Santificazioni frettolose e stitichezza nei miracoli

Ora che è passata l’eccitazione per la grande festa della santificazione di due Papi,  Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, e Giovanni XXXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, vale la pena di fare qualche considerazione in più. Nei giorni scorsi è stata avanzata qualche timida  riserva e  critica per la santificazione di Wojtyla a causa di alcuni suoi comportamenti poco commendevoli, ma ne sono stati dimenticati vari altri decisamente più gravi. Andiamo per ordine.

Sono stati dichiarati santi due papi talmente diversi tra loro da essere uno agli antipodi dell’altro. Wojtyla ha letteralmente demolito le innovazioni apportate alla Chiesa da papa Roncalli con la convocazione del Concilio Vaticano II, grande sforzo per tentare di portare la Chiesa nella realtà moderna. Sforzo che ha compreso la sorprendente apertura verso l’est europeo, il blocco allora comunista guidato dall’Unione Sovietica, e verso lo stesso Partito Comunista Italiano. Tant’è che Giovanni XXIII è passato alla storia come “il Papa buono”, espressione popolare nata spontaneamente e che di fatto significa anche che gli altri Papi buoni non erano o non lo erano e non lo sono abbastanza.

Wojtyla invece non sarà certo ricordato come Papa buono, quanto invece come il pontefice che ha demolito il Concilio Vaticano II, cioè l’intera opera di quel suo predecessore, e ingaggiato una lotta senza quartiere e con modi fin troppo disinvolti  contro l’Unione sovietica e il comunismo fino a contribuire in modo determinante alla loro scomparsa. Tutto ciò ha portato il teologo Hans Küng a scrivere nel 2011 un libro intitolato significativamente “Karol Wojtyła, Il grande oscurantista”.

Wojtyla ha stroncato la “teologia della Liberazione”, che tante speranze aveva acceso nell’America latina, e finanziato con soldi di provenienza malavitosa la lotta contro i movimenti che lottavano contro i regimi reazionari e contro i regimi golpisti della stessa America latina appoggiati o fatti nascere dagli Stati Uniti. “Guai ai sacerdoti che fanno politica nella Chiesa!”, tuonò nel 1979 lo stesso Wojtyla il cui pontificato sarà caratterizzato dalla politica, con una strategia  dispiegata senza sosta e con energia. Nel ’79 quel duro monito del Papa era riferito soprattutto ai sacerdoti che in Sud America contrastavano le dittature militari, in particolare a monsignor Oscar Romero, da tempo nel mirino della giunta militare di San Salvador perché ne denunciava pubblicamente le atrocità. Nell’’80 don Romero mentre celebrava una messa sarà fulminato da un cecchino.

Il 4 marzo 1983 Wojtyla, nel corso di una visita pastorale in cinque Paesi dell’America latina, atterrò all’aeroporto di Managua, capitale del Nicaragua governato dalla giunta sandinista, di sinistra, regolarmente eletta e impegnata in un vasto programma di riforme a favore della popolazione povera. Della giunta facevano parte cinque sacerdoti e membri di ordini religiosi cattolici. Tra questi, il frate trappista Ernesto Cardenal, ministro della Cultura, che si inginocchiò mentre il papa si avvicinava e gli prese la mano per baciarla. Wojtyla però la ritrasse di colpo, alzò minacciosamente l’indice sinistro e paonazzo gridò a Cardenal:

“Dovete mettervi in regola con la Chiesa, dovete mettervi in regola!”.

Dopodiché passò oltre ignorandolo completamente. Quattro anni più tardi lo stesso Wojtyla volerà in Cile e sdoganerà il dittatore Pinochet, capo di una giunta sanguinaria, affacciandosi al balcone con lui per salutare la folla.

Nonostante abbia riportato indietro le lancette dell’orologio della Chiesa, Wojtyla passa per un suo modernizzatore: ma solo perché ha saputo usare abilmente l’approccio con i mass media e il feeling con i giovani, in particolare con quelli di Liberazione e Comunione, soprannominati enfaticamente “i papa boys”. Gli applausi dei mass media hanno però suscitato post mortem critiche al processo di beatificazione prima e di santificazione dopo, critiche per esempio espresse nel 2009 dal primate del Belgio ed ex arcivescovo di Bruxelles, monsignor Godfried Danneelsed: “Questo processo sta procedendo troppo in fretta. La santità non ha bisogno di corsie preferenziali. E’ inaccettabile che si possa diventare santi o beati per acclamazione”.

Il teologo e padre conciliare Giovanni Franzoni quando il 7 marzo 2007 è stato ascoltato per l’iter della beatificazione di Wojtyla non ha avuto peli sulla lingua:

“Il pontificato di Giovanni Paolo II è costellato di decisioni sue, o di organi ufficiali della curia romana, in particolare della Congregazione per la dottrina della fede, che hanno in vario modo punito la libertà di ricerca teologica […] Quale che sia stato l’intimo convincimento della persona Wojtyla, è un fatto che le scelte del Papa hanno mostrato alla Chiesa un comportamento che indicava come nemici quanti e quante avessero opinioni teologiche diverse dalle sue”.

Per essere dichiarato beato è necessario avere accertato – sia pure con metodi di parte esenti da verifiche terze – che il candidato alla beatitudine  abbia compiuto almeno un miracolo. Per essere dichiarati poi anche santo bisogna avere compiuto almeno un altro miracolo. Di solito si tratta di guarigioni “inspiegabili”, perciò ritenute appunto miracolose. Qui le osservazioni da fare sono due. La prima: anche se io guarissi da un male incurabile dopo avere pregato o visto in sogno il Tal dei Tali – o meglio quello che io penso sia il Tal dei Tali, ma che in realtà è solo un sogno o un frutto della mia immaginazione – come si fa a dire che a concedermi il miracolo è stato lui e non un altro santo, oppure il Padreterno o Cristo o la Madonna? Forse che questi ultimi tre hanno l’obbligo di avvertirmi che sono stati loro? Seconda osservazione: è mai possibile che una volta fatto il miracolo, magari anche più d’uno, per superare l’esame ed essere promosso beato o santo, il nuovo festeggiato agli onori degli altari sparisca e di miracoli non ne faccia più? Il solo Wojtyla di santi e beati ne ha proclamati quasi 2.000 ( http://www.vita.it/mondo/religioni/beato-giovanni-paolo-ii.html ), nei 27 anni del suo pontificato ha polverizzato qualunque record dei suoi predecessori: ha infatti elevato agli onori dell’aureola più di quanti ne abbiano elevati tutti i papi degli ultimi cinque secoli! Ognuno promosso da Giovanni Paolo II all’aureola grazie a un miracolo per diventare beato e almeno un altro per diventare santo. Domanda: come mai di questi quasi 2.000 nuovi beati e santi wojtyliani non risultano nuovi miracoli dopo la promozione? Sembra quasi che si comportino tutti come quegli studenti svogliati che una volta superati a fatica gli esami per un diploma non sanno poi che farsene del “pezzo di carta”, motivo per cui lo appendono al chiodo. Stitichezza nei miracoli.

Nota non solo di colore. A prendere l’iniziativa per la proclamazione di un nuovo beato o santo sono di solito i suoi compaesani, amici, ammiratori e compatrioti. E’ vero che l’iter, piuttosto lungo, per arrivare alla proclamazione non è però gratuito? E’ vero che le spese le devono pagare coloro che hanno proposto il nuovo candidato? Ed è vero che in totale la spesa media ammonta a non meno di un milione di euro di oggi?  Se così fosse, Wojtyla avrebbe fatto incassare al Vaticano poco meno di due miliardi di euro. Cifra di tutto rispetto.

Nei quattro secoli tra il 1588 e il 1988 sono stati creati 672 nuovi santi. Nessuno sa con precisione a quanto ammontino esattamente le migliaia di santi della Chiesa, l’unica cosa certa è che sono migliaia. Come mai non fanno più miracoli o se li fanno lo fanno col contagocce? Strano: il numero dei santi aumenta, ma non quello dei loro miracoli. Questa avarizia, decisamente poco santa, è davvero inspiegabile. E suscita non poca amarezza.

Ma veniamo a Wojtyla. Le cose poco commendevoli e per nulla degne di un santo o anche solo di un beato che gli si possono rimproverare sono varie.  Qualcuno ha accennato alle sue responsabilità per il silenzio del Vaticano di fronte ai magistrati italiani impegnati a indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, cioè sotto il suo pontificato. Il problema però non è solo l’ostinato silenzio vaticano dal sapore spiacevolmente omertoso. La responsabilità principale sono i ben otto appelli pubblici lanciati da Wojtyla a partire dal 3 luglio ’83 – meno di due settimane dopo la scomparsa – per avvalorare la pista del rapimento quando non c’era assolutamente nulla per sostenerla. Tant’è che il magistrato, Margherita Gerunda, era convinto si trattasse del purtroppo solito caso di violenza sessuale finito tragicamente. Le indagini venivano infatti condotte dalla squadra della questura di Roma che si occupa di omicidi. Se Emanuela fosse stata davvero rapita e fosse stata quindi ancora viva, con quegli appelli Wojtyla rischiava di spingere i rapitori a disfarsene. O liberandola o sopprimendola. E’ un fatto che non è stata liberata.

In ogni caso, quegli appelli hanno spinto le indagini sul binario morto del “rapimento”: vestito da rapimento politico prima, cioè per barattare la liberazione di Emanuela con quella di Alì Agca, il turco che nell’’81 aveva sparato a papa Wojtyla in piazza S. Pietro senza però riuscire a ucciderlo; e vestito da rapimento malavitoso dopo, come strumento della malavita forse non solo romana per farsi restituire i soldi prestati a Wojtyla per finanziare l’anticomunismo non solo nella natia Polonia, a favore del sindacato clandestino Solidarnosc. Come è ben noto, in ormai 31 anni di indagini condotte sulle piste del rapimento non s’è cavato un ragno dal buco.

Più di un giornale ha ricordato le disavventure giudiziarie del Banco Ambrosiano, fallito perché l’allora suo amministratore delegato Roberto Calvi, finito “suicidato” a Londra, aveva prestato una montagna di miliardi di lire al papa, tramite la banca vaticana IOR, per finanziare le attività anticomunista non solo in Polonia. Su questa faccenda è meglio essere più precisi.

La Corte d’Assise d’Appello di Roma nella sentenza del maggio 2010 sull’omicidio di Roberto Calvi ha scritto:

“Cosa Nostra impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio. ll fatto nuovo emerso è che avvenivano quanto meno anche ad opera di Vito Ciancimino oltre che di Giuseppe Calò”. Chi sono Vito Ciancimino e Pippo Calò? Il primo è stato il sindaco mafioso di Palermo, protagonista della famosa trattativa Stato-mafia. Il secondo è passato alla storia come il cassiere della mafia utilizzato per il riciclaggio.

Dopo la Corte d’Assise d’Appello, il sostituto procuratore Luca Tescaroli: nel 2012 ha dichiarato che lo IOR

“ha avuto precise responsabilità in alcuni eventi e fra questi anche l’omicidio del banchiere Roberto Calvi”.

Ma per il papa che nel 1993 aveva sfidato la mafia lanciando ai mafiosi l’invettiva “Convertitevi!” Tescaroli ha in serbo un’accusa decisamente scomoda, riportata nel libro  “Wojtyla segreto” dei giornalisti Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti:

“Se Calvi avesse messo in atto il manifestato proposito di riferire quanto a sua conoscenza, avrebbe svelato il canale di alimentazione del Banco ambrosiano, rappresentato dalle risorse finanziarie provenienti da Cosa nostra, e la destinazione dei flussi di quel denaro, ivi compresa quella del finanziamento del sindacato Solidarnosc (di cui ha parlato Salvatore Lanzalaco), e ai regimi totalitari sudamericani (ai quali fece espresso riferimento Calvi in alcune lettere dallo stesso sottoscritte). Finanziamento attuato nell’interesse di una più ampia strategia del Vaticano, volta a penetrare nei paesi comunisti dell’Est europeo e a congelare l’avanzata comunista nell’America Latina. Cosa nostra e, certamente, Calò non potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle direzioni, e l’attività di riciclaggio che attraverso il Banco ambrosiano veniva espletata”.

I soldi a Solidarnosc arrivano a palate fin dal 1980, anno della sua nascita, con il beneplacito della loggia massonica segreta P2, come ha chiarito il boss della P2 Licio Gelli:

“Nel settembre 1980 Calvi mi confidò di essere preoccupato perché doveva pagare una somma di 80 milioni di dollari al movimento sindacale polacco Solidarnosc, e aveva solo una settimana di tempo per versare il denaro”.

Come è ben noto, il fiume di quattrini dati da Calvi per supportare la politica interventista di Wojtyla non è stato più restituito, tanto che il banco Ambrosiano fallì e Calvi finì “suicidato”. E poiché l’alter ego vaticano del banchiere italiano era monsignor Marcinkus, dominus e angelo nero dello IOR, la magistratura italiana ne chiese l’arresto. Invano. Wojtyla non solo promosse Marcinkus anche governatore del Vaticano, ma con la scusa dei Patti Lateranensi gli permise infine di lasciare Roma nel 1997 e tornarsene  negli Stati Uniti per trascorrevi una serena vecchiaia.

Partito Marcinkus, allo IOR la musica però non è cambiata. Per scrivere il libro “Vaticano Spa” il giornalista Gianluigi Nuzzi ha utilizzato l’archivio fornitogli dal sacerdote Renato Dardozzi, consigliere della Segreteria di Stato: migliaia di documenti segreti con i passaggi più imbarazzanti degli affari e intrallazzi dello IOR. Da tale banca è passata anche una robusta fetta della maxitangente Enimont (150 miliardi di lire, pari oggi ad almeno 150-200 milioni di euro), pagata dall’imprenditore  Raul Gardini a politici e partiti dell’epoca.

In questi giorni è stata ricordata anche l’eccessiva indulgenza di Wojtyla verso Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, istituzione molto apprezzata dal pontefice. Tanto che nel 1978 ha cestinato  un esposto sui vizi di Maciel inviatogli da un dirigente dei Legionari di Cristo. Lo scandalo scoppierà comunque, quando nel 1997 molti ex Legionari accuseranno il fondatore del loro ordine di abusi sessuali. La benevolenza del pontefice verso Degollado  non verrà però mai meno, Maciel infatti verrà sanzionato, blandamente, solo sotto il pontificato di Ratzinger.

Pochi sanno che nel 1989 i vescovi americani hanno spedito dal papa esperti di diritto canonico per chiedere di poter ridurre allo stato laicale i preti pedofili senza dover passare per l’apposito processo vaticano, ma la risposta di Giovanni Paolo II li lasciò gli inviati americani senza fiato: “No!”. E quasi nessuno sa che è stato Wojtyla a ordinare all’allora responsabile della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Ratzinger, di firmare e inviare nel 2001 ai vescovi di tutto il mondo il documento che imponeva di nascondere alle autorità civili qualunque caso di pedofilia del clero e anche di adescamento di adulti nel corso della confessione.  Per quell’infelice ordine Ratzinger è stato in seguito accusato di ostruzione della giustizia da un magistrato del Texas. E si è salvato dal processo e dalla condanna solo perché, essendo nel frattempo diventato Papa e quindi capo dello Stato vaticano, l’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush figlio, decise di concedergli  l’immunità prevista per tutti i capi di Stato non in conflitto con gli Usa.

Stando così le cose, non sorprende che persino il Segretario di Stato del pontificato di Wojtyla, monsignor Angelo Sodano,  nel giugno 2008 parlando della causa di beatificazione del pontefice si sia detto perplesso almeno riguardo “l’opportunità di dare la precedenza a tale causa, scavalcando quelle già in corso”.

Pare quasi che la fretta a dichiarare Papa Wojtyla prima beato e poi anche santo sia dovuta alla volontà di metterlo al riparo una volta per tutte da eventuali gravi accuse. E’ infatti evidente che lo studio approfondito del suo operato da parte di storici, giornalisti e altri investigatori potrebbe riservare delle sorprese. Anche sgradevoli.

I Papi finiranno con l’imitare  gli imperatori romani che deificavano i loro predecessori?

290 commenti
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  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Anita.
    Urca!
    Israele una delle cause di un eventuale conflitto mondiale insieme a Corea del Nord e Iran!
    Chi l’avrebbe mai detto…se il logorroico e il cafone con tanto di patente a stelle e a strisce leggono il suo post verrà loro un colpo.

    P.S.: tra i responsabili di una eventuale terza guerra mondiale i suoi yuessei dove li mettiamo? Scoppierà se scoppierà, a loro insaputa?
    Mi (ci) dica, mi (ci) aggiorni, plyyys.

    C.G.

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Shalom.
    Molto probabilmente non vivrò tanto a lungo per vedere il mio Paese ripulito dalle basi US che occupano e inquinano disastrando il NOSTRO territorio con le loro porcherie. Forse i miei figli, oppure i loro figli.
    L’ottimismo rimane anche passando a miglior vita.

    C.G.

  3. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Bah…pensandoci bene…di tutti i disastri ecologici avvenuti nel nostro paese a cominciare dal disastro del Vajont nel 63…fino alla “terra dei fuochi” dei giorni odierni …la colpa e’ esclusivamente nostra e gli americani non c’ entrano niente.
    Rodolfo

  4. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Bisognerebbe dunque stabilire…con PROVE ..dove…come…quando e in che misura gli Americani hanno inquinato il nostro territorio o se sono stati responsabili di altre tragedie…

    gli Americani se ne sono andati dalla germania lasciando un territorio
    “picobello” con davvero pochi problemi ….
    mentre i Russi hanno lasciato la Germania dell’ Est in uno stato disastroso…ancora oggi si continua a bonificare.
    Rodolfo

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Non c’entrano sulle catastrofi prettamente italiane, c’entrano (e come c’entrano!) sulla loro spazzatura tossica da far rizzare i capelli lasciata prima di andarsi a farsi fottere da un’altra parte, come su La Maddalena in Sardegna.
    Ci vorranno come minimo 20 anni per risanare in qualche maniera quel territorio.

    Senza parlare di Sigonella in Sicilia, tabula rasa nel raggio di 15-20 km dove prima che venissero questi barbari c’erano meravigliosi giardini di arance e di limoni e un’agricoltura di eccellenza.

    Poi Livorno, dove questi puzzoni scaricano tutte le loro nefandezze sul Tirreno, che è un mare NOSTRO, NON LORO!!
    Kazzo!
    E potrei continuare all’infinito su tutte le schifezze che si devono sopportare (e provare a smaltire senza battere ciglio da parte dei governi italiani susseguitisi) per il fatto di essere maggiordomi di quello Stato arrogante e canaglia.

    C.G.

  6. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Vorrei continuare sul micidiale inquinamento elettromagnetico della base US di Niscemi in Sicilia.
    Ma questo basta lasciarlo fare alla popolazione locale e lo stanno facendo egregiamente con sit-in di informazione su tutto il territorio, nonostante i tentativi del “governo siciliano” di tappare la bocca a questi moderni eroi che non si lasciano corrompere dai dollari.

    C.G.

  7. Caino
    Caino says:

    Leggevo ieri sulla Stampa, che anche l’ex presidente Schroder,ha dichiarato che l?Europa non ha capito quanto successo in Ucraina,colpevole di aver offerto alla stessa una prospettiva di adesione,senza rendersi conto “che si trattava di un Paese diviso”

    Ma basta là…!
    Ora, tralasciando il fatto che l’ex cancelliere è consigliere della controllata Gazprom ,North-Stream e che,notizia di oggi, pare che gli aiuti del FMI ,non giungeranno, se l’Ucraina perde le regioni orientali, parrebbe chiaro che le Ragioni Economiche , come sempre prevalgano su quelle del “cuore”,che fa rima con Amore.
    Detto ciò , a me pare chiaro, che in ultima analisi, a predominare nei rapporti internazionali siano le valutazioni economiche.

    Si spiega così ” l’arcano”, che in ultima analisi,gli USA, da sempre paladini della Democrazia,ect,ect,ect, della morale secondo Bibbia, antico testamento,vengano sempre più mal-visti,nel mondo.
    Oramai, nemmeno i “polli ridens ” del Popeye, ci credono più,nonostante le immani risorse pubblicitarie propagandistiche immesse.
    Pare che il Popeye,abbia installato nelle gabbie, microfoni spia e con altoparlanti a tutto volume inondi le “gabbie” di messaggi , più o meno subliminali.
    Il “poveretto” si è accorto da un po di tempo, che molte “galline” non sfornino più “ova” con annesso timbro “Made in Usa”.
    Il complotto è evidente e i polli di Popeye,ridono meno del solito, la CIA indaga…!
    Notizie non confermate, affermano che la “causa” sia di un certo Gino Cerutti,che ha intrufolato il Cane spia “Schizzolungo ” tra le gabbie, molto gradito alle galline.
    La CIA pensa di introdurre , travestito da POLLO, un certo Rodolfo,noto già in passato per aver sventato parecchi complotti internazionali,travestito da Bufala sionista.

    buon pranzo

    Caino

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Raramente faccio copia e incolla…come qualcuno mentendo ha sostenuto…ma ho trovato quest’ articolo che riguarda uno studio realizzato …guarda un po’ ..proprio dagli Americani….dal costo complessivo di 30.000.000(trenta milioni di dollari) soldi pagati naturalmente dai contribuenti Statunitensi…. http://espresso.repubblica.it/inchieste/2013/11/13/news/bevi-napoli-e-poi-muori-1.141086
    Lo ha realizzato il comando dell’Us Navy di Napoli: oltre due anni di esami, costati 30 milioni di dollari, per capire quanto fosse pericoloso vivere in Campania per i militari americani e le loro famiglie. Dal 2009 al 2011 è stata scandagliata un’area di oltre mille chilometri quadrati, analizzando aria, acqua, terreno di 543 case e dieci basi statunitensi alla ricerca di 214 sostanze nocive. Le conclusioni sono state rese note da diversi mesi e sostanzialmente ignorate dalle autorità italiane. L’analisi del dossier completo di questa ricerca però offre la sola diagnosi completa dei mali, con risultati sconvolgenti.
    Rodolfo

  9. Faust
    Faust says:

    … buonpranzo anche a te, caro C. … di ottimo umore oggi, continuacosì.
    L’umore è come l’amore, se tira ridi, se passa piangi.
    F.

  10. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Non e’ una novita’, se l’Iran dovesse attaccare l’Israele nuclearmente, potrebbe scatenare un conflitto molto distruttivo.
    Il blogger si atteneva alle predizioni Maya, cioe’ una distruzione totale.
    E’ pur vero che il pericolo e’ piu’ probabile che venga da nazioni con poco controllo sul loro arsenale nucleare che potrebbe cadere in mano a gruppi terroristi.

    Non vada a sminuzzare le mie parole, mi sono appena svegliata ed ho un sacco di cose da fare.

    Anita

  11. Popeye
    Popeye says:

    Ex presidente Schroder? Lo stesso che con Putin e Chirac cercava in ogni modo di aiutare Saddam a superare le sanzioni?
    Si lo stesso. E adesso vuole dare lezioni alla Merkel e compagnia su Ucraina.
    Ma mi faccia il piacere….

  12. Rodolfo
    Rodolfo says:

    http://www.accademiadelmonferrato.com/approfondimenti/sardegna-la-maddalena-cala-il-sipario-su-35-anni-di-presenza-della-us-navy-nel-parco-nazionale-i-sottomarini-nucleari-lasciano-larcipelago/
    =
    Quasi 20 anni dopo…non si sa’ nemmeno in quale misura ci sia stato o c’ e’ ancora inquinamento …quello che rimane sono ancora oggi supposizioni…e come si legge nell’ articolo…” Per Rosanna Giudice – sindaco di An dal 2002 al 2004 – la storia dell’inquinamento è stata utilizzata per attaccare gli Usa e il governo Berlusconi allora in carica: «Restai di sasso quando mio figlio mi chiese se stavo nascondendo qualcosa – ricorda ….

    insomma…piu’ m’ informo e piu’ mi accorgo che e’ tutto un grande imbroglio….e se non si e’ arrivati ad una conclusione 20 anni dopo..e’ solo per l’ incuria dei governi Italiani….
    nell’ insieme…un grande affare per i ladri…e per alcuni un occasione per discreditare gli Americani…e niente piu’.
    Rodolfo

  13. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Per quanto riguarda Sigonella leggo che la causa principale …non sono certo le basi americane ma di particolare rilevanza il problema e’ delle discariche abusive di materiale ospedaliero…..un problema che attanaglia il territorio di Lentini da moltissimo tempo…
    Rodolfo

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Conclusione:-
    Se si hanno nei confronti degli Americani atteggiamenti a priori negativi…se si e’ ostili attraverso l’ ideale politico…e se si hanno pregiudizi campati in aria…
    e’ facile invertarsi di tutto….e dare agli americani la colpa di tutti i mali esistenti in Italia…
    questo non mi sembra ne’ corretto …ne’ onesto.
    Rodolfo

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Nessuno dice o pensa che di tutti i mali italiani siano responsabili l’ameregani. Si da il fatto che inquinano e devastano parte del NOSTRO territorio. Senza se e senza ma.
    Andassero a farlo a casa loro, nessuna remora, kazzi loro.
    Non credo che ai dopati a stalle e a strisce piacerebbe che l’Esercito oppure la Marina, se non addirittura l’Aviazione italiana si mettessero in testa che per garantire la pace con il colpo in canna ci prendessimo pezzi di Philadelfia oppure di Rhode Island e glieli devastiamo,(senza chiedere prima il permesso e rifiutando ogni controllo delle autorità locali come se fossimo noi i padroni in casa d’altri) con le nostre schifezze e quando non ci servono più ce ne andiamo, se non ci cacciano come è successo in Francia, Spagna e, in parte, anche in Germania lasciando sul terreno scorie tossiche che con la tecnica odierna servirebbero minimo un paio di decenni per smaltirli senza provocare ancora più malanni ai Popeye e alle Anite di quelle parti.

    Più semplice di così si muore, basta aprire gli occhi e sapere quello che si dice.

    C.G.

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S. sui “mali” meregani dal punto di vista meramente politico causati in Italia attraverso il colpevole servilismo italico ci sarebbe da sciorinare TUTTA la storia del nostro Paese partendo dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri.
    Mi fermo.

    C.g.

  17. Rodolfo
    Rodolfo says:

    (senza chiedere prima il permesso e rifiutando ogni controllo delle autorità locali come se fossimo noi i padroni in casa d’altri)
    =
    La tua frase non quadra del tutto….ma tralasciamo…capisco ugualmente il tuo pensiero…
    Si vede che ti e’ scappato il mio 258…
    Quali autorita’ locali o statali italiane …e quali controlli…se in vent’ anni non sono stati capaci di fare il resto di niente…
    e se gli stessi Americani di loro iniziativa fanno uno studio durato anni dal costo di 30.000.000 di dollari che viene del tutto ignorato dalle autorita’ Italiane….lo hai letto l’ articolo?
    Manca in serieta’….non c’ e’ la volonta politica di risolvere le situazioni…ma solo la volonta’ di rubare….questa e’ la realta’.
    I tedeschi invece prendono le cose sul serio….e la germania dell’ est lasciata dai Russi davvero in una situazione disastrosa…altro che la Maddalena e Comiso…dopo meno di 10 anni era del tutto bonificata.
    Sembra una cosa da niente….ma e’ vero….deriva tutto dal fatto che in certe nazioni quali la Germania ‘….l’ America…la Gran Bretagna..quando sentono l’ inno del loro paese non si grattono i coglioni e nemmeno fischiano…
    voglio dire che in quei paesi l’ amor di Patria e’ molto sentito ed i loro rappresentanti lavorano per il paese e non per interessi personali o di partito.
    Si obiettera’…che si… era solo una partita di calcio….ma il popolo ha i rappresentanti che si merita….e funziona anche al contrario….
    Rodolfo

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Caino.
    Se tutto va come dovrebbe andare, in agosto passando da Sigonella farò, stando all’erta e sul chi vive per non prendermi una fucilata, il mio dovere di “patriota”.
    Quando ci vuole, ci vuole.
    Lo promisi a Schizzo Lungo, chissà dove si è cacciato e se ancora campa..sul Blog del povero Bocca era la meglio mela della cesta.
    màh.

    C.G.

  19. sylvi
    sylvi says:

    L’Adriatico è un mare di bassi fondali.
    Sicuramente per anni non si è molto badato, con lo sviluppo industriale prima e ancora dopo con l’assenza di filtri per gli scarichi, a tutto ciò che i fiumi, cominciando dal PO, scaricavano in mare.
    Infatti, mentre le coste dalmate, prive di foci di fiumi importanti, poco devastate dallo sviluppo edilizio, protette dalla creazione di Parchi naturali, mantennero a lungo e mantengono ancora dei fondali pescosi , delle coste sviluppate turisticamente con rispetto dell’ambiente; al contrario le coste adriatiche italiane sono lo scempio che tutti possiamo vedere.
    A questo scempio hanno però contribuito gli aerei americani che scorrazzando su e giù in tutte le loro numerose acrobazie militari nei Paesi che sorgono sulle rive del Mediterraneo , prima di rientrare nelle Basi facevano e fanno le loro pulizie scaricando in mare; soprattutto nell’Adriatico settentrionale, facendone una discarica, e quello che scaricavano non erano sicuramente resti di frutta e verdura!

    Ritengo che se gli americani e la Nato in genere, avessero avuto un po’ più di rispetto per quei Paesi che in fondo sono loro alleati, un po’ meno di arroganza e di spregio per i luoghi dove sono ospiti, forse troverebbero nella popolazione un po’ più di simpatia nei loro confronti.
    Invece si sono troppo spesso comportati da conquistatori, da occupanti anzichè da alleati.

    Sylvi

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “prima di rientrare nelle Basi facevano e fanno le loro pulizie scaricando in mare”
    =
    E che cos’ e’ che scaricano a mare?
    R

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xSylvi
    Non e’ una domanda cretina…e’ una domanda lecita…io effettivamente non lo so’…tu che scrivi che…non si trattava di frutta e verdura certamente lo saprai quel che scaricano a mare gli aerei a reazione dopo una esercitazione…ed io sono curioso…
    Ho cercato anche in internet e non ho trovato nulla di utile…
    ti prego dunque di esaudire il mio desiderio…e sete di sapere…grazie!
    Rodolfo

  22. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Scusa se ti tolgo la pesantezza di istruire questo mediocre provocatore, in fondo sono un cavaliere e non una Mano Morta.

    x Rodolfo,
    senti coso, basta cliccare “bombe sull’adriatico” e usciranno fuori
    956’000 Ergebnisse

    (Novecentocinquantaseimila).

    C.G.

  23. Popeye
    Popeye says:

    Cara Sylvi,
    Aeroplani militari e ciivili non scaricano rifiuti. A secondo l’aeroplani hanno metodi di contenere i rifiuti che poi sono scaricati e puliti quando atterrano.
    Dove hai preso questa idea non lo so. Fosse un altro suo pregiudizio contro americani?
    http://www.f-16.net/forum/viewtopic.php?t=10452
    Usa google per tradurre.
    P.

  24. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Grazie Popeye del chiarimento…
    ora sappiamo che e’ piu’ facile che gli aerei a reazione dopo una esercitazione durata pochi minuti… e’ piu’ facile che scarichino a mare frutta e verdura che elementi nocivi….
    caso mai quelli vegono emessi nell’ aria.
    Rodolfo

  25. Rodolfo
    Rodolfo says:

    L’ informazione di Popeye del 276 serve per tranquillizzare coloro che hanno paura che gli arrivi la pipi’ sulla capoccia ahhahahahahahha
    Rodolfo

  26. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Guerra nei balcani, Sylvi si riferiva a questo.
    Ma saprà zittire la vostra mediocre cafonaggine per le rime. Non ne dubito affatto.

    Fino a poco tempo fa i pescatori pugliesi, abruzzesi, marchigiani, romagnoli e veneti tiravano su con le loro reti bombe gettate in mare dai mascalzoni dentro le carlinghe che rientravano a Aviano dopo le loro scorribande maledette.

    Sarebbe opportuno, se i nostri governanti avessero un minimo di dignità, fare un inchiesta con relativo scandaglio del fondo marino sul Mediterraneo, lì si che verrebbe a galla, oltre le decine di centinaia di scheletri dei disperati affogati, tutto il “ben di dio” di marca usaebombarda tanto caro al pollarolo a stalle e a striscie.

    Un ignorante sommato a un’altro ignorante, quanti ignoranti fanno?

    C.G.

  27. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G.

    mi sono goduta per qualche minuto mio nipote triestino sull’Ipad.
    Cresce come un fungo, e non lo vedo spesso come gli altri due.
    Ti ringrazio di avermi preceduto, perchè il tono mieloso di Rodolfo
    mi avrebbe spinto a scrivere spiacevolezze molto molto pesanti, sempre con buona educazione.
    Non mi piace infatti essere presa per i fondelli da uno che si crede furbo!
    Io credo che a te sia sufficiente, quando vai a Recanati, chiedere ai pescatori che cosa trovano nelle reti!

    A Popeye

    invece vorrei dire che non è vero che ho un pregiudizio contro gli americani; anzi la riconoscenza per quello che hanno fatto per la nostra libertà dal regime comunista, che ci sarebbe toccato se non ci fossero stati loro, l’ho espressa più volte anche in questo blog, meritandomi le male parole e le aggressioni di più di un blogghista.
    Qui si è scritto, in questi giorni, di diritti e doveri di genitori e figli, e proprio Rodolfo proclamava che i genitori non devono chiedere niente; che chiedere riconoscenza per ciò che si è dato è segno di egoismo.
    E la nostra riconoscenza verso gli americani deve durare in eterno?
    E gli americani non avrebbero l’obbligo di considerarci abbastanza cresciuti da essere trattati con parità e rispetto?
    Noi qui sappiamo che cosa ha significato la loro presenza, i loro sacrifici, i loro morti; passo spesso davanti ai cimiteri militari.
    Ma tutto questo non li autorizza a trattarci ancora come popolo da educare.
    Abbiamo numerose magagne, siamo un Popolo forse immaturo come Nazione…ma l’America ci lasci camminare con le nostre gambe, senza continuare a fare “la maestrina” verso bambini indisciplinati.
    Lo dice una che era “una maestrina ” degenere…lasciava sempre che i bambini sbagliassero da soli!

    un saluto
    Sylvi

  28. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Da Gallipoli a Grado stanno in fondo al mare. Poi, ogni tanto, schifezze di ogni genere per via delle forti correnti marine fanno capolino in prossimità della battigia: proiettili all’uranio impoverito, cluster bomb, missili Tomahawk, granate al fosforo, bombe a guida laser, e addirittura siluri. La Marina militare italiana aveva annunciato la bonifica ( servi degli usaebombarda anche su questo…) promessa da vari governi che si sono succeduti.
    Niente di tutto questo.
    Pescatori che dopo aver “pescato” questi ordigni maledetti hanno telefonato alle Capitanerie di Porto per avere istruzioni sul da farsi, hanno dovuto tagliare le reti e getterle di nuovo in mare perchê estremamente pericolose.

    Detto questo a memoria dei due imbecilli

    (ma con quella testa bacata che si ritrovano suggerirgli memoria sarebbe un impresa come scalare il Cervino con la bici)

    C.G.

  29. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caso mai si tratta della Nato che aveva parlato di sei siti in cui gli aerei di ritorno dalle operazioni in Kosovo avrebbero scaricato gli ordigni in eccedenza…ma anche qui son passati quasi 20 anni…e Marina militare Italiana aveva annunciato la bonifica…. promessa poi anche dai vari governi che si sono succeduti…ma come al solito non si e’ fatto niente…
    Sylvi parlava di “aerei americani che scorrazzando su e giu’
    in tutte le loro numerose acrobazie militari”ecc. ecc.
    e questo certamente non poteva essere ….tutto qui…
    Rodolfo

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    No….Sylvi non si riferiva alla guerra nei balcani….
    vatti a rileggere il post…Nr.270
    il resto non c’ era bisogno di spiegazioni…la questione come ho scritto e vecchia di 20 anni….ma anche qui il governo Italiano ha fatto poco…o per meglio dire niente….per cui le colpe non si possono dare agli Americani…
    R

  31. Peter
    Peter says:

    x CG

    Siamo d’ accordo sui contenuti, e sulla necessita di inchieste serie e bonifiche, uranio impoverito etc.

    Salvo che Gallipoli e’ ancora sullo Ionio. La Puglia ha pochi privilegi, ma stare tra due mari e’ uno di quelli.
    Forse volevi dire da Castro a Grado.

    Un saluto

    Peter

  32. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Quegli arnesi ritrovati, fotografati dai sub e quelli pescati avevano praticamente tutti il logo di origine controllata e garantita USAF.

    Non voglio maciullarmi i maroni per spiegare a un individuo pedante e mediocre fino all’inverosimile il significato di quel logo.
    Nò davvero.
    Do ragione a Faust, quando l’aria diventa irrespirabile, meglio chiudere.
    Sciò.

    C.G.

  33. Anita
    Anita says:

    x C.G. #266

    Bisogna sempre vedere gli accordi del governo Italiano con le varie US amministrazioni.

    Leggero’ di piu’ quando avro’ tempo, ho solo sorvolato, come quaglia mi e’ permesso.

    Sarebbe sempre meglio fornire documentazioni, noi riceviamo scorie dal jappone e dal continente africano, l’Africa ci dona sabbia e chissa’ cos’altro.

    Anita

  34. Popeye
    Popeye says:

    ARMI CHIMICHE IN ACQUA – A denunciarlo è un rapporto di Legambiente sulle armi chimiche nascoste nei fondali. Ne parla Repubblica in un articolo a firma di Giovanni Valentini:

    Si dice “bomba” in senso generalmente metaforico: per dire una notizia o un fatto clamoroso, destinato a scoppiare suscitando reazioni e polemiche. Ma qui diciamo “bombe”, al plurale, in senso stretto: cioè ordigni esplosivi. Per maggior precisione, bombe chimiche. Sono quelle che, a più di mezzo secolo dalla fine della seconda Guerra mondiale, giacciono ancora in fondo ai nostri mari e ai nostri laghi o sul nostro territorio, minacciando l’ambiente e la salute dei cittadini. Dal Golfo di Napoli al litorale pugliese nel basso Adriatico, dai fondali pesaresi al lago di Vico (Viterbo) fino all’area industriale di Colleferro, in provincia di Frosinone, l’inventario delle armi chimiche compilato da Legambiente disegna la mappa di un pericolo occulto che incombe sulla nostra sicurezza. Un’eredità invisibile dell’ultima guerra o piuttosto un’ipoteca nascosta che grava tuttora sulla sicurezza della popolazione. Oltre ai siti inquinati di cui si conosceva già l’esistenza, l’indagine dell’associazione ambientalista ne ha individuati altri sulla base di diversi documenti militari. Ma a tutt’oggi non risulta che siano state svolte indagini accurate per localizzarli esattamente e quantificarne il materiale pericoloso. Né tantomeno lavori di bonifica. Si sa però che il “campionario” di queste sostanze chimiche comprende liquidi irritanti come l’iprite o la lewisite; l’arsenico, tossico e cancerogeno; e ancora il fosgene, un gas asfissiante.

    30MILA ORDIGNI NEL BASSO ADRIATICO – Il numero di bombe presenti lungo la costa pugliese è molto alto. Agli ordigni della Seconda Guerra Mondiale si sono aggiunti quelli Nato sganciati nel 1999 durante il conflitto in Kosovo. Fa sapere ancora Repubblica:

    Sono oltre 30 mila — secondo il dossier di Legambiente — gli ordigni inabissati nel sud dell’Adriatico, lungo la costa pugliese, di cui 10 mila solo nel porto di Molfetta e di fronte a Torre Gavetone, a nord di Bari. Agli arsenali chimici dispersi sui fondali durante la seconda guerra mondiale, si sono aggiunte le bombe inesplose sganciate dagli aerei della Nato durante il conflitto del Kosovo nel 1999. Fra il 1946 e il 2000, molti pescatori della zona hanno fatto ricorso a cure ospedaliere, dopo essere entrati in contatto con aggressivi chimici provenienti da residuati bellici. Le analisi dei sedimenti marini hanno rilevato gravi conseguenze anche nei pesci, causate da sostanze come l’iprite e concentrazioni di arsenico superiori ai valori di soglia. Mentre la bonifica procede a rilento, la Regione Puglia ha stanziato intanto 2 miliardi di euro per favorire il ripopolamento della fauna ittica.

    LE 4.300 BOMBE DI PESARO – Dopo l’armistizio del ’43 nelle acque di Pesaro furono svuotate 84 tonnellate di testate all’arsenico:

    Nel settembre del ‘43, subito dopo l’armistizio, il quartier generale tedesco ordinò di conquistare tutti i depositi di gas sul territorio italiano, tra cui quello di Urbino, per evitare che cadessero in mani nemiche. Il materiale venne trasportato su camion fino a Pesaro e Fano, per essere caricato su un treno. Ma, in seguito all’avanzata angloamericana, i tre vagoni con 84 tonnellate di testate all’arsenico rientrarono a Pesaro, vennero svuotati da squadre speciali e buttati in acqua. Così 4.300 grandi bombe C500T furono caricate su barconi e nell’agosto del ‘44 ben 1.316 tonnellate di iprite finirono in mare dove ancora oggi continuano a essere potenzialmente molto pericolose.

    NEL GOLFO DI NAPOLI – Gli arsenali chimici pericolosi sono presenti anche nel mare campano:

    Alcuni documenti militari americani, denominati “rapporti Brankowitz”, parlano del Golfo di Napoli e del mare intorno all’isola di Ischia come siti per lo smaltimento di arsenali chimici. Durante la presidenza Clinton, per un dovere di trasparenza, si decise di rendere pubblici gli atti. Ma, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, George W. Bush impose di nuovo il segreto. Una “Bozza” di 139 pagine, redatta il 27 aprile 1987 da William R. Brankowitz, contiene un «sommario storico sul movimento delle armi chimiche». A pagina 5 si legge che nell’aprile del ‘46 una quantità non specificata di bombe al fosgene è partita da “Auera” (probabilmente si tratta di Aversa, base militare americana) con destinazione il mare aperto: presumibilmente, venne effondata al largo della costa campana.

    IN LAZIO – L’allarme sollevato dagli ambientalisti interessa anche l’area a Nord e a sud di Roma:

    La “Città della Chimica”, una gigantesca base di oltre 20 ettari, fu voluta da Mussolini e realizzata sulle rive del lago di Vico (Viterbo). Conclusa nel 2000 la bonifica del sito, le autorità militari dichiararono che non esistevano ulteriori rischi di contaminazione. Ma nel novembre 2009 l’Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) del Lazio rilevò in un’alga tossica la presenza di diverse sostanze chimiche inquinanti. Finalmente, nel marzo 2010, le autorità militari hanno riconosciuto la necessità di ulteriori interventi di bonifica all’interno del centro chimico. A Colleferro, provincia di Frosinone, dopo la prima guerra mondiale il calo della produzione di esplosivi impose la ristrutturazione della BPD, l’azienda fondata dall’ingegner Leopoldo Parodi Delfino e dal senatore Giovanni Bombrini. Negli anni ‘70 e ‘80, gli scarti della produzione furono interrati all’interno del sito industriale, con “ripercussioni devastanti” sull’intera Valle del Sacco. Ma, secondo Legambiente, la produzione bellico-chimica è proseguita fino ai giorni nostri, prima in direzione dell’Iraq e poi della Libia.

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