“Muoia Sansone con tutti i filistei!”: è ormai il grido del Silvio Sansone della Fininvest e di Mediaset deciso a scassare anche la Costituzione pur di farla franca con la giustizia

Anche un cretino capisce che le minacce “brigatiste” a Silvio  Berlusconi, Umberto Bossi e Gianfranco Fini sono o il delirio di un cretino, come ha giustamente detto lo stesso Fini, o un servizio reso a Berlusconi da una qualche manina o manona, ingaggiata a bella posta da amici o amici degli amici. Il nostro amatissimo Chiavaliere a Dondolo Berluscon de’ Berlusconi, più alto che onesto, è infatti stretto nell’angolo da varie botte in testa ricevute di recente e da altre che lui sa o teme che stiano per arrivare. Cosa di meglio dunque di una bella patacca utile a farlo passare per vittima dei “brigatisti? Bush è riuscito a ingannare alla grande anche i suoi stessi concittadini facendo inventare su misura le “bombe atomiche irachene” utili per fare accettare ai gonzi la guerra all’Iraq. Nel suo piccolo, il disinvolto circo Barnum di Berluscon de’ Berlusconi deve accontentarsi di una qualche “minaccia brigatista”….Qui però ci sono da fare alcune osservazioni. La sporcizia morale, professionale e politica di chi vuole avvalorare come pericolo reale la letterina “brigatista” salta subito all’occhio: la gente che prende sul serio una tale cazzata è infatti la stessa che NON vuole credere neppure con le cannonate che a Gaza ci siano state vittime degli israeliani, realtà quest’ultima che non è affatto una cazzata ma una tragedia appurata perfino da un ispettore dell’ONU. Ispettore ebreo e pertanto – secondo il modo disonesto di (s)ragionare e mentire  di chi vuole imporre l’equazione ebreo=sionista=filoisraeliano – incline a dare ragione sempre e comunque a Israele. Si tratta della stessa gente che di fronte alle vittime civili irachene o afgane delle guerre da noi imposte si volta dall’altra parte… ed eccepisce sempre e comunque. Gente campione del revisionismo e del negazionismo nei confronti di tutto ciò che non piaccia loro o che non sia la Shoà, ormai da loro fatta diventare una sorta di tormentone a scoppio ritardato di cui si riempiono la bocca anche gli indegni.

La stessa gentaglia e gli stessi giornalacci pronti a urlare senza neppure l’ombra di mezzo straccio di prova che la Cina in Tibet “ha ucciso migliaia di monaci tibetani” oppure che in Georgia “la colpa è della Russia”, quando invece l’ONU ha appurato che è vero l’esatto contrario, sono ovviamente pronti a urlare che il peto “brigatista” di un deficiente è un pericolo mortale reale per Berlusconi. La frottola viene rifilata anche per indurre il popolo bue, o teledipendente che dir si voglia, a fare il solito sillogismo del menga e concludere che i magistrati impegnati su indagini e processi riguardanti Berlsuconi&C ce l’hanno con lui esattamente come “i brigatisti”: ergo, sono brigatisti anche loro o almeno filo brigatisti….

Si è arrivati al punto di disonestà da far mettere alla gogna su Canale 5, tv di Berlusconi capo del governo, un magistrato come Raimondo Mesiano presentandolo come un anormale solo perché ha osato condannare lo stesso Berlusconi a risarcire alla Cir di Carlo de Benedetti almeno parte del danno provocato dalla sentenza pagata fior di quattrini per derubarlo della Mondadori. Peccato che i goliardi di Canale 5 – chiamiamoli benevolmente così – che straparlano di anormalità di Mesiano non ci abbiano mai detto nulla sulla “normalità” del corruttore di magistrati Cesare Previti. E neppure della “normalità” dei magistrati da lui corrotti per comprare la sentenza favorevole al suo padrone Berlusconi. Anzi, furono pure pronti a difenderli in massa. Peccato anche che non ci dicano nulla sulla “normalità” del fatto che la Mondadori è governata da tempo da una figlia di Berlusconi anziché da chi ne ha tutto il diritto ma non lo può esercitare perché ne è stato derubato. Derubato da magistrati venduti e quindi mascalzoni, ladri di diritti altrui.

Se la sentenza è stata comprata, come è ormai più che dimostrato, è chiaro che la figlia di Berlusconi al vertice della Mondadori ci siede abusivamente. La logica infatti non è una opinione, contrariamente a certo “giornalismo” del quale è campione Il Giornale, proprietà del fratello di Silvio Berlusconi ma nella piena disponibilità di costui o comunque al suo zelante servizio. A leggere in particolare gli articoli di un collega – del quale preferisco non fare il nome – sul quotidiano berluscone a proposito di Mesiano sono arrossito. E preferisco non dire il perché. Mi limito a dire che se venissero pubblicati i documenti presentati dal padrone apparente de Il Giornale ai magistrati che si occupano di divorzi ne uscirebbe piuttosto malconcio. Altro che le minchiate su Mesiano.

Berlusconi è alle corde, ma progetta di uscirne addirittura affondando l’attuale Costituzione con un bel ricorso “al popolo”. E il suo ministro Alfano, quello del vergognoso lodo che porta il suo nome, si permette anche di attaccare a testa bassa i magistrati italiani che la Costituzione la vogliono difendere. Altro che la D’Addario! In questa estate che ricorderemo come la calda estate della fine reale della Prima Repubblica e come l’anticamera della disunità d’Italia, se non della guerra civile, Berlusconi alza sempre più il prezzo della sua fuga dalle proprie responsabilità giudiziarie, prezzo che vuole fare pagare a tutti noi, cioè alla Repubblica Italiana. Siamo al “Muoia Sansone con tutti i filistei” formato Mediaset o Medusa, con il Sansone della Fininvest che, ormai in preda a qualcosa che somiglia al cupio dissolvi da fiato sul collo, fa a pezzi le colonne del palazzo.

Intendiamoci: cambiare la Costituzione è lecito perché previsto dalla stessa Costituzione, che ne ha prudentemente fissato le regole per le eventuali modifiche dato che tutto a questo mondo invecchia e può avere bisogno di interventi per non morire in modo traumatico. Ma in Italia ci si è ridotti a un populismo che fa rivoltare nella tomba perfino un populista come Achille Lauro e lo stesso Masaniello: Berlusconi, i suoi avvocati, i suoi scudieri, i suoi stallieri con annessi amici e amici degli amici, tutti assieme appassionatamente vogliono “rivolgersi al popolo” per cambiare la Costituzione, ma non a causa di un qualche reale e urgente bisogno di migliorie nella struttura portante della repubblica, bensì solo per evitare a Sua Emittenza condanne giudiziarie e magari anche la galera. Sono ormai anni che vediamo sempre lo stesso film… Altro che Il Caimano di Nanni Moretti! Siamo il primo Paese al mondo con un governo che vuole cambiare la Costituzione contro la magistratura e la sua autonomia.  Roba da sotterrarsi dalla vergogna. E siamo il primo Paese con un capo di governo che da molti anni fa di tutto per sfuggire alla magistratura e alle responsabilità civili e penali dei propri atti. Roba da ri-sotterrarsi dalla vergogna.

L’intero Strapaese è sempre più stralunato, ma pur di poter continuare a guardare il reality della resistibile ascesa del Cavaliere si sposta man mano sempre più a poppa con l’intera orchestra di sicofanti del centrodestra e di succubi del centrosinistra. Orchestra impegnata a suonare la solita musica ormai stantia, fiacca, stonata. Il tutto mentre il Titanic Italia ha vistose falle sotto la linea di galleggiamento. E la prua sempre più sott’acqua.

57 commenti
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  1. ber
    ber says:

    x Rodolfo,
    entrando in un contesto internazionale di stati quando si e’ attaccati da altri stati nemici,tutti gli stati membri reagiscano
    e difendono lo stato aggredito.
    Se Israele non vuol firmare nessun accordo con il proprio vicino,
    la Palestina,vuol dire che vuole avere le mani libere per allargare a dismisura il proprio territorio,cioe’ fare quello che vuole.
    Per una pace duratura tutte e due devono firmare un accordo internazionale,….diritti e doveri per entrambi.
    Ciao,Ber

  2. L'Ingegner Comunista
    L'Ingegner Comunista says:

    LE RIVOLUZIONI SONO LA LOCOMOTIVA DELLA STORIA.

    ESSERE COMUNISTA VUOL DIRE OSARE, PENSARE, VOLERE E AVERE IL CORAGGIO DELLE PROPRIE CONVINZIONI

    I PROLETARI NON HANNO CHE LE LORO CATENE DA PERDERE E HANNO UN MONDO DA CONQUISTARE.
    LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!
    .
    IL MODO DI PRODUZIONE DELLA VITA MATERIALE CONDIZIONA, IN GENERALE, IL PROCESSO SOCIALE, POLITICO E SPIRITUALE DELLA VITA.
    NON È LA COSCIENZA DEGLI UOMINI CHE DETERMINA IL LORO ESSERE, MA È, AL CONTRARIO, IL LORO ESSERE SOCIALE CHE DETERMINA LA LORO COSCIENZA

    CAPITALISTI, SIETE DELLE MISERE FIGURE, SIETE DEI FALLITI, LA VOSTRA PARTE È FINITA.TORNATE NEL POSTO CHE VI COMPETE DA OGGI IN POI: TRA LA SPAZZATURA DELLA STORIA.

    NESSUNO È COLPEVOLE DI ESSERE NATO SCHIAVO.
    MA LO SCHIAVO AL QUALE NON SOLO SONO ESTRANEE LE ASPIRAZIONI ALLA LIBERTÀ, MA CHE GIUSTIFICA E DIPINGE A COLORI ROSEI LA SUA SCHIAVITÙ, UN TALE SCHIAVO È UN LACCHÈ E UN BRUTO CHE DESTA UN SENSO LEGITTIMO DI SDEGNO, DI DISGUSTO E RIPUGNANZA

  3. Vox
    Vox says:

    INTERESSI USA IN AFRICA

    (SCENEGGIATURE FIN TROPPO CONOSCIUTE
    E RETROSCENA POCO NOTI)

    dall’ articolo ?Les dessous du prix Nobel de la paix 2009?
    di THIERRY MEYSSAN

    […] Nel 2006, l’European Command (sarebbe a dire il comando regionale delle truppe USA, la cui autorità copriva all’epoca sia l’Europa che la parte essenziale dell’Africa) sollecitò il senatore d’origine kenyota Barack Obama a partecipare a un’operazione segreta che coinvolgeva diverse agenzie (CIA – NED – USAID – NSA).
    Si trattava di utilizzare il suo status di parlamentare per condurre un viaggio in Africa che avrebbe permesso nello stesso tempo di difendere gli interessi dei gruppi farmaceutici (di fronte alle produzioni fuori brevetto) e di respingere l’influenza cinese in Kenya e in Sudan[…]

    DESTABILIZZAZIONE DEL KENYA

    Barack Obama e la sua famiglia, accompagnati da un addetto stampa, Robert Gibb, e da un consigliere politico-militare, Marck Lippert, arrivano a Nairobi con un aereo speciale noleggiato dal Congresso. L’apparecchio è seguito da un secondo aereo, noleggiato dall’US Army e trasportante una squadra di specialisti in guerra psicologica guidata dal generale, ufficialmente in pensione, J. Scott Gration.

    Il Kenya è in quel momento (2006) in piena espansione economica. Dall’inizio della presidenza di Mwai Kibaki, la crescita è passata dal 3,9 al 7,% del PIL e la povertà si è ridotta dal 56 al 46%.

    Questi eccezionali risultati sono stati ottenuti riducendo i legami economici post-coloniali con gli Anglo-sassoni e sostituendoli con accordi più equi con la Cina.

    Per cancellare il miracolo kenyano, Washington e Londra hanno deciso di rovesciare il presidente Kibaki e di imporre un devoto opportunista, Raila Odinga. In questa prospettiva, la National Endowment for Democracy ha promosso la creazione di una nuova formazione politica, il Movimento Arancione [Nota Bene!], e complotta per una “rivoluzione colorata” in occasione delle prossime elezioni legislative del dicembre 2007.

    Il senatore Barack Obama è accolto come uno di casa e il suo viaggio è super-mediatizzato. Si ingerisce nella vita politica locale e partecipa ai meetings di Raila Odinga. Evoca una “rivoluzione democratica”, mentre il suo “accompagnatore”, il generale Gration, rimette a Odinga 1 milione di dollari in contanti. Questi interventi destabilizzano il paese e suscitano le proteste ufficiali di Nairobi verso Washington[…]

    L’operazione continua. Madeleine Albright, in qualità di presidente del NDI (il ramo del National Endowment for Democracy specializzata nel “trattamento” dei partiti di sinistra) si reca a Nairobi dove sovrintende all’organizzazione del Movimento Arancione.

    Poi John McCain, in qualità di presidente dell’IRI (il ramo del National Endowment for Democracy specializzato nel “trattamento” dei partiti di destra) viene a completare la coalizione d’opposizione, prendendosi cura di piccole formazioni di destra.

    Al momento delle elezioni legislative del dicembre 2007, un sondaggio finanziato dall’USAID annuncia la vittoria di Odinga.

    Il giorno del voto, John McCain dichiara che il presidente Kibaki ha truccato lo scrutinio in favore del suo partito e che in realtà è l’opposizione guidata da Odinga ad avere vinto. La NSA, in concerto con gli operatori locali di telefonìa, indirizza SMS anonimi alla popolazione. Nelle zone abitate dai Luos (l’etnìa di Odinga), i messaggi dicono “Cari Kenyani, i Kikuyu hanno rubato l’avvenire dei nostri figli … Dobbiamo trattarli nell’unica maniera che capiscono … la violenza”
    [Notare completa analogia con Iran 2009]

    Mentre nelle zone abitate dai Kikuyu, i messaggi sono così redatti: “Non sarà versato il sangue innocente di alcun Kikuyu. Li massacreremo fin nel cuore della capitale. Per la Giustizia, stilate una lista dei Luos che conoscete. Vi manderemo i numeri di telefono ai quali inviare queste informazioni”.

    In qualche giorno, questo pacifico paese sprofonda nella violenza di piazza. Le sommosse fanno più di 1.000 morti e 300.000 profughi.
    Vengono distrutti 500.000 posti di lavoro.

    Madeleine Albright è di ritorno. Propone la sua mediazione tra il presidente Kibaki e l’opposizione che cerca di rovesciarlo. Con sottigliezza, l’Albright si fa da parte e lascia in primo piano l’Oslo Center for Peace and Human Rights. Il direttivo di questa rispettata ONG è da poco presieduto dall’ex Primo ministro della Norvegia, Thorbjørn Jagland (oggi Capo della Commissione Nobel per la Pace)[…]

    Obbligato per ristabilire la pace civile ad accettare il compromesso che gli viene imposto, il presidente Kibaki accetta di creare un posto di Primo ministro e di affidarlo a Raila Odinga.
    Questi si occupa subito a ridurre gli scambi con la Cina.

    Se l’operazione kenyana si ferma qui, la vita dei protagonisti continua.

    Thorbjørn Jagland negozia un accordo tra il National Endowment for Democracy e l’Oslo Center che viene formalizzato nel settembre 2008. Viene creata a Minneapolis una fondazione comune che permette alla CIA di sovvenzionare indirettamente l’ONG norvegese.
    Questa interviene per conto di Washington in Marocco e soprattutto in Somalia.

    Obama è eletto presidente degli Stati Uniti.
    Odinga proclama numerosi giorni di festa nazionale in Kenya per celebrare il risultato dell’elezione negli Stati Uniti.

    Il generale Jones diventa consigliere alla sicurezza nazionale.
    Prende Mark Lippert come capo di gabinetto e il generale Gration come vice.

    Durante la transizione presidenziale negli USA, il presidente dell’Oslo Center, Thorbjørn Jagland è eletto presidente del Comitato Nobel, malgrado il rischio che rappresenta per l’istituzione un politico così discutibile.

    La candidatura di Barack Obama al Premio Nobel della pace viene depositata al più tardi il 31 gennaio 2009 (data limite per regolamento), ossia dodici giorni dopo il suo insediamento alla Casa Bianca[…]

    http://www.voltairenet.org/article162487.html

    [THIERRY MEYSSAN e’ giornalista e attivista politico francese, autore di diversi libri e di inchieste sulla destra estrema francese, sulla Chiesa cattolica (Opus Dei), sulle attività “segrete” americane in Usa e in altri paesi]

    Traduzione italiana del testo integrale su comedonchisciotte.org

  4. RC
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