Quanta ipocrisia, falsità e retorica sullo Stato palestinese, che è ormai chiaro non potrà mai nascere

Tra le altre ipotesi che ho letto in questi giorni riguardo il vero motivo dell’invasione di Gaza e il futuro dell’ormai 60ennale dramma Israele/Palestina trovo che la seguente sia la più realistica: «Sconfitto e umiliato, Hamas resta al potere a Gaza. Forse è questo il vero scopo dell’operazione “Piombo fuso”. Le Palestine restano due, entrambe smilitarizzate, ma ancora senza essere uno Stato. Entro qualche mese il processo di pace iniziato l’anno scorso ad Annapolis, si rimetterà in moto. Israeliani e palestinesi dovranno accordarsi su questioni controverse come le frontiere, la spartizione di Gerusalemme, il diritto al ritorno dei profughi palestinesi e le colonie ebraiche. L’esistenza di due realtà palestinesi, una buona e l’altra che ancora non riconosce l’esistenza di Israele, sarà di grande aiuto ai negoziatori israeliani. Difficile creare uno Stato solo di due Palestine così opposte».
E comunque ormai è chiaro che lo Stato palestinese non nascerà mai.
E forse non ha più molto senso. Da una parte il territorio palestinese è diventato luogo di desolazione, divisione e odio tra gli stessi palestinesi, soprattutto a Gaza, con Hamas che spara volentieri anche agli uomini di Fatah e dell’Anp. Dall’altra parte la mania di chiudersi in un ghetto, in uno Stato comandato a tutti i costi da soli ebrei e possibilmente “ripulito” anche dei quasi due milioni di arabi con cittadinanza israeliana, come per esempio vuole non solo il partito Israel Beitanu ma buona parte del rabbinato, che come tutti i cleri spinge volentieri all’odio e allo scontro. E’ nell’interesse dei palestinesi vivere in un feudo di Hamas o comunque in una sorta di riserva indiana? Non è meglio, a questo punto, diventare cittadini israeliani a tutti gli effetti? Che era poi il sogno dei sionisti alla Judah Magnes e di tutti coloro che si erano accorti, sia pure in ritardo, che la “terra promessa” (?) era già abitata da “altri”.
Errore, quello degli israeliani che vogliono una nuova e definitiva “pulizia etnica”, molto grave e non solo perché tale “pulizia” ricade sotto la categoria dei Delitti contro l’Umanità, ma perché a ben vedere è l’unica vera assicurazione antiatomica di Israele, ammesso che sia vero e non solo strumentale il suo timore di essere “cancellata” a suon di (immaginarie) bombe atomiche islamiche. Anche ammesso ma non concesso che ci sia davvero chi vuole cancellare Israele con le atomiche, vulgata tra le più truffaldine perché tra le più irrealizzabili per mille e uno motivi più volte spiegati nei forum di  altre puntate del nostro blog, il modo più sicuro di scongiurarlo è avere nella popolazione due milioni di arabi, che inoltre aumenteranno di numero. Lanciare atomiche su Israele significherebbe infatti accoppare anche quei milioni di arabi, cioè di musulmani. Eventualità assolutamente impossibile. Anche dal punto di vista islamico, specie se “duro e puro”. Le soluzioni autodistruttive di massa come quella di Masada, che leggendo Gad Lerner ho scoperto essere addirittura atto fondativo dell’identità ebraica, non mi pare abbiano mai fatto parte della realtà islamica e non figurano neppure in nessun suo testo sacro.

Se invece Israele diventasse il solito ghetto, riservato solo e gelosamente agli ebrei e con scarsa simpatia per i “gojm”, cioè per i non ebrei, allora fargli fare la fine di quello di Varsavia sarebbe evidentemente molto più facile. Mi pare talmente evidente che dovrebbe capirlo anche un cretino. Strano non lo capiscano i governi israeliani. Senza contare che nell’era storica della globalizzazione e dei confini sempre più porosi per le migrazioni di massa può fare solo davvero pena qualunque discorso sulla “purezza” di qualunque singola etnia o religione che si mettesse in testa di governare da sola un territorio. Il mondo intero pare sia in festa – forse un po’ troppo affrettata – per l’elezione di un “abbronzato” come Obama addirittura alla presidenza degli Stati Uniti. Se è stato possibile per un uomo che solo 20 o 30 anni fa non sarebbe neppure stato bene accetto e servito in un ristorante diventare presidente della massima potenza mondiale, dove coesistono centinaia di lingue e gruppi etnici tra loro diversi e spesso in conflitto, è chiaro che non ha nessuna giustificazione, nessuna base accettabile la pretesa che un palestinese (o un arabo israeliano) non possa mai diventare ministro o capo di Stato di una Israele terra di pari diritti e doveri per tutti i suoi cittadini senza distinzione di “razza”, etnia, religione, sesso, numero e colore di scarpe. Forse che il pianeta gira in un senso mentre in Israele/Palestina deve continuare a girare in eterno in un altro senso, tutto e solo suo e color sangue?
Ma questo è un argomento su cui in futuro varrà la pena tornare. Per ora osserviamo per quali motivi parlare di Stato palestinese è un po’ come andare a caccia di farfalle sotto l’arco di Tito… Solo che qui non si tratta di farfalle, ma di esseri umani che crepano. E se facciamo i conti dal ’48, temo ci sia da svenire.
Le cartine, dunque. Guardandole da sinistra a destra, le quattro mappe indicano la distribuzione della terra tra arabi-palestinesi (in verde) ed ebrei (in bianco) sull’attuale territorio di Israele:
– la prima nel 1946;
– la seconda nel piano di spartizione dell’Onu nel 1947. Come si vede, l’Onu decise di assegnare alla minoranza ebraica la maggioranza del territorio. Ovvero, di dare alla maggioranza araba-palestinese la minoranza del territorio. Scelta di difficile comprensione, soprattutto – come fanno rilevare vari storici ebrei israeliani – per la maggioranza araba-palestinese. Ovviamente.
– La terza mostra come è cambiata, a vantaggio degli israeliani, cioè a svantaggio dei palestinesi, la situazione dal 1949 al 1967.
– La quarta mostra la miserabile situazione odierna. Come si vede, oltre alla Striscia di Gaza ridotta a meno di un francobollo, uno dei più se non il più densamente abitato al mondo, il territorio della Cisgiordania  è frazionato. I suoi singoli pezzi sono spesso separati tra loro dal famoso Muro.
Stando così le cose, davvero c’è qualcuno, oltre agli illusi, che pensa possa nascere il tanto blaterato Stato Palestinese? E anche ammesso che finalmente nasca, c’è qualcuno, oltre agli illusi, che pensa possa davvero essere considerato uno Stato anziché una barzelletta? Dubito assai che l’Italia sarebbe mai potuta nascere se Garibaldi e i Savoia avessero messo assieme solo qualche piccola toppa dello Stivale. E non credo nemmeno che gli stessi sionisti anti Magnes si sarebbero accontentati dei rimasugli di terra rimati oggi ai palestinesi, visto la piazza pulita che hanno fatto di più o meno 500 villaggi altrui. Per capire meglio come stanno le cose anziché bersi le interessate balle dilaganti sui mass media vale invece la pena leggersi l’ottimo ed esaustivo libro “Palestina: quale futuro? La fine della soluzione dei due Stati”, edito da Jaca Book e recante testi di 13 autori, palestinesi, ebrei e israeliani senza fette di prosciutto negli occhi e pietre al posto del cervello e del cuore. Vi posto un link che riassume brevemente questo libro: http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788816407862/palestina-quale-futuro-la-fine-della-soluzione-dei-due-stati.html .
Poi si può discutere all’infinito di colpe e responsabilità degli uni o degli altri. Ma la realtà storica e territoriale è quella che è. Chi vuole maggiori dettagli può consultare le carte dei link seguenti, con una avvertenza: poiché di norma lo Stato di Israele non è rappresentato per intero, ma solo la parte che contiene le zone palestinesi messe in evidenza, NON si riesce ad avere l’esatta proporzione, che è roba da far cascare le braccia, tra il totale oggi in mano a Israele e gli avanzi rimasti ai palestinesi. Avanzi che si può ulteriormente ridurre facendo in modo che la Striscia di Gaza all’Egitto. Non a caso le cartine di questi link fanno parte di una servizio – della rivista Limes – intitolato “La Palestina impossibile”.
Spero che d’ora in poi chi interverrà su questo tragico e penoso argomento lo faccia con maggiore cognizione di causa e meno cinismo.
http://temi.repubblica.it/limes/avanzi-di-palestina-nella-morsa-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/il-muro-e-oltre/
http://temi.repubblica.it/limes/lespansione-di-gerusalemme/
http://temi.repubblica.it/limes/lhamastan-sotto-assedio/
http://temi.repubblica.it/limes/i-palestinesi-nella-terra-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/la-nascita-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/la-guerra-dei-sei-giorni-e-le-sue-conseguenze/
http://temi.repubblica.it/limes/il-piano-di-ginevra

633 commenti
« Commenti più vecchi
  1. clealitorfeit
    clealitorfeit says:

    Odds are placed by stacking your wager behind your pass line or don’t pass line bet. It is somehow ironic because “baccarat” means the loser. [url=http://www.pcdmusic.com/Post/Online-Roulette–Blend-With-Rules-And-Bets/0FCFEFFFF02014E0E00080116C979?ref_title=Barby+Baby&ref_url=http%3a%2f%2fwww.pcdmusic.com%2fprofile%2froulette-online%2fMyFeed.aspx&ref_ucid=0E4E010202014E0E000102014E0E]bon ton roulette bicycle[/url] Place your bet first to start the game in the circle or logo. The proposition bets are listed below. Throwing some of these bets into a wagering scheme can throw an exciting twist into any time spent at a roulette wheel The bet cannot be removed until the point is won or lost. Moreover, players will get a chance to win progressive jackpots, and they can meet new people through the bingo live chat. learn to play roulette Always keep in mind that even if there are other players present at the table, the dealer is your opponent. Slot machine is a type of gaming device where a player places a coin into the slot, and then the player will pull the lever or press the button.

Trackbacks & Pingbacks

I commenti sono chiusi.