplice erosione dei diritti dei lavoratori in nome di un cristallino odio di classe, poiché Fiat è in sovrapproduzione e l’aumento della produttività è una pura scusa[…]

    http://www.carmillaonline.com/archives/2011/01/003753.html#003753

  38. peter
    peter says:

    di cosa esattamente si parli (Pino, CC, Sylvi, Vox…) su Fiat e Marchionne non ne ho idea.
    Ho aperto la Wiki in inglese, profilo di Marchionne, che ovviamente non so chi ha scritto.
    Dice che Marchionne e’ italo-canadese, originario dell’Abruzzo. Padre abruzzese, madre istriana. Workaholic, pare che non dorma quasi mai. Odia gli incentivi statali. Preferisce comunicazioni dirette tra lui e gli altri managers anziche’ tramite segretarie (ed in questo direi che ha uno stile anglosassone). Ha il licenziamento facile.
    Gli viene dato credito, a lui ed a Montezemolo, di aver riportato la Fiat in verde (profitti anziche’ perdite) dal 2006, situazione perdurante.

    Presentato quindi come ‘sharp in business’, poco pietoso, molto efficiente

    Peter

  39. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Ci sono sempre due e piu’ opinioni su quasi tutto.
    Io leggo qui e la’, in inglese ed in Italiano.

    Esempio:

    E’ singolare come, nel nostro Paese, un uomo come Marchionne abbia spesso ricevuto insulti e minacce.
    Qualcuno ha certo dimenticato che nel 2004 fu proprio lui a salvare dal collasso Mirafiori.
    ==
    Sergio Marchionne ha dato una speranza non solo a Torino e al Piemonte, ma a tutto il sistema Paese. di essere un ottimo uomo di finanza.
    ==
    Il referendum non è mai stato per Marchionne un motivo per disimpegnarsi con l’Italia.
    Semmai una richiesta legittima di una definitiva resurrezione per il comparto auto.
    ——————————————————-

    Marchionne’s Italy Factory Revamp Approved, Clearing Way for Chrysler Plan – Bloomberg

    http://www.bloomberg.com/news/print/2011-01-15/marchionne-s-italy-factory-revamp-approved-clearing-way-for-chrysler-plan.html

    Percio’ come si fa commentare?

    Anita

  40. Ratzy a Maryssymy: ma il Berluska ciè o ci fa?
    Ratzy a Maryssymy: ma il Berluska ciè o ci fa? says:

    Guardate questo video. Non è Cetto La Qualunque o Al Qalderoli travestito, bensì il nostro capo di governo che col suo accento brianzolo fa ridere fin dall’inizio. Quello che dice fa proprio cagare. Per la sua mania di accusare i magistrati di malafede e complotti questo qui dovrebbe stare o in galera o in clinica o a casa sua.
    Ma davvero un tipo simile, più da avanspettacolo che da persone serie, è il nostro capo di governo? Per la terza volta? E magari diventa pure Capo dello Stato.
    Minchia, ragazzi, come cassio siamo ridotti.
    Peccato che nel video non ci sia pure Bossi, il duo sarebbe stato perfetto: meglio di Franco e Ciccio o di Stanlio e Ollio.
    Ratzy a Maryssymy
    ps: finito di parlare, quante e quali ragazze stavano aspettando il Berlusca per consolarlo? Pardòn, per portargli “affetto”.

  41. Anita
    Anita says:

    x Shalom

    Jewtopia e’ una commedia, c’e’ anche il libro.

    E’ la storia di un Irlandese Cattolico che non sa niente degli ebrei e vuole sposare un’ebrea cosi’ non dovra’ mai prendere alcuna decisione.
    Il suo amico vorrebbe sposarsene una per far contenta la sua famiglia, ma non puo’ neanche avere un appuntamento.
    Cosi’ i due amici fanno un patto di aiutarsi a vicenda.
    Stereotipi si scontrano, le culture si scontrano, caos e risate, tutto sommato non e’ altro che un brodo di pollo comico che fa bene per l’anima qualunque sia l’eta’ o religione.
    ———————————————————–

    La maggioranza dei stand up comici sono ebrei e prendono in giro la loro razza e religione.
    Cosi’ come fanno i comici italiani, irlandesi….e…neri.

    Anita

  42. Anita
    Anita says:

    x Shalom

    Quello che mi disturba sono i comici o scenette comiche che imitano e beffeggiano personalita’ che hanno difetti fisici a causa di malattie, attacchi cardiaci, paralisi, etc….

    Ho vista una scenetta ieri sera che mi ha fatto proprio girare la luna…
    Imitavano Greta Van Susteren, una giornalista, personalita’ televisiva, ex avvocato di difesa penale e processo civile, la quale dovuto alla Bell’s palsy parla con la bocca leggermente storta.
    La imitavano in modo esageratissimo, da fare proprio schifo.

    La signora ha avuto diversi interventi chirurgici per alleviare il danno…ma le e’ rimasto un piccolo residuo.

    Anita

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