I magnifici 9 per Wyatt a Modena

Canterbury, cittadina (45.000 abitanti circa) nel sud dell’Inghilterra. Nessuno di noi ci è mai stato, ma ci piace (a noi devoti) immaginarla come una località gentile e bizzarra, abitata da discepoli del Cappellaio Matto di Alice. Eppure, da questo paesone è arrivata, dai tardi anni ’60, una “famiglia” di musicisti che – come pochi – ha creato un cult following delle loro opere. In ordine sparso, questa specie di Modena (o Mantova, o Rovigo, o Ravenna) ci ha regalato gruppi come i Caravan, Hatfield & the North (che prendono il loro nome da un’indicazione stradale), i Camel, gli Henry Cow e –primi inter pares- i Soft Machine. Il batterista di questi ultimi era Robert Wyatt. Il quale però, dal 1973, non fu più un batterista a causa di una rovinosa e misteriosa caduta dal terzo piano durante un party, in seguito alla quale rimase paraplegico e –da batterista assai bravo, ma nulla di più- diventò una delle voci più devotamente amate da connoisseurs di tutto il globo. Wyatt, sia da batterista che da cantante e pure nella fase intermedia, ha avuto amici importanti: Jimi Hendrix, Phil Manzanera, Mike Oldfield, Elvis Costello (per il quale ha scritto la meravigliosa Shipbuilding), Brian Eno e soprattutto il batterista dei Pink Floyd Nick Mason che supportò in vari modi Wyatt nella realizzazione del suo masterpiece Rock Bottom del 1973. Wyatt, diciamolo subito, raccoglie nel mondo un enorme rispetto e un enorme amore per la sua figura e la sua musica, ma non ha mai venduto molti dischi (è anche uno dei due o tre inglesi pervicacemente comunisti) e quindi viene visto un po’ come il Panda, da proteggere ad ogni costo, nella sua ingenuità (nonostante i suoi 65 anni!) e nella sua unicità.

La voce di Wyatt è la voce più triste del mondo, punto.Il suo unico successo fu, nel 1974, una cover di I’m a believer di Neil Diamond (aka Sono bugiarda, di Caterina Caselli), una canzone allegrotta e stupidotta, precedentemente incisa dal gruppo allegrotto e stupidotto per eccellenza, i Monkees. Ebbene, la voce di Robert Wyatt riusciva a trasformare questa canzoncina easy-beat in qualcosa di doloroso e sofferente. Una sofferenza dolce, insopportabilmente bella, intima, come tutte le canzoni che hanno avuto la fortuna di passare dalla sua laringe. Lunedi’ 1 marzo, in prima assoluta, al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, debutta “Comicoperando. La musica di Robert Wyatt“: nove eccellenti musicisti riuniti, con la benedizione dello stesso Wyatt, per un omaggio alla sua musica, dagli esordi coi Soft Machine fino al recente Comicopera.I Magnifici 9 sono Dagmar Krause (cantante che esordì negli Henry Cow, diventando in seguito una delle migliori interpreti della musica di Kurt Weill), Richard Sinclair (bassista e cantante, la cui voce baritonale abbiamo ascoltato in alcuni suoi bellissimi album solisti, oltre che nei Caravan, nei Camel e negli Hatfield & the North), Gilad Atzmon (ance e flauti), Annie Whitehead (storica trombinista del jazz inglese), Michel Delville (chitarra synth), Alex Maguire (pianoforte e tastiere), John Edwards (contrabbasso), Chris Cutler (batteria) e Cristiano Calcagnile (percussioni). Il concerto e’ promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena e dal Comune di Modena. Io ci sarò.