GLI USA ADDESTRANO E USANO KILLER PROFESSIONISTI

http://www.repubblica.it/cultura/2014/11/02/news/come_sono_diventato_un_killer-99558553/?ref=HREC1-6

COME SONO DIVENTATO UN KILLER

Entrato a far parte di una squadra per “missioni impossibili” David Tell è stato addestrato per ammazzare senza pensare. Un giorno ha capito di essersi trasformato in un’arma e ha detto basta. Confessando i suoi omicidi in un libro

di ROBERTO SAVIANO

Sono ormai anni che ho come un vizio d’osservazione. Quando incontro una persona nuova tendo a evitare di categorizzarla secondo le valutazioni solite: ambizioso, furbo, ignorante, colto, gentile. Tendo invece a inserirla in una categoria tutta mia. Per esempio cerco di cogliere il grado di sofferenza che ha patito. Parto da lì. Quanto ha sofferto, quanto dolore ha provato. Quando ho incontrato David Tell ho visto un volto con addosso tutte queste tracce. Sembrava un Charlie Brown ma pieno di casini e di rovelli, persino emozionato nell’incontrarmi e totalmente disabituato alle interviste. È la prima della sua vita. Ho voluto incontrarlo dopo aver letto il suo libro, Io sono un’arma, che racconta come un uomo che entra nei marines (corpi speciali FastCo) si tramuta poi lentamente in un’arma.

David non è il suo vero nome: “Ho deciso di firmarmi con uno pseudonimo perché la mia filosofia è sempre stata questa: non emergere. Non voglio che i miei figli si debbano mai preoccupare per me. Durante le mie ultime missioni era stata messa una taglia su di me, sia dai narcos che dai vecchi alleati di Saddam. Non voglio fargli il favore di dirgli dove sto e quanto sono facile da raggiungere. Quanto al corpo dei marines è possibile che qualcuno non apprezzi il mio libro, e che quindi voglia screditarmi, boicottarmi, persino accedere ai miei file e decidere così di gettarmi in pasto ai leoni svelando la mia identità. Ma potrebbe anche accadere il contrario: più feroci e spietati vengono descritti, più i marines si sentono forti. Sono quasi certo che dopo aver letto questo libro diversi ragazzi andranno persino ad arruolarsi…”. Le prime pagine ricordano in ogni dettaglio Full Metal Jacket, il film di Kubrick. “È il film che più di tutti racconta il disumano addestramento nei marines, ma è anche il film che i marines considerano quasi uno spot. “In quanti lo hanno visto?” urlano gli istruttori alle reclute appena arrivate. E davanti alle tante mani alzate proseguono: “Beh, non è così che verrete trattati, sarà molto peggio che nel film””.

David ha partecipato a operazioni considerate “terminali”, ossia da cui è difficile tornare. È stato in missione senza mai tornare a casa per un anno intero: “Sono missioni che può fare solo chi non ha famiglia, chi non la vuole, chi non vuole nessuno che gli voglia bene e chi effettivamente non ha nessuno che gli voglia bene”. David ha ucciso, e molto, e anche da lì non si torna mai indietro. Come si fa a diventare un killer? Gli chiedo se ha ancora dinanzi i volti di chi ha ammazzato, se si ricorda attimo per attimo le volte in cui ha ucciso. “La prima volta senti una scossa elettrica nel corpo e nel cervello. I primi due non li dimentichi. Poi, in genere, te ne ricordi un altro paio, ma per altri motivi… che ne so magari uno ti stava ammazzando e tu ti sei salvato per un pelo, o a spararti era una donna. Ognuno di noi ha dei morti che ricorda, il numero ha una rilevanza relativa”. Insisto, almeno ci provo  –  “Ma quindi tu quanti…”  –  ma non riesco a finire la frase. “Io non lo so quanti ne ho uccisi, e poi devi tenere conto del fatto che dove c’è fuoco incrociato tu vedi quello che cade ma non sai se la raffica è stata la tua o quella di un tuo compagno, oppure fuoco amico”.

Il cinema rende la guerra ordinata e razionale per esigenze di copione, altrimenti lo spettatore non comprenderebbe nulla. Ma è proprio quello che succede sul campo di battaglia. Non si capisce nulla. Il comandante forse ha una visione ipotetica di quello che sta succedendo ma i soldati che sono lì sparano tra rumori assordanti, panico, urla. “Non so di nessuno che sia mai andato a controllare se quello a cui hai sparato fosse davvero morto. Spari e basta. Io ricordo i primi due, poi è come se sfumasse tutto in una sorta di brodo. Non li ho mai contati. Sicuramente avrò ammazzato più di trenta persone, non credo di superare le settanta”. Il libro scritto da David è un manuale su come l’uomo possa essere modellato a non temere, non soffrire, non provare empatia né pietà, a obbedire immediatamente, a tendere tutto se stesso alla realizzazione di un obiettivo, a saper sopravvivere in condizioni estreme, a svuotare la testa da ricordi tristi, o felici. Essere solo biologia militare. Hai mai provato schifo per questa mattanza? O davvero l’addestramento ti ha anestetizzato? “Tutto è cambiato quando il cervello di un mio amico si è spiaccicato contro la mia maschera antigas. Da allora non riesco più a mangiare cibi che abbiano una consistenza liquida”. E perché ci si arruola sapendo che di te vorranno fare un’arma? “Io sono entrato nei marines senza nessuna motivazione particolare. Quando hai diciott’anni hai una visione deformata della guerra e una visione ingenua delle cose. Non sono partito pensando di voler diventare un killer. Ti lasci influenzare dagli amici. Poi, sai, basta anche un piccolo episodio…”. Tipo? “Tipo trovarsi con una pistola puntata in faccia in un parcheggio, fottersi dalla paura e pensare: va bene, vediamo se diventando un marine una pistola in faccia mi farà ancora paura”. D’accordo, ma durante l’addestramento  –  violentissimo, disumano  –  nulla ti suggerisce di mollare? “Lì è una prova con te stesso. Ti chiedi: quanto riuscirò a resistere? Mollare è da merde, da falliti. Io mi sentivo un patriota, volevo ripagare il mio paese per ciò che il mio paese mi aveva dato”.

Poi, un giorno, David molla, lascia i marines, proprio lui, uno dei più fidati, sopravvissuto a missioni impossibili, diventato per la sua compagnia quasi una leggenda. “No, ero diventato una bestia, ed ero stanco di uccidere. Ha un senso quando sai perché lo stai facendo. Ma io non sapevo nemmeno chi uccidevo. Chi è sbarcato in Normandia sapeva chi ammazzava e perché, io non più. Durante una missione contro trafficanti di droga in una zona aeroportuale dovevamo prendere pilota e corriere. Ce la prendemmo invece con chi non c’entrava nulla. Un’altra volta ci avevano tolto piastrine identificative e documenti, tutto ciò che avrebbe potuto identificarci come americani. Anche le munizioni non erano dell’esercito ma di quelle che puoi recuperare sul mercato nero. Lì mi sono detto: ma questi cosa cazzo stanno facendo, mi stanno abbandonando sul ciglio della strada come un cane? Il fatto è che per il corpo dei marines tu sei solo una parte. Il fatto che il corpo dei marines ti usi per uccidere gli innocenti non frega a nessuno. Io non ho mai pensato di essere un killer, piuttosto un’arma a disposizione del corpo dei marines. Un’arma come ce ne sono tante nei loro magazzini. Così come non ho mai pensato che il mio fucile avesse del risentimento o delle emozioni, credo che i marines non abbiano preso in considerazione che ne avessi io. Solo un mezzo, uno strumento di loro proprietà”.

E dopo? “Quando esci da un corpo speciale come FastCo ti serve tempo per riprendere contatto con la realtà, scrollarti di dosso la paranoia. Sei così abituato a sospettare di tutto e di tutti che è dura tornare a vivere. Ho passato anni a nascondermi e a scappare, soprattutto da me stesso. Oggi per me è molto difficile trovare cose in comune con la maggior parte delle persone che mi circondano”. Si crede che vivere il dolore renda migliori. Ma questo può crederlo solo chi non ha davvero vissuto una grande ingiustizia. Non credo sia facile, dopo un trauma e dopo un grande dolore, tornare a una vita serena, persino riuscire a vivere con dignità. Il dolore ti spezza per sempre. Ma questa è solo la mia opinione, David non la pensa così. Si è costruito una famiglia. “Sì, sono passato attraverso la pazzia e ora mi sento meglio. Mi sono sposato, ho dei figli e cerco di fare di tutto per avere un codice morale”. Cerca di stare lontano dai casini, me lo immagino come lo scienziato Robert Bruce Banner che quando si innervosisce si trasforma in Hulk. Cerca di stare lontano dalle risse e dai guai perché altrimenti rischia “di buttare giù i muri”. Chiunque viva un dramma e un trauma riversa il dolore poi soprattutto sulle persone a cui vuol bene. E la mia ultima domanda è: come regge sua moglie tutto questo? “Vivere con me so che può essere molto difficile. Di notte mi sveglio piangendo e urlando, ma la persona che mi abbraccia e consola è mia moglie, e non c’è ragione perché io debba essere violento con lei”.

11 commenti
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    E così il povero Obama si è fatto impallinare come un dordo (tordo) senza aver mai neppure veramente cercato di risalire la china, ad esempio dicendo chiaro e tondo ai suoi concittadini quali sarebbero le conseguenza della vittoria di questo Partito Repubblicano.
    Il che dimostra chiaramente che la vitttoria di otto anni fa è stata immeritata e che la Clinton sarebbe stata un presidente di gran lunga migliore.
    Ma Obama aveva l’appoggio delle banche, cosa che dovrebbe far riflettere sugli ormai scarsissimi contenuti democratici di un sistema elettorale basato solo sul denaro, com’è ormai quello useggetta (e non solo, per la verità). Visto che i finanziamenti ora sono del tutto libbbbberi le banche di Wall Street potranno eleggere esplicitamente i loro candidati. Come fanno ormai da molto tempo ma finora più in sordina.
    In Ittaglia le cose non sono state molto diverse ed ora peggioreranno ancor di più.
    Insomma, come diceva Marx, la democrazia formale della borghesia è diventata esplicitamente una plutocrazia.
    Viva la libbbbbbertà!
    Un saluto U.
    PS. Caro Peter, ma se è vero che qualcuno si diverte a farle saltare i nervi mi sembra evidente che toccherebbe a lei evitarlo in tutti i modi. Non le pare? u.

  2. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Caro Uroburo,
    non si dimentichi che Obama e’ ancora Presidente per altri due anni.
    Dipende dal come li usera’.

    Saluti , Anita

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Anita,
    voi li chiamate Anitre zoppe, espressione che mi sembra molto centrata.
    Obama era stato eletto per fare certe cose, in realtà ha ritirato i soldati, cosa che non sarebbbe stato possibuile evitare, ed ha fatto una mezza riforma sanitaria senza avere il coraggio di rivolgersi direttamente al paese, come avrebbe potuto e dovuto, per varare unalegge sanitaria decente.
    Lo trovo un debole e comunque uno che non può ribellarsi a chi lo ha messo alla Casa Bianca. Che NON sono i suoi elettori.
    Un saluto U.

  4. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Il ritiro delle truppe, era stato stipulato da Maliki e Bush, ma non in totale e, secondo la situazione sul territorio.

    Obamacare….
    II nome e’ cambiato: ” Affordable Care Act ”

    https://www.youtube.com/watch?v=B7MSRtsafG0#t=24

    Tutto costa molto di piu’, i dottori partecipanti sono legati e condizionati….ne so qualche cosa sulla mia pelle e, tasca…

    Anita

  5. Peter
    Peter says:

    Un film che consiglierei di vedere e’ ‘ nightcrawler’ con J. Gyllenhaal.
    Una storia sordida, un giovane delinquente che vive di espedienti decide di tentare la fortuna facendo il fotografo notturno improvvisato di fattacci a LA. La regola e’ ‘if it bleeds, it leads’, se c’ e’ il sangue, c’e’ la notizia.
    Il fotografo dilettante non si perita di prendere e vendere foto a breve distanza di persone agonizzanti dopo incidenti stradali o sparatorie, prima o dopo che polizia ed ambulanze arrivino. Complice ‘ the lowest graded TV station in LA’, la emittente tv meno quotata in LA.
    Ma va molto piu’ oltre.
    La crudita’ e realismo del film sono impressionanti. Paragonabile al coreano ‘ pieta’ direi, ma molto meglio realizzato e piu’ convincente.

    P.

  6. sylvi
    sylvi says:

    Non vado mai, il 4 novembre, a Redipuglia.
    Ci andavo molti anni fa, al tempo in cui la Politica , quella antimilitarista dura e pura , oppure quella godereccia “in tutt’altre faccende affaccendata” stava a Roma, senza salire all’estremo nord-est in un Sacrario per di più colpevole di essere stato costruito da Mussolini.
    Sono sempre stata sicura che i centomila morti fossero contenti di essersi risparmiati una parata ipocrita!
    Gli bastava la compagnia di chi veniva a salutarli di tanto in tanto, con riconoscenza per la loro gioventù così violentemente e assurdamente sacrificata.
    Poi?….Ehhh poi c’è stata la riscoperta della Patria, del Tricolore …e soprattutto di quel grande bacino di voti di italiani che non avevano scordato i loro morti in nome di queste due parole così obsolete!
    Ed è partita la caccia al voto…di dx e di sx.

    Poi Riccardo Muti ha pianto e pregato con la sua orchestra, per non dimenticare.
    Poi Papa Francesco , senza nessuna cerimonia, è venuto a pregare e a ricordare questa immane tragedia!

    – E chi sono io meno di Francesco, per non parlare prima dello strimpellatore Riccardo Muti, che mi fregano la prima pagina a Redipuglia ?.- avrà pensato la “rossa” arrogante radical chic .

    E’ arrivata, toccata e fuga con l’aereo di Stato, (questa volta senza l’amante già scorrazzato a nostre spese al funerale di Mandela in Sudafrica), la sinistra Presidente!
    I morti? Beh, chi muore giace e chi è vivo si da pace!
    E a lei piacciono soprattutto i vivi extracomunitari da importare in Italia senza regole, senza se e senza ma!

    Allora a Redipuglia , ai confini di Stato quotidianamente invasi da infelici che credono di arrivare in Paradiso; alle quote di scampati dal Mediterraneo con Mare Nostrum, ( quelli almeno profumatamente pagati dallo Stato) si sono sommati i pellegrini via terra; sono ammassati in tende, in riva ai fiumi, nei parchi cittadini, in ruderi di vecchie caserme, davanti a amministratori e cittadini che non sanno più dove collocarli, che non controllano più il loro stato di salute, che chiamano, al solito, gli alpini dell’ANA a dare una mano…
    Bene, la Signora, dall’alto dei morti di Redipuglia e con il suo foularino così elegante, ci spiega, a noi sprovveduti di confine, che ” in Friuli i profughi sono pochi” e che ” dovremmo guardare al Libano, dove ce n’è un milione e più!”.
    Dovremmo guardare al Libano? Ma la Signora sa almeno dove si trova?
    Forse no! Ha sbagliato aereo e non ha il compagno che le stenda la carta geografica!

    E questa sarebbe la sx che più sx non si può?
    E queste sarebbero le Autorità statali che noi dovremmo rispettare?
    Se n’è andata di corsa a Roma, meno male!
    E dalle Tre Croci in alto sulla collina, fino all’ultimo gradone in basso, dai Centomila è salito al cielo un sospiro di liberazione .
    -PRESENTE e finalmente in Pace!-

    La prossima volta che vado a Trieste devierò a Redipuglia con un fiore …per ricordare ai morti che la sbornia politica è passata e che non sono più soli in mezzo a un mare di ipocrisia.

    Sylvi

  7. caino
    caino says:

    http://it.m.wikipedia.org/wiki/Ipocrisia

    Ipocrisia.

    Nonna Syilvi ha tirato in ballo la parola ipocrisia per attribuire ad un’alta carica dello Stato, definita genericamente la “rossa”,per la visita che questa fece al sacrario di Redipuglia, presumendo che la Stessa abbia fatto quel gesto a solo scopo di propaganda.
    Fin qui nulla di male….ognuno e’libero di pensare quello che gli pare di chicchessia…ho volutamente richiamato in apertura , il pare di wikipedia con il quale ci si puo’trovare in linea di massima in accordo….
    Infatti a mio avviso finche’ci si ferma sul piano individuale , direi meglio individualistico il suo e’ parere meritorio di essere preso in considerazione come il suo esatto opposto..

    Quello pero’ che non ho capito e’ il tirare in ballo, altri argomenti tipo i clandestini , i rifugiati, gli esuli…epoi una poco chiara non ben definita sbornia politica generale del recente passato..sic da ricordare sic nientemeno che ai morti del grande macello …del 15/18..presumo che si riferisse al parere dei vivi di oggi, a meno di particolari proprieta’ divinatorie..o dantesche…

    Infatti, interpretare le volonta’ dei morti, attraverso il parere dei vivi, abbisogna di doti veramente particolari, che per esempio pochi possiedono..
    Quindi “la rossa” sara”pure un’ipocrita sul piano individuale, poiche’ magari in cuor suo non sentiva di rendere omaggio alle vittime del solenne massacro…e chi lo puo’ dire, probabilmente Sylvi possiede anche il dono di leggere nelle coscienze individuali, per il resto invece non ci resta che affidarci alla storia e alla politica che pur essendo fatte da singoli individui attengono a valutazioni di caratere generale..non bisogna in sostanza, mai confondere i due piani quello indiduale e quello generale…senno’si rischia di fare sul piano indiduale della propaganda, sfruttando avvenimenti che appartengono ad un altro piano….
    Infatti se la”rossa”e’accusata di farsi propaganda personale , l’accusa a questo punto e’facilmente ribaltabile..

    caino

  8. caino
    caino says:

    IN MERITO…

    In merito all’articolo di Roberto Saviano, trovo perfettamente normale che una nazione uno Stato come gli Usa si dotino reparti speciali che alla fine possano produrre “casi”come quello raccontato.
    Puo’per chi non mi conosce bene apparire spropositato, questo miogiudizio..ma se non si vuol appartenere alla categoria degli ipocriti e’ bene affrontare sul serio un argomento che alla fine puo’anche sconfinare nel filologico.
    Facciamoci questa domanda ,perche’ gli Usa non dovrebbero approntare dei Reparti del genere.
    Forse sulla base di unagenerica, quanto mai aleatoria, affermazione di principioche gliUsa sono i portatori del BENE morale nelmondo?
    E in forza di questo stupirci che possano produrrr cose del genere o anche piu’ semplicente affermate che gli Usa sono una nazione come tutte le altre, anche se allo stato attuale delle cose , la piu’potente e che pertanto nella logica delle relazioniinternazionali, da che mondo e’mondo gli Avversari si sono sempre affrontati su queste logiche ,su logiche di potenza e di dominio?

    O affidarci ad un giudizio morale di tipo individuale che afferma che gli Usa essendo i portatori del Bene , certe porcate nondovrebbero farle…..?
    LA domanda e’ alla fine…a cosa serve una tautologia del tipogliUsa addestrano corpispeciali di “assassini, visto che lo fanno tutti?
    Per me il fatto e’ di una scontatezza immane.

    caino
    Semmao bisogerebbe fare altre considerazioni.

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