Sette giorni, una vita. Il Lingotto-Marchionne sancisce la fine delle conquiste civili e dello sviluppo dell’Italia iniziate col dopoguerra? E’ ormai più che assodato che siamo governati nell’interesse di una banda di malfattori. Per giunta benedetti da un Vaticano protettore dei bunga bunga dei preti pedofili

Qual è la notizia peggiore tra quelle dell’ultima settimana? Difficile dirlo, perché è stata una grandinata. Sono reduce dalla quattro giorni di congresso nazionale tenuto a Bergamo dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), cioè del sindacato nazionale federale dei giornalisti italiani, la cui prima giornata è stata occupata dai discorsi dei tre editori ospiti, Carlo De Benedetti del Gruppo L’Espresso, Fedele Confalonieri di Mediaset e Piergaetano Marchetti della RCS, cioè della Rizzoli-Corriere della Sera. Stendiamo un pietoso velo. Per ora. Armiamoci di coraggio e procediamo.

1) – Il caso Fiat-Marchionne. Che in realtà è il più importante di tutti dal punto di vista strutturale e dell’economia. Beh, sappiamo già di che si tratta, lo abbiamo detto alcune volte. In Italia sono in atto due cose: lo smantellamento di molti diritti conquistati con la lotta contro il fascismo e nel dopoguerra; la riduzione progressiva del cittadino in consumatore. In questo quadro c’è la tentazione di demolire anche la dignità professionale, riducendo il più possibile a forza lavoro un tanto al chilo, cioè all’ora o alla giornata, qualunque tipo di figura professionale subordinata. Quanto accade al Lingotto della Fiat non è che la conseguenza di tutto ciò, nonché la spallata definitiva. C’è la tendenza a rendere il lavoratore subordinato italiano sempre meno lavoratore professionale e cittadino e sempre più forza lavoro un tanto al chilo e consumatore. A pensarci bene non si tratta di ridurre i lavoratori italiani come fossero extracomunitari, ma come fossero palestinesi in Israele. L’extracomunitario infatti dopo alcuni gironi infernali può diventare cittadino italiano come gli altri, ma il palestinse d’Israele non potrà mai diventare un cittadino come gli altri alla stessa stregua dei lavoratori italiani che sempre meno potranno essere cittadini come quelli che campano del lavoro altrui anziché solo del proprio. Con l’aggravante che ai vari Elkan, che disgraziatamente hanno preso il posto degli Agnelli prematuramente scomparsi, Giovannino ed Edoardo, della Fiat “italiana” non gliene può fregare meno, se non per altri miliardi di euro regalati dallo Stato italiano ufficialmente “a favore dell’occupazione” (!), per il semplice motivo che hanno una mentalità quanto meno “internescional”, come dimostra l’incapacità di Lapo Elkan a parlare in italiano decente che è pari alla sua capacità di spendere – qualcuno forse direbbe scialacquare – quattrini in malo modo. Quattrini, non dimentichiamolo mai, che provengono in parte dalle nostre tasche, cioè dalle nostre tasse, e in massima parte dal sudore dei lavoratori.
Al Lingotto ha vinto il sì. Tutti cantano vittoria e applaudono alla Modernità. Temo sbaglino di grosso. L’unica modernità l’Italia l’ha avuta dall’antifascismo prima e poi dalle lotte operaie di massa e pressocché continue dell'”autunno caldo” del ’69, quando la grande stampa estera scrisse che l’Italia grazie a quelle lotte “è entrata scalciando rumorosamente nei tempo moderni”. La vittoria di Marchionne al Lingotto probabilmente significa che il tempo della crescita e dello sviluppo e delle conquiste civili iniziato con la gagliarda ricostruzione degli anni ’50 ed esploso negli anni ’60 è finito. Che la Fiom rappresenti il vecchio è ovvio, per il semplice motivo che il nuovo chiacchiere a parte NON lo rappresenta nessuno, neppure a livello sindacale, talmente è cambiata la struttura produttiva italiana e non solo quella italiana. Dire che il nuovo lo rappresenta un Marchionne è pure demagogia cortigiana: sono troppi anni ormai che la Fiat arranca e va indietro, dopo avere man mano distrutto marchi come OM, Autobianchi, Lancia, Alfa Romeo, ecc. Le chiacchiere di Gianni Agnelli che prevedeva “rimarranno sul mercato mondiale dell’auto pochi produttori e la Fiat sarà tra questi” si sono rivelate per quello che erano: chiacchiere. Buone per mungere ancora quattrini nostri regalati dallo Stato e ingrassare tra l’altro il giornalismo parassitario, cortigiano e laudatorio annidiato in via Solferino a Milano e a La Stampa a Torino. Marchionne o è arrivato tardi o s’è svegliato tardi. In ogni caso, neppure sotto la sua guida “eccezziunale veramente”, come direbbe Abatantuono, la Fiat ha imparato a fare auto competive e moderne come quelle giapponesi, coreane, tedesche, francesi e scandinave.  Si possono fare tutte le acrobazie finanziarie, azionarie e gli incroci industrali che si vuole, ma se la “robba” prodotta non è “bbuona” non si vende.  E+ una legge che vale anche in Italia e per la Fiat da quando il protezionismo ha dovuto sgomberare il campo anche dal Belpaese, cioè ben prima del tanto decantato o maledetto, spesso a vanvera in entrambi i casi, globalismo.

Ovviamente spero di sbagliare, ma d’ora in poi è probabile si torni indietro. Fino dove? Non lo sa nessuno. Però è bene prendere nota del fatto che dopo le barricate parigine delle banlieu di pochi anni fa ora ci sono le barricate tunisine e algerine, che hanno in comune i protagonisti: i giovani. Ridotti alla disperazione per la mancanza di presente e di futuro. I nostri giovani per ora hanno un presente, grazie ai genitori ancora vivi. Quando si accorgeranno di non avere futuro, allora saranno guai.

2) – E a proposito di Tunisia e Algeria, l’orrenda mediocrità della nostra politica si vede periodicamente dagli atti del nostro ministro degli Esteri, lo svettante Franco Frattini. Questa volta ci ha tenuto a far sapere, a fronte delle decine di morti ammazzati dalle “forze dell’ordine” di quei due Paesi, che “l’Italia e dalla parte dei governi”. Posizione forcaiola di per sé, diventata anche figura di merda col “governo” tunisino fuggito all’estero, e pare proprio nell’amica Italia. Frattini si schiera con i governi quando conviene per motivi di bottega, più berluscona che italiana, pronto però a schierarsi contro altri governi quando lo comanda la bottega, più berluscona che italiana. Va bene i due pesi e due misure, ma l’indecenza dovrebbe avere un limite. O no?

3) – Nel frattempo registriamo una grande ipocrisia e un grande inganno. La grande ipocrisia è quella di Marchionne che da una parte ammonisce operai e sindacalisti che “i risultati del voto si rispettano e basta”, ma dall’altra annuncia che lui NON intende affatto rispettarli: “Se vince il no, la Fiat esce dall’Italia”. Ovvero: o votate come dico io o per voi saranno guai. Più o meno lo stesso discorso degli israeliani (e statunitensi) a Gaza. Il grande inganno è invece il fatto che i protagonisti del dramma nazionale del Lingotto ci sono, e sono migliaia e migliaia, ma in tv, né Rai né Mediaset, non ne vedrete neppure l’ombra, se non a volte grazie alla Gabanelli e a Santoro. In tv, come nel plotone di riviste e giornali più o meno patinati di gossip facenti capo al Chiavaliere, vedrete solo cose splendide, a partire dal sedere della Carfagna e dal set del Grande Fratello e altre grandi cazzate simili. Bush ha ingannato i suoi cittadini per poter fare la guerra all’Iraq. Il Chiavaliere per fare la guerra ai magistrati e scampare alla galera inganna i suoi cittadini avvalorando da sempre una eraltà spledida, sempre e comunque splendida, che non è mai esistita e che sempre meno esisterà. Questo si chiama Alto Tradimento.

4) – La notizia peggiore dal punto di vista dell’attualità politica è la dimostrazione che il capo del governo della Repubblica italiana, Silvio Berlusconi, non è solo il Grande Chiavaliere Papino il Breve. A leggere le cronace, che danno conto di prove e non di chiacchiere, c’è di che restare letteralmente, scusate il termine, di merda. Provate a leggere queste inchieste, che fanno finalmente capire bene cosa intendeva la signora Veronica Lario quando diceva che suo marito era “bisognoso d’aiuto”, cioè malato:

http://www.repubblica.it/politica/2011/01/15/news/testimone_caso_ruby-11242604/?ref=HREA-1
http://www.repubblica.it/politica/2011/01/15/news/notte_questura-11247388/
http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_15/le-14-ragazze-a-milano-due-per-loro-case-e-regali-fiorenza-sarzanini_211286de-2079-11e0-bf27-00144f02aabc.shtml
http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_14/caso_ruby_Berlusconi_indagato_Ferrarella_03fab6a8-1fbf-11e0-aeb3-00144f02aabc.shtml?fr=correlati

Che un politico si comporti così, e non parlo dal punto di vista morale ma da quello della ricattabilità, è inimmaginabile. Certe cose le faceva anche Nerone, per giunta non da solo, ma lui NON era ricattabile. Il Chiavaliere invece, stando anche ai dispacci dell’ambasciata Usa a Roma, è ricattabilissimo, se non pesantemente ricattato. Il problema però non è solo questo. Il problema  che un tipo simile ha portato al governo, addirittura come ministro della Difesa!, un lestofante come Cesare Previti, condannato in via definitiva come corruttore di magistrati e compratore di sentenze, e un non del tutto gentiluomo come Marcello Dell’Utri, condannato anche in secondo grado come favoreggiatore della mafia. Sorvoliamo sui molti altri, e sulle troppe altre, portate in parlamento per motivi non del tutto decenti. E mi limito a questo aggettivo.

Insomma, c’è la prova provata – e anzi ormai più d’una – che siamo governati da una accolita di malfattori. Purtroppo benedetta, as usual, dal Vaticano, come sempre pronto a tutto pur di incassare.

5)  – Il re del bunga bunga, primo ministro di Berlusconia detta anche Bungabungaland, insiste a dire che i giudici devono lasciarlo in pace perché “il popolo sovrano mi ha eletto e devo perciò poter governare”. Evidentemente però ignora che in Italia la Giustizia – l’intera Giustizia, e non solo le sentenze che lui ha motivo di temere – è amministrata in nome proprio di quel popolo sovrano di cui si riempie la bocca e che calpesta con il proprio comportamento e politico e privato. La Giustizia viene cioè PRIMA del voto, PRIMA della scelta di chi ci deve governare, PRIMA che il popolo sovrano vada a votare per il Tale o per il Talatro, e pertanto alle regole della Giustizia deve obbedire anche tutto ciò che concerne le elezioni, gli eletti e quelli che tra gli eletti diventano i governanti. Strano che fra tanti azzeccagarbugli e pretesi leader di sinistra nessuno si ricordi di questo piccolo particolare, neppure i Uolterloo Veltroni e i Maxim D’Alema. Far rispettare le leggi NON è mai un “sovverire la democrazia”, come invece sostiene cialtronescamente il venditore di tappeti e fumo di Arcore. Semmai è vero il contrario: governare a tutti i costi, alla faccia delle leggi, è una sovversione della democrazia anche se si è vinto le elezioni. Vincere le elezioni NON significa avere sconfitto la Costituzione.
Riguardo certe pretese del Chiavaliere, solo un demente o un mentitore di professione può sostenere che in Italia, su 70 milioni di italiani, ci sia soltanto lui in grado di fare il primo ministro!

6) – Da questo giro di puttanieri e prosseneti il Vaticano incassa infatti soprattutto più soldi alla scuola “privata”, cioè alle sue scuole “cattoliche”. E del resto questo papa è adeguato al degrado dell’ambiente. E’ lui che ha firmato – assieme all’allora suo vice Raffaele Bertone – nel giugno 2011 l’ordine a tutti i vescovi del mondo di tacere alle autorità civili qualunque caso di pedofilia del clero. Le conseguenze sono tristemente note. L’ultima è lo scandalo dei preti di Malta denunciati invano dalle loro vittime, che hanno dovuto subire l’oltraggio del vedere ancora al loro posto gli stupratori amanti del bunga bunga con i ragazzini, e anzi uno di loro è stato trasferito nel nostro Lazio, dove potrà tranquillamente continuare a fare i bunga bunga dei suoi porci comodi. Dopo la denuncia pubblica delle vittime maltesi sull’intoccabilità dei loro stupratori è iniziato il solito gioco delle tre carte con i soliti “treccartisti”, per usare un termine caro al nostro Popeye: il papa ha ordinato alla curia maltese provevdiemnti severi, a buoi scappati dalle stalle, però nel contempo la curia maltese si è opposta al processo penale e civile contro i suoi preti stupratori accampando il fatto che sono… “sovraesposti sui mass media”. Meglio evitare di fare commenti. Mi limito solo a far notare che hanno quindi ragione coloro che si oppongono all’estradizione dal Brasile in Italia del pluricondannato per omicidio Cesare Battisti: se sono “sovraesposti sui mass media” i tre pretonzoli stuprerecci di Malta, che dire allora di Battisti?

6 bis) – “L’educazione sessuale ai bambini nelle scuola è contro la fede”, ha tuonato il papa. Che evidentemente preferisce e pretende si torno all’educazione sessuale, se così la si può chiamare, imparata nei cessi delle scuole o direttamente dalle mani e dal sesso dei preti pedofili. Di quella male genia cioè per la quale , guarda caso, lui ha ordinato a suo tempo la protezione. Come faccia questo papa a uscirsene con queste trovate è un mistero, per quanto sicuramente non glorioso. Ormai le gaffe e le affermazioni che solo per rispetto – peraltro non dovuto – evitiamo di definire deliri o cazzate, non si contano. A partire dall’infelice battuta contro l’islam citando a sproposito una frase di un imperatore bizantino e passando per qualche infelice considerazione sugli ebrei e giravolte poco dignitose sui preservativi.
L’ultima, per ora, boutade del papa è stata applaudita da quel gigante del pensiero e dell’educazione sessuale che è Giuliano Ferrara, che sul suo bel Foglio ha bucolicamente ricordato la propria preferenza e nostalgia per i bei tempi in cui “l’educazione sessuale si imparava in strada, con la complicità tra coetanei”, cito con quale possibile imprecisione. Povero Ferrara… Che pena! Si vede che non ha figli e forse neppure nipoti e che comunque non capisce un tubo di certi argomenti e/o non ha contatti con il mondo dei bambini e dei ragazzini. Fosse meno pieno di nostalgie e di se stesso – e deve esserlo molto a giudicare dalla stazza – saprebbe che comunque anche oggi i bambini in quanto  confidenze e complicità si arrangiano mica male. Con il vantaggio che sanno meglio di noi ai nostri tempi cosa sia un preservativo, cosa siano le mestruazioni, cosa sia l’igiene sessuale e magari anche l’anatomia del proprio e dell’altro sesso, il che non guasta, e anche cosa siano i pedofili.
Tutti sanno e dicono che la famiglia è in crisi, che nessuno educa più i proprio figli preferendo invece mollarli per ore davanti alla tv. Resta quindi molto poco chiaro chi e dove secondo il signor papa e i suoi stolidi laudatori alla Ferrara dovrebbe educare sessualmente i bambini. I preti di Malta? Quelli alla Decollado o alla don Cantini di Firenze? Quelli delle parrocchie texane o delle altre parrocchie Usa condannate a risarcire quasi un miliardo di euro agli ex bambini violentati dai “ministri di Dio in terra”?
Francamente questo papa è sempre più indigesto e impresentabile. Qualcuno dovrebbe dirgli che il Medioevo è finito da un pezzo. Perché non glielo ricorda almeno il suo gaio e giovanile segretario personale don George, che gli è sempre così vicino?

7) – Senza dimenticare che a ordinare a Ratzinger di rimettere mano alle leggi vaticane, rimaneggiamento come sappiano in chiave protezionista della pedofilia nel clero, è stato il papa “santo subito!” Wojtyla. Strana fretta quella di voler far santo a tutti i costi una persona ad appena sei anni dalla sua morte, come se la si volesse mettere al riparo da possibili inchieste e accuse imbarazzanti. Berlusconi, poverino, non può essere fatto santo subito e deve perciò accontentarsi di rincorere lo “scudo” giudiziario ad personam, uno qualunque pur di non finire in galera. I papi invece possono essere protetti con una bella dichiarazione di santità ad personam oppure, come è capitato a  Ratzinger, da un ordine del presidente degli Usa George W. Bush alla magistratura texana di cestinare l’accusa di cospirazione contro la giustizia, accusanata dalla scoperta del famoso ordine del giugno 2011. E comunque che stitichezza questi santi! Fanno un miracolino, spesso dubbio e stentato, giusto giusto per diventare santi e poi, una volta diventati santi, se ne fottono e addio ai miracoli. Migliaia di santi, migliaia di miracoli, e l’Italia e il mondo vanno però comunque sempre a rotoli…. Ecco il vero miracolo!!!

8) – L’altro eroico e per ora non ancora “santo subito!” firmatario di quell’ordine abbastanza infame è stato l’attuale segretario di Stato vaticano Raffaele Bertone, all’epoca vice di Ratzinger alla guida della congregazione per la Dottrina della fede. Fa una certa impressione sentire oggi Bertone predicare all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Vaticano “la centralità della giustizia in una società civile”. Il concetto è quanto mai giusto e quindi apprezzabile e condivisibile. Però allora non si spiega come mai Bertone non chiarisce perché è stato per una ventina d’anni Giudice Unico del Vaticano l’avvocato Gianluigi Marrone, che era contemporaneamente anche capo dell’Ufficio legale di Parlamento italiano. In questa sua duplice veste  Marrone dalla sua scrivania vaticana rispondeva “NO!” alle sue stesse rogatorie internazionali spedite in Vaticano dalla sua scrivania nel parlamento italiano. Marrone  dal parlamento italiano spediva cioè in Vaticano le richieste dei magistrati italiani di interrogare alcuni cardinali sia sulle eventuali complicità di Alì Agca nell’attentato del 1981 a papa Wojtyla sia sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina vaticana scomparsa, come sappiamo, nell”83. Dopodiché lo stesso Marrone dalla sua scrivania vaticana si auto rispondeva “NO!” alle richiesta da lui stesso spedite. Incredibile, ma purtroppo vero.  Quando ho scritto i miei due libri sul caso Orlandi ho chiesto conto a Marrone, scomparso più o meno un anno fa,  di questo suo straordinario doppio ruolo, oltretutto in evidentissimo conflitto di interessi. “Quando il Vaticano mi ha offerto quell’incarico ho chiesto all’allora presidente della Camera, Nilde Jotti, se potevo accettare o no e la Jotti mi diede il permesso”, mi rispose Marrone. E come si legge nei miei libri aggiunse una chiosa non da poco: “Io in Vaticano non potevo fare altro che firmare ciò che mi veniva detto di firmare, senza poter fare mie indagini. Se poi lei, Nicotri, mi chiede se il Vaticano sul caso Orlandi ha detto tutto quello che sa, allora io le rispondo che no, non ha detto tutto quello che sa”.
Stando così le cose, Bertone potrebbe chiarire forse anche qualche altro mistero: come mai la segretaria di Bertone nell’Ufficio legale del parlamento italiano era la cittadina vaticana Natalina Orlandi, vale a dire una sorella di Emanuela? E come mai Natalina non ci trovava  nulla di protestabile nel doppio ruolo e nei “NO!” di Marrone Giudice Unico del Vaticano alle richieste della magistratura per fare chiarezza sulla fine di sua sorella? Chissà, magari Bertone potrebbe anche spiegare come mai Natalina, nonostante tutto,  è spesso ospite di Federica Sciarelli a “Chi l’ha visto?” dove continua a sostenere cose insostenibili tant’è che non trovano mai conferma o vengono smentite dai fatti.

9) – Il giornalismo italiano è sempre più nel guano. Il metodo Minzolini soffoca la Rai, mentre nelle reti Mediaset impazza  già da tempo. Leggendo l’inchiesta di D’Avanzo, propostavi con il primo dei quattro link di cui sopra, si scopre che alla seratine allegre del Chiavaliere presenziava oltre all’inossidabile Emilio Fede, che anche se non pare è un giornalista, e in tale veste ha preceduto di molto gli Spazzolini minzoliniani, anche l’altrettanto abbronzato Carlo Rossella. Ingrassato nel portafoglio come direttore di Panorama, è ora ingrassato nel portafoglio come capo di Medusa, la società del Chiavaliere che si occupa di cinema. Rossella è tuttora giornalista è non è stato radiato dall’Ordine come Renato Farina né sospeso dalla professione per una manciatina di mesi come Vittorio Feltri nonostante abbia lanciato su Panorama, quando ne era direttore, la balla dell'”uranio del Niger per le atomiche di Saddam”, balla che è servita al disgraziato George W. Bush, e al suo complice leccapiedi Tony Blair,  per mentire al suo Paese e al mondo intero e peter invadere così l’Iraq. Provocando una marea di morti e di distruzioni di vario tipo, non ancora terminate.
Lo sbraco sensazionalista del giornalismo è arrivato al punto che il paio di petardi lanciati un paio di settimane fa contro una sede leghista del paese dove abita Umberto Bossi sono ormai definiti “ordigni esplosivi” perfino sul Corriere della Sera. Beh, è comprensibile visto che pagano una come Federica Sciarelli per continuare a depistare e tacere sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, un caso che colleziona ormai il poco invidiabile record di ben 28 anni consecutivi di balle una più assurda dell’altra.

10) – Gironzolando in Internet avevo scovato un sito neonazista che oltre a sciorinare i nomi di vari ebrei italiani accusandoli di primeggiare troppo si riprometteva anche una ambigua e comunque inaccettabile “cancellazione di loro volti”. Troppo preso dalla scadenza della Fnsi mi ero ripromesso di farne una puntata del blog alla fine delle giornate bergamasche e di segnalarlo via e-mail a Riccardo Pacifici, il portavoce della comunità ebraica romana, facendogli notare che questi sì erano da censurare e mettere in condizione di non nuocere, altro che prendersela con l’innocua pagina Facebook dell’impiegato dell’Atac. Nel frattempo però qualcun altro s’è accorto di quel bruttissimo sito e la denuncia è esplosa pubblicamente prima che io mi muovessi. In questo caso non conta di chi sia il merito, conta solo che certe voci siano costrette a obbedire anch’esse alle leggi anziché razzolare e magari radicarsi senza dare nell’occhio.

368 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. @Anita
    @Anita says:

    Anche a me disturbano le prese in giro sui difetti fisici, ma bisogna vedere come sono realizzate, se denigratorie o no. Quello che voglio dire con quel mio commento e’ che in Italia siamo dei ricattati dalla lobby, che ha torto su tutti i fronti e ha molta gente non raccomandabile. In Italia si sono visti poco o non si sono visti affatto ottimi film che prendevano in giro le fissazioni e i tic degli ebrei. I film israeliani contro le porcherie di Israele sulla pelle dei palestinesi o non vengono distribuiti o durano molto poco. Ci sono libri magnifici, scritti da israeliani, che smontano in modo impietoso e documentato i miti, gli inganni e le pretese dei sionisti, ma in Italia o non arrivano o se arrivano vengono soffocati dal silenzio sui mass media.
    Gli italiani quando si ribelleranno a questa dittatura di fatto che li costringe a pensarla come fa comodo a chi comanda in Israele?
    Shalom

  2. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    Marchionne è figlio di un carabiniere che prestava servizio in Istria dove conobbe la madre , un’italo-istriana che abitava a Barbana, poco distante daPola.
    Il nonno fu infoibato, lo zio ucciso dai tedeschi.
    La madre e la zia fuggirono in Abruzzo, nel 45 al seguito del padre.
    Lì si sposarono e nacque il manager.
    Assieme ai parenti istriani partirono poi per l’Ontario dove Marchionne studiò.

    Come vedi non è una storia alla Elkan-Agnelli.

    Torino, come dice Chiamparino sindaco di Torino, dovrebbe prima di “impiccarlo” vedere se mantiene le promesse di investimenti e di posti di lavoro.
    Ma per alcuni anche Chiamparino è un venduto, perchè non fa il metalmeccanico, e ,in Italia, lavorano solo i metalmeccanici, nemmeno i loro impiegati…figurarsi gli altri!

    ciao Sylvi

  3. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    vedo che pone molta enfasi sulle origine istriane di Marchionne, ed il minimo ‘legale’ sul padre abruzzese che prestava servizio in Istria…
    Le ricordo che ancora oggi la ‘nazionalita’ o cittadinanza dipende dal padre, se c’e’…
    Marchionne e’ divenuto poi canadese, come (si parva…) io sono diventato britannico.
    Le assicuro che c’e’ grande abbondanza di abruzzesi all’estero, UK, Canada, US, Germania….Forse ce l’avrebbe fatta anche senza le sacerrime origini istriane…

    Peter

  4. Vox
    Vox says:

    IL “POVERO” MARKIONNE

    Marchionne, in realtà, non è che un servo. Molto ben pagato, ma pur sempre un servo, un parafulmine che si usa per nascondere i veri parakuli, ovvero gli elkann. Lui fa kel ke loro vogliono e si prende anche le kritike.

    Tanto, con quel ke lo pagano gli elkann, dell’odio degli operai e di una buona parte degli italinani se ne un baffo (tanto si può sempre konsolare coi suoi 225 milioni di euro in banka).

    Della sua storia di famiglia facciamone un bel serial.
    Sai ke lakrime!

  5. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    non mi costringa a dare ragione a Uroburo quando parla del suo meridionalismo…

    Se ci fossero state tali tragedie nella famiglia paterna…l’avrei detto.
    Da quel che so Marchionne padre andò a Toronto al seguito dei parenti Zuccon (materni).
    Volevo solo sottolineare che non è un Lapo che ha trovato la pappa pronta a spese degli italiani! Le è chiaro?

    Sylvi

  6. sylvi
    sylvi says:

    x Vox,

    ognuno spande le sue lacrime come crede.
    Poi c’è chi fa una breve biografia e …non spreca lacrime…
    disidratano!

    Sylvi

  7. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    al seguito? voleva dire che fosse il loro lacche’? bene o male, lui il suo stipendiuccio ce l’aveva….

    Peter

  8. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Lento…lento come una lumaca.
    Gli Zuccon erano già a Toronto.

    Anche lei…ci fa o ci è?

    Sylvi

  9. Peter
    Peter says:

    x Shalom 52

    mi vuol fare un esempio di quegli ‘ottimi film’? sa, sono un cinefilo (noon sinofilo o cinofilo, spero di averci azzeccato), e sono curioso. Di films che fanno un po’ di caricatura sugli ebrei, conosco solo alcuni di Woody Allen, di tanto tempo fa.

    Io trovo piu’ rilevanti, e piu’ umilianti per gli italiani, quei films americani del caxo dove pretendono di ‘conoscere’ gli italiani. Come quel ‘the tourist’ della m…chia. Avrei preferito perdermi quello, e che J. Depp vada a farsi str…re con A. Jolie

    Peter

  10. Peter
    Peter says:

    se lei e’ frilana, ovvero quasi istriana, direi che il cognome zuccon e’ davvero azzeccatissimo.
    Il poveretto era succube della moglie…

    Peter

  11. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    so la storia di Sergio Marchione.
    Non e’ nato col cucchiaino d’argento in bocca…..

    “Negli anni della guerra la famiglia materna fu colpita da due tragici lutti: nel settembre del 1943 il nonno di Sergio, Giacomo Zuccon, fu sequestrato e infoibato da partigiani titini (i suoi resti verranno in seguito recuperati, assieme ad altri, nella foiba di Terli dai Vigili del Fuoco e riconosciuti dall’altra figlia Anna). Alcune settimane dopo, anche lo zio Giuseppe, fratello della madre, messosi alla ricerca del padre di cui non si avevano più notizie, cadde in un rastrellamento dei militari tedeschi che, scambiandolo per un partigiano o disertore, lo passarono per le armi”.

    Marchionne viene considerato l’artefice del risanamento di Fiat Group.
    —————————————————————

    Di regola negli US i CEO vengono remunerati secondo quello che rendono alla ditta…o secondo le stipulazioni.

    Non sono in grado di discutere la remunerazione di Sergio Marchione.

    Considera che atleti e attori hanno salari enormi, inoltre hanno sponsors e ricevono una percentuale a vita per i loro film e filmati, per i CD etc…..

    I CEO poi ricevono salari molto alti, e gli stock options li centuplicano ed oltre.
    (dipende sempre da quel che rendono)

    Buonanotte,
    Anita

  12. @Peter
    @Peter says:

    Questi due film sono un bell’esempio, oltre a quelli di Woody Allen che lei pero’ gia’ conosce:

    http://filmup.leonardo.it/sc_zucker.htm

    http://filmup.leonardo.it/sc_prime.htm

    Da notare che l’imbecillita’ italiota o la longa manus della lobby arriva al punto che nel descrivere la trama del film Prime nel secondo link si tace del tutto che il protagonista e sua madre, interpretata da Meryl Streep, sono ebrei e che alla loro ebraicità è dovuto lo spasso del film. Che non nasconde neppure il razzismo di molti ebrei, per esempio verso i “negri”.
    Shalom

  13. Eugenio Scalfari sulla Fiat e Marchionne
    Eugenio Scalfari sulla Fiat e Marchionne says:

    Anzitutto l’aritmetica. A Mirafiori ha votato il 94 per cento dei dipendenti, 5.136, tra i quali 441 impiegati, capireparto e capisquadra. Le tute blu, cioè gli operai veri e propri, erano dunque 4.660 in cifra tonda. I “sì” all’accordo sono stati il 54 per cento e i “no” il 46 per cento.

    Al netto del voto impiegatizio i “sì” hanno vinto per 9 voti, due dei quali contestati. Marchionne aveva dichiarato che per andare avanti doveva avere almeno il 51 per cento. Con il voto dei colletti bianchi lo ha avuto, ma senza quel voto no: ha avuto il 50 più nove voti (o sette), per arrivare al 51 gli mancano 41 voti.

    Questa è l’aritmetica, che ovviamente non dice tutto ma dice già abbastanza. Dice cioè che la situazione di Mirafiori che esce da questa votazione sarà assai difficilmente governabile tenendo soprattutto presente che una parte notevole dei “sì” ha votato di assai malavoglia e molti l’hanno esplicitamente dichiarato.
    Ed ora una prima domanda alla quale, oltre che Marchionne, dovrebbero rispondere i dirigenti Cisl, Uil e gli altri firmatari dell’accordo: è possibile che in queste condizioni il 49,91 per cento degli operai di Mirafiori sia privo di rappresentanza?

    Sulla base di un referendum del 1995 infatti – ribadito nell’accordo Fiat-Cisl-Uil ed altri – la rappresentanza è riservata soltanto ai sindacati che hanno firmato l’accordo, ma i loro delegati non saranno eletti dai dipendenti, saranno “nominati” dai sindacati firmatari.
    Avete capito bene? Nominati. Esattamente come avviene per i deputati nominati dai partiti con la legge elettorale chiamata “porcellum”, porcheria dal suo autore, il leghista Calderoli, circondata ormai da una generale e bipartisan disistima.

    La “porcheria” della rappresentanza a Mirafiori che esclude anziché includere, è in regola, lo ripeto, con quanto stabilito dalle intese sindacali vigenti, ma è clamorosamente contraria al buonsenso e al ruolo di una rappresentanza effettiva. Dequalifica metà dei dipendenti al ruolo di “anime morte” reso celebre da Gogol e prassi costante nelle campagne della Russia zarista fino alla rivoluzione del 1905. Si può adottare nella Fiat del 2011? Ancora qualche numero. I lavoratori di Mirafiori iscritti alla Fiom sono seicento; quelli non iscritti a nessun sindacato sono più di duemila.

    Sommandoli insieme, i lavoratori che non avranno rappresentanza saranno a dir poco 2.600 su un totale di cinquemila. Se ne deduce sulla base dei numeri che la maggioranza largamente assoluta degli operai di Mirafiori non sarà rappresentata.
    Bonanni e Angeletti ritengono che una situazione del genere sia accettabile da veri sindacalisti, senza degradarli oggettivamente a sindacalisti “gialli”?

    Ho scritto ripetutamente (e ancora il due gennaio) che il problema sollevato da Marchionne non è peregrino e non riguarda soltanto la Fiat.
L’economia globale ha reso possibile la formidabile emersione economica di interi “continenti”: Cina, India, Indonesia, Brasile, Sudafrica. Erano paesi addormentati nella loro miseria che ora irrompono terremotando l’intero pianeta e provocando un trasferimento di benessere dal vecchio mondo opulento verso un mondo nuovo di imprenditori, finanzieri, consumatori e lavoratori.
    Il caso Marchionne-Fiat ha messo l’economia italiana di fronte a questa realtà, ma in ordine di tempo è l’ultimo (per ora) non il primo; era stato preceduto da centinaia di altri analoghi casi riguardanti imprese di dimensioni medio-piccole messe fuori mercato dall’economia globale. Ne cito due tra le più note: Merloni e Omsa, ma l’elenco ne comprende (e ne comprenderà) moltissime altre.

    Il trasferimento di benessere dall’Occidente ricco ai paesi emergenti è un dato di fatto che nessuno potrà bloccare. Un altro dato di fatto riguarda gli assetti sociali e la loro auspicabile evoluzione nei paesi emergenti. Non c’è dubbio che col tempo i diritti dei lavoratori, le loro condizioni e i loro salari tenderanno ad allinearsi a quelli occidentali, ma questa evoluzione sociale richiederà un tempo molto più lungo dell’involuzione economica in atto nell’Occidente. È in corso nei paesi emergenti quello che l’economia classica definì il “risparmio forzato” e cioè l’accumulazione del capitale attraverso lo sfruttamento del lavoro.
    Pensare quindi di livellare fin d’ora verso l’alto i diritti e le retribuzioni dei lavoratori di quei paesi è pura illusione. Avverrà viceversa (sta avvenendo) il contrario: sono le condizioni di lavoro in Occidente che scenderanno.

    Un’alternativa c’è: il soccorso dello Stato alle aziende in difficoltà. E chiaro che imboccare questa strada porta verso un sistema di economia interamente sovvenzionata. È pensabile un’ipotesi di questo genere? Certamente no.
Allora qual è la strada da seguire? L’ipotesi Marchionne è correggibile senza imboccare quella della sovvenzione alle aziende come sistema?

    Sì, l’ipotesi Marchionne è correggibile anzi, deve essere corretta al più presto perché, così come si è delineata a Pomigliano e a Mirafiori, non è accettabile. Non solo perché moralmente ingiusta ma perché non è funzionalmente percorribile. Ezio Mauro, nel suo articolo di venerdì scorso su questo stesso argomento, ha segnalato che – a detta dello stesso Marchionne – il costo del lavoro dell’automobile grava per il 7 per cento sul costo totale.

    È evidente a tutti che non si risolve una crisi di queste proporzioni riducendo quel 7 per cento ed è altrettanto evidente che i rappresentanti dei lavoratori hanno il diritto di sapere come è composto il restante 93 per cento e quali misure vengono prese per ridurlo.

    Abbiamo già documentato su queste pagine (Massimo Giannini di ieri) che i salari dei lavoratori dell’auto nelle nazioni europee nostre concorrenti sono nettamente maggiori dei nostri. Dunque c’è un difetto, se non altro conoscitivo, nello schema Marchionne e c’è un altro difetto, in questo caso compensativo, che va colmato. Si toglie benessere da un lato; che cosa si dà dall’altro? Il posto di lavoro, risponde la Fiat. Errore. Il posto di lavoro è un salario che compensa il lavoro. Qui c’è un contratto che incide sul benessere complessivo. Come viene compensato?
    Se si cambia il rapporto tra aziende e lavoratori, tra imprese e sindacati, a causa d’una rivoluzione economica di dimensioni planetarie che incide sui rapporti sociali nei paesi opulenti, la conseguenza è che non si può scaricarne tutto il peso su uno solo dei fattori di produzione. Anche l’altro fattore deve entrare in gioco, deve impegnarsi nell’innovazione dei processi e dei prodotti, deve far aumentare la propria produttività e non solo quella proveniente dal lavoro.

    E così come l’imprenditore e il management controllano le frazioni di minuto del rendimento dei lavoratori, altrettanto concreto e puntuale deve essere il controllo dei rappresentanti dei lavoratori sugli investimenti innovativi dell’imprenditore. Tanto più se le retribuzioni e i premi del manager dipendono dai risultati.
    Quali risultati? Gli incrementi del titolo in Borsa o l’attuazione di un piano industriale? I fattori in gioco non sono due ma tre: il lavoro, il management, gli azionisti. La sede è il consiglio di amministrazione.

    Perciò i lavoratori debbono essere rappresentati nei consigli di amministrazione, soprattutto per le imprese quotate in Borsa o al di sopra di certi livelli di fatturato e di occupazione. E debbono essere rappresentati anche in appositi organi che vigilano sull’evoluzione della produttività e sulla sua distribuzione.
    La soluzione adottata in proposito dalla Volkswagen è la più aderente a questo tipo di rapporti: una “governance” aziendale duale, con un consiglio di sorveglianza dove siedono anche i rappresentanti dei lavoratori e un consiglio di amministrazione che ne attua la strategia. Ma esiste ancora più pertinente, il caso Chrysler dove i lavoratori allo stato dei fatti sono proprietari dell’azienda.

    Infine, poiché la perdita di benessere riguarda l’intera società nazionale e l’intero Occidente, mutamenti compensativi dovrebbero anche avvenire sul recupero di una concertazione tra parti sociali e governo, che fu instaurata da Amato e poi soprattutto da Ciampi nel 1992-93 e durò con indubbi risultati fino al 2001, poi fu smantellata e infine soppressa nell’era berlusconiana.

    Quando si chiedono sacrifici ad una parte della società, essi vanno bilanciati con un accrescimento dei poteri di quella parte, altrimenti si provocano terremoti sociali di incalcolabili effetti.
A proposito del movimento studentesco si è detto e scritto che il conflitto va molto al di là della riforma Gelmini.
Il conflitto esterna un disagio profondo dei giovani che riguarda il loro futuro, il loro lavoro, la loro partecipazione alle decisioni che riguardano l’avvenire del Paese.

    Credo che analogo sia il modo di sentire degli operai. Il conflitto con la Fiat è un aspetto del problema ma non è il problema. Gli operai sono ancora molti milioni ma nell’opinione generale sembrano inesistenti, non hanno più luoghi appropriati nei quali esprimersi e farsi sentire, i sindacati soffrono della stessa separatezza di cui soffrono i partiti.

    I lavoratori, stabili o precari, dipendenti o autonomi, reclamano partecipazione e rappresentanza e questi loro diritti stanno scritti in Costituzione. Anzi, la loro formulazione sta addirittura nell’articolo numero 1 della nostra Carta fondamentale. Ecco perché penso che Marchionne sia stato involontariamente utile. Ha aiutato gli immemori a ricordarsi di quei diritti e alla necessità di attuarli.

  14. Vox
    Vox says:

    La cosa migliore per la Fiat (ma certo non per i vari elkann e loro pupazzi), sarebbe la trasformazione dell’azienda in COOP.

    Che siano gli operai a ricevere i dividendi del proprio lavoro, non dei parassiti azionisti che su quel sudore ci campano, come dice Faust, aggratis. Se tutte le imprese fossero gestite da chi ci lavora e chi ci lavora ne ricevesse direttamente i frutti, tutto sarebbe diverso. Ai vari marpionni di questo mondo toccherebbe cambiar mestiere e accontentarsi di stipendi meno esagerati.

  15. Popeye
    Popeye says:

    x Vox
    Quanto vengono pagati i parassiti dirigenti sindacalisti senza fare un cavolo e una produzione equivalente a zero?
    O lavorano anche loro aggratis? Ma vai …

  16. Vox
    Vox says:

    Per coloro che capiscono poco l’italiano o amano troppo il capitalismo per concepire altri sistemi, molto più giusti e più umani:

    TUTTI coloro che lavorano in una cooperativa (tutti vuol dire operai, quadri amministrativi, et cetera) si dividono i proventi del loro lavoro, in base alla qualifica e al rendimento professionali.

    Nisba azionisti, ovvero nisba mercati azionari.
    Lo so che per alcune menti è difficile, forse anche orrendo, immaginare una cosa del genere, ma quello è il vero futuro dell’umanità e prima o poi ci si arriverà.

  17. Anita
    Anita says:

    x Shalom

    Ho visto Prime in TV, non mi ricordo bene la fine.

    Meryl Streep e’ la mia attrice preferita, e’ grande in qualsiasi parte.
    Mi piace anche Uma Thurman.

    A lei non e’ piaciuta la trama perche’ la mamma ed il figlio sono ebrei e l’amante (Uma Thurman) non lo e’….
    Non sono solo gli ebrei a desiderare che i figli si sposino entro la loro religione e razza.
    Ho diversi amici ebrei, e so bene come la pensano.
    Ho amici armeni e non sono molto differenti.

    Tutto cambia quando e’ passata l’eta’ di procreazione, come in secondi matrimoni.

    Le nuove generazioni non osservano come prima, ma difficilmente un ebreo/a si converte ad un’altra religione, mentre l’opposto e’ piu’ che probabile.

    Le posso anche dire che dopo la perdita di tutta la mia famiglia, i miei amici ebrei non mi hanno abbandonata, sono invitata alle loro feste, ci incontriamo a cena, sono regolarmente in contatto.
    Si preoccupano per me perche’ sanno che sono sola.

    Cosa che non posso dire dei miei amici in generale.

    Anita

  18. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Per noi che non capiamo bene l’Italiano….

    Le cooperative non sono un esclusivita’ Italiana.

    Negli USA ci sono diversi tipi di cooperative, molte nelle industrie della produzione del latte, agricoltura, allevamenti, etc…

    Il negozio di ferramenta che frequento da sempre, ACE Hardware Store e’ diventato una co-op, cioe’ proprietari indipendenti, diventati rivenditori azionisti della societa’.

    Una co-op e non una concessione, ogni negozio Ace Hardware ha un aspetto diverso ma presentano caratteristiche simili, come le linee di prodotti.
    ACE ha ora migliaia di negozi in tutti i 50 Stati e forse anche fuori.

    Ci sono molte compagnie non per azioni.

    Molte co-op sono nate per necessita’, o unirsi o sparire.

    Non conosco le leggi o come funzionano esattamente.

    Anita

  19. A Z Cecina Li
    A Z Cecina Li says:

    Carissima Sylvi .. leggo “Ho ascoltato Landini ieri sera da Fazio, dove ha fatto un comizio praticamente senza contradditorio”, la cosa ti ha giustamente schifata, e sono sicuro che se tu avessi avuto occasione di vedere la trasmissione di una settimana prima quando dallo stesso Fazio c’era ed ugualmente senza contraddittorio il Sig Marchionne ti avrebbe schifato anche quella. Purtroppo non ho letto molto attentamente tutto il blog e quindi mi saranno sfuggite le tue vibrate proteste per tutte le altre volte che nelle varie TV hanno parlato a favore del “SI” senza contraddittorio oltre allo stesso Marchionne rappresentanti dei sindacati (si fa per dire) firmatari dell’accordo (meglio sarebbe chiamarlo con il suo nome, ATTO DI RESA), spalleggiati dai vari Fassino, Chiamparino & C.
    Ti sarò quindi grato se vorrai segnalarmi i passi in cui ai biasimato le eguali ed opposte mancanze di contraddittorio, al fine di fugare il dubbio che la tua sottolineatura di tale mancanza nel caso di Landini sia dovuta ad un “sinzillino” di prevenzione nei confronti della categoria dei sindacalisti pervicacemente si ostinano a difenderela costituzione, le condizioni di vita e la dignità dei lavoratori.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

    PS. Landini è anche il mio piccolo motocoltivatore diesel, molto pesante e un po’ lento, ma nonostante l’età veneranda parte sempre al primo colpo e non si ferma mai. ….. se fosi Marchionne prima di sottovalutare un Landini ci penserei bene.

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro AZ,

    avevo visto Marchionne da Fazio che lo ha interrotto più volte, come ha interrotto ieri sera Fini.
    Anzi ricordo che Marchionne non ci ha fatto un gran figurone come “venditore di fumo” , è apparso impacciato e un po’ imbranato.
    Di Landini mi ha infastidito il rimescolamento delle carte fra Costituzione, leggi sulla rappresentanza del ’95 votate anche dalla Fiom, allora per escludere i Cobas, e che ora gli sono rivoltate contro, e accordi aziendali.
    In questo ultimo mese, per vari motivi, non sono sempre stata informata, non usavo il computer, non vedevo la tv.
    Ritengo che in Italia si siano scelti sempre sindacalisti che sanno “comiziare” molto bene.
    Invece avremmo bisogno di sindacalisti colti, che girano il mondo per conoscere le problematiche del lavoro, determinati ed elastici nello stesso tempo.
    Lo sciopero dovrebbe essere raro ma significativo…in Germania, quando scioperano non scherzano ed esibiscono programmi che non fanno una grinza, non chiacchere alla Vendola e amici. Ed ottengono risultati.
    Caro AZ forse è venuto il tempo di cambiare registro anche per i sindacati…farebbe bene anche alle Aziende e alla Confindustria.
    E io parlo di chi produce beni e lavoro, non di chi gira finanza.
    Vox parla di coop…già visto in Yugoslavia…un disastro!!!

    Quanto ai compensi di Marchionne…giusto ridimensionarli…ma solo nel contesto di…politici…calciatori…e soprattutto ladri megagalattici che hanno sempre lavorato ad personam, mai per la comunità!

    Non ho niente di personale verso Landini…e tanto meno verso il tuo motocoltivatore che fa il suo dovere!
    buonagiornata
    Sylvi

  21. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 16.01.11 alle 9:17 } Bella democrazia, la Fabbrica è di alcuni…non di tutti!
    ———————————–
    Cara Silvy,
    questa sua concezione della democrazia totale è curiosa, perchè vale solo in fabbrica. Naturalmente serve solo a costringere alcuni a rispettare un accordo deciso da altri, e quindi ha una oggettiva connotazione anti operaia. Ma credo che questo a lei vada benissimo.
    Se si dovesse decidere, ad esempio, come, quando ed a che prezzo io devo fare il turno di notte, la trattativa dovrebbe essere tra me e l’azienda. E non tra me, l’azienda ed anche coloro che lavorano a giornata e ceh mai faranno il turno di notte.
    Sarebbe come se lei dovesse votare per le elezioni regionali lombarde ed io per quelle friulane. Questa non sarebbe democrazia ma una presa in giro. Di quelle che piacciono tanto ai padroni tanto per fregare gli operai.

    Non varrebbe neppure la pena di rispondere al pregevole signor Popeye che i sindacalisti sono scelti dai lavoratori per fare i sindacalisti. Se vanno a giocare a briscola , come accade in Useggetta, dovrebbero essere mandati a casa ….. In Italia per lo più non succede ed i sindacalisti si guadagnano ill loro lavoro, che è uguale a quello di un operaio. U.

  22. Uroburo
    Uroburo says:

    Scusate: errata corrige:
    Si guadagnano il loro salario, che è uguale a quello di un operaio.

  23. Peter
    Peter says:

    x Anita (e Vox)

    le uniche coop che io ho visto in Italia o fuori sono quelle di retail, cioe’ rivendita di beni gia’ prodotti. Non saprei se ce ne sono anche nei settori di produzione.
    Qui in GB mi dicono che John Lewis (un importante supermercato che vende un po’ di tutto, buona qualita’ ) sia gestito coi criteri detti da Vox.
    Non prenderei comunque Vox come un’autorita’ in fatto di produzione e competizione sul mercato, data la sua nota formazione

    Peter

  24. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    dovrebbe pagarmi per le dritte che le do per eventuali suoi viaggi.
    L’ultima parte del triangolo dell’Istria, dove sorge Pola, in un bellissimo fiordo lungo tre miglia, una cittadina con imponenti resti romani compresa l’Arena,ed è tutta da visitare.
    Nella parte orientale, verso Albona, centro minerario ora obsoleto, sorgono tutta una serie di villaggi e villaggetti con ancora cinte medioevali, risparmiati, e questo è merito degli slavi, da scempi italioti.
    Qui c’è anche il villaggio Zucconi, quattro case; i Zucconi, come il famoso giornalista, sono di origine lombarda, ma sono lì dal trecento, al seguito dei veneziani e sono diventati ovviamente Zuccon.

    C’entrano con i friulani come i pugliesi con i siciliani!

    buonagiornata
    Sylvi

  25. Peter
    Peter says:

    x Shalom

    ma ho visto quel film gia’ anni fa, si figuri!
    Non direi che l’ebraicita’ della madre del giovane fosse il tema dominante, pero’, e se mi consente forse non e’ uscito in Italia (o hanno alterato il dialogo) per quello: gli italiani in genere non avrebbero forse capito!
    Vi era una forte differenza di eta’ tra il giovane ebreo e la sua ‘ragazza’ (U. Thurmann), lei quasi 40enne, lui appena 20enne.
    Quindi altri temi ‘a rischio': ageism, sexism (la donna non deve essere piu’ vecchia dell’uomo…), etc.
    La madre (M. Streep) non e’ esattamente razzista, infatti accetta poi la relazione tra i due. Si preoccupa per la religione di famiglia, ma anche per il fatto che una coppia simile difficilmente potra’ avere dei figli in tempo utile. E’ una commedia divertente, quasi brillante. Del razzismo sui neri non mi ricordo.
    Entrambi gli amanti sono nel loro ‘prime’, anche se con eta’ molto diverse: prime e’ la fascia d’eta’ tra i 20 ed i 50, considerata la piu’ importante e produttiva nella vita

    Peter

  26. Vox
    Vox says:

    Non prenderei comunque Vox come un’autorita’ in fatto di produzione e competizione sul mercato, data la sua nota formazione

    @ Peter

    E quale sarebbe questa “nota formazione”, di grazia?
    Peraltro, non ho mai preteso di essere un’autorità su niente, a differenza di alcuni. Esprimo solo opinioni, come tutti.

  27. Peter
    Peter says:

    x Vox

    beh, la sua nota formazione vetero-comunista sovietica, o e’ un’illazione da parte mia?
    In effetti non e’ una vera formazione, dato che non ho idea di cosa faccia nella vita. Ho detto formazione for want of a better word, my dear

    Peter

  28. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Quella che ho menzionato, ACE Hardware Store e’ appunto retail, per almeno 60 anni erano negozi privati, one owner.
    Ho menzionato quella perche’ li conosco da quando era un bugigattolo negli anni 50, da padre in figlio e nipote.

    Poi si sono ingranditi, ma con l’avvenimento dei giganti come Home Depot e LOWES erano in serio pericolo, cosi’ si sono associati con ACE e adesso sono competitivi.
    Ma non sono una franchise.

    Anita

  29. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    così, secondo lei gli operai della Fiat, e di tutte le altre fabbriche, solo metalmeccaniche?, dovrebbero fare accordi separati rispetto ..agli “altri” lavoratori della stessa Azienda.
    O forse gli operai bastano e avanzano per fare accordi di “gestione della fabbrica”, NON DI SALARIO, anche per chi passa la sua giornata , la sua vita, lì nello stesso identico luogo, timbrando lo stesso cartellino!
    Gli “altri”, non hanno famiglia, figli, rate di mutuo, università da affrontare!…
    Ma bravo! Altro che Marchionne, quello è un dilettante!

    Chi lavora alla progettazione, chi allo studio dei mercati, chi agli uffici commerciali, chi alla contabilità e amministrazione fino ai camionisti che tengono i contatti con i subappaltatori…ecc. ecc.
    tutti inutili…
    Adesso capisco…era inutile il lavoratore che mi ha lasciato un bel po’ di ferraglia nel portabagagli della mia Tipo 1600!!!
    Aveva tutte le ragioni!

    Tornando seria…ho un po’ di stima per lei, da quel che conosco e capisco!
    Affettuosamente le chiedo: -si sente bene?-

    Senza andare ai soliti infermieri, VVF, poliziotti … pagati MOLTO peggio di loro, c’è una marea di gente che fa la notte per quattro soldi, che rischia la pelle, che vede poco i figli, che passa la vita fra un aereo e l’altro, fra uno stress e l’altro…i signorini del metalmeccanico, che è, fortunatamente, ben supportato dalla robotica e dalla elettronica, la smettano di sentirsi l’ombelico del mondo!

    Se ne facciano una ragione e aprano le finestre delle loro officine, possibilmente con un po’ di solidarietà verso gli altri “lavoratori reietti”.

    Sylvi

  30. l'Ingegnere Comunista
    l'Ingegnere Comunista says:

    E se fossimo entrati nella fase di discesa del capitalismo che lo porta alla sua inevitabile agonia, con tutti i colpi di coda che ne conseguono.

    Gli operai sono costretti a vendere le loro braccia ad un padrone ladro, che, per arricchirsi li consuma nelle fabbriche della Fiat, nelle fonderie e nei piu’ disparati luoghi di lavoro.

    Gli operai vivono una vita di privazioni a malapena sopportabile finche’ gli affari del padrone ladro vanno bene, cadono sotto la soglia di poverta’ appena una crisi si fa sentire, perdono il lavoro, vengono licenziati, utilizzati saltuariamente, supersfruttati, licenziati e derisi dal capitale.

    Gli operai si ritrovano a fare i conti con la dura realta’ di essere schiavi moderni.
    La distanza economica e sociale fra gli operai, i produttori diretti a salario, e i padroni che li impiegano diventa un abisso.

    Trovarsi al limite della poverta’ di fronte alla ricchezza che le classi dirigenti possono disporre ed esibire fa della societa’ moderna, la societa’ del piu’ profondo contrasto fra le classi che la storia abbia mai prodotto.

    Qusta è reltà innegabile, i servi alla Marchionne hanno il tempo contato, una nuova Tunisia è alle porte.

  31. @Sylvi
    @Sylvi says:

    Legga la storia dei militari italiani del Savoia Cavalleria catturati in Urss e salvati da Togliatti, la trova su Repubblica di oggi. E non dia retta alle menzogne che i soliti trojoni hanno scritto su Togliatti. Si purghi l’anima dalle tossine che le hanno inoculato. E la smetta di votare Berluska e la sua banda,
    Shalom

  32. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cose da matti su questo forum….. 8)

    Shalom ti scrive di smetterla di votare Berluska e la sua banda.

    Come ti permetti di scrivere di testa tua e delle tue esperienze?

    Il bello e’ che i vari Shalom sono del tutto anonimi, ecco perche’ si prendono tante liberta’.

    Ciao, Anita

  33. sylvi
    sylvi says:

    …E la smetta di votare Berluska e la sua banda…Shalom

    Tutto il resto va bene, ma quest’ultima affermazione…

    non ho l’età per essere appetita da una banda di laidi degenerati come quelli…meno male!
    Il mio sarebbe un voto inutile e perso…che mi guardo dal dare!

    Sylvi

  34. @Peter
    @Peter says:

    Ma io il film l’ho visto in Italia. Anche l’altro. Scomparsi subito. Come i film israeliani tipo Il giardino dei limoni, oppure Ballando con Bashir.
    Italiani brava gente? Non tutti. Assolutamente no, in massima parte.
    Shalom

  35. Berluskaz paga solo 300 euro a pompino: che miseria!
    Berluskaz paga solo 300 euro a pompino: che miseria! says:

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intercettazioni-la-pistola-fumante/2142449

    Esclusivo
    Intercettazioni, la pistola fumante
    di Primo Di Nicola

    Ruby parlando col padre: “Berlusconi ha detto al suo avvocato di pagarmi tutto quello che voglio. Basta che io non dica che lui sapeva della mia età”. E a un amico: “Per lui Noemi è la pupilla, io sono il culo”. Nicole Minetti a Fede: “Rapporti orali a 300 euro”. Ecco alcune conversazioni che il premier dovrà spiegare ai magistrati e i dettagli osé sulle serate del ‘bunga bunga’

    (17 gennaio 2011)

    Dalle carte della Procura di Milano emergono sempre maggiori particolari sul cosiddetto “Bunga Bunga”. Particolari che alcuni parlamentari che hanno letto i documenti definiscono “imbarazzanti” e “disgustosi”.

    Dai racconti delle ragazze ospiti ad Arcore, i dettagli delle serate compongono un affresco fatto di danze osé, balletti saffici a seno scoperto e poi sesso. Come racconta M.T., l’amica di Nicole Minetti che Berlusconi chiama la “signorina due lauree”. Dopo la cena, “il premier canta davanti alle ragazze”, ospiti che spesso danno l’impressione di essere già state alle serate organizzate ad Arcore. Dopo la cena, alcune ragazze vanno nei camerini della “discoteca”, la sala dei balli adibita a Villa San Martino, e lì si cambiano ed escono con addosso “abiti succinti”.
    A questo punto, cominciano gli “ammiccamenti” e danze che le stesse ospiti di Berlusconi descrivono come “balletti provocanti” e “allegri”. Una testimone che ha deciso di non partecipare al dopo-cena, aggiunge: “Io non mi sono cambiata come le altre ma, imbarazzatissima, me ne sono andata in bagno”.

    Un’altra ragazza, B.V., spiega invece che durante la cena “le ragazze si denudavano e rimanevano a seno nudo. Una volta spogliate, a turno andavano verso Berlusconi seduto sul divanetto” per “strusciarsi su di lui” e farsi “toccare”.

    Secondo alcune ragazze, anche Nicole Minetti faceva spogliarelli e, a volte, si travestiva da uomo. Altri dettagli riguardano “alcune ragazze mezze nude” che ballavano “vicine vicine”, in atteggiamenti “lesbici”. Era a questo punto che “Berlusconi le sceglieva”. Il prefetto Carlo Ferrigno svela altri dettagli sul racconto che tale Maria gli ha fatto delle serate ad Arcore. Si parla di Nicole Minetti che, a seno scoperto, baciava Berlusconi. Secondo la donna, le ragazze “stavano tutte discinte” e “si mettevano in braccio a lui”.
    Fra le ospiti che, dai racconti, si sarebbero fermate ad Arcore per “fare sesso” con Berlusconi ci sono anche le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo.

    Queste sono alcune intercettazioni telefoniche contenute nelle 300 pagine di indagini che i magistrati di Milano hanno spedito alla Giunta per le autorizzazioni della Camera in relazione all’inchiesta in cui Silvio Berlusconi è indagato per concussione e prostituzione minorile, secondo quanto ne hanno riferito i parlamentari che hanno avuto accesso alle carte

    Nicole Minetti con Emilio Fede
    Minetti: “Pompini a trecento euro. La notte a trecento euro. Maristella l’ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L’hanno trovata in macchina con droga e un coltello”
    Fede: “Quante hanno letto tutti i messaggi di lui! A una di quelle che c’erano ieri sera gli ho dato di tasca mia 10.000 euro perché aveva delle fotografie scattate col telefonino. Aveva bisogno di soldi”

    Ruby col padre
    Ruby: “Silvio ha detto al suo avvocato: dille che le pagherò il prezzo che vuole, l’importante è che lei chiuda la bocca, che neghi tutto… Che io non ho mai visto una ragazza di 17 anni”.

    Ruby all’amico Sergio Corsaro
    R: ”Non siamo preoccupati per niente perche’ Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto ‘cerca di passare per pazza, racconta cazzate”

    Ruby a Antonio Passaro
    P.A. “Come lo chiami?”
    Ruby: “Papi. Noemi è la pupilla, io sono il culo”.

    Ruby con Poliana
    Ruby: “Il mio avvocato mi ha detto: Ruby dobbiamo trovare una soluzione. E’ un caso che supera quello della D’Addario e quello della Letizia”.

    Barbara Faggioli a Emilio Fede
    “Non mi ha invitato. Ormai preferisce invitare le cubane e le venezuelane”.

    Da Imma a Eleonora De Vivo
    “L’ho visto un po’ out. Ingrassato. Imbruttito. L’anno scorso stava più in forma. Adesso sta più di là che di qua. E’ diventato pure brutto: deve solo sganciare. Speriamo che sia più generoso. Io non gli regalo un cazzo”.

    Questo invece è uno stralcio dal verbale di Floriano Carrozzo

    “Ruby mi fece vedere il numero di Berlusconi dove lo poteva contattare. Mi aveva detto che era andata due volte alla presidenza del Consiglio. Mi confidò anche del fatto che il presidente del Consiglio aveva saputo da lei che era minorenne. Non le faceva domande, era lei che spontaneamente mi riferiva particolari sul presidente del Consiglio”

  36. Popeye
    Popeye says:

    TUTTI coloro che lavorano in una cooperativa (tutti vuol dire operai, quadri amministrativi, et cetera) si dividono i proventi del loro lavoro, in base alla qualifica e al rendimento professionali.

    x Vox
    Invece di scrivere panzane, dicci chi sono e quando guagdagnano. Scommetto che l’informazione non la troverai. Poi che differenza c’e’ tra questo sistema e’ il capitalismo? Almeno sai quando guadagnano i capitalisti.
    Ma vai …

  37. Popeye
    Popeye says:

    In Italia per lo più non succede ed i sindacalisti si guadagnano ill loro lavoro, che è uguale a quello di un operaio. U.
    ———–
    x U. di P.
    Eccome no! Vedi Bertinotti anche lui un povero operaio.
    Ma vai …

  38. ANCHE don GALLO DICE CHE QUESTA CHIESA FA SCHIFO, MERETRICIA MOLTO PURE LEI
    ANCHE don GALLO DICE CHE QUESTA CHIESA FA SCHIFO, MERETRICIA MOLTO PURE LEI says:

    Beatrice Borromeo per “il Fatto Quotidiano”

    Com’è possibile che dal cardinal Ruini a Bagnasco, da Fisichella fino al Santo Padre nessuno si indigni per il comportamento di Silvio Berlusconi?”. Don Andrea Gallo, animatore della comunità genovese di San Benedetto del Porto, è famoso per essere ostile alle caste vaticane. E il Cavaliere non gli è mai piaciuto. Ma nel giorno in cui rimbalza per il mondo la notizia che il presidente del Consiglio è sotto inchiesta per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, il prete genovese è molto più arrabbiato con il Papa che col premier.

    Don Gallo, si stupisce ancora del fatto che la Chiesa non abbia niente da dire?

    Sono ripugnato. A 82 anni e mezzo mi sento autorizzato a dire che è insopportabile che non ci sia una presa di posizione contro queste sconcezze. Anzi: le gerarchie ecclesiastiche continuano a sostenere Berlusconi.

    C’è una soglia oltre la quale anche il Vaticano dirà “adesso basta davvero”?

    Non c’è, perché alla Chiesa non importa più nulla dei poveri e dei deboli. Vive di privilegi, vuole difenderli e ne vuole conquistare di nuovi. Le pare normale che il Papa vada a trovare il sindaco di Roma in Campidoglio il giorno dopo che ha azzerato la giunta?

    Quali sono le contropartite concrete, per la Chiesa, di questa benevolenza?

    Basti pensare all’8 per mille o ai contributi alle scuole cattoliche, che poi di cattolico non hanno proprio nulla.

    Tutto qui?

    C’è anche l’esenzione fiscale sugli immobili della Chiesa, che non pagano l’Ici. O le politiche bioetiche. Il Santo Padre è tornato a parlare contro l’educazione sessuale, senza capire che togliere la consapevolezza ai ragazzi è proprio ciò che li spinge a svendersi, drogarsi, autodistruggersi.

    Che opinione si è fatto delle ragazzine che, come disse Veronica Lario, “si offrono al drago “?

    Il problema è che da almeno un decennio i giovani crescono senza un’idea di futuro, sapendo che non avranno lavoro né aiuti.

    Forse però Ruby era soddisfatta di mettere un piede nel mondo di Arcore.

    Certe ragazze capiscono che vendersi è una possibilità per ottenere quello che vogliono, ma è anche un processo di autodistruzione con sofferenze indicibili. Nella mia comunità lavoro da anni con le prostitute: sono rovinate, vuote dentro.
    bagnasco

    Non sviluppano una corazza per evitare di soffrire del loro lavoro ?

    No. Penso che Ruby e le altre vedano Berlusconi come una porta d’accesso, che sfruttino i suoi vizi. Ma si vergognano, sono schifate da chi hanno davanti. E si fanno anche schifo da sole.

    Se i racconti di queste ragazze sono veri, il presidente del Consiglio cerca proprio questo tipo di donna.

    Questo perché è un amorale. Un uomo che agisce fuori dalla Costituzione, dalla giustizia, dalla legalità. E dalla civiltà. Dice che lavora tanto e che si toglie qualche sfizio, ma nella sua vita vedo solo sfacelo e tristezza.

    I suoi colleghi la pensano diversamente: continuano anche a dargli la comunione.

    Sostengono che è single, pur sapendo benissimo che è doppiamente divorziato. Monsignor Rino Fisichella ha detto che bisogna contestualizzare persino le sue bestemmie!

    Che effetto ha questa indulgenza ad personam sui fedeli?

    Ovviamente si allontanano dalla Chiesa, così come dalla politica. Le gerarchie non capiscono che questa incoerenza farà scomparire la Chiesa, e morire la religione.

    Quindi?

    Sia i cittadini che la Chiesa devono riscoprire la capacità di indignarsi e di reagire. Perché siamo tutti responsabili.

Trackbacks & Pingbacks

I commenti sono chiusi.