Che Luxuria, Vladimir ha vinto l’Isola. E l’Italia?

Gli entusiasmi sono facili da digerire; meno le idee di chi pensa che non basta un reality show a migliorare l’essenza e la democrazia di un Paese. A scanso di equivoci, faccio i miei complimenti all’amica Vladimir Luxuria per la esaltante vittoria all’Isola dei famosi, edizione 2008.

Mentre scrivo, affollate agenzie di stampa , accolgono comunicati di Arcigay, Arcitrans e altre militanze glbt che lodano la Vladimir nazional popolare e perfino Liberazione, quotidiano di Rifondazione Comunista pubblica una foto della naufraga in prima pagina col titolo: “Vladimir come Obama”. Poi, si rendono conto del parallelismo un po’ esagerato, fuori luogo ma, “fatecelo dire. Con il primo presidente afroamericano che va alla Casa Bianca si rompe un pregiudizio che per più di un secolo ha tenuto un popolo lontano dalla più importante istituzione americana, con Vladimir si rompe un tabù dell’eterosessualità a tutti i costi”.

Ma davvero è così? Per davvero l’Italia stamane si è alzata meno discriminante, più veloce nel sentire diritti negati alla comunità omosessuale italiana? Basta uno show per rompere tabù e ottenere massimi consensi popolari? Per carità, sgorghino fiumi di champagne e tartine e cucchiaioni di caviale Beluga; una icona televisiva come Vladimir va più che festeggiata, ma forse l’indole italiana è sempre alla ricerca sacrale, all’idolatria; desideriamo perché affamati di personaggi che ci facciano dimenticare le nostre debolezze e i tanti problemi quotidiani. Forse Vladimir fa proprio al caso.

Per buttarla un po’ sul serio, ho già scritto sul mensile omosessuale Babilonia e su “Il Riformista” che la partecipazione di Lux all’Isola poco mi affascinava e poco l’ho seguita non amando il genere televisivo. Si era detto che lì, in Honduras, Vlady avrebbe parlato di antidiscriminazione e invece si è dovuta adeguare alle severe leggi di quel talk show, cercando di sfamarsi e di combattere le tante inimicizie che quel luogo creava a favore di una audience che è esplosa nell’ultima serata.

A tanti non è piaciuta la “delazione” contro la seconda arrivata, Belen Rodriguez, che poi, tutto si aggiusta e giù raffiche di pacche sulle spalle e sorrisini un po’ ipocritucci.

Insomma Vlady, se ci fossero state quote di scommesse, avrebbe fatto vincere poco perché data da subito tra i vincitori. Sponsor assoluta la stessa Simona Ventura.

Noi speriamo che le associazioni gay, trans e quant’altro abbiano ragione; ovvero che la vittoria di Lux sia una vittoria dei diritti; che apra gli occhi, il cuore e le intelligenze a molti, ma, in tutta onestà, resto convinto che le cose non cambieranno e l’unica a sbancare, fortuna sua, sarà Vladimir e null’altro.

Ora, a lei non resta che raccogliere il successo meritato; seguire il nuovo corso della sua vita artistica perché la politica è altro che azzuffarsi per un pesce in un’isola dove gli autoctoni erano arrabbiati per i mille divieti dettati dalle riprese televisive.

Spenti i riflettori televisivi, le omofobie proseguono in strada e nella famiglie. Siatene certi, non è successo nulla ieri notte. Era solo uno show televisivo! Auguri Vlady.