Attacco aereo di Israele all’Iran? Tecnicamente impossibile: può servire solo a voler costringere gli Usa a intervenire militarmente

Le guerre peggiori scoppiano d’estate. Forse perché il gran caldo fa impazzire non solo le menti deboli. La prima guerra mondiale iniziò il 28 luglio, la seconda il 1° settembre, l’invasione israeliana del Libano che portò alla mattanza di Sabra e Chatila scattò il 6 giugno. Sta dunque per esplodere anche la guerra di Israele contro l’Iran? Quasi tutti lo danno per certo. Netanyahu, Barak, Lieberman e il loro rabbino di riferimento Josef Ovadia, che prega per “la distruzione dell’Iran”, forse hanno tutte le rotelle a posto, ma sono spinti da uno zelo politico “religioso” (!) tipico dei fanatici pericolosi sotto ogni cielo. E in effetti il governo israeliano sta costruendo caparbiamente la legittimità morale della sua guerra contro Teheran senza tenere in conto – almeno in apparenza – neppure i sondaggi che dimostrano come la gran parte degli israeliani sia contro questa nuova guerra: 42% di no contro il 32 di sì, il resto è incerto. Se poi si dovesse tener presente il parere dei palestinesi che di fatto vivono insaccati in enclave interne a Israele, pari a 2,1 milioni di persone, e quello degli arabi con cittadinanza israeliana, il 20% della popolazione israeliana, pari a quasi un altro milione e mezzo di persone, ecco che quel 42% schizzerebbe molto più in alto. Ma in Israele i non ebrei non hanno molta voce. E la stampa è impegnata a suonare la grancassa a favore del governo  in modo da coprire o diluire le voci critiche. Eccone un buon campionario, scelto non da me, ma da chi è per Israele senza se e senza ma, sempre e comunque, e come se non bastasse spinge anche per la guerra all’Iran: http://www.israele.net/articolo,3513.htm .

Senza contare l’atteggiamento di parte di alcune comunità all’estero, come quella che in Italia si riconosce nella linea isterica di  Informazione Corretta, il cui motto è in pratica l’allucinante e allucinato “Armiamoci e partite”, con la strana pretesa di insegnare agli israeliani cosa devono fare e di spingerli alla guerra restandosene però loro comodamente al calduccio e al sicuro in Italia e altrove lontano da Israele.

Dato che abbiamo nominato il rabbino Ovadia, che nonostante le apparenze e i vestiario bizzarro NON è una innocua figura folkloristica, ma il capo carismatico di un partito di governo e di destra “religiosa” ultra ortodossa, cioè di ultra destra, qual è il partito Shas, vale la pena fare una domanda. Questa: perché quando Ovadia parla di “distruggere l’Iran”, cioè un Paese di 70 milioni di persone, facciamo un sorriso e non lanciamo allarmi, mentre quando, barando sulla traduzione, le stesse cazzate le dice Ahmadinejad nei confronti di Israele, che di abitanti ne ha un decimo dell’Iran, suoniamo le sirene d’allarme e ci strappiamo vesti e capelli invocando la guerra all’Iran?

Se l’invasione dell’Iraq è stata possibile grazie alla frottola avvalorata dagli Usa che Saddam produceva armi atomiche, il colpo all’Iran si basa su più frottole e allarmi assurdi. Si afferma infatti che Teheran sia arrivata ad arricchire l’uranio 238, militarmente inutilizzabile, fino al 20% di uranio 235, l’isotopo utile per produrre una bomba atomica perché molto più instabile e quindi idoneo a innescare la fulminea reazione a catena che scatena l’esplosione. Ma le atomiche si fanno con l’uranio arricchito almeno al 90-95% di uranio 235, mentre con quello al 20% si possono fare solo attrezzature mediche o per altre applicazioni industriali, ma certo non ordigni esplosivi. Arrivare al 90-95% di arricchimento è per gli iraniani semplicemente impossibile. Ma andiamo per ordine

Sono 20 anni che l’establishment israeliano predica l’inevitabilità dello scontro militare con l’Iran. Già nel 1992 il neo primo ministro Yitzak Rabin nella sua prima visita negli Usa si spese non poco per convincere la Casa Bianca che l’Iran è un pericolo troppo grande per gli interessi e la sicurezza di Israele. Però Rabin, che come è noto è finito ucciso da un fanatico israeliano, si oppose alla guerra contro Teheran, come vi si oppose in seguito lo stesso Ariel Sharon, nonostante le pressioni e le pretese dei capi militari. Tra i quali spiccava il generale Ephraim Sneh, uno dei comandanti del raid ad Entebbe del 1976 nel quale perse la vita, unico tra gli israeliani, Yonatan Netanyahu, fratello dell’attuale primo ministro. E’ dal  1993 che Sneh avverte:  “Carthago delenda est”, dove per Carthago non si intende più Cartagine, bensì Teheran: “l’Iran è pericolo strategico per lo Sato di Israele”, usa dire Sneh agitando il suo corposo dossier per dimostrarlo.

E’ proprio Sneh a non lasciare oggi adito a dubbi di sorta: “Non parliamo di risposta a un attacco iraniano: a Israele spetta infatti la prima mossa”. Per giunta, il generale aggiunge: “La rappresaglia iraniana sarebbe dolorosa, ma sostenibile”. Il governo prevede infatti una guerra lampo di soli 30 giorni e un massimo di appena 600 vittime civili israeliane. Chi non è d’accordo perché ritiene non concreta la minaccia di un attacco iraniano e catastrofiche le conseguenze di un attacco israeliano, viene sostituito. E chi ritiene illusoria come sempre l’idea della guerra lampo, detta anche Blitzkrieg con il termine coniato dai tedeschi della seconda guerra mondiale,  non viene ascoltato. Un anno e mezzo fa venne destituito l’allora capo del Mossad, generale Meir Dagan. All’ex capo di stato maggiore delle forze armate Gabi Askhenazi, l’uomo che diresse la sanguinosa invasione di Gaza nota come “Piombo fuso” e che oggi non ritiene realistico un attacco dell’Iran contro Israele, non viene dato credito.

Ma come stanno le cose sul piano strettamente militare? Vediamo.

L’aviazione israeliana non ha portaerei, motivo per cui i suoi velivoli devono decollare da aeroporti israeliani. Non possiede bombardieri a lungo raggio come i B-1 e B-2 degli Usa, e neppure una gran flotta di aerei cisterna per rifornimenti in volo. Israele sarebbe quindi costretta a sorvolare spazi aerei altrui. La via diretta per Natanz, sede di una centrale nucleare ritenuta “sospetta”, a torto visto che un’autostrada trafficata anche da turisti, due anni fa me compreso, vi passa a più o meno 200 metri di distanza,  conta quasi 1.800 chilometri sorvolando Iraq e Giordania. Responsabili militari del cielo iracheno sono gli Usa, che non darebbero certo il permesso di sorvolo visto che non sono d’accordo con Netanyahu.

Non resta che passare sopra l’Arabia Saudita, con un percorso di 2.400 chilometri, o sorvolare la Turchia, su una rotta di 2.200 chilometri. Sia l’Arabia Saudita che la Turchia sono però alleati degli Usa e possiedono una notevole forza aerea, fornita dagli Usa. In più la Turchia fa parte della Nato e ospita una grande base aereonautica a mezzadria con gli Usa che verrebbe a trovarsi proprio sulla rotta dei velivoli israeliani.

Tutto ciò comporta due conseguenze. La prima – anche ammesso che nessuno degli Stati sorvolati abusivamente reagisca – è che sarebbe impossibile l’effetto sorpresa. La seconda è che sarebbero impossibili ulteriori ondate di attacchi israeliani. Infatti, anche se colti di sorpresa al primo sorvolo, in seguito tutti gli Stati in questione, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Turchia sarebbero invece in grado di reagire. E la loro reazione  comporterebbe per Israele conseguenze pesanti, con problemi irrisolvibili. La violazione dei cieli iracheni metterebbe inoltre gli Usa in una posizione con Bagdad più brutta di quella attuale e un’eventuale seconda ondata di bombardamenti provocherebbe quasi di sicuro la crisi definitiva tra l’Iraq e gli Usa.

Come seconda ondata di bombardamenti, a Israele non resterebbero che i missili lanciati dai suoi sottomarini. Ma i missili costano molto più delle bombe e Israele nei sottomarini e navi militari di superficie non ne possiede in grande quantità.

Facciamo ora un po’ di conti: con quali velivoli avverrebbe l’attacco ordinato da Netanyahu? Israele possiede 25 cacciabombardieri  F 151, dotati di 2.500 chilometri di autonomia di volo, e 100 cacciabombardieri F 161, la cui autonomia di volo secondo indiscrezioni israeliane può essere di 2.100 chilometri, ma negli Usa se ne accreditano solo 1.500-1.600. In conclusione, 125 cacciabombardieri in totale potrebbero colpire molti siti iraniani, ma non tutti e non con attacchi multipli. Dopo avere colpito, per tornare in patria avrebbero comunque bisogno di essere riforniti in volo. Ma non ci sono aerei cisterna sufficienti. E comunque al momento della delicata manovra di rifornimento in volo su un Paese sovrano, il cui spazio aereo è stato violato per una aggressione non condivisa, sia i cacciabombardieri che gli aerei cisterna diverrebbero bersagli fin troppo facili.

Insomma, per risparmiare carburante gli israeliani dovrebbero sorvolare la Giordania e l’Iraq, vale a dire due Stati  in rapporti stretti con gli Usa, il che autorizzerebbe il mondo intero a credere che in realtà Natanyahu agisca su mandato o disco verde di Obama. Cosa che renderebbe impossibile per gli Usa di proseguire l’attuale politica nel medio Oriente, vanificando soprattutto quanto fatto in Iraq.

Oppure non resta che utilizzare come aerei cisterna metà degli F 161, cosa possibile se al posto delle bombe li si carica di serbatoi di carburanti. Ma questo significa che l’attacco verrebbe sferrato non con 100, ma solo con 50 degli  F 161 in dotazione a Israele. Se poi dovessero rifornire in volo anche gli F 151, ecco che gli F 161 utilizzabili per l’attacco scendono ad appena 25 velivoli. Sommati agli F 151, viene fuori la cifra di 50 aerei utilizzabili. Come dire che l’attacco dal cielo è fallito in partenza, perché non può assolutamente colpire tutto ciò che secondo gli israeliani c’è da colpire.

Conclusione? Le conclusioni sono due:

+ o si usano solo 50 aerei, con rifornimenti in volo più o meno da tiro al piccione, o se ne usano al massimo tutti e 125, ma per una unica ondata. Impossibile che colpiscano tutti gli obiettivi indicati dai servizi segreti. Impossibile, in particolare, che possano colpire eventuali obiettivi scoperti nel corso e a causa delle operazioni di sorvolo e bombardamento.

+ In ogni caso, i programmi nucleari iraniani, ammesso che puntino davvero alla bomba atomica, verrebbero ritardati per non più di un paio d’anni, ma certo non cancellati.

Neppure Israele si può permettere il lusso di bombardare l’Iran ogni due anni…. Né di praticare in eterno la politica del bombardare a suo piacimento i Paesi che non le obbediscono o, come fa in Iran, di assassinarne gli scienziati atomici e sabotarne con virus informatici gli impianti.. E qui vale la pena di notare che bombardare un Paese o accopparne suoi cittadini costituisce atti di guerra, che da soli legittimerebbero la reazione militare degli interessati. Che però sono evidentemente più saggi e sani di mente di quanto si vuole far credere, visto che si guardano bene dal restituire pan per focaccia. Cosa succederebbe se fosse l’Iran o l’Egitto o la Siria o l’Arabia Saudita a bombardare gli impianti di produzione di armi nucleari di Dimona, in Israele, o a uccidere suoi scienziati nucleari? Forse che Israele ha più diritti degli altri Stati? Certo che no. Certe cose le può fare solo perché è militarmente più potente, ma il diritto non c’entra assolutamente nulla se non il solito diritto del più forte. Che però alla lunga diventa un boomerang e produce disastri, come dimostrano i libri di Storia.

Aggiungo che fa un brutto effetto sentire personalità israeliane vantarsi di “armi segrete la cui esistenza abbiamo tenuto nascosta anche ai nostri alleati americani”, armi segrete che a loro dire garantirebbero la vittoria istareliana. Verso la fine della seconda guerra mondiale c’era un tale di nome Adolfo e un altro tale di nome Benito che promettevano la vittoria parlandosi addosso proprio di armi segrete….

Insomma, il colpo risolutivo come quello che distrusse gli impianti nucleari iracheni a Osirak e l’altro che distrusse la centrale nucleare (per uso civile!) in costruzione in Siria NON è replicabile con l’Iran. Che ha imparato dalla Corea del Nord a costruire a grande profondità tutto ciò che non può correre il rischio di essere bombardato. Dato che ci siamo, varrebbe la pena osservare che non è proprio il massimo della civiltà costringere Paesi sovrani a ridursi come le talpe…. Ma tant’è, abbiamo fatto anche di peggio.

Passiamo ora alla questione dell’allarme lanciato con la scusa dell’uranio arricchito al 20%. Che non serva per fare bombe lo abbiamo già detto. Vediamo ora perché gli iraniani non potranno arrivare a produrre quello arricchito al 90-95% se non in tempi biblici. Per arricchire l’uranio, estraendo il rarissimo 235 dalla gran massa di 238, è necessario trasformare il minerale in gas esafluoruro d’uranio e farlo passare attraverso almeno 40.000 ultracentrifughe. Le quali schizzano via man mano un po’ alla volta dal gas il 238, più pesante del 235, e trattengono quest’ultimo per passarlo ognuna all’ultracentrifuga successiva. In modo che, non prima di 40 mila passaggi successivi, si arrivi ad ottenere piccoli quantitativi arricchiti al 90-95% di uranio 235.

L’Iran però di ultracentrifughe ne possiede al massimo tra le 5 e le 7 mila. Non ha le tecnologie necessarie per costruirle e non troverà mai nessuno che gliene venda altre 35 mila.  Ecco perché l’allarme lanciato per fare accettare all’opinione pubblica l’aggressione all’Iran è un allarme fasullo, basato su una grande frottola. Con buona pace dei giornali secondo i quali  con il minerale arricchito ad appena il 20% l’Iran passerebbe subito a produrre “varie superbombe atomiche”. Come se la Fisica nucleare fosse un’opinione….

Certo, le atomiche si possono produrre anche con il plutonio, ma anche in questo caso ci vuole una tecnologia molto particolare. Tanto particolare che nessuno, onde evitare il ridicolo, solleva questo tipo di allarme contro l’Iran.

Veniamo infine all’ipotesi estrema, e cioè che gli iraniani riescano a lanciare una o due atomiche su Israele. Ipotesi da fantascienza per due buoni motivi. Il primo è che il Segretario di Stato Usa, signora Hilary Clinton, ha già chiarito pubblicamente che il governo di Teheran non farebbe in tempo neppure a mettere il primo missile in posizione di lancio che “verrebbe ridotto all’epoca delle caverne”. Ridotto alla preistoria da una grandinata di missili a testate atomiche lanciati dalle navi Usa di stanza nel Golfo Persico e dintorni.

Il secondo motivo è che anche ammesso, ma non concesso, che gli iraniani facessero in tempo a lanciare ordigni nucleari su Israele, è sicuro che verrebbero comunque cancellati dalla faccia del pianeta dalla rappresaglia Usa e soprattutto israeliana: i missili con testate nucleari di Israele sono infatti già da tempo puntati su una serie di obiettivi iraniani.

Non ha quindi nessun senso parlare di atomiche iraniane lanciate su Israele, si tratta solo di propaganda su un tema che vede l’opinione pubblica tanto ipersensibile quanto del tutto ignorante, alla quale quindi si può dare da bere di tutto per suscitarne le reazioni nella direzione voluta. In Israele e nell’intero Occidente ha fatto presa quanto dichiarato da un intellettuale pur moderato come Benny Morris, studioso che ha smontato quasi tutte le versioni ufficiali, tutte edificanti, sulla nascita dello Stato israeliano mostrandone una ben diversa realtà storica. “Gli iraniani sono spinti da una logica superiore. E lanceranno i loro razzi. Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”.

Parole suggestive, che colpiscono nel profondo, ma che non hanno nessuna base reale. Evidentemente fondate sul razzismo, visto che   bollano gli oltre 70 milioni di iraniani come incivili desiderosi di genocidio altrui e proprio! Perché il grave allarme di Morris non ha nessuna base reale? Due motivi li abbiamo spiegati prima, ma ce ne sono almeno altri due.

Il primo degli altri due motivi è che in Israele c’è Gerusalemme, con la sua Spianata delle Moschee, e ci sono non pochi altri luoghi sacri anche per l’islam, come per esempio la mosche di Abramo a Hebron. Nessuno Stato islamico potrebbe mai arrivare a distruggerli, tanto meno uno Stato retto da una teocrazia come quella iraniana, che non a caso ha dato all’Iran il nome di Repubblica Islamica. Né più e né meno come il Vaticano non lancerebbe mai atomiche su Gerusalemme o Betlemme o Nazareth e Israele non le lancerebbe mai su quella che era Ur, oggi in Iraq, perché da quella città secondo la tradizione provenivano Abramo e la sua gente.

Il secondo degli altri due motivi è che dentro i confini dello Stato israeliano tra palestinesi, 2,1 milioni di esseri umani, e arabi israeliani, un altro milione e mezzo, vivono 3,6 milioni di islamici. Nessuno Stato islamico oserebbe massacrarli se non in una guerra direttamente  contro di loro. E insistere sulla volontà di martirio di TUTTI gli islamici è solo pura demagogia, razzismo della peggior specie. Né più e né meno come dire che tutti i cattolici aspirano al martirio per imitare Cristo o che gli ebrei della Germania nazista accettavano con entusiasmo le camere a gas.

Facciamo ora l’ipotesi che non ci auguriamo neppure da lontano, e cioè che gli iraniani impazziscano e riescano a fare arrivare a destinazione un paio di atomiche. Davvero “Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”, come sostiene non solo Morris? Anche qui, bisogna evitare di dire cose suggestive, patetiche, comprensibilmente dolorose, ma assurde. Come è noto, gli Usa hanno lanciato due atomiche sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki. Ma né per il Giappone né per le due città c’è stato il “tutto finito in pochi minuti”, eccetto la vita di oltre 150 mila persone, che è comunque un danno mostruoso, inaccettabile. Sia Hiroshima che Nagasaki sono ancora lì dove si trovavano, non sono state cancellate dalla faccia della Terra: pur distrutte, sono risorte. Ancor meno sarebbe quindi cancellabile l’intera Israele.

Per arrivare al “Tutto sarà finito in pochi minuti” ci vorrebbero bombe atomiche o bombe H da almeno 50 megatoni. I sovietici ne fecero esplodere per esperimento una addirittura da 100 megatoni. Ordigni mostruosi, ne basterebbe uno fatto esplodere a una certa altezza sull’Italia per renderne inabitabile a causa delle radiazione almeno un terzo per secoli e secoli. Ordigni quindi di nessuna utilità militare, utili solo come deterrenza estrema. Ma per produrre un ordigno nucleare da 50 o 100 megatoni ci vuole tanto di quell’uranio 235 o tanto di quel plutonio che l’Iran non se lo può neppure sognare. Con una bomba H l’uranio 235 o il plutonio servirebbero in quantità molto minore, perché le H usano le atomiche solo come detonatore per portare di colpo a una temperatura di vari milioni di gradi una massa di elio liquido provocandone così la fusione nucleare che scatena l’inferno. Ma anche le H sono per l’Iran pura fantasia, si tratta di ordigni che non possiede neppure la Cina.

Conclusione? Le conclusioni sono due. La prima è che l’attacco all’Iran NON ci sarà. A meno che Netanyahu punti a coinvolgere gli Usa costringendoli ad accorrere in soccorso di Israele per difenderla dall’inevitabile rappresaglia iraniana. E magari a sabotare la rielezione di Obama per punta all’elezione del candidato repubblicano che s’è già dichiarato pronto ad assaltare l’Iran con Israele. Ma un tale gioco obtorto collo potrebbe non piacere affatto al popolo americano, fallire e travolgere quindi Netanyahu. E’ vero che gli ebrei negli Usa sono oltre 6 milioni e mezzo, Bernardo Valli su Repubblica ha scritto che sono mezzo milione di più di quelli che vivono in Israele, ed è anche vero che sono molto potenti e influenti, ma a parte il fatto che NON è vero che sono tutti pro Israele senza se e senza ma, resta il fatto che il totale degli  statunitensi è oggi di 302 milioni, vale a dire molti ma molti di più dei 6-7 milioni di ebrei. E potrebbero anche non dico incazzarsi, ma svegliarsi accorgendosi finalmente che, come sostengono in molto da tempo, la politica Usa pro Israele sempre e comunque NON fa gli interessi statunitensi. L’eventuale decisione di Netanyahu di attaccare l’Iran per trascinare nel conflitto gli Usa equivarrebbe di fatto a un esproprio del potere decisionale della Casa Bianca, vale a dire a una dichiarazione di guerra di Israele contro gli Usa, né più e né meno. Sono certo che in Israele se ne rendano conto anche nel governo, dove infatti ci sono sei ministro pro attacco all’Iran e sei contrari. Contrari anche il presidente della Repubblica Simon Peres e quasi tutti i capi militari specie quelli dei servizi segreti. E le manovre di Netanyahu per piazzare suoi fedeli nei posti più nevralgici cominiano a somiglia secondo alcuni a un golpe. Ciò non vuol dire che Peres e gli latri contrari all’attacco all’Iran siano diventati di colpo tutti pacifisti, ma semplicemente che preferiscono attaccare l’Iran d’amore e d’accordo e assieme con gli Usa, cosa che non è fattibile prima del marzo 2013, ammesso che alla Casa Bianca a marzo impazziscano di colpo.

La seconda conclusione deriva dall’impossibilità di tenere a cuccia tutti i Paesi arabi o islamici del Medio Oriente e bombardarli ogni volta che pensano alle atomiche. Ed è ancor più impensabile pretendere che mentre Israele ha un poderoso arsenale atomico gli altri Stati debbano invece rinunciarci altrimenti vengono bombardati. In definitiva è legittimo che gli altri Stati limitrofi non gradiscano affatto un tale arsenale e se ne sentano minacciati, come – lo vedremo meglio tra poche righe – fa notare lo scienziato nucleare ed ex tenente colonnello israeliano Uzi Even. Certo, Israele è uno Stato civile, che mai userebbe le atomiche almeno non per primo. Ma ciò che è vero oggi non è affatto detto sia vero anche domani. La Germania del secolo scorso era forse lo Stato più civile e con la cultura più formidabile dell’intera Europa in vari campi. Eppure è poi arrivata al nazismo e ai suoi orrori.

La Storia dimostra che il futuro è imprevedibile e che in futuro può impazzire qualunque Stato, anche Israele.  La conclusione è quindi che l’unica soluzione è il disarmo atomico di TUTTO il Vicino e Medio Oriente, compresa Israele. Da fonti vicine a Netanyahu mi è stato detto due o tre anni fa che Obama ha posto con franchezza questo problema al governo israeliano, proponendo nel frattempo una soluzione simile a quella pakistana: “Per ora vi tenete le atomiche, però le mettete sotto custodia anche nostra”. Se questa richiesta è stata davvero fatta non si può escludere sia uno dei motivi del gelo di Netanyahu&C verso Obama.

La realtà è più prosaica. Oltre alla ferrea volontà occidentale di non perdere il potere di controllo del petrolio mediorientale, che alimenta il mondo, c’è l’altrettanto ferrea volontà di non permettere ai Paesi islamici non filo occidentali di sviluppare grandi capacità industriali. L’Iran ha bisogno delle centrali nucleari non per costruire atomiche di soppiatto, ma per produrre energia elettrica utilizzando meno petrolio in modo da poterne vendere di più e avere così più quattrini per finanziare il suo impetuoso sviluppo industriale e infrastrutturale (strade, ferrovie, metropolitane, porti, ecc.). Israele ha distrutto la centrale nucleare in costruzione in Siria non già per il solito campato per aria pericolo di essere bombardata con le atomiche, ma per impedire alla Siria di poter disporre di energia elettrica in quantità sufficiente per svilupparsi di più e meglio, dato che la Siria non ha petrolio e quindi deve anch’essa spendere somme enormi per acquistarlo all’estero. La destra israeliana non sopporta l’idea di Paesi arabi o islamici industrialmente potenti.

Visto che parliamo di atomiche e Iran, è bene ricordare che l’allora scià di Persia Reza Pahlavi ebbe dagli Usa il permesso di comprare il formidabile laboratorio di fisica nucleare del M.I.T., vale a dire del Massachusett Institute of Technology. Il motivo dell’acquisto lo spiegò con orgoglio lo stesso scià: “Intendiamo arrivare quanto prima alla produzione di bombe atomiche iraniane”. Intenzione che al governo Usa andava bene perché all’epoca l’Iran dello scià era un prezioso alleato confinante con l’Unione Sovietica e faceva comodo poterle eventualmente lanciare contro ordigni nucleari da così vicino. Lo shopping al M.I.T. per fortuna non andò in porto per la decisa ribellione di studenti e docenti universitari, tra i quali primeggiava Noam Chomsky, uno dei massimi intellettuali esistenti al mondo ed ebreo in forte polemica con Israele. Se invece l’affare fosse andato in porto, cacciato lo scià il regime teocratico iraniano le bombe atomiche se le sarebbe già trovate bell’e pronte in casa,  senza il bisogno delle prolungate acrobazie di cui viene accusato ormai da almeno 20 anni. E senza la moria di scienziati nucleari che è opinione diffusa siano stati man mano eliminati dai servizi segreti israeliani.

Il precedente iraniano dimostra che se anche in Israele ci fosse un cambio di regime, cosa che nessuno può onestamente escludere, il suo arsenale atomico non è detto resti in buone mani.

Duole dover rilevare che in Italia intellettuali come Vittorio Messori, cattolico a 24 carati, ha a suo tempo scritto che è inevitabile per Israele usare le atomiche, e usarle per primo, per difendersi dai nemici arabi. Una dichiarazione grave, che purtroppo nessuno ha censurato né contestato e neppure criticato.

Una via d’uscita da questo scenario infernale che si addensa anche sulle nostre teste l’ha suggerita lo scienziato nucleare israeliano Uzi Even: “Chiudere gli impianti nucleari di Dimona, che oltretutto sono tra i più vecchi del mondo, e che prima o poi dobbiamo demolire. Il mondo arabo, e certo anche l’Iran, è convinto che Israele ha un grande arsenale atomico”. Da notare che Even ha lavorato proprio a Dimona con il grado di tenente colonnello. E che ha anche aggiunto, con evidente cognizione di causa: “L’Iran nuclearizzato è qualcosa con cui possiamo convivere”. Una dimostrazione in più che Netanyahu e i suoi supporter mentono sapendo di mentire o hanno una visione distorta del mondo.

Duole dover informare che il libretto “L’Iran e la Bomba”, edito dal giornale Il Sole 24 Ore e  scritto da Giorgio Frankel, accredita a Israele un arsenale atomico assolutamente spropositato per la sola deterrenza e sospetta la produzione anche di bombe H e perfino di bombe N. Quest’ultime sono bombe atomiche a esplosione debole che generano però una tempesta di neutroni capace di ammazzare ogni essere vivente, ma di lasciare in piedi tutti i manufatti, palazzi, industrie, ponti, dighe, ecc. Sia le H che le N sono creature di Edward Teller, un ebreo statunitense. Che come tale potrebbe in linea teorica avere fatto arrivare a suo tempo a Tel Aviv informazioni utili a realizzare anche quegli ordigni. Così come i coniugi Rosenberg, ebrei anche loro ma comunisti, furono condannati alla camera a gas per avere fatto arrivare all’Unione Sovietica le informazioni per produrre bombe atomiche “semplici”, quelle cioè a fissione sperimentate “in corpore vili” sul Giappone. Frankel è un ebreo torinese di origine rumena, niente affatto sospettabile di essere una testa calda islamica o filo islamico. E Il Sole 24 Ore non è certo un organo votato alla sharia.

Teller era di origine ungherese, fuggì negli Usa per evitare le persecuzioni naziste, nel 1991 venne insignito del Premio Nobel per la Pace e il 23 luglio 2003 il presidente George W. Bush lo insignì della Medaglia Presidenziale della Libertà.  Era infatti allora opinione comune che l’esistenza di ordigni così infernali come le H e le N avrebbero messo le guerre al bando della Storia del genere umano. Speriamo sia vero….

236 commenti
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  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “(…) perché quando Ovadia parla di “distruggere l’Iran”, cioè un Paese di 70 milioni di persone, facciamo un sorriso e non lanciamo allarmi, mentre quando, barando sulla traduzione, le stesse cazzate le dice Ahmadinejad nei confronti di Israele, che di abitanti ne ha un decimo dell’Iran, suoniamo le sirene d’allarme e ci strappiamo vesti e capelli invocando la guerra all’Iran?(…)
    ——————————————————————————
    Semplice, Pino, si tratta di ipocrisia perniciosa.
    Ecco il perchè.
    Adesso aspettati lo starnazzo del Lazzaro il quale, in quanto a ipocrisia, non lo batte nessuno.

    C.G.

  2. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma le atomiche si fanno con l’uranio arricchito almeno al 90-95% di uranio 235, mentre con quello al 20% si possono fare solo attrezzature mediche o per altre applicazioni industriali, ma certo non ordigni esplosivi. Arrivare al 90-95% di arricchimento è per gli iraniani semplicemente impossibile.


    Caro Nicotri ,
    perche’ per gli Iraniani e’ “impossibile “arrivare ad un arricchimento dell’ uranio del 90=95%?
    Se e’ impossibile….quale motivo ha Israele di preoccuparsi?
    Puo’ Israele attaccando l’ Iran (cosa che io non credo come lei sa’)
    prendere in giro l’ intero mondo compresi gli Americani…che dovrebbero sapere ….come lei sostiene…che e’ impossibile per l’ Iran la costruzione di una bomba atomica?
    E se non e’ la costruzione di una bomba atomica….quale sarebbe per lei il recondito motivo per cui gli Israeliani dichiarerebbero guerra all’ Iran?
    Un saluto
    Rodolfo

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio caro e buon Rodolfo,
    a volte lei è di una “ingenuità” stupefacente.
    Israele ha sempre fatto e sempre farà di tutto per impedire il sorgere di una potenza regionale autonoma e poco ricattabile.
    Hanno fatto la stessa cosa con l’Iraq con la scusa delle famose armi, che esistevano solo nelle balle del MEMRI e della CompagniadellaZia.
    Un Iran in grado di avere energia civile sufficiente sarebbe un pericolo per le sue canaglie. E’ la stessa ragione per la quale state rendendo i Territori Occupati un deserto inabitabile.
    Si chiama genocidio, ma non se lo fanno gli ebrei. Uroburo

  4. Shalom: l'Occidente avverte: chi va ora in Israele lo fa a proprio rischio e pericolo
    Shalom: l'Occidente avverte: chi va ora in Israele lo fa a proprio rischio e pericolo says:

    http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/visit-israel-at-your-own-risk-warn-many-western-countries-1.461842#.UEDUW6kqZOM.facebook

    Chi visita ora Israele lo fa a proprio rischio e pericolo. I paesi che hanno pubblicato l’avvertimento in forme diverse rivolto ai potenziali e improvvidi turisti loro cittadini son gli USA, la Gran Bretagna, la Francia, la Cina, il Giappone, l’Austria, l’Irlanda, il Canada, il Messico e l’Australia.

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    E’ morto il cardinal Martini, un grande intellettuale cattolico coerente con le proprie idee fino alla fine e fino alla fine aperto al dialogo con le visioni diverse dalle sue su basi paritarie. Uno dei pochissimi nella gerarchia cattolica. U.

  6. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Tutti, anche gli agnostici e gli atei sono più poveri stasera.
    Non era solo coerente e contemporaneamente aperto al dialogo.
    Era una persona che vedeva in alto e lontano.
    OLtre le nostre miserie.
    Che il Padre lo accolga .

    Sylvi

  7. sylvi
    sylvi says:

    Ps x Uroburo

    Non era parte della gerarchia, il Cardinal Martini.
    Era se stesso e la Gerarchia lo temeva…secondo SMC era meglio tenerselo in grembo che averlo contro.
    I Gerarchi di Roma…o magna sto osso o salta sto fosso!

    Ma era amato e rispettato da tutto” il resto” della Chiesa ,che è più numeroso di quanto si creda!

    Sylvi

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    L’autore di questo articolo pubblicato su Haaretz è un liberale israeliano.

    http://www.haaretz.com/blogs/a-special-place-in-hell/mr-netanyahu-before-you-bomb-iran-say-goodbye-to-everyone-you-know.premium-1.457849

    Netanyahu, prima di bombardare l’Iran, dì addio a tutti quelli che conosci

    Quando la guerra sarà in corso, non importa perché tu abbia insistito nell’arrivare a questo, se si trattava di un bluff che è diventato una guerra, o del tragico desiderio di ottenere un posto nella storia.

    di Bradley Burston

    Al centro commerciale locale, quando ho preso un numero per ricevere il kit di protezione individuale contro le armi di distruzione di massa, dalle dimensioni di una scatola da scarpe, mi sono ritrovato a pensare agli addii.

    Il primo ministro Benjamin Netanyahu presiede la riunione settimanale del gabinetto il 12 agosto 2012. Con un attacco retorico, Netanyahu afferma che la minaccia da parte dell’Iran fa sembrare insignificanti tutte le altre.

    Mi sono ritrovato a pensare alla guerra con l’Iran, la guerra che, se inizierà presto, sarà la guerra di Netanyahu. Mi sono trovato a rapportarmi in modo diverso con tutti quelli che incontravo, con tutti quelli che conosco, con tutti quelli che amo. Il modo in cui lo faresti, se stessi dicendo addio.

    Il modo in cui faresti se il loro intero futuro, e il tuo, fossero nelle mani di un solo uomo. E nella sua decisione.

    Il giorno in cui aspettavo per l’atropina contro il gas nervino e per le maschere contro la guerra chimica e biologica per la mia famiglia, il primo ministro ha chiesto uno spazio all’interno delle trasmissione dei più importanti canali televisivi di Israele per dichiarare la sua posizione contro l’Iran, e per sottolineare che non ha ancora deciso sull’opportunità o meno di bombare.

    Prima di decretarlo, dovrebbe trascorrere alcuni momenti con le persone che sono qui con i numeri in mano. Dovrebbe vedere cosa c’è nei loro occhi. Dovrebbe ascoltare la gravità della loro disperazione. Dovrebbe guardare direttamente i bambini e gli anziani e le donne al loro ottavo mese, e la gente della sua età, già in lutto e devastata dalle guerre subite dai genitori, dai fratelli e dai figli dei migliori amici, e, negli ultimi anni, anche dai nipoti.

    Questa è una delle cose che molte persone gli stanno dicendo:

    Netanyahu, prima di bombardare l’Iran, dì addio a tutti quelli che conosci. Dì addio a tutti quelli che ami. Lo sai che non sarai in grado di proteggere tutti dalle ritorsioni che sicuramente ci saranno. Tutti quelli che conosci costituiscono un obiettivo. Ognuno di coloro che ami è a rischio.

    Alcuni dei razzi con elevate testate esplosive passeranno attraverso lo scudo antimissile. E anche se tu e alcuni dei tuoi cari sono nascosti nel rifugio più sofisticato, non uno di voi è immune. Quando sarà finita, quando tornerete in superficie, questo sarà un paese diverso, e qualcuno a cui tieni potrebbe essere stato ucciso dalla testata di un razzo, o schiacciato sotto il peso di un edificio.

    Il migliore amico di tuo figlio, tutta la famiglia di tua moglie, le famiglie della tua cuoca, del tuo autista, della tua guardia del corpo. I ragazzi con cui sei cresciuto. I loro figli, e i loro. Dì addio a loro, a ognuno di loro. Ora, prima di dare l’ordine. Prima che sia troppo tardi.

    Nel momento in cui darai l’ordine, non ci sarà niente che potrai dire loro. A noi. Non ascolteremo, non dovremo.

    Non importeranno, allora, tutti questi argomenti che abbiamo sul perché ti ostini a perseguire la guerra. Se si trattava di un bluff che è diventato una guerra, o del tragico desiderio di ottenere un posto nella storia. Allora non avremo il tempo per parlare di come le elezioni per il presidente americano abbiano inciso sulla tua decisione, o come tu sia stato influenzato, o meno, dalle opinioni delle spie, dei generali e dei diplomatici.

    Quando tutto sarà precipitato, non saremo in grado di trovare la forza o il tempo per disprezzarti per quello che hai fatto a tutti noi. Saremo troppo occupati con il dolore della perdita e le macerie.

    Al centro commerciale, non danno numeri per avere la possibilità di dirti quello che pensiamo. Le persone con cui sono in piedi pensano che tu abbia sbagliato tutto. La maggior parte delle persone in tutto il paese si sentono allo stesso modo. Ascolta ora. Tu ha il potere di essere il loro giudice, giuria e boia. Il minimo che puoi fare è guardarli negli occhi e chiedere se hanno qualche ultima parola.

    (tradotto da barbara gagliardi)

  9. Asgabot
    Asgabot says:

    Purtroppo nell’attuale dirigenza politica israeliana manca la razionalità e il buon senso. Prevale in essa un messianismo apocalittico di stampo religioso che la porta ad auspicare una nuova Armageddon dove l’Amalek di turno, l’Iran, venga definitcvamente distrutto. La psicopatologia che diventa politica con il plauso degli scalmanati di Informazione Corretta (a quando k’applicazione della Legge Mancino contro i seminatori di odio religioso e razziale???) e dei tanti syanim sparsi nelle redazioni dei ns. giornali (Meocci, un nome per tutti). Speriamo solo che al miliardario esaltato candidato alla presidenza Usa, detto amche Romney, non riesca il colpaccio, altrimenti sarebbero dolori per tutti. Non che l’attuale abbronzato inquilino della Casa Bianca sia tanto meglio ma l’odio che gli riservano i fondamentalisti sionisti anche di casa nostra lascia almeno qualche barlume di speranza. Un cordiale saluto.

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Il giochino di porre in continuazione domande inutili, inutili perché le risposte già ci sono in quanto ho scritto, e di non rispondere alle domande se non in minima parte, non le riuscirà più. Non con me.
    Un saluto.
    pino nicotri

  11. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Il popolo è sovrano. Ma se immagino una coalizione fra Silvio Berlusconi e Beppe Grillo non vedo un buon segnale per il futuro dell’Europa. Forse per la televisione…

    Martin Schulz

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Mi piacerebbe sapere se in Useggetta l’Election day è giorno di vacanza, con scuole, fabbriche ed uffici chiusi, in modo da permettere a tutti di esercitare il diritto di voto.
    Dalla sentenza della corte federale sulla legge elettorale dell’Ohio sembrerebbe di no. U.

  13. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    ho letto il tuo articolo.
    L’esame mi sembra realistico: un raid aereo è difficile da condurre a termine.
    Alcune note a margine.
    Non mi vedo gli Useggetta opporsi militarmente ad un raid attraverso l’Iraq e gli israeliani se ne infischiano dei veti o dei mancati permessi; le conseguenze sarebbero soprattutto diplomatiche. Ad esempio con una ripresa dei disordini in Iraq e con un aggravamento della guerra in Afghanistan. E soprattutto con una maggiore unità nel fronte arabo con esiti diplomatici imprevedibili. Per altro un attacco prima delle elezioni useggetta secondo me darebbe la maggioranza ad Obama. Dubito che gli useggetta amino ancora guerre nel teatro mediorientale.
    Penso anch’io che gli iraniani abbiano costruito i loro impianti in caverna: le montagne non mancano certo. Questo rende più difficile un colpo distruttore. Anche perchè la permanenza degli aerei nel cielo iraniano non potrà durare più di qualche minuto. Uno sbarco di incursori è difficile data la lontananza e la mancanza di basi di appoggio.
    L’armamento atomico israeliano è fatto soprattutto di bombe N, parrebbe.
    A me pare che l’Iran non sarebbe in gradi di esercitare alcuna rappresaglia, anche perchè il sistema antimissile israeliano è piuttosto buono.
    Rimane un mistero per noi, ovviamente non per loro, l’atteggiamento di Russia e Cina. Cheffaranno?
    Un saluto U.
    PS. Faustus sta bene, compatibilmente con i suoi problemi polmonari ormai cronicizzati. Non potrà venire da CC perchè la sua mamma necessita dell’assistenza continua di due persone.

  14. peter
    peter says:

    x Uroburo

    la prego di inviare i miei saluti e buoni auspici a Faust.
    Mi spiace sentire che e’ legato al punto di non poter andare a pranzo con gli amici. Ci dovrebbe essere un’assistenza sociale tale da almeno consentire un po’ di rinfresco o riposo a persone che assistono i parenti in maniera continua, ma si sa purtroppo che in Italia…

    un saluto

    Peter

    ps
    cosa e’ questo meeting del Canavese? non ne ho idea

  15. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    la situazione italica essendo quella che è, i servizi di assistenza domiciliare sono ultra-sovraccarichi e quindi la gente si arrangia con le badanti. Però in compenso faremo il famoso ponte sullo Stretto!… Ad ognuno il suo.
    Faust e sua sorella seguono una madre vecchia e molto ammalata e questo risulta impossibile per una sola persona. Mi diceva che quando sua sorelle deve assentarsi sono costretti a prendere una persona per quel periodo, anche se breve.
    Faust ha i problemi di chi è stato un fortissimo fumatore: nel complesso non va male ma sempre in un contesto di affezione cronicizzata.
    CC ha deciso di invitarci nella sua casa risistemata nel Canavese. Le date non sono ancora state decise ma credo che a nessuno dispiacerebbe la sua presenza se le fosse possibile. Il Canavese è qualche decina di chilometri a nord di Torino.
    Ci faccia sapere e questo vale per tutti.
    Un saluto U.

  16. Shalom: x Asgabot
    Shalom: x Asgabot says:

    Lei ha scritto: “Purtroppo nell’attuale dirigenza politica israeliana manca la razionalità e il buon senso”.
    Ma la razionalità e il buon senso non l’hanno mai avuto. Altrimenti non saremme a questo pessimo punto.
    Shalom

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    se la data è verso la fine di settembre, inizi di ottobre, metto in moto la Lambretta e vengo.

    Wromm, wromm! dice Pino.

    C.G.

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G. e Uroburo

    Seconda metà di ottobre, pour moi. Ai primi torno in Uzbekistan e rientro prima del 15. Appena so la data esatta ve la comunico.
    Saluti lambrettosi.
    pino

  19. Uroburo
    Uroburo says:

    Io non conosco male la storia, soprattutto la storia del Novecento.
    Dire che il povero Adolf, tanto per fare un esempio, mancava di razionalità e di buon senso è un errore.
    La mostruosità della politica nazi era ferpettamente inscritta nella cultura del tempo (nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando si sono formati i responsabili politici del periodo tra le due guerre mondiali).
    Il razzismo, tanto per fare un esempio, era sostenuto da molti scienziati ed intellettuali dell’epoca. Ovviamente non tanto come diritto a sterminare le “razze inferiori” ma a dirigerle; ovviamente per il loro bene. L’antiebraismo era la norma nell’Europa di quell’epoca.
    Una concezione geografica e meccanica della potenza statale (potenza uguale a superficie più abitanti) era comune, l’unico che vide le cose in modo più moderno fu Roosevelt che vide ferpettamente, anche perchè veniva proprio da quel mondo, che il potere era primariamente nella finanza.
    La politica israeliana è di matrice sionista ed ha una sua logica perfettamente razionale. Solo che questa razionalità vale solo per loro. Sono pochi ma ricchissimi e tecnicamente avanzatissimi. Rimarranno i padroni ancora per molto tempo ma non per sempre. U.

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    La seconda metà di ottobre per me va benissimo.
    Faccio scorta di cioccolata.

    P.S.: lo sapevate che la cioccolata è un afrodisiaco?
    O meglio: il cacao in essa contenuto.
    “Cacao meravigliao”, scientificamente acclarato.
    Gli svizzerotti (Marthaaaaaaaaaaaaaaaa, dove sei?) la sanno lunga, non solo in quattrini…

    C.G.

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    È anche un popolo molto intelligente, peculiarità data da quello “Schmelztiegel” o “melting pot” (fucina) di tanta elite europea e non che si sono aggregate attraverso la loro religione.
    Diciamolo.
    C.G.

  22. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Gino,
    quella della superiore intelligenza è una delle loro tesi abituali. Io però faccio fatica a pensare che l’intelligenza sia una realtà su base genetica almeno a livello di popolo.
    Mi sembra che le cause esogene (ambiente, salute, alimentazione, tempo libero, stimolazioni adeguate) siano le preminenti.
    E’ chiaro che un commerciante è più intelligente di un contadino, soprattutto se servo della gleba ma quello non è un dato genetico. Faccio un po’ fatica a credere nella superiore intelligenza degli ebrei rispetto alle classi dirigenti di altri paesi o popoli. Compreso i cosiddetti popoli primitivi: l’aristocrazia “indigena” non era meno intelligente di quella bianca, era solo meno informata e soprattutto non conosceva i cannoni.. I capi romani non erano più intelligenti dei capi barbari o dei capi iraniani, ad esempio. Ed i capi ebrei, almeno degli zeloti, erano sicuramente meno intelligenti dei romani; e di quasi tutti gli altri popoli ai romani soggetti che non si sono fatti distruggere.
    Secondo me facendo confronti omogenei – per cultura, professione, status sociale ecc. – il livello d’intelligenza è analogo in tutti i popoli.
    Ci vuole più intelligenza a combinare un affare a Wall Street oppure ad inseguire le peste di un animale nella foresta? E sul piano militare (quasi unico termine di confronto evidente) i capi dei popoli primitivi spesso si sono dimostrati intelligenti quanto e più dei nostri strateghi (vedi il generale Custer). Tecnologia a parte, che non dipende dall’intelligenza.
    Sai Gino, ci sono tante leggende ma sono appunto tali. La classe dirigente indiana era infinitamente più colta ed evoluta di quella inglese ma gli inglesi avevano un esercito moderno … Lo stesso per la Cina, ma la Cina era troppo grande per poter esser conquistata. I giapponesi però non l’hanno capito …
    L’intelligenza è un fattore complesso ma non credo che abbia una base genetica, se non in situazioni eccezionali (ad esempio la presenza di malattie).
    Un saluto U.

  23. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI
    Ma allora non sarebbe meglio fare per i morti?
    Avverto CC. Un saluto U.
    PS. E per i morti la sciura Silvy rimane ancora occupata?

  24. Uroburo
    Uroburo says:

    Haw haw haw …..
    Ma come siete cattivi! E
    tutto per un momento di debolezza.
    Un saluto U.
    PS. Ma che ci fai in Uzbekistan? A parte che Samarcanda e Bukara sono da visitare.

  25. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    Non ho parlato di superiore intelligenza, ma di intelligenza in senso lato, variegata.
    Va da se che nessun popolo può ritenersi più intelligente di un altro, non l’ho mai pensato. Sul resto sono daccordo con te.
    Àh, se si usasse l’intelligenza e l’ingegno per mettere gli uomini alla pari e non contro, stò kazzo di mondo sarebbe ben diverso.
    L’ingiustizia è la madre di tutti i peccati umani, tutto comincia da lì.

    C.G.

  26. peter
    peter says:

    x Uroburo

    grazie delle informazioni e dell’invito indiretto.
    Forse per me la seconda meta’ di ottobre sarebbe possibile, ma l’ho detto altre volte e poi non se ne e’ fatto niente per questo o quel motivo. Non sono del tutto sicuro che a nessuno dispiacerebbe la mia presenza, comunque…Io per primo forse mi sentirei come ‘ nu ciucciu ‘menzu alli soni’, espressione del dialettaccio delle mie origini, di cui non ho mai capito l’intimo significato, ma credo renda l’idea.
    Riguardo all’intelligenza, il problema e’ come definirla. Da un punto di vista ‘etologico’, e’ o era considerata come una forma di capacita’ di adattamento ambientale, quindi anche di sopravvivenza. Pertanto, non puo’ non avere una base genetica, se non altro come potenziale. Cosi’ come vi sono specie piu’ intelligenti di altre, per motivi genetici, vi sono persone piu’ intelligenti di altre sulla stessa base.
    Il discorso non vale a livello di popoli per il semplice motivo che le popolazioni umane NON sono affatto geneticamente omogenee, o lo sono molto meno di quanto i piu’ non credano.
    E’ vero che molti altri fattori incidono, come l’educazione e sostegno familiare dall’infanzia, la dieta, e via dicendo.
    Gli ebrei non sono un popolo omogeneo piu’ di quanto non lo siano i cristiani o i buddisti.
    Poi e’ anche vero che vi sono tipi molto diversi di intelligenza…
    Vi sono ottimi scacchisti che pero’ non sono molto intelligenti in altri compiti o situazioni. Grandi scrittori o artisti ma pessimi matematici, e via dicendo.
    Un aneddoto dice che Einstein non sapeva risolvere i compiti di matematica della nipotina di 9 o 10 anni…forse perche’ non riusciva a capire i termini dei problemi in primis

    un saluto

    Peter

  27. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Adesso che si è invaghito chi glielo fa fare a tirare le cuoia per poi resuscitare?
    Deve costare un bel pò di fatica: inchioda, schioda, rinchioda, rischioda.
    màh, meglio godersi la vita per quel che da.

    C.G.

  28. peter
    peter says:

    x Uroburo

    le societa’ indiane erano evolute ma cristallizzate in assurde e medievali distinzioni di caste che nessuno, nemmeno gli inglesi, riusciva a scalfire. Le quali avevano senz’altro un valore antieconomico, ed antievolutivo, a livello di popolazione

    Peter

  29. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    “Mi piacerebbe sapere se in Useggetta l’Election day è giorno di vacanza, con scuole, fabbriche ed uffici chiusi, in modo da permettere a tutti di esercitare il diritto di voto.
    Dalla sentenza della corte federale sulla legge elettorale dell’Ohio sembrerebbe di no. U.”

    —-

    Credo che lei si riferisca alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America….

    No, non e’ giorno di vacanza.

    Election Day in alcuni stati e’ una festa civile/comunale, tra cui Delaware, Hawaii, Kentucky, Montana, New Jersey, New York, Ohio e West Virginia.
    Alcuni altri Stati richiedono che i lavoratori siano autorizzati ad assentarsi dal lavoro senza perdita della retribuzione.

    California Codice Elezioni stabilisce che i dipendenti che altrimenti non potrebbero votare si permettano due ore fuori con pay, all’inizio o alla fine di un turno.

    Poi varia di Stato in Stato, in diversi precinti le elezioni avvengono nella palestra delle scuole.

    Anita

  30. Anita
    Anita says:

    x Asgabot #10

    “Speriamo solo che al miliardario esaltato candidato alla presidenza Usa, detto amche Romney, non riesca il colpaccio, altrimenti sarebbero dolori per tutti.”

    Correggo solo una cosa:
    Il candidato Mitt Romney non e’ un miliardario, si ritiene che la sua fortuna sia di 190 – 200 milioni di dollari…NON miliardi
    Dollari guadagnati, non rubati o ereditati.

    Diede in l’eredita’ paterna a carita’…ed alla sua chiesa di appartenenza.

    No comments sul resto del suo post.

    Anita

  31. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    A casa mia c’e’ sempre una buona scorta di cioccolato svizzero…per la delizia dei miei ospiti.

    Anita

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Io ho conosciuto molti commercianti che sono falliti data la loro ignoranza (credevano di essere intelligenti)e tanti contadini che hanno avuto e che hanno saputo tramite la loro intelligenza creare ricchezza e lavoro…(credevano di essere ignoranti)
    La storia degli Italiani all’ estero ne e’ una prova…
    proprio poco fa… ho letto dei primi Italiani a Rhode Island…arrivavano come contadini ignoranti ed in poco tempo ti tiravano su un’ azienda.
    L’ intelligenza ….la furbizia e la logica la voglia di fare sono innate in noi….ed ha poco a che fare con religioni …etnie ecc.
    Hai voglia di dire che chi ha fatto fortuna e’ nato con la camicia….chi ha fatto fortuna e si e’ creata una posizione e’ perche’ tutto quello che ha fatto e’ stato giusto….la stessa intelligenza o ignoranza e’ relativa….
    io per esempio sono un ignorante e nella mia vita ho sbagliato tutto…
    e questo lo ritengo il colmo….un fallito insomma ..
    forse perche’ ho pensato sempre come ha scritto gc..
    “meglio godersi la vita”…. e’ dunque cosi che a forza di godersi la vita …non ho combinato mai un cacchio….troppo inquieto e volubile il mio carattere… ma a differenza di chi ha sudato una intera vita per crearsi una posizione ed alla fine lasciare che gli eredi si scialacquino tutto o si godano appunto la vita….preferisco il modo di come ho vissuto io …tanto sempre li dobbiamo finire….
    l’ ideale sarebbe fare fortuna e fare qualcosa facendo qualcosa che piace….forse questo e’ il caso di Pino…che magari non si e’ creato una grande fortuna ma ha creato qualcosa…
    d’ altro canto non so come sarebbe il mondo oggi se tutti fin dal principio avessero pensato a godersi la vita.
    Che jella…..se penso a quello stronzo di Adamo ed a quella ingenua di Eva ….hanno davvero rovinato tutto.
    Io purroppo non ho trovato mai qualcosa che mi abbia veramente entusiasmato…solo ora che e’ arrivato il “riposo del guerriero” ho incontrato la donna che avevo sempre sognato….se l’ avessi incontrata quand’ ero giovine….probabilmente avrei combinato qualcosa di buono.
    Ed a proposito vi diro’ che Anita e’ una gran donna ….e’ bella… dinamica…..forte e instancabile…il nostro tempo e’ un bel tempo…ridiamo molto e ci divertiamo…passeremo credo gli ultimi anni della nostra vita insieme…per questo rinnovo il mio ringraziamento a Pino…che ha creato questo blog…dandomi la possibilita’ insieme al “caso” di aver potuto conoscere e incontrare una donna fuori dal comune che ha arricchito enormemente la mia vita.
    Un saluto a tutti
    Rodolfo

  33. Asgabot
    Asgabot says:

    Per Anita. C’è ancora anche da parte mia la vecchia (deprecabile) abitudine di tradurre euro o dollari in vecchie, amate lire. Il che significa che il patrimonio del mormone aspirante alla Casa Bianca ammonta a circa 300/350 miliardi di vecchie lire. Non una bazzeccola. Oltrettutto i grandi magnati ebrei, Adelson in testa (il padrone dei casinò di Las Vegas), stanno dirottando alla grande i loro contributi milionari su Romney e questo potrebbe consentire il sorpasso a novembre. Il motivo è semplice : Romney ha già dichiarato che in caso di sua elezione, porterà gli Usa a fianco di Israele nella sua aggressione all’Iran. Insomma il golem americano è quasi pronto….

  34. Anita
    Anita says:

    x Asgabot

    “Il motivo è semplice : Romney ha già dichiarato che in caso di sua elezione, porterà gli Usa a fianco di Israele nella sua aggressione all’Iran. Insomma il golem americano è quasi pronto….”

    —–

    Lei e’ privilegiato di avere informazioni che noi no abbiamo….

    Anita

  35. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Asgabot non ha nessuna informazione privilegiata. Le dichiarazioni di Romney pro Israele contro l’Itan sono pubbliche. Per esempio, su Repubblica del 23 agosto può leggere a firma di Bernardo Valli quanto segue:
    “Romney si è dichiarato favorevole a un’ operazione contro l’ Iran in tempi ravvicinati. Si è platealmente affiancato ai falchi israeliani. Oltre ad apprezzarlo politicamente, Netanyahu conosce il leader repubblicano da tempo. Lavoravano insieme al Boston consulting group, dove erano impiegati, appena usciti dall’ università. Sottolineando con insistenza la necessità di arrestare al più presto il programma nucleare iraniano, Netanyahu mette in risalto l’ indecisione di Obama e la fermezza di Mitt Romney”.

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Le consiglio di leggere anche questo articolo:

    http://www.cronacheinternazionali.com/index.php?option=com_content&view=article&id=261:la-politica-estera-di-romney-tra-una-gaffe-e-l-altra-rischia-di-compromettere-la-campagna-repubblicana&catid=12&Itemid=154

    Le riporto qui due passi, dai quali si vede bene che Mitney è solo uno sporco fanatico che strumentalizza la religione. E che si fa comprare da uno straricco come Sheldon Adelson, signore della gigantesca bisca di Las Vegas, regno della mafia, e di quella di Macao, regno dei traffici più turpi. Con politici come Mitney gli Usa possono solo accelerare il proprio declino.
    Un saluto.
    pino

    Romney, adottando questa linea, punta a conquistare due fette cruciali dell’elettorato americano per la corsa alla Casa Bianca: gli ebrei e gli evangelici. I primi possono diventare decisivi per la conquista di stati in bilico come Florida ed Ohio, mentre i secondi sono strettamente connessi e sensibili alla questione ebraica per motivi religiosi (in Israele sorgono luoghi sacri per questa confessione). Inoltre, nel discorso in cui l’ex governatore del Massachusetts definisce gli USA ed Israele come “forze del bene” a molti è tornata subito alla mente l’uscita dell’ex presidente George W.Bush che dipinse Corea del Nord, Iraq ed Iran come regimi canaglia facenti parte dell’axis of evil, nemici numero uno di Washington.

    Le parole di Romney hanno, comunque, conquistato il premier Netanyahu, soprattutto per l’appoggio che potrà assicurare ad Israele contro Teheran se sarà eletto. Il fatto stesso di aver presentato al premier del Likud nuove tipologie di bombe anti-bunker fa pensare che l’aiuto degli eventuali USA repubblicani si configurerebbe come anche militare. La tappa a Gerusalemme è stata fortemente voluta dal magnate dei casinò americani Sheldon Adelson (di origini ebraiche), il quale ha donato 100 milioni di dollari alla campagna di Romney per sconfiggere Obama. L’elettorato americano di fede ebraica, infatti, non è soddisfatto dell’operato del presidente e la potente lobby che costituiscono negli USA può rivelarsi cruciale per le sorti delle elezioni. La campagna repubblicana d’oltreoceano mina la possibile immagine futura degli USA dato che le parole di Romney in Israele hanno messo a rischio il ruolo di mediatore di Washington nella questione israelo-palestinese.

  37. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Asgabot

    Ha dimenticato di aggiungere che Sheldon Adelson è padrone anche di pezzi significativi di Macao, da tempo immemore cloaca di tutti gli stravizi e traffici criminali. Poi c’è il suo casinò di Singapore, il Marina Bay Sands, inaugurato nel 2010 e costato l’incredibile cifra di 5,4 miliardi di dollari, che Adelson si è ben guardato dal confermare o smentire.
    Grida vendetta al Cielo che per gente simile si pianifichi il massacro di iraniani e palestinesi, esseri umani eguali a noi, agli ebrei e a chiunque altro. E la dice lunga sulla decadenza Usa il fatto orribile che ci siano candidati alla presidenza degli Stati Uniti, la maggiore potenza economica e militare del pianeta, che vendono il culo e gli interessi non solo del popolo Usa a imperatori planetari delle mega bische legalizzate.
    Questa non è più politica: è feccia e crimine en plen aire. Vale a dire, business as usual.
    Un saluto.
    pino nicotri

  38. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Dunque nel caso dovesse vincere Mitt Romney…il merito andrebbe alla lobby Ebraica….peccato che il 77 degli Ebrei in America vota per Obama.
    Rodolfo

  39. Shalom
    Shalom says:

    Il morto resuscita solo per sparare le solite minchiate. Questa volta confonde bella gente come il Re Mondiale dei Casinò, cioè del vizio del gioco d’azzardo, con l’intera lobby ebraica Usa e Getta. Un modo subdolo, ovvero disonesto, di tentare di diffamare Nicotri, che ha sempre cura di distinguere tra ebrei, sionisti, sionisti cristiani, sionisti antisemiti perché arabofobi, sionisti anche anti islamici, ecc.
    Peggio di così….
    Shalom

  40. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    pero’ come sempre si giudicano solo i finanziatori dei PACs repubblicani, e mai i finanziatori dei PACs democratici.

    George Soros si nasconde sotto almeno 10 organizzazioni per sostenere candidati democratici e da decenni.

    In riguardo a Sheldon Adelson, basta dare una breve guardata a wikipedia e si sa tutta la sua carriera, inoltre non si nasconde dietro organizzazioni di destra, lo fa apertamente dicendo che finche’ e legale continuera’ a farlo.

    Per conto mio preferirei che ci fosse una quota fissa per ogni elezione, sia per un partito che per l’altro.

    Cordiali saluti,
    Anita

    ——
    PS:
    Nel 2008 il 77% il voto ebraico ando’ a Barack H. Obama.
    Nel 2004 il 74% ando’ a John Kerry.
    Nel 2000 il 79% ando’ a Al gore.

  41. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma caro il mio Shalom…io non voglio per niente diffamare…non e’ nel mio carattere….solo ragionare …capire….e non capisco davvero che cacchio di miserabile lobby Ebraica e’ …. se riesce a far votare per l’ avversario di Obama solo il 27% degli Ebrei Americani. Tutto li.
    Un saluto
    Rodolfo

  42. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Adelson da ragazzo ….distribuiva e vendeva giornali….
    questo mi basta…che cerchi di aiutare Israele e’ un suo diritto…
    ma non e’ un fanatico.
    E’ un diritto anche per Soros ….che finanzia Obama..anche lui un Americano Ebreo.
    R

  43. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xShalom
    Ma e’ Nicotri che ha parlato di lobby…..io ho solo risposto e messo in evidenza i miei dubbi.Stop
    R

  44. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    I cristiani non temono il dialogo, cercano la collaborazione di persone di diversa fede e pensiero, di chi è insodisfatto e pone domande.
    Con loro portano nel mondo luce e gioia di vivere.

    Carlo Maria Martini

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