BIGLIETTO VERDE E PERICOLI PER LA VOLATILITA’ MONETARIA INTERNAZIONALE

Ruolo del dollaro e volatilità monetaria internazionale

Paolo Raimondi* Mario Lettieri** 

Il 2015 potrebbe segnare l’inizio di profondi rivolgimenti monetari con effetti economici planetari. I segnali in tale direzione non sono stati pochi. Soprattutto nelle economie emergenti, dove flussi repentini di capitali in entrata ed poi in uscita, si sono verificate pesanti svalutazioni. E’ stato l’effetto della grande liquidità creata dalla Federal Reserve negli Stati Uniti. Adesso nel ciclone potrebbero entrarci direttamente il dollaro e l’euro.

Anche gli economisti della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea hanno cercato di dare una spiegazione al fatto che, mentre l’economia americana rappresenta meno di un quarto del Pil mondiale, le riserve mondiali in dollari sono ancora più del 60% del totale. Questo livello si è mantenuto negli anni, nonostante che dal 1978 la quota del Pil americano sul totale mondiale si sia ridotta del 6% e nonostante che il dollaro sia diminuito in media del 24% rispetto alle maggiori valute.

Ciò, secondo gli analisti della Bri, dipenderebbe dalla dimensione non dell’economia statunitense bensì della “zona del dollaro”.

Quest’area rappresenterebbe ancora oltre la metà dell’economia mondiale. In essa rientra, ad esempio, tutta quella parte di economia e di commercio dei vari Paesi del mondo che viene contrattata in dollari. Per cui componenti significative delle riserve di molti Paesi sono tenute in dollari in quanto gli interventi nei mercati dei cambi vengono gestiti in dollari, cioè nella divisa con la quale si negozia maggiormente la moneta nazionale.

Confrontando l’attuale situazione anche con le tendenze storiche riguardanti il ruolo di moneta di riserva della sterlina tra le due passate guerre mondiali, la Bri conclude che le quote delle varie valute nei panieri delle riserve monetarie potrebbero in futuro modificarsi molto rapidamente.

Una delle principali ragioni di tale cambiamento potrebbe essere la decisione della Cina di negoziare una parte crescente del suo commercio in renminbi o in monete di altre nazioni. Se il renminbi evidenziasse un movimento sostanzialmente indipendente rispetto alle principali valute e se le monete dei Paesi vicini e dei partner commerciali della Cina condividessero un tale movimento, si potrebbe determinare una “zona del remninbi” simile a quella del dollaro. In tal caso, i gestori delle riserve ufficiali potrebbero scegliere di detenere una quota considerevole di renminbi, forse non troppo diversa dal peso delle rispettive monete all’interno della citata zona.

Dopo le sanzioni, anche la Russia sta pensando di rendersi, per quanto possibile, sempre meno dipendente dal dollaro e dalle riserve in dollari. Prima dell’inizio della crisi ucraina ne deteneva circa 90 miliardi. Il comportamento dell’Europa purtroppo non aiuta, per il momento, all’individuazione dell’euro come principale moneta di riserva alternativa da parte della Banca Centrale russa.

Anche la recente decisione della Banca Nazionale Svizzera di sganciarsi dal cambio fisso con l’euro e di lasciare fluttuare liberamente il franco sta creando dei terremoti all’interno del sistema monetario internazionale. In poche ore il franco si è rivalutato di circa il 20% nei confronti dell’euro e del 17% rispetto al dollaro.

La decisione della Bns è avvenuta il 15 gennaio scorso, esattamente il giorno dopo il parere espresso da un rappresentante del consiglio degli avvocati della Corte di Giustizia dell’Ue secondo cui le cosiddette operazioni monetarie sui titoli (omt) annunciate da Draghi nel 2012 non violerebbero le leggi europee. In altre parole ci si aspetta che il quantitative easing della Bce dovrebbe essere sbloccato. Ciò comporterà l’acquisto da parte della Bce di titoli europei e l’allargamento dei suo bilancio. Di conseguenza una maggiore circolazione di euro avrebbe portato ad una fortissima pressione per una rivalutazione del franco rispetto alla moneta europea.

Come è noto, dopo la decisione svizzera del 6 novembre 2011 di fissare il cambio a 1,20 franchi per 1 euro, la Bns ha dovuto costantemente comprare euro nel tentativo di mantenerne tale livello senza rivalutare. Così nel tempo ha accumulato 220-240 miliardi di euro di riserve. Con il QE di Draghi la Bns avrebbe dovuto accrescere e di molto gli acquisti di euro. Ha invece deciso di gettare la spugna prima anche se ciò ha fatto perdere decine e decine di miliardi sul valore delle sue riserve in euro e anche in dollari. A seguito della rivalutazione della sua moneta la Svizzera teme anche di perdere una grossa fetta delle sue esportazioni con effetti recessivi sulla sua economia. Adesso altre monete, a cominciare dalla corona danese, sono sotto simili enormi pressioni.

A questo punto le continue sortite della stampa ufficiale tedesca, anche se smentite in verità in modo poco convincente, secondo cui Berlino avrebbe cambiato opinione circa la volontà di tenere la Grecia nell’euro, non giovano alla stabilità della moneta europea e di quella dell’intero sistema monetario internazionale.

Tenuto conto della crescente e preoccupante instabilità geopolitica, la volatilità monetaria rischierebbe di portare il mondo verso una crisi inimmaginabile, di sicuro molto rischiosa per l’economia e per gli equilibri politici. Per questa ragione ancora una volta noi riteniamo urgente che i Paesi del G20 inizino a lavorare per la costruzione di un nuovo sistema monetario internazionale multipolare basato su un paniere di monete importanti.

* Economista **già Deputato e Sottosegretario all’Economia

10 commenti
  1. caino
    caino says:

    Caro Gino,

    se ho letto bene quello che i nostri due economisti di fiducia,hanno scritto in questo ultimo post,direi che prima che “imperscrutabili”fatti economici,vengano a turbare la nostra “quiente”,direi che questo sia il momento che tu varchi il confine e offra pranzo o cena,a noi poverastri,con queli tuo 20%or ora realizzato,ovviamente ai soliti pochissimi intimi di fiducia.
    Ovviamente SCHERZO,quello che invece mi preoccupa assai e’il finale che da un bepl po’ di tempo ,dopo ogni analisi,Lettieri e Raimondi ,ci riservano..sempre lo stesso ,e cioe':..se non si trovano accordi EQUI,a livello di sistemi politico economici mondiali,si va verso una “crisi inimmaginabile di sicuro MOLTO RISCHIOSA,per gli equilibri economici e politici.

    Personalmente,purtroppo,sono convinto,che difficilmente cio’,sia evitabile,data la NATURAIMPRESCINDIBILE delle contraddizioni di fondo ,che riveste questo sistema economico vorrei citare i grandi vecchi,ma rischio di passare per obsoleto e fatiscente…per cui vediamo di far presto,Ovviamente ALLA ROMANA.

    caino

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Caino.
    Detto alla romana: famme capì, che devo fà? Il 19 aprile sarò a Milano in serata con uno dei miei maschietti (derby Inter-Milan). Mi scoccia viaggiare in auto, uno zompo da circa 400+400 km, ma il pargolo ha già prenotato due biglietti – tribuna centrale,mikakazzi! – senza prima sentire il parere di suo padre, che sarei io. Comunque per una rimpatriata più in la io ci sono …se non mi rompo un piede oppure foro una gomma al centro di Milano. Ricordi, che sfiga?

    C.G.

  3. caino
    caino says:

    Caro gino,
    allora per quella data ,si puo’vedere,nel frattempo stiamo a sentire cosa ne pensano gli altri..

    caino

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Forse mi sono spiegato male: il 19 aprile sarà una toccata e fuga a San Siro. Dopo il derby ripartiamo subito verso casa.
    Ma se più in là si potesse organizzare una rimpatriata Cerutti c’è.

    C.G.

  5. Shalom
    Shalom says:

    Rodolfo fotografato di nuovo:

    Ariel Toaff ECCOLO DI NUOVO CORRADINO CON LA SUA DIARREA MALEODORANTE E RUMOROSA. VORREBBE ESSERE BUTTATO FUORI PER FARE LA VITTIMA MA VA FATTO CUOCERE NEL SUO BRODO TEDESCO CON I KRAUTI. AVEVA ANNUNCIATO IL SUO ABBANDONO, MA TUTTI SANNO CHE E” UN BUGIARDO … ORMAI PATENTATO.

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