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Gli episcopali Usa vogliono gay e lesbiche a celebrare

C’è aria di bufera e pericolo di scisma per gli anglicani dopo che una parte della chiesa episcopale ha stilato un documento dove si incoraggia a ordinare nuovi sacerdoti e vescovi, gay e lesbiche. La questione non è nuova e le diatribe più incandescenti avvennero col clero africano, più tradizionalista di quello europeo e americano, tanto che in molti lasciarono e qualcuno tornò alla chiesa di Roma.

Durante un’assemblea generale svoltasi a sud di Los Angeles, i due organi decisionali della chiesa episcopale statunitense hanno approvato a larga maggioranza la risoluzione, dichiarando tra l’altro:

«<em>Dio ha chiamato e può chiamare gay e lesbiche ad ogni ministero ordinato nella chiesa episcopale. L’appartenenza alla chiesa episcopale include le coppie dello stesso sesso che vivano relazioni stabili, caratterizzate da fedeltà, monogamia, mutuo affetto e rispetto, cura reciproca</em>».

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Se a Roma non si parcheggia è colpa dei gay. Parola di un rutelliano

Se hanno gridato allo scandalo quelli di GayLib, la tenace associazione omosessuale liberale di centrodestra  guidata da Enrico Oliari, significa che l’omofobia, come abbiamo sempre asserito, è parecchio bipartisan in questo paese; se ne ciba la destra e ne sproloquia la sinistra. Recentemente anche un signore, animatore di un blog, noto esponente vicino all’area che gravita intorno a Rutelli, ha sollevato un polverone sul degrado urbano di Roma, sulla difficoltà e il disordine che la sera si crea intorno all’area dell’Esquilino, zona molto turistica per via del Colosseo, ma anche luogo di ritrovo della comunità omosessuale romana visto che parliamo anche della celeberrima “Gay Street”. L’animatore del blog “Degrado Esquilino”, Massimiliano Tonelli si batte da tempo contro tutto quello che è abusivo o crea degrado in quella zona.

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Se il PD riuscisse a sciogliere l’enigma gay

Nella faticosa corsa alla segreteria Pd, molti, dentro e fuori il partito, valutano quello che un leader-candidato potrà mettere a disposizione delle proprie speranze e ambizioni. E’, in un certo senso, la guerra delle lobby, ora sindacali, ora sui temi etici come su quelli delle minoranze sessuali. Si sceglie così di appoggiare nella futura assise nazionale Pd, Franceschini o Bersani o Ignazio Marino. Bruciata sul nascere per una “simpatia” verso Franceschini, la improbabile candidata, Debora Serracchiani e con lei altre ineventuali candidature femminili. Il Pd resta un corpo macho, tutto coniugato al maschile, con nomi più o meno di spicco che fanno da aureola ai tre candidati maschi.

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Da oggi a Roma riapre il Gay Village: una festa per tutti

Chissà perchè ogni volta che si parla di iniziative gay o glbt, saltano fuori come novelle margherite, problemi burocratici, permessi non consentiti, discussioni su chi, come e dove può e deve essere fatta la manifestazione. E puntuale, come ogni anno, si erano riaccese le condizioni – alcune improponibili e inaccettabili – su dove si dovesse tenere il Gay Village curato dal DiGay Project di Imma Battaglia. La manifestazione, per i pochi che non la conoscono, è oramai un appuntamento annuale estivo che, tra concerti, dibattiti, musica, divertimenti e cultura, raccoglie migliaia di persone ogni sera nella splendida cornice capitolina; osannata anche dai tanti turisti gayfriendly che si recano a Roma.

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Fare lobby. I 50 gay, lesbiche, bisessuali più potenti nella politica inglese

Chi studia la società GLBT, sa che esistono individui e organizzazioni che tutelano la propria e altrui condizione sessuale, anche attraverso il potere che possono esercitare.  Questi  individui  e organizzazioni si battono per dare a tutti la possibilità di accedere a diritti fondamentali, spesso negati, che qualunque società democratica dovrebbe far propri senza l’innesto di una battaglia civile. L’esempio che la popolazione glbt ha diritti negati, nonostante si stia parlando di un paese democratico, è l’Italia, uno Stato più confessionale che  laico ed europeo. Continua a leggere

Se sei gay o vai in Islanda o…cavoletti di Bruxelles

Si chiama Johanna Sigurdardottir e ha stabilito un primato politico mondiale: è la prima donna apertamente omosessuale cui è stato dato il difficile compito di guidare una coalizione di centrosinistra dopo il fallimento  del premier conservatore Geir Haarde che ha costretto l’Islanda a nazionalizzare le prime tre banche del Paese travolte da un debito che ha superato di dieci volte il pil nazionale. Continua a leggere

E il Migliore disse: “lasciate che fucilino i gay”

Informazioni recenti raccontano che in India e in diversi Paesi con un forte fondamenatlismo islamico, perseguitano dei cristiani cattolici.
Il capo della chiesa di Roma, Benedetto XVI, esorta il mondo,  dalla finestra del suo studio, a garantire il rispetto per il culto che rappresenta e a non discriminare le minoranze cattoliche.
Fa bene? Certo che sì! Siamo con lui nel testimoniare che le minoranze vanno rispettate, proprio perché il fondamento democratico di una civiltà si basa essenzialmente su questo: rispetto e condivisione di pensieri ed azioni, con le minoranze. Continua a leggere

Iraq. Massacrato dai miliziani religiosi un attivista gay

Una guerra nella guerra; una strage di cui nessuno ne vuol sapere e parlare se non fosse per la vigilanza delle organizzazioni GLBT mondiali. Da quando si è scatenata la guerra in Iraq, sono stati assassinati, torturati, imprigionati e poi uccisi  molti gay e lesbiche , spesso attivisti di movimento.  Nei paesi arabi e musulmani  l’omosessualità viene  condannata a morte anche per mano degli stessi famigliari se non ci pensano i tribunali speciali religiosi.  Qualcuno riesce a fuggire all’estero, ma la maggioranza, se scoperta, viene messa alla  gogna e al martirio senza processo e senza alcuna prova di colpevolezza. Continua a leggere