Più scandalismo e “mistero” che informazione e verità. La versione dello zio di Sara mi pare riduttiva, utile a scansare furbescamente condanne pesanti. Intanto resiste sempre il muro di gomma di “Chi l’ha visto?” su certi particolari del “rapimento” di Emanuela Orlandi

Dunque, a uccidere Sara Scazzi è stato lo zio. Lo zio materno. Notizia che mi ha fatto venire in mente un altro zio, Mario Meneguzzi, zio materno di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina sedicenne del Vaticano scomparsa il 22 giugno 1983, sfiorato da qualche dubbio degli inquirenti rivelatosi però infondato. “Un giorno mi accorsi che un’auto lo seguiva, e commisi la fesseria di avvertirlo”, racconta Giulio Gangi, l’ex agente del Sisde, come si chiamavano allora i servizi segreti civili, che in qualità di amico di Monica Meneguzzi, figlia di Mario e quindi cugina di Emanuela, aveva iniziato a interessarsi del caso fin dai primissimi giorni dopo la scomparsa della ragazza. “Quella macchina infatti era della polizia”, prosegue Gangi: “E a mettergliela alle calcagna erano stati i magistrati che probabilmente nutrivano qualche sospetto su di lui”.
Dopo la scomparsa della nipote, lo zio Mario si installò in casa Orlandi su richiesta del capofamiglia, Ercole, il papà di Emanuela, perché, come mi spiegò lo stesso Ercole, “eravamo troppo distrutti per poter rispondere alle molte telefonate, spesso di mitomani. Perciò chiesi a Mario di fermarsi a casa nostra e di rispondere lui ai visitatori che suonavano alla porta e a chi telefonava”.
I dubbi dei magistrati non hanno avuto seguito. Evidentemente si sono rivelati ingenerosi e infondati.
Ciò premesso, c’è da fare un’altra considerazione, che in qualche modo accomuna il caso Scazzi con il caso Orlandi e gli annessi  depistaggi di entrambi.

Dopo il 22 agosto ero in vacanza al mare in Puglia con amici. Quando lessi le cronache che raccontavano della scomparsa della povera Sara mi colpì subito il fatto che la cugina sia sia subito allarmata, e abbia subito allarmato la madre di Sara, per quello che era un semplice ritardo di Sara nell’andare all’appuntamento con la cugina. “Perché allarmarsi, e allarmare, subito per pochi minuti di ritardo?”, feci notare ai miei amici in spiaggia. Già, perché? “Perché evidentemente si sa già o si crede di sapere che è successo qualcosa di allarmante”, risposi ai miei amici. Un concetto che giorni fa ho ribadito su Facebook a uno dei membri del gruppo “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi”. Purtroppo, i miei sospetti si sono rivelati fondati. E ho vinto la scommessa fatta in spiaggia al mare con quegli amici in Puglia. Sì, purtroppo: avrei preferito perderla quella scommessa. Che ho fatto ricordando anche quanto ha dichiarato a suo tempo un alto dirigente della polizia italiana: “Quando scompare un minorenne, è quasi sempre opera di parenti o di vicini di casa. Rosi dall’invidia, dai rancori e dagli odi. Lo scomparso non va cercato chissà dove, ma sotto terra e non lontano da casa….”.
Ma proseguiamo. Anche nel caso Orlandi c’è stato chi ha lanciato un allarme quando non c’era nessun motivo per farlo. Come ho fatto notare nei miei due libri sul caso Orlandi e sul recente “Cronaca criminale”, a dare l’allarme è stato niente di meno che papa Wojtyla in persona , quando a conclusione della sua preghiera dell’Angelus rivolto ai pellegrini che lo ascoltavano nonché ai microfoni e alle telecamere che lo riprendevano ha parlato per primo di rapimento: “Mi rivolgo a chi avesse responsabilità nel mancato ritorno a casa delle giovane Manuela Orlandi”, scandì Wojtyla nella sorpresa e nello sgomento generale. Compreso quello dei genitori di Emanuela, che neppure erano stati avvertiti di un tale appello, e quello dei magistrati e degli inquirenti che si occupavano del caso ed erano convinti si trattasse di una delle migliaia di scappatelle di minorenni che avvengono ogni anno in Italia, fuggiti di casa per qualche giorno per amore o per noia.
Perché Wojtyla lanciò quell’appello privo di ogni base ripetendolo per giunta per ben altre sei volte? Ovvero: perché come la cugina di Sara lanciò un allarme quando non c’era nessun motivo per farlo? Non lo sapremo mai. Ma anche qui una considerazione è lecita: tutto fa credere che in Vaticano già sapevano che era successo qualcosa di allarmante. Del resto è stato un monsignore, Francesco Salerno, all’epoca addetto a parte delle finanze vaticane, ad avere testimoniato ai magistrati che “ho ragione di ritenere che la Segreteria di Stato del Vaticano custodisce un dossier risolutivo riguardo la scomparsa di Emanuela Orlandi”. E che Salerno non fosse un mitomane lo dimostra il fatto che in seguito è stato nominato niente di meno che rettore della basilica di S. Giovanni in Laterano, vale a dire della più importante chiesa della cristianità dopo la basilica di S. Pietro, che ne ha preso il ruolo.
All’epoca della scomparsa di Emanuela, anno 1983, in Italia i sequestri di persona a scopo di estorsione erano già diventati una vera e propria industria, i casi si contavano a centinaia, compresi vari casi a Roma. C’era quindi molta esperienza per sapere che se davvero si è convinti che una persona è stata rapita l’unica cosa da fare è tacere. Tacere e mandare avanti le eventuali trattative con i rapitori sia per evitare che sopprimano la persona rapita e sia per poterli eventualmente catturare una volta avuta la certezza di poterlo fare senza rischi per il rapito. E’ perciò evidente che quella di Wojtyla fu quanto meno una imprudenza incomprensibile, una mossa falsa. Ovvio che dopo quel suo appello in mondovisione, e ancor più dopo gli latri sei, si sarebbero scatenato polizia, carabinieri e servizi segreti non solo italiani, come in effetti avvenne. Ovvio che gli eventuali rapitori sarebbero stati braccati senza scampo. Altrettanto ovvio che in tali condizioni l’ostaggio, cioè Emanuela, l’avrebbero o eliminata o soppressa. Il problema è che Emanuela non è stata liberata. Ergo… L’altro problema è che non possiamo pensare che il papa, Wojtyla, abbia commesso – con il consenso della molto intelligente Segreteria di Stato! – la leggerezza di fare ben sette appelli mettendo a repentaglio, se non peggio, la vita di Emanuela. E’ meno cinico, e più rispettoso verso Wojtyla,  pensare che in Vaticano sapessero già che ormai nulla più poteva nuocere alla povera Emanuela. Il cinismo della Segreteria di Stato del Vaticano è cosa dimostrata dalla Storia, come del resto quello di qualunque altro governo di qualunque altro Stato. Non è affatto impossibile che abbiano usato strumentalmente anche Wojtyla, nel caso non si rendesse conto di come stavano le cose.
E tutto ciò senza contare i molti depistaggi e imbarazzati silenzi e muri di gomma del Vaticano nei riguardi dei magistrati italiani, che nel mio secondo libro sul caso Orlandi (“Emanuela Orlandi, la verità”) elenco pignolescamente – ben 17 punti – a pagina 182 senza mai avere ricevuto né una querela né una smentita. Per esempio, si resta sbigottiti a scoprire che il capo dell’Ufficio legale del parlamento Italiano, avvocato Gianluigi Marrone, era nello stesso tempo la persona che spediva in Vaticano le richieste dei magistrati italiani di poter interrogare sul caso Orlandi alcuni cardinali e la persona che dal Vaticano si autorispondeva “No!” a quelle sue stesse richieste. Marrone infatti era anche il Giudice unico del Vaticano! “Io firmavo quello che il Vaticano mi passava, non potevo fare altrimenti”, mi ha spiegato Marrone. Aggiungendo: “Se lei mi chiede se a mio avviso il Vaticano sulla scomparsa di Emanuela ha detto tutto quello che sapeva, la mia risposta è no”. I lettori sono sorpresi? Beh, lo saranno ancora di più a sapere chi era la segretaria, o una delle segretarie, di Marrone nell’Ufficio legale del parlamento italiano. Era infatti Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. Natalina quindi non ha mai trovato nulla da ridire, almeno pubblicamente, sul fatto che il suo capo si autorispondeva “No!” alle richieste di far luce in Vaticano sulla scomparsa di sua sorella. Confesso che quando ho avuto i documenti di questo intreccio ha fatto fatica, molta fatica, a crederci. Poi però ho dovuto arrendermi alla realtà. Alla dura realtà. E al fatto che è decisamente incomprensibile. Perlomeno a chi non ha il quadro completo di ciò che è avvenuto. Strano che “Chi l’ha visto?” si rifiuti di rendere noti questi particolari.
Ecco, mi viene in mente tutto ciò alla luce, terribile, del caso Sara Scazzi e del comportamento di sua cugina Sara. Un’altra tragedia italiana. Un altro caso nel quale l’informazione giornalistica non ha saputo valutare ciò che era valutabile fin da subito, preferendo invece alimentare il “mistero”. Ma capisco il problema di fondo: al pubblico piace di più il “mistero” che la verità. Specie quando intuisce che questa può essere solo amara. Molto amara.

Mi vengono però in mente anche altre cose. La versione dello zio e assassino di Sara, Michele Misseri, a me non pare attendibile, pare invece mirata a cercare di sottrarsi alle sue reali responsabilità. L’assassino Misseri ha posto infatti le basi, con la sua versione, per uscire pressocché indenne dal processo che lo attende. Miseri infatti affermando che ha strupato la nipote solo dopo averla uccisa si evita l’accusa di stupro, l’accusa che gli viene mossa è infatti di vilipendio di cadavere, reato dalle conseguenze molto meno gravi dello stupro, che nei confrtoni di un morto non è previsto come reato. E raccontando che la nipote la strangolata “in preda a un raptus” non finalizzato a uno scopo immediato, quale per esempio la rapina o appunto lo stupro consumato finché era comunque viva ancorché agonizzante, pone le basi per poter chiedere l’incapacità di intendere e di volere al momento del delitto. Al solo momento del delitto. Quanto basta per evitargli una condanna. Anche il reato di sequestro di persona, se non finalizzato al alcunché e compito in preda a un raptus, cioè in un momento di incapacità di intendere e di volere, diventa difficile se non impossibile da punire.
La versione fornita con la confessione resa agli inquirenti permette inoltre a Misseri di tenere fuori dai guai la figlia. Se si appurasse che i fatti sono diversi da quallei raccontati da Misseri, e cioè che in realtà lui ha tentato di violentere la nipote e che questa si è difesa al punto che lui per reazione l’ha uccisa, diventa impossibile credere che sua figlia, presente in casa durante tutto il tempo del tentato stupro, con inevitabile colluttazione e grida di Sara, e dello strangolamento, la figlia di Misseri sarebbe imputabile quanto meno di omissione di soccorso, se non di concorso nei reati commessi dal padre, che comprendono il sequestro di persona. Il medico legale ha giustappunto visitato anche Misseri per capire se il livido che ha un braccio può essere stato provocato dalla colluttazione con la nipote, il cui cadavere, stando a quanto si legge nei giornali, presenta dei lividi al seno. Lo stesso Misseri ha ammesso di avere prima “toccato” al seno la ragazza, e già questo dovrebbe bastare a far crollare la tesi del raptus. E’ in ogni caso molto difficile da credere che si compia un delitto, strangolando una persona con una corda, senza un perché di nessun tipo, né a carattere sessuale né a carattere di appropriazione di un qualche bene (soldi, gioielli, ecc.)  e neppure a carattere di rabbia per vincere una resistenza fisica, cioè a dire una reazione a una prepotenza, a un sopruso, quale che esso sia.
Non me ne intendo di stupri e neppure di medicina legale, ma se lo stupro consiste comunque nel consumare un rapporto sessuale con un corpo umano, non consenziente, credo sia difficile credere che Misseri possa averlo compiuto a cadavere di Sara ormai freddo. Non so dopo quanto tempo inizi il “rigor mortis”, vale a dire dopo quanto tempo il cadavere si irrigidisce, ma tra il momento del delitto e la disponibilità del cadavere in campagna, lontano da occhi indiscreti, deve essere comunque passata almeno una buona mezz’ora. Misseri infatti ha raccontato che dopo avere ucciso la nipote sua figlia ha avuto il tempo di affacciarsi al garage e parlargli “mentre Sara era affianco a me, cadavere”, dopodiché lui ha impiegato del tempo ad avvolgere la sua vittima in una coperta, caricarla in macchina, guidare fino al suo podere, compiere le varie manovre per scaricare il cadavere senza farsi notare da nessuno, bruciare i vestiti e disperderne le ceneri. Troppo tempo, credo, perché una salma possa subire un rapporto sessuale. Però su un tale particolare forse sbaglio, per mancanza di conoscenze specifiche.
Conclusione? Conclusione, temo che comunque questa orribile vicenda di Avetrana ci procurerà ancora molta amarezza. Non sparirà in tempi brevi dalle cronache giornalistiche prima di arrivare a una ricostruzione dei fatti credibile. Infine, mi pare che siamo in presenza di un caso giudiziario e di una personalità che potrebbe fare impallidire sia Perry Mason che Gogol o Dostojewsky.

238 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Detto per inciso , non mi risulta che i giapponesi abbiano eretto monumenti in onore dei coraggiosi piloti americani caduti , per la loro libertà, nel mentre gli sganciavano le pillole !!

    cc

  2. sylvi
    sylvi says:

    …Aiutavano il nemico ed erano traditori ??..CC

    Ma non dire sciocchezze! caro CC
    Che dovremmo allora dire delle donne russe uccise perchè davano un tozzo di pane agli alpini in ritirata?

    Per tanti partigiani sulle montagne c’erano altrettante donne che rischiavano la vita per nascondere “alleati”.
    E anche per nascondere fascisti, sbandati, nemici privati…esseri umani insomma.
    Qui da noi il casino cominciò nel ’45…e continuò per un pezzo.
    Ma non è che dovremmo discutere di torti e ragioni,di parti giuste o sbagliate, non dopo 70anni almeno.
    Tutto questo avremmo dovuto consegnarlo alla Storia, da un pezzo…ma non con una verità e una giustizia a senso unico.
    Invece…parliamo, parliamo, parliamo e non vogliamo ascoltare!

    Forse è questo il nostro handicap come Nazione.

    Buonanotte , vado a dire il Padrenostro!

    Sylvi

  3. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    Leggi distrattamente!
    Il cippo l’ha messo l’Unirr, dopo aver pagato spese e lavori ai russi e dopo che l’ANA ha costruito una Scuola Materna a Rostov, come tu sicuramente sai!

    Sylvi

  4. Anita
    Anita says:

    x CC

    E’ una domanda, manco dall’Italia da un secolo.

    In Italia hanno eretto qualche monumento onore dei coraggiosi piloti e militari americani caduti per la vostra liberta’?
    In Germania? In Francia?

    Ci sono i cimiteri, questo lo so.

    Se non erro il Giappone faceva parte delle potenze dell’Asse

  5. Pietro A.
    Pietro A. says:

    Caro Nicotri,
    ho inviato un mio intervento, ma non appare…

    Glielo mando per e-mail

  6. Vox
    Vox says:

    @ CC (24)

    Al suo interessante e corretto post vorrei aggiungere che, insieme alle ragioni menzionate da Solzhenitsin, alcuni storici (non solo russi) ritengono che nell’assassinio di Alessandro II fossero confluiti anche altri fattori, per altro provenienti o legati alle stesse “fonti”.

    Il piu’ importante di questi fattori sarebbe stata la netta opposizione dello zar al progetto dei Rotschild di creare una rete di loro banche in Russia, sul modello dell’attuale FED americana e che anche l’assassinio di Lincoln, avvenuto il 14 aprile 1865, fosse stato dovuto alle stesse motivazioni (Lincoln era fortemente contrario alla cerazione di una banca privata centrale che stampasse denaro per lo stato a interesse e aveva ragione). Il futuro successore di Alessandro II, l’omonimo III, sembrava piu’ incline a considerare l’operazione.

    Quanto all’appoggio alla rivoluzione, questo fu dovuto, in parte, al genuino desiderio di una parte di ebrei appartenenti all’intelligenzia per un cambiamento ormai sentito come indispensabile da larghi strati della popolazione, specialmente quella giovane e progressista. Le condizioni in cui versava il popolo sotto lo zar (e uno zar debole, di vedute ristrette e incompetente come Nicola II, per giunta) erano davvero grame e il paese era afflitto da gravi e antichi problemi dovuti alla mancanza di una seria riforma agraria (con l’abolizione della servitu’ della gleba non era stata fatta una dovuta e adeguata revisione sul latifondo, sulla proprieta’ terriera, ecc. e, benche’ abolita teoricamente, la servitu’ era in molti casi sopravvissuta di fatto e si erano create nuove grandi sacche di poverta’), alla lentezza dell’industrializzazione, a una burocrazia pazzesca, a un analfebetismo dell’82% e al divario stratosferico tra una minoranza di abbienti e di ricchi, contro una schiacciante maggioranza di poveri e di miserabili (mi sembra quasi di parlare del mondo di oggi…)

    In parte, la rivoluzione fu appoggiata da quei ricchi ebrei che sotto lo zar non erano in alcun modo ammessi non solo nell’alta societa’, ma soprattutto ad alcun incarico governativo (per motivazioni di ordine religioso, almeno ufficialmente), cioe’ avevano il denaro, ma non una rappresentanza politica o il potere. Con la rivoluzione, che molti speravano si sarebbe fermata alla fase diciamo cosi’ “borghese”, gli ebrei trassero comunque profitto, poiche’ divennero cittadini a tutti gli effetti, liberi di partecipare a tutte le attivita’ e alla dirigenza, divenendo in breve tempo anche una sorta di elite nell’intelligenzia.

  7. Vox
    Vox says:

    Solidarietà tra Slavi..
    si dice che a Tambov,le morti degli italiani fossero più che altro determinate dal fatto che i Russi,avessero subappaltato ai Rumeni…
    @ CC

    I rumeni NON sono assolutamente slavi!

  8. Vox
    Vox says:

    @ Peter

    Lei puo’ continuare a credere quello che vuole, siamo (ancora e per ora) liberi di farlo. Mi pregio solo di notare che, con tutti i limiti di un essere umano e fallibile, io ne so un tantillinino piu’ di lei per quanto riguarda la Russia, l’URSS e tutto cio’ che vi e’ legato, anche perche’ molte mie informazioni sono dirette, spesso anche di prima mano.

    Per quanto riguarda Solzhenitsin, l’ha tirato fuori lei. Ma anche qui, come sopra.
    Tra l’altro, le faccio notare amichevolmente che Gilad Atzmon, Israel Shamir e Norman Finkelstein o Mike Rivero sono stati (assurdamente) tacciati di antisemitismo. Non vuol dire nulla, esattamente come l’essere battezzati o o l’essere di religione russo-ortodossa. In Russia, specialmente. Non gliene faccio una colpa se non riesce a comprenderlo, c’e’ parecchia confusione in giro su queste cose.

    Per finire, l’accusa di antisemitismo, aperta o velata, e’ talmente ridicola per me, che non sto nemmeno a discuterne. Credo di aver espresso molto chiaramente il mio pensiero e dove esattamente siano dirette le mie critiche e perche’.

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DA PARTE DI PIETRO
    ————————————
    Bell’articolo, caro Nicotri.
    Mi è piaciuto davvero molto.
    Su quello che ha detto, intervengo ponendole delle domande.
    Parto dal caso della Orlandi.
    1) Cosa ne pensa delle affermazioni di questi giorni, secondo cui la Banda della Magliana sa tutto (o quasi) di quello che è successo alla povera ragazza scomparsa?
    2) Lei dice di non aver ricevuto smentite o querele in merito a quanto scritto nel suo ultimo libro sul caso, ma questo come è stato accolto (se può dirlo, ovvio) dalla famiglia della Orlandi? Ci sono state reazioni?
    3) Cosa serve, secondo lei, per far cadere il muro di omertà che circonda l’intera vicenda? E da quali personaggi occorre partire, sia essi viventi che morti?

    Sul caso Scazzi, che dire… Penso che gli inquirenti stiano svolgendo il loro lavoro e che, al di là delle prime dichiarazioni dello zio, occorra ricostruire momento per momento l’intera storia… Certo, se fosse vero che in famiglia già erano note le attenzioni dell’uomo per la nipote e che quel 26 agosto la figlia di Misseri possa aver capito/sentito e avesse taciuto, il quadro sarebbe ancor più fosco e drammatico di quel che è…

    Molti lati, ripeto, vanno ancora chiariti. Tra l’altro ho letto, da un
    articolo su internet, che lo zio sarebbe cresciuto, da piccolo, in un ambiente familiare molto degradato, con il padre che avrebbe abusato delle sorelle dell’uomo e forse anche di lui stesso… Certo, le responsabilità sono personali, ma questo ci darebbe un indizio della personalità di questa persona.
    Speriamo si faccia piena luce su tutto e che i suoi dubbi vengano fugati, sarebbe terribile il contrario…

    Le cose finali, sempre a proposito di questa bruttissima storia.
    1) La cugina ha chiamato più volte Sarah sul cellulare, mentre questa era già probabilmente morta… L’avrà fatto, penso, perché l’attendeva e la ragazzina non arrivava: forse questo potrebbe escludere l’idea che Sabrina sapesse cosa stava succedendo e si fosse semplicemente chiesta il perché di quel ritardo…
    2) Neanche io sono un esperto, ma dato che in quel 26 di agosto penso facesse molto caldo ad Avetrana, è possibile (lo dico da profano, è chiaro) che il corpo della ragazza si sia raffreddato molto meno rapidamente? Questo magari avrebbe consentito all’uomo di consumare il suo macabro rapporto…
    Non so, ma credo che un medico legale possa stabilire se questo rapporto sia avvenuto prima o dopo la morte… O forse sono io che guardo troppo attentamente le puntate di NCIS?!?
    3) Giusta la sua osservazione sulla differenza del rapporto/stupro consumatosi prima o dopo la morte… Però, lo dico senza voler giudicare troppo lo zio di Sarah, non penso che l’uomo in questione abbia avuto la finezza di fare un calcolo così particolare, ingegnoso… Ribadisco ancora una volta il concetto espresso da lei: la storia va ricostruita passo passo per eliminare ogni zona d’ombra! Ma mi sembra che ci troviamo di fronte ad una persona abbastanza
    semplice (sono ingenuo?) che non mi pare abbia l’astuzia di aver programmato la sua versione in un modo così scientifico… Oddio, tutto è possibile, ma l’uomo non mi sembra così sottile da poter architettare cose del genere, altrienti non avrebbe commesso il fatale errore di “ritrovare” il cellulare… Altro discorso sarebbe – e torniamo al punto e ai dubbi di prima – se la versione come la conosciamo noi fosse stata suggerita e preparata con il concorso di altri…
    Beh, a quel punto…
    Un saluto di una buona domenica a tutti. Ad Anita in special modo!

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Pietro

    La ringrazio. Le rispondo domani perché ho da finire un lavoro e poi vado a nanna perché casco dal sonno.
    Buona domenica anche a lei.
    pin nicotri

  11. Vox
    Vox says:

    LIBERTA’ VIGILATA
    DI ESPRESSIONE

    [In riferimento all’articolo di Marco Pasqua su Repubblica] Si lascia intendere che non può esistere la libertà di negare l’Olocausto.

    Fare ricerca e dimostrare l’infondatezza o la falsità di fatti storici che, seppur universalmente riconosciuti, non sono mai stati indagati sino in fondo, secondo Repubblica non farebbe parte della libertà di espressione? Il secondo quotidiano più importante d’Italia sarebbe quindi a favore del reato di opinione? O, peggio, di indagine?

    Sarà questo allora il motivo per cui Repubblica ignora che in Francia esiste la legge Gayssot che dichiara reato mettere in dubbio l’esistenza dei crimini nazisti. E ignora soprattutto il fatto che un ingegnere chimico francese di 41 anni, Vincent Reynouard, è attualmente in carcere per aver diffuso un opuscolo con cui proponeva il suo punto di vista sull’Olocausto nazista. Nessun omicidio, né alcuna violenza. Solo un’opinione. Per Reynouard nessun Saviano si straccia le vesti per difendere la sua libertà d’espressione.

    E’ questa la coerenza di Repubblica: da una parte si raccolgono firme per difendere una condannata per omicidio in Iran e dall’altra si mette alla gogna un professore italiano con l’accusa di aver reso partecipe i propri allievi delle sue ricerche storiche.

    E’ il paradosso. E non finisce qui. In un passaggio successivo, Pasqua si spinge ad invocare il contraddittorio alle parole di Moffa, dimostrando di aver conseguito il patentino di giornalista senza aver mai frequentato un’aula universitaria, perchè altrimenti saprebbe che regolarmente le lezioni si svolgono senza contraddittorio…

    Le ultime chicche di Pasqua per screditare Moffa sono, in primo luogo, il suo ‘elogio ad Ahmadinejad’, come se il leader iraniano fosse il primo della lista dei ricercati dell’FBI, e, in secondo, le parole del presidente della Comunità Ebraica Renzo Gattegna, che si chiede quali siano le “reali intenzioni” dei revisionisti della Shoah.

    Le intenzioni sono spiegate chiaramente dal professor Moffa, il quale, citando lo storico ebreo Norman Finkelstein e il suo libro ‘L’industria dell’Olocausto’, parla di “un arma ideologica indispensabile, grazie alla quale una delle più formidabili potenze al mondo (lo Stato di Israele, nda) ha acquisito lo status di vittima. Da questo specioso status di vittima derivano dividendi considerevoli, in particolare l’immunità alle critiche”.

    Il clima di intolleranza sollevato da Repubblica verso le divergenze dal pensiero unico indotto viene esacerbato dai commenti degli utenti, che si lasciano andare a insulti, auspici di una subitanea condanna della magistratura (con quale reato?) e inviti ad andare a vivere in Iran, neanche fosse la Cambogia di Pol Pot…

    Leggo proprio ora che anche i politici, dal ministro dell’Istruzione a esponenti dell’opposizione, stanno alzando la voce all’indirizzo di Moffa, per il quale si prevedono provvedimenti. Le accuse sono davvero strampalate e mostrano chiaramente che non si sa di cosa si sta parlando. Si va dall’apologia del nazismo (semmai è il contrario, i revisionisti ne ridimensionano la forza) all’odio razziale (come può una ricerca storica produrre odio razziale?) fino all’accusa di ‘dire che la Shoah non è mai esistita’ (i revisionisti non negano l’Olocausto, ma ne contestano i numeri e la storiografia).

    di Marco Messina
    (magari, antisemita pure lui?)
    http://marcomessina.wordpress.com/2010/10/08/cogito-ergo-dubito/

  12. Vox
    Vox says:

    QUERELA CONTRO REPUBBLICA E IL CENTRO

    Il mio avvocato è già disponibile. Tutto in effetti è iniziato dalla catena De Benedetti: Repubblica e Il Centro – cartacei e web, scritti e video. Prima l’articolo di Marco Pasqua, poi Il Centro che
    1) si inventa una decisione del Preside della mia Facoltà, di provvedimenti contro il sottoscritto, decisione appunto inesistente, ma che nelle ore calde va in rete e alimenta l’isteria dei soliti noti;
    2) Si inventa oggi un mio contatto con l’Ateneo per dire “non entrate nel merito delle mie lezioni”, contatto mai avvenuto;
    3) infine si scatena, immagino con gli stessi metodi, a contattare colleghi e quanti altri possano essermi eventualmente ostili.

    MA NON E’ FINITA:
    4) ieri sulla prima schermata di Repubblica appariva un’altra notizia falsa, e cioè che il Rettore aveva dichiarato che avrebbe preso provvedimenti contro il sottoscritto: ma poi, cliccando il link collegato alla striscia, usciva fuori la notizia sul Preside e non sul Rettore! Goebbels? Sì, ma assieme a Jabotinsky che sosteneva già negli anni Trenta che i giornalisti erano superiori a capi di stato e ministri. E’ cioè il classico stile Repubblica, un giornalismo non diffusore ma facitore di eventi e decisioni, che si tratti della nomina del presidente della Repubblica Scalfaro, dei rinvii a giudizio all’epoca di Tangentopoli, o della campagna di veleni contro il sottoscritto.

    Claudio Moffa
    Fonte: http://www.claudiomoffa.it

  13. Vox
    Vox says:

    6 ottobre 2010
    Vi sono degli strani equilibri di potere che si stanno modificando. Apparentemente i duri di Israele sono contestati da nuove rivelazioni che trovano spazio proprio sui loro stessi media… di Paolo Mieli

    Fonte: Corriere della Sera

    Fin dalla prima infanzia i bambini israeliani vengono a «sapere» che il popolo a cui appartengono esiste dal momento in cui gli fu data la Torah sul Sinai. Quei bambini sono convinti di essere discendenti diretti delle genti che, uscite dall’ Egitto, si stanziarono, dopo averla conquistata, nella «terra di Israele», promessa, come tutti «sanno», da Dio per fondarvi lo splendido regno di Davide e Salomone, poi separatosi a formare quelli di Giuda e d’ Israele. Crescendo quei bambini apprenderanno che questo popolo, dopo il glorioso periodo monarchico, ha conosciuto l’ esilio per ben due volte: una con la distruzione del Primo Tempio nel sesto secolo a.C.; la seconda dopo quella del Secondo Tempio nel 70 d.C. Impareranno poi che il loro popolo, il più antico di tutti, ha errato in esilio per circa duemila anni, nel corso dei quali non si è mai lasciato integrare né assimilare. Che ha raggiunto lo Yemen, il Marocco, la Spagna, la Germania, la Polonia, angoli remoti della Russia riuscendo sempre a mantenere stretti legami di sangue con le comunità più lontane, preservando di conseguenza la propria unicità.

    In realtà è molto improbabile che le cose siano andate davvero così. Anzi, Shlomo Sand, storico ebreo, docente all’ Università di Tel Aviv, in un libro, L’ invenzione del popolo ebraico, di imminente pubblicazione per i tipi di Rizzoli, sostiene che si tratta, appunto, di una «invenzione».

    Questa storia non sta in piedi, afferma Sand: così come ad esempio non c’ è continuità tra gli antichi elleni e i greci di oggi, non c’ è una linea diretta che colleghi gli ebrei di duemila anni fa a quelli attuali. Per di più questo racconto non è andato formandosi spontaneamente; «sono stati invece abili manipolatori del passato che dalla seconda metà del XIX secolo, strato dopo strato, hanno elevato questo cumulo di ricordi servendosi soprattutto di frammenti di memoria religiosa ebraica e cristiana, da cui la loro fervida immaginazione ha ricostruito un’ ininterrotta genealogia del popolo ebraico».

    Quando, nel 2008, il libro di Sand è stato pubblicato in Israele si è scatenata, come era ovvio che fosse, una grande polemica (ne ha dato conto in modo esauriente, su queste pagine, Davide Frattini il 29 marzo di quello stesso anno).

    Ma molti storici israeliani, primo tra tutti Tom Segev, hanno difeso Sand e il suo libro che – a dispetto delle accuse piovutegli addosso – ha avuto un grande successo di pubblico. Shlomo Sand racconta di essere stato consapevole, allorché si accinse alla stesura di questo testo, dei rischi che correva[…]

    Dopodiché, sostiene Sand, «sarebbe stato meglio se il volume fosse stato realizzato da un’ équipe di ricercatori anziché da uno storico solo». Purtroppo, aggiunge non senza una buona dose di perfidia – ancora una volta – nei confronti dei suoi colleghi, non è stato possibile dal momento che non ha trovato qualcuno che fosse disposto a «collaborare a quest’ azione criminosa».

    Sand è esplicito nel puntare l’ indice contro la maggioranza degli storici del suo Paese: «Vorrei sottolineare che quelle a cui ho attinto sono state quasi esclusivamente fonti che erano già state scoperte in precedenza da storiografi sionisti e israeliani»; «quello che più lascia stupiti è che molte delle informazioni utilizzate per questo saggio erano note da sempre in alcuni circoli ristretti di ricercatori, ma finivano invariabilmente per perdersi per strada quando si trattava di renderle note alla pubblica opinione o di innestarle nella memoria trasmessa dal sistema educativo»; «alcuni elementi erano stati trascurati, altri immediatamente nascosti sotto il tappeto degli storiografi e altri ancora “dimenticati” perché non si confacevano alle necessità ideologiche di una identità nazionale in fieri».

    Conclusione: «Sfortunatamente pochi dei miei colleghi – gli insegnanti di storia in Israele – ritengono loro dovere intraprendere la pericolosa missione pedagogica di denunciare le tradizionali bugie che si dicono sul passato».

    … Come denazionalizzare le storie nazionali (Sansoni) – Sand ricostruisce come quella della continuità del popolo ebraico dai tempi biblici a quelli odierni sia un’ «invenzione» molto recente.
    In principio fu Giuseppe Flavio lo storico ebreo di lingua greca che nel primo secolo dopo Cristo raccontò la Guerra giudaica a cui aveva partecipato e scrisse delle Antichità giudaiche (Utet). Poi per tutto il Medioevo non è attestata nessuna forma di storiografia degli ebrei.

    Sand nota come trascorsero più di milleseicento anni prima che Jacques Basnage (1653-1725), teologo ugonotto originario della Normandia ma residente a Rotterdam, decidesse di riprendere il racconto della Storia degli ebrei dai tempi di Gesù Cristo ad oggi. Milleseicento anni! Tra l’ altro l’ opera di Basnage non aveva assolutamente le caratteristiche di uno studio storico nel senso moderno del termine (l’ autore non rimandava quasi mai a fonti ebraiche) ed era stata scritta all’ evidente scopo di screditare la Chiesa cattolica. L’ autore non delineava alcuna continuità tra gli antichi israeliti e le comunità ebraiche a lui coeve, si limitava a descriverne le persecuzioni qui e là nel corso del Medioevo, per sostenere che la colpa di quelle vessazioni era riconducibile per intero alla corrotta istituzione del papato. E che solo la Riforma protestante avrebbe potuto condurre gli israeliti alla salvezza (che – detto per inciso – doveva coincidere con la loro conversione al cristianesimo).

    Poi trascorse quasi un altro secolo perché lo storico ebreo tedesco Isaak Markus Jost (1793-1860) scrivesse una seconda storia degli ebrei che, malgrado le critiche da lui stesso mosse a Basnage, conservava lo stesso impianto del lavoro dello scrittore protestante.

    Il primo accenno esplicito a una continuità tra gli ebrei della Bibbia e quelli di tremila anni dopo si trovò solo nel saggio Roma e Gerusalemme (1862) di Moses Hess, un amico di Karl Marx, che scrisse: «La razza ebraica è una razza originaria dell’ umanità che ha mantenuto la propria integrità, nonostante i continui cambiamenti delle condizioni climatiche; il tipo ebraico è rimasto immutato attraverso i secoli».

    Si dovrà attendere, però, ancora qualche decennio perché sia formulata in modo esplicito la tesi che gli ebrei di oggi sono discendenti diretti di quelli che nel XIII secolo avanti Cristo fuggirono dall’ Egitto guidati da Mosè. Cosa che avvenne solamente con la nascita e lo sviluppo del sionismo di Theodor Herzl.

    Le fondamenta del processo di costruzione retroattiva della nazione ebraica furono poste in modo organico da Heinrich Graetz tra la fine dell’ Ottocento e gli inizi del Novecento. Successivamente diventarono per così dire definitive, in pieno Novecento, ad opera di Ben-Zion Dinaburg, nato in Ucraina, poi emigrato in Palestina dove divenne uno dei principali collaboratori di David Ben Gurion.

    Può apparire paradossale ma la storia ufficiale del popolo ebraico entrò in crisi a seguito della «guerra dei sei giorni» del 1967, quando Israele occupò i territori su cui avrebbe dovuto essere edificato (dal 1948), assieme a quello di Israele, lo Stato palestinese.

    Frotte di archeologi accorsero in Cisgiordania e nella Giudea biblica a cercare le prove del glorioso passato della loro gente. Però non ne trovarono. Anzi, vennero in possesso di elementi che contraddicevano le loro supposizioni.

    Le storie dei patriarchi, ad esempio, citavano Filistei, Aramei e un gran numero di cammelli. Ma Filistei, Aramei e cammelli erano comparsi nella regione qualche secolo dopo quello della datazione biblica.

    Ancora: la terra di Canaan nel XIII secolo, cioè all’ epoca della fuga dall’ Egitto, era ancora governata dai faraoni. Questo significa che, se le cose fossero andate come dal racconto tradizionale, Mosè avrebbe condotto una popolazione di tre milioni di schiavi ebrei liberati, in un viaggio nel deserto durato quarant’ anni, per andare «dall’ Egitto all’ Egitto». Nessuna traccia del fatto che, una volta arrivati nella terra di Canaan, gli ebrei, secondo il racconto del libro di Giosuè, avrebbero sterminato la popolazione locale (meno male, osserva Sand, questo vuol dire che quel genocidio non ci fu!).

    Nessuna prova dell’ abbattimento delle mura di Gerico che all’ epoca era una piccola e insignificante città. La potente monarchia di re Salomone, fondata per grazia e con la benedizione di un unico Dio, non è mai esistita: ci sono un’ infinità di evidenze della circostanza che negli anni della narrazione biblica, gli abitanti del luogo erano convinti politeisti.

    «I miti fondamentali sull’ origine antica di un popolo straordinario proveniente dal deserto che aveva conquistato con la forza un vasto paese per edificarvi un regno magnifico», scrive Sand, «servirono fedelmente l’ ascesa del nazionalismo ebraico e l’ impresa di colonizzazione sionista; per un secolo costituirono il carburante testuale che fornì energia spirituale a una politica identitaria estremamente complessa e a una colonizzazione territoriale che esigeva autogiustificazioni e un numero considerevole di vittime».

    Ma da nessuno scavo archeologico sono emerse prove a conferma di quei miti fondamentali. Anche per quel che riguarda la «seconda cacciata» degli ebrei, quella del 70 d.C., le cose non stanno come è stato tramandato.

    Contrariamente a quanto viene insegnato nelle scuole israeliane, sull’ arco di Tito eretto a Roma in onore dell’ imperatore sono i soldati romani a portare sulle spalle come bottino la menorah e non gli ebrei a trascinarla dietro di sé.

    Non esistono in tutta la ricca documentazione romana né una prova né un accenno a un qualsiasi esilio dalla Palestina, come del resto non sono stati rinvenuti elementi che confermassero un’ ampia concentrazione di rifugiati ai confini della Giudea in seguito alla rivolta, elementi che avrebbero dovuto essere rinvenuti se ci fossero stati consistenti spostamenti di popolazione.

    Ci sono invece prove del fatto che, anche dopo l’ ultima rivolta ebraica, quella del 132 dell’ era volgare, la popolazione ebraica continuò a prosperare su quella terra ancora per due generazioni. Il mito dello sradicamento e dell’ esilio si sviluppò molto tempo dopo, nella tradizione cristiana dalla quale in seguito penetrò in quella ebraica per poi trasformarsi «in una verità assoluta della storia generale e nazionale».

    Hayyim Milikovsky, studioso dell’ università Bar Ilan, ha dimostrato sulla base di un’ accurata documentazione del secondo e terzo secolo dopo Cristo che il termine «esilio» stava ad indicare un asservimento politico, non uno sradicamento territoriale e che le due cose non erano necessariamente correlate.

    Ma se i fatti – per quel che riguarda la storia della Palestina tra il I e il II secolo, fino alla distruzione del «secondo tempio» e ai decenni immediatamente successivi – andarono in questo modo, chi furono gli ebrei che ricomparvero nella seconda metà del primo millennio?

    Probabilmente si tratta di popolazioni convertitesi all’ ebraismo per meglio fronteggiare le aggressioni cristiane, bizantine o musulmane . Ebbe questi caratteri un regno nel sud della penisola arabica a cui avrebbe dedicato alcune pagine, a fine Ottocento, il già citato Graetz.

    Ci furono comunità ebraiche che si formarono all’ epoca dei Vandali, cioè quando, tra il 430 e il 533, le tribù germaniche giunte dall’ Europa conquistarono l’ Africa settentrionale e fondarono un regno la cui religione dominante era quella cristiana ariana.

    Ibn Khaldun, il grande storico arabo vissuto nel XIV secolo, ha raccontato la storia di un regno dei monti nordafricani dell’ Aures composto da popolazioni berbere convertite all’ ebraismo che nel 689, sotto la guida della regina Dihya al-Kahina, resistette a lungo a un’ offensiva musulmana (alla fine la regina fu sconfitta, perì in battaglia e i suoi figli si convertirono all’ islam). Dopodiché si può supporre – ma soltanto supporre – che l’ ebraismo «sia comparso nella penisola iberica soprattutto tra gli schiavi, i soldati e i mercanti romani convertiti, come probabilmente avvenne in altre colonie dell’ Impero nell’ area nord-occidentale del bacino mediterraneo».

    Altra storia è quella della «tribù dei cazari» [ashkenazi]e del loro impero che restò in vita tra i due e i quattro secoli nelle steppe tra il Volga e il Caucaso settentrionale. La fonte principale che documenta l’ esistenza di questo regno è costituita dal «documento di Cambridge», la lettera di un ebreo cazaro del X secolo, scoperta nel 1912 nella Genizah del Cairo e conservata, appunto, nella famosa biblioteca universitaria inglese.

    I cazari, in un imprecisato momento tra l’ ottavo e il nono secolo adottarono una fede monoteista e fecero proprie le pratiche culturali ebraiche per contrastare l’ Impero bizantino cristiano e il califfato abasside musulmano.

    Nel 1016 un esercito russo-bizantino invase il regno ebraico ma gli ebrei cazari sopravvissero sui monti, nelle steppe e nella penisola di Crimea fino all’ invasione mongola di Gengis Khan (nel XIII secolo) che li annientò.

    In Israele questa storia, alla quale pure sono stati dedicati studi, è stata trattata con una punta di imbarazzo. I «gestori della memoria israeliana», secondo Sand, hanno sempre voluto «tutelarsi dall’ ombra del passato cazaro per il timore che, se fosse stato reso noto che la comunità ebraica insediatasi non discendeva direttamente dai “figli d’ Israele”, QUESTO AVREBBE MINACCIATO LA LEGITTIMITA’ DELL’IMPRESA SIONISTA e tale delegittimazione avrebbe portato a UN RIPENSAMENTO GENERALE DEL DIRITTO ALL’ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE».

    Al punto che quando Arthur Koestler, autore del celeberrimo libro antistalinista Buio a mezzogiorno, nel 1976 scrisse, sulla storia del regno ebraico cazaro, La tredicesima tribù (pubblicato in Italia da Utet) in Israele il volume fu sì stampato da un piccolo editore di Gerusalemme ma poi non fu mai messo in distribuzione.
    I lettori israeliani, osserva Sand, quel libro «lo hanno conosciuto solo attraverso i velenosi attacchi di cui è stato oggetto».

    Solo molto tempo dopo la questione è stata affrontata in seminari e in qualche studio di buon livello. Stesso discorso – cioè eventi dati per certi su cui è opportuno tornare – vale per la tesi, ormai abbondantemente inficiata, che colloca in Germania il punto di confluenza e di rifondazione degli ebrei dell’ Europa orientale e che attribuisce sempre alla Germania la paternità dello yiddish. Non nella nobile Germania ma in terre orientali di minor prestigio «rinacquero» gli ebrei d’ Europa.

    Tratto da
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7530

  14. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Eccellente.

    Adesso ci spieghi che era Muhammad Pace e benedizione su di lui il profeta e il messaggero di Allah.

    Buonanotte,
    Anita

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    ecc. ecc.QUESTO AVREBBE MINACCIATO LA LEGITTIMITA’ DELL’IMPRESA SIONISTA e tale delegittimazione avrebbe portato a UN RIPENSAMENTO GENERALE DEL DIRITTO ALL’ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE ecc. ecc.


    Ma tutte queste menzogne e giravolte , tutto questo bla bla bla a quale conclusione puo´portare, o vuol portare?
    Ammesso e non concesso che tutte le palle del post Nr 114 siano vere,
    non e´straordinariamente unico, che una comunita´si possa inventare una cosi grande idendita´e storia. Non e´cosi?
    Ai babbuini tipo 114, rosi dall´invidia, Israele non va´, perche´……dicono…..e´una invenzione.
    Ma Israele e´ OGGI una realta´ incancellabile e ripeto, la distruzione di quel paese e´inevitabilmente legata alla distruzione del mondo intero. Dunque a che pro i post tipo 114?
    Possono oggi le teorie sballate e le menzogne spudorate tipo quelle del 114 cambiare una situazione? No. E allora?Allora continuate a rodervi l´animo ed a scrivere fandonie e falsita´. Babbuini

    Rodolfo

  16. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Pietro scrive:-
    1) La cugina ha chiamato più volte Sarah sul cellulare, mentre questa era già probabilmente morta… L’avrà fatto, penso, perché l’attendeva e la ragazzina non arrivava: forse questo potrebbe escludere l’idea che Sabrina sapesse cosa stava succedendo e si fosse semplicemente chiesta il perché di quel ritardo…

    Non capisco…. a me sembrerebbe l´esatto contrario.
    Se telefono ad uno dei miei figli mi aspetto una risposta, se quella non arriva, mi chiedo subito cosa sta´succedendo o perche´del ritardo se avevamo un appuntamento.
    Giorni fa´ ho telefonato ad un amico, il telefono era sempre occupato.
    Dopo un po´mi sono preoccupato, mi sono vestito e sono andato a controllare. Quando ha aperto la porta ero gia´piu´sollevato, si scopri che la cornetta del telefono non era al suo posto.
    Rodolfo

  17. Rodolfo
    Rodolfo says:

    L´intelligenza attribuita da Nicotri a quel depravato mi sembra fuori luogo. Secondo il mio parere non c´e´differenza se lo stupro e´avvenuto prima o dopo. Quell´uomo andrebbe condannato a morte. Punto.
    In Italia non c´e´la pena di morte e va´bene cosi.
    Dunque ergastolo a pane e acqua e cella d´isolamento.
    Rodolfo
    -

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ieri ho fatto un bel couscous…. ho provato con la carne di agnello , una delizia.
    Ne era rimasta una buona porzione. Questa mattina ho tagliato la porzione a fettine…ho fatto ben rosolare con il burro, pepe, sale , zucchero e gli ho scolato su il succo di un bel limone…….
    buonissimo. Rodolfo

  19. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Il 17 marzo doveva diventare festa nazionale per il 150esimo dell’Unità d’Italia.
    Ora si scopre che nel calendario delle feste nazionali quel giorno non c’è più.
    Uno di quei casi in cui viene gabbato lo santo prima di fare la festa.
    Giuliano Amato, presidente comitato 150esimo anniversario, 9 ottobre

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Mi viene i mente che i Tedeschi quando i loro figli fanno degli errori, ma mi sembra anche in America, si usi come punizione il “Hausarrest”.
    Dipende dalla gravita´ da 1 giorno fino ad una settimana.
    Se ad un bambino perche´ non ha fatto i compiti gli si da´tre giorni di arresti domiciliari, perche´non si dovrebbe dare l´ergastolo a pane e (poca) acqua all´assassino di Sara?
    Rodolfo

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    X Rudolfo.
    Vero.
    Però perchè non condannare a morte pure quei depravati in divisa militare che ordinano ad altrettanto depravati dentro una carlinga di aereo, in Palestina (vale per tutte le altre parti del mondo) lanciano, per esempio, pillole al fosforo bianco su gente inerme stuprando il loro corpo e la loro vita?
    Perchè nò?
    Non si può?
    È un altro morire?
    Ah, bèh..
    C.G.

  22. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ed inevitabilmente e puntualmente esce fuori l´avvocato delle ” causi pessi”, (dove in Siciliano “causi” e´vale sia per causa che per pantaloni) a fare i suoi obrobbriosi paragoni.
    Forse ha gia´dimendicato che mi deve dare ancora una spiegazione e cioe:-

    “Cerutti Gino { 04.10.10 alle 6:59 }
    Ieri guardavo in TV lo speciale “Madri” di Barbara Cupisti che trattava sui racconti delle madri di israeliani che hanno perso i loro figli, chi nelle mattanze militari di Tel Aviv e chi saltava per aria dentro una pizzeria perchè un fottuto, imbottito di tritolo, non faceva da meno.
    Osservavo i volti spenti ma dignitosi di queste madri, lo stesso dolore straziante, la stessa lacrima che scendeva loro sul volto, lo stesso colore rosso del sangue dei propri figli. Scene originali delle mattanze con le quali ho avuto difficoltà a guardarle per intero.
    NON SO DAVVERO COME QULCHE IDIOTA POSSA FARE DEI DISTINGUO USANDO; IPOCRITA CHE NON E` ALTRO; DUE PESI E DUE MISURE. CG ”


    Ed a proposito di ipocriti e idioti…… cg ha dimendicato di darmi una risposta soddisfacente, senza se e senza ma, senza deviazioni e senza tentennamenti alla domanda che e´seguita, e cioe´:-

    “Ed ora mi sa dire, chi…in QUESTO blog o in QUALUNQUE altro posto, da ME o da QUALSIASI altra persona, si siano fatti dei DISTINGUO circa il dolore di una madre. Non solo Israeliana o Palestinese, ma di QUALSIASI altra parte del mondo. Attendo risposta attendibile e non la solita STRONZATA che non dice niente. Rodolfo

  23. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    Sempre pronto nelle risposte e poi ti blocchi?
    Cheffai ….rifletti?
    Te li puoi risparmiare le tue riflessioni, qualsiasi cosa scriverai a proposito sara´ sempre la solita STRONZATA, insomma le solite stronzate che fanno di te qualcosa di prticolare e unico in questo blog.
    Rodolfo

  24. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cosa vuoi che uno risponda a chi, invece della massa cerebrale la scatola cranica che si porta appresso contiene generica segatura e le spiegazioni non le legge e se le legge non le capisce?

    P.S.: in aggiunta proporrei per chi dentro gli autobus passa il tempo a toccare i kuli delle signore se non addirittura la pena di morte, almeno mozzargli quelle manacce zozze.

    P.S. 2 : di un pò, segatura, non è che tra le altre tue “gesta” sei uno di quelle mezze calzette che se la (lo) menano nei quartieri a luci rosse?
    Si evince dall’E-mail che, sfuggitati data la tua abitudine nel prendere a martellate la tastiera, hai pubblicato tu stesso?
    C.G.

  25. Rodolfo
    Rodolfo says:

    RISPOSTE NISBAx125
    Ecco vedi….le solite calunnie…..le solite offese,
    ergo le solite STRONZATE.
    Ci si puo´da uno come te aspettare altro?
    Ma vai cammina…passi lunghi e ben distesi….
    Rodolfo

  26. Peter
    Peter says:

    x Vox

    va bene, prendo nota della sua amichevole osservazione (che per inciso mi era gia’ nota, scusi, su quei personaggi da lei citati).
    Ora pero’ , nell’ambito dei suoi umani limiti che dice, mi faccia capire come lei definisce gli ebrei russi. A quanto sembra, per lei non e’ rilevante se fossero stati battezzati alla nascita, magari figli di genitori e nonni a loro volta battezzati, ovvero cristiani.
    Mi chiedo a quali remoti antenati bisogni per lei andare a parare…Per dire, ho conosciuto irlandesi cattolici, ‘ma i miei nonni erano protestanti’. Dovrei forse non considerarli cattolici per quello?
    So di conversioni in massa fatte in passato per immediata convenienza (o per salvare la pelle…) per esempio in Spagna nel XV secolo, i cosiddetti ‘marranos’, non escludo che cose del genere siano successe altrove, come in Russia, ma dopo tanto tempo non avrebbe alcun senso chiamarli ‘ebrei’.
    Altrimenti sembrerebbe (quanti condizionali, cribbio!) che la situazione russa sia talmente particolare che la puo’ capire solo lei che l’ha vista ‘di persona’, il che, scusi, e’ un tantinino ‘patronising’, o no?

    Secondo punto. Sakharov e Solgenitsin (premi Nobel per fisica e letteratura) non risulta a nessun altro sul blog che fossero ebrei, ne’ sionisti, anzi Solgenitsin era antisionista (=anti-Israele).
    Convengo che anche altri scienziati o scrittori russi ‘fedeli al sistema sovietico’ avrebbero forse meritato il Nobel, ma la sua tesi di giorni fa mi pare faccia acqua parecchio.

    Infine, non la considero affatto ‘razzista’ , altrimenti non intratterrei questo scambio con lei. E poi, mi sono care le sue ferie ad Odessa….

    un saluto

    Peter

    ps
    mi interessa l’eventuale risposta di Vox. Gli ‘altri’ sono cortesemente pregati di farsi i caxacci loro, almeno per ora

  27. Rodolfo
    Rodolfo says:

    eppoi scrivi:-
    “Cerutti Gino { 10.10.10 alle 8:50 }
    Cosa vuoi che uno risponda a chi, invece della massa cerebrale la scatola cranica che si porta appresso contiene generica segatura e le spiegazioni non le legge e se le legge non le capisce?”

    Quali spiegazioni? Quali ragionevoli risposte? Dove sono? Mi sono sfuggite? Per sicurezza li puoi riscrivere?
    Affinche´ anche gli altri capiscano il tuo genio incompreso.
    Arivai con passi sempre piu´lunghi e sempre piu´distesi.
    Rodolfo

  28. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Basta (e avanza) che quelli del blog capiscano il tuo di “genio incompreso”…
    Anche se non ci pensano, a quanto sembra, minimamente.
    Hanno meglio da fare.
    C.G.

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Può darsi che la linea scelta da Messeri non sia farina del suo sacco, per quanto il proverbio dice che “Contadino, scrape grosse cervello fino”. Ma potrebbe esser farina di consiglio di un buon avvocato…. Di tempo per farsi consigliare ce n’è stato.
    Buona domenica.
    pino nicotri

  30. Pietro A.
    Pietro A. says:

    x Rodolfo 117
    Mi spiego meglio.
    Intendevo dire, semplicemente, che se Sabrina avesse sospettato qualcosa in merito a quello che stava accadendo nel garage, si sarebbe limitata a fare una telefonata a Sarah?!? Non sarebbe scesa dal primo piano?
    Chiaramente, questo se lei sapeva qualcosa. E’ da vedere.
    Penso che cugina attendesse tranquillamente Sarah e che non sospettasse di nulla, la preoccupazione – questo sì – è venuta dopo che le telefonate sul cellulare sono andate a vuoto o sono state rifiutate.
    Spero di aver chiarito meglio il mio concetto.
    Buona domenica a lei

  31. Pietro A.
    Pietro A. says:

    x Nicotri.

    Quello che dice a proposito dell’avvocato, potrebbe essere vero. Le indagini comunque proseguono proprio per eliminare questi “buchi neri”…

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Oggi 10/10/10 numero magico.
    I numeri composti da cifre uguali sono infiniti, ma questo di oggi ha qualcosa di particolare.
    Per primo e´ un codice binario di sei cifre 101010 che si puo calcolare cosi:-
    101010 e´uguale a 2 elevato a 5+ 2 elevato a 3+ 2 elevato a 1=42
    Il numero 42 si trova in parecchie Science-Fiction.
    Ma anche per i numerologi ha un particolare significato.
    Il 10 e´il primo numero di 2 cifre, l´”1 ” e´il numero del Creatore lo “0” e´il nulla, insieme la forza e la potenza .
    Per i Babilonesi il 10 sta´per il Dio Marduk che sconfigge il male.
    Per i Pitagorici il 10 e´il numero che indica la perfezione.
    Ma non dimendichiamoci delle Bibbia e dei suoi 10 comandamenti.
    Rodolfo

  33. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Peccato che nella Bibbia non ci sia un’undicesimo comandamento:
    “non dire stronzate”

    C.G.

  34. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    ma dico…..non provi un po´di vergogna? Non ti leggi?
    Non provi un briciolo di amor proprio?
    Ma sei proprio na feccia……..

  35. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Invece di tergiversare sforzati a rispondere alla mia domanda:-

    “Ed ora mi sai dire, chi…in QUESTO blog o in QUALUNQUE altro posto, da ME o da QUALSIASI altra persona, si siano fatti dei DISTINGUO circa il dolore di una madre. Non solo Israeliana o Palestinese, ma di QUALSIASI altra parte del mondo. Attendo risposta attendibile e non la solita STRONZATA che non dice niente. Rodolfo

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Limitati ad osservare l’undicesimo Comandamento proposto, mentre per il resto cerca di stare lontano dalle falegnamerie.
    Basta e avanza la segatura che hai nel cervello.
    Vai.
    C.G.

  37. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Pietro A.

    Rispondo alle sue domande:

    1) Ridere o piangere? Premesso che è impossibile che un magistrato inquirente abbia rilasciato quelle dichiarazioni, che infatti sono riportate con la solita disinvoltura gaglioffa senza fare nomi come per altre dichiarazioni fasulle, siamo passati dalla “Banda” che ha “compiuto il rapimento” alla banda che del rapimento si limita a “sapere”. Ma guardi, caro Pietro A., che del “rapimento” della Orlandi è dimostrato che a sapere tutto è il Vaticano. NON la “banda della Magliana”, ma IL VATICANO. La sua Segreteria di Stato, per l’esattezza, e ovviamente non solo quella. Lo ha dichiarato per iscritto in una testimonianza ai magistrati negli anni ’90 anche monsignor Francesco Salerno, che all’epoca della scomparsa si occupava di soldi del Vaticano e che poi – DOPO la sua testimonianza – è stato promosso rettore della basilica di S. Giovanni in Laterano, oggi la più importante per il cristianesimo dopo quella di S. Pietro e prima della costruzione di questa basilica il centro del mondo cristiano. NON si promuove a tale incarico uno che ha raccontato balle ai magistrati: piuttosto, lo si promuove per comprarlo e convincerlo a stare zitto.
    Ad avere comunque capito come stanno le cose, e quindi a “saperle”, non c’è solo la “banda della Magliana”, peraltro mai esistita come ha dichiarato lo stesso magistrato inquirente Giancarlo Capaldo e comunque finita nel sangue nei primi anni ’90. Esisteva infatti NON la “banda della Magliana”, bensì la criminalità romana, NON organizzata in banda unitaria, piuttosto un mosaico di tessere, gruppi e bande tra loro diverse, spesso antagoniste e qualche a volte alleate. Ci sono ormai milioni di italiani che “sanno”, perché non siamo tutti scemi.
    Nell’estate 2008 è esplosa la Verità della “supertestimone” dei miei stivali Sabrina Minardi, Verità tanto taroccata da dover essere ritoccata un anno dopo. Il tutto senza seguito concreto. Prima osservazione: fossero vere le fandonie rifilate da questa poveretta, come mai non le hanno spiccato un mandato di cattura o almeno un avviso di reato per concorso in sequestro di persona e in omicidio? A gennaio 2010 il magistrato inquirente Giancarlo Capaldo dichiarava in pubblico, alla presentazione di un libro della giornalista Angela Camuso sulla solita “banda”, che “le dichiarazioni della Minardi sono superate, ci sono altri concreti indizi per dire che la Orlandi è stata rapita da De Pedis”. Sono passati 10 mesi da quelle dichiarazioni, ma le prove ‘ndo stanno? Mistero! Di recente s’è aggiunto un nuovo farneticante, che vive se ho ben capito in Abruzzo, dove è ben noto come persona diciamo “disinvolta”. Però dal rapimento siamo passati al semplice sapere. In attesa di passare al semplice immaginare….
    Seconda osservazione: anche i pentiti un tanto al chilo Abbatino e Mancini hanno toppato di brutto. Dopo oltre 25 anni, durante i quali NESSUNO, né quelli della “banda”, né la polizia né i carabinieri né i servizi segreti, italiani e non, ha MAI accostato la faccenda Orlandi alla “banda della Magliana”, ecco che questi due baldi pentiti si svegliano improvvisamente, ma solo DOPO “Che chi l’ha visto?” e la molto disinvolta Sciarelli lanciano in pista lo “scoop” della tomba di De Pedis, scoop dei miei zebedei perché già risolto come inesistente oltre 10 anni prima dal magistrato romano De Gasperis (o Degasperis). E comunque raccontano cazzate. Il riconoscimento della voce di “Mario” fatta da Mancini si è rivelato, ovviamente, una fregnaccia, però la balda Sciarellona NON lo dice, come NON dice che il pentito Mancini è stato condannato per calunnia, la balda Sciarellona con Mancini preferisce invece scrivere un libro. Per vendere, bisogna evitare di far sapere che lo si scrive con un cazzaro…
    Idem per Abbatino.

    2) Una unica reazione. IL SILENZIO. Da parte della famiglia, dei magistrati e della Sciarellona. Che si tiene sotto le chiappe dal 2005 l’intervista di oltre un’ora che mi fece fare da Fiore Di Rienzo. E sì che nel mio libro del 2008 sul caso Orlandi c’è scrito chiaro e tondo che l’avvocato Egidio Gennaro, legale degli Orlandi e poi anche dei Gregori, genitori di Mirella anch’essa “rapita”, esclude che si sia trattato di rapimenti. E se lo ha detto lui….

    3) Serve un giornalismo d’inchiesta. E serve un giornalismo che non censuri le notizie e le inchieste scomode perché NON fanno fare carriera e anzi nuocciono ai testardi che le portano avanti. Santoro, Travaglio e altri che non nomino per carità di (ex) patria sono bravi mastini, ma solo su cose pro domo propria. Inchiodare Berlusconi aiuta a fare carriera al seguito dei suoi avversari, che vanno al governo e che se poi lo perdono magari lo rinconquistano. Inchiodare il Vaticano NON aiuta a fare carriera, per il semplice motivo che NON c’è una opposizione al Vaticano in grado di andare al governo e di poter comunque garantire carriere e stipendioni. E’ un po’ quello che ormai si sta verificando anche riguardo Israele: chi tocca i fili muore, e chi non si inchina è fottuto.

    CONCLUSIONE: anche i sassi hanno capito che si VUOLE ASSOLUTAMENTE chiudere il “mistero” Orlandi addebitandolo alla “banda della Magliana”, ottima notte nera in cui tutti i gatti osno neri. Meglio ancora addebitarlo a un morto, come De Pedis, che ha ben tre vantaggi: a) in quanto morto NON può difendersi; b) in quanto morto non può neppure essere processato; c) – non c’è il fastidio di dover condurre una inchiesta che renda conto anche ad avvocati e familiari del defunto scelto come capro espiatorio

    Sul caso Scazzi:
    1) – la cugina sarà(h) anche in buona fede, non ne dubito, però il suo allarmarsi subito mi dà l’impresione del comportamento di persona “che sa” – e NON per modo di dire come la “banda ella Magliana – che effettivamente Sara può essere sparita, sì, ma per responsabilità di qualcuno del parentado. Non solo perché il giorno prima la cugina aveva appreso da Sara che lo zio allungava un po’ troppo le zampe, ma anche perché un genitore come quello dubito assai che non si sia comportato anche nella propria famiglia in modo – come dire? – un po’ troppo da padre-padrone. E’ ovvio che in cuor suo, magari senza averne chiara coscienza, sua figlia al non vedere arrivare più Sara abbia avuto – come dire? – quanto meno un disagio, se non dei dubbi ben precisi sul proprio padre. Dubbi, anzi certezze, che le intercettazioni ambientali pare abbiano colto almeno tre volte nelle sue conversazioni in casa con i familiari.
    2), 3) – Preferisco non addentrarmi in particolari che mi fanno trasecolare. Mi limito a dire che un buon avvocato può dare buoni consigli…. Aggiungo solo che il caro zio Misseri NON pare fosse animato dalla sindrome “delitto e castigo”, pare cioè che la messinscena del telefonino “trovato per caso” non sia il frutto del desiderio inconscio del farsi scoprire per poter confessare la colpa e liberarsi così da un peso troppo grande e devastante. Pare sia stato invece un tentativo di despitaggio, nel solco del “Contadino, scarpe grosse e cervello fino”, finito male. A volte infatti, e non solo per il contadino, le scarpe sono troppo grosse e il cervello non molto fino. Il solerte zietto Messeri s’è dimenticato che “Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”… E del resto, se se lo sono dimenticati in Vaticano, che di diavoli se ne intende, per il caso Orlandi, è comprensibile che se ne sia dimenticato anche un contadino della Puglia profonda.

    Termino con un’ultima osservazione, riguardante i miei colleghi. I più diffusi e autorevoli giornali italiani sono andati avanti giorni e giorni a scrivere che la distanza tra la casa di Sara e quella della cugina era di 400 metri, 600 metri, 500 metri, 700 metri, 800 metri, che è il doppio degl iniziali 400. A me non pare un buon modo di informare, tanto meno di informarsi. La distanza tra le due case NON era infatti un elemento secondario.

    Stando così le cose, non mi meraviglio neppure che un rottame del passato come Veltroni, che purtroppo è ancora in pista e non vuole passare, magari per andare finalmente nella sua tanto strombazzata amata Africa, abbia pubblicato su Repubblica del giorno 6 quel suo indecorso appello per rimuovere la salma di De Pedis dalla basilica dove riposa. Veltroni infatti si basa su “verità” che sono balle colossali, in pratica si comporta come Feltri con Boffo. Ho detto sia nel libro che nei miei vari interventi che De Pedis NON era uno stinco di santo, ma c’è sempre il cretino in malafede che mi deve far dire – come fa un coglione su Dagospia, roso dalla rabbia perché Dagospia mi ha dedicato una gran bella recensione – che “De Pedis era un galantuomo”. Frase che non solo non ho mai detto, ma che NON posso neppure pensare per il semplice motivo che io De Pedis non l’ho conosciuto. Conosco però benissimo anche la sua storia giudiziaria, in base alla quale non solo è da disonesti dire che fosse “un boss della bandda della Magliana”, ma non è legittimo neppure dire che ne fosse un semplice membro. Veltroni s’è ridotto a legittimare e utilizzare il tanto deprecato “metodo Boffo”. Siamo ormai ridotti a questo. E non solo riguardo le tombe romane.
    Buona domenica.
    pino nicotri

  38. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg137
    Poi ….. uno dei 10 comandamenti e`:-Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

    Come dire appunto….non dire stronzate ,e tu lo fai in continuazione, dunque arrosterai all´inferno………
    ahahhahahaahahaah
    Rodolfo

  39. Controcorrente
    Controcorrente says:

    ALCUNI PUNTINI SULLE I..
    (esperienza da Blog..)

    Agli amici del Blog ai meno amici, e a qualche come diceva il fantozzi :”coglionazzi”

    Partiamo dai Coglionazzi ..

    Dunque oggi è all’ordine del giorno il caso Afghanistan per ovvie ragioni..trapela dai nostri militari in missione, la sensazione ,(tanto per usare un eufemismo),che di guerra si tratti ormai e non più di missione di pace!
    Il nostro Ministro della Difesa , propone l’adozione di Bombe sugli aerei,presumo quelli italiani, in quanto non credo che quelli americani fin’ora abbiano gettato cioccolatini..
    Ne prendiamo atto..così come prendiamo atto che pure Noi ci siamo cacciati in un bel “merdaio”..dove più non si capisce dove finisca la missione di pace e cominci quella di guerra..!!
    Pochi giorni fa, la notizia che anche il governo afghano in carica,tenta di aprire dei “negoziati” con i talebani e affini….in quanto sembra incredibile, ma dicono che la pace si faccia con i nemici..,finora avevo sempre pensato che invece si dovesse fare con i “marziani”..
    I talebani ,in quanto fanatici “preti”,stanno sull’anima anche al sottoscritto,ma non ci posso fare nulla, poiché se dovessi sterminare tutti quelli che mi stanno sulle “balle”,diventerebbe un affare pericoloso e io amo il quieto vivere.

    I coglionazzi già, “che ciazzeccano”..beh io ho memoria lunga e ricordo di un certo “coglionazzo”che su questo Blog ,diceva ai tempi dell’affaire Emergency che finalmente avevano cuccato gli alleati dei talebani..ecte .ect,ect..Gino Strada come l’Al Quaeda italiano,come se curare un Prete talebano ferito, fosse alto tradimento..ovvero prima gli chiedi se talebano , se si ,lo lasci crepare..!!Già ma noi eravamo in missione di Guerra evidentemente già da allora..
    (dribblo una parentesi..cara Sylvi tu non c’entri in questa storia ,però , non ti viene in mente niente ? per la serie le lezioni della storia? )

    Io dico soltanto che uscire da questo “merdaio” non sarà facile..sarà lungo e sempre più doloroso..
    E a conti fatti, mi chiedo sempre più quale sia il nesso con la nostra sicurezza in Italia ..

    Prima puntata dei puntini sulle i

    cc

  40. Controcorrente
    Controcorrente says:

    ALCUNI PUNTINI SULLE I..
    (esperienza da Blog..)

    seconda puntata

    Prima di frequentare questo Blog,della vicenda Israelo.Palestinese, ma soprattutto della questione Ebraica sapevo poco, ovvero sapevo quello che in genere si sapeva,senza approfondire..
    Devo dire che è stata un’esperienza utile che mi ha portato e che mi porta ad approfondire certe tematiche, che per varie ragioni “certe vulgate” di dx o di sx,non hanno mai toccato..
    Personalmente non è che mi sposti poi molto la mira dalle conclusioni , poichè ho sempre affrontato l’argomento da un punto di vista laico-razionalista-economico,che tutto sommato alla fine “puntano ” a certe conclusioni,piuttosto che ad altre.
    Sul piano storico-letterario e dell’approfondimento personale , mi è stato però molto utile ascoltare altre “campane”,rispetto alla vulgata corrente,senza per questo dar retta ai “saggi di Sion”,che fanno parte della lotta delle patacche…
    Diciamo che con l’età, si combattono meglio le patacche e si mantiene la retta via,usando il cervello più che la pancia..!!

    fine della seconda puntata

    cc

  41. Pietro A.
    Pietro A. says:

    x Nicotri.

    Faccio una mia piccola riflessione sul punto 2. Se la famiglia Orlandi ha sempre risposto con il silenzio (neanche a dirle che sono, eventualmente, delle stupidaggini quelle che ha scritto) significa che si sono accontentati di una verità e di risposte “di comodo”, che “forse è meglio così”… Desumo questo, spostando più in là il suo discorso
    Beh, allora, per pudore, sarebbe giusto e corretto a quel punto che non apparissero più né in tv né sui giornali, anche se ad una larga fetta di giornalisti piace rimestare nel discorso del mistero, del torbido e dell’oscuro…

  42. Controcorrente
    Controcorrente says:

    ALCUNI PUNTINI SULLE I..
    (esperienza da Blog..)

    terza puntata

    Togliatti e gli Alpini in Russia..

    Cerchiamo di capire quello che si può dire assodato tenendo conto sia del piano umano individuale che di quello storico..politico

    Piano umano

    Togliatti non era quello che si usa dire un simpaticone..
    Gli Alpini erano nostri connazionali oggi come ieri e quando muiono “i nostri ragazzi”,nessuno è felice sul piano generale..

    Piano storico -politico

    Togliatti era un leader,con una lunga storia alle spalle,di chiari e di scuri come tanti leader della storia..dove finissero i primi e cominciassero i secondi,,la storia ci ha detto molto in proposito,come per altri leader, come Nenni,De gasperi..ecte.cet…le conclusioni si possono ormai trarre!!

    Gli Alpini in Russia

    L’Armata Alpina in Russia, nel panorama di quella grande tragedia che fu tutta la campagna militare, erano dei soldati al pari degli altri, armati che combattevano e furonop inviati Lì non certo per una missione di pace,ma per vincere una guerra,uccidere il nemico e politicamente a stare quello che disse il Duce prima della partenza eliminare il Bolscevismo..
    Nel panorama complessivo di quella campagna rappresentano un momento, solo un momento,militarmente neanche troppo decisivo degli eventi…più globali

    Direi che sono punti assodati,almeno spero…

    fine della terza puntata

    cc

  43. Anita
    Anita says:

    x Rodolfo

    Mi viene i mente che i Tedeschi quando i loro figli fanno degli errori, ma mi sembra anche in America, si usi come punizione il “Hausarrest”.
    ——————————————————————–

    Caro Rodolfo,

    noooo, si usa la frase: “You are grounded”.
    Di solito non funziona, i genitori cedono……

    “House arrest” e’ per atti criminali, invece di servire la punizione in prigione.

    Parlando di telefonate, per me va secondo a chi telefono, ( telefono pochissimo) so chi ritorna le telefonate e chi no, o dopo settimane.
    Ho un paio di amiche con cui comunico perche’ abitano sole e non in buona salute, se il telefono e’ occupato per lungo tempo, o chiamo un loro parente o vado io a controllare, di solito e’ il ricevitore staccato.

    Se chiamo i miei nipoti e mia nuora, lascio messaggi, seguiti da e-mails, a volte importanti, di solito mi rispondono dopo una settimana o anche due mesi.

    Abitano a 5 minuti da me.
    Ormai ci sono abituata e non ci faccio piu’ caso.

    Domani negli US si celebra “Colunbus Day”, e’ una festa nazionale, i negozi sono aperti ma tutto il resto e’ chiuso.
    La data e’ il 12 di Ottobre, ma la celebrano il lunedi’ piu’ vicino.

    Ciao, Anita

  44. Anita
    Anita says:

    x Pietro A.

    Ciao Pietro,

    era ora, ti sei perso.
    Cari saluti a tua mamma e a tuo fratello.

    Fatti vivo ogni tanto.

    Un abbraccio,
    Anita

  45. Peter
    Peter says:

    x Anita

    infatti mi ricordavo che il C. day e’ anche il giorno del mio…lasciamo perdere.

    E’ curiosa la fiducia di certa gente nel sistema punitivo, il rapporto crimine-punizione, la ‘catarsi’ che ne deriverebbe, magari la ‘prevenzione’, etc etc, non trovi? In passato portavano anche i bambini ad assistere alle pubbliche esecuzioni in piazza…
    Ergastolo, no forca, no fucilazione, no mettiamolo proprio al rogo…e che ne e’ poi della lapidazione? E’ tutto cosi’ patetico

    ciao, Peter

« Commenti più vecchiCommenti più recenti »

I commenti sono chiusi.