Come Israele zittisce il dissenso per coprire i propri crimini

Mairav Zonszein : come Israele silenzia il dissenso.

Jaffa, Israele – Il 12 luglio, quattro giorni dopo l’ultima guerra a Gaza, centinaia di israeliani si sono riuniti nel centro di Tel Aviv per protestare contro l’uccisione di civili da entrambe le parti e chiedere la fine dell’assedio di Gaza e dell’occupazione israeliana nella Cisgiordania. Hanno cantato, “ebrei e arabi rifiutano di essere nemici.” Hamas aveva avvertito che avrebbe sparato una raffica di razzi contro centrale di Israele dopo le 9 di sera e lo ha fatto.

Ma le lesioni subite a Tel Aviv quella notte non derivavano dal lancio di razzi, ma da un attacco premeditato di un gruppo di estremisti ebrei israeliani.che cantavano “Morte agli arabi” e “Morte alla sinistra ,” e hanno hanno attaccato i manifestanti violentemente . Alcuni manifestanti sono stati picchiati e hanno avuto bisogno di cure mediche : la polizia non ha fatto nessun arresto . La stessa cosa è accaduta a un’altra protesta contro la guerra ad Haifa e questa volta tra le vittime : il vice sindaco della città, Suhail Assad e suo figlio. Il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha fatto alcuna dichiarazione per condannare la violenza, anche se in precedenza aveva dichiarato che la sua preoccupazione principale era garantire la sicurezza dei cittadini israeliani. Continua a leggere

GIDEON LEVY: 1) – LA SINTASSI INTERNA DELLA VIOLENZA (DI ISRAELE); 2) – IL VERO VOLTO DELLE FORZE ARMATE (DI ISRAELE)

http://frammentivocalimo.blogspot.it/2013/04/gideon-levy-la-sintassi-interna-della.html del 12 aprile 2013

http://frammentivocalimo.blogspot.it/2014/08/gideon-levy-idfs-real-face.html del 31 agosto 2014

1) http://frammentivocalimo.blogspot.it/2013/04/gideon-levy-la-sintassi-interna-della.html

venerdì 12 aprile 2013

Gideon Levy : La sintassi interna della tempesta .

Venendo in difesa di Amira Hass dopo il suo controverso editoriale sul lancio di sassi palestinese, Gideon Levy sostiene che le critiche contro la Hass mettono a nudo l’ipocrisia, o l’ignoranza, di vaste aree dell’opinione pubblica israeliana.
di Gideon Levy
La tempesta che si è scatenata sull’importante parere di Amira Hass, “La sintassi interna del lancio di sassi palestinese,” è stata benvenuta. Ha messo a nudo tutto in una volta l’ipocrisia, o l’ignoranza, di vaste aree dell’opinione pubblica israeliana.

L’ipocrisia, perché la folla indignata ignora l’originaria, fondamentale, istituzionalizzata e metodica violenza insita nel fatto stesso dell’occupazione e dei suoi meccanismi. L’ignoranza, perché è sottinteso che i ferventi oppositori potrebbero proprio non sapere quanto crudele sia la tirannia militare nei territori.
Inoltre, coloro che hanno accusato così furiosamente la Hass di “aver attraversato il confine” e di “incitamento all’omicidio” non hanno letto il suo pezzo fino in fondo. Non contiene istigazione a delinquere, ma piuttosto una preoccupazione leale e coraggiosa per la lotta di liberazione palestinese, che è assente nel dialogo israeliano.  Se c’è qualche che propugna nel suo commento, è indirizzata principalmente alla lotta non violenta contro l’occupazione, sotto forma di appello alla documentazione, dell’andare a lavorare le terre rubate e del superare la paura degli interrogatori. Anche l’atto di prendere le pietre si giustifica soltanto come ultimo, inevitabile rifugio. Il commento è stato pubblicato pochi giorni dopo che gli ebrei avevano letto sul Haggadah, che racconta la storia di una lotta per la libertà di un diverso popolo, una lotta che includeva calamità ben più terribili dei sassi lanciati contro i negatori della libertà. Generazioni di ebrei leggono questo testo con stupore e meraviglia, raccontandolo ai loro figli. Ma non sono disposti ad applicare la stessa regola di base – la stessa giustizia interna, secondo la quale la resistenza, inclusa la resistenza violenta, è un diritto di nascita e un dovere di ogni nazione sconfitta, come ha scritto la Hass – a tutti e non solo gli ebrei. Continua a leggere

ATTIVITA’ ILLEGALI: MEGLIO CONTABILIZZARLE CHE COMBATTERLE!

Attività illecite? Meglio contabilizzarle che combatterle.

Quando un avverbio, indipendentemente, cambia l’economia e la società

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Nel 2014 gli Stati membri dell’Unione Europea apporteranno cambiamenti importanti nei metodi di contabilità nazionale per la definizione del Prodotto interno lordo (Pil) e del Reddito nazionale lordo. Non si tratta di un’opzione ma dell’attuazione di una direttiva dell’Onu. Gli Usa l’hanno adottata nel 2013. Adesso tocca all’Europa. Di conseguenza i parametri di Maastricht saranno profondamente modificati, anzitutto i rapporti decifit/Pil e debito/Pil utilizzati, come è noto, per definire la situazione della finanza pubblica dei singoli Paesi. I mercati ovviamente ne tengono conto per decidere i loro comportamenti finanziari. Ad esempio, lo spread naturalmente riflette anche il livello di tali rapporti. Le organizzazioni internazionali e sovranazionali di controllo oggi li valutano per imporre politiche restrittive o commisurare sanzioni nei confronti di chi li viola.

In Europa il Reddito nazionale lordo è utilizzato per determinare il contributo di ciascun Paese al bilancio dell’Unione. E’ da decenni che si parla della necessità di migliorare il sistema di contabilità nazionale in quanto i metodi utilizzati sono notoriamente insoddisfacenti. Il parametro del Pil infatti fu “inventato” nel lontano 1934 e è stato un utile riferimento anche se ritenuto  altamente impreciso finanche dai suoi promotori. Il problema della riforma oggi è l’introduzione di proposte intelligenti e necessarie e di altre purtroppo davvero improponibili anche sul piano etico. Continua a leggere

ISRAELE: “UNO STATO FONDATO SULLA RAPINA”

http://www.internazionale.it/opinioni/amira-hass/2014/09/03/uno-stato-fondato-sulla-rapina/
di Amira Hass

È sorprendente che qualcuno si stupisca ancora alla notizia di un’altra rapina a mano armata, che in gergo burocratico si traduce come dichiarare un pezzo di terra proprietà dello stato. Qualcuno sembra stupito che nel bilancio dello stato israeliano il ministero della difesa è diventato prioritario, mentre l’istruzione ha subìto pesantissimi tagli.
Il regime israeliano si fonda su tre pilastri: rubare la terra e scacciare coloro che ci vivono, nutrire l’apparato di guardie del corpo (l’esercito, nel gergo locale) che proteggono la spoliazione, e demolire lo stato sociale spazzando via il principio della responsabilità civile reciproca.
Senza questi tre princìpi fondamentali non sarebbe il nostro regime. Ma parlare dei dettagli, stupirsi al momento giusto, sorprendersi una tantum, ci fa dimenticare il quadro generale. Ci fa dimenticare il fatto che è proprio questo il regime. Continua a leggere