Giornalisti o Minzolini? Di fronte a certa sfacciata cortigianeria c’è di che arrossire. Intanto gli editori preparano la cacciata di altri 500 giornalisti

Anche ammesso e non concesso che il direttore del Tg1 Augusto Minzolini dicesse il vero quando ha spiegato di aver messo il bavaglio al telegiornale Rai per non turbare le elezioni imminenti con quelli che lui ha definito gossip, è dimostrato che la sua valutazione professionalmente parlando si è rivelata fallimentare e totalmente sbagliata. Che non si tratti affatto di semplici gossip lo dimostra il fatto che tutta la stampa occidentale, comprese testate importanti che NON praticano il gossip, si è occupata della vicenda delle escort che bivaccano a palazzo Grazioli e a villa Certosa, residenza romana la prima e sarda la seconda del nostro attuale capo del governo.

Nutro qualche dubbio che tutti quei colleghi stranieri siano dei pettegoli cialtroni e che Minzolini e gli autocensori suoi pari di altri Tg della Rai e di Mediaset siano invece gli unici non cialtroni. Il Times e l’Indipendent sabato 27 giugno hanno addirittura dato la notizia (ripeto: la notizia, non il gossip) che tra gli stessi uomini più vicini al Cavaliere si è fatta largo la convinzione che a questo punto non restino che le sue dimissioni da primo ministro. La CNN sempre il 27 si è occupata del nostro Berlusconi-gate concludendo che “c’è n’è più che a sufficienza per dare le dimissioni”. Ricordiamo che in Inghilterra di recente ben 5 ministri si sono dimessi per faccende molto ma molto meno gravi, per l’esattezza per qualche lucro sui rimborsi spese. E domenica 28 hanno rincarato la dose il Sunday Times e il Telegraph in Inghilterra, il Novel Observateur in Francia ed El Paìs in Spagna. Come minimo quindi Minzolini non ha avuto fiuto. Male, molto male per un direttore di telegiornale Rai. O no?

Qualcuno mia ha chiesto se il direttore del Tg1 si chiama Minzolini o Spazzolini, ma ironie a parte la sua stramba autodifesa non convince. A suo tempo infatti non s’è posto nessun problema a rivelare al pubblico del suo giornale l’ennesimo amorazzo della buonanima di Bettino Craxi, nella fattispecie con l’attrice di non eccelso calibro Anja Pieroni. E poi, via, siamo seri. Paolo Mieli ha rivitalizzato il Corriere della Sera con quello che è passato alla storia del giornalismo italiano con il nome di “mielismo”: il quale non è altro che un sapiente mix di notizie e gossip, utile soprattutto quando si parla di politica, politici, parlamentari, onorevoli, partiti e segretari. Mieli l’importanza del gossip l’ha capita bene il giorno in cui si vide arrivare nella sua stanza di lavoro nella redazione romana de La Stampa Gianni Agnelli. Salutato il direttore del suo giornale, il signor Fiat pensò bene di andare a salutare il nuovo acquisto di rango, arrivato dal settimanale de L’Espresso e ingaggiato a La Stampa come commentatore politico.

Personaggio facile ad annoiarsi, ingordo di vita e di notizie gustose sulla vita altrui, Agnelli, detto l’Avvocato anche se non era neppure avvocato, terminati i convenevoli disse a Mieli: “Mi racconti qualche storia romana”. E Mieli gli raccontò per l’appunto una serie di gossip, a partire dalle imprese “sentimentali”, o meglio sessuali, di Bettino Craxi con la Tale e la Talaltra, tutte giovini scalpitanti del molto disinibito regno dello spettacolo, compresa l’indimenticabile Moana Pozzi. Fu così che Mieli conquistò Gianni Agnelli, che lo volle a Torino come direttore facendogli così spiccare il volo anche verso la direzione del Corriere della Sera a Milano.

Se Minzolini imbarazza per le auto castrazioni al Tg1, c’è chi imbarazza per lo spirito, come dire?, un po’ troppo cortigiano. Specie verso Berlusconi Il Grande. Giuliano Ferrara lo rimprovera, ma con “animo lieto” (!), per le sue manie esagerate ed esibizioniste, e gli accredita senza indugio il gusto della conquista femminile: il tutto sulle colonne di un giornale, Il Foglio, che se non sbaglio è anche proprietà della signora Veronica Lario, che del riverito tomber des femmes di quasi 74 anni risulta essere la consorte da qualche decennio.

Imbarazza anche Vittorio Feltri, tanto per cambiare, che per scagionare il suo amato Berlusconi si mette sotto i tacchi la decenza, la buona educazione e la tanto invocata privacy per “rivelare” che il nostro capo del governo è sessualmente impotente: e quindi non può essere colpevole di avere fatto sesso né con Noemi né con il resto dell’esercito di escort e affini di stanza a palazzo Grazioli, a villa Certosa e chissà dove ancora. Ragassuole a volte invitate ad aspettarlo “nel letto grande”. Che se è “grande” per uno che si chiama Berlusconi e non Pinco Pallo o Minzolini deve essere una sorta di piazza d’armi e non un semplice “due piazze”, detto anche letto matrimoniale. Embé, quando si hanno così tanti e così tante ospiti c’è bisogno di spazio…

Non so su quali basi Feltri assicuri che il Cavaliere è ormai senza cavallo, ed evito di fare ironia pesante su come può averlo assodato, ma se lo fa basandosi sul fatto che è stato operato alla prostata allora si dimostra anche ignorante. In ogni caso, è strano che un giornalista scafato come Feltri alla sua età non sappia ancora che anche un impotente, ammesso che Berlsuconi sia tale, può fare sesso in vari modi. Non esiste infatti solo la penetrazione, che peraltro anche un impotente – se non si tratta di un mutilato – può ottenere tramite erezioni a base di Viagra, Cialis e iniezioni di prostaglandine. Senza contare i falli artificiali e i vibratori, vendutissimi perché usati da maschi, femmine, omosessuali e quant’altro. E senza contare che c’è anche chi gode guardando (dicesi “guardone”), cosa che Berlusconi sa di sicuro perché una sua villona in Brianza  era appartenuta ai Casati Stampa ed era stata messa in vendita per un ben preciso motivo. Il signor Casati Stampa usava sollazzarsi fotografando la consorte impegnata in amplessi con giovani maschioni, ma il giorno in cui scoprì che di uno di quei stalloni la sua signora si era anche innamorata, roso dalla gelosia la massacrò a fucilate. L’erede, assistita da un certo avvocato Cesare Previti, preferì disfarsi di quel luogo tragico, e – sempre assistita da un certo avvocato di nome Cesare Previti – lo cedette a basso prezzo proprio a quello che allora era “solo” Sua Emittenza.

L’altra cosa strana (?) è che a voler difendere a tutti i costi Berlusconi senza tema del ridicolo, se non dell’infamia, sono gli stessi che a suo tempo hanno avvalorato non i gossip, ma l’immondizia e le menzogne dei vari “conte Igor” pur di dare addosso ai vari D’Alema, Prodi, ecc., con la fetida bufala di Telekon Serbia. Per non parlare dei deliri attorno all’ancor più fetido “dossier Mitrokhin”, usato pure quello per dare addosso ai comunisti che mangiano i bambini. Dove i comunisti trovino i bambini da mangiare non si sa, visto che la natalità del Bel Paese è anch’essa in crisi come molto altro e i pargoli italici scarseggiano. Ma tralasciamo.

Qui non si tratta di fare la faccia schifata davanti ai Minzolini, Ferrara, Feltri e troppi altri per la loro – come chiamarla? – eccessiva disponibilità verso il Potente di turno, convinti ormai di vivere nel Berlusconistan e in esso assai bene accomodati. In definitiva anche la dedica di Machiavelli al suo principe nel famoso e storico libro Il Principe è di una ruffianaggine imbarazzante. E i nostri colleghi non sono certo dei Machiavelli, se non alla vaccinara. No, il problema è che mentre sono alle porte forse altri 500 “esuberi”, cioè la cacciata dalle redazioni ai marciapiedi della disoccupazione di altri 500 giornalisti di medio e basso rango, i Minzolini e i Feltri sistemati nei ranghi alti sono sempre più strapagati, ma a quanto pare non per fornire quella che si usa chiamare informazione. Non è solo don Abbondio che pratica l’arte del sopire, smussare, dilazionare, addolcire, limitarsi ad alludere, solleticare, incensare e leccare chi, come, dove e quando conviene.

In queste condizioni il giornalismo italiano, stretto tra l’incudine delle schiene curve di troppi direttori consenzienti – o complici – e il martello degli “esuberi”, è pronto per il de profundis.

108 commenti
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  1. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    I video mostrano chiaramente dei paramilitari in abiti civili che sparano mirando al torace. È scomparsa in pochi minuti.

    Gli amici e i familiari hanno cercato di portarla al più vicino ospedale, il Shariati. Ma era troppo tardi. Così è morta Neda.

    “Revolutionary Road”, il blog di Saeed Valadbaygi, 23 giugno

  2. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”

    Di chi mai potrebbero essere queste parole forti e decise? Sicuramente se ve lo dico non ci credete. Sono parole uscite dalla bocca di Augusto Minzolini il 29 ottobre 1994.

    A quei tempi, durante la scesa in campo del pluri-prescritto, il nostro amato giornalista dichiarava apertamente che un politico non ha una vita privata.

    Oggi, a 15 anni di distanza, Augustino non la pensa più così. Del resto come sarebbe mai potuto arrivare al posto di direttore del TG1 se non leccando il culo al suo padrone Silvietto?

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Chi è che diceva che Napolitano potrebbe essere facilmente “pressato” da Berlusconi? E infatti, guarda caso::

    Napolitano: “Tregua alle polemiche in vista dell’appuntamento del G8″

    CAPRI (Napoli) – “Sarebbe giusto, di qui al G8, data la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale, avere una tregua nelle polemiche”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti a Capri. “Io capisco le ragioni dell’informazione e della politica, ma il mio augurio ed il mio auspicio in questo momento sono di una tregua nelle polemiche”, ha aggiunto il capo dello Stato.

  4. Vox
    Vox says:

    CNN su IRAN

    La morte di Neda e’ circondata da misteri.
    Prima, la foto scambiata per quella di un’altra donna con un nome simile, poi il medico non-praticante che da’ due versioni diverse dell’accaduto e ora il fatto che la pallottola che l’ha uccisa sembra non sia di quelle usate dalla polizia iraniana. Inoltre, testimoni affermano che nella strada in cui si trovava in quel momento non c’erano ne’ polizia ne’ milizie…

    http://www.cnn.com/2009/WORLD/meast/06/28/iran.neda.dispute/index.html?iref=mpstoryview

    Press TV said the type of bullet that killed Neda is not used by Iranian security forces.

    TEHRAN, Iran (CNN) — The woman whose death has come to symbolize Iranian resistance to the government’s official election results did not die the way the opposition claims, government-backed Press TV said Sunday.

    Eyewitnesses say Neda was shot by pro-government Basij militiamen perched on a rooftop.

    But Press TV said the type of bullet that killed her is not used by Iranian security forces.

    A man who told the state-funded network he had helped take her to a hospital said, “There were no security forces or any member of the Basij” government-backed paramilitary present when she was killed.

    Press TV did not name the man, who spoke Farsi and was subtitled in English on the broadcast.

    CNN has not identified him and cannot confirm his account.

    “I didn’t see who shot who,” he said. “The whole scene looked suspicious to me.”

    A second man, whom Press TV identified as Neda’s music teacher who was with her when she died, told the station there was “no security forces in this street” when she was shot.
    She was with a family friend [the music teacher] when she was killed. He appears to be the man who spoke to the Iranian broadcaster.

    “There was no sign of a protest,” he said. “We crossed the street to the other side to get a cab… When we reached this spot, a gunshot was heard. There was no shooting here… There were no security forces in this street. There were around 20, 30 people in this street. One shot was heard and that bullet hit Neda.”

    “The bullet was apparently fired from a small caliber pistol that’s not used by Iranian security forces,” the Press TV anchor said.

    Iran has strict gun-control laws that bar private citizens from carrying firearms.

    The two [Neda and the teacher] were near where protesters were chanting in opposition to the supreme leader, Ayatollah Ali Khamenei, whose calls for an end to anti-government demonstrations have sparked defiance across the nation.
    Neda, wearing a baseball cap over a black scarf, a black shirt, blue jeans and tennis shoes, does not appear to be chanting and seems to be observing the demonstration.
    Suddenly, Neda is on the ground — felled by a single gunshot wound to the chest. Several men kneel at her side and place pressure on her chest in an attempt to stop the bleeding. “She has been shot! Someone, come and take her!” shouts one man.

    “This death of Neda is very suspicious,” Ambassador Mohammad Hassan Ghadiri said. “My question is, how is it that this Miss Neda is shot from behind, got shot in front of several cameras, and is shot in an area where no significant demonstration was held? “Well, if the CIA wants to kill some people and attribute that to the government elements, then choosing women is an appropriate choice, because the death of a woman draws more sympathy,” Ghadiri said.

    CIA spokesman George Little responded, “Any suggestion that the CIA was responsible for the death of this young woman is wrong, absurd and offensive.”
    [E certo, quando mai la compagniadellazia ha tolto di mezzo qualcuno? Assurdo anche solo pensarlo!]

  5. Vox
    Vox says:

    I video mostrano chiaramente dei paramilitari in abiti civili

    @ Striscia Rossa

    Una domanda: se erano in abiti civili, come si fa a sapere che erano dei paramilitari?

  6. Vox
    Vox says:

    HONDURAS

    Il Generale Romeo Vasquez, leader del colpo di stato in Honduras, addestrato nei campi militari in USA, tristemente noti per aver “diplomato” diversi personaggi latinoamericani poi connessi a torture, squadroni della morte e violazioni dei diritti umani.

    http://www.southernstudies.org/2009/06/key-leaders-of-honduras-military-coup-trained-in-us.html

    Key leaders of Honduras military coup trained in U.S.
    At least two leaders of the coup launched in Honduras today were apparently trained at a controversial Department of Defense school based at Fort Benning, Georgia (USA) infamous for producing graduates linked to torture, death squads and other human rights abuses.

    Leftist President Manuel Zelaya was kidnapped and transported to Costa Rica this morning after a growing controversy over a vote concerning term limits. Over the last week, Zelaya clashed with and eventually dismissed General Romeo Vasquez — who is now reportedly in charge of the armed forces that abducted the Honduran president.

    According to the watchdog group School of Americas Watch, Gen. Vasquez trained at the Western Hemisphere Institute for Security Cooperation at least twice — in 1976 and 1984 — when it was still called School of Americas.

    The Georgia-based U.S. military school is infamous for training over 60,000 Latin American soldiers, including infamous dictators, “death squad” leaders and others charged with torture and other human rights abuses. SOA Watch’s annual protest to shut down the Fort Benning training site draws thousands.

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Vox

    Come chi lo ha detto? Mica sono israeliani! Sono solo iraniani, perciò sono tutti sporchi e cattivi, anche in abiti civili. Todos terroristas!
    Allah Stà Akkà

  8. Controcorrente
    Controcorrente says:

    A proposito di Iran…

    Uno dei più grandi analisti marxisti odierni Henry Kissinger nei primi anni 80 fece questa analisi dopo aver sognato Marx in ujn suo incubo:
    …Il fattore decisivo della caduta dello Scià furono le teorie politiche imparate dall’occidente,che lo portarono a modernizzare una società islamica e feudale e a favorire un rapido sviluppo economico…..

    Comunque sia mi vien da ridere ,quando leggo certe interpretazioni dei nostri “giornali” su Moussavi…”e mi chiedo Ma non non era forse Moussavi il “padre del nucleare iraniano”o sbaglio..
    E poi ancora che piaccia o meno L?Iran ha una popolazione di 70 ml di abitanti (trenta anni fa erano 34ml)su una superficie di 5 volte l’Ittally)ed udite ,udite il 70 % ha meno di 30 anni.
    Il futuro è loro.
    Il buon marxista Kissinger direbbe che ..”è in atto uno scontro tra “frazioni della borghesia” in cui inserirsi intelligentemente..

    Insomma che se pò dì ..”un bello scontro tra Populisti e Pragmatici…
    Che c’entra la Democrazia in tutoo questo…beh ..lo vedremo a cose finite EH, Eh…

    cc

  9. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Pino,
    ho sentito , ho sentito su Napolitano..e pertanto visto che non penso che si sia bevuto il cervello,qualcosa decisamente non quadra.
    Ho cerca di tenere insieme i “pezzi di un “puzzle”difficilmente ricomponibile ho…?
    E allora , poveri noi..

    cc

  10. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Anita,
    ho letto con piacere la tua risposta.
    Se tu fossi in Ittaly, la tua “analisi” sarebbe tacciata di “catastrofismo”e financo di disfattismo antinazionale!
    Se tu fossi una “editor” ti taglierebbero i fondi della pubblicità.
    Da questo punto di vista ,forse W L’america!

    cc

  11. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Porca vacca, nel mio n 10 mi devono essere scappate qualche “h” di troppo.
    Ma sono sotto effetto di un terribile mal di dento , condito con “ascesso”

    cc

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Controcorrente

    No, il padre del nucleare iraniano è stato lo scià Reza Pahlevi. Gli Usa, Francia, ecc., gli vendettero i piani per 7 centrali e nonostante lui dichiarasse in lungo e in largo che voleva quanto prima la bomba atomica gli Usa gli vendettero pure il formidabile Dipartimento di Ingegneria Nucleare del Massachussets Institute. L’accordo non andò in porto solo per la feroce opposizione degli studenti e di parte del corpo docente, compreso Noham Chomsky che in una intervista ha ricordato quella vicenda da tutti opportunamente “dimenticata”…..
    Mah, così va il mondo. Occidentale.
    Un abbraccio.
    pino

  13. Vox
    Vox says:

    INTERESSANTE RAFFRONTO TRA LE REAZIONI DEGLI USA RISPETTO A QUELLO CHE STA AVVENENDO IN HONDURAS
    E IN IRAN

    Il primo colpo di stato dell’amministrazione Obama?
    di Eva Golinger

    L’Honduras e’ stato vittima di dittature, massicci interventi USA e invasioni militari durante tutto il secolo passato (XX). Il penultimo grande intervento Usa ebbe luogo negli anni ’80, quando l’amministrazione Reagan prezzolo’ squadroni della morte e gruppi paramilitari per eliminare ogni potenziale “pericolo comunista” in America Centrale.

    A quell’epoca, era ambasciatore Usa John Negroponte, direttamente responsabile per il pagamento e l’addestramento degli squadroni della morte in Honduras, i quali provocarono la sparizione e la morte di migliaia di persone nella regione[…]

    Zelaya, eletto nel Novembre 2005, nel giugno 2009 aveva proposto un sondaggio (e poi un referendum) per introdurre, eventualmente, alcune riforme costituzionali che avrebbero dato piu’ voce alla volonta’ poplare nelle locali questioni politiche. In questo, egli era appoggiato dai sindacati dei lavoratori e dai movimenti sociali del paese.

    Se il sondaggio fosse stato effettuato e i risultati fossero stati positivi, il referendum sarebbe stato indetto per novembre 2009.

    Ma dietro istigazione del Congresso, alcuni giorni prima che questo sondaggio avvenisse, la Corte Suprema (Congresso e Corte Suprema sono entrambi retti da maggioranze anti-Zelaya e ultra-conservatori) ha dichiarato illegale la conduzione di detto sondaggio.

    Un membro del Congresso ha dichiarato in un’intervista alla TV: “Non possiamo avere una costituzione che permetta alla ‘gente’ di eleggere i membri della Corte Suprema e che consenta a ‘questa gente’ di intromettersi nelle faccende del governo”.

    Tutto questo ha scatenato delle massicce proteste popolari a Teguchigalpa (la capitale dell’Honduras), in favore del sondaggio e del presidente Zelaya.

    Il 24 giugno il materiale elettorale e’ stato consegnato al generale Romeo Vásquez per la consultazione di domenica, ma il generale si e’ rifiutato di distribuirlo e per questo, Zelaya – che, come in Usa, e’ anche a capo delle forze armate – lo ha destituito.

    Ma il giorno successivo la Corte Suprema ha rimesso il generale al suo posto e di nuovo migliaia di cittadini hanno invaso le strade della capitale, in appoggio al presidente e al sondaggio. La sera stessa, il presidente ha fatto un discorso ufficiale in TV, chiedendo ai cittadini, ai vari partiti politici e ai movimenti di mantenere la pace e l’unita’.

    Ma la mattina successiva, un gruppo di circa 60 militari entrano sparando nella residenza presidenziale, picchiano il presidente, minacciarono la sua famiglia e portano via Zelaya.

    Alcune ore dopo si viene a sapere che era stato forzatamente spedito in Costa Rica. Piu’ tardi, alcuni ministri e membri del governo vengono arrestati e malmenati dai militari e di molti di loro non si conoscono ancora le sorti.
    Anche gli ambasciatori del Venezuela, della Bolivia e di Cuba vengono illegalmente tratti in arresto.
    Il governo di transizione presenta alla Corte Suprema una lettera fasulla con le [mai avvenute] dimissioni di Zelaya.

    I canali televisivi pubblici vengono oscurati e l’elettricita’ e’ tagliata in tutto il paese, in modo da rendere impossibile per la popolazione ricevere informazioni.
    I media mostrano cartoni animati e sceneggiate e la situazione rassomiglia come due gocce d’acqua alla situazione creatasi nel 2002 durante il fallito colpo di stato contro il presidente Hugo Chavez.

    Il presidente Zelaya, negli ultimi tempi, era stato spesso attaccato dai gruppi politici ultra-conservatori, specialmente per il suo rapporto di amicizia con ALBA [l’unione di alcuni paesi dell’America Latina che lotta per assicurare l’indipendenza e la sovranita’ alimentare ai popoli del sud America]. Molti oggi ritengono che il colpo di stato sia stato effettuato anche per evitare che l’Honduras seguisse la strada degli altri paesi socialisti dell’A.L.

    In questo momento, malgrado ci sia il coprifuoco e le strade siano pattugliate dai militari, migliaia di cittadini protestano contro il colpo di stato.

    Allo stesso tempo, il governo di transizione sostiene che non c’e’ stato alcun colpo di stato, ma solo un “cambiamento democratico” di governo, effettuato tramite “disobbedienza civile” al fine di “preservare la democrazia” (sic!).

    Il Congresso dell’Honduras ha violato la legge, ha violato i diritti umani dei suoi cittadini e ha illegalmente arrestato i membri del governo democraticamente eletto. Non si conoscono ancora le sorti del Ministro degli esteri, Patricia Rodas, che e’ stata maltrattata e portata via dai militari da diverse ore.

    La comunita’ internazionale, l’EU, l’Onu, Venezuela, Cile, Bolivia, Brasile e gli altri paesi dell’america latina hanno condannato il colpo di stato in Honduras.

    Molti paesi hanno dichiarato ufficialmente che non riconosceranno alcun governo honduregno che non sia quello democraticamente eletto di Zelaya.

    Solo gli Stati Uniti non hanno ancora fatto alcuna dichiarazione. Obama si e’ detto “preoccupato” e alla domanda se gli Usa siano disposti a riconoscere il nuovo governo dell’Honduras, ha risposto in modo evasivo, dicendo che “bisogna vedere come si sviluppa la situazione”.

    Obama riconoscera’ o condannera’ il colpo di stato e il governo che ne ha beneficiato? Chiedera’ che un presidente democraticamente eletto e illegalmente deposto ed espulso con la forza venga lasciato tornare in patria e reinstallato nel suo ufficio legittimo? Cosa faranno gli Usa, insomma, specialmente dopo aver gridato allo scandalo per presunti brogli e repressioni in Iran?

    http://www.venezuelanalysis.com/analysis/4554

    [Ho un po’ condensato l’articolo, troppo lungo – Vox]

  14. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Pino,

    credo proprio di aver detto una “boiata”,non mi ricordo dove l’ho sentita.
    Hai ragione tu, se questa volta non sbaglio L?Iran in tempi non sospetti lanciò un programma “nucleare” di 20 centrali ridimensionato poi a % dopo il 1975 per le diminuite entrate petrolifere e alla caduta del dollaro.
    All’epoca erano in costruzione quattro centrali , 2 dalla francese Framatome, 2 dalla tedesca Siemens e pure c’era Finsider per la quinta.
    In sostanza ,visto che i terreni agricoli dell’Iran per poter sfamare l’incremento della popolazione sono scarsini,occorreva una grande quantità energetica!
    Giusta programmazione si direbbe!

    A proposito , quanto costa il clero “iraniano”,oggi, visto che la costituzione del 1906 prevedeva che secondo il Corano lo Stato deve versare un quinto delle ricchezze naturali del paese e che un contadino deve versare al suo Aytollah un quinto della ricchezza accumulata,mentre commercianti ed impiegati ne devonop versare un decimo.
    All’epoca si parlava di 180 mila mollah,80 mila scadem, 80 mila moschee e che l’ammontare delle decimevariava dai 20 ai 40 milioni di dollaro (credo negli anni 80).
    Qualcuno conosce la situazione odierna?

    Mi sembra un “già visto” da noi, prima dell’arrivo dei Francesi in Piemonte.. c’erano più preti e frati a momenti, che popolazione!

    cc

    Ps-Sì ha ragione Il Marxista Kissinger,qualche borghese si sta stufando di pagar dazio.
    Ma con la “democrazia ” siamo ancora lontani!

  15. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Anita,
    in fondo ai tempi dello Scià altro non si faceva che fare quello che fate Voi.
    Si voleva risparmiare con il nucleare per alimentare lo sviluppo interno, considerando le proprie “riserve” energetiche ” come strategiche.
    Mi pare corretta come soluzione, startegica economica, o no ?

    cc

  16. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Riporto dal blog precedente:

    Anita { 29.06.09 alle 13:49 } x VOX

    Iran’s Press TV disputes story of Neda’s death.

    Questa notizia la sanno anche i polli.

    Iran’s Press TV e’ un braccio del governo, usano il nome Press TV per farlo sembrare indipendente.

    Anita

  17. Faust x Colpo di stato troglodita en Honduras
    Faust x Colpo di stato troglodita en Honduras says:

    … i militari stanno facendo retate x arrestare i medici cubani, che lavorano in Honduras x curare ed aiutare gli abitanti di questo martoriato paese centroamericano, gli abitanti li stanno nascondendo nelle loro case, un paese da ppiu di mezzo secolo sotto il controllo e gli abusi criminali del vicino del nord… e continuano ad essere prigionieri degli usa, nonostante con libere elezioni sia stato eletto Zalaya, non vogliono lasciarlo governare.
    Faust

  18. Vox
    Vox says:

    IRAN

    The Western press has clearly taken a side and has successfully managed to drag its uninformed audience along with it.

    But what we have seen this past week seems to have far more in common with the events of fifty-six years ago, rather than just thirty.

    A BIT OF HISTORY

    In 1953, the United States government, at the behest of Britain, tasked CIA operatives Kermit Roosevelt, Jr. and Donald Wilber to overthrow the democratically-elected government of Iran, in order to put an end to the process of oil nationalization by Prime Minister Mohammed Mossadegh. This nationalism “outraged the British, who had ‘bought’ the exclusive right to exploit Iranian oil from a corrupt Shah, and the Americans, who feared that allowing nationalization in Iran would encourage leftists around the world.”

    The coup d’etat, which took a mere three weeks to execute, was accomplished in a number of stages. First, members of the Iranian Parliament and leaders of political parties were bribed to oppose Mossadegh publicly, thereby making the government appear fragmented and not unified. Newspaper owners, editors, columnists and reporters were then paid off in order to spread lies and propaganda against the Prime Minister.

    Furthermore, high-ranking clerics, influential businessmen, members of the police, security forces, and military were bribed, as well. Roosevelt hired the leaders of street gangs in Tehran, using them to help create the impression that the rule of law had totally disintegrated in Iran[…] In a stroke of manipulative genius, Roosevelt then hired a second mob to attack the first mob, thereby giving the Iranian people the impression that there was no police presence and that civil society had devolved into complete chaos[…]

    After all was said and done, Prime Minister Mossadegh had been deposed and a military coup returned the monarchy to Iran by installing the pro-western Mohammed Reza Pahlevi on the Peacock throne. The Shah’s brutal, tyrannical dictatorship – established, supported, and funded by the United States – lasted 26 years. In 1979, the Iranian people returned the favor[…]

    RECENT HISTORY

    In May of that same year, the London Telegraph reported that Bush administration zealot John Bolton revealed that an American military attack on Iran would “be a ‘last option’ after economic sanctions and attempts to foment a popular revolution had failed.” Two weeks later, the Telegraph independently verified the ABC report, saying that, “Mr. Bush has signed an official document endorsing CIA plans for a propaganda and disinformation campaign intended to destabilize, and eventually topple, the theocratic rule of the mullahs.”[…]

    Then, in early May 2008, Counterpunch’s Andrew Cockburn revealed that “Six weeks ago, President Bush signed a secret finding authorizing a covert offensive against the Iranian regime that, according to those familiar with its contents was ‘unprecedented in its scope.’

    “Bush’s secret directive covers actions across a huge geographic area – from Lebanon to Afghanistan – but is also far more sweeping in the type of actions permitted under its guidelines – up to and including the assassination of targeted officials. This widened scope clears the way, for example, for full support for the military arm of Mujahedin-e Khalq, the cultish Iranian opposition group, despite its enduring position on the State Department’s list of terrorist groups.

    Similarly, covert funds can now flow without restriction to Jundullah, or “army of god,” the militant Sunni group in Iranian Baluchistan – just across the Afghan border – whose leader was featured not long ago on Dan Rather Reports cutting his brother-in-law’s throat.

    Other elements that will benefit from U.S. largesse and advice include Iranian Kurdish nationalists, as well the Ahwazi Arabs of southwest Iran.

    Of course, US officials denied any “direct funding” of Jundallah, but admitted regular contact since 2005 with its leader Abd el Malik Regi, who was widely reputed to be involved in heroin trafficking from Afghanistan. Funding has reportedly been funneled through Iranian exiles with connections in Europe and the Gulf States.

    Furthermore, on June 29, 2008, Seymour Hersh of the New Yorker confirmed all of these reports, writing, “Late last year, Congress agreed to a request from President Bush to fund a major escalation of covert operations against Iran…

    But the US campaign against Iran didn’t come to a halt with the ascension of President Obama. There is no evidence to conclude that the $400 million dollars Bush signed off on has been put to different use (like, say, funding public schools or healthcare.) In early June 2008, Justin Raimondo of Antiwar wrote, “Obama, with his peace overtures [to Iran], serves as the smiley-face mask for some pretty loathsome activities. The U.S. government claims to be fighting terrorism, yet is sponsoring groups that plant bombs in mosques, kidnap tourists as well as Iranian policemen, and fund their activities with drug-running in addition to covert subsidies courtesy of the U.S. taxpayers.”

    TODAY

    So what have we been seeing in Iran this past week?

    “What’s going on in Iran today – a sustained campaign of terrorism directed against civilians and government installations alike – is proof positive that nothing has really changed much in Washington, as far as U.S. policy toward Iran is concerned. We are on a collision course with Tehran, and both sides know it. Obama’s public “reaching out” to the Iranians is a fraud of epic proportions.”

    Commentator Stephen Lendman reports that former Pakistani Army General Mirza Aslam Beig told Pasto Radio on June 15 that “undisputed” intelligence proves CIA interference in the internal affairs of Iran.

    Many of the protesters we have seen are well-dressed westernized young people in Tehran who are carrying signs written in English, reading, “Where is My Vote?” and other such slogans in English. If the young voters of Iran were addressing their frustrations to their own government, why weren’t they speaking the same language? Protesters seen in many YouTube videos and interviewed on American television also speak perfect English.

    As Paul Craig Roberts points out, “Every Iranian knows that the President of Iran is a public figure with limited powers. His main role is to take the heat from the governing grand Ayatollah. No Iranian, and no informed westerner, could possibly believe that Ahmadinejad is a dictator. Even Ahmadinejad’s superior, Khamenei, is not a dictator as he is appointed by a government body that can remove him.” Roberts goes on to say:

    “The demonstrations, like those in 1953, are intended to discredit the Iranian government and to establish for Western opinion that the government is a repressive regime that does not have the support of the Iranian people”.

    Early reports of the Tehran rallies revealed that pro-Mousavi protesters were throwing rocks at Iranian police and security forces, as well as burning police motorcycles, city buses, and even private and government buildings.

    As one pro-Mousavi protester, who has taken part in every single march so far this week, told Newsweek, “I think some small terrorist groups and criminal gangs are taking advantage of the situation.”
    American money well-spent, perhaps.

    Despite the rise in violence in the past week, Khamenei has consistently differentiated between what he believes are rebel groups and non-political protesters and “the electoral fans and supporters” of Mousavi. He is quoted as saying that “those who devastate the public assets and private belongings of the people are carrying out the aggressive actions without any political purposes” and urged the defeated presidential candidates to utilize “legal venues” to voice their complaints. Khamenei stated, “the destiny of elections would be determined on the ballots, not on the palm of the streets.”

    The Iranian “twitter boom” has, to a certain extent, been engineered by a small group of anti-Ahmadinejad advocates in the United States and Israel[…]

    http://www.wideasleepinamerica.com/

  19. Anita
    Anita says:

    x CC

    Caro CC,
    il nucleare lo usiamo, la mia elettricita’ proviene 35% dal nucleare.
    Non e’ lo stesso per tutti gli Stati.
    Il programma di Obama e’ molto complesso, si parla di retrofit tutte le industrie e tutto il nostro modo di vivere.

    Vedi poi il trucchetto, il congresso va in vacanza per due mesi, vogliono far passare questo bill all’ultimo minuto senza dare l’opportunita’ di leggere un addendum di 300 pagine.
    Leggerlo li’ sul posto, alcuni ci hanno provato a leggerlo al microfono, ma il tempo era ristretto a 15 minuti.
    No joke.
    La proposta include larghe tariffe d’importo dalle nazioni non compliant.

    Da dove li prendiamo i soldi?

    La storia e’ troppo lunga…………..

    Ciao, Anita

    PS: Hanno sempre bloccato l’uso delle nostre risorse, petrolio, gas e carbone, adesso ci vogliono dar da bere che ci vogliono troppi anni….
    Se avessero dato il via dal primo giorno del Presidente Bush saremmo ad oltre mezza via per indipendenza energetica, certo anche con l’uso di energia alternativa.
    A.

  20. Vox
    Vox says:

    GEORGE GALLOWAY, UK
    INDEPENDENT MEMBER OF PARLIAMENT

    In his latest statement on Press TV, Galloway defended his stance, saying:

    “Press TV is Iranian-owned but that doesn’t influence my opinion which is that UNTIL THERE IS EVEN A SCINTILLA OF EVIDENCE THAT THE ELECTION AS FIDDLED, we have to accept the verdict of the Iranian people, however much some of us might not like it.”
    Sunday Herald

    http://www.sundayherald.com/news/heraldnews/display.var.2516922.0.galloway_stirs_up_a_new_storm_with_tv_defence_of_regime.php

  21. Vox
    Vox says:

    Vedi poi il trucchetto, il congresso va in vacanza per due mesi, vogliono far passare questo bill all’ultimo minuto senza dare l’opportunita’ di leggere un addendum di 300 pagine.
    @ Anita

    Ha ragione, questo ieri l’ho sentito anche io alla radio.
    Sembra che tutto il documento avesse inizialmente la bellezza di 1200 pagine, poi all’ultimo momento ne hanno aggiunte altre 300.
    E’ naturale che nessuno sara’ in grado di leggere prima di votare (un po’ lo stesso trucchetto del Trattato di Lisbona, che quasi nessuno di quelli che lo hanno votato ha veramente letto, come molti hanno confessato).

  22. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro faust,

    situazione “interessante” in Honduras!
    Sono curioso di vedere come i “paladini” della democrazia” si comporteranno.
    L’eterno “elastico delle mutande”,ci darà il polso della situazione e dei giochi e giochini in atto!

    cc

  23. Anita
    Anita says:

    Leggo da una persona molto seria che conosco:

    Per capire il personaggio Mel Zelaya.
    Conobbi Mel quando eravamo ancora tutti giovani e suo padre era in galera perchè nel pozzo del suo rancho avevano trovato i cadaveri di alcuni missionari cattolici. Mel andava spesso a caccia con mio marito, nelle montagne dell’Honduras e poi si fermavano nella proprietà del Zelaya a bere e a dormire. Cercavano prevalentemente i cinghiali, ma una sera, non avendo trovato niente, si misero a sparare nel cortile del rancho e Mel, volutamente, uccise uno dei suoi cavalli….

    Per chiarezza e per i lettori che non conoscono la situazione. Il “signor” Mel Zelaya, in carica da 4 anni, è una persona corrotta. Ha anche fatto un patto con Chavez per il controllo del sud e centro america (ABA). Ieri, domenica, aveva indetto un referendum per cambiare la costituzione e poter essere rieletto (anche a vita, esattamente come hanno fatto Chavez e Castro). E, giustamente, l’hanno fermato perchè sicuramente avrebbe “inficiato” il voto. (Prende lezioni dall’iraniano, amico suo)
    L’Honduras è un paese poverissimo, ma di grande dignità e mai sopporterebbe una dittatura, anche se i giornali di sinistra hanno già scritto che il “DITTATORE” Micheletti ha preso la Presidenza della Repubblica. Credo che, purtroppo, la storia sarà lunga e di non facile soluzione. Parlo e scrivo perchè ho vissuto 7 anni a Tegucigalpa e ancora sono in contatto con molte persone.
    ~~~~~~~~~~~~~

    Anita

  24. Vox
    Vox says:

    @ ANITA

    Mi dovrebbe spiegare come mai, allora, i corrotti – ma democraticamente eletti – governanti in giro per il mondo, incluso il nostro beneamato berlusconi, non vengono tirati giu’ con un bel colpo di stato, visto che la cosa e’ moralmente (ed evidentemente, per lei anche legalmente) giustificabile e accettabile?

    Inoltre, che ne sappiamo noi di non dimostrate asserzioni di qualcuno che asserisce di aver conosciuto il presidente dell’Honduras?

    Inoltre, ancora: mi dica come mai e’ legale arrestare e cacciare un presidente regolarmente eletto in Honduras, mentre non e’ legale che vinca le elezioni un presidente votato dal 60% della popolazione in Iran?

    Qui non si tratta dell’onesta’ o corruzione di Zelaya, ma del fatto che non e’ con questi mezzi – colpi di stato militari – che si cambiano le cose DEMOCRATICAMENTE.

    Oppure, bisogna dedurre ancora una volta – casomai ce ne fosse bisogno – che voi in Usa avete una cognizione parecchio ELASTICA della democrazia e della legalita’.

  25. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    PS – Pensa forse che un governo instaurato con un colpo di stato, cioe’ illegalmente e non democraticamente, sia MENO CORROTTO di qualcun altro?

  26. Anita
    Anita says:

    x VOX

    E’ un opinione di una persona che conosce bene L’Honduras.
    Lei posta opinioni di websites in internet, io mi sono permessa di inserire il blog contrastante che ho trovato per caso su un giornale legittimo italiano.

    Lei vuole sempre stare in cattedra?

    Io non potrei scrivere sull’Honduras, ci sono stata e siamo stati presi a sparatorie.
    Il pulmino ha fatto un U turn al lampo.
    El Salvador era un po’ meglio……
    Non ci tornerei mai piu’ in quei paesi.

    Costa Rica e’ un’altra cosa.

    Anita

  27. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    Condanna del colpo di Stato in Honduras

    La Rete degli Intellettuali e gli Artisti in Difesa dell’Umanità condanna il Colpo di Stato contro il presidente costituzionale della Repubblica di Honduras, Manuel Zelaya e respinge qualsiasi attacco contro la dignità della nazione honduregna.

    Un comunicato recita che la riferita Rete è solidale con lo spirito democratico del fraterno paese centroamericano e reitera l’impegno con la libera determinazione dei popoli, esigendo il rispetto delle istituzioni legittimamente costituite.

    Inoltre indica che, seguendo la moderna ricetta imperialista per sferrare colpi di Stato, un gruppo di militari sollevati, ha sequestrato all’alba di domenica 28 il presidente legittimo della Repubblica, Manuel Zelaya, obbligandolo con le armi ad abbandonare il territorio honduregno.

    Vanno sommati il taglio dell’elettricità, l’interruzione dei segnali dei media statali e le denunce delle violazioni dei diritti umani dei cittadini dell’Honduras, dei funzionari di governo e dei diplomatici stranieri accreditati nel paese, da parte del governo di fatto.

    Esigiamo l’interruzione dell’aggressione e accusiamo pubblicamente i militari golpisti che usano le armi contro il popolo, denunciando i media di comunicazione complici, che infangando il loro lavoro e si vendono agli interessi egemonici, si legge ancora nel testo.

    Il richiamo è rivolto alla comunità internazionale, ai movimenti sociali e ai popoli del mondo, perchè condannino e manifestino in massa contro il colpo di Stato, esigendo il ritorno della legalità e dell’istituzionalità in Honduras.

    La Rete disconosce qualsiasi governo che pretende d’installarsi al potere con la forza, e convoca il popolo dell’Honduras a resistere contro il fascismo e la borghesia reazionaria e conservatrice sino a che non ritorni la democrazia

  28. Vox
    Vox says:

    @ Anita

    No, non e’ questione di stare in cattedra, ma di posizioni sulla legalita’. La cattedra non mi e’ mai interessata. Mi interessa, invece, la giustizia.

    Mentre io dico molto semplicemente che fare un colpo di stato e’ una cosa illegale, non democratica e in generale sbagliata, lei si dedica al solito sistema del character assassination: distruggere la reputazione di una persona per giustificare il male che viene fatto, indirizzando il discorso altrove.

  29. Damocle
    Damocle says:

    Questo articolo è stato stilato poche ore prima che il presidente venisse estradato con un vile colpo di stato giudiziario/militare in Costa Rica.

    E’ in atto un golpe di stato in Honduras

    Il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha destituito il capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate, Romeo Vasquez, ed ha accettato la rinuncia del ministro della Difesa, Edmundo Orellana.

    In un messaggio alla nazione, Zelaya ha indicato che la sua decisione si deve alla crisi generata per alcuni settori che hanno promosso la destabilizzazione ed il caos col fine di causare problemi alle istituzioni democratiche.

    La destituzione si è prodotta a tre giorni della convocazione governativa ad una consultazione per conoscere se il popolo appoggia la realizzazione di un referendum sulle elezioni di novembre prossimo, in vista di iniziare un processo per riformare la Costituzione.

    Settori dell’oligarchia, imprenditori e religiosi respingono l’iniziativa governativa, la quale conta, tuttavia, con l’appoggio dei leader popolari, contadini, intellettuali e politici di sinistra.

    Il primo mandatario ha convocato per oggi un incontro nella Casa Presidenziale con i differenti settori che appoggiano la convocazione alla consultazione.

    “Noi, quelli che amiamo l’Honduras non possiamo permettere che la democrazia continui ad essere di pochi. Dobbiamo lottare infaticabilmente per ottenere la democrazia superiore che ci siamo proposti”, ha detto il mandatario.

    La Magna Carta dell’Honduras è del 1982 e contiene sette articoli denominati “ di sasso” che non possono essere toccati, come quelli che si riferiscono alla forma di governo, il territorio ed il periodo presidenziale.

    Secondo il mandatario, con l’attuale Costituzione è impossibile realizzare delle trasformazioni profonde per sradicare la miseria e disuguaglianza nel paese, dove sette di ogni 10 persone vivono in condizioni di povertà e di povertà estrema.

    In seguito ed in modo sorprendente, il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha dovuto definire come un golpe di Stato tecnico la decisione della Corte Suprema di Giustizia di restituire il capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate.

    “La Corte suprema dell’Honduras fa giustizia solo per i poderosi, per i banchieri ed i ricchi di questo paese, dichiara illegale la partecipazione del popolo in un’inchiesta legittima e costituzionale”, ha denunciato il mandatario.

    Ha sollecitato le forze armate a non prestarsi al gioco dell’oligarchia mediatica ed economica.
    Inoltre, ha fatto un appello ai presidenti latinoamericani a solidarizzarsi col governo dell’Honduras ed a ripudiare questo golpe di stato progressivo davanti all’Organizzazione delle Nazioni Unite.

    Questo articolo è stato stilato poche ore prima che il Presidente venisse estradato in Costa Rica,- ora il presidente si trova in Nicaragua.

  30. Anita
    Anita says:

    Ecco cosa scrive the Associated Press:

    TEGUCIGALPA, Honduras —

    Soldiers seized the national palace and flew President Manuel Zelaya into exile Sunday, hours before a disputed constitutional referendum. Congress appointed a successor, but Zelaya, a leftist ally of Venezuelan President Hugo Chavez, said he was the victim of an illegal coup.

    Hours later, Congress voted to accept what it said was Zelaya’s letter of resignation and by a show of hands, voted to appoint congressional President Roberto Micheletti as the new chief executive.

    But Zelaya said the letter wasn’t his and vowed to remain in power.

    The Supreme Court said it was supporting the military in what it called a defense of democracy.

    Zelaya was arrested shortly before polls were to open in a referendum on whether to change the constitution. The Supreme Court ruled the referendum illegal and everyone from Congress to members of his own party opposed it. Critics said Zelaya wanted to remove limits to his re-election.

    Tanks rolled through the streets and hundreds of soldiers with riot shields surrounded the presidential palace in the capital, Tegucigalpa. Zelaya, at the airport in the Costa Rican capital, San Jose, called the military action illegal.

    “There is no way to justify an interruption of democracy, a coup d’etat,” he said in a telephone call to the Venezuela-based Telesur television network. “This kidnapping is an extortion of the Honduran democratic system.”

    A majority of members of Congress voted with a show of hands to accept a letter of resignation that Congressional Secretary Jose Alfredo Saavedra said was signed by Zelaya and dated Thursday. The letter said Zelaya was resigning because of “the polarized political situation” and “insuperable health problems.”

    A resolution read on the floor of Congress accuses Zelaya of “manifest irregular conduct” and “putting in present danger the state of law,” a reference to his refusal to obey a Supreme Court ruling against holding a constitutional referendum.

    But Zelaya told Telesur he would not recognize any de facto government and pledged to serve out his term, which ends in January. He said he would attend a scheduled meeting of Central American presidents in Nicaragua on Monday. He said Chavez, who is also going, would provide transportation.

    Chavez, who along with the Castros in Cuba is Zelaya’s top ally, said Venezuela “is at battle” and put his military on alert.

    President Barack Obama said he was “deeply concerned” by Zelaya’s expulsion and U.S. Secretary of State Hillary Clinton said the arrest should be condemned.

    “I call on all political and social actors in Honduras to respect democratic norms, the rule of law and the tenets of the Inter-American Democratic Charter,” Obama’s statement read.

    Zelaya told Telesur that he was awoken by gunshots and the shouts of his security guards, whom he said resisted troops for at least 20 minutes. Still in his pajamas, he jumped out of bed and ducked behind an air conditioner to avoid flying bullets, he said.

    He said eight or nine soldiers in masks escorted him onto an air force plane that took him to Costa Rica.

    Chavez said troops in Honduras also temporarily detained the Venezuelan and Cuban ambassadors, beating them.

    Zelaya called on Honduran soldiers to desist, urged citizens to take to the streets in peaceful protests, and asked Honduran police to protect demonstrators.

    Zelaya ally Rafael Alegria, a labor leader, called for protests.

    “We demand respect for the president’s life,” he told Honduran radio Cadena de Noticias. “And we will go out into the streets to defend what this has cost us: living in peace and tranquility.”

    About 100 Zelaya supporters, many wearing “Yes” T-shirts for the referendum, blocked the main street outside the gates to the palace, throwing rocks and insults at soldiers and shouting “Traitors! Traitors!”

    “They kidnapped him like cowards,” screamed Melissa Gaitan. Tears streamed down the face of the 21-year-old, who works at the government television station. “We have to rally the people to defend our president.”

    Honduras has a history of military coups: Soldiers overthrew elected presidents in 1963 and 1972. The military did not turn the government over to civilians until 1981, under U.S. pressure.

    Micheletti has been one of the president’s main opponents in the dispute over whether to hold the referendum. The head of the Supreme Court was also opposed to the nonbinding referendum, on whether to ask voters whether they want to convoke an assembly to rewrite the constitution.

    It appeared that the vote would no longer take place.
    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    Mi scusi Pino, non e’ mia abitudine di postare in inglese, ma visto che VOX ha mano libera, lo faccio anch’io per una volta.

    Anita

  31. Controcorrente
    Controcorrente says:

    “Sarebbe giusto, di qui al G8, data la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale, avere una tregua nelle polemiche”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti a Capri. “Io capisco le ragioni dell’informazione e della politica, ma il mio augurio ed il mio auspicio in questo momento sono di una tregua nelle polemiche”, ha aggiunto il capo dello Stato.

    ——————————————-

    Delle ragioni della politica potrei anche assentire, ma non capisco a cosa si riferisca il capo dello Stato quando parla delle ragioni della informazione.
    Che famo solo perchè c’è un G8 ,oscuriamo tutto quel poco che ci fanno vedere…
    No , non capisco,Presidente …c’è qualc’osa che non quadra…!

    cc

  32. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    Come si capisce chiaramente leggendo la sua biografia, il presidente José Manuel Zelaya, defenestrato con un incruento colpo di stato NON E’ COMUNISTA, oggi il mondo potrà capire e misurare chi è veramente Obama, vedremo se di fronte a questi metodi fascisti che direzione prenderà l’amministrazione statunitense.

    Biografía de José Manuel Zelaya, presidente de Honduras

    José Manuel Zelaya Rosales nació en Catacamas, Departamento de Olancho, Honduras, el 20 de septiembre de 1952.

    Durante las décadas del setenta y ochenta trabajó en el sector privado y en 1987 se convierte en directivo del Consejo Hondureño de la Empresa Privada (COHEP), y presidente de la Asociación Nacional de Empresas Transformadoras de la Madera (ANETRAMA). Desde 1970 se afilia al Partido Liberal de Honduras (PLH).

    En noviembre de 1985, obtiene su primer mandato como diputado por el Departamento de Olancho en el Congreso Nacional, donde le fueron encomendadas las presidencias de las Comisiones Legislativas de Recursos Naturales y Petróleo, funciones a las que en 1987 sumó la de secretario de la Junta Directiva de la Cámara.

    En las elecciones de noviembre de 1989, renueva su escaño para otra legislatura y es reelegido congresista en 1993.

    En enero de 1994, ocupa su primer cargo en la administración central del Estado, como Director Ejecutivo del Fondo Hondureño de Inversión Social (FHIS).

    En 1996 es designado vicepresidente de la Red Social de América Latina y el Caribe (REDLAC). En las elecciones generales de noviembre del año siguiente fue elegido diputado por el Departamento de Francisco Morazán y en enero de 1998 es confirmado como integrante del Gabinete de gobierno.

    Luego de la catástrofe provocada por el paso del huracán Mitch en octubre de 1998, es nombrado asesor del Gabinete Especial de Reconstrucción Nacional a cargo de reparar las devastaciones causadas por la severa inclemencia climática. Aquel año tomó asiento también en el Foro Nacional de Convergencia (FONAC).

    En junio de 1999, sale del Ejecutivo y del Congreso y asume, dentro del Partido Liberal de Honduras, la Secretaría de Organización y Propaganda del Consejo Central Ejecutivo (CCE).

    En el 2005 la Convención Extraordinaria del Partido Liberal lo elige candidato a la presidencia. El 27 de noviembre de ese mismo año es elegido Presidente de la República y el 27 de enero de 2006 asume su alta investidura.

    Está casado y es padre de cuatro hijos.

  33. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    per cc, il presidente s’è uniformato ai voleri del miserabile dittatorello di provincia, del rsto, siamo o non siamo una republichetta bananiera???

  34. Anita
    Anita says:

    x el Guerrillero

    quote:
    “oggi il mondo potrà capire e misurare chi è veramente Obama, vedremo se di fronte a questi metodi fascisti che direzione prenderà l’amministrazione statunitense.”
    ____________________________

    Da quel che leggo B.H.Obama e Hillary Clinton hanno fatto questa dichiarazione:

    “Il Presidente Barack Obama si è detto “profondamente preoccupato” per l’espulsione del Zelaya e il Segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton ha detto l’arresto deve essere condannato.

    “Mi appello a tutti gli attori politici e sociali in Honduras al rispetto delle norme democratiche, lo stato di diritto e dei principi della Inter-American Carta democratica,” Obama’s dichiarazione letta.”
    ~~~~~~~~~~~

    Anita

  35. sylvi
    sylvi says:

    x cc

    Ma quanto la fai lunga!!!
    Al nostro Presidente hanno consegnato l’altro giorno l’originale della Costituzione ma (Letta mi pare) si è dimenticato di dargli
    l’art. 21.
    Semplicemente lui non l’ha trovato.
    Che cosa ci costa poi , per il G8, fare come le tre scimmiette e lasciare che il ducetto faccia CUCU, racconti barzellette , faccia sedere alla sua destra una bella noemi…
    In fondo la Merkel non è esattamente una Venere.
    E non fare polemiche!!!

    Sei andato dal dentista? Con il mal di denti si diventa accidiosi!

    mandi Sylvi

  36. A QUANDO IL RICONOSCIMENTO E LE SCUSE PER L'ALTRO CRIMINE DIABOLICO, CIOE' QUELLO CONTRO I PALESTINESI DA PIU' DI MEZZO SECOLO?
    A QUANDO IL RICONOSCIMENTO E LE SCUSE PER L'ALTRO CRIMINE DIABOLICO, CIOE' QUELLO CONTRO I PALESTINESI DA PIU' DI MEZZO SECOLO? says:

    Sentenza esemplare per il finanziere autore di una frode da 65 miliardi di dollari
    A breve all’asta l’appartamento, le ville, gli yacht, i quadri e i gioielli
    Madoff condannato a 150 anni
    Il giudice: “Crimine diabolico”

    NEW YORK – E’ stato condannato a 150 anni di carcere, la massima pena possibile, Bernard Madoff, il finanziare di 71 anni autore di una delle più grandi truffe della storia. La lettura della sentenza è stata accolta da un applauso. Madoff si è dichiarato colpevole di tutte le 11 imputazioni emerse da uno dei più grossi scandali della storia di Wall Street: le somme da lui frodate ammontano a 65 miliardi di dollari (l’equivalente di circa 46 miliardi di euro).

    Si è anche scusato, nel corso dell’udienza odierna, l’ultima di un processo lampo durato pochissimi mesi (l’arresto del finanziere risale all’11 dicembre 2008), ma le scuse sono servite a ben poco. “Nessun altro caso di frode è comparabile con il caso Madoff”, ha detto il giudice Denny Chin, precisando che “il simbolismo della sentenza è importante perché attraverso questa si invierà un messaggio”.

    Il giudice Chin ha definito quello di Madoff “un crimine straordinariamente diabolico”. Dal 1995 Madoff, che era stato anche presidente del Nasdaq, aveva iniziato la sua attività privata promettendo tassi di interessi alti e sicuri (circa il 10%). Che puntualmente pagava, ma non perché il danaro venisse accortamente investito, ma soltanto perché arrivava danaro fresco dai nuovi clienti. E Madoff diventava sempre più ricco: se l’ammontare delle somme truffate è stimato in circa 65 miliardi di dollari, le cifre legate al suo impero economico ammontano a 171 miliardi di dollari.

    Madoff, che ha passato gli ultimi mesi agli arresti domiciliari nel suo appartamento di lusso di Manhattan, del valore di 7 milioni di dollari, perderà tutto: le ville (una a Palm Beach, un’altra in Florida, una da 13 milioni a Montauk, sulla punta di Long Island), gli yacht e i beni personali, che verranno messi all’asta nei prossimi giorni. La moglie, Ruth, 68 anni, rimarrà senza casa e dovrà vivere d’ora in poi con i 2,5 milioni di dollari che le sono stati assegnati dal tribunale.

    L’avvocato del finanziere, Ira Sorkin, puntava a una pena mite, al massimo 12 anni, dal momento che il suo cliente aveva ampiamente collaborato alle indagini. Ma si aspettava il peggio, anche sulla base delle richieste dei tanti truffati che hanno preso la parola in tribunale: “La cella deve diventare la sua bara”, ha affermato uno degli investitori truffati. Un’altra vittima è scoppiata in lacrime dopo aver denunciato perdite per 5 milioni di dollari.

    In questo clima l’appello e le scuse di Madoff sono cadute nel vuoto, e semmai sono state accolte con scherno: “Vivrò con questo dolore per il resto della mia vita – ha detto Madoff – Non posso chiedervi scusa per il mio comportamento: come puoi chiedere scusa per aver ingannato un’industria che hai contribuito a costruire? Come puoi chiedere scusa per aver ingannato una moglie dopo 50 anni di matrimonio?”.

    “Lascio alla mia famiglia un’eredità di vergogna, come hanno detto alcune delle mie vittime – ha proseguito il finanziere – Sono responsabile di molta sofferenza e molto dolore. Chiedo scusa alle mie vittime. Mi dispiace”.
    (29 giugno 2009)

  37. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    x Anita, l’arresto e l’espulsione devono non solo essere condannati a parol, ma anche nei fatti. La più grande democrazia del pianeta deve pretendere e usare tutti i metodi di persuasione democratica necessari perchè il presidente José Manuel Zelaya sia rimesso nel suo ruolo che di diritto gli compete, quella carica che il popolo con libere democratiche elezioni l’ha posto !!!
    Tutto il mondo oggi potrà constatare se Obama predica bene, se adopererà tutti i meccanismi di persuasione che l’aaministrazione statunitense conosce molto bene.

  38. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    il problema purtroppo è su “un ‘incisivo”.
    Vado Giovedì dal dendista.
    Spero solo che non occorra “un’amputazione”.
    Sennò come faccio a continuare a mordere.
    Misera fine quella dell’accidioso che non può mordere !

    cc

  39. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    L’articolo che lei ha poastato non differisce sostanzialmente dall’articolo che ho tradotto. A grandi linee dicono entrambi la stessa cosa.

  40. sylvi
    sylvi says:

    caro CC

    tutto si aggiusta, non preoccuparti.
    Fai un bel mutuo, a tasso agevolato, e paghi il dentista!
    Oppure dì a uno dei tuoi figli di sposare una dentista, come ha fatto il mio.
    Coi tempi che corrono occorre organizzarsi.
    Gli incisivi poi…insieme alla lingua…sono le uniche armi che ci restano… e l’art.21 della Carta!

    Hanno sospeso Schengen; qui da noi code chilometriche come ai “bei tempi andati”!!
    Poichè mancano di controllori, hanno attuato restringimenti di carreggiata con conseguenze immaginabili!
    Mi sto facendo una domanda: perchè bloccano e controllano chi esce?
    Venerdì vado in Germania , devo presentarmi all’aeroporto due ore prima come andassi in Australia! Boh!!!

    Auguri Sylvi

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    CIA spokesman George Little responded, “Any suggestion that the CIA was responsible for the death of this young woman is wrong, absurd and offensive.”
    —–
    La Cia è abituata a fare le cose in grande. E’ sbagliato, assurdo ed offensivo pensare che si limiti ad ammazzare una donna, tra l’altro da gente non identificabile. Fare per fare, l’avrebbe fatta ammazzare da u agente in divisa.

  42. Vox
    Vox says:

    @ MT
    In divisa o no, l’effetto voluto e’ stato raggiunto.

    @ Anita
    Per quanto riguarda il miliziano in moto, ci sono delle contraddizioni. Il tipo laureato in medicina che avrebbe soccorso Neda con altre persone, ha prima ha dato la versione che a sparare sia stato un uomo su un tetto. Piu’ tardi ha parlato di un uomo in moto. Ma altri testimoni, tra cui l’amico col quale neda si trovava in quel momento, hanno detto che non c’erano ne’ poliziotti ne’ miliziani su quella strada, ne’ in moto ne’ a piedi.

    Inoltre, sembra che l’arma usata non sia di quelle in dotazione presso le forze di sicurezza iraniane. Tutta la storia ha un’aura di confusione e di mistero. Forse voluto.

  43. Uroburo
    Uroburo says:

    CACIUCCCCCCOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Dunque, dunque, ricapitoliamo:
    AZ è d’accordo per un caciucco.
    Quindi il cosa (il caciucco) è sistemato ed il dove (Cecina) pure.
    Restano pertanto da stabilire i seguenti punti:
    chi?
    quando?
    come?
    e perchè?
    Essendo gli ultimi due punti ininfluenti (come: ognuno come gli pare ma abitualmente seduti; perchè: ovviamente pppemmmagnà!), restano dea stabilire gli altri due:
    chi?
    quando?
    Pregasi rispondere in tempi rapidi indicando nomi e soprattutto date. Uroburo

  44. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Si’, ho letto tutte queste versioni anch’io.
    In quanto all’arma usata non sia di quelle in dotazione delle forze di sicurezza iraniane, avevano anche detto che 5’000 miliziani di Hamas erano stati inviati, in moto.
    Vero, non vero, chi lo sapra’ mai.

    Anita

  45. Vox
    Vox says:

    EH, EH, FINALMENTE!
    Per una volta, la cosa giusta

    Obama si schiera: “Zelaya il vero presidente”

    Golpe in Honduras, si muove la comunità internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che per gli Usa il presidente dell’Honduras resta Manuel Zelaya.

    Quanto avvenuto ieri in Honduras secondo Obama “non è legale” e se il colpo di stato in Honduras venisse accettato sarebbe “un terribile precedente”.

    L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunita d’urgenza, ha invitato a intervenire il presidente destituito Manuel Zelaya: “Tutta la comunità internazionale, tutti i 192 Paesi delle Nazioni Unite, devono far sentire la propria voce per condannare questa azione criminale”

    Migliaia di sostenitori di Zelaya hanno deciso di sfidare il coprifuoco di due giorni imposto dal nuovo capo dello Stato designato, Roberto Micheletti, protestando sotto il palazzo presidenziale di Tegucigalpa, capitale honduregna. Secondo la testimonianza di un fotografo della AFP ci sarebbero diversi feriti tra i manifestanti e anche tra le fila dell’esercito.

    Sindacati e altri rappresentanti dei settori della società hanno annunciato per oggi uno sciopero generale, chiedendo il ritorno di Zelaya.

    [Da Repubblica]

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