Il G8 a caccia solo di illusioni

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**
La decisione finale del Summit del G8 di Lough Erne in Nord Irlanda di individuare nel commercio, nella tassazione e nella trasparenza le sue massime priorità riflette pienamente l’orientamento degli Stati Uniti e degli altri Paesi occidentali. I forti interessi in gioco sono in verità soprattutto di natura geopolitica. Lo dimostra anche la volontà di mettere al centro delle discussioni la crisi in Siria e la sicurezza in Africa, che è grande fornitrice di materie prime.
I leader del G8, che rappresentano la metà dell’economia mondiale, hanno voluto, pur riconoscendo  una “protratta incertezza economica”, identificare nel commercio “il motore chiave della crescita economica globale”. Di conseguenza hanno elencato, in quanto decisivi e strategici, i vari trattati di libero scambio che saranno a breve ratificati: quello tra gli Usa e l’Ue, quello del Trans Pacific Parternship, che coinvolge 12 Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico,  quello tra l’Ue e il Giappone e quello tra l’Ue e il Canada. Sono state menzionate anche l’Unione doganale e l’integrazione della Russia con altri Paesi dell’Eurasia che, però, devono essere sottoposte ai vincoli dell’Organizzazione del Commercio Mondiale. Continua a leggere