Quante guerre e saccheggi per il controllo del petrolio. E quanta rapina nel fissare, a Londra, il prezzo del barile….

E’ arrivato in libreria il volume del quale vedete qui sopra la copertina. Lo ha scritto il mio amico Benito Li Vigni, per molto tempo dirigente dell’Eni assai vicino ad Enrico Mattei e responsabile delle strategie di quell’ente per l’area del Mediterraneo. E’ stato Li Vigni a fare riaprire a Pavia  l’inchiesta sulla morte di Mattei, inchiesta conclusa con l’accertamento che l’aereo del “padrone” dell’Eni non è caduto per cause accidentali, bensì perché fatto esplodere con una bomba. In tema di petrolio Li Vigni è uno dei massimi esperti esistenti al mondo. Nel libro, oltre a riportare pagine di storia normalmente tenute nascoste ma che è bene conoscere, traccia scenari futuri soprattutto per quanto riguarda le reali riserve mondiali di petrolio e la conseguente durata della stagione dell’oro nero. Stagione ormai avviata alla fine e che aiuta anche a capire perché tanto nostro “interessamento” all’Iran. Interessamento che, come per l’Iraq, nulla ha a che vedere col tanto nostro decantato amore per la democrazia e molto invece con i precedenti e gli interessi coloniali, nella fattispecie inglesi, e imperialisti degli Stati Uniti e dell’Occidente in generale. Il libro ha anche il merito di svelare il modo artificioso e truffaldino con il quale viene calcolato per gli acquirenti il costo del barile di petrolio per carburanti. Le Borse del petrolio sono due, il NYMEX di New York e l’IPE di Londra, ma è a Londra la sede della società PLATT’S che stabilisce il prezzo del petrolio dal quale si ricavano i carburanti. La PLATT’S prende in esame circa 130 tipi di petrolio, tra loro molto diversi, e per fare il prezzo NON si riferisce a quelli che costano meno….

Ho avuto l’onore e il piacere di essere citato nel libro tra le persone che l’autore ringrazia, dato che ho convinto l’editore Baldini-Castoldi-Dalai a pubblicarne il lavoro e ho aiutato lui a snellirlo dalle oltre 500 pagine iniziali. Perciò, per evitare mi faccia velo l’amicizia, mi limito a riportare la presentazione che l’editore fa e del libro e dell’autore.

“Benito Li Vigni, uno dei massimi esperti internazionali in fatto di oro nero, indaga a tutto campo sui legami tra «mondo del petrolio» e potere politico-finanziario e inquadra con lucida obiettività le verità nascoste che riguardano il futuro dei giacimenti, le guerre, le tensioni geopolitiche e l’uso dell’«arma petrolifera» da parte dei maggiori produttori, primo fra tutti la Russia. Lungo una sorta di cintura che lega il Sud del mondo, passando dall’Iraq al Sudan e alla Nigeria, per arrivare in Venezuela e Colombia, gli «imperi del profitto» si scontrano e si alleano, alternando una brutale violenza a subdole strategie di potere. La fame di petrolio spinge a mutamenti epocali negli assetti politici internazionali, basti pensare alla silenziosa colonizzazione cinese dell’Africa e a un evento impensabile come l’affacciarsi della flotta militare di Pechino nel Mediterraneo, o alla possibilità che Cuba ridiventi l’epicentro di nuovi sconvolgimenti legati alla contesa dei giacimenti nel Golfo del Messico. Continua a leggere