Le amnesie angolane di Ratzinger a proposito di schiavismo

“La cupidigia riduce in schiavitù. Aiutiamo l’Africa assetata di giustizia”, ha scandito papa Ratzinger in Angola. Giusto! Solo che tanto per cambiare il papa di turno ha anche lui il vuoto di memoria di turno. A ridurre l’Africa in schiavitù non è stata infatti la cupidigia dei nostri giorni, ma Santa Romana Chiesa per mano di un collega di Ratzinger. Correva infatti l’anno di grazia 1452 quando il pontefice Nicola V emanò la bolla “Dum Diversas”, che in base alla teologia cattolica dell’epoca rese legittimo il commercio di schiavi, peraltro legittimato in pieno da S. Paolo quando rispedì al padrone Filemone lo schiavo Onesimo, scappato e rifugiatosi da Paolo, che l’aveva anche battezzato. La bolla di Nicola V autorizzò i portoghesi a ridurre in schiavitù i non cristiani. Come se non bastasse, tre anni dopo, cioè nel 1455, lo stesso pontefice si premurò di riaffermare la legittimità della schiavitù degli “infedeli” con una nuova bolla, intitolata “Romanus Pontifex”. E così Santa Romana Chiesa fece nascere il colonialismo europeo – durato fino a pochi decenni or sono e di fatto ancora oggi perdurante sia pure mutata mutandis almeno negli effetti – e fornì le basi “religiose” (!!!) per i secoli  della tratta dei neri da usare come schiavi soprattutto nelle Americhe. Infine, con la santificazione della riduzione in schiavitù dei nativi americani che non si convertissero al cattolicesimo e con la annessa confisca delle terre non cristiane nacque la schiavizzazione non solo degli africani, ma anche degli indigeni del cosiddetto Nuovo Mondo.E’ particolarmente istruttivo leggere i seguenti passi della bolla del 1455: “Perciò noi, considerando con la debita attenzione gli argomenti suddetti, sia generalmente che particolarmente, poiché abbiamo concesso precedentemente con altre lettere nostre tra le altre cose, piena e completa facoltà al re Alfonso di invadere, ricercare, catturare, conquistare e soggiogare tutti i Saraceni e qualsiasi pagano e gli altri nemici di Cristo, ovunque essi vivano, insieme ai loro regni, ducati, principati, signorie, possedimenti e qualsiasi bene, mobile ed immobile, che sia di loro proprietà, e di gettarli in schiavitù perpetua”.

Ratzinger inoltre si frega con le sue stesse mani, visto che in questi anni ci ha tenuto a ripetere come un disco rotto la sua condanna del “relativismo storico”: se la Storia non si può “relativizzare”, resta come un (ennesimo) macigno di enormi colpe, vergogne e responsabilità, assolute e non relativizzabili, della Chiesa la nascita del “moderno” schiavismo, ove per moderno si intende post medioevale e post “scoperta” dell’America.
Come oggi il Vaticano per i suoi interessi politici si inventa in fatto di staminali, concepimenti, ovuli fecondati, ecc., teorie astruse  e “scientifiche” tanto quanto erano “scientifiche” le prove cui sottoporre una disgraziata per appurare se era o no una strega, così allora lo stesso Vaticano strologava di “diritto divino” e conseguente teologia dello schiavismo,  giustificato per secoli anche grazie a passi della solita bibbia. Nicola V si inventò le opportune “parole di Dio” per prostituirle a favore dei portoghesi, infatti lo schiavismo legittimato a loro favore serviva per riequilibrare la crescente potenza della Spagna dopo la cacciata dei mori, cioè degli arabi musulmani. Tanto per cambiare, il buon Dio e le sue asserite parole NON c’entravano assolutamente nulla. As usual, meno di un fico secco.
E’ in quei tempi che nasce la teoria e la prassi del “cristianesimo unica fonte di verità divina”, a fronte della quale qualunque porcheria era legittima, anzi dovuta e – ovviamente – pure santa. Questo è il bolo velenoso che alla lunga ha intossicato anche l’islam, il cui ramo peggiore ha partorito l’alqedismo e affini. Fanatismo chiama fanatismo, così come sangue chiama sangue e schiavismo chiama schiavismo: anche gli arabi, musulmani, si tuffarono infatti a capofitto nella lucrosa tratta degli schiavi, razziando il continente nero dal quale trarre la carne umana da vendere al “civile e superiore” Occidente cristiano.
In vista del “grande giubileo” del 2000, non mi pare che papa Wojtyla abbia inserito quelle vergognose bolle papali e la devastazione che ne è seguita tra gli errori della Chiesa per i quali ha chiesto peraltro solo “scusa”, per giunta solo a Dio, anziché perdono, e dagli esseri umani anziché al “suo” Dio. Evitando comunque ovviamente di mettere mano al tesoro di S. Pietro e agli altri lucri per risarcire almeno in minima parte gli enormi danni arrecati per secoli (anche) all’Africa. Africa alla quale oggi la Chiesa infligge un altro enorme danno predicando il divieto dell’uso del  preservativo almeno contro la lotta all’Aids. Il divieto della Chiesa produce infatti milioni di malati sieropositivi e di Aids soprattutto nell’Africa, dove le condizioni igieniche sono disastrose per l’impossibilità di disporre di acqua, cibo adeguato, igiene e medicine come invece in Vaticano e in generale in Occidente. Poiché le vittime di questa vera e propria pandemia africana sono soprattutto donne e bambini, non si capisce con che faccia poi il papa abbia parlato “in difesa dei diritti delle donne africane”. Ma c’è poco da meravigliarsi: questo è il papa che a quanto pare NON ha ancora ritirato l’ordine scritto impartito nel giugno 2001 ai vescovi di tutto il mondo di nascondere alle autorità civili i casi di preti pedofili, e ciononostante quando è andato negli Usa e in Australia, Paesi sconvolti da una marea di casi anche giudiziari di preti pedofili, ha avuto la faccia tosta di ergersi a uomo di ferma condanna della pedofilia nel clero!
Stando così le cose, appare adeguatamente tragica e simbolica la disgrazia che ha provocato la morte di due ragazze nella calca della folla fatta accorrere in massa a vedere il papa come se fosse una rock star o un dispensatore di chissà quali miracoli anziché quel grande gaffeur superato in fatto di gaffe solo da Berlusconi. Disgrazia, certo, ma anche irresponsabile faciloneria degli organizzatori, preti e suore e fedelissimi vari.

Questo papa tedesco che regna a Roma mi ha fatto venire in mente alcune cose che ho già scritto in un commento nella puntata precedente e che voglio qui ripetere. L’Europa è nata come rottura della “Romània” tutto attorno al Mediterraneo. Prima l’asse della “Romània” era Roma-Bisanzio, con baricentro sempre più spostato verso Bisanzio. Poi è avvenuta la rottura, e l’asse della rottura è diventato Roma-Franchi, cioè meglio: Chiesa-Germani, a iniziare dall’asse Papato-(Pipino e)Carlo Magno. Una catastrofe, sotto vari profili. Ci dovrò scrivere un libro, che covo da anni.
Che sia stata una catastrofe lo dimostra l’incredibile numero di guerre che hanno allagato di sangue il continente, che ha poi pure esportato la catastrofe a Ovest, oltre Atlantico. Si usa chiamarla “civilizzazione”, fino a poco fa la si chiamava “evangelizzazione”. Ma sempre sangue altrui era.
Il papato di Ratzinger, pontefice insulso e con l’indelebile macchia del nazismo rinnegato troppo tardi e troppo poco, a me pare l’epilogo dell’asse Roma-Germania: la Storia che ripete, ma – come è noto per le seconde volte – come farsa ciò che è nato come tragedia. Perché in effetti, e contrariamente a quanto si usa credere e soprattutto far credere, la spaccatura della “Romània” non è stata per il genere umano una bella cosa. Somiglia di più a una tragedia. Così come somiglia più a una tragedia che a una conquista dello spirito e dell’umanità la conquista da parte dei romani dei regni ellenistici. Quella conquista ha infatti bloccato per ben 2.000 anni (!!!!) il progresso scientifico, dall’uso del vapore a quello dei fari navali, dall’uso dei giunti cardanici alla matematica, che con il calcolo “per esaustione” era già arrivata al calcolo infinetesimale, dal differenziale alla cartografia, dall’astronomia alla piombatura delle chiglie navali per poter attraversare il mare senza dover navigare solo sotto costa.
I romani bloccarono le scienze perché usavano masse di schiavi, cioè enormi quantità di mano d’opera gratuita, a bassissimo costo, e quindi non erano per nulla interessati al progresso scientifico e tecnologico per alleviare la fatica degli esseri umani, cioè la fatica altrui. Il progresso scientifico e tecnologico in Europa, che porterà infine alla rivoluzione industriale a partire dai telai inglesi, inizierà non a caso solo quando grazie all’espandersi dell’islam nella aree di rifornimento schiavistico romano tale rifornimento diventerà molto più difficile e molto più costoso (la stessa cosa è successa con le spezie. Bloccato l’accesso alla Via della Seta, ecco che Colombo&C cercano altre strade via mare per le Indie). Sempre guarda caso, il progresso scientifico e tecnologico in Europa inizierà grazie alla riscoperta delle scienze del periodo ellenistico i cui testi erano stati in gran parte salvati proprio dai tanto odiato arabi! Oltre che dagli altrettanto odiati bizantini. Nella parte latina, cioè sottoposta a Roma e non a Bisanzio, l’ignoranza regnava sovrana, le biblioteche erano scomparse le la vita terrena era stata ridotta dal papato alla famosa “valle di lacrime” del “Salve, Regina”: un luogo dove si deve solo e sempre soffrire per poter essere felici “nell’altra vita”. Tutte le meraviglie meccaniche che nel film con Charlie Chaplin “Tempi moderni” cantano la poderosità industriale della nostra era esistevano già tre o quattro secoli prima della nascita di Cristo. Incredibile, vero? Eppure vero. Vero perché ormai ampiamente documentato, anche se testardamente e disonestamente non reso adeguatramente noto. Specie nelle scuole, dove si preferisce arruolare decine di migliaia di insegnati di religione scelti neppure dallo Stato italiano ma dai vescovi: decine di migliaia quindi di propagandisti prezzolati, al servizio del Vaticano e non della Repubblica italiana, tanto meno della sua laicità garantita dalla Costituzione. Che quindi ocntribuiscono a minare.

L’ellenismo e i suoi incredibili progressi scientifici furono resi possibili dall’incontro della mentalità speculativo-filosofica greca con l’enorme massa di cognizioni tecniche degli egizi, dei mesopotanici e del Vicino Oriente in genere. Così il progresso europeo inizia dall’incontro della troppo a lungo frustrata fame di conoscenza e libertà dell’Occidente latino, oppresse dalla Chiesa, con l’enorme massa di cognizioni tecniche e scientifiche degli odiatissimi arabi. “Non siamo giganti, ma siamo nani sulle spalle di giganti”, disse Isaac Newton a chi si stupiva dei traguardi raggiunti dalle sue teorie fisiche. Newton spiegava che i suoi erano contributi che semplicemente riscoprivano e incrementavano conoscenze già esistenti molti secoli prima. Ciò che non amiamo voler sapere è che quei giganti e le loro spalle erano nati secoli prima di Cristo, come invece sapevano bene e spesso ammettevano gli stessi Newton, Galilei, Keplero, Leonardo, ecc. Ma ciò che soprattutto non vogliamo assolutamete sapere è che quei giganti erano stati seppelliti dai latini – Roma prima e Chiesa dopo – e che sono sopravvissuti grazie ai bizantini e agli arabi e riscoperti e resuscitati da questi ultimi.

Come che sia, lo schiavismo dell’epoca moderna, intesa come post “scoperta” delle Americhe, è iniziato con le due bolle papali di cui ho parlato all’inizio di questo post. E la bolla “Romano Pontefice” è citata anche nel concordato tra il Vaticano e – di nuovo! – il Portogallo firmato il  7 Maggio 1940 e confermato il 18 maggio 2004. Se queste cose non venissero accuratamente nascosta anche e soprattutto agli africani dubito che in Africa papa Ratzinger avrebbe avuto l’accoglienza che ha avuto. Ma, come è noto, per avere successo bisogna soprattutto saper nascondere le immondizie sotto il tappeto. E magari saper vendere agli ingenui e ai disperati cianfrusaglie colorate in altro modo.
Finché dura.

167 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    s Sylvi

    Grazie, davvero lieto.
    Occhio però che non se lo scoli CC!
    pino
    p. s. Il problema più che le basi è la strafottenza di chi ci sta dentro. A Vicenza per esempio non è che la gente li veda di buon occhio. Il fetto è che ovunque uno arrivi da vincitore poi si comporta da tale, o comunque resta sempre convinto di essere più “su” degli “indigeni”.

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    F 16 ” La fabbrica di vedove”

    che mi risulti, la fabbrica di vedove era l’F104 starfighter, un caccia intercettore d’alta quota, in pratica un tubo con due mozziconi di ali ( ho avuto l’avventura di sedermi al posto di pilotaggio posteriore di un F104 all’aeroporto militare di Cameri), che veniva impropriamente usato anche a bassa quota.
    Per inciso, belli i due G91 italiani ( G sta per Gabrieli, se non vado errato) parcheggiati all’aeroporto di Bresso, che si vedono dalla Milano-Meda.
    L’F 16 è nato per contrastare lo strapotere del MIG (Mikoian- Gureievic)29, che aveva un punto di tangenza ( la quota massima a cui può salire un aereo) maggiore di qualsiasi altro aereo e si sa che chi è più alto spara a chi è più in basso.
    Ho visto entrambi gli aerei in una manifestazione, una gran massa di acciaio il MIG29, snello ed elegante l’F16.Il MIG 29 ha avuto un guasto al paracadute di freno ed è dovuto riatterrare prima del previsto. L’F16 l’ho visto esibirsi con la pattuglia acrobatica inglese ( avevano anche un pilota donna, una matura biondina), ma non reggeva l’eleganza degli MB339 Aermacchi della PAN, forse anche perchè i nostri piloti davano uno spettacolo di ben altro livello!!!

  3. Peter
    Peter says:

    xMarco

    bravo, e’ vero, il widow-maker era F104. E consentimi di riportarlo, sembra che a morire fossero soprattutto i piloti italiani che lo usavano. Me lo diceva anni fa un ex-pilota della RAF tra i sogghigni. Tra l’altro, presto’ servizio alla base di Decimomannu in Sardegna. Quell’aereo era piu’ che altro un razzo: ali cortissime, ed una velocita’ di decollo di 230 nodi. Per ragioni tecniche che non saprei, andava in stallo molto facilmente

    Peter

  4. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Puoi procurarmi copia di quella tesi di laurea? Mi interessa leggerla.
    Riguardo le città dell’antichità, non credo che Alessandria o Corinto fosse baraccopoli. Alessandria era semplicemente clamorosa, la New York dell’epoca, con capacità di produzione culturale – anche scientifica – mai più raggiunta per almeno 2000 anni. Di Cartagine ne sappiamo – o ne so – poco ma a giudicare dalle mura, un geniale contenitore su due piani di stalle per elefanti (credo anche cavalli) e di alloggiamente per soldati, non doveva essere una città da poco. Il porto – specie quello militare – era una autentica meraviglia, denota anche una grande conoscenza dell’ingegneria. Per giunta, le navi pare proprio le costruissero in serie, assemblando pezzi prefabbricati.
    Leggendo su Teutoburgo ho visto che non ricordo dove avevano pontili lunghi anche 10 chilometri per unire abitazioni in una pianura acquitrinosa. 10 chilometri di pontile implicano notevoli capacità almeno sociali. E’ comunque i popoli dovrebbero avere il diritto di vivere la loro vita senza venire “conquistati” e dominati da altri popoli sia pure “più sviluppati”.
    Roma è stata sempre afflitta dalle “insulae”, quartieri in legno andati in fumo durante l’era di Nerone (che NON appiccò il fuoco, e anzi si prodigò per organizzarne lo spegnimento). E’ vero che erano bravi “pontefici”, capaci cioè di costruire ponti, ma l’idea più geniale del ponte a secco, autoreggente, la appresero dagli etruschi, come pure buona parte delle loro capacità “idriche”, nel senso di acquedotti e drenaggio di paludi (che a Roma sono state per un bel pezzo parte della città). Però di recente ho letto che gli ingegneri costruttori di acquedotti NON erano romani, ma schiavi: erano romani i funzionari addetti alla manutenzione e i sovrintendetnti alla costruzione. L’ingegnere più bravo dei romani, Vitruvio, che pure progettò le macchine imponenti per costruire monumenti e per altre grandi applicazioni, così come il loro più grande “scienziato”, Plinio, non reggevano il confronto con gli alessandrini di secoli prima. Il guaio dei romani è che sapevano poco o niente di matematica (quindi anche di astronomia), come di scienze in generale. Ma c’è un motivo strutturale, anzi anche culturale (!). Secondo la loro concezione della vita e del mondo, diciamo pure la loro Weltanschaung, il romano doveva essere splendido, godersi i piaceri della vita (e del potere), ma stava ai vinti e agli schiavi produrre tutti i beni necessari ai piaceri della vita. La possibilità di “manomettere” gli schiavi era in definitiva una buona arma per tenerli buoni: chi era bravo e non rompeva i coglioni poteva diventare addirittura civis romanus. Gli altri invece campavano poco o abbastanza a seconda dell’andamento dei costi del loro mantenimento. Mi pare di evere letto sul Momsen che una volta ci fu una accesa discussione in senato su come punire gli schiavi di un tizio che era scampato a un tentativo di uccisione per mano di uno schiavo. Optarono per la responsabilità collettiva e per il dare un esempio, motivo per cui TUTTI gli oltre 200 schiavi di quel ricco pezzo di merda senatore furono passati per le armi. Bambini compresi. Per un romano essere attentato alla vita da uno schiavo era una sacrilegio inconcepibile, roba cui reagire in stile Gaza.
    Guarda che non parlo solo di crudeltà, che sarebbe il meno. Parlo di “sistema”. Lo schiavismo era per i romani quello che è oggi per noi il petrolio o le centrali elettriche: la fonte di TUTTE le energie producenti lavoro. La manodopera schiavistica era talmente abbondante che nelle miniere d’oro in Spagna quando veniva terminata la perforazione di nuove gallerie, dalle quali estrarre e far portare a valle le pietre da lavorare tramite l’apertura di cateratte d’acqua, gli schiavi che quelle gallerie avevano aperto a picconate venivano lasciati nelle gallerie in balia della violenza dell’invasione d’acqua. In altre parole: finito il loro lavoro, che li aveva stremati, venivano soppressi! Tanto c’era una massa di nuova manodopera schiavistica pronta, e ancora in forza.
    NON si capisce il successo del cristianesimo, perché cioè sia stato adottato come religione di Stato, se non si comprende che è stato lo strumento per scongiurare le rivolte degli schiavi, piuttosto frequenti. Col cristianesimo era tutti eguali e fratelli, ma “in Cristo”! La durezza della vita terrane da schiavo era compensata col paradiso nell’ “altra vita”, ovviamente a patto che non rompessi i coglioni al padrone in questa. Il cristianesimo permise di prendere due piccioni con una fava: “addomesticare” gli schiavi e poi anche i barbari. La setssa Chiesa ha sempre posseduto schiavi, tant’è che S. Isidoro di Siviglia ancora alla sua epoca scriveva come normare la condizione schiavistica distinguendo tra schiavi della Chiesa e schiavi dei privati. Secoli prima mi pare che fosse stato papa Leone Magno il pontefice che, oltre a trafficare in schaivi barbaricini, aveva posto il divieto che diventasse sacerdote chi non fosse libero o nato libero, cioè chi fosse o fosse stato schiavo. Altro che le amabili sciocchezzuole di Ratzinger in Angola!

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    non si chiede come mai la classe dirigente romana ha cambiato religione in mezzo secolo? Le classi dirigenti sono attaccatissime ai loro dei, per altro mutevoli (i culti orfici, il culto di Mitra e del Sol Invictus erano già dei cambiamenti). Ma assumere in cinquant’anni una religione che proveniva da una setta di un popolo di pecorai morti di fame che non avevano ancora dato assolutamente nulla all’umanità, questo è veramente inconcepibile al di fuori di un’analisi politica dei bisogni.
    La Chiesa è stata “sessuofobica” fin da subito ma anche qui si tratta di un problema politico. Cosa fare per controllare meglio il popppolo sul piano politico? Gli si chiede l’impossibile minacciandolo di dannazione eterna. Ad esempio gli si tira tra le caviglie una richiesta di castità.
    Chiesta fin dall’inizio a tutti, ma non ai maschi della classe digggerente (mica erano scemi, quelli). Quindi pena di morte alle matrone lussuriose ed ai loro amichetti delle classi inferiori (ad esempio agli schiavi scopatori di frodo) ma non ai signori che si facevano le loro schiave!…. A loro niente pene..l. Ohibò!
    I cristiani sono tutti fratelli in Cristo (ecchilonega!) solo che ci sono fratelli maggiori e fratelli minori, e questi devono ubbidire a quelli ….. Naturalmente per la maggior gloria di Dio.
    Un caro saluto U.

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Lo F 104 era un caccia intercettore d’alta quota usato dagli italiani come caccia bombardiere. Quindi cadeva….. U.

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta e Peter

    Detto anche la bara volante. Era pericolosa la versione realizzata per l’Europa, ora non ricordo per quale motivo.
    pino

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Pino: era pericoloso l’uso improprio.
    L’aereo non era adatto per le mansioni alle quali l’aeronautica europea l’aveva adattato, essendo appunto un intercettore d’alta quota. Il problema era nella scarsa manovrabilità alle basse quote, perchè si trattava in pratica di un missile con due mozziconi di ala adatti alle alte velocità ma con scarsa portanza.
    Cadevano anche gli F104 tedeschi, che io ricordi.
    Comunque la Loocked che li aveva costruiti, mi sa che fu per quelle forniture che mise nei guai il presidente Leone ( Antelope Cobbler).

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Roger Cohen – Parla l’ editorialista del «New York Times»
    «L’ apertura degli Usa all’ Iran causerà tensioni con Israele»
    Il quesito è: cos’ è negli interessi di Israele? Lo è una linea che ha portato a 2 guerre in 3 anni e ha visto Israele e Usa criticati nel mondo? Non credo «Riconosciuta dopo 30 anni la Repubblica islamica» I giovani iraniani vogliono riforme. Per aiutarli, bisogna impegnare il regime, promuovere il dialogo.

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE – WASHINGTON – «Una delle conseguenze inevitabili del messaggio di Barack Obama agli iraniani sarà una ridefinizione, dolorosa ma necessaria, dei rapporti degli Stati Uniti con Israele, nel momento in cui le differenze di vedute sull’ Iran si faranno più forti». Roger Cohen è uno degli editorialisti di punta del New York Times sulla politica estera. E’ da poco tornato dall’ Iran, dove in febbraio ha trascorso due settimane, che ha raccontato in diversi articoli pieni di sorprese e di novità sulla società iraniana, descritta come «vibrante e curiosa, giovane e ansiosa di aprirsi al mondo». Come giudica l’ appello di Obama? «Penso che rappresenti un cambiamento d’ approccio radicale. Nessun presidente o dirigente americano aveva mai usato il termine Repubblica Islamica dell’ Iran, dicendo che deve riprendere il suo posto nella comunità delle nazioni. Di fatto è il riconoscimento trent’ anni dopo della rivoluzione khomeinista. Ed è un punto cruciale: una delle più gravi ragioni di preoccupazione e ansia in Iran era la nozione che l’ obiettivo di fondo degli Stati Uniti fosse quello di minare ed eventualmente rovesciare questo regime. Ora il presidente offre “reciproco rispetto”. In secondo luogo, Obama ha tolto di fatto dal tavolo almeno per il futuro prevedibile l’ opzione militare». Lei riconosce che il processo sarà lungo e difficile, paragonandolo a quanto è successo in Irlanda del Nord. L’ Amministrazione dovrà affrontare critiche e superare molti ostacoli. E uno di questi saranno sicuramente le divergenze con Israele: quanto peseranno? «Il punto è di capire cosa sia veramente nell’ interesse di lungo periodo di Israele. La linea dell’ Amministrazione Bush, quella secondo cui Israele non può mai sbagliare, fossero gli insediamenti nei territori palestinesi, la guerra in Libano anche dopo che Kofi Annan aveva negoziato la tregua o gli attacchi indiscriminati e inaccettabili a Gaza che hanno portato alla morte di civili e bambini, è stata disastrosa. Non è questo il solo modo di essere un buon alleato d’ Israele. Penso invece che Obama capisca prima di tutto che occorra un approccio regionale a questi problemi: non ci sarà pace, se non parliamo anche ai nemici. Questa amministrazione è decisa a cambiar corso». Ma l’ evoluzione politica in Israele va verso una radicalizzazione… «Certo. Ci saranno tensioni forti con Israele sull’ Iran, specialmente se avremo un governo di destra. Netanyahu ha una posizione intransigente su tutta la linea. E appare intenzionato ad agire militarmente contro Teheran entro l’ anno. Ma la mia previsione è che Obama voglia riequilibrare i rapporti con Israele dicendo: noi vi appoggiamo e difendiamo la vostra sicurezza senza condizioni, all’ interno delle frontiere del ‘ 67. Ma siamo determinati a spingere per un processo di pace, che richiederà flessibilità nell’ obiettivo di portare a una posizione comune le due ali dei palestinesi Fatah e Hamas. Ripeto, il quesito è cosa sia negli interessi di Israele: lo è una linea che ha portato a due guerre in tre anni, ha visto Israele e gli USA criticati nel mondo, non solo in quello islamico? Non credo». Qualcuno giudica troppo positivi i suoi commenti sull’ Iran. «L’ Iran è una sorpresa per chiunque ci vada. Il regime è oppressivo, mai suggerito diversamente. La retorica di Ahmadinejad è odiosa e inaccettabile. Ma gli ayatollah non sono pazzi, sono pragmatici, è sbagliato farne una caricatura. Inoltre, due terzi delle popolazione ha meno di 35 anni e in tre decenni ha visto migliorare la qualità della sua vita. Non sono rivoluzionari, non vogliono rovesciare il sistema, vogliono riforme, più pluralismo, più governo rappresentativo. E il modo migliore per aiutarli a muovere il Paese in questa direzione a mio avviso è impegnare il regime, promuovere il dialogo». Paolo Valentino Messaggi Campagna In campagna elettorale Obama aveva manifestato l’ intenzione di «parlare» agli ayatollah Video Il 19 marzo, Obama ha proposto, con un messaggio video, un «nuovo inizio» nelle relazioni tra Usa e Iran Risposta La Guida Suprema Ali Khamenei ha replicato con freddezza: «Prima gli Usa devono cambiare»
    Valentino Paolo
    Pagina 15
    (24 marzo 2009) – Corriere della Sera
    ————————————————-
    E si chiama Cohen! Una delle tante dimostrazioni, come Gydeon Levi, che ci sono molti mascalzoni che usano disonestamente di tutto, compresi i 6 milioni di vittime della Shoà, per fare gli interessi di alcuni strati profittatori che detengono da troppo tempo il potere in Israele. E’ da tempo che faccio notare come la lapidazione al grido di “antisemita!” di chiunque critichi Israele sia solo l’espressione della malafede di costoro, gentaglia ben diversa dai Gydeon Levi e Roger Cohen e dai tanti altri israeliani ed ebrei nel mondo che – come per esempio Noam Chomsky – si battono per la giustizia e non per la sopraffazione e il colonialismo ancora ai nostri giorni.
    pino nicotri

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter e Uroburo (ma anche x TUTTI)

    L’ennesima prova del fatto che la Chiesa è di fatto la continuazione – mutata mutandis – dell’impero romano d’Occidente la si ha dalla coniazione del termine Terzo Reich e dalla politica del Vaticano a favore di ciò che il Terzo Reich è stato nella realtà storica.
    Perché “Terzo” quel Reich? Ci sono stati forse un Primo e un Secondo Reich? Ma certo! Il Secondo Reich è stato l’impero tedesco dal 1871 al 1918, cosa che ha permesso di chiamare ufficialmente in lingua tedesca Deutsches Reich lo Stato tedesco negli anni 1871-1945.
    E il Primo Reich? C’è stato? E quale era? Certo che c’è stato! Il “Primo Reich” era infatti nient’altro che il Sacro Romano Impero!!! Vale a dire, quello fondato da Carlo Magno grazie al quadruplo tradimento della Chiesa e al doppio golpismo. I quattro tradimenti della Chiesa sono stati: verso Bisanzio, verso i longobardi, verso i merovingi ed ex post verso Costantino con la falsificazione del suo testamento, nota come Donazione di Costantino, la più grande truffa dell’intera storia del genere umano (beh, c’è pur sempre la bibbia…). Il doppio golpismo è stato quello della Chiesa contro Bisanzio e di Pipino il Breve (padre di Carlo Magno) contro l’ultimo re merovingio.
    E faccio notare che il Sacro Romano Impero si chiamava per l’appunto “Romano”, non Calmucco o Svedese o Cinese. Non a caso ancora oggi la dizione della Chiesa è Santa Romana Chiesa: “Romana”, non Parigina o Moscovita.
    L’appoggio di papa Pacelli al Terzo Reich è stato quindi un fatto ovvio, fisiologico. Il suo predecessore Leone III incoronò Carlo Magno dando inizio al Primo Reich, lui spianò la strada al Terzo Reich con il Concordato e con l’appoggio alla guerra scatenata da quel Reich.
    Pino Nicotri
    p.s. – Particolare particolarmente vergognoso, Leone III incoronò Carlo Magno pochissimi giorni dopo essere stato da questi assolto in un processo che lo aveva pubblicamente umiliato in S. Pietro con accuse piuttosto infamenti e per un intero anno di udienze. Roba di cui neppure Berlusconi sarebbe capace, ma che gli storici – “un po'” leccaculo – hanno sempre fatto finta di non vedere. Come del resto per la Donazione di Costantino, relegata a puro folclore mentre invece potrebbe essere motivo forse anche di azioni giudiziarie né più né meno come l’avere arraffato terre alle vittime dell’Inquisizione fino a diventare il più grande proprietario terriero d’Europa. Perché mai la Chiesa non deve restituire il maltolto? O almeno risarcire la marea di eredi delle sue vittime: vale a dire gli europei (e gli indios nelle Americhe).

  11. :"MEA CULPA" CLINTON, USA CORRESPONSABILI VIOLENZA. COME PRIMA AMMISSIONE DI COLPA NON C'E' MALE. ASPETTIAMO PERO' ANCHE LE ALTRE....
    :"MEA CULPA" CLINTON, USA CORRESPONSABILI VIOLENZA. COME PRIMA AMMISSIONE DI COLPA NON C'E' MALE. ASPETTIAMO PERO' ANCHE LE ALTRE.... says:

    MESSICO:”MEA CULPA” CLINTON, USA CORRESPONSABILI VIOLENZA

    Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha riconosciuto che dall'”insaziabile” appetito del suo Paese per le droghe illegalI e dall’incapacita’ di fermare il traffico di armi attraverso la frontiera dipende gran parte della violenza in Messico. Il ‘mea culpa’ e’ arrivato all’inizio della ‘due giorni’ in Messico, che sara’ centrata soprattutto sul tema della guerra al narcotraffico (che l’anno scorso ha causato 6.300 morti). Il viaggio del segretario di Stato arriva dopo che Washington ha annunciato la nuova strategia di Barack Obama per raffozare la sicurezza alla frontiera, nel timore che la crescente violenza in Messico possa estendersi agli Stati meridionali statunitensi. “La nostra insaziabile richiesta di droghe illegali rafforza il narcotraffico. La nostra incapacita’ di evitare il contrabbando di armi attraverso la frontiera per armare questi criminali causa la morte di poliziotti, soldati e civili”, ha detto la Clinton. “Sento molto fortemente che abbiamo questa co-responsbilita'”. La Clinton, che incontrera’ il presidente messicano, Felipe Calderon, affrontera’ un ampio spettro di temi, tra cui immiograzioni e commercio. La visita arriva all’indomani dell’arresto a Monterrey, di uno dei piu’ temuti capi dei cartelli della droga: Hector Huerta Rios, detto “El Junior” o anche “La Burra”, considerato il capo del cartello dei fratelli Beltran Leyva della citta’, dove giovedi’ e’ atteso il segretario di Stato americano. Secondo gli investigatori, Huerta Rios e’ il principale trafficante di droga dello stato del Nuevo Leon, di cui Monterrey e’ la capitale e sulla sua testa c’era una taglia di un milione di dollari.

  12. Il presidente ucraino Viktor Yushenko non e’ mai stato avvelenato dalla diossina. Il motivo per il quale il suo volto e’ rimasto deturpato e’ stata una combinazione di vanita’ [di Yushenko] e di creativita’ della CIA.
    Il presidente ucraino Viktor Yushenko non e’ mai stato avvelenato dalla diossina. Il motivo per il quale il suo volto e’ rimasto deturpato e’ stata una combinazione di vanita’ [di Yushenko] e di creativita’ della CIA. says:

    Il presidente ucraino Yushenko e il mistero della “diossina”

    Finalmente si e’ fatta luce sul mistero del cosi detto “avvelenamento da diossina” di Yushenko, usato per molti anni per la propaganda di determinate forze politiche.
    Parla il deputato della Rada [parlamento ucraino] Valerij Konovaljuk [medico]: “Mi ero trovato coinvolto nei fatti, non solo come membro della commissione della Rada, ma anche perche’ avevo tra le mani la cartella clinica dell’allora candidato presidente Yushenko”. Il deputato racconta che la storia della diossina ebbe un inizio molto banale: prima della fine della campagna elettorale, Yushenko aveva deciso di ringiovanire il suo aspetto con tecniche che prevedevano l’uso di cellule staminali. Tuttavia, le staminali, in congiuntura con altre procedure estetiche e con la stanchezza fisica dovuta alla campagna elettorale, provocarono una forte reazione dell’organismo. Il risultato fu una comune pancreatite che provoco’ il rigetto delle staminali e una violenta reazione cutanea.
    Alcuni rappresentanti dei servizi americani erano andati a trovare Yushenko in clinica [non ci dimentichiamo che egli era il “loro” candidato – N.d.T.] ed ebbero l’idea di sfruttare la malattia politicamente. Dettero alla situazione e al candidato sfregiato l’aspetto eroico della lotta tra forze di opposizione criminali e forze democratiche. I primi a parlare di avvelenamento, infatti, furono i servizi segreti americani. Il tentativo di gettare la colpa sul Cremlino dimostrano proprio che questa sceneggiatura fu orchestrata oltre oceano. L’unico personaggio che legava la Russia a questo spettacolo era Boris Berezovsky. Egli non solo aveva finanziato la campagna elettorale di Yushenko, ma era anche stato tra i propulsori della versione dell’avvelenamento [idem per il caso, di un’analogia sorprendente, di Litvinenko – N.d.T.]. Ma nelle sue memorie, lo stesso oligarca scrive che la faccenda dell’avvelenamento di Yushenko era semplicemente “un’insinuazione”.
    “Alla luce dei fatti attuali, tutta la faccenda assume un significato particolare, poiche’ oggi il 90% degli ucraini crede che non ci sia mai stato alcun avvelenamento e che questo, come tutto il resto nella ‘rivoluzione arancione’, non era che un mezzo per arrivare al potere a tutti i costi”, conclude il deputato Konovaljuk.
    http://www.dni.ru/polit/2009/3/18/161877.html

  13. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    la tesi era di una studentessa della Sorbona. Le avevamo tradotto alcuni documenti necessari per la sua compilazione dall’italiano al francese. Magari l’ho in giro ma non saprei proprio dove. Se la trovo te la mando.
    L’ingegneria romana era principalmente ingegneria civile e militare. Che io sappia era stata acquisita dagli etruschi, grandi minatori e quindi grandi ingegneri.
    Il sistema fognario romano è stato l’unico dell’epoca antica ed è stato insuperato per millenni.
    Gli ingegneri militari al seguito delle legioni solitamente erano dei tribuni; erano ufficiali superiori (oggi direi colonnelli) e facevano parte dello stato maggiore della legione. Di solito erano citadini romani anche se potevano servirsi di matematici di condizione schiavile.
    I romani conoscevano poco la matematica teorica ma quella necessaria per costruire strade e ponti la conoscevano benissimo.
    La classe dirigente romana era veramente una classe dirigente di altissimo livello e con uno spirito di sacrificio insuperato per millenni. Solo inglesi, tedeschi ed americani per alcuni periodi della loro storia hanno fatto altrettanto. Ma i romani per secoli e secoli.
    Un saluto U.

  14. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    abbiamo seguito Saviano, ieri sera, con il fiato sospeso e un groppo alla gola.
    Ci ha scagliato addosso, a noi del Nord , un
    – voi non capite e non potete capire –
    che è stato come un ceffone!
    E’ vero, non possiamo capire se l’informazione su questo stillicidio di morti resta appaltata al Corriere di Caserta!!!
    Dove sono i giornali nazionali che ci informano dettagliatamente sulle veline?
    Temono di svergognare i colleghi del Sud?
    Temono di non vendere copie?
    Temono di” pestare i calli” ai politici di riferimento?
    C’è solo Fazio che fa il giornalista che informa?

    Moltissime altre domande ci siamo fatti e ci facciamo.
    Ora leggeremo con più attenzione ciò che verrà pubblicato.
    Mi ha commosso l’amore che questo ragazzo porta alla sua terra, che traspare assoluto e genuino.
    Gli auguro lunga vita, ne ha bisogno!

    Sylvi

  15. Il Vaticano colpisce ancora. Questa volta contro Odifreddi
    Il Vaticano colpisce ancora. Questa volta contro Odifreddi says:

    Odifreddi, giallo sul licenziamento
    dopo il successo del Festival di Roma
    Il matematico liquidato con una mail: “Mi hanno detto che è venuta meno la fiducia”. L’Auditorium nega di SIMONETTA FIORI

    ROMA – Se la matematica è la scienza esatta per definizione, non c’è niente di esatto o di logico nell’epilogo del festival dedicato al genio aritmetico appena concluso all’Auditorium di Roma. Doveva essere la celebrazione dell’indole matematica, elevata a paradigma di ciò che servirebbe in questa confusa fase storica: pensare, ragionare, contare sull’intelletto. Così è stato per alcuni giorni, con otto premi Nobel, tre medaglie Fields, cinquantamila spettatori. Il seguito, però, inclina penosamente al teatro dell’assurdo o alla commedia degli equivoci. Tutto comincia con una mail, arrivata nel pomeriggio sul computer di Piergiorgio Odifreddi, direttore scientifico del festival. “Un messaggio di poche righe, racconta lo studioso. “È firmato da Carlo Fuortes, amministratore delegato dell’Auditorium. Mi comunica che è venuto meno il rapporto di fiducia”. Licenziato, così, sui due piedi. Dopo la pagina nera del Grinzane, il nuovo caso del Festival della Matematica. Tempi cupi per il matematico impenitente, costretto a nuova penitenza. Grazie per la collaborazione, ma finisce qui. Non ti rinnoviamo il contratto. Una comunicazione asciutta e inequivocabile. “No, non me l’aspettavo”, è il solo commento di Odifreddi. “Ci sono stati dissapori, ma niente lasciava prevedere una simile conclusione”.
    Che succede nel “festivalificio” della capitale? Su suggestive ipotesi politiche sembrano prevalere ragioni di carattere personale. La versione d’una “censura politica” da parte di un’amministrazione cittadina ossequiosa verso le gerarchie ecclesiastiche non sembra sufficientemente argomentata, almeno in questa occasione.

    “Odifreddi licenziato? Ma quando mai?”, cade dalle nuvole Massimo Pasquini, capo dell’ufficio stampa dell’Audiorium, incaricato di rappresentare Borgna e Fuortes. “Una mail? Ma quale mail? Con Odifreddi c’è stato solo un pacato confronto sulla formula da adottare nelle successive edizioni del festival: come rinnovarlo ed eventualmente a chi affidarlo”. Strana consuetudine: avete chiesto a Odifreddi chi possa sostituirlo nella direzione scientifica? “No, no. Ma è ancora tutto aperto, non s’è deciso niente. Stiamo ancora festeggiando per lo straordinario successo di quest’anno: otto premi Nobel, tre medaglie Fields, il record dei biglietti esauriti…”. Odifreddi insiste: “La mail di licenziamento è nel mio computer”. Più che un epilogo “matematico”, un canovaccio teatrale con poca logica e molte bugie.

  16. Cara Finocchiaro, bada che i cattolici lecapapa getteranno al vento anche la Repubblica italiana
    Cara Finocchiaro, bada che i cattolici lecapapa getteranno al vento anche la Repubblica italiana says:

    L’ira della Finocchiaro sui cattolici pd
    “Gettati al vento tre anni di lavoro”
    di GIOVANNA CASADIO

    ROMA – “Abbiamo lavorato tre anni nel Pd sulle questioni etiche, ciascuno ha dovuto transigere rispetto alle proprie posizioni iniziali, fare un passo indietro, arrivare a una “transazione” politica. E ora, sul testamento biologico voi cattolici fate come se niente fosse. Allora li abbiamo buttati al vento questi anni, rifiuto di credere che sia così, che l’asse politico, la mediazione siano ignorati”. Anna Finochiaro è di umore nero. Nella riunione dei senatori, convocata alle otto del mattino, la partita tra le due famiglie del Pd – i cattolici e i Ds – si trasforma in una prova di forza. La capogruppo Finocchiaro si sfoga. Ce l’ha con Franco Marini, con la strategia dei cattolici che continuano a gettare ponti al centrodestra. In nome di cosa? Della loro fede, ma dov’è la laicità della politica? Del totem-Bagnasco, ovvero dell’obbedienza ai vescovi?
    A inizio giornata non si sa ancora che il Popolo delle libertà – alla vigilia del congresso di fondazione e corroborato dalle sferzate del Vaticano – i ponti di dialogo sul biotestamento li distruggerà tutti: quello con cui Daniele Bosone cerca di introdurre delle eccezioni nell’obbligo di nutrizione e idratazione obbligata; la “terza via” proposta da Francesco Rutelli e Luigi Lusi; l’emendamento di Dorina Bianchi. Ma prima che la blindatura della legge diventi evidente e anzi, l’ala più intransigente pro-life del centrodestra abbia la meglio, gli ex Ppi decidono di giocare in proprio. Puntano di certo a ridurre il danno di una legge incomprensibile, ma anche a marcare la loro differenza e a renderla visibile.
    Nell’assemblea dei Democratici la tensione è alta. I laici sono sul piede di guerra. Sospetti reciproci. Non basta che Paolo Giaretta da cattolico s’inalberi: “Attenti, il corpo non appartiene allo Stato, così è proprio il personalismo cattolico che viene tradito”. Ma il segnale chiaro dell’insofferenza nei confronti dei cattolici, Finocchiaro lo dà in aula quando dichiara: “A titolo personale voterò l’emendamento di Emma Bonino”. Come dire, se ciascuno rivendica la libertà di coscienza, allora la mia di laica vale la vostra di cattolici. La radicale Emma ringrazia e restituisce il favore appoggiando una modifica presentata dalla cattolica democratica Albertina Soliani. Anche Ignazio Marino sostiene un emendamento di Giovanni Procacci. Del resto il Pd non doveva essere un partito “meticcio”?

  17. E quando colpiranno anche i responsabili dei cani killer?
    E quando colpiranno anche i responsabili dei cani killer? says:

    Sanzioni durissime, fino a 15 anni di carcere, ma anche tanti soldi
    per segnaletica, pattuglie, educazione nelle scuole. E patente a 17 anni
    Rivoluzione sicurezza stradale
    Mai così tante novità
    di VINCENZO BORGOMEO

    Pugno di ferro nella nuova proposta di modifica al codice della strada che prevede tante di quelle modifiche da rendere plausibile parlare di svolta. Una lunga serie di articoli predisposti dalla Commissione Trasporti della Camera e che poggiano, come base, sulle novità della proposta di legge del Partito Democratico, presentata da Meta, approvata alla Camera la scorsa legislatura e bloccata dallo scioglimento anticipato delle camere. Ma la sicurezza stradale non è una questione politica, non è né di destra né di sinistra, per cui ben venga la sua approvazione, ben vengano le modifiche apportate da questo governo e ben venga qualsiasi novità sul tema. E qui ce ne sono davvero tante…

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Cara Sylvi,

    il difetto sta nel manico. L’unità d’Italia è stata fatta male. E il Risorgimento è stato, di fatto, l’anticamera del nostro inguaribile trasformismo. NESSUNO infatti s’è preoccupato dei contadini, sono stati lasciati nella merda, a tutto vantaggio dei latifondisti. Che ovviamente erano soprattutto nel Centro (= Chiesa e nobiltà papalina), nel Sud (= Chiesa e nobili) e nelle isole (idem, ma più nobili e potentati vari).
    Garibaldi ha tradito e si è lasciato tradire (dai Savoia). Ha tradito per primi i siciliani, lasciati alle mercé del nobilume latifondista rimangiandosi subito alcune concessioni (aboliziona della tassa sul macinato), e poi gli italiani lasciandosi infinocchiare dai Savoia: quella che avrebbe dovuto essere una Repubblica, è invece diventata una monarchia. E con l’Unità fatta sugli interessi del Piemonte o se si preferisce del Nord: non ricordo quale ministro ha detto chiaro e tondo che l’Italia doveva avere un Nord industralizzato e un Sud contadini, cioè serbatoio di manodopera per il Nord. Non a caso l’emigrazione di massa è iniziata a quei tempi. Tempi in cui al Sud è stata spazzata via per esempio la flotta Florio, in Europa seconda solo a quella inglese, e a Napoli sono stati licenziati TUTTI i pubblici impiegati che avevano giurato fedeltà ai Borboni, vale a dire TUTTO il ceto professionale e intellettuale. Insomma, una catastrofe. Che si aggiungeva alle impiccagioni fatte dagli inglesi.
    Non so se sia vero che le vittime della lotta contro “il brigantaggio” abbia fatto al Sud oltre 200.000 cadaveri, però è certo che l’ultimo discorso di Garibaldi in parlamento prima di andarsene a Caprera è molto chiaro: “Spero di poter vedere prima di morire l’ultimo re d’Italia impiccato. E impiccato con le budella dell’ultimo papa”.
    Sento più d’uno temere per l’unità d’Italia, a causa ora del federalismo farsesco varato dal governo farsesco ma reale. Il timore è che il Sud venga ancor più abbandonato a se stesso, fino alla spaccatura dello Stivale e il Sud ridotto a una… Scarpa.
    Un saluto.
    pino

  19. Faust Saviano x Sylvi Saviano
    Faust Saviano x Sylvi Saviano says:

    … cara la mia suocera colta, ma soprattutto suocera buona e tanti altri pregi, ma sempre suocera è…. grazie Sylvi x averletto un mio post e come te Vox… gli altri sembra che non leggano i miei post. Ho x la prima volta provato a scrivere una poesia, senza sapere nulla del xcche delle poesie… lho scritta di getto e mi interessava sapere se quel che ho scritto, possa … assomigliare ad una poesia o che altro ed io ne ho fatto solo un imitazione… volevo saperne di ppiu… anche se continuero ascrivere… qualcosa che assomigliera ad una storia da libro… volevo capire se cosi è che si scrivono le poesie… se il mio scrivere emozioni, in rima (si possono scrivere poesie anche senza rime baciate??) si possa considerare una poesia… insomma volevo sapere di ppiu, ma apparte i complimenti sinceri, tuoi e di Vox… x il resto Faust nel blog, scrive x se stesso… su di un muro pulito, dove scrivo sapendo di non ricevere commenti o risposte.. se mi sbaglio, chiedo scusa, ma….
    ciao Cara!!!
    Faust Saviano

  20. Faust  x Sylvi
    Faust x Sylvi says:

    … Ci ha scagliato addosso, a noi del Nord , un
    – voi non capite e non potete capire –
    che è stato come un ceffone!

    vedi abbiamo capito due cose diverse da una stessa intervista ad un Grande scrittore come Saviano…
    Saviano ha sottolineato ppiu volte… che al nord, i fatti criminosi delle mafie non interessano ai nordici, sono cose del sud e non sono interessanti come notizia nazionale … la sua vocazione è allargare linformazione e coinvolgere ppiu opinione pubblica possibile, esattamente il contrario di quel che dici di aver sentito. La sua è un atto eroico… contro tutte le mafie a Napoli come a Bombey o Ciudad de Mexico…
    Non centra niente con colpe ai nordisti… tua fissa pelosa…
    Faust

  21. "Sinire pargulos ad inculatium pretorum venire" ? Pare di sì: l'inculatore di pargolo torna a dir messa
    "Sinire pargulos ad inculatium pretorum venire" ? Pare di sì: l'inculatore di pargolo torna a dir messa says:

    Bolzano Condannato a risarcire la vittima che ricordò con la psicanalisi
    I pm contro il ritorno del prete
    accusato sotto ipnosi di pedofilia
    Dirà messa dopo la prescrizione. Tarfusser: vergognoso

    BOLZANO — Tutto è rimasto come prima, compreso il ritratto nella navata laterale, Ponzio Pilato che si lava le mani con espressione meditabonda. Le voci che arrivano dall’oratorio, i rumeni in fila per il pasto serale. Viola e Roberta che finiscono di recitare la preghiera quotidiana per lui, «per il nostro don» e si buttano nel vento gelido che taglia Bolzano. Lo aspettano, certo che lo aspettano. Ancora qualche giorno e poi don Giorgio tornerà a dir messa ai suoi fedeli. La fede non permette incertezze, e quindi, davvero, nulla cambia. Nella chiesa del Corpus domini di via Gutenberg, zona Don Bosco, la seconda circoscrizione più popolata e popolare della città, non è mai aleggiato il dubbio. Innocente, sempre e comunque.

    L’ultimo verdetto, quello che dovrebbe sigillare questa storia, è invece uno specchio nel quale ognuno può vedere l’immagine che più gli piace. La sentenza della Corte di Cassazione su don Giorgio Carli non chiude, ma piuttosto riapre. Il prete accusato di pedofilia per aver abusato di una adolescente dal 1989 al 1994 — assolto in primo grado «perché il fatto non sussiste», sette anni e mezzo di carcere in appello — è stato prosciolto per la sopraggiunta prescrizione del reato, ma al tempo stesso condannato al risarcimento delle parti lese, ovvero la sua presunta vittima, per 760mila euro. Tecnicamente innocente, ma anche colpevole, o viceversa.
    La voce della Diocesi è risuonata forte. «A carico di don Giorgio non esiste più alcuna sentenza di condanna. Per parte nostra abbiamo sempre creduto nella sua innocenza. Per questo egli è sempre rimasto confermato nel suo incarico di parroco ed ora riprenderà in pieno il suo ministero sacerdotale». L’opinione della Procura e degli avvocati delle parti lese è decisamente diversa. L’esistenza del reato è stata riconosciuta, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di dichiararlo prescritto, e inoltre non si è mai visto un imputato innocente costretto a pagare un risarcimento alla sua presunta vittima.

    Lo scontro raggiunge punte di acredine raramente viste nei rapporti tra chiesa e magistratura. «L’atteggiamento della curia bolzanina è semplicemente vergognoso ». Questo è solo l’esordio. Da un paio di settimane Cuno Tarfusser è diventato un giudice della Corte penale internazionale dell’Aja. Fino all’11 marzo era il capo della Procura di Bolzano. «La curia continua pervicacemente a propugnare la tesi dell’innocenza riconosciuta. Falso. Don Carli tornerà a dir messa? Una indecenza sotto il profilo etico».
    La storia sembra fatta apposta per dividere. La mattina del 14 luglio 2003, Giorgio Carli è un giovane prete conosciuto e stimato a Bolzano. Cura una rubrica quotidiana sull’emittente
    Radio Sacra Famiglia, è un formidabile organizzatore di spettacoli e attività giovanili. Al pomeriggio, i carabinieri lo vengono a prendere in sacrestia. Da poco era stato destinato ad una nuova parrocchia, dove avrebbe dovuto occuparsi e convivere con bambini tra i 9 e 12 anni. Ad accusarlo è una sua giovane parrocchiana, ma le modalità sono particolari, uniche nella giurisprudenza italiana.
    I fatti denunciati dalla ragazza risalgono a 14 anni prima. Sono riemersi dalla sua memoria dopo un lungo trattamento di psicanalisi, 350 sedute di un metodo chiamato «distensione meditativa » e che ha molti punti in comune con l’ipnosi. Dapprima è l’interpretazione di un sogno, nel quale la ragazza viene violentata da un gruppo di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio, nome che simboleggia una crasi della realtà presunta, che indirizza le indagini. Le violenze reali e denunciate sarebbero infatti avvenute in un oratorio chiamato San Pio X, e perpetrate da don Giorgio. In seguito emergono anche dettagli, circostanze, testimoni, reali e non onirici.

    La sentenza di primo grado si concentra sulla validità della testimonianza della vittima, e la giudica «inattendibile». Nell’aprile del 2008 l’appello ribalta tutto, considerando la teste «lucida, lineare, coerente», stronca la teoria dei «falsi ricordi» contenuta nelle motivazioni dell’assoluzione, pone l’accento sulle altre «prove certe risultanti dagli atti». Don Carli non viene sospeso, come accaduto in altre diocesi. È lui a scegliere il ritiro spirituale in una valle del Trentino. La Curia gli aveva chiesto di rimanere al suo posto, tra i fedeli. Il vescovo di Bolzano Wilhelm Egger, scomparso lo scorso agosto, lo ha sempre difeso affermando di aver svolto una «accurata indagine interna».
    Tarfusser ci dà dentro, la vicenda ha lasciato strascichi evidenti. «Mai vista, mai prodotta al processo, l’indagine interna. La Curia deve rispettare la legge dello Stato, invece gioca a confondere le idee dei cittadini». La posta in gioco non è solo di carattere morale. I legali di parte civile hanno presentato la richiesta di risarcimento alla curia. «La sentenza di condanna è definitiva — spiega l’avvocato Arnaldo Loner – . Ma don Carli non è in grado di pagare. Essendo legato alla curia in maniera organica, sarà questo ente a versare la cifra stabilita dalla Cassazione ». Non ci sarà alcun risarcimento, ribattono i legali della curia e del religioso, perché la prescrizione del reato è subentrata prima della sentenza d’appello.

  22. Per Hilary i missili li può testare solo Israele
    Per Hilary i missili li può testare solo Israele says:

    Hillary Clinton contro la Corea del Nord
    «Conseguenze se lancia il missile»
    E’ stato piazzato sulla rampa di lancio per «effettuare un test»

    CITTÀ DEL MESSICO – L’eventuale lancio di un missile nordcoreano sarebbe «una provocazione» e «avrebbe conseguenze all’Onu», ha detto la segretaria di Stato americana Hillary Clinton in una conferenza stampa a Città del Messico.

    LA PROVOCAZIONE – Il monito di Hillary Clinton, in visita ufficiale in Messico, è la prima reazione di un alto esponente Usa alla notizia che la Corea del Nord avrebbe piazzato un missile a lunga gittata Taepodong-2 su una rampa di lancio per effettuare un test. La notizia è stata diffusa dall’agenzia giapponese Kyodo ed è stata confermata da fonti americane. «Abbiamo già messo in chiaro che la Corea del Nord pagherà un prezzo se proseguirà su questa via e ci saranno delle conseguenze sui colloqui a sei, che preferiremmo invece riattivare e far avanzare il più rapidamente possibile», ha detto la segretaria di Stato ai giornalisti. «Questo gesto provocatorio non passerà inosservato e ci saranno conseguenze», ha avvertito.

  23. Alba rossa
    Alba rossa says:

    Vergognosa INGERENZA ECCLESIASTICA

    Ingerenza ecclesiastica vuol dire che la chiesa tenta di influenzare, e spesso ci riesce, la laicità dello Stato, la sua politica e la sua legislazione.

    Non si limita a rivolgere veti e precetti ai soli credenti, ma li rivolge a tutti i cittadini dello stato laico, credenti e non, limitando la loro libertà personale.

    Voi sapete che in Italia non sono tutti cattolici? E molti di quelli che risultano cattolici lo sono solo perchè battezzati in tenera età?

    Perchè non vi tenete per voi i precetti della vostra assurda chiesa, della vostra balzana religione?, voi che adescate bambini e poi puntualmente non venite perseguiti?, perchè non ci lasciate liberi da questa fastidiosa e demenziale interferenza?

    Il Governo di uno Stato democratico, che si basa su una Costituzione, dovrebbe difendere la laicità dello Stato, i cattolici sono presenti in tutti i partiti, ma questo non vuol dire che debbano far valere i loro valori religiosi in tutta la popolazione laica italiana.

    Ricordo che la costituzione italiana difende la libertà di culto e di religione e la laicità dello Stato.

    Ne deriva che, se un politico antepone i valori religiosi alla politica, fa un qualcosa che esula dai motivi per cui è stato votato.

    E ancora, la chiesa non ha 2000 anni, ma 1700, dal momento che è stata fondata da Costantino intorno al 300 D.C., un periodo piuttosto recente se pensi che l’inizio dei tempi è avvenuto 5 miliardi di anni fa.

    Ha ragione Anna Finocchiaro ad arrabbiarsi ed a rinfacciare ai cattolici del PD ” abbiamo gettato al vento tre anni di lavoro per raggiungere un accordo”,
    farebbe bene la Finocchiaro ad abbandonare il PD, che assomiglia sempre più alla sagrestia dell’orrendo Vaticano, e aderire al nuovo partito riformista di sinistra che sta nascendo.

  24. Vox
    Vox says:

    @ Caro Pino,
    Mazzini mosse a Garibaldi la stessa critica, ovvero di aver “tradito” la causa, lasciando l’Italia alla monarchia, invece di proclamare la repubblica. Ma Mazzini era lontano dall’Italia e dalla realta’ del momento, e noi siamo psicologicamente lontani dal 1860.

    Garibaldi rispose che non avrebbe potuto fare diversamente. Che proclamare la repubblica in quel momento non sarebbe stato possibile, che c’era stato solo sostegno sufficiente (e anche quello per miracolo) all’unita’, mentre non esisteva, non era realistica l’opzione repubblicana, come G. stesso avrebbe idealmente voluto. Io credo che fosse davvero cosi’, tenendo conto della situazione geopolitica della penisola. Cesare Abba (“Da Quarto al Volturno”), uno dei Mille che parteciparono attivamente alla spedizione, scrisse che un numero esiguo di Garibaldini si era ritirato all’ultimo momento (alcuni addirittura dopo lo sbarco in Sicilia) perche’ G. non parlava di repubblica, ma restava fedele alla parola data a Vittorio Emanuele, al patto che aveva con la monarchia Sabauda (la quale, invece, lo uso’ e lo tradi’). Ma la maggior parte dei volontari lo segui’ ugualmente, poiche’ volevano in primo luogo la liberazione e l’unita’. Inoltre, il sostegno all’azione dei garibaldini non era omogeneo, molti non capivano nemmeno cosa fosse una repubblica.

    Come hanno osservato molti biografi e storici, anche contemporanei di G., egli era un uomo molto pratico e soprattutto realista che sapeva esattamente fin dove era possibile spingersi. Era un uomo d’arme, in fin dei conti, non un politico. Nel 1860 si poteva solo salire il primo gradino, cioe’ ottenere l’unita’, il resto si sarebbe dovuto conquistare in seguito. E guarda che liberare la penisola dagli austriaci, dai Borboni e dal papa, unificare un paese che non era mai stato tale, era gia’ una grande conquista. Noi facciamo l’errore di giudicare le cose col metro di oggi, mentre dovremmo inquadrarle nella prospettiva di quell’epoca.

    Per arrivare a proclamare la Repubblica ci sarebbe voluto un surplus di sostegno popolare – e militare – che in quel momento non c’era o non era possibile mettere insieme (e, comunque, non omogeneamente nella penisola). Le armi di cui disponevano i combattenti erano vecchie e insufficienti. Ritardare la dichiarazione dell’Unita’ d’Italia voleva dire dare il tempo al nemico di riprendersi, di ricominciare i conflitti, col rischio di una guerra civile o di tornare al punto di partenza. L’equilibrio dei rapporti con Vittorio Emanuele e con Cavour, per altro nemico acerrimo di Garibaldi, era paragonabile alle sabbie mobili. In ogni momento, i soldati piemontesi avrebbero potuto mettersi contro i garibaldini e contro chiunque avesse fin li’ combatutto o sostenuto l’unita’, reprimendo le velleita’ repubblicane nel sangue. Inoltre, era sempre potenziale un intervento militare della Francia.

    La sortita successiva (1863), nel tentativo di diminuire ancora il potere e l’estensione del Vaticano, fu un fiasco proprio perche’ G. si era spinto al di la’ di quel che egli stesso considerava realistico. Circondato, ferito, proibi’ ai suoi di rispondere al fuoco, perche’ considerava vite italiane anche quelle dei soldati che gli stavano sparando contro. Inoltre, non bisogna dimenticare che Garibaldi stava invecchiando, aveva passato una vita a combattere, sempre in condizioni dure e in poverta’, era ormai stanco e deluso, e probabilmente era arrivato ai suoi limiti, anche fisici.

    Per questo io non parlerei di tradimento, ma di realismo, o al limite di errore di valutazione e di eccesso di fiducia. Se avesse “tradito”, non avrebbe pronunciato le parole dure e sprezzanti sui re che tu stesso hai citato.

  25. Vox
    Vox says:

    PS – Caso mai qualcuno mi volesse “accusare” di fare sempre i copia-incolla, vorrei precisare che tutti i post qui sopra (fino al 124, firmato Vox) non sono stati postati da me. E in ogni caso, anche la riproduzione di articoli da altre fonti e’ utile e importante, per cui ringrazio chiunque li abbia messi in rete.

  26. Uroburo
    Uroburo says:

    Che vuol dire che il messaggio 124 NON è stato inviato da Vox???? Pino puoi confermare? U.

  27. Vox
    Vox says:

    A CHI SERVE IL TERRORISMO

    di Leonid Ivashov

    ”Il terrorismo favorisce la realizzazione degli obiettivi di dominio mondiale e la sottomissione degli Stati agli interessi di un’oligarchia mondiale”

    L’esperienza dell’umanità dimostra che il terrorismo appare laddove si vuole che si produca l’aggravarsi delle contraddizioni [sociali e politiche]… dove nasce l’instabilità politica, economica e sociale, dove si liberano potenziali di aggressività, dove decadono i valori morali e trionfano il cinismo e il nichilismo, dove si legalizzano i vizi e il livello di criminalità aumenta rapidamente.

    […]Penso che oggigiorno possiamo parlare di una crisi sistemica della civiltà umana. Questa si manifesta in modo particolarmente acuto sul piano dell’interpretazione filosofica della vita. Le sue manifestazioni più spettacolari hanno a che fare con il senso che si dà alla vita, all’economia e al campo della sicurezza internazionale.

    L’assenza di nuove idee filosofiche,la crisi morale e spirituale, la deformazione della percezione del mondo… la competitività per l’arricchimento illimitato e per il potere, la crudeltà, portano l’umanità verso il decadimento e forse la catastrofe.

    L’inquietudine, così come la mancanza di prospettive di vita e di sviluppo nella quale si vedono sommersi molti paesi e Stati, creano un importante fattore di instabilità mondiale.

    […]La distruzione del modello multipolare che garantiva l’equilibrio delle forze nel mondo ha causato anche la distruzione del sistema di sicurezza internazionale, delle norme e principi che reggevano i rapporti tra gli Stati, il ruolo dell’ Onu e del Consiglio di Sicurezza.

    Oggi gli Stati Uniti si arrogano il diritto di decidere il destino di altri paesi, di commettere atti di aggressione, di sottomettere i principi della Carta delle Nazioni Unite ai loro interessi.
    Sono stati proprio i paesi occidentali che, attraverso le loro azioni contro la Repubblica Federale Yugoslava e l’Iraq, permettendo l’aggressione di Israele contro il Libano, minacciando la Siria, l’Iran e altri paesi, a liberare un’ enorme energia di resistenza, di vendetta e di estremismo, energia che ha rinforzato il potenziale terrore prima di ritornare, come un boomerang, contro l’Occidente stesso…

    L’analisi […] dei processi di globalizzazione […] dimostrano che il terrorismo favorisce la realizzazione degli obiettivi di dominio mondiale e la sottomissione delle nazioni, a favore degli interessi di un’oligarchia mondiale.

    Questo significa che il terrorismo non rappresenta di per se’ un attore della politica mondiale, ma un semplice strumento, un mezzo per instaurare un nuovo ordine unipolare, con un centro di comando mondiale unico, per cancellare le frontiere nazionali e garantire il dominio di una nuova elite mondiale.

    L’attuale terrorismo internazionale è […] un mezzo per raggiungere obiettivi politici destabilizzando le popolazioni sul piano socio-psicologico, demotivando le strutture del potere degli stati e creando condizioni che permettano di manipolare la politica e il comportamento dei cittadini.

    Il terrorismo è un modo di fare la guerra in modo differente, non convenzionale. Allo stesso tempo, il terrorismo, insieme ai media, si comporta come un sistema di controllo dei progetti mondiali[…]

    Se esaminiamo in questo contesto i fatti dell’11 Settembre 2001, possiamo giungere alle seguenti conclusioni:
    L’attentato terrorista contro le torri gemelle del World Trade Center ha modificato il corso della storia mondiale distruggendo definitivamente la situazione risultata dagli accordi Yalta- Potsdam; esso ha slegato le mani a Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, permettendo loro di realizzare attacchi contro altri paesi, in aperta violazione delle regole dell’Onu e degli accordi internazionali[…]

    Praticamente dietro ogni atto di terrorismo si nascondono forze politiche molto potenti, aziende transazionali o strutture criminali con degli obiettivi ben precisi. E quasi tutti gli atti terroristici, eccettuate le attività di liberazione nazionale, sono in realtà delle provocazioni. Anche nel caso dell’Iraq, le esplosioni nelle moschee sunnite e sciite non sono altro che provocazioni organizzate secondo il principio “dividi et impera”.

    […]
    1. L’oligarchia finanziaria mondiale e gli Stati Uniti hanno ottenuto il diritto non formale di ricorrere alla forza contro qualsiasi Stato.

    2. Il ruolo del Consiglio di Sicurezza si è liquefatto. Attualmente svolge sempre maggiormente un ruolo di organizzazione criminale, complice dell’aggressore e alleato della nuova dittatura fascista mondiale.

    3. Grazie alla provocazione dell’11 Settembre, gli Stati Uniti hanno consolidato il loro monopolio mondiale e ottenuto il via libera in qualsiasi regione del mondo e l’accesso alle sue risorse.

    Lo sviluppo dell’operazione-provocazione conta sempre sulla presenza obbligatoria di 3 elementi:

    – il mandante
    – l’organizzatore
    – l’esecutore

    Nel caso della provocazione dell’11 Settembre, e contrariamente all’opinione dominante, “Al Qaeda” non poteva ordinare la sua realizzazione, né organizzarla, dato che non disponeva delle risorse finanziarie (enormi) che esige un’ azione di tale magnitudine[…]
    Secondo la mia opinione personale, può essere stata l’oligarchia finanziaria mondiale stessa a fare da mandante di questa provocazione, per instaurare una volta per tutte “la dittatura fascista mondiale delle banche” (espressione del noto economista statunitense Lyndon Larouche)…

    L’invasione dell’ Afghanistan, paese ricco di giacimenti di gas, quella dell’Iraq e forse anche quella dell’Iran, paesi che contano su riserve di petrolio di livello mondiale, così come l’instaurare un controllo militare sulle vie strategiche di trasporto del petrolio e il considerevole aumento del prezzo di quest’ultimo, non sono che conseguenze dei successi dell’11 Settembre del 2001.

    L’organizzatore dell’operazione può essere stato un consorzio ben organizzato, abbondantemente finanziato e composto da rappresentanti (vecchi e attuali) dei servizi segreti, di organizzazioni massoniche e di impiegati dei trasporti aerei.
    La copertura mediatica e giuridica è stata garantita dagli organi della stampa, dai giuristi e dai politici al soldo. Gli esecutori sono stati scelti in funzione della loro origine etnica…

    Il diritto dei popoli alla resistenza contro l’aggressione e le attività sovversive dei servizi segreti stranieri, così come il diritto a difendere i propri interessi nazionali, oggi sono calpestati, mentre vengono assicurate tutte le garanzie a quelle forze che cercano di instaurare una dittatura mondiale e di dominio mondiale […]

    (Il Generale russo in congedo Leonid Ivashov, ex capo delle Forze Armate della Russia, è una delle persone meglio informate nel mondo, non soltanto a causa del ruolo che ha occupato e che gli ha permesso di godere di tutta una serie di sofisticati strumenti: satelliti artificiali, una squadra di analisti e altre reti d’informazione segrete o confidenziali, ma anche perché attualmente è il vice presidente dell’Accademia di Geopolitica di Mosca. L’11 Settembre 2001 era Capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate Russe).

    Fonte: http://www.insurgente.org

  28. Vox
    Vox says:

    @ Uroburo

    Ma no, il 124 l’ho inviato io.
    Ho solo detto che i messaggi PRECEDENTI
    al del 124 non erano miei.
    Cari saluti
    Vox

  29. Vox
    Vox says:

    PROVE INCONFUTABILI DEI CRIMINI COMMESSI DA ISRAELE

    […]According to the Israeli human rights group, Yesh Din, IDF head chaplain, Rabbi Avichai Rontzki, a brigadier general, distributed booklet material saying that it was “terribly immoral” to show mercy to a “cruel enemy” and that soldiers were fighting “murderers.” Imagine rabbis claiming to be men of God, yet violating core Jewish dogma by preaching hate, premeditated murder, and lying about innocent civilians they’re vilifying. Another example of the viciousness of a so-called civilized state, acting like barbarians (in the name of God) and calling it just.

    http://rense.com/general85/incrim.htm

    In questo lungo articolo sono raccolte tutte le prove e le testimonianze, per di piu’ provenienti dagli israeliani stessi) sui crimini contro l’umanita’ commessi dal governo israeliano, sia a Gaza che nella West Bank.

    Nel brano riportato piu’ sopra si racconta di come molti esponenti del rabbinato seguissero i militari, distribuendo volantini e incitando a una barbara e anacronistica “guerra santa”, all’eliminazione fisica dei “Gentili che occupano la nostra terra promessa”.

  30. sylvi
    sylvi says:

    Caro Faust, e anche Pino,

    io non ho scritto “un ceffone immeritato”!
    Ho scritto, al contrario, che i giornali nazionali si occupano di veline, non dei morti ammazzati in Campania, morti due volte perchè il silenzio è morte.
    Ha ragione Pino che l’Unità è stata monca; perchè, aggiungo io, le migrazioni Sud-Nord non sono state accompagnate con l’educazione alla convivenza.
    Molto spesso qui abbiamo visto “i terroni” come usurpatori di lavoro e cultura . Soprattutto quest’ultima!
    Ci imponevano i loro usi che noi non capivamo e che , in ultimo, disprezzavamo!
    Ci siamo spesso sentiti soffocare dalla loro invadenza, dalla loro parlantina e, perchè no, da un disprezzo che contraccambiava il nostro.

    Quando insegnavo in caserma “sentivo” l’orgoglio ferito del meridionale costretto a venire a scuola da una quasi coetanea, donna e del nord.
    “Perdevo” più tempo a spiegare le “nostre” storie diverse e simili, a giustificare la loro storia di bambini traditi nei loro diritti più elementari che a insegnare il programma ministeriale.

    Concludevo, al solito,esortandoli ad acciuffare questa occasione
    che in parte li avrebbe riscattati.
    Ora terroni e polentoni vivono gli uni accanto agli altri, ma molto spesso la storia e la diffidenza ci divide perchè non abbiamo raggiunto quel sentire “sereno” nel rispetto dell’altro.

    Perchè al Sud non sono stati “costruiti” i diritti e i doveri civili, il rispetto comune delle regole e soprattutto il concetto che se io denuncio un sopruso è mio diritto e mio interesse farlo perchè è l’interesse comune che viene colpito.
    Al Nord è stato comodo condannare senza vedere e capire.
    In fondo è quello che ha detto Saviano ieri sera.

    Saviano ha bollato e condannato quei bambini in prima fila davanti ai morti ammazzati.
    La morte straziata come immagine “normale” di vita. E’ orrendo!

    In fondo se la lezione di giornalismo e di lettura dei titoli, che ci ha fornito Saviano, fosse recepita e sbattuta in prima pagina dai giornali ” che contano” credi proprio che al nord nessuno capirebbe?
    Credi proprio che la Lega ci abbia obnubilato le coscienze?
    E’ vero però, è il silenzio e l’omertà che uccide. Siamo tutti colpevoli.

    Ora? Al Sud quanti ascoltano i saviano che ci sono?
    Quanti, per un malinteso orgoglio, rifiutano di fare autocritica?
    Quanti hanno interesse ” a che tutto cambi perchè nulla cambi”?

    Non so dare risposte.

    Ps: la poesia è pensiero armonico, è la nostra vita , i dolori e le gioie (più rare) in musica. Rima baciata o no!
    Tu hai espresso il tuo sentire. Sincero.
    Il messaggio è passato.

    ariviodisi
    Sylvi

  31. I processi? Aboliamoli, almeno quelli per i berlusconi e berluschini
    I processi? Aboliamoli, almeno quelli per i berlusconi e berluschini says:

    Giustizia, monito del Consiglio d’Europa “In Italia i processi sono troppo lunghi”
    BRUXELLES – Dal Consiglio d’Europa arriva un nuovo richiamo all’Italia sulla durata eccessiva dei processi. In esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha infatti adottato una risoluzione nella quale si lancia un appello alle autorità italiane affinché moltiplichino gli sforzi per un’adozione rapida delle misure già sul tavolo per la procedura civile e penale. Ma si chiede anche un’urgente adozione delle misure appositamente concepite per ridurre gli arretrati nei processi civili, penali ed amministrativi.

    Non è la prima volta che l’Europa ci bacchetta sulle farraginose procedure processuali. Invitandoci ad abbreviare la durata dei procedimenti, civili e penali, dando anche un limite di tempo per l’adeguamento: il 2009 per le procedure amministrative e giugno 2010 per i processi civili e penali.

    “Nei tribunali italiani – si legge in una nota – sono pendenti cinque milioni e mezzo di procedimenti civili e oltre tre milioni di processi penali. I Ministri del Consiglio d’Europa sollecitano l’adozione di misure legislative – magari una legge ad hoc – per accelerare i procedimenti e abbreviare la durata dei processi, anche nel settore amministrativo”.

    Il Comitato dei ministri suggerisce pure la modifica della legge Pinto, ovvero la creazione di un sistema di finanziamento che acceleri l’indennizzo per le sanzioni previste dalle numerose condanne all’Italia della Corte europea dei Diritti dell’uomo.

  32. Peter
    Peter says:

    xVox

    beh, non mi pare che neanche lei scherzi…Voglio dire, ce n’e’ abbastanza per quelli firmati da lei

    cari saluti senza ‘accuse’

    Peter

  33. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    sulla civilta’ romana abbiamo punti di vista diversi. Io sono contento che ci sia stata, nel contesto di quello che era il mondo di allora. Il che non vuol dire che possa o debba essere presa a modello od esempio oggi, come fecero quegli imbecilli dei fascisti italiani del Ventennio (peraltro si rifecero solo alle pompe ed orpelli estranei, di fatto, alla civilta’ romana fino ad Augusto, credo). Il mio punto di vista era comunque che in seno alla civilta’ romana antica vi furono molti cambiamenti, sconvolgimenti e quindi un’evoluzione. A me sarebbe piaciuto, per cosi’ dire, se quell’antico regime fosse cambiato, anche radicalmente, senza tramontare del tutto, o almeno lasciando un ‘Europa unita ed integrata per lingua, cultura, tradizioni, magari anche religione…dolci sogni. Molti dimenticano che l’Europa, dalla fine dell’impero romano in poi, e’ stato il triste teatro delle guerre piu’ lunghe e sanguinose mai combattute nella storia dell’umanita’, per esempio. Ragion per cui gli europei diventarono militarmente piu’ agguerriti, e tecnicamente piu’ avanzati, di qualsiasi altro popolo al mondo a partire dal ‘Rinascimento’ in poi. I cinesi inventarono la polvere da sparo molto prima di noi, ma non la usarono per scopi bellici perche’ erano un popolo internamente meno diviso, e percio’ incline a lottare militarmente, di noi europei.
    Una piccola nota: lei continua a dire mutata mutandis, credo che la dizione sia mutatis mutandis (ablativo assoluto)

    Peter

  34. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Guardi che i miei non sono giudizi, ma solo constatazioni. Da qualche tempo ho maturato inoltre il convincimento che la storia umana non è affatto un continuo miglioramento, ma uno zigzagare con alti e bassi, a volte con abissi. Non c’è una meta. Si tratta solo di vivere. O almeno tentarci.
    Gli Usa hanno senza dubbio contribuito a cose molto buone a partire dai germi che hanno contribuito alla Rivoluzione Francese. I soldati mandati oltre Atlantico a dare man forte agli insorti contro gli inglesi sono poi tornati in Francia portandosi appresso le idee egualitarie e repubblicane che fermentavano nell’America del Nord. Io però avrei preferito che gli europei se ne restassero in Europa anziché andare a sterminare in lungo e in largo gli indigeni delle Americhe. Mi fa accapponare la pelle chi dice che “è stato necessario per il progresso”. Analogamente, se i romani se ne restavano a Roma ad allevare pecore anziché sciamare per il mondo forse ci sarebbero stati meno morti in giro: Giulio Cesare si vanta di avere accoppato un milione di Galli, e se non ricordo male ad altrettanti mozzò la mano destra per evitare impugnassero le armi contro Roma. “Civiltà” di questo tipo non mi entusiasmano, e per gli imperi non trovo giustificazioni.
    Però è andata così, e forse altrimenti sarebbe andata peggio per mani altrui. Chi lo sa!
    Mi sono convinto che la radice del male è la teologia del “sacrificio di sangue”, tipica della bibbia, fatta propria poi dal cristianesimo sia pure “mutatis mutandis” tramite la figura dell’agnello sacrificale umano chiamato Gesù Cristo e ripresa anche dall’islam. Chi sacrifica a Dio o agli Dei delle vite, animali o umane, è a mio avviso un pericolo. E se si indulge sulla redenzione tramite sacrificio umano, sia pure come incarnazione di Dio, poi nel dna culturale si innesca la strana convizione che accoppare il prossimo possa essere comunque positivo, dal “necessario per la democrazia” ad altre amenità. Chi ha divinità da placare col sangue è più disponibile degli altri a versare il sangue altrui, perché è già allenato sin dalle fasce a trovarlo normale. Non a caso c’è sempre stata una identità di fondo tra la croce e l’impugnatura della spada, che era appunto a forma di croce….
    Anche gli etruschi e i romani sacrificavano vite umane, come del resto i greci. I “giochi” (!) gladiatori cos’altro erano?
    Ecco, credo sia inevitabile che la civiltà occidentale, se resta basata di fatto sulla teologia (e annessi nazionalismi) del sacrificio di sangue (specie altrui!), sia destinata o a essere spazzata via o a spazzare via le altre civiltà, come del resto ha già fatto un numero incalcolabile di volte. Francamente, preferirei scenari più vivibili….
    La mia simpativa va ai popoli, “selvaggi” o no, che al massimo sacrificavano e sacrificano ai loro Dei solo vegetali. Preferisco le Divinità che si accontentano di un sorriso, anziché romperci i coglioni e terrorizzarci con inferni, dannazioni eterne, punizioni più o meno esemplari e porcherie simili. I cleri di queste divinità sono di fatto sempre in larga parte istigatori a delinquere, uno stimolo ai crimini più efferati, anche contro l’umanità. Nulla è più tossico e mortale del monoteismo. Ripeto: il mio non è un giudizio, ma una constatazione. Forse le altre civilità avrebbero potuto essere peggio, però è storicamente certo che finora i peggiori di tutti e di sempre siamo noi, i monoteisti di vario tipo. E, come si legge nei giornali, non abbiamo ancora finito di “esportare” soprattutto massacri, sia pure variamente giustificati.
    Un saluto.
    pino

  35. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Dimenticavo: so che molti sostengono la correttezza di “mutatis mutandis”, ma io sono affezionato – infantilmente – al “mutata mutandis” del mio professore di latino al liceo “Messedaglia”, don Sambugaro (un prete): accusativo alla greca la prima parola, complemento di mezzo la seconda. Come dire “mutate le cose con le cose mutate”. Personalmente preferirei addirittura la forma, credo mai usata da nessuno, “mutata mutanda”, vale a dire l”accusativo alla greca per entrambe le parole: “mutate le cose da mutare”.
    Si usa dire “dulcis in fundo”, ma credo si dovrebbe dire “dulce” o “dulcia in fundo”, visto che la prima parola è un aggettivo sostantivizzato e quindi va con il genere neutro, ma forse lo si usa come fosse “con le cose dolci in fondo” anziché come accusativo alla greca “le cose dolci in fondo”.
    Però io di latino ne so molto poco.
    Cura ut valeas.
    pino

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Lotta tra le Ferrovie che collegheranno Roma a Milano in 3 ore e l’Alitalia che la collegherà in 3 ore e 20. Mi sembra che la bilancia della convenienza penda per la Ferrovia, sia per il tempo, sia per il costo del biglietto. Per non parlare delle condizioni meteorologiche che a volte penalizzano il trasporto aereo.

  37. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    capisco. Neanch’io ne so un granche’ di latino. Pero’ mi pare che l’accusativo alla greca esprima una ‘limitazione’ di qualche sorta, in genere riferita a parti del corpo. Esempio classico : Achille pie’ veloce (in accusativo nell’odioso greco), ovvero ‘veloce nei piedi’.
    Per il resto, il latino e l’italiano (che ha perso le desinenze ma non i casi logici) preferisce l’ablativo assoluto. Direi che ‘a pie’ fermo’, o ‘sparse le trecce morbide sull’affannoso petto’ ricalcano l’accusativo alla greca, mentre ‘vista la mala parata’ , o ‘ cio’ detto’, riflettono l’ablativo assoluto. Del resto, mutata (accusativo o nominativo neutro) non potrebbe logicamente accordarsi con mutandis ablativo. Un’altra differenza e’ che l’ablativo assoluto si riferisce ad un verbo, l’accusativo alla greca in genere ad un aggettivo (veloce, fermo…).
    Quanto a dulcis in fundo, e’ latino maccheronico. Fundus in latino significa fondo nel senso di campagna. Dulcis (nominativo maschile) vuol dire soave, mite, affabile.

    Peter

  38. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    cerco sempre di ricordarmi che i suoi messaggi vanno presi ‘cum grano salis’, come minimo. Forse di sale, per il suo ultimo messaggio, ce ne vogliono parecchie cucchiaiate.
    Preferisco non commentare

    buonanotte

  39. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Figurarsi, se lei era d’accordo!
    Prenda tutto il sale che le serve, ma non devo essere io a ricordarle che ostruisce le arterie!

    Le dirò, schietta come al solito, che il Sud lo amo più io di lei; perchè mi sforzo di vedere una speranza concreta , un agire “insieme” piuttosto che chiaccherare, perchè qualcosa cambi.

    Ma che aiuto pùò dare il Nord a un Sud che ritiene che tutto sia normale, che tutto vada bene così com’è?!!!

    Diventi pure una Scarpa, come dice Nicotri,se è questo che vuole e cammini pure con le sue suole!!
    Con le sue suole, non con quelle degli altri!
    E continui, seduto al fresco con la granatina, a raccontarsi la storia della sua grande civiltà
    Posso solo augurare – buon viaggio! e buoni sogni!

    buonanotte
    Sylvi

  40. carlino
    carlino says:

    Hanno la faccia come il culo

    ROMA- «Il governo e il centrodestra hanno realizzato quanto promesso in Senato il mese scorso, quando un precedente ddl confezionato in gran fretta per impedire la morte della Englaro è stato ritirato alla notizia che la donna, vissuta per 17 anni in stato vegetativo, era deceduta dopo la sospensione dell’alimentazione artificiale». È quanto scrive l’Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, sul suo sito Internet dando notizia dell’approvazione al Senato del ddl sul fine vita, proposto dalla maggioranza di centrodestra, dopo il caso di Eluana Englaro e per impedire altre morti come la sua.

    Il ddl fu ritirato, in verita’, quando testa d’asfalto seppe che Napolitano non l’avrebbe presentato.

    Questa legge appena votata e’ una porcata assurda.

    Siamo noi i veri talebani.

  41. carlino
    carlino says:

    « Il buco nero dell’energia
    L’orgoglio del soldato e altri pensieri sulla vita

    Ieri sera, a cose fatte, mostrava ai giornalisti la medaglia lucida appuntata al petto. “Con questo provvedimento non sarà più possibile un caso Englaro”. Non si è chiesto, il soldato Sacconi, a quale prezzo. Non se lo è chiesto lui né se lo è chiesto il reggimento di solerti senatori che ha votato con fierezza gli articoli di una norma che impone per legge sofferenza e atrocità. Ma che importa, loro sono “per la vita”.

    Settimane fa, davanti alle quattro misere righe di testo presentate come legge urgente, chiedevo inutilmente al ministro Sacconi, e al Parlamento, di fermarsi a riflettere. Di pensare al fatto che i malati, e le malattie, non sono tutti uguali. Che il cammino di ognuno di noi verso la fine, proprio perché individuale e personale, non può essere regolato con una legge che non esplori le differenze. Dicevo, in quelle righe più emozionate che razionali, che per un malato terminale di cancro l’alimentazione a volte è una perfida tortura. Lo conferma, oggi, l’intervista pubblicata da “Repubblica” a Daniela Valenti, titolare di due hospice a Bologna: “Il divieto di interrompere l’idratazione e l’alimentazione può avere effetti devastanti per chi sta morendo di tumore”.

    In quella pagina ho raccolto centinaia di testimonianze. Centinaia di rei confessi che come me hanno avuto una persona cara in punto di morte e, in un estremo gesto di pietà umana, vincendo il feroce desiderio di non separarci mai da coloro che amiamo, hanno violentato i loro istinti ritraendo la mano che offriva il cibo.

    Ma voi no. Non sia mai che i soldati della vita si facciano piegare da una folata di buon senso. Vi siete appropriati della parola, vita. Giocando a contrapporre la cultura della vita alla cultura della morte. Sempre secondo la vostra illuminata opinione, s’intende. (Né vi sfiora di lontano l’idea che le due, la vita e la morte, siano compagne inseparabili.) Laici o credenti, difendete incrollabilmente la vita dal concepimento alla nascita e dal coma alla morte. Ma di tutto quel che c’è in mezzo vi importa poco.

    Davvero mi sfugge di quale malinteso significato del termine “vita” parliate, ministro Sacconi. E mi rivolgo di nuovo a lei perché ieri – poche ore prima che lei si presentasse raggiante davanti ai giornalisti per celebrare la sua gloria – un uomo è si dato fuoco a Roma, davanti al Campidoglio, perché ha perso il lavoro. E perché leggo – sul sito del dicastero che le è stato affidato con il voto degli italiani (siete servitori, signor ministro, non lo dimentichi) – che lei è ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

    Questa mattina, scorrendo le pagine dei giornali, cercavo avidamente tra le dichiarazioni di giornata una sua parola sull’importanza di difendere la vita di chi, a 39 anni, non ha più mezzi per proteggere la vita dei suoi cari. La moglie, i due figli. Il più piccolo ha quattro anni. Non se ne abbia, signor ministro, ma non ho trovato una riga. Forse i giornalisti non hanno ritenuto di riferire la sua preoccupazione. O forse non ha ritenuto di riferirla lei, preso com’era a difendere la vita degli italiani.

    Ecco, signor ministro, mi piacerebbe tanto sapere che cosa intende lei con la parola vita. E non sa come mi piacerebbe, un giorno di questi, senza fretta, aprire i quotidiani e leggere una sua dichiarazione: “”Con questo provvedimento non sarà più possibile un caso Vincenzo C.”. Perché lei, di suo pugno, avrà redatto e difeso a spada tratta una legge che protegga i cittadini che non hanno di che sfamare la famiglia.

    Sfamare, pensi l’ironia: mentre si affanna per far ingerire cibo a viva forza a chi non ne desidera più, non si accorge, signor ministro, che c’è gente che ne avrebbe un disperato bisogno. Tutti e due, l’uno e l’altro, sono sotto la giurisdizione del suo dicastero.

    Post Scriptum. Intorno alle 18.30 del 26 marzo il Senato ha approvato il Disegno di Legge sul testamento biologico, se così si può dire. Stendendo un velo pietoso su una buona parte del dibattito sul voto, ora il testo passa alla Camera. Il commento che ho scritto questa mattina non cambia di una virgola.

    http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/03/26/lorgoglio-del-soldato-e-altri-pensieri-sulla-vita/

  42. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Il timore è che la Libertà nel nome del nuovo partito, altro non sia che quella di Berlusconi di fare tutto quello che vuole.

    The Economist.

    26 marzo

  43. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    tra scarpe, suole e granatine, nei suoi posts si vede una crescente confusione. Pazienza, ci sono abituato. Si sieda lei al fresco, con una bella tisana alla camomilla. Magari con dentro sale anziche’ zucchero: non e’ detto che non le faccia bene
    buona giornata
    Peter

    ps
    come sono contento di avere evitato il militare ai miei tempi. Se qualcuno mi avesse detto che occasione stavo godendo a fare il militare in un posto civile come il suo…magari sarei finito a Gaeta per assalto con baionetta

  44. Il Passator  Cortese
    Il Passator Cortese says:

    Il presidente del consiglio è in evidente stato confusionale.

    Se Silvio Berlusconi fosse in cassintegrazione cercherebbe «un’altra possibilità, una attività diversa, magari in un negozio o una cosa commerciale», o uno smercio al dettaglio di quella polverina bianca estasiante, il borotalco.

    Il presidente del Consiglio lo afferma mentre visita il termovalorizzatore di Acerra.

    «Non starei lì, avendo la cassintegrazione a non fare nulla», spiega il premier «cercherei di fare qualcosa» ma quant’è bravo il presidente ad incitare all’evasione fiscale. Un cassaintegrato non può lavorare e se lavora non può essere cassaintegrato!

    Ieri aveva esortato i disoccupati: «Chi è stato licenziato si trovi qualcosa fare, io non starei con le mani in mano…». «Io spero comunque che si faccia di tutto affinchè non si lasci nessuno a casa – ha aggiunto – Anche gli imprenditori si devono inventare qualcosa», magari si possono buttare in politica visto che non conosce mai crisi.

    Dopo aver ricordato di volere una grande alleanza con l’Udc Berlusconi ha aggiunto: .

    In Europa cerchiamo di portare il 50% dei candidati giovani e almeno il 50% di donne, parole, solo parole, tante parole, perchè nel suo partito le donne sono una piccolissima minoranza?.

    Dice: basta con le nomenclature, è il passato, perchè lui, il cialtrone imbonitore si sente di essere il nuovo, e, per questo lui, l’uomo opaco, l’uomo che ancor oggi non ha mai illustrato l’inizio delle sue fortune, ancor oggi non si conosce la reale nascita delle sue immense fortune economiche, vuole, e, spudoratamente aspira alla presidenza della Repubblica, insomma cialtronescamente mira al colle.

  45. carlino
    carlino says:

    “L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”

    Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.

  46. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Una bella rispostina pepata, adatta a lei,- forse più d’una-,
    ce l’avrei sulla punta della lingua;
    ma la ricaccio indietro!
    E’ venerdì di perdono e penitenza!!!

    buona giornata anche a lei!

    Sylvi

  47. carlino
    carlino says:

    Veronesi: «Il referendum? Mi sembra inevitabile»

    nessuno farà il testamento biologico. Perché esprimere in anticipo le proprie volontà sapendo che saranno poi disattese? Oppure tutti faranno il testamento biologico come se la legge non esistesse, sapendo di essere protetti dalla Costituzione e dal Codice di Deontologia medica che obbliga il medico a rispettare le volontà del paziente. E succederà che molti medici faranno obiezione di coscienza per rispetto dei loro malati. Se questa legge non rispetta i diritti dei cittadini, non rispetta neppure quelli dei medici. Credo che difficilmente si potrà evitare un referendum abrogativo».

    c’è la tendenza a imporre delle verità di fede anche a chi la fede non ce l’ha».

« Commenti più vecchiCommenti più recenti »

I commenti sono chiusi.