La logica capovolta dello Strapaese e della sua Chiesa, prigionieri di un direttore e di un editore pluricondannati come Vittorio Feltri e Paolo Berlusconi. Entrambi condannati a ben di più dei miseri 512 euro e della baggianata delle molestie telefoniche usate per distruggere Dino Boffo. Berlusconi ha addirittura patteggiato una cifra 100.000 volte più grande di quella di Boffo!

Che lo Strapaese sia sull’orlo dell’abisso, anzi di vari abissi, lo dimostrano anche la logica capovolta, l’autocensura, l’ ignoranza e imbecillità congenita di giornalisti, politici e monsignori nel trattare il caso Feltri/Boffo.
Come è possibile infatti che si sia permesso di montare in cattedra e dar lezione, fino ad abbandonare Boffo al suo destino, a un giornalista pluricondannato come Feltri, per giunta direttore di un giornale proprietà di un editore pesantemente condannato come Paolo Berlusconi?
Un editore, Paolo Berlusconi, indagato per vari reati come falso in bilancio, truffa e corruzione, che ha patteggiato una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione ed il pagamento di 49 milioni di euro, pari a quasi 100 mila volte la cifra pagata da Boffo. E un direttore, Feltri, che ama circondarsi di campioni senza macchia come Renato Farina, condannato anche lui e pure radiato dall’Ordine dei giornalisti. Un direttore, Feltri, che come ha scritto L‘espresso ha taciuto notizie molto importanti e ne ha date con clamore di fasulle. Tra queste ultime, secondo L’espresso, uno “scoop” sul caso Moro risultante falso, così come la notizia sulla diffusione della lebbra in Sicilia, un’intervista al cantante Francesco De Gregori, una presunta sparatoria della scorta di Oscar Luigi Scalfaro contro un elicottero dei vigili del fuoco e altro.
Un direttore, Feltri, che se non ricordo male sputò sul cadavere di Fabrizio Quattrocchi [come mi ha segnalato una lettrice, in realtà si trattava di Enzo Baldoni. Quattrocchi, anche lui rapito e ucciso, era invece un contractor], il giornalista freelance rapito e ucciso dai terroristi islamisti in Iraq. Un direttore, Feltri, che ha sempre difeso e non ha mai criticato neppure da lontano un giglio candido quel è Marcello Dell’Utri, il sodale braccio destro di Silvio Berlusconi, condannato e patteggiatore su vari fronti giudiziari.
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