La scomparsa di Emanuela Orlandi: dopo il ventennio nero di balle sulla pista “turco-sovietica” ecco in scena la versione riveduta e corretta di Sabrina Minardi. Le cui parole, a differenza di quelle delle D’Addario sui vizi di Berlusconi, sono immediatamente assurte al rango di verità rivelata. Proprio quando in Vaticano accelerano la volontà di beatificare papa Wojtyla

Non c’è che dire: il titolo del mio libro sul caso Orlandi è quanto mai azzeccato: “Dai Lupi Grigi alla banda della Magliana”. Ma ieri, nel corso di otto interviste per radio e agenzie e due per Raitre, sono rimasto sgomento per la generale mancanza di memoria. Comprensibile, visto che si tratta di una piece, una tragedia camuffata da farsa che però si vuole spacciare come dramma mondiale, “rapimento mediatico” – come l’ha ironicamente bollato il magistrato romano Severino Santiapichi – che si trascina da oltre 26 anni… Soprattutto i giovani, che ne sanno? Non sempre c’è tempo per documentarsi, e in ogni caso come orientarsi nell’oceano di chiacchiere, balle, depistaggi, deliri e inganni vari rifilati ai mass media, e da questi supinamente avvalorati, per oltre un quarto di secolo? Ma la disinvoltura di queste ore lascia sgomenti. Se non peggio. Anche perché è una spia di come in Italia si sia sfarinato e si vada sfarinando un po’ tutto, in particolare ciò che dovrebbe essere robusto e non sfarinabile, a partire dalla politica e dalle istituzioni, assi portanti della democrazia e della pacifica convivenza civile. Se si arriva a privatizzare perfino l’acqua, in attesa forse di privatizzare anche l’aria, si può ben privatizzare e appaltare anche la verità di turno…. Ma veniamo al sodo.

Per  oltre 20 anni si sono sbracciati a giurare e rigiurare in continuazione che erano stati i terroristi turchi, i Lupi Grigi musulmani manovrati come burattini dai comunisti atei di Mosca, e che l’avevano rapita per scambiarla con il loro sodale Alì Mehmet Agca in galera a vita in Italia per avere sparato al papa. Poi di colpo, un anno e mezzo fa, salta fuori l’ennesima “supertestimone” di turno, Sabrina Minardi, da anni dentro e fuori le case di cura per drogati, e  pretendono ci si dimentichi di questi oltre 20 anni di balle “turche” e “comuniste” e che si accetti a occhi chiusi il nuovo vangelo: a rapirla e a ucciderla è stata la banda della Magliana per mano del boss Enrico “Renatino” De Pedis. Il racconto della Minardi – che riporto per intero qui in basso – era un po’ troppo confuso per essere credibile, tant’è che non se ne è saputo più nulla. E’ riesploso di colpo ieri, giovedì 19 novembre 2009, con la pretesa di avere risolto il caso, cioè a dire un giallo che dura da ormai 26 anni e mezzo.  La novità è che la Minardi “ha riconosciuto la voce” di un tizio che una volta ha telefonato a casa degli Orlandi dicendo di chiamarsi “Mario” per raccontare balle su Emanuela scomparsa da casa da qualche giorno. L’altra novità è che nel nuovo racconto la Minardi ha eliminato le parti chiaramente impossibili. Mah. Questa nuova versione ripulita mi ricorda gli esami da rimandato a ottobre, quando si passa l’estate a studiare meglio una materia per poter superare l’esame di riparazione a ottobre. Solo che nel caso della Minardi l’esame i riparazione è stato rimandato a novembre, e di un anno e mezzo dopo: tempo per prepararsi meglio ce n’è stato quindi a iosa…. Qualche lezione privata, qualche lezione imparata meglio, magari a memoria, e il nuovo esame magari si supera. Forse.

E sì, forse, perché non tutte le ciambelle riescono col buco. Per esempio: E’ IMPOSSIBILE credere che la Minardi non abbia mai ascoltato prima di mercoledì la telefonata di “Mario”, per il semplice motivo che in parte era già stata diffusa da tempo da “Chi l’ha visto?” ed era ascoltabile dal link

http://www.chilhavisto.rai.it/Clv/img/o/OrlandiEmanuela/mario1.wma , grazie al quale ho ascoltato e riascoltato la telefonata decine di volte anch’io. Non voglio pensare abbiano fatto sparire da Internet nelle ultime ore il file, ma di sicuro c’era ed è dimostrabile perché come me lo hanno sentito vari colleghi, compreso chi me lo ha inviato per e-mail.

Sono comunque curioso di vedere se dai “ricordi” la Minardi ha tolto anche le sue cene a braccetto del boss criminale De Pedis, per giunta all’epoca latitante, a casa di Giulio Andreotti e consorte. E se ha tolto anche il nome di monsignor Paul Marcinkus, all’epoca governatore del Vaticano e della sua banca – il famoso e famigerato istituto bancario ipocritamente chiamato Istituto per le Opere di Religione (IOR) – nonché responsabile della sicurezza del papa, quale mandante dell’asserito rapimento e annessa uccisione della Orlandi. A seguito dello scandalo del Banco Ambrosiano, con annesso “suicidio” del suo amministratore Roberto Calvi, Marcinkus si vide spiccare dalla magistratura italiana un mandato di cattura, rimasto purtroppo lettera morta.

Intanto c’è da fare una osservazione fondamentale, che sgombera il tavolo da troppa fuffa, come ieri mi sono sgolato a spiegare anche a Rai News e a Linea Notte di Raitre. Si usa dire fin dall’inizio che Emanuela poche ore prima della sua scomparsa è stata vista – dal vigile urbano Alfredo Sambuco e dal poliziotto Bruno Bosco – parlare con un tizio davanti a palazzo Madama, sede del senato, affianco alla Bmw color “verde tundra” dello stesso tizio. Bene. O meglio: male. Malissimo. A leggere infatti il resoconto fatto al Sisde, cioè ai servizi segreti civili di cui all’epoca faceva parte, di Giulio Gangi, che in quanto amico di una cugina (Monica Meneguzzi) di Emanuele si è dato da fare fin dai primi giorni, la ragazza di cui gli hanno parlato a botta calda sia Sambuco che Bosco NON può essere Emanuela. Ripeto: NON può essere Emanuela. Perché? Perché Bosco parla di una ragazza “con uno zainetto a spalla”, mentre nel comunicati diffuso dagli Orlandi già il giorno dopo, 24 giugno, c’è scritto a chiare lettere che Emanuela è uscita di casa con una borsa di cuoio e un astuccio rettangolare nero che contiene il suo flauto. Come si legge a pagina 45 e 46 del mio libro:

“Mentre l’aereo di Wojtyla vola verso Roma, gli Orlandi decidono di stilare un breve testo che zio Meneguzzi porta ai giornali, pubblicato già il giorno dopo – 24 giugno – da «Il Tempo» e il 25 anche da «Il Messaggero» e «Paese Sera» nelle pagine delle cronache romane. Sotto il titolo Chi ha visto Emanuela? si legge: «Dalle ore 19:15 del 22 giugno si sono perse le tracce di Emanuela Orlandi, 15 anni, vista per l’ultima volta da due compagne di scuola in corso Rinascimento, di fronte al Senato. Emanuela è alta un metro e 65, corporatura snella, occhi marrone, capelli castano-scuri lunghi. Indossa pantaloni jeans con bretelle, camicetta bianca, e ha una borsa di cuoio e un astuccio nero rettangolare dove tiene un flauto. Chi l’avesse vista o ne avesse notizie, può telefonare al numero 69.84.982», vale a dire a casa Orlandi. Come si vede, non si parla affatto dello zaino visto da Bruno Bosco addosso alla «ragazzetta», mentre invece si parla di «una borsa di cuoio» e di un «astuccio nero rettangolare» per il flauto di cui però il poliziotto con Gangi non ha fatto nessuna menzione”.

Il flauto è dovuto al fatto che Emanuela, studentessa di liceo scientifico, era anche una studentessa di flauto, pianoforte e canto corale al conservatorio di S. Apollinare. Se Emanuela è uscita di casa con una borsa a mano NON può essere la ragazza che ha invece uno zainetto a spalla e NON una borsa di cuoio a mano. Per non parlare della mancanza del lungo e vistoso astuccio nero con dentro il flauto.
Tutta la storia della Bmw si può quindi buttare via, assieme alle testimonianze – se così vogliamo chiamarle… – del vigile e del poliziotto di servizio quel giorno e in quelle ore davanti al senato. E se la Bmw si può buttare, allora puzza molto l’insistere anche della Minardi su – guarda caso – una Bmw, ovviamente di De Pedis e/o del suo giro. Ma proseguiamo.

Come pure ho scritto nel mio libro, a leggere il rapporto di Gangi al Sisde si scopre anche che né Bosco né Sambuco hanno mai detto che l’uomo della Bmw aveva con sé, da mostrare alla ragazza, prodotti di bellezza Avon. Bosco ha detto a  Gangi solo di avere visto da una ventina di metri “un tascapane di tipo militare” che, una volta aperto, mostrava al suo interno la lettera A maiuscola. E Sambuco mi ha addirittura giurato che lui di Avon NON ha mai parlato! Mai a verbale con i carabinieri (della sede di via In Selci). Se si è prestato a parlare di Avon in qualche intervista – nelle quali peraltro si contraddice clamorosamente perfino su più cose – lo ha fatto solo per supportare quanto detto da Federica Orlandi a proposito dell’ultima telefonata di sua sorella Emanuela. “Per dare qualche speranza a quei poveracci”, mi ha spiegato Sambuco, come ho riportato nel libro. Ma proseguiamo.

Strano. I giornali dicono che il “riconoscimento” della voce è avvenuto solo mercoledì 18 c. m. Com’è possibile quindi che senza uno straccio di verifica si spari nel giro di poche ore la certezza che ormai il caso è risolto? Tanta fretta mi ricorda la sceneggiata di Alì Agca fatto trovare “per caso” ai vari giornalisti – appositamente convocati – subito dopo l’interrogatorio fatto dal magistrato Margherita Gerunda su segnalazione del Sisde che – chissà perché e su base zero – indicava in Agca il possibile movente del “rapimento”. In ogni caso, quando si parla di “riconoscimento della voce” di una telefonata bisogna andarci cauti. Molto cauti. Nel 1979 io e il professore Toni Negri venimmo arrestati con l’accusa – tra le altre – di avere rapito il leader democristiano Aldo Moro. Alla base delle fantasmagoriche e demenziali accuse c’era “il riconoscimento delle voci” mie e di Negri da parte di un paio di persone che avevano sentito alla radio e alla televisione le telefonate di alcuni brigasti del sequestro Moro, telefonate intercettate dalla polizia e fatte diffondere dal ministero dell’Interno. Come è noto, quei due “riconoscimenti” si sono rivelati due colossali “sole”, vocabolo che nel gergo romano significa “bidoni”. Per quale motivo invece il “riconoscimento” della Minardi si vuole sia credibile? Già un paio di anni fa un pentito del banda della Magliana, Antonio Mancini, raccontò in una puntata del programma televisivo “Chi l’ha visto?” che la voce di Mario era quella di un certo “Ruffetto”, forse di nome Libero ma di cognome non reso noto, killer della Magliana molto apprezzato da De Pedis. Qualche giornale scrive che una perizia ha dimostrato che Mancini s’è sbagliato, ecco perché ora si cambia cavallo e si punta sul “Mario” della Minardi. Bene. Ma scusate: se si è sbagliato Mancini, che in quanto membro di un certo peso della banda della Magliana doveva conoscere “Ruffetto” piuttosto bene ed è quindi strano ne abbia confuso la voce, è ancor più probabile che si sbagli anche la Minardi. O no? O qualcuno ha regalato alla Minardi la patente di infallibilità, manco fosse il papa e nonostante le enormi cazzate sparate un anno e mezzo fa?

La “rivelazione” di Mancini ha fatto la fine che meritava, ma NON ha insegnato nulla a certi inquirenti: sembra di rivedere le informative del Sisde alla Gerunda, suggestive, pilotate, ma campate sul nulla. O meglio: campate sulla malafede e volontà di depistaggio, come gli anni hanno implacabilmente dimostrato. La Minardi l’altro ieri ha detto la stessa cosa, ha cioè detto che si tratta di “Ruffetto”? C’è chi dice di sì, e c’è chi dice di no. Come che sia, riconoscere una voce a 26 anni e passa di distanza è possibile? E’ credibile? Mah. La perizia fonica fatta comparando la voce di una persona con quella registrata telefono è impresa ardua: i telefoni infatti, specie quelli di un quarto di secolo fa, “tagliano” le frequenze estreme della voce umana, cioè le frequenze più alte e quelle più basse, ma in questo modo la comparazione delle due voci avviene con una delle due, quella al telefono, in parte mutilata. Raggiungere la certezza in queste condizioni è impossibile, come dimostrano vari casi giudiziari anche clamorosi. La perizia diventa ancor più difficile – o impossibile? – perché il quarto di secolo passato nel frattempo ha alterato – se non altro per motivi ormonali ai quali si possono aggiungere il fumo, eventuali malattie, l’alcol, ecc. – la voce da comparare con quella di tanto tempo fa: la mia voce di oggi è eguale a quella che avevo 26 anni fa? Ne sarei sorpreso, visto che molte altre cose del mio corpo, eccetto forse il colore degli occhi e la forma delle orecchie, sono cambiate… E la perizia diventa ancor più difficile – o impossibile? – se ci si basa sul ricordo di come era una voce di qualcuno di più di un quarto di secolo fa.  O no?
Ecco perché tutta questa “notizia bomba” mi puzza. “Bomba” sì, ma del tipo bombetta puzzolente. E mica poco.

Stranissimo. Se una D’Addario più altre donne dicono di essere state a letto con Silvio Berlusconi, e documentano la cosa con foto scattate a casa sua e registrazioni dei suoi consigli erotici, viene subito alzato un fuoco di sbarramento per definire i loro racconti e le loro prove come robaccia adulterata. La merce di una Minardi viene invece di colpo avvalorata come oro colato. Mah.  Altro che due pesi e due misure. Quando si tratta di Berlusconi, Dell’Utri, Previti, Mills, ecc., si grida al complotto delle “toghe rosse” e che non sono credibili neppure le condanne confermate in terzo grado. Se invece parla una Minardi ecco che diventa di colpo una “supertestimone” e i suoi vaneggiamenti diventano di colpo vangelo, “rivelazioni”. Mah. Vedremo. Sì, vedremo se e quali verifiche hanno fatto i magistrati e quali prove hanno trovato a conferma. Per carità: tutto è possibile…. O quasi.

Torniamo ora alla Bmw, che pare ormai da anni un incrocio tra l’Olonese Volante, Moby Dick e un disco volante. Già ad agosto dell’anno scorso era stata data una notizia clamorosa. Buttato a mare come se niente fosse il ventennio nero di balle e depistaggi “islamicico-turco-comunisti” e sostituito da un paio di mesi Agca con la Minardi, ecco che il giorno prima di ferragosto sul sito di «Repubblica» e dell’agenzia Agi a partire dalle ore 15:54 compare il seguente capolavoro, dove tra un mare di se e di verbi al condizionale l’unica cosa data per certa è che è stata finalmente trovata la famosa Bmw e che su tale auto Emanuela ci venne «caricata». Particolare quest’ultimo intrigante, ma inventato di sana pianta perché non è mai esistito nessun testimone che l’abbia vista salire o venire “caricata” su quell’auto:


“È da tempo oggetto di analisi di laboratorio la Bmw, parcheggiata dal ’95 a Villa Borghese e rimasta inutilizzata in tutti questi anni, che potrebbe essere collegata al sequestro di Emanuela Orlandi. Chi segue la pista della Banda della Magliana, come ha suggerito mesi fa la supertestimone Sabrina Minardi, ex amante del boss Renato De Pedis, è convinto che dall’esame di questa vettura possano emergere elementi preziosi all’inchiesta. Quella Bmw potrebbe essere l’auto su cui fu caricata la 15enne il 22 giugno del 1983, giorno del rapimento, e potrebbe essere stata utilizzata successivamente dalla stessa Minardi per raggiungere il benzinaio del Vaticano e consegnare la ragazzina a un uomo con l’aspetto di un monsignore. La procura ha affidato agli esperti della polizia scientifica l’esame del dna su quanto repertato a bordo dell’auto nella speranza che si possa fare chiarezza sulla scomparsa della ragazza. “La pista che stiamo seguendo è quella giusta – è la sensazione di un inquirente –, servirebbe un pizzico di fortuna perché è trascorso tanto tempo ed è difficile trovare le prove”. Sulla vicenda, comunque, è intervenuto l’avvocato Renato Borzone, difensore di Flavio Carboni che, stando ai primi accertamenti, sembrerebbe essere il proprietario di quella Bmw poi passata di mano ad altri: “In mancanza del tradizionale giallo estivo o dell’omicidio dell’estate, si è preferito ripiegare su questa boutade ferragostana”, ha detto il penalista. “Ora non ci resta che attendere la prossima puntata” “.

E’ questa, esplosa in queste ore, la nuova puntata? Staremo a vedere. Anche a voler credere alla Minardi, le cose comunque chiare come la luce del sole ed assodate sono comunque intanto almeno due, e mica da ridere:
– la pista “turco-sovietica” era una bufala, che ci hanno voluto imporre per due decenni abbondanti;
– il Vaticano non solo ha mentito in lungo e in largo, e non si mente per 26 anni solo per proteggere – che so – un barista o una guardia svizzera, ma è anche il mandante, nella persona di Marcinkus, del rapimento e assassinio di Emanuela. A pagina 182 del mio libro c’è l’elenco impietoso, lungo una intera pagina, di tutte le balle e le cose poco credibili raccontate dal Vaticano o da esso comunque avvalorate.

Ed eccovi ora quanto ho già scritto nel mio libro, che, si badi bene, è uscito esattamente un anno fa:

Il 22 giugno 2008 è il 25esimo anniversario del «rapimento». Come per incanto a Roma ricompaiono i manifesti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori di un quarto di secolo prima, per opera delle sorelle delle due ragazze scomparse, e il giorno dopo le agenzie di stampa sparano indiscrezioni di una precedente deposizione davanti ai magistrati dell’ex amante di Renatino. Ecco per esempio come ne parla il lancio dell’agenzia Agi:

“ORLANDI: TESTIMONE, LA CONSEGNAI A UN SACERDOTE; ERA INTONTITA = (AGI) – Roma, 23 giu. – «Io arrivai lì al bar Gianicolo con una macchina – racconta. Poi Renato, il signor De Pedis, con cui in quel tempo avevo una relazione, mi disse di prendere un’altra macchina, che era una Bmw e di accompagnare… Cioè arrivò questa ragazza, una ragazzina, arrivò questa ragazza e se l’accompagnavo fino a sotto, dove sta il benzinaio del Vaticano, che ci sarebbe stata una macchina targata Città del Vaticano che stava aspettando questa ragazza. Io l’accompagnai: così feci. Durante il tragitto… non so quanto tempo era passato dal sequestro di Emanuela Orlandi… la identificai come Emanuela Orlandi… Era frastornata, era confusa ’sta ragazza. Si sentiva che non stava bene: piangeva, rideva. Anche se il tragitto è stato breve, mi sembra che parlava di un certo Paolo, non so se fosse il fratello. Va be’, comunque, io quando l’accompagnai c’era un signore con tutte le sembianze di essere un sacerdote, c’aveva il vestito lungo e il cappello con le falde larghe. Scese dalla Mercedes nera, io feci scendere la ragazza: “Buonasera, lei aspettava me?”. “Sì. Sì, credo proprio di sì”. Guardò la ragazza, prese la ragazza e salì in macchina sua. Poi, io, dopo che avevo realizzato chi era, dissi, quando tornai su, a Renato: “A’ Rena’, ma quella non era…” Ha detto: “Tu, se l’hai riconosciuta è meglio che non la riconosci, fatti gli affari tuoi” “.

Come si vede, se Emanuela «non stava bene», a giudicare dall’eloquio non è che Sabrina Minardi durante il racconto stesse meglio. Tralasciamo il far comparire con nonchalance la Bmw, il problema è che l’amante di De Pedis dice «la identificai come Emanuela Orlandi». E come ha fatto a identificarla? Le ha chiesto il nome e cognome? Le ha chiesto i documenti? S’era impressa nella mente le vecchie foto sui giornali, lei che era sempre strafatta di cocaina?

Lo stesso giorno del lancio dell’Agi le edizioni on line dei quotidiani sono più generose, danno più particolari. La confusissima Minardi è promossa a tamburo battente «supertestimone» e viene portata sugli scudi. Nell’Italia berluscona e veltrona «se po’ fa’» ormai anche questo. Vediamo l’articolo di www.repubblica.it che riassume il tutto punto per punto e ha il pregio di dire una castroneria madornale, imperdonabile, e una forse veniale. Quella madornale è che ipotizza la consegna di Emanuela al sacerdote da parte della Minardi come avvenuta «forse durante il rapimento», cioè come suo fine! Quella forse perdonabile è che fa parlare «la sorella» di Emanuela, ma non dice quale delle tre: in ogni caso, è bene tenere a mente cosa dice «la sorella», perché in un’altra intervista dirà l’esatto contrario. Miracoli vaticani? Come che sia, ecco i passi salienti dell’articolo di Marino Bisso e Giovanni Gagliardi:

“Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, all’epoca presidente dello IOR. Lo rivela Sabrina Minardi, la supertestimone che per anni fu l’amante del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, detto Renatino. La ragazza, dice Minardi, sarebbe poi stata uccisa e gettata in una betoniera a Torvajanica. E le sue dichiarazioni portano a nuove indagini.
«Nel sacco anche un bambino». «Successe tutto a Torvajanica», ha ricordato Sabrina Minardi, durante un colloquio con i dirigenti della Squadra Mobile, avvenuto il 14 marzo scorso. «Con Renatino, a pranzo da Pippo l’Abruzzese, arrivò Sergio, l’autista, con due sacchi. Andammo in un cantiere, io restai in auto: buttarono tutto dentro una betoniera. Così facciamo scomparire tutte le prove, dissero». In uno di quei sacchi c’era il corpo di Emanuela Orlandi e nell’altro, sostiene la donna, un bambino di 11 anni ucciso per vendetta, Domenico Nicitra, figlio di uno storico esponente della banda.

Date contrastanti. La testimone sostiene di essere stata la compagna del boss della Magliana tra la primavera dell’82 e il novembre dell’84. Emanuela Orlandi scomparve il 22 giugno dell’83, ma Domenico Nicitra, il bambino ucciso, morì dieci anni dopo, il 21 giugno 1993, quando De Pedis era già morto (fu ucciso all’inizio del 1990). Forse la confusione sulle date è colpa degli psicofarmaci e della droga di cui la testimone ammette di aver fatto uso per anni. Ma le dichiarazioni rese ai magistrati restano sufficientemente circostanziate e tali da giustificare un supplemento di indagini.

«Consegnai Emanuela a un sacerdote». La donna racconta di aver accompagnato con la sua macchina Emanuela Orlandi [forse durante il rapimento, ndr] e di averla consegnata a un sacerdote. Accadde sei, sette mesi prima – dice – della tragica esecuzione della figlia del commesso della Casa Pontificia. «Arrivai al bar del Gianicolo in macchina (…) Renatino mi aveva detto che avrei incontrato una ragazza che dovevo accompagnare al benzinaio del Vaticano. Arriva ‘sta ragazzina: era confusa, non stava bene, piangeva e rideva. All’appuntamento c’era uno che sembrava un sacerdote: scese da una Mercedes targata Città del Vaticano e prese la ragazza. A casa domandai: A Renà, ma quella non era… Se l’hai conosciuta, mi rispose, è meglio che te la scordi. Fatti gli affari tuoi».
La testimone specifica, inoltre, che lei e De Pedis arrivarono al bar Gianicolo a bordo di una A112 bianca, di proprietà della donna. «Renato e Sergio me la misero [la ragazza, ndr] in macchina, più che Renato, Sergio prese la ragazza dalle mani di questa signora e la accompagnò nella mia macchina. Poi, io salii in macchina e andai. Mi dissero che alla fine di quella via c’era questo signore che l’aspettava».

La prigione. Emanuela Orlandi sarebbe stata tenuta [durante il rapimento, ndr] in un’abitazione, vicino a piazza San Giovanni di Dio, che aveva «un sotterraneo immenso che arrivava quasi fino all’ospedale San Camillo», ha aggiunto la Minardi. Di lei si sarebbe occupata la governante della signora, Daniela Mobili. Secondo la testimone, la Mobili, sposata con Vittorio Sciattella, era vicina a Danilo Abbruciati, il killer della Banda della Magliana freddato nell’82 durante il fallito agguato a Roberto Rosone, vicepresidente del Banco ambrosiano. Monsignor Marcinkus. Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, che fu presidente dello IOR, la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989. Marcinkus è morto il 20 febbraio 2006 a Sun City, in Arizona. Alla specifica domanda dei magistrati, tramite chi Renato fosse stato delegato a prendere Emanuela, la donna risponde: «Tramite lo IOR… Quel monsignor Marcinkus… Renato ogni tanto si confidava». Sulle motivazioni del sequestro: «Stavano arrivando secondo me sulle tracce di chi… perché secondo me non è stato un sequestro a scopo di soldi, è stato fatto un sequestro indicato. Io ti dico monsignor Marcinkus perché io non so chi c’è dietro… ma io l’ho conosciuto a cena con Renato… hanno rapito Emanuela per dare un messaggio a qualcuno».
La testimone sottolinea di non sapere chi materialmente prese Emanuela: «Quello che so è che [la decisione, ndr] era partita da alte vette… tipo monsignor Marcinkus… È come se avessero voluto dare un messaggio a qualcuno sopra di loro. Era lo sconvolgimento che avrebbe creato la notizia». La donna fa un paragone con la morte di Roberto Calvi: «Gli hanno trovato le mani legate dietro, perché tu mi vuoi dare un messaggio». In un colloquio successivo, il 19 marzo, la donna aggiunge: «Renato, da quello che mi diceva, aveva interesse a cosare con Marcinkus perché questi gli metteva sul mercato estero i soldi provenienti dai sequestri».

Le ragioni del rapimento. La teste, sentita successivamente dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, ipotizza come ragione della scomparsa della giovane una «guerra di potere»: «Io la motivazione esatta non la so – dice ai magistrati – però posso dire che con De Pedis conobbi monsignor Marcinkus. Lui era molto ammanicato con il Vaticano, però i motivi posso immaginare che fossero quelli di riciclare il denaro. Mi sembra che Marcinkus allora era il presidente dello IOR… però sono ricordi così. Gli rimetteva questi soldi… Io a monsignor Marcinkus a volte portavo anche le ragazze lì, in un appartamento di fronte, a via Porta Angelica… Sarà successo in totale quattro o cinque volte, tre-quattro volte… Lui era vestito come una persona normale».

Sabrina Minardi, rispondendo ai magistrati, precisa che le modalità con cui avvenivano questi incontri erano diverse da quelle riferite sull’episodio del Gianicolo. «Mi ricordo che una volta Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che contò un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus».

A cena da Andreotti. Sabrina Minardi ha riferito di essere andata anche a casa di Giulio Andreotti. «Io andai anche a cena a casa di Andreotti, con Renato [De Pedis, ndr] – racconta – ovviamente davanti a me non parlavano… due volte ci sono andata… Renato ricercato… La macchina della scorta sotto casa di Andreotti della polizia… Renato ricercato, siamo andati su… eh… accoglienza al massimo… c’era pure la signora… la moglie… una donnetta caruccia … ovviamente davanti non parlavano di niente». La teste precisa che Andreotti «non c’entra direttamente con Emanuela Orlandi, ma con monsignor Marcinkus sì».

La sorella: «Chi sa, si liberi la coscienza». Domani, riunione degli investigatori negli uffici giudiziari per fare il punto dell’indagine. La sorella di Emanuela vuole le prove: «Senza quelle, non credo alla presunta testimone. Emanuela non è andata via spontaneamente, siamo sicuri di questo e quindi qualcuno è davvero a conoscenza di ciò che è accaduto. Mi chiedo se non sia arrivato, e già da tempo, il momento che questo qualcuno venga fuori e si liberi la coscienza». Inquirenti in cerca di riscontri. Gli inquirenti, prima di pronunciarsi sulla fondatezza o meno delle dichiarazioni, vogliono riscontrare ogni più piccolo particolare.

«Nel verbale della testimone ci sono indubbie incongruenze temporali che ci lasciano un po’ perplessi – ammettono a piazzale Clodio – ma alcuni dettagli sono così precisi e circostanziati che meritano di essere approfonditi con attenzione»”.

Sono stati fatti nel frattempo gli approfondimenti? E’ quello che vedremo. Anche se questo strano modo di procedere, che dura ormai da 26 anni, e questo ancor più strano modo di voler comunque accreditare il racconto della Minardi, sia pure opportunamente ripensato e ripulito con ben 18 mesi a disposizione per ripresentarsi all’esame e sperare di superarlo, induce a pensare che in realtà ciò che si vuole è solo chiudere alla bell’e meglio il caso. Perché? Perché c’è fretta di dichiarare santo papa Wojtyla – e già la fretta è cosa sempre sospetta – e NON lo si può fare finché è in giro la mina vagante del “mistero Orlandi”, uno degli scandali del suo pontificato (gli altri sono l’uccisione del banchiere Calvi, la strage delle guardie svizzere, il crack dell’Ambrosiano, la finanza troppo allegra, e riciclatoria, della banca vaticana IOR. Mina vagante che non si sa mai dove può andare a scoppiare e chi può far saltare per aria. Quale epoca migliore, per chiudere più o meno decentemente questa storiaccia vaticana, dell’attuale epoca della Perdonanza/Mignottanza? Vale a dire, con un governo che per i vizi e stravizi e processi del suo capo ha pubblicamente mostrato lo scandaloso bisogno di perdono, assoluzione, benevolenza e benedizione da parte del Vaticano. Io do un  pubblico perdono a te e tu mi dai una bella chiusura del caso Orlandi a me. Giochino al quale difficile si prestino dei magistrati. Più facile ci si presti un qualche “ufficio” come quello che imbeccava la Gerunda sulla (inesistente) connessione Orlandi/Agca e convocava d’urgenza i giornalisti per scodellare loro “per caso” il turco che usciva dall’interrogatorio in modo da lanciare a livello planetario la bufala del secolo. Allora la scusa era la “guerra fredda” contro l’Unione Sovietica. Ma oggi l’Unione Sovietica non esiste più da un bel pezzo.
Amen.

Post Scriptum

A proposito di Marcinkus: NON può essere vero che la Minardi gli portava “le ragazze”, tanto meno in “un appartamento” vicino porta S. Anna. Marcinkus abitava di fronte all’hotel Thea, nella palazzina annessa alla chiesa, mi pare in via Boncompagni, comunque a ridosso di via Veneto, e io dall’87 a tutto l’89 ho abitato in via Marche, a due passi da quella chiesa. Ho conosciuto molto bene chi gli portava le professioniste di via Veneto. E so bene che “Marcinkus andava solo con professioniste anziane e molto esperte”, come mi è stato spiegato anche da più di una che aveva fatto sesso con lui quando nello scrivere il libro su questo orripilante “mistero” vaticano – con il cadavere di Emanuela sballottolato con cinismo infame dai Lupi Grigi alla Banda della Magliana – ho chiesto se Marcinkus poteva essere uno che con Emanuela Orlandi ci scopava. Nel qual caso sarebbe stato sospettabile come responsabile della sua fine.

76 commenti
Commenti più recenti »
  1. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Pino,
    l’unica cosa che pare chiara a questo punto è che qualc’uno sa cose che possono ancora far paura e che in qualche misura è in corso il classico gioco del tenersi per le palle a vicenda.
    L’allentamento della presa reciproca e concordata, può essere la ragione di tanta fretta.

    cc

  2. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Siamo in Ittaglia

    Si indaga per omicidio volontario
    Brenda trovata carbonizzata

    Roma
    La transessuale Brenda, coinvolta nella vicenda che ha portato alle dimissioni il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e’ stata trovata carbonizzata all’interno di un appartamento in via Due Ponti a Roma stamani. La Procura indagherà per omicidio volontario.

    Incredibile ..incredibile..incredibile..!!
    E la polizia santi iddio?? Possibile che non fosse sotto sorveglianza!!

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    prima di leggere l’articolo di Pino;
    non mi sogno di affermare che so di Marx, di Engels qualcosina in più…
    Già le metropoli si vanno allargando, i “diversi” sono sul pianerottolo e questo non lo potevano prevedere, almeno ad una tale velocità, nemmeno i due Lumi;
    se è per questo, non lo prevedono nemmeno coloro che ci governano,ignorando la legge dei pieni e dei vuoti, lasciando tutto all’improvvisazione, e qui non c’è dx nè sx che tenga, nè SMC che quella almeno ha la scusante della Divina Provvidenza!
    Io ritengo che la stragrande maggioranza non sarà in fabbrica, per i motivi che dicevo prima.

    Nei servizi? Ce ne sono già troppi!
    Dove saranno? Che faranno?
    Quanto ai posti “economicamente appaganti”…che significa?
    Restando in Europa, 1000 euro possono essere una ricchezza o una miseria…a seconda dei servizi, del costo della vita ecc. ecc.

    Ma noto che tu parli poco di Europa odierna che pure è realtà e futuro.
    Perchè?

    Da dove verrà la ricchezza nazionale per ridistribuirla?

    A queste due domande tu non rispondi.

    Sylvi

  4. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    veramente io rispondo quando mi vengono poste le domande.

    L’europa… già , allo stato attuale, nel gioco mondiale, tenta vieppù di comportarsi come “un gigante tra giganti”.
    La palla al piede degli Anglosassoni è evidente ..in Europa è una vecchia storia..ancora si deve scegliere tra il modello renano e quello finanziario atlantico inglese.
    E’ una lotta che perdura dall’800.

    La “ricchezza nazionale”, quale di grazia ?
    Ovvero quella attuale che ci vede “azienda di trasformazione ?
    E’ una battaglia che stiamo perdendo, se non già persa in un quadro mondiale…e non ci salverà il lavorare più e meglio..
    A meno che con la forza del pensiero un Ingegnere scopra con la forza della mente il metodo di organizzare atomi di Silicio al pari di atomi carbonio..
    Chiedi a tuo figlio per maggiori delucidazioni..

    ciao
    cc

  5. Unodeitanti
    Unodeitanti says:

    A questo punto a far sparire la povera Orlandi potrebbe essere stato anche… che ne so… Pino Nicotri!

  6. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    a proposito di anglosassoni: tu hai creduto per un istante che D’Alema sarebbe diventato il Signor Pesc?
    Anche se fosse stato Bersani Presidente del Consiglio?

    Io manco per un nanosecondo!

    La ricchezza nazionale è quella che ci vedrà sempre azienda di trasformazione, è quella che potremmo incassare se invece di far girare la lingua in blablablabla, ci facesse girare di più le mani e le rotelline della creatività e non per “fregare il prossimo”!

    Tu non hai sicuramente mandato i tuoi figli scout; io sì.
    Bene, il loro motto è: del mio meglio!
    Appunto!

    Sylvi

  7. Lalunanera
    Lalunanera says:

    Caro Pino,
    quando ho saputo del tuo libro sulla vicenda Orlandi (in Internet), sono corsa subito ad acquistarlo. In un giorno l’ho letteralmente divorato (notte compresa). Praticamente tu hai messo per iscritto quanto si mormorava già a quei tempi. Allora io ero una giovane ragazza che lavorava presso un ente straniero e, credimi, le voci sussurrate, bisbigliate, gli ammiccamenti quando parlavano del caso c’erano anche se per me erano incomprensibili. Finchè un giorno un mio collega, ridendo, mi disse “Ma dai, tutta Roma sa
    dei vizietti dei sottanoni neri…….”Ci rimasi un pò male, anche perchè ero giovane ed “inesperta” di certi giochi di potere……
    Vorrei che la verità che tutti conoscono venga fuori una volta per tutte, ma ho i miei dubbi che ciò possa avvenire, soprattutto perchè ho come l’impressione che chi scava in determinati amnienti faccia poi una fine …diciamo infelice.
    Ciao
    Lalunanera
    P.s.: non ho capito i messaggi di SilvY e la risposta di CC, però fa niente!

  8. raffaele
    raffaele says:

    La verità in questo tempo bastardo se la passa davvero molto male. Versa in condizioni estremamente critiche e l’interesse atavico del Potere a non salvarla trova terreno fertile come non mai in questo tempo bastardo. Si è deciso di abbandonarla, la verità, come si fa fece con l’Onorevole Aldo Moro. Stampa e tv sono pronte ad avvalorare e certificare le tesi più assurde, se serve a Qualcuno. L’altra sera a Porta a Porta, nella puntata dedicata a Battisti, si negava il coinvolgimento dello Stato nella tremenda stagione di sangue e terrorismo cominciata con la strage di Piazza Fontana. A mio parere questa negazione ha una forza simbolica squassante. Quelli erano anni in cui la coscienza civile e politica del Paese dava segni di risveglio assai preoccupanti per il Potere. Il Potere che ho io in mente dopo tanti ha solo cambiato la maschera ma sotto la maschera si somiglia dannatamente. Partendo da qualche anno prima delle stragi, dal delitto Mattei per esempio, da Cefis a Berlusconi questo Potere ai miei occhi mostra inquietanti segni di somiglianza. In quei famosi anni a cavallo tra il ’60 e il ’70 qualcosa cominciò a muoversi nella società italiana. Cominciarono a circolare nuove, strane idee. Fuori controllo. Non che quelle idee fossero di per sè rivoluzionarie o illuminate. Anzi, spesso si trattava anche di ciarpame. Però il fatto che si estendesse con tale energia questa tendenza a voler pensare in modo alternativo al potere, che si allargasse così tanto questa volontà di interessarsi e di occuparsi di politica faceva paura al Potere. Il Potere doveva mettersi in moto, bisognava frenare questa deriva. Una società politicamente consapevole e volenterosa di prendere in mano il destino della democrazia, volenterosa di pensare liberamente per proprio conto e non per imboccata del Potere sarebbe potuta essere deflagrante per il Potere. Casualmente in quel periodo avvengono prima le stragi, poi esplode il terrorismo rosso. Magistrati, giornalisti hanno smascherato molte delle truffaldine verità ufficiali riguardo a quelle stragi. Il magistrato Tamburino a Padova per esempio da inchieste e interrogatori scoperchiò molte delle cointeressenze tra Stato, Forze Militari ed estremismi di destra autori di stragi. Vennero fuori anche contatti tra questi stessi apparati ed estremismi anche di sinistra. Il culmine della stagione di sangue fu il sequestro Moro. Anche in quel caso i nodi irrisolti e i sospetti su complicità molto in alto si sprecano. In ogni caso una cosa risulta evidente e inconfutabile. Il Potere decise che non era il caso di salvare Moro. Sull’onda emotiva di questa tragedia straziante, in un tempo in cui la Tv comiciava a tambureggiare non fu difficile buttare in un unico calderone tutte insieme sinistra extra-parlamentare, pensatoi al di fuori dei canoni previsti e Brigate Rosse non fu difficile. La vicenda personale di Pino Nicotri, raccontata da lui stesso in queste pagine è una testimonianza importante di quello di cui parlo. Casualmente da quel momento in poi quell’energia, quell’interesse per la politica, quei fermenti nella società si svaporizzano miserevolmente. Crolla come sotto una delle tante bombe di quegli anni la voglia, l’interesse, la spinta a pensare fuori da certi canoni. Il pensiero dominante trionfa. Invade tutto e tutti incontrastato, senza opposizione. Piano piano tutto, compreso il Pci, rientra all’interno di un circuito di idee prima che di azione politica in cui ci si può sbizzarrire nel giochino da cruciverba trova le differenze. E queste differenze non è per niente facile trovarle. Le idee, che sono le uniche cose che possono cambiare il mondo, si assomigliano in modo sconsolante. Sì, ci si divide tra Berlusconiani e anti, ma il resto? Che tutto questo sia opera di un Progetto del Potere nato e realizzato in quegli anni non sono in grado di dirlo. Però che un tale Progetto ci sia stato io mi sento in grado di affermarlo.

    Raffaele Cirillo

  9. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Il Motto dei Boy Scouts e': “Be Prepared” = “Sii preparato”.

    Ciao, Anita

    PS: Non so cosa state discutendo, ho solo fatto capolino.

  10. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    hai ragione: Estote parati, in latino, è quello di tutti gli scout.

    In Italia si suddividono in AGESCI, scout cattolici, il più antico e il più numeroso in Italia, poi ci sono altri, anche laici, fra cui FSE, scout d’Europa cui apparteneva mio figlio e il motto è: del mio meglio!

    Naturalmente in Italia bisogna sempre frazionarsi, come tu ben sai!!!
    Io avevo scelto questo gruppo perchè è numeroso in Europa, anche dell’Est, ma soprattutto in Francia dove lo scoutismo è molto sentito.
    Ti racconterò un piccolo episodio: anni fa c’è stato un raduno internazionale degli FSE a Viterbo; circa diecimila Scout da tutta Europa.
    La città di Viterbo li ha accolti con organizzazione e simpatia.
    Ci tenevano che il Papa Wojtyla li ricevesse in udienza speciale come aveva fatto, non molto prima con l’AGESCI italiana.
    Niente da fare, una benedizione da lontano!!!
    Ci sono rimasti malissimo gli italiani ospitanti!!!
    E anch’io!!! Figli e figliastri.

    Ti abbraccio
    Sylvi

  11. sylvi
    sylvi says:

    x lalunanera

    mi spiace che non abbia capito i nostri messaggi, forse facevamo riferimento a post dell’altro articolo!
    E poi CC è sempre piuttosto ermetico!!!

    buonanotte Sylvi

  12. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Il cinema è solo una moda passeggera.
    È il dramma in lattina.
    Il pubblico vuole vedere storie di carne e di sangue rappresentate sul palcoscenico.

    Charlie Chaplin

  13. Il Barone Rosso
    Il Barone Rosso says:

    IL REGNO DEI MENTITORI PEDOFILI, ASSASSINI, MAFIOSI E LADRI

    Il diavolo è un’invenzione dei preti.
    Lucifero con le corna, la coda e il piede biforcuto non c’è, è una furba invenzione di uomini loschi e torbidi, operano nella mente di gente povera di spirito e piena d’umiltà.

    Le prevaricazioni, i soprusi le angherie invece ci sono e vengono praticate tutti i giorni, e, ancora, la perfidia, l’inganno, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, quelli sì che ci sono, eterni invincibili ed incurabili.

    Siamo governati da un uomo che s’è avvalso della collaborazione di un mafioso, di un assassino condannato all’ergastolo, è orrendo e umiliante constatare che il nostro Paese langue, la nostra economia, i nostri operai, le nostre imprese soffrono per l’incapacità di governare di quest’essere vergognoso ed insignificante.

    S’è permesso di lodare un mafioso, un assassino da ergastolo, adetto alle sue scuderie, Vittorio Mangano.
    Un eroe, perché, venuto a Milano per conto dei mafiosi, si è rifiutato di collaborare con la Legge, con i giudici, ha organizzato persino un attentato dinamitardo nella villa padronale di Arcore.
    Cinque volte arrestato per assegni a vuoto, truffa, traffico di droga, «testa di ponte della mafia al Nord» come lo definì il giudice Borsellino ucciso dalle cosche corleonesi.
    E questo, quell’insignificante uomo lo ha definito un eroe.

    L’avidità di potere può far dire a degli uomini che fanno politica, che vogliono rappresentare il bene pubblico, che ogni giorno si presentano come amici e protettori della “gente”, che questo sanguinario mafioso era un eroe.

    Il diavolo inferocito e infuocato dalle fiamme infernali che impugna il tridente per infilzare i dannati non c’è, è una losca invenzione, ma la voglia eterna di mentire, sedurre, diffamare, confondere, fa prevalere la menzogna sulla verità, quella sì che c’è, eccome, più forte di ogni pentimento, di ogni riscatto.

    Il cavaliere di Arcore e i suoi fidati lecchini hanno tentato di far rinascere il peggio del fascismo, la collaborazione con quel fascistone di forza nuova, e nascondere il meglio della nuova democrazia, la guerra di liberazione, i volontari senza cartolina precetto, senza privilegi squadristici.

    Non ce la faranno, però se dovessero prevalere, hanno promesso, porteranno a termine il revisionismo della storia, cioè la diffamazione totale, sistematica della guerra popolare.
    Una grande mano gliel’ha data quel venduto di Pansa con il suo libello “Il sangue dei vinti”

    L’Inghilterra celebra la rivoluzione borghese di Cromwell che ha messo fine alla dittatura aristocratica.

    La Francia unanime festeggia il 14 luglio della rivoluzione, il fondamento della nazione che ha dato al mondo le grandi libertà.

    Da noi il leader dell’alleanza moderata non ha mai partecipato a una celebrazione in ricordo alla guerra di “Liberazione” e ora i suoi fidi lecchini promettono il revisionismo totale nei libri di scuola.

    Chi ha messo a rischio la vita per la libertà è un corrotto, uno che nasconde i suoi delitti.
    Chi è rimasto dalla parte della “soluzione finale” è una vittima che va risarcita.
    Anche il capo dello Stato, anche il presidente della Repubblica deve farsi da parte, piegarsi al ricatto dei nuovi moderati.

    Il demonio d’Oltretevere non c’è e neppure l’inferno dantesco. Ma l’inferno degli uomini c’è e ci segue dalla nascita alla morte.

  14. sylvi
    sylvi says:

    x Tutti

    LItalia sta giocando a Udine il test di rugby contro il Sudafrica, campioni del mondo!
    5 a 12 – dati i campioni, risultato favoloso, per ora!
    Poichè mi sono persa gli Inni suonati dalla fanfara della Julia, qualcuno può aiutarmi a recuperarli?

    Grazie anticipate!
    Sylvi

  15. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    ti ringrazio.Ho visto la fine del match Italia-Sudafrica di rugby persa onorevolmente dai nostri.
    Tendo a vedere gli sport quando giocano le nazionali.
    Ma il rugby mi piace per quei corpi possenti che paiono distruggere l’avversario e poi si rialzano solo ansimanti.
    Mi piace perchè fuori dello stadio vendono nelle bancarelle giuggiole per i bambini, perchè bastano quattro gatti di poliziotti a vigilare 30.000 persone…perchè si può perdere sperando di vincere la prossima volta …e si va al terzo tempo tutti felici e festanti.

    Mi sono persa l’apertura con gli inni, causa figli e nipoti.
    Spero la mettano su you tube!

    Per parecchi anni abbiamo trascorso le vacanze in Val Gardena e ho sentito il coro del Sasslong, proprio davanti a quella montagna che incanta e al tramonto sembra di sogno con i suoi colori che cavalcano tutte le tonalità dal rosa tenue al rosso cupo.
    Io amo molto i cori perchè fondono le voci individuali nell’insieme, poi a volte scappano, si rincorrono, arrivano prima o dopo, bassi e alti e alla fine giungono al traguardo in un unico sospiro.
    Da ragazza cantavo da contralto in un buon coro di Udine.

    Ciao Sylvi

  16. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Rugby e Football.

    Il Rugby e’ principalmente giocato in Europa, il rugby non e’ uno sport popolare negli Stati Uniti questi due sport sono simili nella forma, ma le regole, le attrezzature, e la storia dietro ogni sono regole molto differente.
    Questi giochi sono simili eppure molto diversi, sono estremamente complessi.

    Negli USA lo sport nazionale e’ il “Football” da non confondersi col Calcio Italiano, il Calcio e’ chiamato Soccer (pronuncia socher) non molto popolare negli US, sta emergendo da pochi anni.

    Ciao, Anita

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Poco fa ho aggiunto al mio articolo questo post scriptum:

    Post Scriptum
    A proposito di Marcinkus: NON può essere vero che la Minardi gli portava “le ragazze”, tanto meno in “un appartamento” vicino porta S. Anna. Marcinkus abitava di fronte all’hotel Thea, nella palazzina annessa alla chiesa, mi pare in via Boncompagni, comunque a ridosso di via Veneto, e io dall’87 a tutto l’89 ho abitato in via Marche, a due passi da quella chiesa. Ho conosciuto molto bene chi gli portava le professioniste di via Veneto. E so bene che “Marcinkus andava solo con professioniste anziane e molto esperte”, come mi è stato spiegato anche da più di una che aveva fatto sesso con lui quando nello scrivere il libro su questo orripilante “mistero” vaticano – con il cadavere di Emanuela sballottolato con cinismo infame dai Lupi Grigi alla Banda della Magliana – ho chiesto se Marcinkus poteva essere uno che con Emanuela Orlandi ci scopava. Nel qual caso sarebbe stato sospettabile come responsabile della sua fine.

  18. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    “Da ragazza cantavo da contralto in un buon coro di Udine.”
    _________________________________________________

    Da ragazza cantavo nel coro della Chiesa del collegio……… ;-)

    Anita

  19. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Non avendo mai sentito il nome o la scomparsa di Emanuela Orlandi, prima di questo forum, ho fatta una sola richerca su
    Wikipedia.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Emanuela_Orlandi

    Il suo nome “Pino Nicotri” appare alla fine dell’articolo.

    Mi sembra strano che la giovane Emanuela lavorasse per AVON, negli US non e’ permesso fare alcun contratto con minorenni.
    Non sono validi e, parlo di adesso.

    You must be 18 or older to become an Avon representative.
    A 17 anni si puo’ lavorare sotto il cosigner, ma limitatamente.

    25 anni fa’ le regole erano ancora piu’ strette.

    Anita

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    avrei voluto non approfondire la vicenda Orlandi, non per insensibilità, ma per non dover farmi carico anche delle vicende tragiche che riguardano Servizi, Massoneria, e la melma vaticana.

    Mi sono chiesta spesso dove il Vaticano avesse trovato i soldi per sostenere Solidarnosc, e chissà quanto altro, per abbattere l’URSS.
    Veramente se lo chiedevano anche molti preti onesti…
    Concludevano nella ingenua speranza che il ricco Vaticano ce la facesse con le sue forze.

    Non posso far altro che ammirare la sua TIGNA, peggio della mia!,e leggere il libro; ma non di sera quando ritengo la lettura un gradevole impegno che mi accompagna verso il sonno, ma di giorno, come un compito, sgradevole, ma necessario!

    Comunque è la VERITA’ che deve accompagnarci, piaccia o non piaccia!!!

    Mandi Sylvi

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Ho aggiunto poco fa nel corpo del mio articolo quanto segue, tratto dalle pagine 45 e 46 del mio libro:

    “Mentre l’aereo di Wojtyla vola verso Roma, gli Orlandi decidono di stilare un breve testo che zio Meneguzzi porta ai giornali, pubblicato già il giorno dopo – 24 giugno – da «Il Tempo» e il 25 anche da «Il Messaggero» e «Paese Sera» nelle pagine delle cronache romane. Sotto il titolo Chi ha visto Emanuela? si legge: «Dalle ore 19:15 del 22 giugno si sono perse le tracce di Emanuela Orlandi, 15 anni, vista per l’ultima volta da due compagne di scuola in corso Rinascimento, di fronte al Senato. Emanuela è alta un metro e 65, corporatura snella, occhi marrone, capelli castano-scuri lunghi. Indossa pantaloni jeans con bretelle, camicetta bianca, e ha una borsa di cuoio e un astuccio nero rettangolare dove tiene un flauto. Chi l’avesse vista o ne avesse notizie, può telefonare al numero 69.84.982», vale a dire a casa Orlandi. Come si vede, non si parla affatto dello zaino visto da Bruno Bosco addosso alla «ragazzetta», mentre invece si parla di «una borsa di cuoio» e di un «astuccio nero rettangolare» per il flauto di cui però il poliziotto con Gangi non ha fatto nessuna menzione”.

    Come si vede, la ragazza vista vicino alla Bmw NON può essere Emanuela. Ne consegue che se la Minardi si affanna a parlare comunque di una Bmw lo fa per avvalorare la versione ufficiale, che però, come abbiamo visto, NON sta in piedi.
    pino nicotri

  22. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Quella dell’asserito lavoro per la Avon è un’altra storia strana. TUTTE le citazioni fatte a proposito di ingaggi di lavoro per la Avon o di scritte Avon sul famoso “tascapane di tipo militare”, poi miracolosamente diventato “una valigetta 24 ore”, NON sono risultate vere. Sono solo un tentativo, come ammesso dal vigile Sambuco anche in una intervista per “Chi l’ha visto?” di supportare quanto detto da Federica Orlandi a proposito della asserita telefonata di sua sorella Emanuela a casa per dire della proposta fattale.
    Buona serata.
    pino

  23. Anna
    Anna says:

    quello che mi chiedo,perchè non far trovare il corpo? se anche fosse stata violentata e uccisa in vaticano(cosa che io credo) perchè non farlo ritrovare,magari che so,a milano?
    si metterebbe definitvamente la parola fine alla storia che sta danneggiando(giustamente) il vaticano da anni
    non mi convince per niente il paragone con wilma montesi,e comunque nel libro si dice che wilma mori’ per un orgia con presente piccioni ecc,ma non c’è nessuna prova per questo,ho letto parecchi libri sull’argomento e nessuno,nessuno avvalora questa ipotesi che invece trovo nel libro della orlandi,che prove ha Nicotri per dire questo sul caso montesi?
    e poi,non si è saputo piu’ niente della telefonata con sottofondo il fischio del treno?

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    A PROPOSITO DELLA TELEFONATA DI “MARIO” ho aggiunto poco fa al mio articolo quanto segue:

    “E sì, forse, perché non tutte le ciambelle riescono col buco. Per esempio: E’ IMPOSSIBILE credere che la Minardi non abbia mai ascoltato prima di mercoledì la telefonata di “mario”, per il semplice motivo che in parte era già stata diffusa da tempo da “Chi l’ha visto?” ed era ascoltabile dal link http://www.chilhavisto.rai.it/Clv/img/o/OrlandiEmanuela/mario1.wma , grazie al quale ho ascoltato e riascoltato la telefonata decine di volte anch’io. Non voglio pensare abbiano fatto sparire da Internet nelle ultime ore il file, ma di sicuro c’era ed è dimostrabile perché come me lo hanno sentito vari colleghi, compreso chi me lo ha inviato per e-mail”.

  25. Anna
    Anna says:

    veramente cliccando sul link per ascoltare la voce di mario dice
    ” not found”…
    mmmmmhmmmmm…

  26. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Ho aggiunto poco fa al mio articolo quanto segue:

    ” Come pure ho scritto nel mio libro, a leggere il rapporto di Gangi al Sisde si scopre anche che né Bosco né Sambuco hanno mai detto che l’uomo della Bmw aveva con sé, da mostrare alla ragazza, prodotti di bellezza Avon. Bosco ha detto a Gangi solo di avere visto da una ventina di metri “un tascapane di tipo militare” che, una volta aperto, mostrava al suo interno la lettera A maiuscola. E Sambuco mi ha addirittura giurato che lui di Avon NON ha mai parlato! Mai a verbale con i carabinieri (della sede di via In Selci). S’è prestato a parlare di Avon in qualche intervista – nelle quali peraltro si contraddice clamorosamente su più cose – solo per supportare quanto detto da Federica Orlandi a proposito dell’ultima telefonata di sua sorella Emanuela. “Per dare qualche speranza a quei poveracci”, mi ha spiegato Sambuco, come ho riportato nel libro. Ma proseguiamo.”

  27. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anna

    Quello prudentemente non lo hanno mai messo online, non che io sappia. Ma i giornali ne hanno abbondantemente parlato e comunque ho avuto occasione di sentire anche quel nastro.
    Non so quanto durino i podcast di “Chi l’ha visto?”, forse la telefonata di “Mario” non c’è più solo perché i podcast dopo un certo tempo vengono cancellati.
    Un saluto e benvenuta.
    pino nicotri

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    Un saluto a tutti dopo una vacanza passata alle terme (ed anche cercando vini di ottimo livello nel tempo lasciato libero dalle cure). Ho anche visitato Lione, l’unica città della Francia che ancora non conoscevo: bei musei ed un bel centro storico.
    Insomma un periodo breve ma piacevole. U.

  29. AZ Cecina LI
    AZ Cecina LI says:

    Bentornato a Uroburo, rinfrancato e presumibilmente “depurato dalle scorie” dopo la vacanza termale, ti attendiamo più pugnace ed in forma che pria.

    X Barone rosso

    Il diavolo è un’invenzione dei preti.

    Fino a poco tempo fa era anche una mia ferrea convinzione, poi è apparso sulla scena Ghedini e da allora sull’argomento seri dubbi mi assalgono.

    Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it

  30. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Ho un incubo: milioni di processi civili e penali che giacciono in uffici deserti.
    Mi sveglio e sento parlare di riforme.
    Spero si ponga rimedio.
    Invece si propone una inedita prescrizione dei processi.
    Ma così non si risolve il problema.

    Piero Grasso,
    procuratore nazionale antimafia

  31. Pasquino
    Pasquino says:

    VENT’ANNI

    L’arco dell’amore è sempre teso, pronto,
    a lanciare il suo dardo tenebroso.

    L’errore non fa testo, se non lanci è dissesto,
    le tue freccie colpiran con garbo in un sol gesto.

    Osare, i tuoi vent’anni fan tremare, fan gioire,
    sono inebrianti e fan soffrire, come le spine
    delle rose al sol d’aprile, fan godere, fan impazzire..

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Ho appena aggiunto al testo del mio articolo le seguenti parole:

    “Qualche giornale scrive che una perizia ha dimostrato che Mancini s’è sbagliato, ecco perché ora si cambia cavallo e si punta sul “Mario” della Minardi. Bene. Ma scusate: se si è sbagliato Mancini, che in quanto membro di un certo peso della banda della Magliana doveva conoscere “Ruffetto” piuttosto bene ed è quindi strano ne abbia confuso la voce, è ancor più probabile che si sbagli anche la Minardi. O no? O qualcuno ha regalato alla Minardi la patente di infallibilità, manco fosse il papa e nonostante le enormi cazzate sparate un anno e mezzo fa?”.

  33. Anna
    Anna says:

    la minardi è totalmente inattendibile,quello che non capisco è chi c’è dietro a lei a manovrare il tutto.
    ok,allontanare i sospetti dal vaticano scaricandoli sulla bandaccia,in modo da non “sporcare” il nome di Wojtila,specie se in odore di santità…ma perchè la banda della Magliana?forse perchè ormai son morti quasi tutti da de pedis a edoardo toscano ecc ecc e quindi non possono piu’ ribattere?

    P/S= grazie per il benvenuta! :)
    da sempre mi interrogo sui casi di scomparsa e i vari misteri italiani e il tuo libro(scusa se ti do’ del tu) è i piu’ ben fatto,completo e attendibile sul caso orlandi…felicissima di aver trovato questo sito/blog dove poter leggere gli aggiornamenti

  34. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Prego controllare questo articolo

    http://milano.repubblica.it/dettaglio/al-via-le-ronde-dei-vicini-di-casa-il-pirellone:-segnalate-i-sospetti/1785309

    Una domanda infine per La SYLVI

    Ma se ci invitano a trasformarci in Delatori ,mi spieghi che differenza passa tra la nostra DEMOCRAZIA e la Mosca del KGB o la STASI della DDR???

    Ah, già , imbecille che altro non sono qui in Ittaly, si tratta di denunciare REATI…
    Conoscendo i mittomani ittagliani, già immagino centinaia di denuncie, con decine di prelievi inviati alla Digos per la POPO del cane del vicino!!
    Ho comprato una P38 giocattolo!

    cc

  35. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    ho telefonato alla polizia municipale perchè, dopo un temporale, c’era un grosso tronco sulla strada; ho telefonato ai VVFF perchè aveva preso fuoco un palo dell’Enel, poi eliminato; ho telefonato in questura quando abitavo a Udine in centro e c’era un via vai tanto che mia figlia mi domandò più volte: – Mamma, che cosa vendono le signorine?-
    – Giornali- risposi d’impulso e con ferrea logica mi disse:
    -Ma se il giornalaio è di là della strada!-
    Chiesi al Questore se aveva una risposta migliore!
    Quindi un certo controllo del territorio penso sia dovere del cittadino.

    Io invece avrei un’altra domanda:
    Quanti sono i carabinieri e i poliziotti adetti alle scorte , anche per andare a p…. e a trans?
    O alle Maldive come il Diliberto potente?
    E soprattutto scortano persone che corrono pericoli come me e te che ora siamo al computer?
    O Ex qualcosa che non si rassegnanoall’anonimato, mentre non c’era scorta per Biagi?
    Quanti sono gli imboscati negli uffici perchè si sa che è meglio stare seduti che correre dietro a un delinquente?

    A tutte queste domande vorrei una risposta.
    Se ci fosse, eserciti di forze dell’ordine sarebbero per le città a tutelare i cittadini onesti!
    Ancora una domanda: perchè i clandestini, in massa, sono solo in Italia? Credi che il Marrazzo non sapesse di aver a che fare con clandestini?

    Sicuramente c’è il KGB e la STASI in Italia, leggiamo Pino in questi giorni, ma sicuramente non sono a spiare i disgraziati come me e te!!!

    Io ho comprato Lego e Meccano a mio figlio, mai P38 o simili.
    Gli dicevo : getta una manciata di mattoncini di lego in faccia ai malintenzionati!

    Sylvi

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    A Lione avrai sicuramente visitato la Cattedrale di Saint-Jean dove tuttora si svolgono riti religiosi in gallico.
    Quando anni fa lo feci io, rimasi stupefatto. La paragono a Nôtre Dame di Parigi e a San Marco di Venezia, le più belle.
    Di chiese antiche europee mi sono fatto una discreta cultura anche perchè ne ho visitate tantissime.
    Saluti.
    C.G.

  37. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    vada per la polizia di Condomio.
    Infatti noi siamo in ittaglia,capirai,noi traduciamo in farsa sempre tutto, anche la sicurezza.
    Vuol dire che sparerò per gioco in bocca con la pistola giocattolo ,al finto caposcala della finta polizia , per una finta sicurezza!
    Mia cara , ma sei davvero sicura che in fondo io esista?
    Siamo in ITTAGLIA !!!

    cc clone

  38. Controcorrente
    Controcorrente says:

    X Sylvi,

    mia cara a dire il vero ,nutro forti dubbi, che tu sia la vera Sylvi e non il suo clone.
    In effetti la vera Sylvi,vive in Itaglia e tutto quello che ha fatto lo ha fatto per Dovere Civico,mica perchè gli hanno dato i gradi da pulllizziotta di condomio!
    Sei sicura di vivere in Itaglia, controllati il DNA!

    cc clone

  39. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro Uruburo,
    spero che tu sia rientrato in Itaglia e non nella distorsione spazio-temporale che vede il sottoscritto invece in ITTAGLIA.
    Qui da noi stanno succedendo cose strane,la caccia al negher per un bianco natale del menga ,in certa località Coccaglio, in altro luogo un funzionario comunale gira per aule scolatiche statali, a caccia di abbia staccato crocefissi, infine il mio geometra di condomio si è vestito da Scherlock Holmes con tanto di pipa e lente e controlla la cacca dei cani!
    Ho paura, perchè da buon cittadino ho denunciato il tutto alla neurodeliri, ma mi hanno messo in attesa, temo per la mia vita,poichè mi ha risposto la polizia libanese!
    Temo per la mia vita e spero di svegliarmi presto da questo incubo!

    cc
    cc clone
    Dio mio manco più mi ricordo se io sono io o un’altro!!

    Ps -Quali vini hai assaggiato, pretendo un resonto completo quando torno!

  40. Anita
    Anita says:

    x Sylvi e CC

    Qui esiste il “neighborhood watch”, non in tutti i vicinati, ma pricipalmente dove si sospettano pedofili o ci sono furti.

    Su un palo elettrico ci mettono un avviso con un grande occhio, a volte con la scritta “neighborhood watch”, a volte solo l’occhio.

    Se si notano auto sospette che girano e rigirano e si fermano di fronte a case, siamo avvisati di prendere il numero della targa.

    Pero’ la polizia non usa giudizio, tempo fa’ vedi uno scasso in progresso, proprio quasi di fronte a me, erano le due di notte e sapevo che i vicini erano in Florida.

    Chiamai la polizia e li avvisai di non arrivare con le sirene, qui si sentono da almeno due miglia, la zona e’ molto quieta.
    Arrivarono con ben 5 cruisers, sirene, fari, un pandemonio e parcheggiarono sul mio driveway.

    Naturalmente i ladri erano gia’ spariti, ma presi il numero di una targa.
    Fini’ che i ladri erano figli di influenti vicini…cosi’ la famiglia se la prese con me per aver chiamata la polizia………..

    Tra parentesi, quei dolci pargoli avevano un bel record per altri furti.
    Oh, di famiglie ricche e ben note.

    Anita

  41. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Anita,
    se un ricco ruba per noia,varrebbe a mio avviso “il doppio della pena” e la rieducazione per i genitori(obbligatoria).

    Sul merito della azione OK,dovere di cittadino, sulla polizia (velo pietoso)..ma purtuttavia erano in divisa !!
    Per consolarti ti manderemo” gratis” ,un’intera Ronda padana, addestrata a Milano .
    Sono sicuro dei risultati..certamente ottimi..,l?ittaglia ha ancora da dare molto al Mondo!
    Ottimimismo perbacco!!

    ciao
    cc

  42. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Ricerca storica tra delazione e denuncia!

    Dicesi “denuncia”l’azione del comune cittadino che di fronte ad un reato anche a rischio di eventuali ritorsioni si reca presso le autorità di PS per segnalare il fatto rendendo testimonianza.

    Dicesi “delazione” la stessa cosa fatta per azioni politiche vere e presunte che in determinati momenti storici nei regimi polizieschi, riferiscono alle ” autorità” sic,il sospetto di azioni politicamente contrarie al regime in carica.
    Delatori erano per esempio dal 43al 45 coloro che segnalavano la presenza di Patrioti in determinate località ai nazisti e ai fascisti.

    L’ittaglia storicamente è un paese che più che cittadini ha da sempre presentato Delatori”.
    La presenza della mafia e affini associati è da questo punto di vista un fulgido esempio di italianità esportata nel mondo.
    L’unico luogo in cui le figure dei delatori e dei cittadini vengono confuse.

    Dicesi “teste di cazzo” coloro che che per futili motivi , non sanno che cazzo fare …
    Dicesi REATO il togliere dalle Strade e dai Quartieri, le Forze dell’Ordine” o anche solo non permettergli di fare il proprio dovere semplicemente negandogli la benzina e il resto..

    cc

  43. Linosse
    Linosse says:

    Quando lo sforzo per solleticare i ventri degli ittagliani ottiene una vittoria sulla stitichezza celebreale si produce la:
    coccagliata -azione originaria di coccaglio un paesino del bresciano di 7121 anime(?) che promuove la caccia porta a porta , esattamente il giorno di Natale per celebrare le “tradizioni cristiane” di un popolo estremamente intriso della cul tura di un unico e a volte introvabile neurone attivo .
    L.

  44. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Morale cristiana-cattolica

    Il vescovo cattolico di Rhode Island, Thomas Tobin, ha negato a Patrick Kennedy, uno dei figli del senatore Ted Kennedy, il sacramento della comunione in quanto l’esponente del partito Democratico pur essendo di fede cattolica è favorevole all’aborto. Lo ha dichiarato lo stesso Kennedy in un’intervista pubblicata oggi sul sito del quotidiano del Rhode Island The Providence Journal. «Questa decisione – scrive il quotidiano – inasprisce in modo significativo un contenzioso in corso da tempo tra il vescovo Tobin, un ultraconservatore, e Parick Kennedy, uno dei figli della più famosa famiglia cattolica degli Stati Uniti».

    Morale
    Trombare fuori dalla famiglia va bene , sei un buon cattolico,essere Pedofilo pure(tanto evidentemente si gioca in casa),rubare per carità non se parla neppure, va bene..votare secondo coscienza no, ti negano la Comunione…

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