La pochade berluscona continua. E la terra che continua a tremare in Abruzzo sembra una metafora e un preludio

Il continuo tremare della terra a L’Aquila pare non solo il migliore paradigma del G8 delle grandi potenze in affanno e la migliore metafora della precarietà della loro potenza e benessere, ma somiglia sempre di più a un brontolio che può diventare ruggito e se non travolgere o fare scappare a gambe levate quegli otto potenti del pianeta almeno divorarne uno: il Cavaliere da qualche nostro lettore soprannominato a ragion veduta il Chiavaliere. Solo un malato di delirio di onnipotenza e di massimo cinismo poteva decidere di organizzare in una città terremotata, e quindi destinata ad altre scosse telluriche quanto meno di assestamento, una sfilata come quella del G8. Cosa ne guadagneranno i terremotati da questa passerella di primi ministri è un bel mistero, però si è capito cosa vorrebbe guadagnarci in auto pubblicità il Cavaliere-Chiavaliere. E meno male che non gli è venuto in mente di spostare di colpo tutto a Viareggio….

Il Berlusconi nato e cresciuto nelle tv e nella pubblicità, dove si può scrivere il copione a dire le cazzate più piacevoli per fare il solletico al pubblico, ha un modo molto semplice per migliorare la realtà: negarla e sostituire ad essa un fondale di cartapesta e di lustrini, di quelli che sono la fortuna delle sue tv commerciali. E così oltre a bastonare il giornale Repubblica e minacciare in blocco la stampa estera, mossa particolarmente idiota alla vigilia dell’arrivo in Italia dei massimi rappresentati proprio dei Paesi di quella esecrata stampa estera, il padrone gozzovigliatore di palazzo Graziosi e villa Certosa comincia a tagliare le gambe anche all’Istat, rea di dire come stanno le cose riguardo la salute, malferma, dell’economia e non solo dell’economia della nostra Italia.  Del resto ai più sfugge che il Cavaliere tramite la fida e promossa ministro per meriti ignoti signora Gelmini sta demolendo a ritmo accelerato l’istituzione che più di tutte prepara le persone a poter comprendere ed analizzare la realtà, vale a dire la scuola pubblica. La politica della sconosciuta signora Gelmini, Dio solo sa perché addirittura ministro della Pubblica Istruzione, è un obbrobbrio su sui prima o poi varrà la pena tornare. Continua a leggere