1) – Contro la crisi la politica monetaria da sola non funziona 2) Appello contro la caccia ai pensionati con la scusa delle “pensioni d’oro”

L’illusione di una governance delle liquidità

Mario Lettieri* Paolo Raimondi** *Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Nel giro di pochi giorni le banche centrali ed i governi dei maggiori Paesi occidentali hanno preso una serie di decisioni finanziarie e monetarie di enorme portata. Se le si analizza una alla volta separatamente fanno notizia per un breve tempo e poi diventano passato. Se, invece, si prendono insieme diventano una strategia globale con preoccupanti conseguenze future. La Banca Centrale Europea ha portato il tasso di interesse di riferimento allo 0,25%, cioè allo stesso livello di quello della Federal Reserve. E’ dalla crisi del 2007 che i tassi di interesse hanno continuato a scendere senza effetti significativi sulla ripresa economica dimostrando che i vecchi strumenti di politica monetaria non funzionano. Sotto lo zero non si può andare; adesso i tassi potranno solo risalire.

La Fed nel 2007 aveva un tasso di 5,25% che da dicembre 2008 è dello 0,25%. Nel 2008 il tasso delle Bce era del 4,25% e, riduzione dopo riduzione, anche in Europa siamo arrivati allo 0,25%. La teoria secondo cui il basso costo del denaro mette in moto automaticamente maggiori investimenti si è rivelata una pura illusione. Eppure la Storia insegna che il mercato da solo non ha mai risolto situazioni di grave recessione o di depressione economica. Soltanto una profonda riforma della finanza, un sistema di credito produttivo pubblico/privato e grandi progetti di modernizzazione e di sviluppo dei vari settori dell’economia reale creano ricchezza e nuovi posti di lavoro con una certa incisività sui livelli del debito pubblico.

Quasi contemporaneamente le banche centrali di USA, UE, UK, Giappone, Canada e Svizzera, hanno deciso di rendere permanenti i cosiddetti accordi monetari swap per creare una prudente rete di protezione della liquidità. Accordi swap temporanei, cioè linee di credito in valuta estera tra banche centrali, erano stati opportunamente introdotti 6 anni fa per rispondere al “credit crunch” globale che, come si ricorderà, aveva colpito molte grandi banche internazionali e minacciava l’implosione dell’intero sistema finanziario.

Nel frattempo la Fed ha deciso di continuare a immettere nel sistema nuova liquidità per 85 miliardi di dollari al mese fintanto che lo reputerà opportuno. Il 17 ottobre governo e congresso Usa hanno concordato di sfondare il tetto del debito pubblico per evitare la bancarotta federale. Tale questione però si ripresenterà a febbraio 2014 quando Washington dovrà annunciare un nuovo innalzamento del tetto debitorio o iniziare lo “shut-down” di alcuni settori dell’amministrazione pubblica.

E’ preoccupante quindi vedere che i governi e le banche centrali, invece di accordarsi sulla grande riforma del sistema e su una nuova architettura finanziaria, stiano approntando misure di stampo meramente monetarista per far fronte ad una nuova fase di crisi globale che evidentemente ritengono essere inevitabile.

Uno dei problemi è la tenuta del crescente debito americano. Secondo gli ultimi rapporti Cina e Giappone, che insieme detengono il 43 % del debito in mani straniere, non intenderebbero continuare nella politica di acquisto delle obbligazioni del Tesoro USA. Anzi avrebbero già diminuito di oltre 40 miliardi di dollari il loro pacchetto di bond americani. Ancor più preoccupante è il fatto che le obbligazioni spazzatura americane (junk-bond), a fine anno toccheranno i 1000 miliardi di dollari. Nel 2012 ammontavano a 642,3 miliardi; nel 2007, alla vigilia del grande botto, erano pari a 900 miliardi di dollari. Nella sostanza è una nuova bolla.

Non vogliamo essere delle cassandre. Ma in mancanza di politiche e di riforme virtuose del sistema economico e finanziario, temiamo che nuove tempeste siamo in arrivo. Il verificarsi di nuove bolle speculative rappresenta un chiaro segnale di possibili sconquassi purtroppo suffragati anche da dati che evidenziano livelli di rischio superiori a quelli del 2007. Perciò le banche centrali sbagliano se pensano di poter escludere una crisi sistemica soltanto perché hanno concordato una “governance della liquidità”. Il fatto di incatenarsi assieme non garantisce la sopravvivenza se l’onda sale!

I Paesi più deboli, come l’Italia, avendo poco da perdere, anziché balbettare singolarmente potrebbero o meglio dovrebbero farsi sentire in modo univoco e più forte con proposte di riforma e programmi più coraggiosi di rilancio economico.

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Appello contro la caccia ai pensionati

Come potete leggere da uno dei link contenuti nella web pagina http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13299 , a Milano è nato il movimento Unione Nazionale Pensionati per l’Italia, annunciato con questo testo:  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13086 Sono uno dei fondatori. Il presidente è il mio collega Franco Abruzzo. Vi invito a leggere anche e a sottoscrivere l’appello che propone, il cui link è https://secure.avaaz.org/it/petition/Appello_al_Parlamento_e_al_Governo_lasciare_stare_i_pensionati_hanno_gia_dato_in_tasse_e_contributi/?launch

Grazie.

206 commenti
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  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Egregio Calpurnio,
    il Presidente Napolitano fa sapere che la strage di Prato dove in un laboratorio a vetri oscurati sono periti una mezza dozzina di cinesi, lavoratori in nero:
    “quindiciorealgiornoauneurol’oraetuttisenefregano”..
    è uno sfruttamento “insostenibile”.

    Ci sono quindi, sfruttamenti “sostenibili”?
    Quali, se mi consente di chiederglielo?

    C.G.

  2. Tizio,Caio e Sempronio
    Tizio,Caio e Sempronio says:

    Egr Sig Cerutti,

    temo che il nostro Presidente abbia pronunciato una frase che lascia spazio ad ambiguità ,anche se ,ad onor del vero, la medesima si potrebbe riferire esclusivamente al fatto che lei cita.
    Possiamo pertanto tranquillamente affermare che il Presidente ,sia stato in questo caso ..come dire ..disattento !
    In merito invece alla sostanza della sua acuta osservazione (anche un po maliziosa per certi orecchie delicate e sensibili ),ovvero ,se può esistere o meno uno sfruttamento sostenibile ,la potrei rimandare direttamente all’obsoleto e fuori dal tempo Carlo Marx a proposito di massa della Miseria e massa della ricchezza.

    In realtà il vecchio trombone affermava che miseria e miseria sociale, non sono esattamente la stessa cosa,in quanto la prima può afferire a fenomeni di fame vera e propria, mentre per la seconda il desueto ed anacronistico vecchio di Treviri ,affermava che le leggi del capitalismo aumentano la massa della miseria sociale e diminuiscono quelle della fame.
    Per cui sì, in conclusione, si può tranquillamente affermare che esiste uno sfruttamento sostenibile.(Ed è quella che avviene tutt’ora,ma non nel caso di Prato, dove probabilmente siamo in presenza di un vero e proprio fenomeno schiavistico).
    Temo però che la Sig Silvi, stenterà a comprendere,presa com’è a definire i limiti ed i confini della scienza scienziata,concetti troppo astrusi per menti semplici come la mia,che non essendo né preside ,né insegnante stento assai ad afferrare nella loro profondità e pienezza.
    Spero però che Lei mi abbia inteso.
    Vedo anche che è intervenuta nel dibattito la Sig Anita, che temo non abbia capito il senso del comico e ci rimanda ad una astrusa aristocrazia della ricchezza materiale,ovvero ad una sorta di Galateo del vero ricco materiale a cui si dovrebbe attenere.
    Simpatica però ..devo dire onestamente, questa seconda signora!

    Suo
    Calpurnio

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G. 188

    apprendendo per telefono che tardavi all’appuntamento gastronomico,… neppure per un istante ho dubitato che tu non sapessi cavartela davanti a un imprevisto lambrettesco.
    Se ci fosse stato un unico rumeno disponibile nel raggio di km, l’avresti sicuramente intercettato tu.
    Questione di attrazione solidaristica, che sta nella tua natura!
    Non intendo fare di ogni erba un fascio; le persone per bene sono di tutti i colori e di tutte le etnie, ma intendevo descrivere la vita quotidiana , dove purtroppo sono più numerosi coloro che tirano la vita come possono, a qualsiasi costo, a volte anche illegalmente.

    buonanotte
    Sylvi

  4. Anita
    Anita says:

    x C.G. #200

    Quote:

    “Mi dispiace signora , ma l’ammeregani (come lei) si etichettano da soli, senza bisogno di un Cerutti a caso.
    Lei ne ha dato e ne da ampia prova.”

    ——————————————————-

    Magari tutti gli “ammeregani” fossero come me, purtroppo la nostra’ societa’ sta cambiando rapidamente, finiti sono i giorni in cui JFK disse:

    ” Ask not what your country can do for you–ask what you can do for your country”.

    Adesso la frase e’ al contrario, pancia per aria ed aspettare quello che il governo fa cadere dal cielo come la manna.

    Kennedy non era di sinistra, era un «Old Democrat» e … sui temi economici e della sicurezza, oggi sarebbe considerato un Repubblicano.

    Non detto da me, ma dagli storici, economisti, opinionisti di grande statura……

    Anita

  5. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Lei si presenta come un old hippie, un sessantottino…non poteva aver nulla da temere dal giovane rumeno…

    Alla sua eta’ non ha mai cambiata una ruota di scorta?
    Le Lambrette avevano ruote di scorta…ma dove?

    Lei non ce la racconta giusta…se davvero lei si e’ imbarcato dalla Svizzera del Nord su un motorino…andata e ritorno, mi da’ da pensare…che sia uno scooter manifatturato in India.

    Anita

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    pino nicotri

    x Tizio, Caio e Sempronio
    Benvenuto! Mi scusi per il ritardo nel salutarla.
    pino nicotri

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