Non so se sia vero che Berlusconi s’è fatto fare dalla signora Garfagna le stesse molto piacevoli cose che Clinton, decisamente sfigato, si faceva fare dalla Lewinsky, che sta alla Garfagna come io sto al Davide di Donatello.

Non so neppure se se ne sia poi anche vantato per telefono con i propri sodali. Se sì, telefonate a parte, lo invidio molto, invidia che aumenta alla notizia che ha goduto anche delle grazie di un’altra bellona come Virginia Sanjust di Teulada, retribuita poi con contratto e soldi di Palazzo Chigi, trovo però che siano solo affari suoi, o meglio loro: di lei Carfagna e di lui Berlsuconi. Non so se sia più grave diventare ministro dopo avere superato certi esami “orali” oppure dopo avere superato gli esami scritti del voto di massa della mafia siciliana. Non so se sia più grave diventare ministro nei modi con i quali si maligna lo sia diventato la signora Carfagna o diventare presidente della Rai o direttore di una qualche sua rete perché raccomandato da un ministro, da un partito o dal Vaticano o da qualche altro potente clero. Qualcuno si è mai chiesto perché l’Italia ha subito perfino l’onta di una presidente della Camera come l’incapace Irene Pivetti? Giovane e a detta di Bossi anche piacente, nonché brava in certe cose. Quali? Non me lo chiedete, per cortesia. Affari loro. La Pivetti era una incapace. La Carfagna ministro giudichiamola non per come forse è diventata ministro, ma per come farà il ministro, cioè se sarà o no un bravo ministro.

In ogni caso è decisamente più grave diventare ministro perché ci si chiama Previti e si è fatto per Berlusconi molto di più di quei lavoretti che mi fanno venire in mente, per assonanza, la strana accoppiata di nome e cognome di tale Italo Bocchino, che pensavo fosse uno scherzo invece pare sia un parlamentare della Repubblica italiana. Trovo anche incredibile, e abbastanza grave, che nei film di Benigni reciti sempre anche sua moglie, Nicoletta Braschi, che ha l’espressività di un mattone, anche se pare che i quattrini per i film siano di lei e quindi si può capire l’arcano, assai poco di sinistra.

In Italia è diventato ministro, della Giustizia, perfino un Claudio Martelli, che oltre a gestire tangenti trasformate in conti segreti del Psi in Svizzera di buono aveva solo che dormiva fino a tardi ed era simpatico a Craxi. E Pillitteri? Sindaco di Milano, forse perché era il marito di una sorella di Craxi (meglio la Carfagna!!!!). Dirò di più: in Italia abbiamo avuto ministri gente come Mastella. E mi fermo qui: per evitare di deragliare….

E’ l’intero quarto governo Berlsuconi che mi lascia attonito, non solo e non tanto la Carfagna. Evito, per amor di patria, di chiedermi perché e come siano diventati ministri gli altri, uomini e omenicchi compresi. Ma c’era da arricciare il naso già nei governi precedenti, e non solo in quelli berlusconiani. Palmiro Togliatti, sposato con altra donna, una volta fu sorpreso dalla vigilanza di Botteghe Oscure mentre scopava con Nilde Jotti. Allarmato dai rumori, e non credo stessero cantando “Avanti popolo”, un vigilante sparò sulla serratura della porta per poterla aprire e, spalancatala, rimase diciamo sorpreso. Scandalo? Nessuno. Oddio, vero è che la Jotti era la più giovane deputata italiana e che i due si erano piaciuti incontrandosi in ascensore a Montecitorio quando lei era già stata eletta, ma dubito assai che la giovane donna avrebbe fatto la carriera che ha fatto, fino a diventare anche lei presidente della Camera, se non fosse stata prima l’amante e poi la donna di Togliatti. Vogliamo parlare del perché diventò potente DC e ministro la bonanima di Toni Bisaglia, amico diciamo molto intimo di Mariano Rumor, che poi trombò anche soffiandogli il potere? Vogliamo parlare della carriera di una nullità come Francesco Rutelli, che deve tutto al fatto che Marco Pannella se ne innamorò non del tutto platonicamente? Provate a leggervi il libro “Il Cicciobello del Potere”, edizioni Kaos, poi ne riparliamo. In ogni caso, credo che la vita sessuale delle persone, politici compresi, siano fatti strettamente privati. Esattamente come l’appartenenza religiosa o le impronte digitali dei bambini rom, che solo il canagliume può voler raccogliere, aggiungendo moduli nei quali si chiede l’etnia e la religione di appartenenza…. Che vergogna. Einstein (“Razza di appartenenza? Umana”) si rivolta nella tomba.

Dobbiamo parte dell’Unità d’Italia alla bravura con la quale la contessa di Castiglione – su raccomandazione anche di Cavour – si levava non solo le mutande per dedicarsi anima e corpo, bocca compresa, a Napoleone III. Un forumista ha citato anche Cleopatra e Cesare, ma direi che il paragone è fuori luogo: Cleopatra non era né una squinzia alla Carfagna, pur se era in realtà molto ma molto meno bella, né aveva bisogno di raccomandazioni neppure di un Cavour. Lei era un faraone, il faraone Cleopatra VII, cioè una divinità in terra, parlava correttamente almeno tre lingue, egiziano, greco e latino, era talmente ricca da poter impressionare un mediocre come Antonio sciogliendo perle nel vino e bersele come se niente fosse, per giunta regalò di fatto a Giulio Cesare il calendario detto giuliano, ma in realtà partorito dall’astronomo egiziano Sosigene.

Per carità, Sabina Guzzanti può dire in piazza ciò che più le aggrada, volgarità e insinuazioni comprese, in Italia c’è ancora la libertà, ma un conto è l’avanspettacolo e un altro la politica. A meno che la sinistra si sia ridotta alla politica spettacolino per scimmiottare Berlusconi che ha ridotto la politica a spettacolo, non sempre edificante e a volte molto più volgare delle volgarate guzzantiane. Mi sorprende assai che molti di sinistra diano del “vecchio sporcaccione” a Berlusconi, che rimproverano di far sesso “a 73 anni”, e col Viagra. A parte il fatto che mi pare di anni ne abbia “solo” 70 o 71, non vedo perché incazzarsi se scopa ancora o pratica surrogati orali. Dopo una certa età è forse vietato? O lo si può fare solo con le befane, magari solo con la propria “signàara”? E il Viagra, lo hanno forse inventato perché lo usino tutti, Faust compreso, ma non Berlusconi?

Insomma, a sinistra c’è un vuoto di politica e di sdegno che è grave voler riempire con moralismo bolso e da guardoni. Così Berlusconi dura altri mille anni e a togliercelo di torno non sarà l’opposizione, tanto meno l’ombra del governo ombra inventato da Uolter Veltroni, ma solo la divina provvidenza.

Per indignarsi non c’è bisogno di prendersela, a torto, con l’eventuale oralità sessuale della Carfagna o con quella telefonica del Cavaliere solo di nome e cafone di fatto. Bastano e avanzano le trasmissioni televisive. Passi la coglioneria della puntata su Raidue, pagata pure quella con soldi nostri, di Alda D’Eusanio che per una ventina di minuti parla e straparla dell’uccello tranciato di netto al povero John Bobbit dalla signora Lorena, debitamente e sussiegosamente intervistata dalla D’Eusanio. Ciò che però proprio grida vendetta è una trasmissione di Canale 5, mi pare si chiami “Ciao Darwin”, dove oltre alla scemenza delle due squadre – Intellettuali da una parte e Ottusi dall’altra, ma potrebbero stare tutti dalla stessa parte, per esempio in una discarica – c’è un continuo diluvio di belle ragazze in mutande, calze autoreggenti, tanga e chiappe al vento, in funzione neppure di vallette, ma di puro e semplice guardonismo arrapatorio. Ragazze molto belle, che di volgare non hanno nulla eccetto la presenza dei presentatori vestiti di tutto punto e l’imbecillità degli Intellettuali e Ottusi, costrette anche a simulare duetti saffici vestite con poco più che francobolli, però assai griffati, ragazze prova vivente sia del maschilismo e della mercificazione dei corpi, nudi per vendere o bruciati vivi alla Thissen, che della volgarità eccessiva nella quale sguazziamo. Il brutto non sono le gambe, i culi, le tette e i volti, molto belli e delicati, di quelle ragazze, peraltro chissà perché spesso slave anziché, che so, milanesi o torinesi. Il brutto è che il padrone di Canale 5, cioè il responsabile dello scempio della decenza che va avanti ormai da un bel pezzo, si chiama Silvio Berlusconi. Il brutto è che il suo senso della democrazia consiste nell’affiancare in “Ciao Darwin”, ma temo anche altrove, alle bellone esibite in mutande anche dei palestrati esibiti pure in mutande, così da fare arrapare democraticamente anche il pubblico femminile, ammesso e non concesso che si arrapi per così poco.

Dovrebbe bastare la volgarità ormai estenuante che tracima dal mondo fasullo targato Mediaset per impedire a uno come Berlusconi di diventare non dico capo del governo, ma anche solo di sedere in parlamento. Invece si ripiega sulle sassate in faccia alla Carfagna e sui pettegolezzi lewinskyani. Si ripiega cioè sull’indebito, ovvero sul nulla.

L’altra cosa grave è che la stampa si getta a capofitto in una blablablàa pruriginoso come l’attuale tormentone più o meno pompinesco anziché incazzarsi per la scemenza, la volgarità e la mercificazione del sesso vomitate in continuazione dalle tv non solo del Signor Padrone. Se la pubblica lotta continua di massa in mutande (però griffate) di “Ciao Darwin” e affini non ci turba, pur essendo targata Berlusconi, perché mai ci turbiamo per le mutande in lotta privata dello stesso Berlusconi?

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