Più scandalismo e “mistero” che informazione e verità. La versione dello zio di Sara mi pare riduttiva, utile a scansare furbescamente condanne pesanti. Intanto resiste sempre il muro di gomma di “Chi l’ha visto?” su certi particolari del “rapimento” di Emanuela Orlandi

Dunque, a uccidere Sara Scazzi è stato lo zio. Lo zio materno. Notizia che mi ha fatto venire in mente un altro zio, Mario Meneguzzi, zio materno di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina sedicenne del Vaticano scomparsa il 22 giugno 1983, sfiorato da qualche dubbio degli inquirenti rivelatosi però infondato. “Un giorno mi accorsi che un’auto lo seguiva, e commisi la fesseria di avvertirlo”, racconta Giulio Gangi, l’ex agente del Sisde, come si chiamavano allora i servizi segreti civili, che in qualità di amico di Monica Meneguzzi, figlia di Mario e quindi cugina di Emanuela, aveva iniziato a interessarsi del caso fin dai primissimi giorni dopo la scomparsa della ragazza. “Quella macchina infatti era della polizia”, prosegue Gangi: “E a mettergliela alle calcagna erano stati i magistrati che probabilmente nutrivano qualche sospetto su di lui”.
Dopo la scomparsa della nipote, lo zio Mario si installò in casa Orlandi su richiesta del capofamiglia, Ercole, il papà di Emanuela, perché, come mi spiegò lo stesso Ercole, “eravamo troppo distrutti per poter rispondere alle molte telefonate, spesso di mitomani. Perciò chiesi a Mario di fermarsi a casa nostra e di rispondere lui ai visitatori che suonavano alla porta e a chi telefonava”.
I dubbi dei magistrati non hanno avuto seguito. Evidentemente si sono rivelati ingenerosi e infondati.
Ciò premesso, c’è da fare un’altra considerazione, che in qualche modo accomuna il caso Scazzi con il caso Orlandi e gli annessi  depistaggi di entrambi.

Dopo il 22 agosto ero in vacanza al mare in Puglia con amici. Quando lessi le cronache che raccontavano della scomparsa della povera Sara mi colpì subito il fatto che la cugina sia sia subito allarmata, e abbia subito allarmato la madre di Sara, per quello che era un semplice ritardo di Sara nell’andare all’appuntamento con la cugina. “Perché allarmarsi, e allarmare, subito per pochi minuti di ritardo?”, feci notare ai miei amici in spiaggia. Già, perché? “Perché evidentemente si sa già o si crede di sapere che è successo qualcosa di allarmante”, risposi ai miei amici. Un concetto che giorni fa ho ribadito su Facebook a uno dei membri del gruppo “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi”. Purtroppo, i miei sospetti si sono rivelati fondati. E ho vinto la scommessa fatta in spiaggia al mare con quegli amici in Puglia. Sì, purtroppo: avrei preferito perderla quella scommessa. Che ho fatto ricordando anche quanto ha dichiarato a suo tempo un alto dirigente della polizia italiana: “Quando scompare un minorenne, è quasi sempre opera di parenti o di vicini di casa. Rosi dall’invidia, dai rancori e dagli odi. Lo scomparso non va cercato chissà dove, ma sotto terra e non lontano da casa….”.
Ma proseguiamo. Anche nel caso Orlandi c’è stato chi ha lanciato un allarme quando non c’era nessun motivo per farlo. Come ho fatto notare nei miei due libri sul caso Orlandi e sul recente “Cronaca criminale”, a dare l’allarme è stato niente di meno che papa Wojtyla in persona , quando a conclusione della sua preghiera dell’Angelus rivolto ai pellegrini che lo ascoltavano nonché ai microfoni e alle telecamere che lo riprendevano ha parlato per primo di rapimento: “Mi rivolgo a chi avesse responsabilità nel mancato ritorno a casa delle giovane Manuela Orlandi”, scandì Wojtyla nella sorpresa e nello sgomento generale. Compreso quello dei genitori di Emanuela, che neppure erano stati avvertiti di un tale appello, e quello dei magistrati e degli inquirenti che si occupavano del caso ed erano convinti si trattasse di una delle migliaia di scappatelle di minorenni che avvengono ogni anno in Italia, fuggiti di casa per qualche giorno per amore o per noia.
Perché Wojtyla lanciò quell’appello privo di ogni base ripetendolo per giunta per ben altre sei volte? Ovvero: perché come la cugina di Sara lanciò un allarme quando non c’era nessun motivo per farlo? Non lo sapremo mai. Ma anche qui una considerazione è lecita: tutto fa credere che in Vaticano già sapevano che era successo qualcosa di allarmante. Del resto è stato un monsignore, Francesco Salerno, all’epoca addetto a parte delle finanze vaticane, ad avere testimoniato ai magistrati che “ho ragione di ritenere che la Segreteria di Stato del Vaticano custodisce un dossier risolutivo riguardo la scomparsa di Emanuela Orlandi”. E che Salerno non fosse un mitomane lo dimostra il fatto che in seguito è stato nominato niente di meno che rettore della basilica di S. Giovanni in Laterano, vale a dire della più importante chiesa della cristianità dopo la basilica di S. Pietro, che ne ha preso il ruolo.
All’epoca della scomparsa di Emanuela, anno 1983, in Italia i sequestri di persona a scopo di estorsione erano già diventati una vera e propria industria, i casi si contavano a centinaia, compresi vari casi a Roma. C’era quindi molta esperienza per sapere che se davvero si è convinti che una persona è stata rapita l’unica cosa da fare è tacere. Tacere e mandare avanti le eventuali trattative con i rapitori sia per evitare che sopprimano la persona rapita e sia per poterli eventualmente catturare una volta avuta la certezza di poterlo fare senza rischi per il rapito. E’ perciò evidente che quella di Wojtyla fu quanto meno una imprudenza incomprensibile, una mossa falsa. Ovvio che dopo quel suo appello in mondovisione, e ancor più dopo gli latri sei, si sarebbero scatenato polizia, carabinieri e servizi segreti non solo italiani, come in effetti avvenne. Ovvio che gli eventuali rapitori sarebbero stati braccati senza scampo. Altrettanto ovvio che in tali condizioni l’ostaggio, cioè Emanuela, l’avrebbero o eliminata o soppressa. Il problema è che Emanuela non è stata liberata. Ergo… L’altro problema è che non possiamo pensare che il papa, Wojtyla, abbia commesso – con il consenso della molto intelligente Segreteria di Stato! – la leggerezza di fare ben sette appelli mettendo a repentaglio, se non peggio, la vita di Emanuela. E’ meno cinico, e più rispettoso verso Wojtyla,  pensare che in Vaticano sapessero già che ormai nulla più poteva nuocere alla povera Emanuela. Il cinismo della Segreteria di Stato del Vaticano è cosa dimostrata dalla Storia, come del resto quello di qualunque altro governo di qualunque altro Stato. Non è affatto impossibile che abbiano usato strumentalmente anche Wojtyla, nel caso non si rendesse conto di come stavano le cose.
E tutto ciò senza contare i molti depistaggi e imbarazzati silenzi e muri di gomma del Vaticano nei riguardi dei magistrati italiani, che nel mio secondo libro sul caso Orlandi (“Emanuela Orlandi, la verità”) elenco pignolescamente – ben 17 punti – a pagina 182 senza mai avere ricevuto né una querela né una smentita. Per esempio, si resta sbigottiti a scoprire che il capo dell’Ufficio legale del parlamento Italiano, avvocato Gianluigi Marrone, era nello stesso tempo la persona che spediva in Vaticano le richieste dei magistrati italiani di poter interrogare sul caso Orlandi alcuni cardinali e la persona che dal Vaticano si autorispondeva “No!” a quelle sue stesse richieste. Marrone infatti era anche il Giudice unico del Vaticano! “Io firmavo quello che il Vaticano mi passava, non potevo fare altrimenti”, mi ha spiegato Marrone. Aggiungendo: “Se lei mi chiede se a mio avviso il Vaticano sulla scomparsa di Emanuela ha detto tutto quello che sapeva, la mia risposta è no”. I lettori sono sorpresi? Beh, lo saranno ancora di più a sapere chi era la segretaria, o una delle segretarie, di Marrone nell’Ufficio legale del parlamento italiano. Era infatti Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. Natalina quindi non ha mai trovato nulla da ridire, almeno pubblicamente, sul fatto che il suo capo si autorispondeva “No!” alle richieste di far luce in Vaticano sulla scomparsa di sua sorella. Confesso che quando ho avuto i documenti di questo intreccio ha fatto fatica, molta fatica, a crederci. Poi però ho dovuto arrendermi alla realtà. Alla dura realtà. E al fatto che è decisamente incomprensibile. Perlomeno a chi non ha il quadro completo di ciò che è avvenuto. Strano che “Chi l’ha visto?” si rifiuti di rendere noti questi particolari.
Ecco, mi viene in mente tutto ciò alla luce, terribile, del caso Sara Scazzi e del comportamento di sua cugina Sara. Un’altra tragedia italiana. Un altro caso nel quale l’informazione giornalistica non ha saputo valutare ciò che era valutabile fin da subito, preferendo invece alimentare il “mistero”. Ma capisco il problema di fondo: al pubblico piace di più il “mistero” che la verità. Specie quando intuisce che questa può essere solo amara. Molto amara.

Mi vengono però in mente anche altre cose. La versione dello zio e assassino di Sara, Michele Misseri, a me non pare attendibile, pare invece mirata a cercare di sottrarsi alle sue reali responsabilità. L’assassino Misseri ha posto infatti le basi, con la sua versione, per uscire pressocché indenne dal processo che lo attende. Miseri infatti affermando che ha strupato la nipote solo dopo averla uccisa si evita l’accusa di stupro, l’accusa che gli viene mossa è infatti di vilipendio di cadavere, reato dalle conseguenze molto meno gravi dello stupro, che nei confrtoni di un morto non è previsto come reato. E raccontando che la nipote la strangolata “in preda a un raptus” non finalizzato a uno scopo immediato, quale per esempio la rapina o appunto lo stupro consumato finché era comunque viva ancorché agonizzante, pone le basi per poter chiedere l’incapacità di intendere e di volere al momento del delitto. Al solo momento del delitto. Quanto basta per evitargli una condanna. Anche il reato di sequestro di persona, se non finalizzato al alcunché e compito in preda a un raptus, cioè in un momento di incapacità di intendere e di volere, diventa difficile se non impossibile da punire.
La versione fornita con la confessione resa agli inquirenti permette inoltre a Misseri di tenere fuori dai guai la figlia. Se si appurasse che i fatti sono diversi da quallei raccontati da Misseri, e cioè che in realtà lui ha tentato di violentere la nipote e che questa si è difesa al punto che lui per reazione l’ha uccisa, diventa impossibile credere che sua figlia, presente in casa durante tutto il tempo del tentato stupro, con inevitabile colluttazione e grida di Sara, e dello strangolamento, la figlia di Misseri sarebbe imputabile quanto meno di omissione di soccorso, se non di concorso nei reati commessi dal padre, che comprendono il sequestro di persona. Il medico legale ha giustappunto visitato anche Misseri per capire se il livido che ha un braccio può essere stato provocato dalla colluttazione con la nipote, il cui cadavere, stando a quanto si legge nei giornali, presenta dei lividi al seno. Lo stesso Misseri ha ammesso di avere prima “toccato” al seno la ragazza, e già questo dovrebbe bastare a far crollare la tesi del raptus. E’ in ogni caso molto difficile da credere che si compia un delitto, strangolando una persona con una corda, senza un perché di nessun tipo, né a carattere sessuale né a carattere di appropriazione di un qualche bene (soldi, gioielli, ecc.)  e neppure a carattere di rabbia per vincere una resistenza fisica, cioè a dire una reazione a una prepotenza, a un sopruso, quale che esso sia.
Non me ne intendo di stupri e neppure di medicina legale, ma se lo stupro consiste comunque nel consumare un rapporto sessuale con un corpo umano, non consenziente, credo sia difficile credere che Misseri possa averlo compiuto a cadavere di Sara ormai freddo. Non so dopo quanto tempo inizi il “rigor mortis”, vale a dire dopo quanto tempo il cadavere si irrigidisce, ma tra il momento del delitto e la disponibilità del cadavere in campagna, lontano da occhi indiscreti, deve essere comunque passata almeno una buona mezz’ora. Misseri infatti ha raccontato che dopo avere ucciso la nipote sua figlia ha avuto il tempo di affacciarsi al garage e parlargli “mentre Sara era affianco a me, cadavere”, dopodiché lui ha impiegato del tempo ad avvolgere la sua vittima in una coperta, caricarla in macchina, guidare fino al suo podere, compiere le varie manovre per scaricare il cadavere senza farsi notare da nessuno, bruciare i vestiti e disperderne le ceneri. Troppo tempo, credo, perché una salma possa subire un rapporto sessuale. Però su un tale particolare forse sbaglio, per mancanza di conoscenze specifiche.
Conclusione? Conclusione, temo che comunque questa orribile vicenda di Avetrana ci procurerà ancora molta amarezza. Non sparirà in tempi brevi dalle cronache giornalistiche prima di arrivare a una ricostruzione dei fatti credibile. Infine, mi pare che siamo in presenza di un caso giudiziario e di una personalità che potrebbe fare impallidire sia Perry Mason che Gogol o Dostojewsky.

238 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    si badi poi che quei ‘facciuti’ dei prigionieri di guerra tedeschi in UK durante l’ultima guerra dichiararono dopo che anche qui vi erano stati ‘campi di concentramento e lavoro forzato come in Germania’, dato che come prigionieri erano concentrati in campi, e dovevano lavorare in campagna

    Peter

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    Popeye { 09.10.10 alle 13:23 } Dimmi caro Shalom quanti sono morti nei nostri campi di “concentramento”?
    ——————————————————–
    Caro Shalom,
    il pregevole signor Popeye sostiene che gli Useggetta han vinto la guerra di Corea e quella del Viet Nam; figuriamoci quanto è attendibile.
    In realtà i campi di concentramento sono stati inventati dagli Useggetta alcuni decenni prima, con gli indiani; cos’erano le riserve se non dei campi di concentramento?
    Il numero dei morti nelle riserve indiane può sembrare basso in assoluto ma era in realtà altissimo relativamente alle piccole dimensioni di quei popoli.
    Si è trattato in realtà di un vero e proprio genocidio, secondo gli evidenti obiettivi politici delle amministrazioni useggetta.
    Rispondendo a Peter toccherò poi anche il tema degli stermini razziali nazisti.
    Un saluto U.

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    nel suo messaggio n. 5 lei insinua, anche se non esplicitamente, che Vox faccia parte della schiera di coloro che ritengono i dissidenti russi ‘quel maledetto branco di ebrei’. La ritengo un’insinuazione scorretta.
    Tutto questo non ha nulla a che fare con lo sterminio degli ebrei ma se mai con l’appoggio o meno dato al movimento sionista. Vox potrebbe aver sbagliato su questo punto, e lei avrebbe tutte le ragioni di puntualizzare ma accusare Vox di antisemitismo è una popeyata.
    Spiacente ma lei non è nuovo a comportamenti del genere: io stesso sono stato oggetto di una campagna infamante da parte del pregevole signor Popeye (con i suoi compagni di merende) sul mio presunto antimeridionalismo. Campagna partita proprio da affermazioni di lei Peter del tutto prive di fondamento, ma cavalcate dal pregevole signor Popeye che, avendo scarsissima fantasia, cavalca abitualmente temi proposti da altri.
    Anche allora lei aveva capito male ed aveva reagito a sproposito, offrendo però il destro al pregevole signor Popeye per i suoi soliti attacchi belluini.
    Io penso che lei dovrebbe riflettere un po’ prima di fare certi attacchi.
    Quanto al tema degli stermini razziali nazisti, lei dovrebbe ben sapere che vengono usati dagli israeliani per tenere in scacco le cancellerie e l’opinione pubblica dell’intero mondo occidentale, Useggetta compresi, costringendoli a politiche del tutto assurde e lesive dei loro (nostri) stessi interessi [la guerra di civiltà è una tesi utile agli israeliani ma non certo agli occidentali].
    Sveglia caro Péter, che la mamma ha fatto i gnocchi …
    Quanto poi all’appoggio formicole dal signor Popeye, la riterrei una vergogna ma vedo che in questo si dimostra quella persona intelligente che è.
    Un saluto al di là delle nostre divergenze. U.
    PS. Le mie non erano scomuniche ma credo che certi suoi attacchi a Vox siano privi di senso (attacchi, non dissenso).

  4. x Popeye
    x Popeye says:

    Il fatto e’ che nessuna etnia e nessun gruppo sociale o culturale, quali i rom, gli omosessuali, i prigionieri di guerra, i russi, gli slavi, ecc., e’ prigioniero della macabra contabilita’ cosi’ cara a lei e necessaria ai sionisti fanatici per giustificare l’ingiustificabile. Dovreste solo VERGOGNARVI di questo uso strumentale dei morti, che erroneamente ritenete solo “vostri” quando invece sono di tutta l’umanita’ esattamente come i palestinesi massacrati dai militari israeliani.
    A me basta constatare che le guerre sono cose schifose, da animali, e che la seconda guerra mondiale ha massacrato almeno 40 milioni di esseri umani, compresi qualche milione di ebrei e altri poveri cristi crocifissi nei lager.
    Shalom

  5. Controcorrente
    Controcorrente says:

    A PROPOSITO DI DATI SUI QUALI BISOGNEREBBE SEMPRE RAGIONARE…

    Il buon Odifreddi ci comunica che matematicamente parlando

    …..Puntualmente, fioccano i commenti sulla repressione dei diritti umani e la detenzioni degli oppositori in Cina. Ovviamente, da parte di coloro che dimenticano, o addirittura non sanno, che in entrambi i paesi, cosí come pure in Russia, sta in carcere un cittadino ogni centocinquanta, a fronte di una percentuale europea di uno ogni duemila, tredici volte più bassa. E che, comunque, a due anni dal suo insediamento il presidente «pacifista» non ha chiuso il lager di Guantanamo, e continua a combattere una «guerra giusta» in Afganistan.

    Non sarebbe forse meglio riconoscere, come fece Jean Paul Sartre quando rifiutò il premio Nobel per la letteratura nel 1964, che in entrambi i casi (pace e letteratura) si tratta di decisioni fortemente politiche? E che la cosa non può che essere cosí, perchè dovunque mancano criteri oggettivi di scelta, non si può procedere che in maniera soggettiva?
    ———————-

    Dieri un classico esempio di come partendo dai dati si debba ragionare..
    Faccio un esempio stando ai dati si direbbe che Cina e Russia, siano paesi più civili di noi.., ma così non è (almeno per il mio concetto di civiltà)…e allora ?
    E allora a voi trarre conclusioni utili..!!

    cc

  6. Anita
    Anita says:

    x Peter

    I nomi cambiano, ma campi di detenzione sono sempre esistiti.

    I campi di concentramento della Germania sono unici in quanto ai numeri ed ai forni d’inceneramento.

    Ciao, Anita

  7. Controcorrente
    Controcorrente says:

    IL CONCETTO DI FONDO!!!!!

    Mi par di capire che qui si confrontino due tipi di “concezioni” di Sterminio e di terrorismo.
    L’una che afferma che i soli i campi di sterminio e i gulag sono solo nazisti e stalinisti e frutto del Novecento e dei totalitarismi.
    In più in parallero che il terrorismo sia soltanto il frutto di ideologie di sinistra e ultimamente solo più musulmane .

    L’altra che afferma che di stermini son piene le Fosse della Storia e che il terrorismo è una questione difficile da intendersi , per esempio quello da sempre praticato dagli Stati non è terrorismo.
    Nel caso specifico poi si potrebbe aggiungere che quello primordiale in Palestina praticato dai gruppi sionisti(per la serie chi di terrorismo colpisce di terrorismo perisce),sia solo stata legittima difesa.

    Ovviamente a voi la scelta, anche quella di dirmi dove eventualmente sbaglio !(dirmi il perchè ,ovviamente)
    Forza e coraggio datemi addosso in manieria seria però!

    cc

  8. Popeye
    Popeye says:

    Solo un padano può fare un paragone tra una riserva indiana e un campo di concentramento nazista e arrivare alla conclusione che erano la stessa cosa. Non fa nessuna differenza che gli indiani non erano circondati con il filo spinato, che molti se ne andavano dalle riserve perché preferivano vivere in Mexico o Canada o che si assimilavano con i bianchi, che venivano assistiti dal governo federale quando il cibo mancava o faceva troppo freddo, che non erano soggetti al lavoro forzato e massacrati quando non lo potevano fare più ecc.
    Poi dice che i morti erano numerosi senza dare numeri ma con l’unica prova che se lo dice lui deve essere vero. Cioè la solita logica padana. E’ da ridere on no? haw… haw…. haw….

  9. Popeye
    Popeye says:

    X Shalom
    Di nuovo, SENZA VERGOGNA, continui a mettere parole nella mia bocca. Conosco bene quanti altri sono morti. Ma non era questo l’argomento. HAI CAPITO! C’è’ un buon resoconto con tutte le fonte dei dati a questo sito:

    http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Jews_during_World_War_II

    Mi dispiace che e’ in inglese. Se non lo sai leggere almeno guarda le fotografie e le cifre prima di rompere le scatole. Lo raccomando ai padani!

  10. Uroburo
    Uroburo says:

    L’obiettivo useggetta era quello di eliminare fisicamente gli indiani. E chi usciva dalle riserve vi veniva ricondotto dall’esercito o dalla polizia a crepare di fame. I viveri venivano consegnati in modo insufficiente ai bisogni. Insomma dovevano proprio morire. Lo diceva perfino il povero Adolf che gli useggetta erano stati i suoi maestri…. U.
    PS. Naturalmente il povero signor Popeye mi fa dire quel che io non ho mai detto: le riserve non erano campi di sterminio. Ma il fine, pur se con tempi un po’ diversi era il medesimo: la scomparsa fisica dei prigionieri.

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Per Peter.
    Adesso non mi difenda gli inglesi nella guerra anglo-boera!
    La percentuale dei boeri morti nei campi di concentramento sul totale dei detenuti era altissima. Ma lo sterminio non era l’obiettivo degli inglesi. U.

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Popeye { 09.10.10 alle 15:08 X Shalom …. Se non lo sai leggere almeno guarda le fotografie e le cifre prima di rompere le scatole. Lo raccomando ai padani!
    ———————————————-
    Haw haw haw ……
    Il buon signor Popeye ha gettato la maschera?
    Per lui chi la pensa in modo diverso “rompe le scatole”. Mirabile concezione della democrazia!…..
    E d’altra parte cosa attendersi da un nazionalista useggetta di estrema destra?
    Haw haw haw …… Uroburo

  13. Popeye
    Popeye says:

    E’ naturalmente se lo diceva il Folle Adolf , lo dice anche il Folle Padano, cioè chi legge il zoppo impara a zoppicare! In tutte le maniere.

    Poi, chi e’ che mette parole nella mia bocca? Shalom e adesso anche il Folle Padano perché “il rompere le scatole” aveva a che fare con mettere parole nella mia bocca e non a quello che Shalom preferisce credere o non-credere. Si ho gettato la maschera sono veramente l’ebreo Spiderman!

  14. Anita
    Anita says:

    x Shalom -#55-

    WASP ??????

    Wasp significa: White Anglo Saxon protestant.

    Qui si sta andando di male in peggio………

    Anita

  15. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Lei usa parole peggiori…di rompere le scatole.
    Si e’ convertito l’altro ieri?

    Anita

  16. Popeye
    Popeye says:

    La logica padana:
    L’obiettivo useggetta era quello di eliminare fisicamente gli indiani.
    Naturalmente il povero signor Popeye mi fa dire quel che io non ho mai detto: le riserve non erano campi di sterminio.
    QED!
    Devo dire di più?

  17. Anita
    Anita says:

    Miei cari utenti di arroutalibera, e’ inutile puntare il dito ad una nazione o all’altra.

    Negli anni 1930 al 1945 migliaia di donne, sono state sistematicamente radunate e imprigionate in campi di detenzione nei quali venivano ripetutamente stuprate e abusate dal personale militare Giapponese.

    Dagli ultimi acconti delle UN circa 2.5 milioni di giovani persone, minorenni e bambini vengono venduti sul mercato internazionale per prostituzione, con un lucro globale di circa 50 miliardi.

    Cosa e’ cambiato? Solo l’eta’ sempre piu’ giovane…e 125 nazioni sono coinvolte.

    Anita

  18. sylvi
    sylvi says:

    A proposito di campi di concentramento…

    Un mio prozio, fratello di mia nonna, attorno ai primi anni trenta, in dissenso a Mussolini,
    emigrò più o meno fortunosamente in SudAfrica, a Città del Capo, con un figlio di pochi anni.
    Allo scoppio della 2GM gli inglesi , come cittadino italiano nemico, lo chiusero in campo di concentramento.
    Raccontò che non erano molto umani, ma mangiava quasi a sufficienza; le umiliazioni erano continue e il disprezzo pure!
    Non fu mai pesantemente maltrattato.
    Il figlio fu staccato dalla madre e messo in un orfanotrofio dove però lo fecero studiare e imparare un mestiere.
    Alla fine della guerra la famiglia si riunì.

    Questo per ricordare che ci sono campi di concentramento e campi di concentramento.
    Anche qui da noi c’erano…”i prigionieri”, mangiavano poco e male , ma sicuramente non peggio dei cittadini liberi.
    La mortalità era commisurata ai tempi e alla miseria!
    Poi c’erano i lager, di qua e di là, di su e di giù…
    Sarebbe bene fare una distinzione, senza fare di ogni erba un fascio!

    Sylvi

  19. Paleonico
    Paleonico says:

    sei un zero perfetto!

    …grazie caro… me lo diceva sempre il mio amico Vasco… Sei perfetto… quando migliori…¿¿ … mi dispiace x due come voi che siete meno di zero e neanche perfetti… siete un nulla farcito di gniente… ciarlatani sottovuoto spinto… fattene una ragione… e prega il tuo ddio… misericordioso… che capisce l’errore che ha fatto il creatore suo padre… ciarlatani anch’essi…
    Paleonico

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Leggevo tempo fa quante tonnellate di “Agent Orange” gli usaescippa hanno vomitato sul suolo vietnamita durante la loro
    sporca guerra in quella regione.

    22’ooo (ventiduemila!) tonnellate…

    Sarebbe anche utile sapere quante tonnellate di uranio impoverito
    hanno lasciato sul suolo irakeno quando se ne sono (in parte) andati a casa loro a rompersi le korna.

    C.G.

  21. sylvi
    sylvi says:

    Non ho sottomano le cifre esatte, posso cercarle…

    In uno solo dei numerosi campi di prigionia, nella Regione di Tambov, Russia, dal febbraio all’aprile del 1943 morirono di fame e di stenti e maltrattamenti oltre 500 alpini prigionieri.
    Protestarono persino “gli alleati!!!

    Togliatti disse che andava bene, perchè così si rieducavano i famigliari!

    Sylvi

  22. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Una bella notizia!
    La trivella è arrivata sul sito dove da due mesi un gruppo di minatori cileni sono prigionieri. Tra poco cominceranno le delicate operazioni per riportarli in superfice.
    Davvero una bella notizia, speriamo che tutto vada bene e che
    queste persone possano riabbracciare i loro famigliari.
    C.G.

  23. Anita
    Anita says:

    x chi non apre i links.

    Da Wikipedia:

    All’interno del lager nazista, la baracca (in tedesco: Block) era, generalmente, l’edificio adibito a dormitorio dei deportati. Vi erano diverse tipologie di baracche, sia per dimensioni e/o per materiali con cui erano state costruite (potevano essere in legno o in muratura), sia per lo scopo cui venivano adibite.

    Fra le varie tipologia di baracca si ricordano: ricoveri per i deportati, baracche di quarantena, infermeria, infermeria speciale (chiamata anche blocco della morte, era riservata ai deportati destinati ad essere soppressi entro breve tempo), lavanderia, cucina, edificio del carcere, camere a gas, forni crematori, locali adibiti alle esecuzioni capitali ed alle torture, locali adibiti agli esperimenti su esseri umani, officine, baracche dei sorveglianti, edifici degli uffici interni.

    I deportati erano rinchiusi nelle baracche tutte le sere ed anche durante il giorno, in occasione di quelle operazioni di eliminazione che le SS volevano condurre in segreto (le esecuzioni capitali potevano essere pubbliche, ed in questo caso i deportati erano costretti a vedere tutta l’operazione, oppure segrete, ed in questo caso i deportati erano chiusi nelle baracche).

    Nei campi di concentramento e di sterminio venivano usati dei simboli, appuntati sulla parte sinistra del torace, per l’identificazione degli internati.

    Per gli internati di tipo politico veniva usato il triangolo rosso, per le lesbiche il triangolo nero, per gli omosessuali il triangolo rosa per i Testimoni di Geova il triangolo viola, per gli zingari il triangolo nero, per gli immigrati il triangolo blu e il triangolo verde.

    La stella di Davide, di colore giallo-oro e con la scritta jude, identificava invece gli ebrei.

    Anita

  24. Controcorrente
    Controcorrente says:

    carissima Sylvi,

    pensavo che ti fossi inabissata in qualche grotta carsica,a caccia di percolato ,da discarica (un bel servizio in TV di oggi lo conferma) e invece ti vedo qui tra noi bella”Vispa”.
    Stavo considerando il “fatto” che tutto sommato che non si potrà mai eliminare del tutto i morti sul lavoro,lo dicono da tempo il buon senso e i dati di Confindunstria.
    In effeti il lavoro, qualsiasi lavoro comporta dei rischi e che come dite Voi ,ignavi e deboli, pelandroni disattenti, fanno meno attenzione ai pericoli, anzi forse qualcuno si suicida apposta per fare un dispetto al padrone.
    Cosa Vuoi sono i rischi del mestiere!
    Togliatti era un Industriale stalinista !

    cc

  25. Linosse
    Linosse says:

    L’olocausto è un argomento scomodo ma vi sono situazioni storiche che dovrebbero essere approfondite
    Da Come Don Chisciotte:
    Intervista di Claudio Moffa ad ADNKRONOS

    Nel corso della sua lezione, lei ha affermato che non c’è alcun documento di Hitler che dicesse di sterminare tutti gli ebrei e che la shoah e’ un’arma ideologica. Vuole dire che non è esistita alcuna soluzione finale? E che la shoah è una speculazione fatta dagli stessi ebrei?

    Non esiste la certezza assoluta ed eterna nella ricerca storica: e comunque è condiviso da tutti – compresi storici ortodossi come Hilberg e Poliakov – che non esistono documenti attestanti un ordine di sterminio di Hitler. La “soluzione finale” della “questione ebraica” in Germania pianificata dai nazisti era quella “territoriale”, organizzare – peraltro d’accordo con i sionisti, fatto stranoto agli storici – l’emigrazione in massa degli ebrei tedeschi e austriaci verso la Palestina, in vista della fondazione dello Stato d’Israele. Un orribile pulizia etnica, ma non uno sterminio fisico. Quanto alla speculazione odierna della shoah, ne parlano molti giornalisti e studiosi ebrei, fra cui lo storico Norman Finkelstein, figlio di deportati ad Auschwitz, e autore dell’Industria de l’Olocausto edito in Italia da Rizzoli. Anche la cronaca odierna ce ne offre un esempio. Tanti documenti audiovisivi mostrano le sofferenze degli ebrei e la morte degli ebrei in quegli anni e il numero impressionante di persone che sono state uccise. Lei nega la veridicità di tutte quelle immagini e il fatto che siano stati sterminati 6 milioni di ebrei? Il problema delle fonti è sempre cruciale nello studio della storia. “Tutto è storia” diceva Lucien Febvre nelle Annales. Da cui l’importanza della memoria, da combinarsi però sempre con altra documentazione, perché come ho ricordato a lezione, il caso Enric Marco – il millantatore spagnolo che vantava di essere stato deportato ad Auschwitz e venne sbugiardato da tutta la stampa – dimostra quanto il terreno della memoria, che non coincide mai perfettamente con la storia, sia scivoloso. Quanto alle foto, è noto che possono essere truccate, da Timisoara al miliziano finto caduto della guerra civile spagnola. Ma moltissime drammatiche foto di ebrei nei campi di sterminio sono senz’altro vere. Ma vede, se io guardo una foto con l’orribile scena di alcune centinaia di cadaveri, sono portato per emotività comprensibile a trasformare quella foto – prova degli orrori dei lager – in una prova che il numero delle vittime è stato di 6 milioni. Non basta, il numero dei 6 milioni di vittime ebree esisteva già nella prima guerra mondiale, come da documento illustrato a lezione. Da cui un dibattito ormai sedimentato sul numero di morti ebrei, una delle popolazioni che ha subito sofferenze indicibili della seconda guerra mondiale, come i sovietici e gli abitanti di Hiroshima, Nagasaki e Dresda.

    Grandezza umana e politica di Ahmadinejad: quali sono le virtù mostrate da Ahmadinejad in questi anni e come giudica le sue dichiarazioni periodiche sulla distruzione di Israele?

    In occidente c’è una campagna contro l’Iran che ricorda quella contro l’Iraq di Saddam Hussein e le inesistenti “armi di distruzione di massa” a cui hanno creduto tanti organi di stampa. Per quel che mi riguarda trovo apprezzabile lo slogan “armi nucleari per nessuno, energia nucleare per tutti”, credo che la lapidazione sia un barbaro metodo di uccisione dentro il fenomeno negativo della pena di morte – e bene ha fatto Ahmadinejad ad abrogarla di fatto. Quanto alla “distruzione” di Israele è una semplificazione di altra richiesta: da una parte il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, dall’altra che Israele si trasformi in uno stato bietnico. Sa chi propone, fra gli altri, una soluzione del genere? Israel Shamir, un altro dei docenti del mio master. Ma mi lasci ritornare in attimo alla mia lezione sulla Shoah: Repubblica riporta l’invito di Renzo Gattegna agli storici che mettono in dubbio cifre, modalità e pianificazione dello sterminio degli ebrei “a visitare lo Yad Vashem e a studiare la documentazione che è là depositata”. Accetto l’invito, e rilancio: non solo lo Yad Vashem ma anche Auschwitz e gli archivi tedeschi, e non io solo, ma una equipe di studiosi mista, compresi i cosiddetti revisionisti, per dar vita a una svolta in questa lacerante polemica. Un confronto, anche pubblico fra le diverse tesi su quello che resta un orrore della II guerra mondiale, la strage di ebrei nei lager nazisti.

    Intervista di Claudio Moffa ad ADNKRONOS
    Tutto l’articolo
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7530

  26. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Solidarietà tra Slavi..

    si dice che a Tambov,le morti degli italiani fossero più che altro determinate dal fatto che i Russi,avessero subappaltato ai Rumeni prigionieri,la sopravvivvenza degli italiani..!!
    Era ovvio che in queste condizioni i Rumeni pensassero a salvarsi prima la loro pelle,come i bravi caporali ,della mafia..
    Che c’è vuoi fa tutto il mondo in fondo è paese !!
    In effetti poi trovo esagerato i 20 milioni di russi ammazzati dai tedeschi,secondo me furono solo 15milioni..!!
    Quelli che resistettero (i più forti geneticamente)finirono all’ospedale di Branovoja i siberia e poi nei campi del Kazakistan, dove in Primavera le condizioni migliorarono,anche in quel caso tutto sommato non vera più bisogno di reticolati come per gli Indiani di America!
    Questione di selezione genetica naturale e miglioramento della razza!!

    cc

  27. Anita
    Anita says:

    x CC

    Caro CC,

    le Indian Reservation esistono ancora in tutti gli US.

    Vanno e vengono come vogliono, chi si e’ integrato con la comunita’, chi preferisce continuare con le loro tradizioni tribali.
    Le tribu’ federalmente riconosciute non pagano income taxes.
    Sono esenti da molte tasse ed godono di molti privilegi.

    Pero’ ci sono sempre problemi perche’ si accaparrano merci e sigarette a basso prezzo e le rivendono in competizione e senza tasse, il che e’ un business illegale.

    Lo so di sicuro perche’ succede anche nel mio Stato.

    Anita

  28. sylvi
    sylvi says:

    Ahi, Ahi, Ahi…caro CC

    hai toppato!!!
    I rumeni non sono slavi!!!!

    Dal Carso insino al mar, però ti do una dritta:
    domani si corre la Barcolana sul golfo di Trieste.
    1800 barche ,per ora…aumenteranno…
    Quest’anno non sono sulle Rive…peccato…
    infatti non vedrò Re Juan Carlos e…il Trota che domani regaterà!!!
    Non sa che il Golfo non è il PO!
    Stanotte pregherò perchè la bora, che soffia ormai da due giorni, non molli…una trota sotto bora su acque salate!!!
    Che vomita.

    Troppo bello!

    Sylvi

  29. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Trappola riuscita mia cara, lo so che i rumeni in stragrande maggioranza ,non sono slavi, prorio per questo la solidarità tra culturamente attigui ha funzionato in quel caso o noh!!??

    cc

  30. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    speranza vana,come sai”quelli “galleggiano alla grande !!
    Anzi oggi stragalleggiano !!
    Perchè sono strastr…!!

    cc

  31. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    nelle fosse comuni, che sono state spianare e ridotte a sassaia di una vicina ferrovia, ci sono tedeschi, ungheresi, polacchi, italiani…
    I rumeni pare non c’entrino nè sotto nè sopra terra, da quel po’ che so..non almeno dove mi riferisco io!

    Togliatti industriale stalinista?
    Doveva essere più efficiente di Marchionne…se non hanno ancora cancellato il nome a Togliattigrad.
    Era un tipo tosto…la Fiom avrebbe i suoi guai!

    Sylvi

  32. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    e invece ti sbagli, perchè le mie fonti sono tratte direttamente da un sopravvissuto della Julia!!
    Vogliamo pure contestare quelli che a Tambov ci sono staTi, dopo aver fatto pure la marcia del Davai?

    cc

  33. sylvi
    sylvi says:

    Mio caro,

    ti invito a Trieste, ma basta anche Grado, per una bella giornata di bora…!!!
    spegne anche i bollenti spiriti trotari…e poi uno di Gemonio, nel varesotto…che magari crede di essere finito in una risaia….

    Ma dai!
    Sylvi

  34. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    nella Regione di Tambov c’erano parecchi campi di concentramento.
    Quello di cui parlo io fu chiuso ben presto, perchè come dicevo, l’ecatombe aveva scandalizzato persino gli alleati…e alcune autorità russe che non erano di origine italiana!!!

    Sylvi

  35. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Era un tipo tosto…la Fiom avrebbe i suoi guai!

    Presumo di sì !!
    Anche se le condizioni storiche sono diverse !
    Ma” porca puttana” presidente del PD, c’è o noh ,una che si chiama RosyBindi o ci sono gli epigoni di Stalin ?
    Cosa volete che al prossimo colpo ci si metta la Marcegaglia e poi che so i figli di berlusconi redenti?

    cc

  36. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvina,
    può darsi,ma devi amettere che come ho letto anch’io, su vari testi a crepare a Tambov e in altri campi oltrechè i prigionieri v’erano pure i carcerieri !
    Pare che gli altri,fossero tutti impegnati in una campagna militare contro i tedeschi..ma può darsi che mi male..sai l’età, e le cattive letture !!

    cc

    ps-nel frattempo e nel supremo sforzo bellico contro il Bolscevismo, mia madre “deperiva”in patria per contribuire alla vittoria contro il Bolscevismo !
    C’è chi è crepato prima e chi non molti anni dopo !

  37. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Le mie fonti arrivano dalla Julia, se adesso non va bene nemmeno quella, non so che dirti!

    cc

  38. sylvi
    sylvi says:

    x cc

    Io sto parlando del campo di Ucjostoie.
    Non ricordo il numero di campo, dovrei cercarlo.
    Le notizie le ho avute dal Ministero e dall’Unirr.

    L’Unirr ha posto una lapide accanto alla ferrovia…non so se c’è ancora!!!

    Sylvi

  39. sylvi
    sylvi says:

    xcc

    Non discuto il trattamento ai prigionieri, non discuto i tempi,tanto meno discuto le sofferenze in Italia…
    se non lo so io…

    Però sarebbe ora di mettere alcuni puntini sella A di verità.
    Anche per trovare …illuminazioni…per guardare avanti.

    Penso che Fassino stia ancora curandosi le emorroidi per lo sforzo del 2007 in Russia di ricordare i morti “anche per colpa di Togliatti”!
    E Fassino è una persona per bene!

    Sylvi

  40. alessandro
    alessandro says:

    le mie vacanze stanno per finire,
    sperando che stiate bene un saluto a tutti……..

  41. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    tanto per fare qualche calcolo se non ho sbaglio , per dare sepoltura classica cristiana in terra a un cristiano mediamente serve un metro quadro.
    Al che se i russi avessero dovuto dare sepoltura cristiana ai loro venti milioni di morti, il Piemonte sarebbe un immenso cimitero di russi.
    E’ solo per dare un dato !

    cc

  42. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    come diceva quel tale, ognuno sa di suo quello che sa di suo..l’importante è tenere presente quello degli altri…
    Io per esempio mica me la prendo con gli Americani per i guai di mia madre!

    cc

    ps-Fassino no so se soffre di emorroidi,in tutti i casi potrebbe sempre informarsi a Torino in merito ai prblemi di vacanza dei deportati politici e delle ferie, dal 21 al43, e poi fare fare la tara,visto che lui fa politica e non letteratura!!
    Ma penso che lo sappia !!

  43. alessandro
    alessandro says:

    ringrazio Nicotri del video , e vivi complimenti per il suo nuovo libro:::::::::::::::::::::::

    m’accorgo che ogni giorno di piu’ aumentano le violenze sull’infanzia:e’ il reato piu’ atroce che possa esistere.

  44. sylvi
    sylvi says:

    carocc,

    tu mi tiri il can per l’aia…
    A parte il fatto che il Piemonte per la Russia, anzi allora URSS, sarebbe un bruscolino nella steppa; a parte il fatto che i russi non sono morti tutti in Patria per mano degli invasori;
    a parte il fatto che nessuno contesta il trattamento dei prigionieri di guerra, anche se mi sembra di ricordare che anche allora ci fossero dei Trattati internazionali, ai quali lascio il giudizio…
    Io sto parlando degli “italiani brava gente” di cui tanto si discute, i quali anzichè almeno…stare zitti…aiutavano il nemico…per punirci meglio.

    Tre pateravegloria.
    Sylvi

  45. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    i miei avi ,”Italiani Brava gente”, dettero asilo a prigionieri inglesi fuggiti dopo l’8 settembre,senza sapere ancora dove fossero ancora i loro figli..!!
    Aiutavano il nemico ed erano traditori ??
    Voglio un parere in merito , tuo ,sennò che si fa,si ciarla a vanvera??

    cc

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