Altro che premio Nobel per la pace: Obama prende a schiaffi la Cina sia a sudest che a nordovest. Mentre Berlusconi e il suo Partito dell’Amore grondano odio anche nella trasferta in Israele

Ci risiamo. Con i due pesi e due misure, intendo. E comincio a pensare che il presidente Usa e premio Nobel per la pace mister Obama finirà con l’essere forse peggio di Bush, se non di Nixon. Mentre infatti sorride alla Cina e pare voglia cercare con essa la nuova partnership mondiale, con una mano fornisce nuove armi all’Isola di Taiwan-Formosa, chiaramente un pezzo di Cina anche se ancora un avanzo del criminale Chang Kai-shek diventato di fatto un protettorato Usa, e dall’altra e con l’altra riceve il Dalai Lama. Ovvero, tradotto in italiano: una pedata nel sedere a sudest, con le armi a Taiwan, e un pugno in faccia a nord ovest, con il Dalai Lama irredentista del Tibet. Della serie “abbiamo sempre e comunque ragione noi”. Se questa è distensione….

Poi c’è il nuovo atto della ormai ventennale piece berluscona. E’ andato in scena un nuovo attacco del capo del governo contro la magistratura italiana, attacco più adatto a una repubblica delle banane con sapori golpisti: “Con la magistratura dobbiamo usare la mano dura”, frase che ha il pregio di essere quanto mai esplicita e di fare anche rima. Ora è in scena il viaggio in Israele. O meglio: i baci in bocca con il suo governo sfacciatamente di destra, dove ricopre la carica di ministro degli Esteri un amante della pulizia etnica risolutiva finale come Avigdor Lieberman, che ha anche il pregio di essere un baro.

Infatti, non solo non vede l’ora di “trasferire oltre confine” – i fascisti e i nazisti usavano direttamente il verbo “deportare” – TUTTI i palestinesi e gli arabi cittadini israeliani, cioè qualche milione di esseri umani, ma ha anche fatto affluire in Israele qualche centinaia di migliaia di russi come lui spacciandoli per ebrei mentre invece sono cristiani ortodossi. Per rendersene conto basta andare a vedere, come ho fatto io, dove li seppelliscono quando muoiono: nei cimiteri ortodossi anziché in quelli ebraici.  Chissà la gioia del nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, nello stringere la mano di un simile suo collega, definiti senza mezzi termini “impresentabile” dai francesi, che ne hanno chiesto la rimozione ovviamente invano. L’importante è solo salvare la faccia…. E’ infatti la Francia ad avere aiutato Israele a dotarsi di armi atomiche, circa le quali continuiamo a far finta di niente mentre sbraitiamo contro quelle iraniane, che non esistono e non sono neppure in programma, ma fa lo stesso. Per attaccare l’Iran si procede a suon di balle come a suo tempo per l’Iraq. Il capo del governo o il capo di Stato iraniano dicono che “il regime sionista d’Israele crollerà”? I soliti mascalzoni prezzolati sempre all’opera traducono “Israele sarà distrutta” e fanno ingoiare a noi italiani brava gente la ennesima polpetta avvelenata. Del resto, se noi dopo 27 anni di buffonate dedichiamo l’enorme spazio sui mass media di questi giorni alle nuove minchiate di Alì Agca riguardo “Emanuela Orlandi è viva, sta in Europa e la riporterò a casa”, è ovvio che ci infilino in gola e in testa la merda costantemente rifilata dal Memri e dei pennivendoli filosionisti arabofobi, cioè antisemiti, che traducono alla cazzo di cane. O meglio: come Dio comanda. Ove per Dio si intende non tanto Jahvè quanto il Dio Denaro.

E’ molto imbarazzante che il capo del governo della Repubblica italiana attacchi la stampa del suo Paese nel corso di una visita all’estero, ma che la attacchi in presenza di un suo collega come Netanyahu fa accapponare la pelle. Oltretutto la stampa israeliana è ben più libera e molto meno conformista di quella italiana! Per non parlare del fatto che se Berlusconi vivesse in Israele lo avrebbero cacciato dal governo e messo in galera da un bel pezzo, visto come sono stati segati alle gambe per molto ma molto meno delle sue imprese capi di governo, capi di stato maggiore e capi di Stato israeliani. I duetti berlusconian-netanyahuani son quindi un incrocio innaturale, un minotauro con scarsa presenza della metà a forma d’uomo.

Berlusconi, si sa, ama le barzellette. Ecco perché in Israele ha raccontato che lui da dieci anni lavora “a un piano Marshall per l’intero Medio Oriente”, come s’è ben visto dall’approvazione di fatto dalla mattanza dei soldati israeliani ai Gaza del dicembre 2008/gennaio 2009 con annessi crimini stigmatizzati anche dall’ONU oltre che da un centinaio di commilitoni che hanno partecipato all’invasione. Fosse vero quello che ha detto non avrebbe mai sparato le usuali cazzate ormai di routine anzi d’obbligo contro il “pericolo iraniano” e non avrebbe dovuto vantarsi troppo del suo “sogno di porrete Israele nella Comunità Europea”. Queste due cose equivalgono infatti a una dichiarazione di guerra al Medio Oriente, altro che Piano Marshall! E insistere sull’ingresso di Israele nella Comunità Europea quando invece si sbatte la porta in faccia alla Turchia e ci si schifa alla sola idea di fare entrare anche la Palestina, il Libano e magari anche l’Egitto, che con l’Europa hanno rapporti importanti per noi da oltre 2000 anni, significa solo riempirsi la bocca del solito blablablà fintamente pio e fintamente edificante. Il neocolonialismo, anche se rivestito con il “diritto al ritorno” a senso unico e nutrito di sensi di colpa a spese altrui della Shoà compiuta da noi europei, resta sempre una forma di colonialismo: e quindi porta ineluttabilmente a nuovi lutti…

E’ vero che Berlusconi ha anche dichiarato che “la vostra politica di insediamenti coloniali è un ostacolo per la pace”, ma questa affermazione è talmente ovvio che resta pura retorica e ipocrisia se non è seguita da azioni concrete. Dire che se piove ci si bagna non serve a nulla se non si apre l’ombrello. E soprattutto se non si vuole che un ombrello ci sia… Gli insediamenti coloniali NON sono solo “un ostacolo alla pace”, ma anche una forma di pulizia etnica, una guerra permanente strisciante contro i palestinesi perché rubare la terra e le case è il classico atto di guerra. Che faremmo noi italiani se Israele o l’Albania o l’Austria ci occupassero un pezzo di terra e ne cacciasse gli abitanti per tenerselo? E per quale motivo mai i palestinesi dovrebbero invece chinare sempre la testa? Come si vede, quelle di Berlusconi solo solo ruffianate.

E mettersi a gorgheggiare “Israele, grazie di esistere”, parafrasando il titolo di una canzonetta, non solo è poco serio, roba più da bar Sport che da Knesset, ma è smaccatamente di parte e offende i palestinesi: è come se Berlusconi avesse anche gorgheggiato “Palestina, grazie di non esistere”. Per non parlare della solita paccottiglia cara al papa: “Gli ebrei sono nostri fratelli maggiori”. E gli israeliani non ebrei, compreso il milione e mezzo di israeliani arabi, di chi sono fratelli maggiori? Del demonio?
Quando ci si ubriaca di retorica facile  e scema, magari anche per nascondere i 16 secoli di turpitudini anti ebraiche, allora le cose non si mettono bene. Insistere inoltre a voler far finta che dobbiamo al mondo arabo islamico moltissimo, dalla messa in moto del Rinascimento all’algebra, dalla stessa struttura della Divina Commedia di Dante  ai numeri ancora oggi in uso, è solo da beoti ignoranti, da gozzuti fanatici della (inestistente) superiorità cristiana e occidentale. Quando poi a tali gorgheggi si aggiunge la gravissima affermazione che la ignobile mattanza di Gaza “è stata una giusta reazione” allora si getta del tutto la maschera e si appare per quello che realmente si è: un altro untore, un servo multi ricattabile che scavalca perfino l’Onu e la parte migliore degli israeliani, quelli cioè che si battono contro le infamie modello Gaza. Nanni Moretti dovrebbe provvedere ad aggiornare Il Caimano: il seguito che si profila pare sia molto peggio di quello che chiude il suo film. Io non mi vergogno certo di essere italiano, ma mi vergogno molto di questo nostro capo del governo e dei leccaculi che lo circondano, fonte di sicuri dolori per lo Strapaese televisionario: pur di tenersi e ingrassare il lesso manzoniano questa è gente che non esita a gettare l’Ittaglia nelle fiamme. Da un Cavaliere all’altro: con lo stesso cavallo da disossare e sfiancare una seconda volta sia pure, si spera, con altri modi.

E che in Palestina e Medio Oriente si voglia solo ed esclusivamente andare allo scontro lo dimostra, oltre alla ossessiva campagna di frottole, “atomiche” e non, ai danni dell’Iran, la presenza nei panni di inviato della Comunità Europea di un mascalzone come Tony Blair: non solo ha mentito a suo tempo per giustificare l’ingiustificabile invasione dell’Iraq, ma anche di recente ha continuato a mentire davanti alla commissione parlamentare che vuole approfondire i retroscena di quella brutta storia. Ha mentito e ha inventato nuove balle contro l’Iran. Dimenticandosi ovviamente di aggiungere che se in Iran le cose vanno come vanno la responsabilità iniziale è degli inglesi, che misero sul trono come scià una loro marionetta, alla quale seguì la marionetta angloamericana Reza Pahlevi con annesso inevitabile grande disastro sfociato nel Khomeini allevato a Parigi. La recente conversione al cattolicesimo di un pescecane come Blair la dice lunga sul cattolicesimo come ricettacolo spesso dei peggiori, di chi dovrebbe esserne totalmente indegno.

Il Caimano sorride, ma in realtà azzanna. Lo dimostra anche il suo cercare in Israele sponde economico-politiche-finanziarie per segare definitivamente le gambe all’editore avversario politico Carlo De Benedetti, ebreo per nulla fanatico che ha sempre lasciato la più grande libertà di linea ai giornali di sua proprietà, vedi L’espresso e la Repubblica e tutto il resto del Gruppo Editoriale L’Espresso. Il Caimano sorride e canta la canzone del Partito dell’Amore, mentre i suoi mazzieri giornalistici sul suo settimanale Panorama massacrano a suon di balle la signora Patrizia D’Addario, attribuendole turpitudini e trame varie nonché una manciata di mandati di cattura in arrivo per il suo circondario. Se il Giornale massacra ora Veronica Lario e ora Dino Boffo, Panorama di conserva massacra D’Addario. E’ il Partito dell’Amore, bellezza! Lo stesso partito che sempre su Panorama servì su un piatto d’argento ai suoi padroni la gigantesca balla del'”uranio di Saddam per le bombe atomiche irachene”, balla gonfiata come s’è visto fino a trasformarsi in guerra all’Iraq, con un enorme numero di morti e un mare di distruzioni nonché una occupazione militare ancora in corso. Il tutto senza che nessun giornalista sia mai stato cacciato dalla professione.
Ora il Partito dell’Amore vuole partorire anche la guerra all’Iran. Teheran vale bene un inchino perfino all’impresentabile Lieberman. Berlusconi ha tratto il massimo profitto politico barando sul poveraccio che gli ha lanciato una statuetta addosso. Chissà che profitto intende trarre da eventuali gesti ben più gravi e feroci da parte di chi se la dovesse legare al dito per il suo show israeliano e annesso contributo anti palestinese, anti arabo e anti islamico. La via per il Quirinale non è detto che sia lastricata solo con le elezioni anticipate una volta stravinte quelle regionali e messo definitivamente a cuccia sia la magistratura che il parlamento per salvarsi definitivamente le chiappe.

186 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    non so di Milano, solo che e’ molto cambiata ed anche da quel poco che ho visto circa 20 anni fa’, non ci vorrei piu’ abitare.
    Anche per la fuliggine che in 10 minuti ne ero piena…avevo un vestito bianco.
    E la puzza delle auto…mi meravigliavo del come le piante sui balconi potessero sopravvivere.

    NY, una visita e basta.
    A meno che non si abiti in Park Avenue dove un piccolo condominio costa parecchi milioni.

    NY e’ come un alveare, i veri newyorkesi non esistono piu’.
    Sono anni che manco e non ho alcun desiderio di ritornarci.

    Ci abbiamo portati i nostri figli un paio di volte, siamo andati in visita di semi-parenti (miei), avevo amici…ma non vedevo l’ora di scappare.

    Le grandi citta’ non mi attirano, mi piaceva la mia Milano della mia prima gioventu’.
    E’ meglio che me la ricordo cosi’.

    Un abbraccio,
    Anita

  2. Anita
    Anita says:

    Domanda

    La parola IRAN ex Persia.
    E’ vero che in Farsi corrisponde alla parola ARIAN ?

    Anita

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Non so in farsi, ma l’Iran si chiama così perché è il “paese degli ariani”.
    Pur essendo musulmani sciiti, NON vogliono fare blocco con gli sciiti iracheni, perché questi sono semiti. Se invece facessero un blocco, superando i nazionalismi e i vecchi rancori per la guerra di Saddam, ne nascerebbe una formidabile potenza economica e scientifica, con riserve di petrolio ancora più grandi. Ma è proprio questo che l’Occidente NON vuole. Ed è perciò questo il motivo del nostro demonizzare l’Iran, accusandolo di ogni infamia usando spesso vere e proprie balle, in attesa di colpirlo militarmente e metterlo al guinzaglio come l’Iraq. Obiettivo per conseguire il quale usiamo Israele come punta di lancia.
    ‘Notte.
    pino

  4. sylvi
    sylvi says:

    x Peter,

    sono intervenuta nel blog a spizzichi e smozzichi, fra un pisolo e l’altro di mio nipote.
    Leggo che chiede scusa a Roberto Arbugi ma non a me.
    A parte il fatto che dovrebbe chiedere scusa ai tedeschi, perchè a me no?
    Potrei montarmi la testa?

    Sylvi

  5. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    fai bene a mantenere il ricordo della Milano che fu.
    A parte il fatto dello smog, del verde inesistente o quasi, rispecchia purtroppo l’Italia che siamo diventati: aggressivi, volgari e maleducati.

    I miei amici, pur lavorando a Milano, si facevano ogni giorno la strada Casalpusterlengo o Pizzighettone, e lo fanno ancora, pur di starne lontani.

    La metropoli comunque è sempre un alveare, ma da noi per anni e anni non si sono fatti progetti, investimenti e piani regolatori decenti; la città è diventata invivibile, i servizi inesistenti…
    Vuoi mettere vivere fuori anche con alcuni disagi inevitabili…
    Vienna è sempre bella e vivibile…pare una Udine con i servizi della metropoli.

    Buonanotte
    Sylvi

  6. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Mia nonna paterna era di Casalpusterlengo, nel Lodigiano.
    Mio nonno era di Castiglione D’Adda.
    Non l’ho mai conosciuto, e’ morto quando mio papa’ aveva meno di un anno.

    Ho visto la casa dei nonni a Castiglione D’Adda, me la ricordo benissimo, il di fuori si intende.
    C’era un gran portone d’ingresso che dava su un cortile e l’abitazione era interna.

    Sopra il portone c’era uno stemma con due cervi rampanti, la balia di papa’ mi disse che era lo stemma di famiglia, poi non lo so’……
    Pensa che da lei sono venuta a sapere un po’ della storia della mia famiglia.

    I miei erano molto riservati….

    Buoma notte,
    Anita

  7. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Scienza e fede non possono andare insieme perché la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di rivelato nel passato senza il diritto di mettere in dubbio i misteri e dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti.

    Umberto Veronesi,
    4 febbraio 2010

  8. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Il popolo viola torna in piazza
    Corteo a Roma il 27 febbraio

    In corso un presidio sotto Montecitorio contro il legittimo impedimento. “Ignora la crisi e fa leggi per se stesso: Berlusconi si deve dimettere”.

  9. Roberto Arbugi
    Roberto Arbugi says:

    Per Peter
    Caro Peter, grazie della sua risposta non risentita.
    D´accordo, il vero umorismo dovrebbe cominciare con se stessi.
    I tedeschi parlano di Galgenhumour, cioè quello che si manifesta sul patibolo. Il proprio, ritengo, e non quello degli altri.
    Dare del prussiano a qualcuno in Baviera è considerato un insulto, a meno che la vittima non sia prussiana sul serio. Non so se questa è una manifestazione di umorismo teutonico oppure di burocrazia. Comunque la Prussia fu cancellata dalle carte geografiche dagli alleati, come se la storia potesse essere rimossa. Oggi è diventata in parte Brandeburgo, il Land che circonda Berlino.
    Gli inglesi sostengono che l´umorismo tedesco si manifesta quando cominciano a capire l´umorismo britannico, ma mi sembra una dichiarazione razzista. Non che voglia difendere a tutti i costi i miei amici tedeschi, ma…la mia prima scoperta da ragazzo fu che tutti i miei autori preferiti (Wilde, Joyce, etc.) non erano inglesi ma irlandesi.
    Un caro saluto da una Berlino sotto ghiaccio,
    Roberto

  10. Damocle
    Damocle says:

    L’ONU riattiva il dibattito
    sull’invasione israeliana a Gaza

    L’invasione d’Israele a Gaza ritorna nel dibattito delle Nazioni Unite il 5 febbraio, data stabilita nella quale israeliani e palestinesi informeranno sui crimini di guerra commessi in quell’occasione.

    Il 5 febbraio conclude il termine di tre mesi stabilito dall’Assemblea Generale dell’ONU, per far sì che le due parti accedano alle raccomandazioni del rapporto elaborato dal giurista sudafricano Richard Goldstone, sulle violazioni registrate durante l’aggressione israeliana, l’anno scorso, nel territorio di Gaza.

    Israele ha annunciato poco prima del termine del tempo, d’aver inviato una lettera al segretario generale della ONU, Ban Ki-Moon, sul tema, che non è una risposta ufficiale alla Commissione, presieduta dall’avvocato sudafricano Richard Goldstone.

    “Israele non ha intenzione d’incaricare un gruppo d’investigazione, ma ha consegnato un testo che risponde a domande molto puntuali, ha detto il ministro israeliano dell’Informazione, Yuli-Alon Edelstein.

    L’Autorità Nazionale Palestinese ha confermato la consegna, alla direzione dell’ONU, di un documento relazionato con il lavoro di una commissione stabilita per svolgere le investigazioni sollecitate dal gruppo di Goldstone.

    Alcuni giorni fa, Goldston aveva detto che aspettava le informazioni provenienti dalle due parti per poter redigere la relazione dell’Assemblea Generale.

    Il rapporto Goldstone è stato avallato dal Consiglio dei Diritti Umani e dall’Assemblea Generale dell’ONU, nell’ottobre e nel novembre scorso, rispettivamente.

    Nel primo organismo il testo ha ricevuto 25 voti a favore, sei contrari e 11 astenuti, e nel secondo 114 – 18 – 44.

    Nella votazione dell’Assemblea Generale, tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, solo la Cina ha votato a favore, mentre Regno Unito, Russia e Francia si sono astenuti e gli Stati Uniti hanno votato contro.

    La risoluzione approvata dal massimo organo dell’ONU esprime preoccupazione per le gravi violazioni dei diritti umani e le serie infrazioni del diritto internazionale umanitario commesse durante le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, ed inoltre condanna il fatto che si usino come bersagli i civili, le infrastrutture e le istituzioni civili, includendo i locali delle Nazioni Unite.

    L’Assemblea Generale ha reclamato che tutti i responsabili delle violazioni del diritto e delle norme umanitarie devono rendere conto, per prevenire l’impunità. garantire la giustizia, dissuadere dal commettere nuove violazioni e promuovere la pace.

    Il rapporto Goldstone, di 574 pagine, dimostra che Israele ha violato il diritto umanitario ed ha abusato con l’uso sproporzionato delle sue forze, durante l’operazione “Piombo fuso” contro la Striscia di Gaza.

    Inoltre propone che i responsabili siano giudicati nella Corte Penale Internazionale e chiama le autorità d’Israele e della Palestina ad investigare attraverso i loro sistemi legali gli allegati sulla guerra segnalati nel documento.

    L’aggressione israeliana nel territorio palestinese di Gaza ha lasciato un saldo di 1400 morti e più di cinquemila feriti in tre settimane di azioni, tra il 27 dicembre del 2008 e il 18 gennaio del 2009.

  11. ber
    ber says:

    Ciao a tutti,
    vado al Cairo per una quindicina di giorni,
    ospite di una nipote che vive li,…
    il marito lavora nel petrolio.
    Buona permanenza a tutti,Ber

  12. controcorrente
    controcorrente says:

    Un ringraziamento a G.Vaschi

    Giovanni ha tenuto vivo il Blog con alcune interessanti osservazioni di Economia che comportano per il futuro alcune implicazioni di Politica Economica.

    Personalmente le sue franche dichiarazioni sul futuro della politica estera USA, non lasciano molto scampo ai vari Bla,bla,bla …

    La mia “musa” Sylvi dai bastioni né ha colto perfettamente il senso,e pur poeticamente nascondendo alcune “implicazioni” pratiche,non ha nascosto con franchezza la realistiche e poco poetiche ed estetiche,possibili conseguenze, evitando di trincerarsi dietro irrazionali “fottiture del sistema” ,individualistiche e fantasiose.

    A dimostrazione che “quando vuole”.”lo spirito furlan”sa mantenersi con i piedi per terra….in molte occasioni serie.
    Ho apprezzato anche il pacato consiglio rivolto a quell’altro “spirito inquieto” che anima il nostro blog e che risponde al nome di Rodolfo a proposito di “barzellette”,e con vero spirito “riduzionista”ha riporato la discussione sul piano delle opportunità contingenti che la vita ci riserva….
    Anch’io sono del suo parere…!

    Ma come potete immaginare io sono uno “spirito inquieto “ del realismo e più che proporre soluzioni o pareri sullo “spirito barzellettiere dei popoli che stanno animando le discussioni, di cui sostanzialmente“non me frega un bel tubo di niente”(vogliate scusare la cordiale franchezza )chiedo venia,essendo il sottoscritto un fervente sostenitore che : “in ultima analisi , tutto il mondo è paese “ quindi ,tolte le sfumature di rito e di folklore…voglio Tediarvi con alcune considerazioni mie personali, che più che risolvere , possono aggiugere ulteriori dubbi e interrogativi e delizie sul FUTURO,che “ovviamente “ per molti possono apparire futili,in quanto ,come ben si sa per queste cose ci sono gli oroscopi e l’influenza dei pianeti..!!
    In questo quadro esaltante di “borse” che vanno su e giù,mi sembra che la “crisi” stia un pochetto frantumando da una parte i miti della “razionalita” dei mercati e dello sviluppo ininterrotto, riporatndo ahimè gli Stati nell’economia ,mentre a consolazione sono pure messi in dubbio l’indipendenza delle banche centrali e il “ talismano” del libero scambio.
    Se vi può consolare l’economista UBS George Magnus sostiene che con questa crisi è terminata l’era della classe media del dopoguerra,della proprietà della casa,dei privilegi fiscali per le imprese,dei finanziamenti all’economia “verde”,alle infrastutture,all’istruzione.
    E’ morto Keynes ,mentre il Finacial Times trionfalmente annucia..Gli Stati taglieranno più selvaggiamente di “qualsiasi altra volta” amemoria dei viventi.

    Agli amanti dell’Horror e dell’Ecologia, poi , che fa tanto tendenza,ci sono buone notizie.
    I bravi cinesi che nella loro giusta corsa ai consumi individuali, come noi,e che nessuno osi dire che non ne hanno diritto,perché io sono un pieno e convinto sostenitore che la strada della democrazia si “sviluppi” attraverso lo “sviluppo” ,da alcuni banali calcoli avranno bisogno di consumare più Kwatt individuali.
    Infatti se è vero che dal 1950 al 2008 la loro produzione di Energia è aumentata di circa 3500 Twatt è altrettanto vero che il loro consumo individuale nello stesso periodo per abitante sfiora appena i 2000 Kwatt a fronte dei 4000 Kwatt dei bravi cittadini USA.
    Volete forse voi negare ai cinesi il diritto di poratre a spasso i cani con la copertina in SUV ,anziché mangiarseli?
    Ah , per la precisione , i cinesini hanno molto carbone e il rendimento delle centrali a Carbone è diventato altissimo,con le moderne tecnologie.

    Infine devo dire che non capisco tutto l’accanimento contro il povero Marchionne per aver detto una banalità che se l’avesse detta solo 5 anni fa sarebbe stato un eroe e cioè che le fabbriche in perdita vanno chiuse.
    E’ morto Keynes,ma per fortuna che è ancora vivo il “principe dei dentisti bolscevichi” la camicia verde Calderoli.

    Che dire amici miei, che per fortuna vive e perdura la possibilità che da Bisceglie ,ci giungano “nuove” , per poter “fottere il sistema”

    Vostro tedioso

    cc

    Non ci resta che la Guerra alla Cina…….eh,eh,e

  13. gv
    gv says:

    Caro CC

    è abbastanza interessante osservare come le politiche neoliberiste ci abbiano condotto a questo autentico disastro economico.
    Alcuni piccoli dati: per esempio se guardiamo il debito pubblico americano, possiamo vedere come questo sia cresciuto a dismisura sopratutto negli anni di dominio repubblicano-neoliberista.
    http://en.wikipedia.org/wiki/United_States_public_debt
    D’altra parte tagliare le tasse e creare un apolitica imperiale non è possibile.

    Il capitale finanziario ha creato strutture too big to fail, apposta per prosciugare le finanze pubbliche per poi salvarli.

    Come avevo scritto in un post di 3 mesi fa, finirà che per salvare il turbocapitalismo uccideremo lo stato sociale….

    risparmiate!

  14. Linosse
    Linosse says:

    Caro CC 163
    “Che dire amici miei, che per fortuna vive e perdura la possibilità che da Bisceglie ,ci giungano “nuove” , per poter “fottere il sistema””
    Le nuove,nuovissime,supernuove non diranno nulla di nuovo perchè il sistema si è autofottuto da un bel pò.
    Assistiamo ad una continua ricaduta di un gigante con gambe gracili,2 stecchini che non si rialzano nemmeno con un caterpillar.
    Per fare una analisi della poco eco senza la nomia nostrana non ci vuole molto a capire che se la maggior impresa ,la fiatte PRIVATA, ha sempre avuto bisogno di essere costantemente innaffiata di petroldollari,se abbiamo eliminato festività,lavorato di giorno,di notte,in bianco e nero,con vittime di una sicurezza inesistente per far lievitare cordate e garantire investimenti all’estero con conseguente trasferimento di capitali,fabbriche e campi produttivi in cambio di una esuberanza di negozi e supermercati con conseguente aumento del deficit pubblico, possiamo cantare in coro:
    se tutto va bene siamo rovinati!
    Per fortuna abbiamo la costante dose di buon umore alimentata da questa classe diggerente politica ed imprenditoriale che quotidianamente dà il meglio per proclamare ottimismo e crisi alle spalle che restano sempre una battutaccia anche piccante,oscena direi.
    Con un ottimo ed abbondante per la trupe ed un ottimismo a tutto campo per una fragorosa risata saluti e salute,l’ultima ad abbandonarci
    L.

  15. Faust X  addio_manicomi_ecco_dove_germogliano_i_semi_di_basaglia
    Faust X addio_manicomi_ecco_dove_germogliano_i_semi_di_basaglia says:

    http://www.unita.it/news/culture/94533/addio_manicomi_ecco_dove_germogliano_i_semi_di_basaglia

    È questo mondo che l’incontro di Trieste vuol mettere insieme. L’incontro triestino vuole essere anche la risposta al paradigma secondo cui «la malattia mentale è qualcosa che non funziona nel cervello. Qualcosa che i farmaci rimetteranno a posto». «Un paradigma vecchio – prosegue Dell’Acqua – che dietro ha strutture territoriali misere e psichiatri ridotti a prescrittori di farmaci». A questo “sé” neurochimico si contrappone un “sé” che si costruisce attraverso le relazioni tra le persone.
    03 febbraio 2010

  16. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Caro G.V.
    Concordo con il tuo 164 ma non totalmente sulla conclusione. A modesto avviso di uno che sa ben poco di economia ma qualche idea di fondo se l’è fatta, il turbo capitalismo continuerà a mangiarsi allegramente lo stato sociale,(che vedo peraltro già molto “sbocconcellato”) ma non riuscirà a salvarsi.
    Riuscirà a sopravvivere si ma solo fino a quando troverà in quello stato sociale che va distruggendo “mangime”per il suo vorace stomaco … e poi…??? Di cosa si nutrirà??? Perché mi pare chiaro che avrà sempre, e sempre di più, bisogno di apporti esterni e quando avrà prosciugato lo stato sociale, se come tu dici “… tagliare le tasse e creare una politica imperiale non è possibile.” è destinato a morire di fame. La mia è sicuramente un’analisi un po’ semplicistica, ci potranno essere correttivi che attenuano momentaneamente i fenomeni magari daranno l’impressione di una inversione, ma sono convinto che la tendenza è quella.
    Quando già sul forum di Bocca, quindi diversi anni fa, avanzavo le mie perplessità sulla possibilità di una crescita infinita del PIL venivo regolarmente sbeffeggiato dai soliti “adoratori del libero mercato”, recentemente ho letto che queste mie perplessità ora le avanzano fior di economisti.
    Sarà mai che a volte, per caso o per intuito, l’ignorante ci piglia??

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  17. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Az,
    ……………………

    venivo regolarmente sbeffeggiato dai soliti “adoratori del libero mercato”, recentemente ho letto che queste mie perplessità ora le avanzano fior…….

    ——————————————–
    Ma dai..!!!non ci credo..racconti bugie..guarda che ti cresce il naso..

    cc

  18. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    È desolante essere rappresentati all’estero da un guitto che va in giro a raccontare male barzellette vecchie come il cucco.
    http://dailymotion.virgilio.it/video/xc39xq_la-barzelletta-di-berlusconi_news
    Per giunta non le capisce e si sbaglia quindi a raccontarle, infatti non è l’inquilino ma il padrone di casa che di fronte alla trota, svicola dal problema e dice “oggi parliamo dei topi dell’umidità la prossima volta”.
    Se poi si pensa che c’è pure chi ride a queste scemate mal confezionate non siamo alla frutta ma al caffè.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  19. gv x AZ
    gv x AZ says:

    Caro AZ

    trovo le sue osservazioni pertinenti.
    In relatà il neoliberismo e il turbocapitalismo si basava su una serie di assiomi non dimostrati, anzi, scandalosamente falsi.

    1) crescita infinita dell’economia. E’ un falso storico: in realtà negli ultimi 2000 anni l’economia è cresciuta solo negli utlimi 250.
    2) la forbice di Leffler: tagliare le tasse lancia l’economia. E’ un falso
    3) la liberalizzaizone libera le forze economiche e il libero mercato è il più efficiente sistema di allocazione delle risorse.
    Falso anche questo

    In seguito mi ripropongo di trattare della legislazione statunitense che regola i fallimenti.
    COme sempre il diritto permette di capire la filosofia di una società.
    Anticipo solo che il fallimento nella legislazione statunitense non è cosnderato vergogna sociale, e anzi, il sovra indebitamento un sistema per far girare l’economia

    Cordialità

  20. controcorrente
    controcorrente says:

    caro linosse,

    il ciclo del debito avrà ripercussioni per parecchi anni.
    Tremonti lo capito da tempo,e sono pie illusioni propagandistiche quelle che parlano di riduzioni delle tasse.
    L’attuale classe politica al governo è pertanto quanto di più incredibile si possa immaginare.
    Giovanni ha promesso una trattazione del diritto pubblico americano ,gliene sono grato.
    Anche in questo campo la nostra economia è destinata ad diventare sempre più mafiosa, in quanto bisogna prendere atto che “lo scudo fiscale” ha funzionato, ma ammettere questo vuol semplicemente dire ed ammettere che la nostra è un’economia drogata ed inquinata.
    La nostra economia è un’economia che sempre più si avvicinerà ad un’economia da Repubblica delle Bananesotto tutti i punti di vista,compreso quello del diritto con conseguenze mica da poco sulla democrazia più in generale.

    cc

  21. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio caro e buon Giò Vaschi,
    se io non capisco male sembrerebbe che lei ci stia dicendo che l’enorme aumento del debito pubblico usaegetta (parziale e totale) è iniziato con la presidenza di quel kripto-komminista (KK) del presidente demmmocratico Reagan, ed è proseguita al galoppo sotto la guida di quel kommunista neanche tanto kripto dell’altro presidente demmmocratico Giorgetto (Whiskey) Bush.
    Pur nel massimo rispetto per i suoi evidenti intenti pedagogici sono obbligato a dirle che lo sapevamo già, da anni. Sono anni infatti che la pregevole signora Anita – Dio l’abbia in gloria ma con caaaaalma e ce la conservi a lungo – ci spiega di kome e kualmente siano stati i demmmmocratici usaegetta a creare quell’enorme debito pubblico. Mentre i prodi repubblicani si opponevano strenuamente.
    INFATTI il picco più alto del debito pubblico in percentuale sul GDP, quindi al netto dell’inflazione, si è avuto negli anni 1940-50, quindi nel pieno delle presidenze di quei notori iscritti al kommunismo internazionale (grondante di sangue) di Rooosevelt e del suo cagnolino.
    Mala tempora occurrunt, mio buon Giò Vaschi, ma per fortuna l’Anita vigila.
    Un cordiale saluto U.

  22. sylvi
    sylvi says:

    Oggi abbastanza impegnata, perchè domani battezziamo Riccardo.

    Noi nonni, per seguire il consiglio di GV, gli abbiamo aperto un piccolo libretto bancario. Diciamo che è la posa della prima pietra.
    Del comunismo e del liberismo sfrenato sono rimaste macerie.
    Non ho mai creduto nella crescita infinita, anche perchè ” nel frattempo, altrove accade che…”, studiavo in storia.
    Credo in una crescita che garantisca una Salute possibile e una Scuola possibile…anche, perchè no, una lavatrice possibile a tutte le donne…e infine un Internet che comunichi.

    Ho fatto un elenco che basta da solo a garantire lavoro.
    Lavoro, non umiliante,anzi che metta in moto le capacità di ognuno per trasferirle nel gruppo, che non sia promozione di sogni campati in aria, di pigrizie o di parassitismo a tutti i livelli ma che , non importa come, sia autosufficienza e contemporaneamente aiuto a chi non ce la fa perchè piccolo, vecchio o VERAMENTE malato.
    Gli altri … si chiamano da soli fuori della comunità! Senza distinguo.

    Regole molto generali che vanno calate nei “regolamenti attuativi”, dicevamo a scuola , che erano molto spesso una vera fregatura!!!
    La globalizzazione ostacola la realizzazione di questi progetti, ma sottoinsiemi sempre più allargati con “appartenenze comuni fra un sottinsieme e l’altro” ….sono i cerchi causati da un sasso sull’acqua che si allargano e si confondono via via…

    La ridistribuzione e il necessario …..è educazione ai valori e alla morigeratezza! Non la ritengo una parolaccia anche perchè non è frutto di vita misera e sacrificata, ma di scelte di valori, di priorità appunto!
    Sono solo mie considerazioni che ho cercato di mettere in pratica nell’ed. dei miei figli e nel mio lavoro a scuola.

    ll COME fare?
    A livello mondiale l’occasione è ottima per uomini di cultura e buona volontà;
    …poi ognuno nel suo piccolo dia il suo contributo!

    La parola Generosità la lascierei nei rapporti privati.

    Sylvi

  23. debito pubblico
    debito pubblico says:

    Consiglio di andare a vedere l’interessante paginetta di wikipedia
    united states public debt
    http://en.wikipedia.org/wiki/United_States_public_debt

    si apprendono cose molto interessanti: per esempio che dopo la cina (0.798 trilioni), il secondo detentore è il giappone (0-756 trilioni).
    Il debito americano in mano a stranieri è pari al 25% dell’ammontare totale: molto interessante.
    Il fatot poi che il 50% sia detenuto dalla federal reserve rende l’allocazione di questo debito in realtà meno problematico di quello che si possa pensare.

    Il rapporto deficit/pil in realtà è piuttosot fuorviante, perchè nel calcolo del PIL rientranom sopratutto nelle statistiche di alcuni paesi (USA e Cina innanzi tutto) stime poco realistiche dell’inflazione e soprattutto dell’assets inflaction.

    Comunque un ultima analisi: in 40 anni (1968-2008) i democratici hanno governato 12 anni, i repubblicani 28.
    Il neoliberismo fu caldeggiato da Nixon, elevato a filosofia da Regan e i Bush.
    Una politica fatta di severo controllo del bilancio?
    No: infatti l’era regan si chiuse con un disavanzo assai grave

    eh, i numeri come sono belli a volte
    Cordialità

  24. Anita
    Anita says:

    Washington DC e’ in attesa della nevicata di tutti i records.

    Il forecast e’ per 30″ = 76.2 cm di neve a venti a 50 mph = 85 mph.

    Saranno paralizzati per qualche giorno, non sono equipaggiati.
    I voli, treni e autobus sono stati cancellati.

    Noi siamo molto piu’ a nord….siamo in attesa, ma sembra che questa massiva bufera si avvii verso piu’ l’ est, nell’oceano aperto e che ci risparmi.

    Da lunedi’ la nostra citta’ sta tagliando tutti i rami e alberi che potrebbero presentare problemi.
    E questo e’ solo nella mia Avenue….

    Tutto dipende dalle correnti di vento e temperatura.

    Anita

  25. Vox
    Vox says:

    A proposito di turbocapitalismo

    FIAT:
    PRENDE I SOLDI (PUBBLICI) E SCAPPA

    La crisi economica, soprattutto nel settore auto, è un dato di fatto, eppure per le grandi imprese è una occasione d’oro per ristrutturarsi, ridurre i salari, ed eliminare personale, utilizzando per di più gli aiuti dello Stato. A questo proposito, la Fiat rappresenta un caso emblematico. Dopo aver beneficiato nel 2009 di consistenti aiuti statali, che hanno pesato per il 40,7% sulle nuove immatricolazioni auto in Italia (675mila veicoli su un totale di 1,67 milioni), la Fiat riceverà nel 2010 un ulteriore incentivo di 300-350 milioni, come prevede il decreto che dovrebbe essere approvato a breve dal governo Berlusconi. E tutto questo senza contare i consistenti aiuti statali sotto forma di cassa integrazione, che la Fiat ha esteso a tutti gli stabilimenti in questo inizio di 2010

    Fino ad oggi, la Fiat è ricorsa al ricatto: niente aiuto statale, niente mantenimento dei livelli occupazionali. Una equazione che non ha sempre funzionato, e che non ha impedito alla Fiat di ridurre costantemente la forza lavoro impiegata in Italia, aumentandola globalmente negli ultimi tre anni, caso pressoché unico tra le multinazionali dell’auto europee e Usa.
    Più recentemente, nonostante i soldi pubblici ricevuti, la Fiat ha decretato la morte dello stabilimento siciliano di Termini Imerese.

    In effetti, come ha spiegato la Repubblica, esisteva un piano Fiat per espandere Termini e renderlo più profittevole, portandolo dal semplice assemblaggio di pezzi a sito di produzione di un maggior numero di componenti. Questo progetto, però, è stato messo da parte, ufficialmente per ragioni burocratiche legate all’impossibilità dell’uso industriale dei terreni richiesti per gli impianti.

    La ragione vera è, però, un’altra. Siamo ad un passaggio di fase importante nel modello di accumulazione, che si caratterizza nel contempo per una maggiore concentrazione, attraverso fusioni e alleanze, e per un maggiore impulso alla internazionalizzazione.

    Gli investimenti che dovevano andare in Sicilia sono stati dirottati in Serbia. Qui, nello stesso giorno in cui Marchionne annunciava la morte di Termini, arrivava un investimento di 100 milioni di euro, la prima tranche di un totale di 700 milioni. La nuova Fiat serba rileverà la vecchia Zastava, che produceva nel passato modelli Fiat su licenza, e sarà al 67% della Fiat e al 33% dello Stato serbo. Quindi, anche in questo caso la Fiat beneficerà di un consistente aiuto statale.

    In effetti, l’abilità maggiore della multinazionale italiana si sta rivelando quella di andare in giro per il mondo a raccattare soldi pubblici, come ha fatto negli Usa, dove, attraverso l’acquisizione della Chrysler, il gruppo torinese comparteciperà agli aiuti massicci concessi da Obama al settore auto.
    Mentre in Italia la Fiat licenzia, in Brasile (che è il suo primo mercato mondiale e dove pure ha ricevuto un forte sostegno pubblico) ha assunto negli ultimi tre anni 8mila addetti e in Serbia ne assumerà almeno altri mille. Un altro aspetto “strano” della situazione è che la Fiat in realtà non sta andando così male, soprattutto in confronto alle altre case automobilistiche…

    Anche in Italia la crescita delle vendite Fiat nel mese di gennaio è stata consistente, con un + 30,2%.
    Il fatto è che la Fiat ha spostato la sua produzione fuori dall’Italia, dove si produce appena un terzo delle auto assorbite dal mercato interno, una quota inferiore non solo a quella di Paesi di nuova industrializzazione ma anche a quella di Paesi capitalisticamente maturi come Francia e Germania. I modelli a marchio Fiat che stanno realizzando i volumi maggiori, la 500 e la Panda, sono prodotti in Polonia ed importati in Italia. La strategia Fiat è evidente: concentrarsi sulla produzione di massa di auto economiche a livello globale e pertanto spostare quote crescenti di produzione nei Paesi in via di sviluppo.

    Due marchi prestigiosi, prima Lancia e poi Alfa Romeo, sono stati praticamente distrutti dalla rinuncia ad adeguati investimenti da parte della Fiat.

    Come sempre, la competizione viene affrontata dalla Fiat non con l’innovazione, ma con la riduzione dei costi.

    Ma torniamo al rapporto Fiat-Stato. Secondo l’ineffabile Marchionne, fino a poco tempo fa osannato come salvatore della Patria e novello conquistador in terra americana, “Siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese.”, intendendo con ciò che si lavava le mani di Termini. Se Marchionne, il quale come amministratore delegato percepisce annualmente la quisquilia di 3,4 milioni di euro, ha ragione a ricordare che la Fiat è una impresa privata il cui fine è la massimizzazione del profitto, non si capisce perché, anziché affidarsi al mercato, la Fiat accetti e solleciti i soldi pubblici.

    Per coerenza dovrebbe rifiutarli, cosa che si guarda bene dal fare. A questo punto, è bene fare un passo indietro. Tralasciamo il fatto che la Fiat nasce come grande agglomerato industriale grazie alle commesse statali, prima con la guerra di Libia e la Prima guerra mondiale e poi con le guerre del fascismo, e veniamo ad epoche più recenti. Negli anni 90 gli aumenti di capitale della Fiat sono stati congegnati in modo da ridurre al minimo l’impegno diretto degli Agnelli, cioè del capitale privato. Indovinate su chi si sono scaricati allora gli oneri degli investimenti? Sulle finanze pubbliche, ovvero sui lavoratori dipendenti (tra i quali sono gli operai Fiat), gli unici che pagano interamente le tasse.

    Infatti, Massimo Mucchetti in “Licenziare i padroni?” ha scritto: “Nel decennio 90 lo stato italiano ha dato al gruppo Fiat un po’ più di 10 miliardi di lire e ne ha ricavato più o meno 6500 di imposte. Nello stesso periodo, gli azionisti della Fiat hanno versato un po’ meno di 4200 miliardi nelle casse sociali sotto forma di aumento di capitale e ne hanno ritirati quasi 5700 sotto forma di dividendi. Nel rapporto tra Stato e azionisti è chiaro chi ha dato e chi ha preso. (…)
    Nondimeno è curioso che i due terzi dei mezzi freschi immessi dalla Fiat negli ultimi dieci anni provenga dallo stato.”

    No, per la verità non è affatto curioso, si tratta di un andazzo storico, che si ripete ancora oggi allorché la Fiat, da una parte, licenzia e prende soldi dallo Stato e, dall’altra parte, distribuisce un dividendo di 237 milioni ai suoi azionisti.

    GOVERNO ITALIANO COMPLICE

    All’estero le cose non vanno esattamente nello stesso modo. In Francia, ad esempio, la Renault è stata costretta dal governo Sarkozy a ritornare sulla sua decisione di spostare all’estero la produzione della nuova Clio, garantendo i livelli occupazionali. La stessa garanzia ha dovuto dare la Opel a fronte degli aiuti del governo tedesco, mentre, sempre in Germania, la Daimler si è accordata con i sindacati per assicurare il mantenimento dei 37mila addetti attuali fino al 2020, rinunciando a spostare la produzione della classe C negli Usa.

    CONCLUSIONE

    La presunta efficienza privata sembra non poter resistere senza la comoda rete di salvataggio pubblica. Il capitalismo reale è dappertutto questo: profitti privati con soldi pubblici.
    Ma in Italia il governo e lo Stato, assumendo una posizione del tutto subalterna di fronte alla Fiat, non ottengono neanche una contropartita minima in termini occupazionali in cambio dei soldi pubblici erogati, che finiscono per finanziare soltanto l’espansionismo estero della Fiat. A maggior ragione il governo di un premier, Berlusconi, che ha tutto l’interesse a non scontentare la Fiat in vista dei giochi di riassetto del potere economico in cui è impegnato in Italia.

    di Domenico Moro
    http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=14099

  26. Vox
    Vox says:

    LA FIAT IN SERBIA

    Rajka Veljovic, Radoslav Delic
    Segretario Ufficio Relazioni Internazionali
    e Adozioni a Distanza

    Il 1° febbraio 2010 la FIAT si e’ ufficialmente impossessata della fabbrica auto Zastava a Kragujevac, che d’ora in avanti dovrebbe chiamarsi Fiat Auto Serbia. Rajka Veljovic, dell’ufficio adozioni a distanza del Sindacato Samostalni, ha descritto telefonicamente, la situazione come drammatica.

    La FIAT ha mantenuto in produzione con contratto a tempo determinato di due mesi, 500 operai e, con contratto di tre mesi cento impiegati; sul contratto non e’ indicato il valore del salario. I giornali Novosti e Politika ipotizzano oggi che il salario medio sara’ di 250 euro.
    Gli altri lavoratori, oltre 2000, sono fuori dalla fabbrica e per loro si e’ genericamente parlato di cassa integrazione, ma al momento senza alcuna precisazione. Il Sindacato non ha più da ora alcuna agibilita’ in fabbrica.
    La situazione che si va delineando e’ la piu’ drammatica vissuta da questi lavoratori dai bombardamenti della NATO sulla loro fabbrica nel 1999.

    Sostenere poi (come fanno alcune trasmissioni televisive italiane ed alcuni giornalisti) che in questo momento i lavoratori serbi stanno di fatto togliendo il lavoro agli operai italiani è inaccettabile.

    Non è alimentando guerre fra poveri che si battono le politiche liberiste e selvagge del nostro tempo.
    Da parte nostra cercheremo di portare a questi lavoratori tutta la nostra solidarieta’ materiale, come abbiamo fatto sempre in questi dieci anni.

  27. sylvi
    sylvi says:

    caro Faust,

    nonostante tagli nazionali e regionali alla salute nel corso degli anni, a Trieste non tutto è andato perduto del progetto Basaglia.
    Sicuramente è maturata in città, ma non solo, in tutto il territorio, la percezione del “matto” come “un po’ diverso” ma non malato bisognevole di medicine e clausure alienanti.
    I sostegni sociali funzionano abbastanza bene, compatibilmente con le risorse e i “disturbati” vivono sparsi nella città.
    Ci sono esperimenti non solo di lavoro protetto ma anche di tentativi di inserimento ben più articolati.
    A Grado ci sono “matti” che gestiscono un albergo.
    A Trieste ci sono casi di suicidio superiori ad altre città…ma mi si dice, è un rischio da correre.

    L’ho già scritto: a Trieste si saluta dicendo : ciao mato- lo ga dito el mato- te vien col mato…..e significa sempre “amico”.

    ciao mato
    Sylvi

  28. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Un acconto bancario per il nipotino e’ encomiabile.

    Se io fossi in te mi informerei anche su assicurazioni a limiti di 15-20-30 anni.

    Noi l’abbiamo fatto per i nostri figli e per i nipoti.

    Costano pochissimo mensilmente e sono rinnovabili alla scadenza.

    Ciao, Anita

  29. gv
    gv says:

    Alcune notiziole:

    1) su LA Repubblica Affari e Finanza di lunedì scorso è usicto un poderoso articolo sul debito pubblico: analisis su dati ufficiali dimostrano che il debito pubblico italiano pubblico nomianle che rivalutato del Banana è 3-4 volte superiore a quello lasciato dalla sinistra

    provo a postare il link

    http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=PNJ10

    qualora non funzionasse andate su:
    rassegna stampa camera dei deputati
    ricerche archivio
    la repubblica affari e finanza
    1 febbraio 2010

    2) le poste (cassa deposito e prestiti) offrono ancora degli ottimi titoli inflaction linked e anche dei prodotti di risparmio (sorta di buoni postali speciali per i minori e i bambini) che danno un buon rendimento oltretutto con il saggio di inflazione

    risparmiate!

  30. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    aspettiamo di capire più chiaramente l’evoluzione del servizio bancario.

    Sai in Italia : lo Stato , e le banche, ti fregano perchè pensano che tu sia un imbroglione; tu freghi lo Stato e le banche perchè pensi che vogliano imbrogliarti!

    Purtroppo funziona così!
    Bisogna essere come la sentinella :
    sempre all’erta sto!

    ciao Sylvi

    Ps:Ti invierò qualche foto.

  31. sylvi
    sylvi says:

    x GV

    Piuttosto di mettere un soldo alle Poste, lo metto sotto il materasso!

    Mi viene un travaso di bile ogni volta, raramente, che sono costretta a servirmi della Posta.
    Servizi da “impiegati di ministero”, code chilometriche perchè uno lavora e tre riposano.
    Orari molto ristretti, che più stretti non si può.
    Su Internet siamo ancora alla preistoria…
    Danno un interesse migliore delle banche ma il risparmio lo spenderei in farmacia!!!
    Saluti Sylvi

  32. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Sono al corrente delle vostre banche postali, qui non esistono, la Posta e’ solo…la posta.

    Come ho scritto ho amici a Milano e ormai fanno tutto via computer per evitare gli uffici potali.

    I gruzzoletti che abbiamo ammassato in particolare per i nipoti, sono stati sufficienti per acquistare una casa a due piani…dove adesso abitano.

    Il terzo nipote….e’ andato all’universita’ ed ha vissuto in Campus, tutto pagato.

    Buona notte.
    Un abbraccio, Anita

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