La logica capovolta dello Strapaese e della sua Chiesa, prigionieri di un direttore e di un editore pluricondannati come Vittorio Feltri e Paolo Berlusconi. Entrambi condannati a ben di più dei miseri 512 euro e della baggianata delle molestie telefoniche usate per distruggere Dino Boffo. Berlusconi ha addirittura patteggiato una cifra 100.000 volte più grande di quella di Boffo!

Che lo Strapaese sia sull’orlo dell’abisso, anzi di vari abissi, lo dimostrano anche la logica capovolta, l’autocensura, l’ ignoranza e imbecillità congenita di giornalisti, politici e monsignori nel trattare il caso Feltri/Boffo.
Come è possibile infatti che si sia permesso di montare in cattedra e dar lezione, fino ad abbandonare Boffo al suo destino, a un giornalista pluricondannato come Feltri, per giunta direttore di un giornale proprietà di un editore pesantemente condannato come Paolo Berlusconi?
Un editore, Paolo Berlusconi, indagato per vari reati come falso in bilancio, truffa e corruzione, che ha patteggiato una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione ed il pagamento di 49 milioni di euro, pari a quasi 100 mila volte la cifra pagata da Boffo. E un direttore, Feltri, che ama circondarsi di campioni senza macchia come Renato Farina, condannato anche lui e pure radiato dall’Ordine dei giornalisti. Un direttore, Feltri, che come ha scritto L‘espresso ha taciuto notizie molto importanti e ne ha date con clamore di fasulle. Tra queste ultime, secondo L’espresso, uno “scoop” sul caso Moro risultante falso, così come la notizia sulla diffusione della lebbra in Sicilia, un’intervista al cantante Francesco De Gregori, una presunta sparatoria della scorta di Oscar Luigi Scalfaro contro un elicottero dei vigili del fuoco e altro.
Un direttore, Feltri, che se non ricordo male sputò sul cadavere di Fabrizio Quattrocchi [come mi ha segnalato una lettrice, in realtà si trattava di Enzo Baldoni. Quattrocchi, anche lui rapito e ucciso, era invece un contractor], il giornalista freelance rapito e ucciso dai terroristi islamisti in Iraq. Un direttore, Feltri, che ha sempre difeso e non ha mai criticato neppure da lontano un giglio candido quel è Marcello Dell’Utri, il sodale braccio destro di Silvio Berlusconi, condannato e patteggiatore su vari fronti giudiziari.


Avrei voluto parlare dell‘appuntamento a Danzica dei capi di governo in occasione della ricorrenza del 70esimo anno dall‘inizio della seconda guerra mondiale, ma la gravità del caso Feltri/Boffo e soprattutto delle conseguenze che ne nasceranno mi spinge a posporre il tema.
Prima di passare in rassegna le condanne collezionate da parte di chi s‘è impancato a giudicare Boffo, vorrei dedicare qualche riga alle ultime perle regalateci dall’”intellettuale cattolico” Vittorio Messori e da Ratzinger.
Quando anni fa papa Wojtyla cambiò il testo della preghiera del Padre Nostro, eliminando l’orribile frase “Non ci indurre in tentazione”, Messori, che evidentemente non teme l’egocentrismo, ci tenne a scrivere mi pare sul Corriere della Sera che era stato lui a suggerire al papa, una sera a cena, quel cambiamento. Modestamente. E’ lo stesso Messori che nei giorni scorsi, dopo avere colpito alla schiena Boffo scrivendo sul Corriere che meglio avrebbero fatto i vescovi a licenziare Boffo dopo la condanna da 512 euro, con la usuale modestia ha voluto specificare che il merito del rilancio dell’Avvenire era anche suo, non solo di Boffo. No comment.
Vale la pena invece di aggiungere, dato che siamo in presenza di un “grande intellettuale cattolico”, che Messori ha tranquillamente scritto ai tempi dell’invasione dell’Iraq che Israele contro gli arabi sarà costretta a usare l’atomica. Embé, se lo dice lui. Uno di quelli che si dà da fare per legittimare l’uso, prima o poi, anche delle armi nucleari. Chiudo facendo notare che qualche anno fa ho scritto una e-mail al “grande intellettuale cattolico” Messori Vittorio per chiedergli se per cortesia poteva dirmi chi è stato il primo nella Storia a usare il termine “cattolico”. “Francamente non lo so”, fu l’incredibile risposta del “grande”, anzi “grandissimo intellettuale cattolico”!

Papa Ratzinger. Pochi giorni fa ci ha tenuto a dichiarare che “Dio punisce il peccato, ma protegge il peccatore”. Tradotto in italiano significa che Berlusconi può stare tranquillo, la Chiesa non gli darà nessun fastidio. A patto ovviamente che paghi il dovuto, altrettanto ovviamente sulla pelle degli italiani: soldi alla scuola privata, cioè cattolica, biotestamento modellato sulle pretese medioevali del Vaticano, e via arretrando a grandi passi. Ratzinger dovrebbe però spiegare come mai, se “Dio protegge i peccatori” esiste allora, stando alla dottrina ufficiale della Chiesa,  l’inferno: Creato proprio per i peccatori e che non pare proprio un luogo di protezione. O no?
Che anche Ratzinger badi alla sua bottega lo ha spiegato anche un cattolico come Francesco Cossiga, ex Capo dello Stato, in una recente intervista al Corriere della Sera, e del resto a Viterbo il pastore tedesco domenica 6 settembre è stato molto cordiale con il sostituto di Berlusconi, vale a dire con il vasellinoso e molto bravo Gianni Letta senior, che si è precipitato a riverirlo.
Certo, abbassarsi della Chiesa a questi livelli di clamorosa contraddizione pur di incassare il grasso pedaggio da Berlusconi&C è una cosa davvero penosa.

Ah, dimenticavo: come mai nessuno fa notare che Berlusconi Silvio appare come il vero editore, quale in effetti è, de Il Giornale e come tale ulteriormente violatore delle leggi vigenti in tema di concentrazione dei mass media? Perfino Rocco Buttiglione, in una intervista al Corriere del 5 settembre, parla di Silvio, e non di Paolo, come proprietario di quel giornale, ma né  l‘intervistatore né il direttore del Corriere hanno fatto rilevare l‘illegalità implicita. Come mai la sinistra, i politici decenti, il Capo di Stato, le autorità contro i monopoli, i direttori di giornale decenti, ecc., come mai nessuno di loro fiata su questo plateale e pubblicamente ammesso abuso?

Come ho risposto a una lettrice nella precedente puntata e voglio qui ribadire, in base alla stessa ricostruzione degli accusatori, e di Panorama, proprietà privata di Silvio Berlusconi, appare chiaro che Boffo – contrariamente a quel che anch‘io sospettavo – non ha nulla da rimproverarsi. Non solo le date chiariscono che le molestie cessarono con la morte del giovane  del quale Boffo ha fatto a suo tempo il nome,  ma c’è da aggiungere dell’altro:
– contrariamente a quanto si mormorava, NON si è trattato di telefonate pedofile;
– contrariamente a quanto si mormorava, NON si è trattato di una denuncia di pedofilia da parte di una madre che voleva proteggere il figlio;
– contrariamente a quanto si mormorava, NON c’è stata nessuna sberla sferrata a Boffo da una madre inferocita per le asserite attenzioni pedofile;
– contrariamente a quanto si è scritto anche nei giorni scorsi, i rapporti sessuali di cui si parla nelle telefonate NON erano quelli tra Boffo e il marito, poi degradato a semplice fidanzato, di una donna, bensì quelli tra questa donna e suo marito, poi degradato a semplice fidanzato;
– contrariamente a quanto si mormorava e Feltri ha fatto credere, NON si è trattato di una denuncia contro Boffo, bensì contro ignoti;
– contrariamente a quanto si mormorava e Feltri ha fatto credere, la donna in questione NON ha fatto il nome di Boffo, il che significa che NON ne ha mai riconosciuto la voce al telefono. Ovvero, NON sapeva chi le telefonasse;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, se le telefonate fossero state di Boffo la donna, o meglio la ragazza, ne avrebbe riconosciuto la voce visto che lui aveva parlato in pubblico alla di lei presenza;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, è più logico pensare che la ragazza non ha riconosciuto la voce per il semplice motivo che questa era di persona a lei sconosciuta, come per esempio il ragazzo poi morto;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, NON può esserci stato nessun rapporto gay tra Boffo e il fidanzato della ragazza, stando alle testimonianze raccolte e rese note in queste ore, che parlando di quel ragazzo come persona quanto mai lontana dall‘omosessualità;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, NON essendoci mai stato nessun rapporto gay tra Boffo e il fidanzato della ragazza NON esisteva quindi NESSUN motivo per cui Boffo dovesse rompere la scatole alla ragazza;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, è più ovvio pensare che le telefonate fossero di una persona almeno un po’ squilibrata, quale a mio avviso potrebbe più facilmente essere un ragazzo drogato della comunità di Gelmini anziché un direttore di giornale nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali;
– contrariamente a quanto Feltri&C hanno voluto far credere, le telefonate è più ovvio fossero dovute alla gelosia o al moralismo di qualcuno interessato alla ragazza, e NON interessato al suo fidanzato visto che questi non è sospettabile di omosessualità neppure di striscio. E anche se lo fosse, sarebbero solo affari suoi.

Concludo con due osservazioni, anzi tre:
– una ammenda o pena pecuniaria che dir si voglia, per giunta di appena 518 euro, per il reato di molestie telefoniche è, a mio modesto avviso, una cosa di gravità pressocché inesistente. Anche perché le telefonate erano già cessate. NULLA quindi, assolutamente NULLA  giustifica la canea montata da Feltri&C. E ancor più NULLA, assolutamente NULLA, giustifica il calabrache dei vescovi italiani, proprietari de L’Avvenire, se non l’evidente mercato condotto dal Vaticano a proprio vantaggio grazie al poter ricattare Berlusconi.
– la condanna a 518 euro per una cazzata come le molestie telefoniche è INFINITAMENTE meno grave sia delle condanne ricevute da Feltri, quali figurano anche su Wikipedia, e sia della condanna del suo editore ufficiale Paolo Berlusconi per la faccenda della truffa miliardaria della discarica lombadra di Cerro Maggiore, oltre INFINITAMENTE che delle condanne di vari sodali importanti del suo editore di fatto, Silvio Berlusconi, quali Dell’Utri, Cesare Previti, ecc.
– Feltri è lo lo stesso campione del garantismo, ovviamente a senso unico, che quando don Gelmini venne sommerso dalle denunce per molestie sessuali subite da giovani ospiti della sua comunità per il recuper dei drogati ci tenne a dichiarare che “don Gelmini con tutto il bene che ha fatto può anche permettersi qualche licenza con qualche ragazzo della sua comunità“. Stando ai fatti finora noti, Boffo invece, a differenza di don Gelmini, NON s’è permesso nessun abuso sessuale, eppure lo stesso Feltri che difese l’indifendibile don Gelmini gli ha sparato alla schiena, senza neppure raccogliere la sua versione. E usando pallottole di carta che facevano ormai la muffa in molte scrivanie di giornali e vescovadi perché, note da anni, nessuno se la sentiva di fare da sciacallo ignobile.

Male, anzi malissimo ha fatto Bagnasco ad accettare le dimissioni di Boffo. Anche perché così alimenta sospetti che, stando a quanto fino ad oggi noto, sono assolutamente indebiti. E  soprattutto perché così cede a un atto di sopraffazione e rende di conseguenza efficace l’operato e la strategia di Feltri anziché lasciarlo alla propria vergognosa vacuità.
Il problema infatti non è tanto Feltri, già variamente “intenzionato“ per il suo modo di fare, quanto invece il potere politico che lo utilizza. E quello che accetta di subirlo. Questi infatti sono problemi che riguardano noi tutti. E che pagheremo cari.

E ora godetevi le gesta per le quali Feltri&C berlusconiani sono stati “attenzionati” dele autorità giudiziarie e spesso anche pesantemente condannati, così come si legge in Wikipedia.

VITTORIO FELTRI
http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Feltri

Vicende giudiziarie
Il 14 febbraio 2006 Feltri è condannato dal giudice monocratico di Bologna, Letizio Magliaro, ad un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore Ds Gerardo Chiaromonte (scomparso nel 1993). La condanna si riferisce ad un articolo comparso sul Quotidiano Nazionale alla fine degli anni ’90, secondo il quale il nome del senatore compariva nel dossier Mitrokhin.
Il 2 luglio 2007 è assolto dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione dall’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex PM Gherardo Colombo per un editoriale pubblicato su Il Giorno nel 1999, nel quale, in contraddizione con quanto affermato dallo stesso Feltri ne Il Giornale del 25 novembre 1994 (non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?), si accusava il pool di Mani Pulite di aver svolto indagini esclusivamente su Silvio Berlusconi e non più sugli ex comunisti. La sentenza di assoluzione si riferisce al diritto di critica garantito dall’articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana.
Il 7 agosto 2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni spa dalla Corte di Cassazione a versare un risarcimento di 45 mila euro in favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell’attacco di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidiano Il Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato a Erich Priebke.

Polemiche sulla credibilità
La credibilità dell’attività giornalistica di Feltri è stata messa in dubbio da un articolo del settimanale L’Espresso nel settembre del 2009 dove si sosteneva che diverse notizie apparse sui giornali diretti da Feltri non erano corrispondenti a verità o erano completamente inventate. Tra queste, secondo L’espresso, uno “scoop” sul caso Moro risultante falso, così come la notizia sulla diffusione della lebbra in Sicilia, un’intervista al cantante Francesco De Gregori, una presunta sparatoria della scorta di Oscar Luigi Scalfaro contro un elicottero dei vigili del fuoco e altro. Il 5 novembre 1995 fu l’unico direttore di testata giornalistica a non dare la notizia in prima pagina dell’omicidio del leader israeliano Yitzhak Rabin.

PAOLO BERLUSCONI:
Nel 2002 Paolo Berlusconi, socio di maggioranza della Simec (società di gestione della discarica di Cerro Maggiore, di cui era già stato proprietario il fratello Silvio) è stato indagato per vari reati come falso in bilancio, truffa e corruzione; l’inchiesta si è risolta con il patteggiamento di una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione ed il relativo pagamento di 49 milioni di euro.

RENATO FARINA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Farina
Rapporti con il Sismi
La magistratura ha indagato sui rapporti da lui avuti con alcuni membri del Sismi (i servizi segreti militari). Farina ha confermato di fare parte del Sismi dal 1999 (confermando la violazione della legge che impedisce ai servizi segreti di pagare dei giornalisti per i loro scopi).
Nel giugno 2004, riceve da Nicolò Pollari (l’allora direttore del Sismi), tramite Pio Pompa, l’ordine di recuperare da Al Jazeera le immagini dell’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi ed è proprio in questa operazione che nasce il suo nome in codice: Betulla. Sostiene di avere con il suo operato fornito ai servizi segreti informazioni nelle mani dei pubblici ministeri sul rapimento della giornalista de il manifesto Giuliana Sgrena, tenuta prigioniera in Iraq dall’Organizzazione della Jihad islamica.
Nel giugno del 2006 Pio Pompa chiede a Renato Farina, di scrivere una cronaca contro Romano Prodi (pubblicata poi il 9 giugno 2006), per accusarlo di avere appoggiato la pratica delle extraordinary rendition quando era alla Commissione Europea.
Il 2 ottobre 2006 l’ordine dei giornalisti lombardo lo sospende per un anno per aver pubblicato notizie false in cambio di denaro dal Sismi  Sempre nell’ottobre 2006 la Procura ne chiede la radiazione dall’albo dei giornalisti: la legge numero 801 del 1977 fa infatti divieto ai giornalisti professionisti di intrattenere rapporti con i Servizi. Il suo avvocato ha annunciato un ricorso che è stato respinto dalla Corte d’Appello di Milano.
Nel libro Alias agente Betulla Farina racconta la sua versione dei fatti riguardo alla collaborazione con i Servizi e sostiene di aver fornito informazioni utili alla liberazione di Giuliana Sgrena.

La condanna per favoreggiamento per il caso Abu Omar.
Nel dicembre 2006 il sostituto procuratore di Milano, Armando Spataro, chiede il rinvio a giudizio di Farina assieme ad altre 34 persone, nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento dell’ex imam di Milano, Abu Omar. Trentadue di esse sono accusate di concorso nel sequestro. Renato Farina (accusato di aver organizzato una falsa intervista con i magistrati con il solo scopo di raccogliere informazioni sull’indagine) e i funzionari del Sismi, Pio Pompa e Luciano Seno, devono rispondere invece di favoreggiamento.
Il 16 febbraio 2007 ha patteggiato la pena ed è stato condannato a sei mesi di reclusione. La pena è stata immediatamente commutata in una multa di 6.800 euro.
Farina ha riconosciuto i fatti sostenendo di aver agito in nome dell’articolo 52 della Costituzione (Difendere la Patria è sacro dovere del cittadino). Ha ammesso di aver ricevuto denaro non come salario ma per rimborsi non per sé stesso e utili alla liberazione di ostaggi italiani in Iraq.

MARCELLO DELL’UTRI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_dell%27Utri

Concorso esterno in associazione mafiosa
Le indagini iniziano nel 1994, l’anno dell’entrata in politica, con le prime rivelazioni che confluiscono nel fascicolo 6031/94 della Procura di Palermo.
Il 9 maggio 1997 il gip di Palermo rinvia a giudizio Dell’Utri, e il processo inizia il 5 novembre dello stesso anno.
In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo. “.
Nel testo che motiva la sentenza si legge tra molto altro, nell‘indifferenza perpetua di Feltri:

”La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici“.

“Vi è la prova che Dell‘Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l‘imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale“.

False fatture e frode fiscale.
Ha patteggiato la pena di due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale (nell’ambito della gestione di Publitalia ’80) a Torino .

92 commenti
« Commenti più vecchi
  1. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    Auguroni al nipotino,alla sua brava mamma,alla nonna e a tutta la famiglia,…sperando anche che il suo momdo sia po un migliore del nostro.
    Un abbraccio,Ber

    PS non vi preoccupate se sono assente,la prima acqua di agosto e’
    arrivata,.. con ritardo ed io incomincio a piantare rape,…

  2. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Resistenza in Honduras
    di JOSEPH SHANSKY

    Dalla Costituzione dell’Honduras del 1982, Articolo 3:
    “Nessuno e’ obbilgato a portare obbedienza a un governo usurpatore, ne’ a coloro che guadagnino funzioni o posizioni pubbliche con le armi… Atti compiuti da simili autorita’ sono da considerarsi nulli. Il popolo ha il diritto di ricorrere all’insurrezione in difesa dell’ordine costituzionale”.

    […] La notte scorsa, mentre mi preparavo a partire per l’Honduras, ho sentito dire che la repressione militare si sta facendo piu’ dura. 150 arrestati, molti feriti. [Ora] sono in sala d’aspetto all’aereoporto e guardo la CNN. Non una sola menzione [di tutto cio’] nelle notizie dal mondo.

    Nella mia stanza d’albergo a San Pedro Sula cerco ancora delle notizie. Improvvisamente, tutte le stazioni vanno in black out per circa 10 secondi e sullo sfondo di una bandiera Honduregna una voce prega il popolo dell’Honduras di pazientare finche’ la democrazia sia restaurata. L’esilio del presidente viene [presentato] come nulla piu’ di un necessario incidente di percorso e l’opposizione un mero fastidio.

    Poco dopo, quando le trasmissioni riprendono, le principali notizie mostrano in simultanea gruppi di gente nelle strade, presentandoli come sostenitori del governo de facto. Stranamente, ogni inquadratura porta, nascosto da qualche parte sullo sfondo tra uno slogan anti-Zelaya e l’altro, il simbolo della CNN. E’ come se stessero tentando, subconsciamente, di legare il governo de facto a un’approvazione dei media internazionali.

    Piu’ tardi mi siedo sugli scalini davanti all’albergo e parlo con un uomo che passa in bicicletta, chiaramente a favore del nuovo governo. “Zelaya, dice disgustato, e’ amico di Chavez”. “E Chavez?”. “Be’, e’ un dittatore che vuole conquistare il mondo”. Lo prego di spiegarsi meglio, ma non riesco a ottenere alcun dettaglio, solo una vaga critica delle politiche di Zelaya.

    Tegucigalpa. Alle 9 del mattino, un taxi ci lascia davanti a una piccola folla di gente pronta a unirsi alla marcia. Piu’ tardi vengo a sapere che queste cose non cominciano mai in tempo. Alcune persone portano una grossa bandiera dell’Honduras, sotto la quale cercano rifugio dai raggi del sole. L’umore e’ lieve, alcuni sono in costume. Gli amici si incontrano, la gente passa in giro sandwich e acqua e tutti sembrano pronti a camminare per diverse ore.

    (SEGUE su http://counterpunch.org/shansky083120 )

  3. Faust
    Faust says:

    .. aggiornamento… sembra che lapparecchio x lelettrocardiogramma in ambulanza abbia trasmesso dati distorti… esclusi problemi cardiaci, devo consultare un internista.
    x Anita: si cara ti avevo detto che ero diabetico… e sono anni che mi alimento di conseguenza. Due sono i casi, visto il diabete alimentare, no da insulina. Uno che (io non so… penso) si siano abbassati i valori, quindi sono migliorato, o hanno sbagliato ppiu medici… intanto mi hanno consigliato di rifare un controllo x il diabete.
    Per Peter: mi hanno infilato nella busta dei documenti di dimissione il foglio dellelettrocardiogramma di un altra paziente… Ma tutti i dati da me riportati nel post riguardano i miei esami cardiologici. Ho postato anche x sapere tu Anita ed unaltro amigo del blog (magari in privee) mi aiutate a capire qualcosa… questo era ieri… Oggi gia mi hanno dato spiegazioni ppiu accurate ai vari incidenti di percorso da me evidenziati e prendo x buona la scusa della macchinetta rotta Comunque grazie a tutti…
    Faust

    Ps: ….meno al Volgarissimo e vomitevolissimo bibbliofago, siculoebbreotetesco ed anche molto sstronzo… con un suo intervento nella mia questione, non richiesto. Mi preoccupa il suo rientro abusivo e la sua permanenza nel blog di Pino Nicotri… (forse Pino… non leggeva il blog di Goldkorn???) senza aver chiesto scusa al blogmaster ed ai blogghisti che lavevano bannato x Indegnita e Volgarita… Se non mi gira allargo, ricomincero arriempirlo dimm …. come merita… elemento di cui si nutre nei gg dispari, mentre in quelli pari cannibbalizza il llibbrone… come gia in passato… Se proprio deve rimanere, cche mi stia alla larga… 10 passi min. come distanza regolamentare x non soffrire della sua puzza vomitevole… e non mi tiri in ballo direttamente o x interposta persona… cccchiaro raccaminghia e raccatrippa??

  4. Faust x Peter
    Faust x Peter says:

    … resta ancora aperta la storia dello scambio di fogli dell elettrocardiogramma… fino addopo 1/2 gg, la caposala è in visita ai pazienti… sembra, da quello che mi è stato accennato da un amico medico consultato stamani e che lavora nellospedale di Riccione… un banale errore dellinfermiera.. essono due …!!!
    Faust

  5. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Dopo un po’ la folla si gonfia, contando diverse centinaia di individui, e si comincia a marciare. Sento immediatamente un megafono ordinare: “¡En filas, en filas!” (In fila! In fila!) e in un attimo tutti si dispongono in tre file ordinate, dimostrando un’organizzazione spontanea che non avevo mai visto prima altrove. Non e’ solo uno spettacolo di ordine, ma anche di solidarieta’. Questa non e’ una massa caotica, sono tutti dediti a far fronte unito […]

    Alcuni cantano canzoni di protesta e sembrano ben abituati a tutto questo, ricordandomi che lo fanno ormai quotidianamente. La maggioranza porta degli ombrelli e un po’ scioccamente chiedo un compagno di marcia se e’ per il sole o per il gas lacrimogeno. Ride. “Entrambi”, risponde.

    La folla dei dimostranti aumenta e presto non riesco a vedere ne’ l’inizio ne’ la fine del corteo. Alcuni portano striscioni che vanno da slogan generici (“¡Fuera golpistas!”, “¡Urge, Mel!”) fino a riferimenti specifici alla CIA e Hillary Clinton. Quasi tutti i muri sono coperti di graffiti.

    Passiamo davanti a diverse file di poliziotti allineati da entrambi i lati, in assetto anti-sommossa, scudi, bastoni, pistole e, crudelmente, grossi rami d’alberi. Eppure, l’umore generale e’ celebrativo.

    Quando entriamo nel centro della citta’, il corteo comincia a dividersi e tra i veri attivisti emergono gli anarchici, una vista ormai familiare per coloro che partecipano a queste proteste. Rompono alcune vetrine e tirano giu’ alcune telecamere stradali. Questo comportamento viene poi attibuito dai media Honduregni (e internazionali) all’altro 95% dei dimostranti che hanno invece invocato disciplina e non-violenza a ogni raduno.

    segue

    http://counterpunch.org/shansky08312009.html

  6. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    8 SETTEMBRE: NAPOLITANO, SI E’ COMBATTUTO PER DIGNITA’ ITALIA

    ROMA – Tra gli 87 mila caduti nella Liberazione “ci sono stati tanti partigiani e militari che hanno combattuto per ridare libertà, indipendenza e dignità all’Italia”. Lo ha detto il presidente della repubblica Giorgio Napolitano nel corso delle celebrazioni per l’otto settembre a Porta S. Paolo a Roma.

  7. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    […] Arrivo a Sábana Grande con una delegazione di osservatori dei diritti umani… Ai delegati viene data l’opportunita’ di intervistare i dimostranti circa i motivi che li hanno spinti a lasciare le proprie case e citta’ per mostrare la propria opposizione ai drammatici cambiamenti in atto nel Paese. […] Passo la notte nella macchina di qualcuno e mi sveglio alle 6:30 del mattino, coi camion che arrivavano nel cortile portando cibo e acqua a coloro che partecipano alla marcia. Mentre strizzo gli occhi nel sole del mattino sopra le montagne, qualcuno mi saluta per nome, mettendomi in bocca un biscotto e una tazza di caffe’ dolce in mano.

    Dieci minuti piu’ tardi siamo di nuovo sulla strada principale, in direzione della capitale. Di nuovo il morale e’ alto. Le tre file di dimostranti sono tenute dritte con ordine quasi miltare… ma a differenza della citta’, sull’autostrada non c’e’ nessuno a guardarci lungo i marciapiedi. Diversi camion ci accompagnano per darci dell’acqua quando abbiamo bisogno di riposare. Un paio di giovani corrono in testa alla marcia per monitorare il traffico. Mentre procediamo ai lati dell’autostrada, altra gente si unisce a noi. I canti si fanno piu’ intensi, come a sfidare la fatica:
    “¿Están cansados?” (Sei stanco?)
    “¡No!”
    “¿Tienen hambre?” (Hai fame?)
    “¡No!”
    “¡Entonces…!” (Allora…!)
    “¡ADELANTE! ¡ADELANTE! ¡QUE LA LUCHA ESTA CONSTANTE!” (Avanti! Avanti! La lotta continua!)

    Rivedo le stesse facce qualche giorno dopo. Siamo finalmente arrivati alla capitale… Quel giorno parto ammirato per la loro perseveranza e dedizione, grato per aver avuto la possibilita’ di fare parte della loro comunita’ per un poco.

    Gli anarchici mi sbattono fuori da Pizza Hut. Arrivano come il vento, adolescenti con le bandane sul volto, e annunciano che chi non lascia immediatamente [il fastfood] sara’ considerato un golpista. Il ristorante e’ situato vicino al punto di convergenza delle marce che arrivano da tutti i punti del Paese. Arrivano a migliaia. Per molti, il luogo della dimostrazione e’ diventato, almeno in parte, un referendum sul capitalismo. Una parete di Pizza Hut e’ coperta di graffiti contro le multinazionali, come Burger King, McDonalds e altri fast-food che per molta gente in Honduras rappresentano il volto oscuro della globalizzazione.

    segue

    http://counterpunch.org/shansky08312009.htm

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Uro, mi sa che qui di fuso non c’è solo l’amico tuo…
    So benissimo cosa vuole la socialdemocrazia e ho scritto fiumi di post per spiegare le stesse cose che dici tu. Che poi sono quelle che ho sempre detto io, se ti fossi preso la briga di leggere i miei post, prima di intervenire. Non è un rimprovero, solo una precisazione; noi due nella pratica la pensiamo allo stesso modo, anzi forse tra i due quello più soc…sta sono io. Il problema è che tu leggi due righe e parti in quarta. E’ una vita che vado predicando esattamente quello che dici tu.
    Il soc…smo classico, in ogni caso, NON vuole quello che dici tu, almeno nella teoria.
    Se poi vogliamo usare il termine Soc…mo al di fuori del suo reale significato ed attribuirgli un significato a nostro piacere, è un altro discorso.

    Nella realtà dei fatti, il soc…smo applicato in Italia dal PSI sappiamo tutti cosa è stato. Se uno si dichiara Soc…sta, è iscritto al Partito Soc…sta e poi ruba come gli altri, dimmi di grazia qual’è la differenza tra lui e un normalissimo democristiano.

  9. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Un’elite formata da una manciata di individui e poche famiglie possiede una larga maggioranza di compagnie multinazionali in Honduras, come anche la maggior parte della stampa, della TV e della radio. Queste imprese sono conosciute per aver finanziato o comunque appoggiato il golpe militare per i propri interessi. [Esse cercano di] minimizzare virtualmente le proteste attraverso i media, di ridurre i sostenitori di Zelaya a meri facinorosi violenti.

    I dimostranti cantano: “¡No somos cinco! ¡No somos cien! ¡Prensa vendida, cuentanos bien!” (Non siamo cinque! Non siamo cento! Stampa venduta, contaci per bene!)

    Piu’ tardi quello stesso giorno il ristorante Popeye’s viene dato alle fiamme, mentre i militari proteggono Quizno’s da ulteriori danni. All’angolo dell’isolato, alcuni camion armati di megafoni trasmettono canti di protesta. La moglie del Presidente Zelaya, First Lady Xiomara Castro de Zelaya, ha appena concluso un discorso eloquente e appassionato. Viene immediatamente circondata dai reporter e dai sostenitori…

    Allan, seduto accanto a me, e’ un sindacalista. Gli chiedono di parlare dalla tribuna… Venti minuti dopo Allan e’ sul camion-podio e la folla applaude il suo suggerimento che i sindacati dei lavoratori delle banane del Mississippi boicottino i carichi della Dole e della Chiquita provenienti dall’Honduras, rifiutandosi di scaricarne i prodotti.

    Subito dopo, Andrés, coordinatore della delegazione, prende il megafono. Salgo su con lui per filmare il suo discorso e guardo giu’ verso le migliaia di persone raccolte intorno. Egli le scuote spiegando con rabbia come, proprio quella mattina, il presidente Obama abbia definito “ipocriti” coloro che criticano il modo in cui gli Usa trattano la situazione in Honduras, malgrado la sua stessa retorica sul nuovo volto delle politiche per l’America Latina della sua amministrazione. La massa risponde, chiamando ipocrita Obama stesso… Andrés conclude annunciando l’inizio di un Digiuno Internazionale per l’Insurrezione Non-Violenta dell’Honduras e la gente non sa cosa rispondere.

    Quando scendo dal camion, vengo circondato da un gruppo di dimostranti. Non ho detto una sola parola sul palco, eppure essi mi abbracciano piangendo e mi ringraziano per il solo fatto di essere li’ con loro. Una donna mi porge il proprio bambino, chiedendomi timidamente di posare con lui in una foto. In questo momento mi rendo conto quanto sia importante che degli stranieri siano presenti, non solo come testimoni, ma come soggetti di sostegno emotivo in un momento storico per il paese.

    segue

    http://counterpunch.org/shansky08312009.htm

  10. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Nel pomeriggio, la polizia blocca con delle barricate la marcia, diretta verso il palazzo presidenziale. Dopo qualche ora, i leader della protesta riescono a convincere i dimostranti a indietreggiare, prima che la situazione si deteriori. Torniamo in albergo…

    [Ma] a un paio di isolati dall’albergo vediamo una nuvola di fumo alzarsi in cielo. Sembra che l’incendio avvampi nella zona del centro commerciale, dove siamo diretti. La prima cosa che vedo, quando giro l’angolo, e’ un autobus in fiamme e gente che corre verso di noi. Poco oltre l’autobus marcia una fila di poliziotti anti-sommossa. La gente scappa in tutte le direzioni e la polizia lancia gas lacrimogeno a volonta’. Il Popeye’s restaurant e’ in fiamme. Non c’e’ traccia di vigili del fuoco o di ambulanze, e nemmeno di polizia regolare. Solo le truppe anti-sommossa sono sulla scena e ignorano completamente l’incendio, avanzando verso la folla. Nei giorni successivi corre voce che l’incendio sia stato opera di provocatori, per far ricadere la colpa sui dimostranti. La storia viene infatti presentata cosi’ dai media, specialmente nei pochi secondi che vi dedica la CNN questa notte.

    Mentre filmiamo la scena, una donna corre a fianco dei poliziotti, supplicandoli tra le lacrime di non uccidere la gente. “Siamo tutti honduregni!”, grida, “per favore, non fate del male al vostro stesso popolo!”.

    Ci facciamo riconoscere subito come rappresentanti dei media internazionali. Stendiamo le braccia avvicinando le telecamere il piu’ possibile, per far capire ai poliziotti che le loro azioni saranno viste in tutto il mondo. La polizia continua la sua marcia, ingorando sia la donna che noi. Li seguiamo, scoprendo che sono diretti verso una folla piu’ numerosa raccolta a pochi isolati di distanza […] spargendo gas lacrimogeni in direzione dei dimostranti. Un’altra donna, vedendoci riprendere gli eventi, mi afferra per il braccio. La ascoltiamo attentamente mentre ci racconta di aver appena visto cinque giovani intrappolati e arrestati dalla polizia.

    La violenza intorno a noi aumenta in modo caotico e decidiamo che forse potremmo essere di aiuto a queste persone. Seguiamo la donna su un bas, ma non riusciamo a localizzare i giovani. In seguito, notizie di arresti e di gente scomparsa andranno aumentando e diventeranno parte centrale del nostro lavoro.

    segue

    http://counterpunch.org/shansky08312009.htm

  11. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Il pomeriggio seguente, gli uffici del Comitato dei Familiari dei Detenuti e degli Scomparsi in Honduras (COFADEH) odorano ancora di gas lacrimogeni. Mi trovo li’ per la terza volta, questa settimana. Le prime due visite, in condizioni molto meno stressanti. Di solito, il posto ha un’energia ben diversa, con gente che corre qua e la’ mostrando le foto dei desaparecidos e dei morti, o srotolando poster con notizie di eventi relativi al movimento di resistenza contro il golpe.

    COFADEH e’ una delle principali organizzazioni per i diritti umani in Honduras, regolare luogo di incontro della comunita’ che ha subito le repressioni della polizia nel passato e ora di nuovo, nel presente.

    Quando entriamo, troviamo i pavimenti coperti di corpi, tutti giovani appena rientrati da un’altra dimostrazione. La repressione si e’ fatta ancora piu’ feroce e i ragazzi si stendono a terra per curarsi le ferite, comprimendo fazzoletti bagnati contro il volto, per alleviare il bruciore degli occhi dovuto ai gas lacrimogeni. Alcuni reporter li stanno intervistando sugli attacchi. Si diffondono le voci di altri attacchi simili, i quali avvengono senza alcuna provocazione [da parte dei dimostranti] un po’ dovunque in citta’. La polizia applica la strategia dell’ “acchiappa e rilascia”, afferrando i dimostranti, picchiandoli e rilasciandoli prima che possa venire riempito un qualsiasi verbale.

    Ancora piu’ drammatiche sono le notizie della sparizione dei bambini. Quando, piu’ tardi, andiamo alla stazione di polizia, ci viene detto che nella sola giornata di oggi sono scomparsi 14 minori, in aggiunta ai 40 del giorno precedente. Alla stazione siamo in grado di facilitare il contatto tra gli avvocati per i diritti umani e i familiari di coloro che sono detenuti o scomparsi. Esamino al di sopra della spalla di qualcuno una lista di nomi ed eta’: 21, 24, 18…

    segue

    http://counterpunch.org/shansky08312009.htm

  12. Resistenza in Honduras
    Resistenza in Honduras says:

    Il nostro lavoro continua per tutta la settimana. Trascorro ogni giorno dividendo il mio tempo tra le manifestazioni e le riunioni delle delegazioni con varie persone e organizzazioni direttamente coinvolte nelle lotte di opposizione. Queste includono il Centro per la Prevenzione, il Trattamento e la Riabilitazione dei Torturati (CPTRT), Il Centro per i Diritti delle Donne, Carlos H. Reyes (candidato indipendente alla presidenza per le prossime elezioni del novembre 2009), l’ambasciatore USA Hugo Llorens, e la consorte del presidente Zelaya, First Lady Xiomara Castro de Zelaya.

    Potrei dedicare molte pagine a ciascuno. La resistenza al golpe e’ un network di spirito di cameratismo come non lo avrei mai immaginato. Tuttavia, una sola organizzazione e’ sempre nell’occhio del ciclone e merita una menzione speciale per il coraggio di dire la verita’ alla gente dell’Honduras durante tutta la crisi, e questa e’ Radio Globo.

    Radio Globo e’ una stazione radio indipendente, situata fuori di Tegucigalpa, che trasmette su tutto il territorio nazionale. E’ la fonte principale di informazione per tutti coloro che sono coinvolti nella resistenza al golpe. Di recente hanno ricevuto un’ingiunzione di ritiro della licenza di trasmettere…

    L’ultimo giorno, la nostra delegazione viene invitata a descrivere in diretta a Radio Globo le nostre opinioni e impressioni. Il formato e’ quello di una tavola rotonda. L’intervista dura un’ora, dopo appena un breve preavviso. Piu’ tardi, delle persone per la strada ci dicono di averci ascoltati alla radio.

    Il modo in cui siamo ricevuti a Radio Globo, come durante le manifestazioni nelle strade, e’ un segno di quanto sia importante la nostra presenza in Honduras. Purtroppo, ci sono ben pochi osservatori internazionali sul posto, al momento, e il governo de facto spera che questo vuoto continui. E’ di grande importanza che le organizzazioni per i diritti umani considerino questa crisi una loro priorita’.

    Al momento in cui scrivo queste righe, sono ormai passati due mesi dal golpe. Il governo de facto non ha fatto che aumentare la pressione [sulla gente] applicando diverse tattiche per spaventarla. Malgrado lo scarso sostegno internazionale, migliaia di honduregni si riversano nelle strade ogni giorno dal 28 giugno, per testimoniare la propria opposizione al colpo di stato. Ma, come ha notato una persona del Centro dei Diritti delle Donne, “ci stiamo sfiancando”.

    Se la loro lotta continua a essere praticamente invisibile in USA, questo e’ devastante per il popolo dell’Honduras. Sembra un ulteriore esempio dell’apatia pubblica che i leader mondiali, con l’appoggio dell’occhio cieco dei media, sono in grado di generare in quei conflitti in cui non percepiscono alcun immediato tornaconto.

    (fine)

    http://counterpunch.org/shansky08312009.html

  13. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    IL PIAZZISTA LECCHINO SE LA SUONA E SE LA CANTA NEI SUOI GIORNALI E PAGA DAZIO ALL’OLTRETEVERE.

    IL POPE TEDESCO ANNUSA L’ARIA POLITICA, ANNUISCE E ORDINA, IL CHIAVALIERE OBBEDISCE ED ALLA LETTERA ESEGUE, MENTRE CONTINUA MANDARE A PUTTANE IL BEL PAESE E TUTTI VIVONO FELICI E CONTENTI NEL PAESE DEI MIRACOLI E DEI CAMPANELLI.

    I rapporti del governo con la chiesa e i miei personali con chi guida con prestigio e autorevolezza la chiesa cattolica sono sempre eccellenti.

    Li consolideremo nei prossimi mesi con il testamento biologico.

    Silvio Berlusconi, intervistato da Belpietro, Canale 5, 7 settembre

  14. Vox
    Vox says:

    Virus contro gli indios

    http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/

    Il 70 per cento della foresta amazzonica peruviana consegnato alle trivelle. Migliaia di indios condannati alla fuga e alla morte. Sono le conseguenze del progetto di sviluppo che il presidente peruviano Alan Garcia ha lanciato per aumentare l’export di gas e di petrolio. Ma i 350 mila indios peruviani, riuniti nell’associazione Aidesep, danno battaglia.

    Per mesi hanno contrastato i progetti della compagnia anglo-francese Perenco che dice di voler investire due miliardi di dollari in prospezioni: ci sono state molte manifestazioni, strade e fiumi sono stati bloccati per settimane impedendo il passaggio dei mezzi della Perenco. La società ha risposto sostenendo che non esistono prove della presenza di popolazioni senza contatti con il mondo occidentale all’interno dell’area che dovrebbe essere trivellata.

    Poi, il 5 giugno, a Bagua, una cittadina a 700 chilometri da Lima, è scattata una risposta violenta, il massacro chiamato la «Tienanmen peruviana». Secondo le fonti ufficiali i morti sono stati 30, di cui 23 agenti della polizia. Ma gli indios raccontano una storia diversa: una carneficina le cui tracce sono state nascoste gettando i cadaveri dei manifestanti nei fiumi. Il racconto di due giovani Belgi, Marijke Deleu e Thomas Quirynen, coinvolti negli scontri e presi di mira dai fucili degli agenti di polizia, conferma la versione più violenta degli scontri.

    L’Associated Press ha raccolto la testimonianza di uno dei leader degli indios, Santiago Manuin, colpito da quattro proiettili nello stomaco a Bagua. E l’Aidesep, mentre molti dei leader indios sono scappati nella foresta per sfuggire alle minacce (sui giornali peruviani c’è anche chi ha suggerito di usare il napalm contro le popolazioni indigene), ha presentato un appello urgente alla Corte Costituzionale del paese per impedire lo sfruttamento petrolifero di una parte dell’Amazzonia conosciuta come «Blocco 67».

    Ma intanto un altro rischio si sta profilando. I primi casi di contagio da influenza A hanno colpito le popolazioni indigene che hanno contatti saltuari con gli indios delle zone più interne: al dipartimento sanitario regionale di Cusco risulta che siano positivi al virus sette membri della tribù dei Matsigenka che vivono lungo il fiume Urubamba, nell’Amazzonia peruviana.

    Secondo Stafford Lightman, docente di Medicina presso l’Università di Bristol, «i popoli isolati non hanno difese immunitarie verso le malattie infettive che circolano nella nostra società industrializzata e sono particolarmente vulnerabili all’influenza suina. Gli effetti di una epidemia, che potrebbe colpire tutti i membri della comunità simultaneamente, potrebbero essere devastanti perché non resterebbe nessuno in grado di prendersi cura dei malati o di preparare il cibo».

  15. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Italia
    Fine-vita, Finocchiaro sul premier:
    «È un mercante senza scrupoli»

    La capogruppo Pd al Senato: indifferente ai valori della Chiesa, il premier fa commercio su tutto per coprire il suo evidente declino politico.

  16. Vox
    Vox says:

    Si dimostra ancora una volta (caso mai ce ne fosse bisogno) che la logica del mercato e del guadagno e’ come un sarcoma che divora la Terra, i viventi – umani, animali, vegetali – distruggendo tutto cio’ che ci da’ vita. Dove porti questa logica e’ chiaro.
    Meno chiaro e’ se coloro che hanno ancora la capacita’ di ragionare con qualcosa di diverso dal portafogli riusciranno a opporsi e a sconfiggere globalmente il sarcoma e i suoi sostenitori-propagatori.

    Gli ipocriti alla Al Gore non hanno inventato nulla di meglio, per (fingere) di risolvere i problemi ecologici, che introdurre altre tasse. Non e’ della carbon tax che hanno bisogno il mondo e la biosfera, ma di un drastico cambiamento politico, produttivo, mentale, culturale.
    E non credo che un cambiamento del genere possa avvenire in modo pacifico, purtroppo.

  17. Vox
    Vox says:

    La retromarcia dei redditi

    In Italia i redditi sono tornati ai livelli di 10 anni fa

    L’emorragia di posti di lavoro non è destinata a fermarsi. La crisi si abbatte su giovani precari e cinquantenni. L’Italia recupera più lentamente di altri Paesi.
    Ma per il governo stiamo meglio.

    (L’Unita’)

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma caro (in)Faust(o) perche´te la prendi? Perche´ti offendi? Io ti volevo solo aiutare. Mica tu sei Marco Tempesta che scrive chiaro e tondo. Leggere Marco non si fa´ fatica, leggere te si. Gli altri anche se non lo dicono pensano forse la stessa cosa, chissa´, hai provato mai a rileggerti? Di fatto il tuo scrivere e´originale se non fosse troppo ripetitivo.
    Il consiglio del psichiatra te lo do´gratis, mica e´una vergogna andare dal psichiatra, provaci e poi riferisci, sono sicuro che sara´molto interessante. Le offese, scritte da te, non mi scalfiscono alcunche´, puoi benissimo esagerare quanto vuoi. Un caro saluto

  19. Vox
    Vox says:

    @ Faust
    Il tuo stile e’ straordinario, unico. Non ascoltare nessuno, scrivi come senti di scrivere.

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma certamente caro Vox, che l´( i ) Faust (sto) puo´scrivere come gli pare, non ho mai dato un consiglio diverso. Ma , dato che i racconti si aggirano sempre tra ospedali e sale operatorie, per poi uscir fuori che ha un cuore sanissimo, i suoi racconti potrebbero prendere svolte molto interessanti se si facesse controllare da uno psichiatra. Cosa ne pensa?Non sarebbe interessante?
    Per me farmi un caffe´ed accendermi una sigaretta per concentrarmi quanto lo leggo porterebbe anche un piacere maggiore. Liberi pero´ di fraintendermi.

  21. Peter
    Peter says:

    xFaust

    puoi chiedere il mio indirizzo email a Pino. Il consiglio di Anita (riguardo un buon medico di famiglia nella tua zona) mi pare mooolto savio

    ciao, Peter

  22. Peter
    Peter says:

    xFaust

    anzi, passa la tua email a Pino e lui la passera’ gentilmente a me. Credo sia meglio

    Peter

  23. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro uroburo,

    per motivi personali sono stato assente dal Blog,per un paio di giorni abbondanti.
    Leggo solo oggi una serie di interventi esilaranti, che mi fanno capire quanto da tempo sospettavo.
    Sul Blog, si aggirano un paio di elementi strani, il primo un vero “CIALTRONE”di marca, si direbbe, l’altro un “CAGONE”che appena gli scappa il “pennino”su una affermazione “spinta”,si arrampica sugli specchi dei distinguo e del “non mi avete” capito, volevo dire ect,ect..per motivi personali ….
    Spero di respirare una boccata di “ossigeno” al caciucco ,..con Faust che spero si rimetta “presto”…a Cecina, magari” gli “diremo qualche parolina “affettuosa” al biricchino”..!!

    cc

    Ps Approfitto di questo “post” pubblico per fare tanti auguri alla NEO_NONNA Sylvi..
    A presto..salvo gli impegni..

  24. Linosse
    Linosse says:

    Per CC
    Ho risolto il problema!
    L’affezione dell’ex cucciolo era solo una intossicazione da eccessiva vicinanza con il giornale;giustamente sarebbe stata fatale per TUTTI.
    La curiosità sui periodici e la loro origine mi ha portato a conoscenza di questo pezzo che ho trovato in Internet(non ricordo la fonte) e che propongo(che Sylvi non esulti troppo!):

    “Il giornalismo moderno nacque nel XV secolo in Piazza San Marco di Venezia dove sbarcavano le navi provenienti dall’oriente.Nel molo ,all’ombra delle prore alcuni annotavano le mercanzie che arrivavano insieme alle notizie che i marinai riportavano da altri porti.Il quotidiano si chiamava “Gazzetta”che significa gazza chiacchierina;i gazzettieri sapevano che la unica verità era l’ esatto resoconto delle mercanzie che le navi scaricavano nel porto,spezie,sementi,seta,profumi.
    Il resto erano solo fatti che non si differenziavano molto dalle fantasie.I marinai raccontavano episodi di città assediate,di incendi,di uccisioni accadute in lontani paesi e queste notizie venivano affiancate a racconti che avevano ascoltato negli angoli dei grandi bazar.
    Le “mille ed una notte” erano la stessa cosa delle spezie che venivano utilizzate per insaporire le salcicce di maiale e ,a volte,si faceva confusione con la caduta di Costantinopoli , il tappeto magicoe la lampada di Aladino .”

    Notizia e mercanzia questa è l’essenza del giornalismo come genere letterario del XXI secolo per cui vale sempre più il saggio consiglio di leggere tra le righe e capire tra le parole;adesso per fortuna internet ci aiuta,a,volte ,a districare la matassa (chiamiamola così anche se spesso è di color marron e pure puzzolente!).
    Saluti
    L.

  25. Faust x Peter
    Faust x Peter says:

    … il mio indirizzo email è: nikcometa@live.it … scrivimi che ti invio i referti… Dallospedale mi han chiesto scusa x lo scambio di elettrocardiog. e in pochi minuti, mi faxano il mio di elettroc. (speriamo… sono deciso a consultare il mio medico di milano e forse un avvocato..) Una coronarografia è un esame invasivo… quando sono arrivato dallambulanza in sala operatoria… se non sbaglio avrebbero dovuto fare, prima, un elettrocardiog. con le apparecchiature dellospedale… visto che lelettroc. fatto in mezzo la strada in ambulanza ferma, che pronosticava INFARTO era sbagliato… non so tu cosa ne dici?? è mai possibile??? ciao caro grazie!!
    Faust

  26. Faust x raccaminchia bbibliofago.. infamone
    Faust x raccaminchia bbibliofago.. infamone says:

    … ti ho avvertito di starmi alla larga e non solo in questo momento… SEMPRE!! sono cazzi che a tte non riguardano, ttu sei illegale in questo blog… CHIARO?? NEL BLOG arruotalibera SEI ILLEGALE… Faust non scrive x gli infamoni… Nicotri forse ha dimenticato le offese e gli insulti che scrivevi sul blog di W. Goldkorn…contro lui, Faust, AZ e G.C. …avvolte perdono (non è il tuo caso..) ma non dimentico… fuori dai coglioni… serpe infamone.. socio degli accavviggi eetc…
    Faust

  27. alex
    alex says:

    “…In generale, credo che la libertà di stampa sia una forma di salvezza dagli errori del governo…”
    – – – – – – – –
    Questo, George Clooney. E noi, Lando Buzzanca?

  28. [SEGUE] Resistenza in Honduras
    [SEGUE] Resistenza in Honduras says:

    Tegucigalpa. Alle 9 del mattino, un taxi ci lascia davanti a una piccola folla di gente pronta a unirsi alla marcia. Piu’ tardi vengo a sapere che queste cose non cominciano mai in tempo. Alcune persone portano una grossa bandiera dell’Honduras, sotto la quale cercano rifugio dai raggi del sole. L’umore e’ lieve, alcuni sono in costume. Gli amici si incontrano, la gente passa in giro sandwich e acqua e tutti sembrano pronti a camminare per diverse ore.

    Dopo un po’ la folla si gonfia, contando diverse centinaia di individui, e si comincia a marciare. Sento immediatamente un megafono ordinare: “¡En filas, en filas!” (In fila! In fila!) e in un attimo tutti si dispongono in tre file ordinate, dimostrando un’organizzazione spontanea che non avevo mai visto prima altrove. Non e’ solo uno spettacolo di ordine, ma anche di solidarieta’. Questa non e’ una massa caotica, sono tutti dediti a far fronte unito […]

    Alcuni cantano canzoni di protesta e sembrano ben abituati a tutto questo, ricordandomi che lo fanno ormai quotidianamente. La maggioranza porta degli ombrelli e un po’ scioccamente chiedo un compagno di marcia se e’ per il sole o per il gas lacrimogeno. Ride. “Entrambi”, risponde.

    La folla dei dimostranti aumenta e presto non riesco a vedere ne’ l’inizio ne’ la fine del corteo. Alcuni portano striscioni che vanno da slogan generici (“¡Fuera golpistas!”, “¡Urge, Mel!”) fino a riferimenti specifici alla CIA e Hillary Clinton. Quasi tutti i muri sono coperti di graffiti.

    Passiamo davanti a diverse file di poliziotti allineati da entrambi i lati, in assetto anti-sommossa, scudi, bastoni, pistole e, crudelmente, grossi rami d’alberi. Eppure, l’umore generale e’ celebrativo.

    Quando entriamo nel centro della citta’, il corteo comincia a dividersi e tra i veri attivisti emergono gli anarchici, una vista ormai familiare per coloro che partecipano a queste proteste. Rompono alcune vetrine e tirano giu’ alcune telecamere stradali. Questo comportamento viene poi attibuito dai media Honduregni (e internazionali) all’altro 95% dei dimostranti che hanno invece invocato disciplina e non-violenza a ogni raduno.

    […] Arrivo a Sábana Grande con una delegazione di osservatori dei diritti umani… Ai delegati viene data l’opportunita’ di intervistare i dimostranti circa i motivi che li hanno spinti a lasciare le proprie case e citta’ per mostrare la propria opposizione ai drammatici cambiamenti in atto nel Paese. […] Passo la notte nella macchina di qualcuno e mi sveglio alle 6:30 del mattino, coi camion che arrivavano nel cortile portando cibo e acqua a coloro che partecipano alla marcia. Mentre strizzo gli occhi nel sole del mattino sopra le montagne, qualcuno mi saluta per nome, mettendomi in bocca un biscotto e una tazza di caffe’ dolce in mano.

    Dieci minuti piu’ tardi siamo di nuovo sulla strada principale, in direzione della capitale. Di nuovo il morale e’ alto. Le tre file di dimostranti sono tenute dritte con ordine quasi miltare… ma a differenza della citta’, sull’autostrada non c’e’ nessuno a guardarci lungo i marciapiedi. Diversi camion ci accompagnano per darci dell’acqua quando abbiamo bisogno di riposare. Un paio di giovani corrono in testa alla marcia per monitorare il traffico. Mentre procediamo ai lati dell’autostrada, altra gente si unisce a noi. I canti si fanno piu’ intensi, come a sfidare la fatica:
    “¿Están cansados?” (Sei stanco?)
    “¡No!”
    “¿Tienen hambre?” (Hai fame?)
    “¡No!”
    “¡Entonces…!” (Allora…!)
    “¡ADELANTE! ¡ADELANTE! ¡QUE LA LUCHA ESTA CONSTANTE!” (Avanti! Avanti! La lotta continua!)

    Rivedo le stesse facce qualche giorno dopo. Siamo finalmente arrivati alla capitale… Quel giorno parto ammirato per la loro perseveranza e dedizione, grato per aver avuto la possibilita’ di fare parte della loro comunita’ per un poco.

    Gli anarchici mi sbattono fuori da Pizza Hut. Arrivano come il vento, adolescenti con le bandane sul volto, e annunciano che chi non lascia immediatamente [il fastfood] sara’ considerato un golpista. Il ristorante e’ situato vicino al punto di convergenza delle marce che arrivano da tutti i punti del Paese. Arrivano a migliaia. Per molti, il luogo della dimostrazione e’ diventato, almeno in parte, un referendum sul capitalismo. Una parete di Pizza Hut e’ coperta di graffiti contro le multinazionali, come Burger King, McDonalds e altri fast-food che per molta gente in Honduras rappresentano il volto oscuro della globalizzazione.

    Un’elite formata da una manciata di individui e poche famiglie possiede una larga maggioranza di compagnie multinazionali in Honduras, come anche la maggior parte della stampa, della TV e della radio. Queste imprese sono conosciute per aver finanziato o comunque appoggiato il golpe militare per i propri interessi. [Esse cercano di] minimizzare virtualmente le proteste attraverso i media, di ridurre i sostenitori di Zelaya a meri facinorosi violenti.

    I dimostranti cantano: “¡No somos cinco! ¡No somos cien! ¡Prensa vendida, cuentanos bien!” (Non siamo cinque! Non siamo cento! Stampa venduta, contaci per bene!)

    Piu’ tardi quello stesso giorno il ristorante Popeye’s viene dato alle fiamme, mentre i militari proteggono Quizno’s da ulteriori danni. All’angolo dell’isolato, alcuni camion armati di megafoni trasmettono canti di protesta. La moglie del Presidente Zelaya, First Lady Xiomara Castro de Zelaya, ha appena concluso un discorso eloquente e appassionato. Viene immediatamente circondata dai reporter e dai sostenitori…

    Allan, seduto accanto a me, e’ un sindacalista. Gli chiedono di parlare dalla tribuna… Venti minuti dopo Allan e’ sul camion-podio e la folla applaude il suo suggerimento che i sindacati dei lavoratori delle banane del Mississippi boicottino i carichi della Dole e della Chiquita provenienti dall’Honduras, rifiutandosi di scaricarne i prodotti.

    Subito dopo, Andrés, coordinatore della delegazione, prende il megafono. Salgo su con lui per filmare il suo discorso e guardo giu’ verso le migliaia di persone raccolte intorno. Egli le scuote spiegando con rabbia come, proprio quella mattina, il presidente Obama abbia definito “ipocriti” coloro che criticano il modo in cui gli Usa trattano la situazione in Honduras, malgrado la sua stessa retorica sul nuovo volto delle politiche per l’America Latina della sua amministrazione. La massa risponde, chiamando ipocrita Obama stesso… Andrés conclude annunciando l’inizio di un Digiuno Internazionale per l’Insurrezione Non-Violenta dell’Honduras e la gente non sa cosa rispondere.

    Quando scendo dal camion, vengo circondato da un gruppo di dimostranti. Non ho detto una sola parola sul palco, eppure essi mi abbracciano piangendo e mi ringraziano per il solo fatto di essere li’ con loro. Una donna mi porge il proprio bambino, chiedendomi timidamente di posare con lui in una foto. In questo momento mi rendo conto quanto sia importante che degli stranieri siano presenti, non solo come testimoni, ma come soggetti di sostegno emotivo in un momento storico per il paese.

    Nel pomeriggio, la polizia blocca con delle barricate la marcia, diretta verso il palazzo presidenziale. Dopo qualche ora, i leader della protesta riescono a convincere i dimostranti a indietreggiare, prima che la situazione si deteriori. Torniamo in albergo…

    [Ma] a un paio di isolati dall’albergo vediamo una nuvola di fumo alzarsi in cielo. Sembra che l’incendio avvampi nella zona del centro commerciale, dove siamo diretti. La prima cosa che vedo, quando giro l’angolo, e’ un autobus in fiamme e gente che corre verso di noi. Poco oltre l’autobus marcia una fila di poliziotti anti-sommossa. La gente scappa in tutte le direzioni e la polizia lancia gas lacrimogeno a volonta’. Il Popeye’s restaurant e’ in fiamme. Non c’e’ traccia di vigili del fuoco o di ambulanze, e nemmeno di polizia regolare. Solo le truppe anti-sommossa sono sulla scena e ignorano completamente l’incendio, avanzando verso la folla. Nei giorni successivi corre voce che l’incendio sia stato opera di provocatori, per far ricadere la colpa sui dimostranti. La storia viene infatti presentata cosi’ dai media, specialmente nei pochi secondi che vi dedica la CNN questa notte.

    Mentre filmiamo la scena, una donna corre a fianco dei poliziotti, supplicandoli tra le lacrime di non uccidere la gente. “Siamo tutti honduregni!”, grida, “per favore, non fate del male al vostro stesso popolo!”.

    Ci facciamo riconoscere subito come rappresentanti dei media internazionali. Stendiamo le braccia avvicinando le telecamere il piu’ possibile, per far capire ai poliziotti che le loro azioni saranno viste in tutto il mondo. La polizia continua la sua marcia, ingorando sia la donna che noi. Li seguiamo, scoprendo che sono diretti verso una folla piu’ numerosa raccolta a pochi isolati di distanza […] spargendo gas lacrimogeni in direzione dei dimostranti. Un’altra donna, vedendoci riprendere gli eventi, mi afferra per il braccio. La ascoltiamo attentamente mentre ci racconta di aver appena visto cinque giovani intrappolati e arrestati dalla polizia.

    La violenza intorno a noi aumenta in modo caotico e decidiamo che forse potremmo essere di aiuto a queste persone. Seguiamo la donna su un bas, ma non riusciamo a localizzare i giovani. In seguito, notizie di arresti e di gente scomparsa andranno aumentando e diventeranno parte centrale del nostro lavoro.

    Il pomeriggio seguente, gli uffici del Comitato dei Familiari dei Detenuti e degli Scomparsi in Honduras (COFADEH) odorano ancora di gas lacrimogeni. Mi trovo li’ per la terza volta, questa settimana. Le prime due visite, in condizioni molto meno stressanti. Di solito, il posto ha un’energia ben diversa, con gente che corre qua e la’ mostrando le foto dei desaparecidos e dei morti, o srotolando poster con notizie di eventi relativi al movimento di resistenza contro il golpe.

    COFADEH e’ una delle principali organizzazioni per i diritti umani in Honduras, regolare luogo di incontro della comunita’ che ha subito le repressioni della polizia nel passato e ora di nuovo, nel presente.
    Quando entriamo, troviamo i pavimenti coperti di corpi, tutti giovani appena rientrati da un’altra dimostrazione. La repressione si e’ fatta ancora piu’ feroce e i ragazzi si stendono a terra per curarsi le ferite, comprimendo fazzoletti bagnati contro il volto, per alleviare il bruciore degli occhi dovuto ai gas lacrimogeni. Alcuni reporter li stanno intervistando sugli attacchi. Si diffondono le voci di altri attacchi simili, i quali avvengono senza alcuna provocazione [da parte dei dimostranti] un po’ dovunque in citta’. La polizia applica la strategia dell’ “acchiappa e rilascia”, afferrando i dimostranti, picchiandoli e rilasciandoli prima che possa venire riempito un qualsiasi verbale.

    Ancora piu’ drammatiche sono le notizie della sparizione dei bambini. Quando, piu’ tardi, andiamo alla stazione di polizia, ci viene detto che nella sola giornata di oggi sono scomparsi 14 minori, in aggiunta ai 40 del giorno precedente. Alla stazione siamo in grado di facilitare il contatto tra gli avvocati per i diritti umani e i familiari di coloro che sono detenuti o scomparsi. Esamino al di sopra della spalla di qualcuno una lista di nomi ed eta’: 21, 24, 18…

    Il nostro lavoro continua per tutta la settimana. Trascorro ogni giorno dividendo il mio tempo tra le manifestazioni e le riunioni delle delegazioni con varie persone e organizzazioni direttamente coinvolte nelle lotte di opposizione. Queste includono il Centro per la Prevenzione, il Trattamento e la Riabilitazione dei Torturati (CPTRT), Il Centro per i Diritti delle Donne, Carlos H. Reyes (candidato indipendente alla presidenza per le prossime elezioni del novembre 2009), l’ambasciatore USA Hugo Llorens, e la consorte del presidente Zelaya, First Lady Xiomara Castro de Zelaya.

    Potrei dedicare molte pagine a ciascuno. La resistenza al golpe e’ un network di spirito di cameratismo come non lo avrei mai immaginato. Tuttavia, una sola organizzazione e’ sempre nell’occhio del ciclone e merita una menzione speciale per il coraggio di dire la verita’ alla gente dell’Honduras durante tutta la crisi, e questa e’ Radio Globo.

    Radio Globo e’ una stazione radio indipendente, situata fuori di Tegucigalpa, che trasmette su tutto il territorio nazionale. E’ la fonte principale di informazione per tutti coloro che sono coinvolti nella resistenza al golpe. Di recente hanno ricevuto un’ingiunzione di ritiro della licenza di trasmettere…

    L’ultimo giorno, la nostra delegazione viene invitata a descrivere in diretta a Radio Globo le nostre opinioni e impressioni. Il formato e’ quello di una tavola rotonda. L’intervista dura un’ora, dopo appena un breve preavviso. Piu’ tardi, delle persone per la strada ci dicono di averci ascoltati alla radio.
    Il modo in cui siamo ricevuti a Radio Globo, come durante le manifestazioni nelle strade, e’ un segno di quanto sia importante la nostra presenza in Honduras. Purtroppo, ci sono ben pochi osservatori internazionali sul posto, al momento, e il governo de facto spera che questo vuoto continui. E’ di grande importanza che le organizzazioni per i diritti umani considerino questa crisi una loro priorita’.

    Al momento in cui scrivo queste righe, sono ormai passati due mesi dal golpe. Il governo de facto non ha fatto che aumentare la pressione [sulla gente] applicando diverse tattiche per spaventarla. Malgrado lo scarso sostegno internazionale, migliaia di honduregni si riversano nelle strade ogni giorno dal 28 giugno, per testimoniare la propria opposizione al colpo di stato. Ma, come ha notato una persona del Centro dei Diritti delle Donne, “ci stiamo sfiancando”.

    Se la loro lotta continua a essere praticamente invisibile in USA, questo e’ devastante per il popolo dell’Honduras. Sembra un ulteriore esempio dell’apatia pubblica che i leader mondiali, con l’appoggio dell’occhio cieco dei media, sono in grado di generare in quei conflitti in cui non percepiscono alcun immediato tornaconto.

    http://counterpunch.org/shansky083120

  29. Faust x Caro Uro, mi sa che qui di fuso non c’è solo l’amico tuo…
    Faust x Caro Uro, mi sa che qui di fuso non c’è solo l’amico tuo… says:

    il post in questione è un perfetto manuale del ttreccartista coi ditini… di ggesso…. diciamo una tesi di laurea x cianfarlocco…
    Faust

  30. Peter
    Peter says:

    leggo cose interessanti sul Guardian.
    Sarkozy sembra avere il complesso dell’altezza. Nelle foto si circonda sempre di gente piu’ bassa di lui (1.68m). E’ piu’ bassino di Napoleone, persino. Che non era poi tanto basso per quei tempi. Il nostro Nanetto non e’ il solo complessato tra i ‘premiers’, eh eh.
    Il ministro degli esteri britannico, D. Miliband, ha un’agenda molto intensa per via del global warming. Sta incontrando francesi, danesi, svedesi…si teme che il mare del Nord sara’ infestato da alligatori tra qualche decennio. Se la temperatura globale aumentera’ di 4C entro il 2100, cosa possibile. Ci sara’ tra qualche tempo il meeting a Copenhagen, poi in Tailandia…Disperati tentativi di ridurre le emissioni di CO2

    Peter

  31. Linosse
    Linosse says:

    X Faust
    Da buon diavolaccio distingui (e bene!) le braci del classico tizzone infernale da quelle della micidiale sigaretta,la confusione per un Faust come sei non dovrebbe esserci per cui ….ocio!
    Saluti
    L.

  32. Linosse
    Linosse says:

    X M.T 58
    Le conclusioni ed i commenti ,alla tua maniera ,nella visine del soc ..smo per un bolognese sarebbero solo buoni non per una visione del soc…smo ma per una del socc…mel!
    Un linguista come te non ha bisogno di traduzioni.
    L.

  33. Faust x Sylvi
    Faust x Sylvi says:

    … auguri Madre Grande!!! La terra accoglie i tuoi frutti e genera vitae… Auguri cara, paz amor y suerte per il nuovo arrivato e felicita per la tua famiglia…
    Faust

  34. marco tempesta
    marco tempesta says:

    k almeno cnsce una xsn k ha il nome k inizia cn la m
    ———–
    Questo è l’italiano che sta prendendo piede tra i giovani, altro che dialetto!

  35. ber
    ber says:

    Caro Faust,
    io ho avuto un infarto tre anni fa,…mi son fatto curare pazientemente,(non sono andato in Usa per farmi installare un maker,…non ne avrei nemmeno la possibilita’),…e sto bene.
    Faccio giardinaggio,ho piantato le mie rape,…e mi prendo i rimproveri di mia moglie che,…ex infermiera professionale,mi segue pazientemente nonostante i suoi acciacchi.
    La dott.sa che mi ha in cura mi ha consigliato,nella mia visita di controllo annuale, di rifare l’angioplast,…io ho un po’ tentennato poi ho detto si,….lo faro’ tra qualche giorno.
    Se ti fai curare bene e con pazienza e,… smetti di fumare,…come ti consiglia chi ti vuol bene in questo blog,…camperai a lungo anche tu,…e bene.
    Se si deve vivere, bisogna essere indipendenti,….se si fa una vita
    da invalidi su una sedia a rotelle,…allora e’ preferibile togliere il disturbo al piu’ presto.
    Capito mi hai?
    Ti voglio bene,auguri di una pronta guarigione,anche dalla mia famiglia ,un abbraccio,Ber

  36. Vox
    Vox says:

    Disperati tentativi di ridurre le emissioni di CO2…

    Chissa’ se a tutti questi signori e’ mai venuto in mente che il pianeta Terra ha subito notevolissimi cambiamenti, non solo climatici, anche quando dell’uomo e della sua infausta opera non c’era nemmeno l’ombra? O forse credono che tutti si creda che il nostro pianeta abbia improvvisamente smesso di evolversi, o di far parte del Cosmo? O che non ci siano stati cambiamenti di temperatura anche piu’ significativi nei secoli passati?

    Le prove del riscaldamento dei mari non sono affatto conclusive, molti ricercatori confutano l’idea che, se un mutamento climatico c’e’, questo sia tutta opera umana. Inoltre, come la mettiamo con quelle zone terrestri in cui il freddo e’ invece aumentato?

    Diminuire le emissioni di CO2 va bene, ma in parallelo occorrerebbe passare seriamente non solo a forme di energia alternative, ma anche a nuove forme di produzione, staccate dalla logica dell’incremento e “sviluppo” (?) continuo, passare a nuove forme di convivenza col pianeta e con le sue risorse.

    Ben piu’ gravi, rispetto al CO2, sono i danni prodotti dall’inquinamento delle acque, dai chimicati nei terreni, dai pesticidi, dai disboscamenti, dalle guerre, come anche dal debito infinito (con le banche) nella cui morsa sono strette ormai le economie di tutti i paesi.

    E’ ridicolo fare tanto scalpore per il CO2, quando allo stesso tempo si fa di tutto per estrarre petrolio anche dai “polmoni” del mondo, di sotto le foreste amazoniche, in Alaska o sotto i parchi naturali italiani, distruggendo milioni e milioni e milioni di alberi, per non parlare dell’habitat di migliaia di specie animali e vegetali.

    L’unica soluzione geniale alla quale siamo arrivati fino a oggi e’ la carbon tax! Le tasse sono la panacea a ogni problema.
    8 centesimi di euro in piu’ per litro di benzina et voila’, il problema e’ risolto. Per il resto si continui pure come prima.
    Verrebbe proprio da dire a questi geni: mavala’…

  37. MoneyMakax
    MoneyMakax says:

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