Il senso gay di festeggiare il Gay Pride

Domani a Napoli, le persone lgbtq (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer ndr.), ci auguriamo a migliaia, sfileranno per le strade cittadine con il loro carico di colori, musica e slogan per chiedere alla politica un impegno concreto sui diritti civili negati fino ad oggi, e per una lotta seria contro ogni discriminazione e ogni violenza omofoba. Si celebra il Gay Pride, nato 31 anni fa, dopo una battaglia durata una notte, allo Stonewall Inn, il locale di Christopher Street, nel Greenwich Village, tra polizia e omosessuali e transessuali.

Stanchi di quotidiane perquisizioni, vessazioni e violenze da parte dei poliziotti, gli avventori del locale gay, aiutati dagli abitanti, decisero di mettere la parola fine, e quando quella sera del 27 giugno 1969, i poliziotti irruppero nel locale, cominciarono a volare bottiglie, scarpe tacco 15, e fecero barricate per impedire ai rinforzi di raggiungere il locale.

Nelle sere successive, la polizia tornò a scontrarsi coi manifestanti, aiutati anche da chi non era gay o transessuale. Il seme era gettato, e venne coniato il termine ‘gay’ per indicare coloro che lottavano per le libertà civili e individuali. Tra i volantini diffusi in quei giorni, uno diceva “Pensate che gli omosessuali siano disgustosi? Potete scommetterci il culo che lo siamo!”.

L’anno dopo, alla stessa data, 500 persone sfilarono per le strade di San Francisco, creando le basi per un movimento lgbtq che oggi in America ha le attenzioni di molte lobby e persino del presidente Obama che, dalla sua elezione, ha fatto ottime leggi per le coppie e i singoli cittadini lgbtq.

Grazie anche a queste associazioni e grazie al dialogo con la politica, oggi la quasi totalità delle persone lgbtq del mondo occidentale e democratico, ha acquisito diritti di tutela e di libertà. In tanti hanno visto riconosciuto il diritto al matrimonio o ad una qualche partnership tra persone dello stesso sesso.

Diversa e più misera la vita delle persone lgbtq in Italia. Nonostante un forte impegno delle associazioni omosessuali e transessuali, nulla è stato compiuto a loro favore. La forte e innegabile influenza del Vaticano sulla politica, è riuscita a fermare ogni disegno di legge sulle coppie di fatto omoaffettive; stoppata persino una legge per fermare la violenza omofoba, dopo un lavoro intenso della unica deputata lesbica, presente nel nostro Parlamento, Anna Paola Concia. Ipocritamente si disse che quella legge poneva una questione di discriminazione e fu bocciata due secondi prima di approdare in Aula. I carnefici, continuarono a colpire gay, lesbiche e transessuali, convinti di farla franca.

Negli anni passati, le associazioni omosessuali e transessuali, pensavano e speravano, che per avere diritti, bastasse appoggiarsi all’unico referente in materia: il centrosinistra. Uno sbaglio che ancora oggi scotta e viene rinfacciato. Il Prodi premier promise una legge simile al Pacs francese: i DiCo. Bastò una sgridata della ciliciense Paola Binetti, di qualche vescovo e curia e i DiCo naufragarono. Si tentò la via dei Cus, ma si capì che al centrosinistra non interessava portare avanti quella battaglia.

Oggi, la situazione è quella che è: nessun passo avanti sui diritti lgbtq e la furba destra è riuscita persino a ingannare le direttive europee che, per la verità, si possono facilmente sviare, visto che si parla di sovranità di ogni Stato. La destra italiana si è rivelata diversa da quella di un’altra destra europea, più sensibile, più vicina ai suoi cittadini lgbtq. Si dice: “Abbiamo il Vaticano…”

Dunque, domani a Napoli, il Gay Pride nazionale. Si attendono gli arrivi degli esponenti dei vari enti, associazioni, sindacati, sigle, collettivi e cooperative di categoria, e, naturalmente migliaia di gay, lesbiche, transessuali.

Il raduno è previsto alle ore 14 con concentramento in piazza Cavour, poi il corteo sfilerà in via Foria, via Cirillo, via Carbonara, via Poerio, quindi si immetterà su Corso Umberto attraversando tutto il Rettifilo sino a piazza Borsa, proseguendo poi in via Medina, piazza Municipio sino all’arrivo in piazza del Plebiscito.

Per l’occasione si sono mossi  hotel e Bed&Breakfast, con alcune iniziative simpatiche collaterali, a Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco Rosa Russo Iervolino, verrà presentato un documento sui diritti sociali e civili del movimento lgbtq. Insomma sarà una festa per una Napoli che racconterà altro rispetto ad altri fatti meno edificanti.

Andare in piazza domani, significherà per la popolazione lgbtq, non solo un atto di celebrazione e ricordo per i fatti di Stonewall, ma per ricordare all’Italia che se vuol continuare a chiamarsi Europa, dovrà fare i conti con i suoi cittadini lgbtq. E dovrà dare leggi di diritti e di uguaglianza.

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