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FINALMENTE GETTATA NEL CESTINO DELLA CARTA STRACCIA LA MONTAGNA DI BALLE SUL MISTERO DELLA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI.

E’ confermato quanto ho scritto su Blitz il 22 aprile ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-inchiesta-presto-archiviata-perche-dopo-32-an-2165264/ ): dopo ben 32 anni, cala il sipario sul mistero Orlandi: che, come avevamo anticipato più volte, resta senza soluzione assieme al mistero ruota di scorta della scomparsa della giovanissima Mirella Gregori. Il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, ha infatti dovuto prendere atto che ha racimolato solo un pugno di mosche e tante chiacchiere anche l’inchiesta giudiziaria nata nel 2008 con le “rivelazioni” della ex tossicomane ed escort Sabrina Minardi ( http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi/emanuela-orlandi.html ) e accompagnata negli ultimi due anni dalle “rivelazioni” del fotografo romano Marco Fassoni Accetti ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-flauto-di-marco-fassoni-accetti-dai-resti-di-studio-cine-roma-1888707/ ). Che ora per il fiume delle sue narrazioni auto accusatorie si avvia a essere spedito davanti ai giudici per il reato di calunnia quanto meno contro se stesso. A ore o al massimo domani il comunicato della Procura.
Nel 1997 c’era già stata un’altra archiviazione decisa dall’allora giudice istruttore Adele Rando ( http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/emanuela-orlandi-risponde-nicotri-giovacchino-non-ha-letto-mio-1771.htm ), che pure dovette prendere atto che l’inchiesta dopo 14 anni di indagini aveva accumulato molto fumo, ma neanche un po’ di arrosto.
Pignatone in persona ha chiesto l’archiviazione. E siccome il capo della Procura è lui la sua richiesta equivale a una decisione. Decisione concorde con le richieste e le convinzioni del sostituto procuratore Simona Maisto e della sua collega dell’antimafia Roberta Calò. Ma parzialmente in contrasto con quanto avrebbe invece preferito il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Questi avrebbe infatti preferito poter approfondire meglio la figura di Marco Fassoni Accetti ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-fassoni-accetti-il-flauto-1542471/ ), che auto accusatosi del “rapimento concordato” con le due ragazze e realizzato per conto di una “fazione vaticana in lotta contro un’altra fazione” non ha mai fornito nessun nome di suoi complici, ma che si sarebbe dimostrato a conoscenza di particolari, a dir vero di poco conto, noti solo ai magistrati. Ma a Roma è difficile che un segreto possa davvero restare tale: un magistrato può essere muto quanto vuole, ma come è noto c’è sempre qualcuno tra i vari preposti alle investigazioni che per i più disparati motivi non sa tenere la bocca totalmente chiusa, specie con i giornalisti. Come è successo tra l’altro con Sabrina Minardi, arrivata a spacciarsi per “amante decennale del boss Enrico De Pedis” ( http://www.affaritaliani.it/cronache/segreti_banda_magliana_sabrina_minardi240910.html )
Escono così definitivamente di scena sia don Piero Vergari ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-nuzzi-tv-la7-scioglie-1485198/ ), il rettore della basilica di S. Apollinare trattato a pedate da vari mass media – ma NON dai magistrati – per avere permesso nella basilica la sepoltura di Enrico De Pedis, preteso boss della cosiddetta banda della Magliana per quanto sempre assolto anche dalla semplice accusa di averne anche solo fatto parte come gregario. E con don Vergari escono di scena tutti i vari nomi che “supertestimoni” e sicofanti vari hanno voluto inchiodare come membri o come altri boss della stessa banda maglianese dai soprannomi e nomignoli quali i vari “Cilletto”, “Giggetto”, al secolo Angelo Cassani, Libero Angelico, Gianfranco Cerboni, ecc. Uscito di scena anche Sergio Virtù, che la Minardi nelle sua “rivelazioni” aveva promosso ad “autista di De Pedis”, pur non avendo mai De Pedis – che ora può finalmente riposare in pace – avuto un autista nell’intera sua vita. Ovvio che il Procuratore riservi qualche sospettino a carico della Magliana e dintorni, se non altro per evitare di sentirsi appioppare l’accusa di “avvocato difensore di De Pedis e della banda della Magliana”.
E può finalmente non essere più soggetta a insulti e sospetti indebiti la sua vedova Carla De Pedis, la cui salute non è stata certo fortificata dalle ondate di accuse di certi mass media a partire da quando nel settembre 2005 il programma televisivo “Chi l’ha visto?” sulla base – incredibile ma vero – di una telefonata anonima, per giunta abborracciata, ha iniziato la sua lunga campagna contro la tomba di De Pedis in S. Apollinare e a favore delle accuse, le più fantasiose e inattendibili, che volevano “il boss della Magliana” autore del “rapimento” della Orlandi ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-rapita-da-banda-della-magliana-depistaggio-2033089/ ). E’ stata l’insistenza mediatica di “Chi l’ha visto?” a innescare l’entrata in scena della “supertestimone” Minardi.
Sotto questo profilo, non è escluso che debba rispondere di calunnia anche Antonio Mancini, pluriassassino scarcerato innanzitempo e diventato anche lui un “supertestimone” di “Chi l’ha visto?”, ma non certo per i magistrati. Mancini infatti era già stato bollato come inattendibile da più di una sentenza.
Soddisfatti gli avvocati Maurilio Prioreschi e Lorenzo Radogna, legali delle vedova Carla De Pedis e poi anche di don Vergari:
“Per rispetto verso i magistrati, preferiamo aspettare le motivazioni della Procura prima di dire la nostra. Per ora possiamo solo dire che è’ stata dura, a volte molto dura assistere a tanto scempio da parte di “supertestimoni” uno più falso dell’altro e di mass media troppo disinvolti, ma finalmente le ondate di fango sono state arrestate e respinte. Ora speriamo che certi personaggi fissati tornino alla realtà. In particolare, speriamo di non sentir più parlare delle “rivelazioni” di Alì Agca ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-papa-francesco-ali-agca-pietro-orlandi-peronaci-snobbati-2075373/ ), delle quali abbiamo perso il conto”.
Contento anche don Vergari:
“Come lei sa bene, perché è l’unico giornalista con cui parlo ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-don-vergari-ossa-vecchie-1421229/ ), non mi sono mai preoccupato per queste accuse balzane e certo non cristiane contro di me e non solo. L’inchiesta non poteva che concludersi così, a meno di un impazzimento generale. Ora spero che i bugiardi si ravvedano. Avranno anche loro una coscienza. Dovrebbero capire quanta dolore e quanta sofferenza hanno seminato… Per cosa poi? Io li ho già perdonati. Da tempo”.
Chi non ci fa una bella figura, oltre a Fassoni Accetti, è l’ex onorevole, ex sindaco di Roma, ex vice primo ministro ed ex ministro della Cultura Walter Veltroni, che aveva dato sostegno politico alla battaglia contro De Pedis e annessa sepoltura ( http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/nicotri-veltroni-sbagliato-parlare-di-de-586927/ ). Sostegno per correre in soccorso di “Chi l’ha visto?”, programma di Raitre e quindi “in quota” al partito di Veltroni quale che esso fosse man mano che cambiava nome e natura.

Per chi volesse approfondire l’argomento segnaliamo i seguenti link. Con una avvertenza: i link che non sono preceduti dalla scritta http://www. vanno copincollati in Google cliccando poi per la ricerca:

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/manuela-orlandi-egidio-avvocato-rapimento-1125014/
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/pino-nicotri-sul-caso-orlandi-nel-mio-libro-ce-tutto-manuela-non-fu-rapita-depistaggi-per-coprire-qualcuno-molto-alto-in-vaticano-456204/
Emanuela Orlandi. Marco Fassoni Accetti: 5 perché i magistrati non gli credono
Emanuela Orlandi. Flauto di Marco Fassoni Accetti dai resti di studio cine Roma?
Emanuela Orlandi. Marco Fassoni Accetti, morte di José Garramon: sentenza, ombre
Marco Fassoni Accetti. La sentenza Garramon smentisce le sue parole
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/mistero-orlandi-silvana-fassoni-madre-di-1855069/
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-mistero-del-flauto-del-1546277/
Emanuela Orlandi. Fassoni Accetti vs Corriere: falso Boston. E Chi l’ha visto..
Emanuela Orlandi. Fassoni Accetti: “Peronaci (Corriere) non ha capito, travisa”
Emanuela Orlandi: mistero sui rapporti fra Pietro e “superteste”
Emanuela Orlandi: 30 anni dopo, copione misterioso
Emanuela Orlandi e il mistero della 127 nel Tevere
http://www.blitzquotidiano.it/page/7/?s=emanuela+orlandi
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-mirella-gregori-flauto-teschi-misteri-1544874/
Emanuela Orlandi: capelli perizia finita e deludente ma i misteri continuano
Emanuela Orlandi. Marco Fassoni Accetti: 5 perché i magistrati non gli credono
Emanuela Orlandi. Eredità di zia porta a morte presunta. Fine del mistero?
Emanuela Orlandi. Fassoni Accetti vs Corriere: falso Boston. E Chi l’ha visto..
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-papa-francesco-ali-agca-pietro-orlandi-peronaci-snobbati-2075373/
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/mistero-pietro-orlandi-emanuela-1238611/
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-mito-rapimento-banda-magliana-tomba-riaprire-renato-de-pedis-641306/
“Emanuela Orlandi è viva”: ma a Roma, non a Londra!
Emanuela Orlandi, Ali Agca il ritorno allunga la lista di ballisti
Ali Agca espulso. Su Emanuela Orlandi solo fantasie, Papa Francesco lo scansa
Emanuela Orlandi: Alì Agca e Fassoni Accetti, documenti fuffa
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-da-luigi-gastrini-marco-1718778/
Emanuela Orlandi, Fassoni Accetti contro Peronaci: “Scrive bugie, rettifichi”
Emanuela Orlandi. Luigi Gastrini condannato, Fabrizio Peronaci non chiude porta
Emanuela Orlandi – de Rothschild. Marco Fassoni Accetti: “Gennaro Egidio legame”
Emanuela Orlandi. Fassoni Accetti vs Corriere: falso Boston. E Chi l’ha visto..
Emanuela Orlandi. Fassoni Accetti: “Peronaci (Corriere) non ha capito, travisa”
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/rapimento-emanuela-orlandi-la-farsa-del-960384/
Emanuela Orlandi, quanti si accaniscono sulla sua memoria
Emanuela Orlandi, fine inchiesta. Davanti al Senato non passò, mistero infinito

Emanuela Orlandi, 27 anni di bugie

E’ strano che venga dato ancora tanto spazio alle indagini per il “rapimento” di Emanuela Orlandi, la bella ragazzina vaticana quasi 16 enne scomparsa il 22 giugno 1983, e che venga accordata tanta credibilità alla girandola di “supertestimoni”, uno più fasullo dell’altro, che ne affollano la scena giudiziario giornalistica. E’ stato infatti lo stesso avvocato Gennaro Egidio, all’epoca dei fatti legale degli Orlandi e rimasto tale fino alla sua morte, a confidare nel 2002 a Pino Nicotri che non si è trattato di un rapimento, ma di un dramma “molto più banale” per il quale sospettava semmai il giro delle amicizie della zia paterna Anna. Purtroppo già gravemente malato quando fece tale ammissione, Egidio è morto prima di potere raccontare a Nicotri di cosa esattamente si sia trattato, come si era riservato di fare quando la salute glielo avesse permesso. Nessuno però ha contestato le sue parole quando Nicotri ne ha riportato parte a pagina 20 di “Emanuela Orlandi – La verità”, edito nel novembre 2008: «I motivi della scomparsa della ragazza sono molto più banali di quello che si è fatto credere. Contrariamente alle dichiarazioni dei familiari, Emanuela di libertà ne aveva molta, per esempio le comitive con gli amici. Il rapimento, il sequestro per essere scambiata con Agca? Ma no, la verità è molto più semplice, anzi, ripeto, è banale. Non per questo meno amara. Mirella Gregori, l’altra ragazza che pure si è fatto credere fosse stata rapita da amici e complici di Agca?
Non c’entra niente, Mirella s’è infilata in un brutto giro, forse di prostituzione, lei voleva solo aiutare la madre a comprare un appartamento».
Da una parte si finge di ignorare che è stato lo stesso legale degli Orlandi ad ammettere che non di rapimento si è trattato. Dall’altra i recenti arresti di personaggi che sono stati del giro della banda della Magliana, come Manlio Vitale detto “Gnappa”, o che si vuole far credere ne abbiano fatto parte, come lo sconosciuto alle cronache “maglianesi” Sergi Virtù, fanno pensare a possibili baratti: se questi arrestati o altri eventuali malcapitati addossassero a se stessi o a qualche defunto la responsabilità del “rapimento”, potrebbero tornare liberi. E senza eccessivi rischi. Se si autoaccusano, i reati del caso Orlandi, avvenuti ormai 28 anni fa, si estinguono. Se invece accusano un morto, i rischi sono del tutto inesistenti: i morti infatti, si sa, non possono difendersi… E poiché non sono processabili, evitano anche il fastidio di dover trovare le prove necessarie per il loro rinvio a giudizio.

Ma ripercorriamo ora i fatti. Tenendo a mente che due anni prima, nell’81, papa Wojtyla aveva subito un attentato per mano di un killer turco, Alì Mehmet Agca, terrorista del gruppo di estrema destra dei Lupi Grigi. Agca gli aveva sparato in piazza S. Pietro, ferendolo gravemente, e per questo era stato condannato all’ergastolo. A quell’epoca esisteva ancora l’Unione sovietica, il gigante comunista che occupava la Polonia, patria di Wojtyla, pontefice impegnatissimo ad aiutare i movimenti dei connazionali tesi sia alla fine del comunismo che dell’occupazione sovietica. Ed era in corso una forte campagna per sostenere che ad armare Agca erano stati i servizi segreti bulgari, su input dei “servizi” sovietici desiderosi di liberarsi una volta per tutte dello scomodo papa polacco.

Emanuela scompare nel tardo pomeriggio del 22 giugno 1983, all’età di 15 anni e mezzo. Figlia di un commesso pontificio, frequentava un liceo scientifico statale e studiava flauto al conservatorio S. Apollinare,  proprietà del Vaticano come l’intero palazzo che lo ospitava – oggi proprietà dell’Opus Dei – situato nella omonima piazza S. Apollinare contigua a piazza Navona e distante pochi metri da palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica italiana. Ed è alla fermata degli autobus di fronte al Senato che Emanuela pare sia stata vista per l’ultima volta, dopo essere uscita a fine lezioni dal conservatorio. Pare: perché di certo e appurato riguardo Emanuela una volta uscita dalla scuola di musica non c’è in realtà nulla. In Italia scompaiono ogni anno centinaia di minorenni, che per fortuna nella maggior parte tornano a casa perché scappati solo per noia o per amore. Ed è appunto a una fuga temporanea di Emanuela, a una scappatella, che pensano gli inquirenti. Il colpo di scena avviene due settimane dopo, domenica 3 luglio, all’insaputa anche dei genitori di Emanuela, e per decisione addirittura di papa Wojtyla in persona. Il pontefice infatti a conclusione della usuale preghiera dell’Angelus recitata con la solita folla di pellegrini sorprende il mondo lanciando un appello “a chi ne avesse responsabilità” perché lasci tornare a casa la sua concittadina vaticana. E’ quindi il papa ad adombrare per primo, ma senza nessuna base, l’ipotesi del rapimento.

Se fino a mezzogiorno di quel 3 luglio si poteva sperare in un ritorno a casa di Emanuela, dopo la sortita di Wojtyla  non lo si poteva poteva sperare più. Quella sortita equivaleva di fatto a una condanna a morte. Ovvio che se la ragazza fosse stata davvero sequestrata i suoi rapitori dopo l’appello del pontefice si sarebbero resi conto di non avere più scampo, braccati di colpo da polizia, carabinieri e servizi segreti non solo italiani, come infatti è avvenuto. Tanto più che al primo appello ne sono seguiti ben altri sette. Concludere che Wojtyla e/o la Segreteria di Stato sapessero come in realtà stavano le cose, e cioè che a Emanuela ormai non poteva essere più recato alcun danno da nessuno, è  sconcertante, ma è l’unica conclusione razionale. Supportata in particolare da altri tre elementi, tutti documentati e interni al Vaticano. Il primo è la assoluta mancanza di iniziative per aprire reali canali di comunicazione con i “sequestratori”. Il secondo è la scelta della Segreteria di Stato di “lasciare le cose come stanno”, secondo le parole dette da monsignor Giovanbattista Re a monsignor Francesco Salerno. Il terzo è il muro di bugie e omertà nei confronti della magistratura italiana. Un atteggiamento speculare a quello dei “rapitori”: il Vaticano tace e mente, i “rapitori” non forniranno mai la benché minima prova di avere l’ostaggio.

La sortita di Wojtyla mette in moto la lunga messinscena, durata 25 anni, che voleva Emanuela rapita per essere scambiata con la liberazione dell’ergastolano Agca. e suggerisce ai servizi segreti della Germania Est, satellite dell’Unione Sovietica, di inserirsi nel “rapimento” con una loro autonoma messinscena, che punta a prendere due piccioni con una fava. Il primo era l’Operazione Papa, commissionata da Mosca per creare diversivi utili, ma tutti legali, ad aiutare i “fratelli” bulgari accusati d’essere i mandanti di Agca. Il secondo consisteva nel mettere il più possibile in imbarazzo Wojtyla per indurlo a smetterla con il suo aiuto alla Polonia. Insomma, una vera e propria battaglia della Guerra Fredda: l’ultima grande battaglia, esplosa per ironia della sorte nell’estate meteorologicamente più calda della storia italiana.
Dopo 25 anni di assurda “pista turco sovietica”, nell’estate del 2008 è esplosa la altrettanto assurda “pista della banda della Magliana”. A lanciare il nuovo scenario è una ex escort d’alto bordo, Sabrina Minardi, devastata da anni di droghe e fin troppo confusa nei “ricordi”. Uno scenario che, come è noto, nonostante tutto tiene banco ancora oggi.

In questo libro il giornalista Pino Nicotri ha condotto in modo serrato e implacabile l’analisi non più rinviabile dei fatti, passando al setaccio tutti gli elementi della vicenda e il torbido contesto in cui si è svolta, comprese le manovre condotte dai servizi segreti della Germania comunista. Il vuoto assoluto di verità nel gioco di specchi tra Vaticano e “rapitori” lascia spazio alle messinscene più varie, man mano legittimate e ampliate in televisione dal “Novecento” di Pippo Baudo fino a “Chi l’ha visto?” di Federica Sciarelli. The show must go on.

La scomparsa di Emanuela Orlandi: dopo il ventennio nero di balle sulla pista “turco-sovietica” ecco in scena la versione riveduta e corretta di Sabrina Minardi. Le cui parole, a differenza di quelle delle D’Addario sui vizi di Berlusconi, sono immediatamente assurte al rango di verità rivelata. Proprio quando in Vaticano accelerano la volontà di beatificare papa Wojtyla

Non c’è che dire: il titolo del mio libro sul caso Orlandi è quanto mai azzeccato: “Dai Lupi Grigi alla banda della Magliana”. Ma ieri, nel corso di otto interviste per radio e agenzie e due per Raitre, sono rimasto sgomento per la generale mancanza di memoria. Comprensibile, visto che si tratta di una piece, una tragedia camuffata da farsa che però si vuole spacciare come dramma mondiale, “rapimento mediatico” – come l’ha ironicamente bollato il magistrato romano Severino Santiapichi – che si trascina da oltre 26 anni… Soprattutto i giovani, che ne sanno? Non sempre c’è tempo per documentarsi, e in ogni caso come orientarsi nell’oceano di chiacchiere, balle, depistaggi, deliri e inganni vari rifilati ai mass media, e da questi supinamente avvalorati, per oltre un quarto di secolo? Ma la disinvoltura di queste ore lascia sgomenti. Se non peggio. Anche perché è una spia di come in Italia si sia sfarinato e si vada sfarinando un po’ tutto, in particolare ciò che dovrebbe essere robusto e non sfarinabile, a partire dalla politica e dalle istituzioni, assi portanti della democrazia e della pacifica convivenza civile. Se si arriva a privatizzare perfino l’acqua, in attesa forse di privatizzare anche l’aria, si può ben privatizzare e appaltare anche la verità di turno…. Ma veniamo al sodo.

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