Se siamo preoccupati per Israele, non possiamo più restare in silenzio. Un aiuto per il Freedom Theatre di Jenin

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Appello da Israele agli ebrei progressisti nel mondo

Pubblichiamo una lettera-appello rivolta da israeliani agli ebrei progressisti nel mondo perché agiscano nel sostenere la battaglia di quegli israeliani che difendono un Israele etico e democratico contro il degrado  che da tempo lo scuote.

L’appello è firmato da scrittori fra i quali Sami Michael, David Grossman, Yoram Kaniuk, lo psicologo Daniel Kahneman, Premio Nobel per l’economia, molti accademici insigniti del Premio Israele, ex deputati del Meretz e del Partito laburista – fra questi Yael Dayan, Nomi Chazan, Mossi Raz e Abu Vilan – e tanta gente comune (l’elenco dei firmatari è disponibile cliccando su questo link).

L’appello è affiancato da un lungo e articolato documento (disponibile qui) che denuncia i guasti dell’occupazione e il degrado dei valori democratici in Israele e contiene proposte di azione nella Diaspora (descritte qui).

E’ raro che lo schieramento pacifista e d’opposizione in Israele faccia appello agli ebrei della Diaspora perché si schierino e si impegnino in difesa di un Israele fedele ai suoi ideali. Questa petizione dimostra la gravità della situazione e l’urgenza di un impegno della Diaspora. Il documento di cui sopra, in sintesi, sottolinea come il persistere dell’occupazione della Cisgiordania e l’espansione degli insediamenti ebraici violino i diritti umani e collettivi dei Palestinesi e compromettano il tessuto democratico ed etico di Israele.

L’annessione implicita e strisciante di territori densamente abitati da palestinesi renderà impossibile una soluzione basata sul principio di “due stati per due popoli”. Il sistema di discriminazione, che comprende l’esclusione dei palestinesi dall’accesso a risorse economiche e ad alcune aree di residenza, ha portato al formarsi di un sistema legale differenziato per 5 diversi gruppi di popolazione: 1) i coloni ebrei che vivono nei territori occupati e che godono di diritti maggiori, privilegiati rispetto agli stessi ebrei israeliani che vivono al di qua della Linea verde (i confini di Israele prima del 1967);  2) gli ebrei che vivono al di qua della Linea verde con pieni diritti civili;  3)  gli arabi cittadini di Israele che godono di pieni diritti civili ma soffrono di discriminazioni socio-economiche;  4) gli arabi residenti a Gerusalemme est con lo status di residenti permanenti e limitazioni nei diritti civili;  5) i palestinesi abitanti nei territori occupati privi di diritti civili, soggetti a un  regime militare e discriminati rispetto agli ebrei che abitano in quegli stessi territori. Con questa sua condotta il governo di Israele non solo viola il diritto internazionale, ma infrange anche leggi dello Stato di Israele, mettendo in forse le stesse fondamenta della democrazia in Israele. Lo testimoniano continui, sistematici tentativi di approvare leggi che contraddicono il principio democratico dello status di eguaglianza delle minoranze. Il governo scorso ha varato politiche educative che tendono a erodere valori umani e democratici nel sistema dell’istruzione, promuovendo invece i valori del nazionalismo e dell’intolleranza. Vi sono poi tentativi sistematici di reprimere il dissenso sui media, nell’accademia e nel mondo delle ONG, nonché di controllare il sistema giuridico attaccando la Corte Suprema e mirando a limitarne l’ indipendenza. Continua a leggere