Musica a ruota libera

Musica a ruota libera, o meglio  scrivere di musica a ruota libera che vuol di’?  Ha un senso? Cerrrrto che sì, visto che critiche e recensioni sono ahimè sempre più omologate verso l’alto , son tutti bravissimi, stelle a tutti. Basta far contenti i discografici, non sentirsi diversi dai colleghi, c’è persino chi fa copia-e-incolla della scheda di presentazione di un disco senza manco ascoltarlo… Continua a leggere

Questo è sterco. Ma piu che concimare intossica

Non so se sia vero che anche Piero Fassino ha la sua bella firma su un conto corrente estero alimentato in modo non encomiabile, stando a quanto ha raccontato a Repubblica l’ex capo della sicurezza di Telecom Giuliano Tavaroli, ma non dovrebbe essere difficile appurarlo. Certo, se fosse vero, mi sarei scandalizzato di più fino a ieri, ma nell’Italia di oggi, dove si premiano con un posto in parlamento i felloni colti con le mani nel sacco, dove la Sanità pubblica è diventata la miniera privata di troppi, a partire da quella Comunione e Liberazione che fa da base di potere dell’ex votato alla castità Roberto Formigoni, in questa Italia dove ancora una volta il capo del governo si fa fare le leggi su misura per sfuggire ai giudici e alla galera, ebbene in questa Italia dell’eventuale conto corrente di Fassino non solo reputo ipocrita scandalizzarsi, ma lo trovo anche canagliesco. Continua a leggere

Le Shoà degli altri di cui non si parla: chi ruba i bambini a chi. Ma anche Ratzinger non ci sente….

1) – Il papa è arrivato in Australia. Ha detto qualcosa sui preti pedofili, ma non abbastanza. Ma sarebbe il caso dicesse qualcosa soprattutto sulla “generazione rubata”, vale a dire sugli oltre 100 mila bambini aborigeni rapiti nel secolo scorso alle loro famiglie dai colonizzatori bianchi per essere “civilizzati” e “cristianizzati” a tutti i costi, ma spesso in realtà violentati, torturati, uccisi. Per non parlare dello sterminio – c’è chi parla di Olocausto o Shoà – degli aborigeni in intere regioni, come per esempio la Tasmania. Il governo ha già ammesso alcune colpe, in alcuni casi – pochissimi – ha pagato anche dei risarcimenti. Continua a leggere

La facilità con la quale Silvio Berlusconi giura, di solito la propria innocenza, sulla “testa dei miei figli” rimanda al rito arcaico e orrendo dei sacrifici umani, compreso a volte quelli dei propri figli immolati a Dio o agli Dei.

E si riallaccia alla figura altrettanto orrenda del padre padrone, che dei figli può disporre a proprio piacimento anche per quanto riguarda il loro vivere o morire, come fossero merci od oggetti. Continua a leggere

Non so se sia vero che Berlusconi s’è fatto fare dalla signora Garfagna le stesse molto piacevoli cose che Clinton, decisamente sfigato, si faceva fare dalla Lewinsky, che sta alla Garfagna come io sto al Davide di Donatello.

Non so neppure se se ne sia poi anche vantato per telefono con i propri sodali. Se sì, telefonate a parte, lo invidio molto, invidia che aumenta alla notizia che ha goduto anche delle grazie di un’altra bellona come Virginia Sanjust di Teulada, retribuita poi con contratto e soldi di Palazzo Chigi, trovo però che siano solo affari suoi, o meglio loro: di lei Carfagna e di lui Berlsuconi. Continua a leggere

LE VERITA’ NEGATE SULLA FINE DI ENRICO MATTEI – 5

La resa dei conti

Tutto ebbe inizio a Bascapè il 27 ottobre del 1962 e fu l’inizio di un lungo silenzio. Vi furono solenni funerali di Stato a Roma, con il presidente della Repubblica Segni, Andreotti e Fanfani in testa, e vi fu una precisa “consegna”: sulla vicenda di Mattei doveva scendere il silenzio; con lui doveva morire anche la verità sulla sua fine. Era come se all’interno del governo, nei circoli politici e soprattutto in quelli economici, dietro all’apparenza del dolore aleggiasse un’atmosfera di sollievo per la perdita di un uomo che era stato fonte di non pochi problemi. Continua a leggere

LE VERITA’ NEGATE SULLA FINE DI ENRICO MATTEI – 3

di Benito Li Vigni

L’accordo algerino e il progetto europeo

Non era un mistero che Mattei teneva stretti rapporti con il governo provvisorio della Repubblica algerina, che allora combatteva per l’indipendenza dalla Francia. Era cominciata nel ’56 la lotta di liberazione del popolo algerino contro i francesi: la casbah di Algeri divenne un fronte di guerra sconvolto da lampi di fuoco e di morte. Continua a leggere

LE VERITA’ NEGATE SULLA FINE DI ENRICO MATTEI – 2

di Benito Li Vigni

Il volta faccia di Cefis

Eugenio Cefis, vice presidente dell’Eni, lasciò l’ente nel gennaio del 1962. Motivazione: doveva occuparsi degli affari della moglie. I suoi dissensi con Mattei risalivano all’estate del 1961 quando si pensava che era difficile per l’Eni, oberata di impegni finanziari, ritardare ulteriormente la resa dei conti. Ma, soprattutto, quando Mattei e il “Matteismo”, divennero un casus belli per il Foreign Office britannico, preoccupato che il Presidente dell’Eni stesse per spezzare la morsa costruita attorno a lui dal cartello petrolifero che aveva a Londra, nella British Petroleum e nella Royal Dutch Shell, il centro decisionale e strategico. Continua a leggere

LE VERITA’ NEGATE SULLA FINE DI ENRICO MATTEI – 1

di Benito Li Vigni

La mediazione di Kennedy

Appena eletto alla Casa Bianca, nel 1960, John Fitzgerald Kennedy dovette far fronte a due problemi che investivano significativamente la compattezza dello schieramento atlantico. Il primo riguardava la Francia e il pericolo di un suo disimpegno a seguito dell’azione di disturbo messa in atto dal generale De Gaulle con le sue affermazioni nazionalistiche sbandierate come manifestazione d’indipendenza nazionale, anche nei confronti dell’Alleanza atlantica. Continua a leggere

LA EXIT STRATEGY DAL PETROLIO E’ URGENTE

LA EXIT STRATEGY DAL PETROLIO E’ URGENTE

Molte sono le possibili strade da percorrere, ma il nucleare sarebbe un errore. L’energia pulita può essere per l’Europa il motore di unità e di crescita

di Benito Li Vigni

Il prezzo del barile di petrolio è destinato a raggiungere i 200 dollari. Da una parte c’è la speculazione, dall’altra la domanda crescente e le tensioni internazionali. Ci sono fattori strutturali che spingono in alto i prezzi, come la forte domanda di petrolio di Cina e India e la riduzione delle scorte americane. E poi la temuta incursione statunitense in Iran che, con le tensioni venezuelane e nigeriane e le incertezze irachene, concorre a disegnare uno scenario geopolitico atto a spingere il petrolio verso livelli di prezzo insostenibili. Il problema non è solo il suo prezzo, ormai troppo vicino ai 150 dollari al barile. E’ il suo utilizzo come fonte energetica altamente inquinante, costosa e meno efficiente che deve spingere il nostro Paese a trovare soluzioni alternative, senza aspettare una crisi di disponibilità mondiale che seguirebbe drammaticamente il raggiungimento del picco della produzione che gli esperti più accreditati fissano tra il 2010 e il 2020 Continua a leggere

GIACOMO MATTEOTTI VENNE UCCISO PER AVER SCOPERTO LA CORRUZIONE DI ESPONENTI FASCISTI NELL’AFFARE SINCLAIR

84 ANNI FA L’ELIMINAZIONE DEL CORAGGIOSO ESPONENTE SOCIALISTA

GIACOMO MATTEOTTI VENNE UCCISO PER AVER SCOPERTO LA CORRUZIONE DI ESPONENTI FASCISTI NELL’AFFARE SINCLAIR

di Benito Li Vigni

Henry Sinclair era un petroliere e un finanziere d’assalto abituato a superare a suon di dollari e di favori i meccanismi burocratici, politici, diplomatici, parlamentari di casa sua e dell’altro mezzo mondo per investire nella ricerca e nella coltivazione di giacimenti di petrolio. In denaro più o meno pulito, in proprio e per conto terzi. Continua a leggere

LA STRATEGIA ANGLOAMERICANA DIETRO LE PRIVATIZZAZIONI ITALIANE DEGLI ANNI NOVANTA.

LA STRATEGIA ANGLOAMERICANA DIETRO LE PRIVATIZZAZIONI ITALIANE DEGLI ANNI NOVANTA.

Grandi banche d’affari straniere avrebbero organizzato l’attacco alla lira, per ridurre il costo delle aziende pubbliche da privatizzare.

di Benito Li Vigni

Nel 1992, a trent’anni dalla fine di Enrico Mattei, ucciso mentre stava per spezzare la morsa costruita intorno a lui dal cartello petrolifero dominato da Usa e Gran Bretagna, si scatenò una guerra meno cruenta ma più violenta tra Stati: quella per il prevalere delle rispettive economie. Tutto iniziò poco dopo il crollo del muro di Berlino, quando l’Italia da tempo area di influenza americana, diventò campo di una battaglia subdola e pericolosa combattuta utilizzando tutte le leve possibili: moneta, finanza, produzione. E se un paese si fosse ritrovato in condizione di debolezza, è facile che sarebbe finito per essere colonizzato. Continua a leggere

LA GUERRA INFINITA AMERICANA IN AFGHANISTAN

LA GUERRA INFINITA AMERICANA IN AFGHANISTAN

E’ il momento di chiedersi che senso ha una missione di pace in un contesto di guerra alimentato dagli alleati americani a suon di bombe e quali sono i veri interessi degli Stati Uniti in questo martoriato paese.

Benito Li Vigni *

Nell’ottobre 2001 gli Stati Uniti guidarono una coalizione che intervenne militarmente in Afghanistan per stanare gli autori degli attentati dell’11 settembre, rovesciare il regime oppressivo e teocratico dei talebani e, soprattutto, prendere Osama bin Laden vivo o morto. La NATO intervenne in Afghanistan, sebbene non si sia trattato né di un attacco dall’esterno né dell’aggressione di uno stato sovrano nei confronti di un altro stato sovrano. Continua a leggere

STRAGI E BOMBARDAMENTI AMERICANI SULLA POPOLAZIONE CIVILE NELLA SICILIA DEL 1943.

LA CULTURA AMERICANA DEL PIU’ FORTE CHE NON DEVE RENDER CONTO A NESSUNO

STRAGI E BOMBARDAMENTI AMERICANI SULLA POPOLAZIONE CIVILE NELLA SICILIA DEL 1943.

di Benito Li Vigni

Non voglio parlarvi ancora del pantano iracheno con i suoi fotogrammi di raccapriccio ai confini dell’inferno ne delle stragi americane di Falluja, di Ishaqi, di Haditha compiute dai marines sulle popolazioni civili. Non voglio parlarvi delle immagini sconvolgenti di corpi bruciati e scarnificati fino all’osso dalle bombe al «fosforo bianco» usate dalle truppe americane contro donne e bambini, né delle «bombe a grappolo» lanciate dai bombardieri Usa sulle aree residenziali di Baghdad e del «triangolo sunnita». Continua a leggere