Obama e Netanyahu: i palestinesi devono fare solo ciò che conviene a Israele, altrimenti scattano altre rappresaglie

La rappresaglia è arrivata più puntuale di un treno svizzero. “Non resteremo con le braccia conserte verso queste mosse che danneggiano Israele”, aveva avvertito minacciosamente lunedì il premier Netanyahu, molto contrariato per l’ammissione all’Unesco della Palestina, rappresentata dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Teniamo presente che l’Unesco è l’agenzia creata dall’Onu nel 1946 per occuparsi di educazione, scienza e cultura. Tra i suoi compiti e poteri, anche quello di dichiarare “patrimonio dell’umanità” monumenti, siti archeologici, parchi e anche intere città e metterle così sotto la sua protezione. Meno di 48 ore dopo la minaccia di Netanyahu   il gabinetto ristretto israeliano (i sette ministri più importanti) ha preso una serie di decisioni che è francamente difficile definire eque:
- accelerare la costruzione di 2.000 case per coloni a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Di queste nuove abitazioni per israeliani, 1650 saranno costruite nella zona palestinese di Gerusalemme e le altre a sud di Betlemme;
- congelare il trasferimento di fondi palestinesi (dazi doganali e tasse) che Israele è tenuto a raccogliere per conto dell’ANP in base agli accordi di Oslo del ’93;
- minacciare per bocca del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman addirittura la morte definitiva del cosiddetto “processo di pace”, peraltro da sempre frenato proprio dagli israeliani per poter avere tutto il tempo di occupare tramite altri insediamenti di coloni quanta più terra possibile palestinese;
- minacciare il divieto di ingresso in Israele di delegazioni dell’Unesco nonostante sia un organismo dell’Onu.
La rappresaglia israeliana è stata preceduta da quella, fulminea, degli Usa. Mentre lunedì alcuni dirigenti israeliani definivano l’ingresso palestinese nell’Unesco addirittura “una tragedia”, la Casa Bianca ha annunciato  nel giro di pochi minuti che per ritorsione non sarà più versata la quota Usa di contributi, pari a più di un quinto, per l’esattezza si tratta del 22%, degli stanziamenti con i quali l’agenzia dell’Onu vive e lavora.
Mentre i coloni esultano, nonostante siano la vera causa del perpetuarsi della tragedia israelo-palestinese, il presidente dell’ANP, Abu Mazen, ha fatto dichiarare al suo portavoce Nabil Abu Rudeina che quella israeliana è una “decisione disumana” che “accelera la distruzione del processo di pace”.  Congelare i fondi significa “rubare il denaro del popolo palestinese”, ha detto Rudeina per conto di Abu Mazen.
Il quale però almeno per ora non pare intenzionato a fare marcia indietro, anzi. Ha infatti in programma di chiedere l’ammissione della Palestina in una dozzina di agenzie dell’Onu e di organizzazioni internazionali. Il prossimo obiettivo è l’ammissione all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il ministro della salute Fathi Abu Moghli ha infatti già preso contatto con i funzionari dell’OMS in Cisgiordania. Subito dopo sarà chiesto l’ingresso nell’Agenzia Atomica Internazionale (AIEA).
Insomma, è evidente che la reazione degli Usa e di Israele non fa onore a nessuno dei due, ma ha il pregio di chiarire in modo lampante anche per un cieco di cosa è fatta realmente la politica dei due Stati nei confronti dei palestinesi. Pare proprio vogliano dare ragione a chi afferma che gli Usa e Israele per “processo di pace” intendono l’ubbidienza prona dell’ANP agli interessi di Israele. Del resto Usa e Israele hanno reagito malissimo quando di recente Abu Mazen ha chiesto all’Onu il riconoscimento della Palestina come Stato a pieno titolo. Eppure la creazione dello Stato palestinese è stata  decisa dall’Onu già nel 1947, con la storica Risoluzione 181 che riconosceva anche la nascita dello Stato israeliano.
Negli anni ’90 gli Stati Uniti hanno approvato due leggi che vietavano il finanziamento di qualsiasi organismo dell’Onu che accettasse la Palestina come membro a pieno titolo. Strano modo di fare da parte degli stessi Usa ufficialmente impegnati a favorire i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi a Camp David e non solo.
Ma cos’è che spaventa così tanto Israele da definire “una tragedia” la new entry dell’Unesco? Il timore è che l’Unesco possa dichiarare patrimonio dell’umanità e sotto la sua protezione una serie di siti archeologici, monumenti e località palestinesi rendendo così impossibile continuare a distruggerli per cancellare l’identità palestinese o a sottrarli ai palestinesi per darli ai coloni. E’ stato il giornale israeliano Ha’aretz a rivelare che Israele per tagliare le radici identitarie degli indigeni ha distrutto nel corso degli anni un centinaio di moschee, compresa la moschea Mashaad Nabi Hussein nella cittadina di Majdal, ribattezzata Askelon dagli israeliani dopo averne cacciato via tutti i 12 mila abitanti. Secondo la tradizione, in quella moschea era sepolta la testa dell’imam Hussein, nipote di Maometto e ucciso con la propria famiglia e 72 seguaci da un usurpatore nell’anno 61 dell’Egira (era musulmana) nel deserto di Kerbala e da allora venerato come un grande martire.
Stando ai documenti custoditi negli archivi di Stato, citati dal giornale israeliano Ha’aretz, fu Moshe Dayan, il leggendario generale dell’esercito di Israele, a dare l’ordine di fare saltare quella moschea assieme ad almeno altre due, una a Yavneh e l’altra nella vicina Ashdod, sul Mediterraneo. Sta di fatto che secondo Ha’aretz, che cita uno studio dell’Università di Tel Aviv, delle 160 moschee che si trovavano nei villaggi palestinesi annessi da Israele in base all’armistizio dopo la guerra del ‘48 ne sono rimaste in piedi meno di quaranta. Inoltre molte colonie israeliane sono state create occupando siti palestinesi nei quali gli israeliani sostenevano che ci fossero tracce dei racconti biblici. La Tomba dei Re a Gerusalemme ha fatto eccezione solo perché è proprietà della Francia.
Ma la “tragedia” lamentata dagli israeliani riguarda principalmente proprio Gerusalemme. La primissima iniziativa  dell’ANP sarà chiedere all’Unesco che dichiari l’intera città vecchia di Gerusalemme e Betlemme patrimonio dell’umanità. Una tale dichiarazione, assai gradita anche al Vaticano e di fatto impossibile da negare, metterebbe la parola fine alle continue occupazioni ed espropri di case e siti vari da parte di Israele e dei suoi coloni, che puntano chiaramente all’israelizzazione forzata dell’intera “città santa” e a fare di Betlemme un qualunque quartiere di Gerusalemme, per giunta già circondato da insediamenti di coloni. Poiché non solo la città vecchia di Gerusalemme, ma quasi tutta Palestina è ricca di siti archeologici di grande interesse storico, culturale e religioso, è chiaro che l’Unesco sarebbe chiamata a impedire ulteriori israelizzazioni di territori palestinesi.
Come si vede, le motivazioni e gli interessi degli Usa e di Israele contro l’ingresso della Palestina nell’Unesco non hanno nulla di nobile. A guidarli pare sia non tanto  la ricerca della pace tra israeliani e palestinesi quanto il desiderio di poter continuare a ridurre la presenza e l’identità palestinese ritardando inoltre il più possibile la nascita del nuovo Stato. Che comunque per Israele non sarebbe nulla di più di “un pezzo di carta”, come ha dichiarato Mark Regev, portavoce di Benyamin Netanyahu, in vista della richiesta di Abu Mazen all’Onu di riconoscimento della Palestina come Stato.

36 commenti
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Pino,
    ho i miei dubbi sul ritenere “leggendario” Dayan.
    In realtà era un macellaio che avrebbe meritato di comparire davanti a un tribunale internazionale per rispondere di crimini contro l’umanità.
    C.G

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.
    Sul resto, analisi asciutta e perfetta.
    Il taglio dei fondi US all’Unesco era nell’aria.
    Come un cane che rincorre la coda.

    C.G.

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro Cc,

    passando per Aquileia ho visto le solite scene; a sx la Basilica, a dx le sede della Cgil, del Pd.
    A sx don Camillo , a dx Peppone…eh già! il contrario!!!
    Di moschee non se ne parla fino a quando gli sciiti e i sunniti non spiegano chiaramente ciò che vogliono!
    Là usa così!

    Le alluvioni…
    La Liguria ha molte giustificazioni geomorfologiche…
    sono stata spesso a Recco, Sora e dintorni…la prima volta, ricordo, pioveva…dall’Aurelia avevamo 158 scalini per una croda per arrivare in casa trascinando il trolley.
    Ero scioccata!
    E’ un territorio molto delicato, che va guardato e salvaguardato giorno e notte…possibilmente da politici che abbiano a cuore il territorio e le sue genti.
    Non mi è parso!
    E il discorso è sempre quello:
    noi, sì NOI, chi le paga ,( in tutta Italia specifico, per non suscitare brutte interpretazioni!) paghiamo un mare di tasse;
    C’è chi non le paga…ma c’è chi riceve i soldi e li …magna.
    Non un progetto per il welfare, non un progetto per il territorio, non un progetto comune di lavoro e sviluppo….soldini che vanno dove capita capita ,… “ala vaca de to nona”… come si dice!!!
    La pioggia non è un terremoto; è umanamente prevedibile e politicamente, nel senso di governo della polis, rimediabile o controllabile.

    Il secchiello va bene la prima volta, quando sei impreparato,..
    poi…il Canavese e il biellese dovrebbero avere la PC allertata, le PC dell’alta Italia, compresa quella di Palmanova, pronti a partire…è così che fa una Nazione appena civile che si organizza!
    Ma sarebbe stato meglio aver provveduto alla prevenzione che sarebbero soldi risparmiati, e tanti bei posti di lavoro!
    Ma anche tanti volontari che possono lasciare, giustificati, il loro posto di lavoro per correre dove c’è bisogno senza perdere salario.

    E’ così che fanno appena al di là delle Alpi! Senza piagnistei!

    Vado ad accendere il Fogolar e a cuocere le castagne…poche, care ma grosse e buone quest’anno!

    Sylvi

  4. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    lei scrive dell’Inghilterra che si industria per impedire che l’Europa si unisca troppo!

    Tutto vero!, ma io accuso l’Europa di “buona volontà”, quella vera, di essere incapace di mandare definitivamente al di là della Manica questi “asini di Buridano” che non scelgono e poi mangiano nelle greppie altrui.
    Non credo che i popoli europei siano più diversi per usi , costumi, abitudini del popolo US. Anzi!
    Gli US hanno affrontato il problema della discriminazione delle razze; hanno fatto passi da gigante nella loro integrazione.
    Noi europei potremmo farcela ad avere un governo Politico oltre che economico, al pari degli US.
    Anche con tutti i suoi limiti.
    Potremmo fare una politica estera comprensibile e attiva da tutti i popoli che vogliono l’Europa.
    Nonostante il levantinismo greco, e anche italiano o spagnolo…potremmo essere costretti ad essere europei, ciòè un po’ più affidabili.
    Potremmo farcela…

    Basterebbe dire chiaro ai GB che :

    -go to Hell-

    Amen

    Sylvi

  5. Anita
    Anita says:

    L’Unesco dovrebbe occuparsi di educazione, scienza, cultura e altre nobili cause del genere.

    Ronald Reagan fece uscire gli Stati Uniti dall’Unesco vent’anni fa, quando l’agenzia lavorava per organizzare l’informazione internazionale ma non per educazione, scienza, cultura…….

    Anita

  6. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cara signora,
    lei non conosce un tubo delle attività benemerite dell’Unesco dedite alla salvaguardia del patrimonio culturale mondiale.
    Voi ammeregani su questo, siete troppo ignoranti.
    E cafoni, aggiungerei.

    C.G.

  7. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    GRAZIE, sempre un piacere sentire le sue opinioni da perfetto gentiluomo.

    Mi spieghi perche’ L’Italia si e’ astenuta dal voto sull’adesione a pieno titolo dei Palestinesi all’ UNESCO?

    Anita

  8. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Perchè in Italia governa (sob!) un cialtrone, un lombrico che riesce ad inciampare pur strisciando.

    E rimango dell’idea sulla ignoranza e cafonaggine che spandete per il mondo quando si tratta di curare o salvaguardare quelle meraviglie stupefacenti, quel patrimonio mondiale che appartiene a TUTTA l’umanità. Anche a voi cafoni.
    Quello che ci hanno lasciato chi c’era prima, tanto tempo prima di noi, non è Las Vegas o Disneyland a cui l’ammeregano medio è abituato.
    Punto!

  9. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    La maggioranza degli Americani non e’ mai stato a Las Vegas.
    Disneyland e Disneyworld sono una meta di vacanza per i bambini, per i grandi…una volta sola per curiosita’.

    Io ci sono stata due volte, una volta con amici, la seconda volta ci portai i miei nipotini per farli svagare dopo la morte del padre, mio figlio.
    E solo perche’ avevamo una casa in Florida, a circa 3 ore in auto da Orlando.

    Non sono cose di mio gusto.

    D’altro lato sono una meta turistica, dal Giappone e da tutto il mondo, se non fosse per i turisti sarebbero fuori d’esistenza.

    Lo stesso e’ per le rovine, basiliche, colossei, etc….Italiani, sono una meta turistica.

    Anita

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cara signora, lei sa benissimo che non apro, per principio, i suoi wùwùwù.
    E se casomai voi ammeregani foste così filantropi supportando l’Unesco, mi spiega il motivo perchè avete deciso di tagliare i fondi a questa benemerita istituzione?

    Anzi, se lo spieghi da sola. Ne ha tanto bisogno.

    C.G.

  11. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    ma possiamo sempre aprire un “ristorante” con annesso Aeroporto, così come consiglia il campione votato democraticamente della borghesia piccola e media e delle PMI, che resiste impavido al Governo della Nazione ,nonostante gli assalti dei Bolschevichi,che minano il futuro dell’Otalia.
    Casini mi sembra Lenin!
    Il Mercato poi farà il resto.
    Quello dei Cavoli funziona dalle mie parti,perchè ricevo dalla Bocconi tutti i giorni le previsioni sui prezzi del Cavolo e del Cavolo verza sui mercati finanziari di Wall Strett.
    Incertezze sui cavolini di Bruxelles mi rendono inquieto ,io li faccio al Burro dopo lieve sbollentatuta.
    Morale ..resta pur sempre un Bel mercato del Cavolo,con cui resistere !

    un saluto del cavolo dalle Prealpi Occidentali !

    cc

  12. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    dimenticavo…iersera ho visto e sentito in Tv,un campione delle vostre Parti : “Claudio Magris.
    Ha detto cose molto belle e piene di significato!

    Detto ciò mi sembra che sia poco ascoltato ..siamo tutti intenti dalle mie parti a scaricare cassette di cavoli al MERCATO , da Voi probabilmente a scaricare “sacchi di caffè.
    Cosa VUOI, Il Mercato..!!

    cc

  13. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    proprio ora stavo “virtualmente” dalle tue parti per vedere come evolve la situazione della Dora.
    Fin che solo i cavoli sono inondati poco male, si possono recuperare.
    Non so che cosa c’entri la PMI con i ristoranti e gli aeroporti troppo affollati secondo il nostro Ebete!!!
    Se porti ancora un pochino solo di pazienza vedrai che presto sarà proletarizzata, come da desiderio della sx, anche la PMI, ci manca poco!!!

    Invece non sento la sx tuonare ad alta voce contro i condoni edilizi che ci portano ai disastri territoriali che vediamo e subiamo.
    Non sento Vendola, ma veramente neppure Bersani, tuonare contro i privilegi della Casta di cui fanno parte!
    Mi pare che Vendola, con il governatore siculo e quello sardo , sia in assoluto il più pagato d’Italia… come dire del mondo occidentale,…avrà tanti orecchini con diamante da comprare per apparire più bello quando ci ammanisce le sue str….!!!
    Che ci vuoi fare…mi è persino più antipatico di Casini che almeno non pretende di fare il socialista radicale con i nostri soldi!!!

    Per me la morte dei cavolini, e anche dei cardi, è con la besciamelle , gratinati in forno!!!

    Sylvi

  14. sylvi
    sylvi says:

    Ps: Claudio Magris è uno di quegli uomini, pochi, che evitano la totale depressione a chi li legge e li ascolta!
    L’ho seguito anch’io!

    Se vuoi capire che cos’è un mitteleuropeo, leggilo!

    Sylvi

  15. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Nuland ha detto l’ammissione palestinese “trigger di lunga data [US] restrizioni legislative che obbligano gli Stati Uniti di astenersi dal dare contributi per l’UNESCO.”

    Gli Stati Uniti, nel 1990 ha vietato il finanziamento di qualsiasi organizzazione delle Nazioni Unite che accetta la Palestina come membro a pieno titolo.
    Gli Stati Uniti forniscono circa il 22% del bilancio annuale dell’UNESCO.

    Gli importi di pagamento novembre a una tranche di quello che dicono funzionari Usa è totale, un contributo annuo degli Stati Uniti di US $ 80 milioni per l’organizzazione delle Nazioni Unite.

    Nuland eco precedenti osservazioni della Casa Bianca ha detto che l’ammissione dell’UNESCO dei palestinesi come membro a pieno titolo era “prematura” e ha minato gli sforzi internazionali di pace e le speranze di colloqui diretti su uno stato palestinese.

    Il voto “è deplorevole, prematura e mina il nostro obiettivo comune di una pace globale, giusta e duratura in Medio Oriente”, ha detto Nuland.

    DictionaryGoogle Translate for Business:Translator
    ======================================

    In che mondo vive che non aprire Links o URLS?
    Teme che ci sia una bomba?
    Mi sembra che tutti inseriscano Links, e’ un modo per rendere piu’ facile conservare un articolo, un immagine o foto, e non ingolfare il forum o i computer.

    ( Ho letto che anche il Canada si e’ astenuto.)

    Anita

  16. Anita
    Anita says:

    PS:

    Dal portavoce di Stato Victoria Nuland:

    Victoria Nuland: Il voto di oggi dagli Stati membri dell’UNESCO ad ammettere la Palestina come membro è deplorevole, prematura, e mina il nostro obiettivo comune di una pace globale, giusta e duratura in Medio Oriente.

    Gli Stati Uniti restano fermi nel loro sostegno alla creazione di uno stato palestinese indipendente e sovrano.
    Ma un tale stato può essere realizzato solo attraverso negoziati diretti tra israeliani e palestinesi.

    Gli Stati Uniti restano inoltre fortemente impegnati con un robusto impegno multilaterale attraverso il sistema delle Nazioni Unite.
    Tuttavia, l’appartenenza palestinese come uno stato in dell’UNESCO trigger di lunga data restrizioni legislative che obbligano gli Stati Uniti di astenersi dal dare contributi per l’UNESCO.
    Impegno degli Stati Uniti con l’UNESCO propone una vasta gamma di nostri interessi nazionali in materia di istruzione, scienza, cultura e problemi di comunicazione.
    Gli Stati Uniti manterrà la sua appartenenza e l’impegno per l’UNESCO, e si consulterà con il Congresso per garantire che gli interessi degli Stati Uniti e l’influenza siano conservati.
    …………..

    Traduzione Google.

    Risposta esauriente Egregio Signor C.G. ????

  17. Anita
    Anita says:

    Breakdown of how Unesco countries voted on Palestinian membership

    194 member states

    173 votes cast

    81 required majority

    52 abstentions

    14 “no” votes

    107 “yes” votes

    No:

    Australia, Canada, Czech Republic, Germany, Israel, Lithuania, the Netherlands, Palau, Panama, Samoa, Solomon Islands, Sweden, US, Vanuatu.

    http://www.guardian.co.uk/world/2011/nov/01/unesco-countries-vote-palestinian-membership

    Le altre Nazioni sono nel link.

    Il caro C.G. si guarda bene di prendersela con la Germania, il Canada, l’Australia…e le altre 52 nazioni che si sono astenute….ah ma gia’, quelli non sono cafoni, ignoranti…come gli “ameregani”.

    Anita

  18. Anita
    Anita says:

    Ho trovata una traduzione per la parola/verbo “TRIGGER” =

    far scattare, attivare.

    Thank you,

    Anita

  19. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Signora…
    gli interessi degli US si conoscono alla perfezione.
    Scippo o rapina.
    E provi a contestarlo!

    P.S.: “astenuti” non significa affatto tagliare fondi.
    Si informi meglio invece di quaglieggiare come al solito.

    C.G.

  20. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    NO:

    Australia, Canada, Czech Republic, Germany, Israel, Lithuania, the Netherlands, Palau, Panama, Samoa, Solomon Islands, Sweden, US, Vanuatu.

    Anita

    Cambi gli occhiali…!!

  21. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Lo schiaffo dei francesi: “L’Italia?
    Ha problemi di credibilità” Ormai l’Italia è lo zimbello dell’Europa, tutti elargiscono pagelle non richieste.
    Oggi tocca al ministro degli esteri francese Alain Juppé: “Roma, più impegno su riforme”.

  22. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Pd, Bersani: «Ricostruiamo l’Italia»
    Piazza San Giovanni piena per la manifestazione organizzata dal Pd. “Ricostruzione.
    Un grande Paese merita un futuro migliore”, è la scritta che campeggia al centro del palco tricolore, mentre ai lati viene ripetuta la frase “In nome del popolo italiano”, una volta su sfondo verde una volta su sfondo rosso.
    Alcuni militanti hanno contestato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

  23. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    La sopravvivenza di Berlusconi è legata anche alla necessità di applicare i diktat europei.
    E’ dalle guerre di successione settecentesche che l’Italia non conosceva un così straripante predominio dello “straniero” nei suoi confini naturali.
    In effetti la “differenza” tra schieramenti oggi passa tra chi pensa che governare l’Italia significhi applicare la ricetta europea e chi ritiene sia necessario riacquistare margini di iniziativa politica.

  24. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    chiunque abbia studiato almeno un poco la questione palestinese, come ho fatto io in un lavoro durato alcune settimane, non può fare a meno di giungere alle seguenti conclusioni:
    1) Fin dall’inizio (dal famigerato primo congresso di Basilea) le organizzazioni sioniste ed in particolar modo Theodor Herzl hanno voluto la creazione di uno stato ebraico puro in Palestina. Questo vuol dire, ovviamente, espellere, in un modo o in un altro, gli abitanti originari di quel territorio.
    2) Fin dall’inizio la Gran Bretagna ha appoggiato questo processo sul piano giuridico, diplomatico, militare ed economico. Lo scopo era, quanto meno, quello di creare una testa di ponte britannica nei territori arabi impedendone una normale evoluzione nazionale, sociale, civile. Più o meno come hanno poi fatto anche in Iran con Mossadeq, ed i Italia con l’assassinio di Matteotti, Mattei e Moro.
    3) L’immigrazione degli ebrei in Palestina inizia solo verso la fine dell’Ottocento (il primo acquisto di terre data nel 1871 oppure nel 1881) e viene sovvenzionata dai Rotschild e da altri ricchi finanziatori inglesi. Segue sempre lo stesso schema: acquisto di terre e messa in atto di manovre tendenti ad allontanare, con le buone o con le cattive, la popolazione araba.
    4) Fin dall’inizio l’unico scopo del governo del proclamato Stato di Israele era, e rimane, quello di eliminare dal territorio, le cui frontiere non sono MAI state definite, ogni presenza di qualunque popolazione non ebrea. La famosa questione di voler definire Israele come uno stato ebraico (un non-senso per la civiltà moderna che rimane sostanzialmente non-razzista), che rimane l’obiettivo finale di quel governo significa proprio e solo questo.
    Questi sono i fatti.
    Purtroppo per gli inglesi e per i francesi, che sono stati i primi padrini dello sviluppo militare israeliano, gli israeliani si sono del tutti affrancati dalla tutela di chiunque altro, Useggetta compresi. Attualmente mettono in atto la loro politica espansionista e razzista completamente da soli. Non sono un pericolo per la pace mondiale solo perché gli occidentali non hanno di fronte nessuno ma la loro politica legittima ì’uso della forza come unica soluzione dei problemi internazionali. Alla lunga lo pagheremo tutti.
    Poi naturalmente ci sono dei biechi personaggi che chiedono ai palestinesi di fare un passo indietro in direzione della pace. Che improntitudine! U.

  25. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Komare,
    e la Papuasia, le Isole Crozet e le isole Kerguelen..nò?
    Chissà, se si mette un paio di binocoli davanti al naso forse le trova.

  26. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Mossadegh, sempre a mio modesto parere, fu il primo ministro iraniano veramente interessato per il progresso della sua nazione, nella sua breve carica instiui’ molte riforme sociali , prima ancora dell’occidente.

    Voleva nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil Company e fini’ in prigione, se ricordo bene, passo’ il resto della sua vita sotto arresto domiciliare.

    Mah…cose del passato che ci hanno portato ad un futuro incerto.

    Buonanotte,
    Anita

  27. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Anita,
    purtroppo il passato è quello che determina il nostro presente, ed anche il nostro futuro.

    Ad esempio:
    il fatto che il paese sia stato costretto da una rumorosa minoranza ad entrare nella I GM ha portato al fascismo. E la morte di Matteotti ha impedito di mandare a casa il Buce e ci ha regalato vent’anni di regime.
    La morte di Mattei ha impedito che l’Italia mantenesse quell’autonomia che si era conquistata con tanta fatica.
    E quella di Moro ha impedito ogni e qualunque normale dialettica politica interna al paese, ed ha quindi portato prima al Grassismo e poi al Banana.

    Da voi la Guerra civile ha portato a fare del Sud una colonia del Nord per un secolo, bloccando ogni evoluzione della minoranza nera. Una cosa che pagate ancora adesso.
    Non parlo dei vostri omicidi politici.
    Vede quante conseguenze da un lontano passato? ….
    Un saluto U.

  28. Mario Lettieri * e Paolo Raimondi: Idee deboli e vecchie dal Summit Ue
    Mario Lettieri * e Paolo Raimondi: Idee deboli e vecchie dal Summit Ue says:

    Idee deboli e vecchie dal Summit Ue

    di Mario Lettieri * e Paolo Raimondi **

    Di positivo c’è soltanto la decisione di non lasciare andare alla deriva l’Unione europea e di non far implodere in tempi brevi il sistema dell’euro. Per il resto il drammatico summit del Consiglio europeo dei capi di stato e di governo del 26 ottobre a Bruxelles ha prodotto una serie di proposte insoddisfacenti e lontane dall’affrontare di petto la speculazione e le sfide presentate dai crescenti debiti sovrani.

    A nostro avviso le decisioni coraggiose e convincenti avrebbero dovuto includere gli eurobond, la creazione di un ministero europeo di “difesa economica” e nuove snelle architetture di credito per il rilancio dell’economia reale e dell’occupazione attraverso investimenti di medio e lungo periodo nelle infrastrutture e nella modernizzazione di tutti i Mezzogiorno d’Europa..

    La dichiarazione finale del Summit, invece, è farcita di vecchie idee non idonee a “combattere gli effetti delle crisi finanziaria globale”. Il consolidamento fiscale, gli aggiustamenti di bilancio e alcune eventuali riforme strutturali nei paesi più indebitati non bastano e possono causare deflazione e recessione.

    Un atto politico unitario e serio sarebbe potuto essere la trasformazione di una parte dei debiti pubblici nazionali, intorno al 60%, in debito europeo, cioè in eurobond.

    Questi non sono la panacea di tutti i problemi del debito e delle loro cause, ma avrebbero trasmesso un messaggio di stabilità e di fermezza politica dell’Unione ai cosiddetti mercati.

    Sarebbe stato il primo baluardo contro la speculazione! Avremmo così guadagnato tempo per le necessarie manovre di correzione dei bilanci europei. Basate però più sulla ripresa e sulla crescita che sulla dominante isteria dei tagli.

    L’Eurosummit ha, invece, deciso di affrontare il pericolo di contagio attraverso delle operazioni di leverage fatte sulla base delle risorse dell’Efsf, il fondo salva stati. Si è fatto esplicitamente riferimento ad una leva fino a 4 o a 5 volte i 440 miliardi di euro del fondo. Parliamo dei circa 2.000 miliardi di euro di cui si era già accennato nelle settimane passate.

    Tra le possibilità, l’Efsf potrà creare dei “Special Purpose Vehicle”, nuovi prodotti finanziari per un valore multiplo del capitale di base del fondo. Di fatto sarebbero dei titoli parzialmente garantiti dal fondo stesso e di incerta appetibilità da parte degli investitori istituzionali e privati.

    Se funzionasse, tale somma dovrebbe essere utilizzata per la capitalizzazione delle banche private in difficoltà e per acquistare bond statali in caduta libera sui mercati. Le capitalizzazioni delle 90 banche europee di rilevanza sistemica dovrebbe essere, per il momento, intorno ai 106 miliardi di euro. Alla fine graveranno quasi per intero sul citato fondo.

    Sono operazioni finanziarie che dovranno sempre essere messe al vaglio dei mercati dove operano gli operatori e gli speculatori che sono stati la causa della crisi e che purtroppo continuano a muoversi al di fuori delle regole.

    Riteniamo ciò molto grave e preoccupante. Ancora una volta si dimostra l’incapacità di adottare decisioni politiche indipendenti da parte dell’Ue e la sua evidente sudditanza ai mercati e agli interessi della grande finanza.

    Eppure prima del summit alcuni avevano parlato della necessità di dimostrare l’effettiva unità politica ed economica dell’Europa creando un ministero centrale dell’economia. Le lungaggini e le evidenti difficoltà della sua realizzazione imporrebbero una più realistica e immediata “Autorità centrale europea per la difesa economica”. Le misure di difesa da adottare contro la speculazione dovrebbero essere: il divieto di tutte le operazioni allo scoperto e dei Cds speculativi, una tassa sulle operazioni finanziarie, l’obbligo di depositi in contanti a garanzia delle stesse, ecc.

    In passato in verità la Merkel aveva già proposto simili provvedimenti.

    Il meeting del Consiglio europeo invece ha inventato il ruolo del Presidente dell’Euro Summit che si riunirà almeno due volte l’anno. Scelta interessante ma sempre interlocutoria, di informazione e non di decisione esecutiva. Inoltre sembra aggiungersi alle burocrazie del presidente della Commissione Europea e a quella del presidente del Consiglio Europeo.

    Ma è sul fronte del rilancio produttivo, la vera opzione di stabilità economica e sociale e di riduzione del debito pubblico, che il Summit è mancato. Avrebbe potuto indicare e sostenere nuove emissioni europee di “project bond” per attrarre capitali privati ed internazionali interessati ad investimenti in infrastrutture e nelle nuove tecnologie.

    Il documento finale ha invece sottolineato che la Commissione europea applicherà condizioni ferree e una stretta sorveglianza sui comportamenti dei paesi membri. I sostegni dell’Ue saranno mantenuti “a condizione che tutti i programmi concordati (cambiamenti strutturali, consolidamenti fiscali, tagli di bilancio, liberalizzazioni e privatizzazioni, nda) siano rispettati”.

    Se non sono le solite litanie, sono però vecchie ricette.

    *Sottosegretario dell’Economia nel governo Prodi **Economista

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    RICEVO DA FAUST E VOLENTIERI PUBBLICO

    … Pronti via… il PC-Lambretta comincia la sua nuova vita con me…
    Prime parole di ringrayiamento all’amico e cuggino Gino x lo speciale
    regalo che mi ha fatto ed Oggi che compio 65 anni e’ il piu’
    apprezzato e adatto accominciare insieme io e la LambrettaPC
    acconvivere… e’ perfetto, e’ il primo post che scrivo dopo aver
    installato wind7… in ital. effunziona e molto bene…
    continuo asscaricare programmi e ggiornamenti…
    Faust

    Ps: tutto bene… ma non trovo la chiocciola e sono perso… la mando a Pino

  30. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Caro Nico,

    pensa che avevo segnato sul calendario il giorno del tuo compleanno…non solo circa due settimane fa ho ricevuto l’avviso dalla casa da cui compro le cartoline e-mail.
    L’improvvisa nevicata fuori stagione mi ha fatto dimenticare tutto.

    Ti faccio i miei migliori auguri per il tuo compleanno, 65, adesso sei un pensionato….mamma mai come passano gli anni, da quando sono su questo forum siete tutti andati in pensione, in compenso tutti giovani di spirito.

    Quanto ti fermi a Milano?
    Sei di passaggio o in permanenza?

    Non so se ti puo’ essere d’aiuto, ma se usi la tastiera tedesca, la chiocciola e’ a sinistra sul tasto del Q :

    Click-N-Type Virtuelle Tastatur durch Lake Software -(Deutsche Beschreibung)

    http://cnt.lakefolks.com/de-intro.htm

    Sulla tastiera inglese e’ a sinistra sul tasto del 2.

    Scrivi se vuoi, e dimmi se hai cambiato indirizzo.

    AUGURI e tante cose belle.

    Un abbraccio,
    Anita

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Eilà Faust!
    Anche tu sei entrato nel club dei pensionati…
    Eppure se uno la sa prendere, è una terza età gratificante a parte gli acciacchi che escono come funghi.
    Però a volte dipende dalla testa.

    Ti auguro di cuore un buon compleanno.

    C.G.

    (PS: sulla tastiera tedesca la chiocciola la trovi sul tasto 2 premendo prima quello con Alt gr.)

  32. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    E vabbè..scendo in cantina a prendere la famosa bottiglia di quello buono da portare a temperatura ambiente e stappare entro domani sera, ma forse già stasera.
    Quasi non mi capacito, il mio (e il vostro) Paese deberlusconizzato!

    Il massimo del benessere.
    Certe gioie le ho provate quando nascevano i miei figli.

    C.G.

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