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Il voto dei referendum deve seppellire il Chiavalier Protesi Pompetta, troppo uso a offendere gli elettori oltre che a voler sentirsi dire “mi hai rovinato” (!) dalle donne con cui scopa. E deve travolgere il miserabile mondo che gli tiene bordone

Di offendere gli elettori, e quindi gli italiani, Silvio Berlusconi ce l’ha di vizio. E’ la terza volta che lo fa, pubblicamente e un modo plateale. Un vizio che si affianca a quello di diffamare la magistratura e di criminalizzare i comunisti o quelli che lui ritiene tali. Alle elezioni del 2006 disse che chi vota a sinistra “è un coglione”, anche se in un’intervista a “Radio anch’io” del marzo 2007 arrampicandosi sugli specchi negò di avere usato quel termine per gli elettori, ma di averlo usato solo in una riunione del direttivo dei commercianti per esortarli a non votare a favore del centro sinistra di Romano Prod. Berlusconi ammise di avere detto “non credo che tra di noi ci possano essere dei colleghi così coglioni da votare contro il proprio interesse”. Insomma, se non era zuppa, era pan bagnato… In realtà però Berlusconi a “Radio anch’io” aveva mentito, perché le sue parole esatte alla assise dei commercianti erano state queste: “Ho troppa stima degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni da votare contro i propri interessi”. Lo dimostra il video di quella sua illuminante dichiarazione: http://www.youtube.com/watch?v=Shre4CMbigI
Nella recente campagna elettorale per le votazioni amministrative, quelle che a Milano hanno promosso sindaco “il comunista ladro di auto e amico dei terroristi” Giuliano Pisapia e a Napoli la “toga rossa” Luigi De Magistris, Berlusconi dal salottone televisivo di “Porta a porta” ha lanciato un’altra fatwa: “Chi vota a sinistra è privo di cervello”, come ha immortalato il video  http://www.youtube.com/watch?v=Q2i9GQf0NDo . Una arzilla signora non più giovanissima ha deciso di querelarlo per diffamazione, iniziativa che varrebbe la pena seguire in molti. Magari con una bella class action…
Ora, in vista della votazione sui referendum, apprendiamo sempre dall’ineffabile cavalier Berlusconi che si tratta di “un voto inutile” (  http://www.youtube.com/watch?v=yV_eJBl7NuQ ). Il che è come dire che chi andrà a votare – specie se voterà sì – farà una cosa inutile.  Un altro modo per dare del coglione e del senza cervello a chi non la pensa come lui e i suoi fans.
Bene. Direi che può bastare. Un primo ministro che dà del coglione a quasi metà degli elettori, che oltretutto sono svariati milioni di cittadini, e dichiara che la maggioranza dei milanesi e dei napoletani sono senza cervello, visto che hanno eletto proprio Pisapia e De Magistris contrariamente alle sue convinzioni e alla annessa fatwa, è un primo ministro che non può continuare ad essere tale. Non lo dico io o un “kommunista” o qualche altro coglione senza cervello, lo dice invece proprio lui, il diretto interessato. Stando così le cose, andare a votare per i referendum, contro le convinzioni di Berlusconi, e far vincere il sì, ancor più contro le convinzioni dello stesso Berlusconi, dimostrerà invece che si tratta di un voto utile. Utile per dargli un’altra spinta verso l’uscita da palazzo Chigi. Perciò un voto utilissimo. Specie visto che il quorum è in vista, alle 22 di domenica ha già votato il 41,1% degli aventi diritto, una delle percentuali più altre nella storia della prima giornata di voto di tutti i referendum della repubblica italiana.
Intanto è bene che resti a perenne ludibrio per il Chiavalier Bunga Bunga il testo della conversazione telefonica tra due che lo consoocn bene e se ne intendono, Daniela Santanché e Flavio Briatore, campioni di un mondo che prefersico non aggettivare, ma che certo non ho in stima. Catastrofica e da pessimo film porno maniacale la figura di Berlusconi che ha bisogno di scopare per sentirsi dire dalle poveracce di turno che a furia di scoparle le ha distrutte…. Per farlo contento e accarezzare il suo orgoglio maniacal macho, del tutto degno dell’aggettivo “malato” affibbiatogli dalla ex moglie Veronica, le sue molto gentili ospiti hanno imparato a genere che non ce la fanno più già dopo “due botte”. Mi chiedo se l’Italia è un Paese civile o un postribolo, per avere un simile capo del governo. Mah.
Per cercare di arginare gli effetti devastanti di ciò che si sono confidati, Santanché e Briatore hanno rilasciato interviste per dire minchiate spaziali, dando alla loro conversazione telefonica un significato riduttivo buono tuttalpiù per cercopitechi, o – usando un termine berluscone – per coglioni del loro giro o, a scelta, per i vari Minzolini, Feltri, Sallusti, Belpietro e lo scelto circo Barnum dei “liberi servi del Cav” messo in piedi al teatro Capranica di Roma dal solito incontinente Giuliano Ferrara. Una pochade per la quale vale solo la pena chiedesri se Cav sta per “Liberi servi del Cavaliere” o del Cavolo.
Dal testo della telefonata ho tolto tutto ciò che non si riferisce al “trombage” del Chiavalier Protesi Pompetta. Continua a leggere

Sette giorni, una vita. Il Lingotto-Marchionne sancisce la fine delle conquiste civili e dello sviluppo dell’Italia iniziate col dopoguerra? E’ ormai più che assodato che siamo governati nell’interesse di una banda di malfattori. Per giunta benedetti da un Vaticano protettore dei bunga bunga dei preti pedofili

Qual è la notizia peggiore tra quelle dell’ultima settimana? Difficile dirlo, perché è stata una grandinata. Sono reduce dalla quattro giorni di congresso nazionale tenuto a Bergamo dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), cioè del sindacato nazionale federale dei giornalisti italiani, la cui prima giornata è stata occupata dai discorsi dei tre editori ospiti, Carlo De Benedetti del Gruppo L’Espresso, Fedele Confalonieri di Mediaset e Piergaetano Marchetti della RCS, cioè della Rizzoli-Corriere della Sera. Stendiamo un pietoso velo. Per ora. Armiamoci di coraggio e procediamo.

1) – Il caso Fiat-Marchionne. Che in realtà è il più importante di tutti dal punto di vista strutturale e dell’economia. Beh, sappiamo già di che si tratta, lo abbiamo detto alcune volte. In Italia sono in atto due cose: lo smantellamento di molti diritti conquistati con la lotta contro il fascismo e nel dopoguerra; la riduzione progressiva del cittadino in consumatore. In questo quadro c’è la tentazione di demolire anche la dignità professionale, riducendo il più possibile a forza lavoro un tanto al chilo, cioè all’ora o alla giornata, qualunque tipo di figura professionale subordinata. Quanto accade al Lingotto della Fiat non è che la conseguenza di tutto ciò, nonché la spallata definitiva. C’è la tendenza a rendere il lavoratore subordinato italiano sempre meno lavoratore professionale e cittadino e sempre più forza lavoro un tanto al chilo e consumatore. A pensarci bene non si tratta di ridurre i lavoratori italiani come fossero extracomunitari, ma come fossero palestinesi in Israele. L’extracomunitario infatti dopo alcuni gironi infernali può diventare cittadino italiano come gli altri, ma il palestinse d’Israele non potrà mai diventare un cittadino come gli altri alla stessa stregua dei lavoratori italiani che sempre meno potranno essere cittadini come quelli che campano del lavoro altrui anziché solo del proprio. Con l’aggravante che ai vari Elkan, che disgraziatamente hanno preso il posto degli Agnelli prematuramente scomparsi, Giovannino ed Edoardo, della Fiat “italiana” non gliene può fregare meno, se non per altri miliardi di euro regalati dallo Stato italiano ufficialmente “a favore dell’occupazione” (!), per il semplice motivo che hanno una mentalità quanto meno “internescional”, come dimostra l’incapacità di Lapo Elkan a parlare in italiano decente che è pari alla sua capacità di spendere – qualcuno forse direbbe scialacquare – quattrini in malo modo. Quattrini, non dimentichiamolo mai, che provengono in parte dalle nostre tasche, cioè dalle nostre tasse, e in massima parte dal sudore dei lavoratori. Continua a leggere

Lo Strapaese del Bunga Bunga e di Bongo Bongo. Svegliaaaaa! Mentre loro fanno quattrini e scopano come ricci a noi ce la mettono a quel posto

E dunque siamo ridotti a Paese del Bunga Bunga. Guarda caso, l’espressione Bunga Bunga inizia per B in entrambe le parole, eguali tra loro, esattamente come Berlusconi-Bossi. Parole queste ultime due diverse nella scrittura ma riferite a personaggi eguali tra loro non solo negli interessi politici, ma anche in certo andazzo.
Della vita privata del signor Berlusconi Silvio non ci interessa il classico fico secco, e anzi abbiamo anche invidia: beato lui che è beato tra le donne, per giunta giovanissime. Beato lui che può, anche e soprattutto a quattrini. Male fa la sinistra – se così la possiamo chiamare – a prendersela con il capo del governo su questo piano. Che è un piano perdente, perché se alla politica si sostituisce il moralismo e l’accidia vuol dire che non si ha una linea politica. Come del resto è ben chiaro da tempo. Ma la politica non si improvvisa in base all’andamento della vita sessuale del signor Berlusconi Silvio, anche se capo del governo, usare le sue mutande come coperta non serve a coprire il vuoto di proposte di chi lo vorrebbe mandare a casa. Pierluigi Bersani ha gridato pubblicamente “Qualcuno stacchi la spina a questo governo” senza rendersi neppure conto che quel “qualcuno” o è la sinistra capeggiata dal PD dello stesso Bersani oppure non è niente. Forse Bersani si illude che esista un “qualcuno” in grado di cacciare Berlusconi da palazzo Chigi? Il capo dello Stato non può – purtroppo – convocarlo al Quirinale e farlo arrestare dai carabinieri, facendolo poi uscire su una autombulanza come fece il re con Mussolini. Né è pensabile – per fortuna – che provvedano i militari, perché sarebbe un golpe. Bersani dovrebbe stare perciò bene attento a come parla. Fermo restando il fatto che ridursi a un tale balbettio è più che comprensibile per un partito che non solo NON ha mai voluto sbarrare la strada a Berlusconi oberato dal mega conflitto di interessi che sta colando a picco l’Italia ridotta al Bunga Bunga, ma NON ha mai neppure voluto far rispettare la legge: in base alle vigenti leggi infatti Berlusconi in quanto titolare di una concessione da parte dello Stato (per l’esattezza, la concessione delle frequanze televisive che lo hanno fatto straricco) NON poteva – e NON può – presentarsi alle elezioni come candidato, ma solo come cittadino che va a votare. Purtroppo la corruzione di vario stampo e natura e l’insipienza dei vari personaggi della sinistra si sono lasciate bungabungare dalla presa per il sedere del “mero proprietario”. Ma veniamo al sodo.
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