LA CRESCITA DELLE CRIPTOVALUTE IN AFRICA

Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

Da qualche tempo i media esaltano la crescita straordinaria delle criptovalute nei Paesi dell’Africa e, in generale, in quelli emergenti e in via di sviluppo. Secondo Chainalysis, la società privata di New York che studia le applicazioni delle nuove tecnologie chiamate blockchain, nel 2020 il mercato delle criptovalute in Africa è cresciuto più del 1200%. Nella top list internazionale dei 20 Paesi, primi per il loro utilizzo, 5 sono africani, la Nigeria, il Kenya, il Togo, il Sudafrica e la Tanzania.

Per l’Africa non si tratta della quota del mercato ma del numero di cittadini coinvolti. Anche il World Economic Forum afferma che nel 2020 il settore sarebbe cresciuto di 105,6 miliardi di dollari nel continente africano.  La cosiddetta blockchain è un insieme di tecnologie informatiche che permettono di creare un registro digitale che memorizza le transazioni di dati tra diverse parti collegate tra loro in modo aperto e protetto. Può avere applicazioni positive e innovative in vari settori. Può essere usata anche in rapporto al cosiddetto “internet del valore”, con il quale, invece delle informazioni, si scambiano dei valori, come le monete.

E qui entrano in gioco le criptovalute, di cui abbiamo parlato in passato. Esse operano globalmente attraverso reti informatiche che mettono in contatto diretto, peer-to-peer, gli utenti e i loro computer. Sono decentralizzate e, quindi, senza la tradizionale gestione centralizzata delle banche e dei governi. Sono già parecchie centinaia. Anche tutte le bigtech, i giganti tecnologi globali, come Amazon, Google, Facebook, la cinese Alibaba, ecc. lavorano per creare le proprie criptomonete, totalmente private e fuori da ogni tipo di controllo governativo e istituzionale. Ve ne sono per transazioni finanziarie di ogni dimensione, come la dash per piccoli acquisti, il litecoin per pagare le bollette, gli abbonamenti, la paxful in particolare per le rimesse e il bitcoin per operazioni più grandi.

Per la popolazione africana, che per il 57% non ha ancora accesso ai servizi bancari, esse sono molto attraenti. Basta avere uno smartphone. In Africa, anche la debolezza delle monete locali, i tassi di cambio volatili, i sistemi politici e bancari instabili, le restrizioni finanziarie, i rischi d’inflazione e la poca fiducia nelle istituzioni nazionali, giocano un ruolo a favore delle criptovalute.

Possono essere usate, e lo sono già, per le rimesse dei migranti.  I costi di transizione sono inferiori a quelli dei centri di money transfer. Il volume di rimesse supererebbe i 50 miliardi di dollari in criptomonete. Per esempio, un terzo degli utenti della paxful si trova in Africa, in particolare in Nigeria, dove se ne contano già un milione e mezzo. Se a livello locale appaiono interessanti, a livello globale le cose sono più complesse. L’andamento altalenante del bitcoin nel 2021 docet!.

Non si tratta di semplice “volatilità” ma di speculazioni forsennate e fuori da ogni controllo. In caso di un loro crollo, si perderebbe tutto. La loro capitalizzazione totale è passata dai 16 miliardi di dollari di 5 anni fa a oltre 2.300 miliardi di oggi. Sono diventate un potenziale “rischio sistemico” e possono provocare degli sconquassi finanziari globali. I governi e le banche centrali del mondo sono giustamente preoccupati per la tenuta del sistema monetario. Sottraendosi a ogni controllo, le criptovalute possono anche essere usate da organizzazioni criminali e terroristiche. Non è un caso che gli hacker abbiano recentemente sottratto informazioni preziose alla Regione Lazio e alla SIAE, chiedendo un riscatto in bitcoin per rilasciare i dati rubati.

Il G7 e la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea hanno definito le criptomonete una «crescente minaccia alla politica monetaria, alla stabilità finanziaria e alla concorrenza». Ovviamente, le monete digitali, come l’eNaira della Nigeria o l’euro digitale, non sono da confondere con le criptovalute. Tutti i Paesi del mondo stanno affrontando la digitalizzazione dei pagamenti e dei trasferimenti monetari. Le prime sono gestite dalle autorità governative e dalle banche centrali, le seconde, invece, non avendo alcuna garanzia né controllo, sono delle valute esclusivamente private. Come nel medio evo!

*già sottosegretario all’Economia  **economista

22 commenti
  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter, Uroburo e Sylvi

    Leggetevi il mio “Il boss dagli occhi di ghiaccio”, edito con Il Mio Libro. A un ex grande capo della ‘ndrangheta ho fatto raccontare la sua vita, delitto (atroci) compresi. Così potete comprendere il perché dell’infiltrazione nei lavori pubblici e privati, con periodiche retate come quelle dei giorni scorsi, e l’infiltrazione (anche) in Lombardia, anche questa con periodiche grandi retate come quelle recentissima.
    ‘Notte.

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    per incominciare ho letto l’articolo di L&R che, alla fin fine, tratta si economia delinquenziale (almeno in buona parte ma in allargamento). Sembrerebbe che questa sia l’evoluzione finale del capitalismo finanziario, da una ventina d’anni (e sono ottimista) in qua. U.

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    ho letto l’articolo di fondo di Molinari su Repubblica di Do 14.11 “Tank e migranti, la presa di Putin sull’Europa”.
    La tesi è che ci sia un doppio attacco della Russia contro la democrazzzzia europea, che nella sua versione magiaro-polacca sembrerebbe un tantino zoppicante.
    Una tesi dereistica e, volutamente, delirante ma molto comoda a sostenere le tesi più ferocemente filo-atlantiche, tralasciando il triplo attacco dell’Occidente alla Russia (stati baltici, ucraina, georgia), con obbiettivo finale la disgregazione della stessa. Che, purtroppo, non fa nulla per risolvere i suoi problemi e tornare ad essere competitiva, mantenendo un minimale equilibrio di potenze.
    Cosa, quest’ultima, indispensabile per salvare cotesto povero pianeta.
    Me la vedo proprio brutta perché, secondo me, le due potenze antagoniste, Russia e Cina, inanellano.un errore dopo l’altro. Speremmm in beeenn…. u.

  4. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Il gioco di Molinari e di Repubblica in mano – come la FIAT ed ex FIAT – agli Elkan è chiaro e lampante, ma nessuno se ne accorge…. E chi se ne accorge tace per timore di essere lapidato, discriminato, emarginato, ostracizzato.

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    il mio è il famoso ottimismo della volontà perché sul piano razionale constato che la Russia è un paese del Terzo Mondo, in gravissima crisi demografica e produttiva, con una diffusione endemica di un gravissimo alcoolismo (che è una malattia gravissima), pur mantenendo ancora un alto livello militare che però rimane isolato.
    Mentre la Cina ha gravi limiti strutturali: un paese arido, con scarsa acqua e per di più spesso gravemente inquinata, non autonomo sul piano alimentare, con limitate ed antiquate risorse energetiche, con una dialettica interna che sembra gravemente limitata e quindi poco flessibile di fronte ai problemi emergenti che invece richiedono molta originalità, con un altissimo livello di corruzione ed enormi sprechi, con una classe dirigente che sembrerebbe anziana e rigidamente ideologizzata. E soprattutto con ai vertici pericolosissime tendenze megalomaniche che sembrano spingere verso soluzioni avventuriste. La Cina rimane una potenza militare di secondo livello ed un’economia fragile perché totalmente dipendente dai mercati esteri. Lo sviluppo del mercato interno incontra infatti grandissime difficoltà.

    Insomma la super-potenza planetaria rischia di rimanere tale senza un minimale equilibrio di potenze, che sarebbe una tragedia planetaria…
    Un saluto U.

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Dai giornali on line
    I due condannati per l’uccisione di MalcomX sono stati riconosciuti innocenti dopo aver scontato la pena.
    Fin qui nulla di insolito: gli errori giudiziari possono sempre capitare.
    Ma qui polizia statale ed FBI sapevano benissimo che i due imputati condannati erano innocenti e non li hanno scagionati.
    Perché? E allora chi erano i veri colpevoli?
    Un saluto U.

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    E’ il bis di Sacco e Vanzetti.
    Grazie al mio lavoro per il mio primo libro (Il Silenzio di Stato) Pietro Valpreda s’è risparmiato la sorte dei due innocenti condannati per l’uccisione di Macolm X. La galera per Valpreda serviva per nascondere il lurido comportamento dei servizi segreti militari protettori (ANCHE) degli autori della strage di piazza Fontana. La condanna e il silenzio sui due innocenti condannati negli USA evidentemente è servita a coprire responsabilità analoghe nei “servizi” a stelle e a strisce.

  8. Uroburo
    Uroburo says:

    Grazie Pino, il tuo consenso mi fa piacere.
    Sottolineo ancora. A me importa una pippa di Russia e Cina in quanto tali: sono due dittature lontane dal mio.modo di pensare e di vivere.
    Mi interesserebbe molto che in questo povero pianeta ci fosse un equilibrio di potenze che garantisse contro guerre e pericolosi avventurismi. Mi interessa la pace perché la prossima guerra sarà forse peggio delle prime due. E mi interessa che certe atroci e pericolose diseguaglianze diminuiscano un po’.
    E lo dico senza un personale interesse perché sono vecchio ed il mio tempo è ormai breve. U.

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    È il bis di Sacco e Vanzetti…
    Per me ormai è diventato un riflesso condizionato: tutte le volte che in un fatto di cronaca (politica, economia ecc.) c’è qualcosa di poco chiaro mi viene immediatamente da pensare a quale congiura dei pubblici poteri potrebbe esserci dietro. E dalla strage di stato in poi se ne sono viste tante. Ed anche prima, per la verità…
    Ahhh…. Oliver Stone sta preparando un altro film si JFK. U.

  10. cc
    cc says:

    Non mi ricordo con chi, ma mi ricordo che ebbi modo di vedere “Sacco e Vanzetti “il film .
    Forse sarà stato nel mio periodo universitario.
    Nelle prime scene si vede un anarchico cadere da una finestra della polizia americana.
    Quasi tutta la sala esplose con ..Pinelli e poi mi dissero che la scena si ripeteva tutte le sere.
    Altri tempi ,altra stagione …50 anni fa…

    cc

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC, come va? Moooolto lieto di rileggerti.
    Hai ragione, oggi il popolo per lo più tace e quando non ne può più mette in atto delle rivolte di sapore seicentesco come i gilet jaune, i no-vax (dio li facessi infettare tutti, gravemente! Ma dio è distratto…. pensa ad altro… ad esserci), o i vecchi Boia chi molla.
    Si è completamente perso il senso dell”organizzazione in un partito. Forse anche perché il migliore attualmente è quello dei 101.
    Per ora hanno vinto loro: il Banana, Salivini, la Merloni. E quelli dietro di loro dono perfin peggio, vedi LaRuuusssa!
    Mala tempora occurrunt!

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC

    Ciao. Come va? Ti avevo inviato un messaggio non ricordo se via Messenger o Whatsapp, ma non hai risponnuto.
    Buona serata e poi buona domenica.
    pino

  13. Uroburo
    Uroburo says:

    Byung-Chul Han è un filosofo coreano naturalizzato tedesco che ha scritto libri interessantissimi sul mondo moderno.
    Ad esempio: La società senza dolore, L’espulsione dell’altro, La società della stanchezza. Sono testi brevi, un centinaio di pagine, ma molto densi.
    Sto leggendo Psicopolitica, sottotitolo: Il neoliberalismo e le nuove tecniche del potere. Vi farò sapere.
    Però consiglio a tutti un giro su Internet ed eventualmente qualche lettura. U.

  14. Peter
    Peter says:

    @Uroburo

    Buona lettura; non ho letto il signore ma ad occhio e croce e’ meglio di no.
    A mio modesto avviso, e’ meglio fare piu’ cose insieme lavorando ad un computer, cosa che nel mio piccolo ed alla mia non tenera eta’ ho dovuto imparare a fare anch’io, che ripetere la stessa cosa ad nauseam ad una catena di montaggio, come molti ancora fanno, sempre meno in occidente ma ancora molto nel resto del mondo. I computers non sono alienanti perche’ in fondo tutto consiste nella facilitazione di scambi di informazioni, attivita’ umana par excellence. Mi ricordo i quintali di carta che mi passavano per le mani fino a 15-20 anni fa, sempre meno da allora fino ad ormai sparire quasi del tutto negli ultimi due anni. Non solo un risparmio di carta e crampi alla mano destra, che per la verita’ mi vengono ancora sulla tastiera dato che sono un pessimo dattilografo, ma una amplificazione enorme di cio’ che posso fare col mio tempo lavorativo.
    Il vero guaio e’ che l’automazione determina una ridondanza di manodopera che andra’ presto in malora; robots e computers ci rimpiazzano sempre piu’, di nuovi lavori per gli umani non se ne vedono. Come fare in futuro?
    Quanto ai disturbi cui il suo autore si dedica, non sono ne’ nuovi ne’ piu’ frequenti di prima. Cio’ che diviene piu’ frequente sono i disturbi per imitazions e per mode, a mio avviso. Mai come oggi mi pare ci sia stata una simile epidemia mondiale di disturbi mentali posticci, accampati, reclamati e diciamo pure ‘immaginari’ parafrasando Moliére;
    quando ci vuole, ci vuole.

    P.

  15. Peter
    Peter says:

    E la ‘moda’ suddetta, consentitemi, e’ facilitata appunto dalla facilita’ di reperire informazioni dettagliatissime su WWW, basta sapere leggere ed usare una tastiera; anche senza tastiera ormai usando Siri o Alexa.
    A migliaia, imparano cosa sia ADHD, PTSD, OCD, e chi piu’ ce n’ha piu’ ne metta. Poi alcuni ‘esperti’ furboni mettono in rete dettagli di disturbi neanche convalidati dalla scienza ufficiale, come il disturbo da ansieta’ iperfunzionale o come (….) lo chiamano, per cui la gente si autoetichetta con disturbi del tutto immaginari tout court.
    Insomma….
    Mi viene da aggiungere un bel ‘vaff….’ alla psicologia di matrice svizzera, da Jung in poi per intenderci. Sorprendente a mio avviso come il paese meno creativo e piu’ imitativo del mondo abbia ideato le psicologie forse piu astruse, immaginarieve meno pratiche che ci siano.

    Pino e’ libero di depennarmi se sono troppo non PC.

    Un saluto

    P.

  16. Peter
    Peter says:

    Non dimentico che Einstein era svizzero, ma era nato come un pratico ‘Travet’ all’ufficio brevetti di Zurigo; per anni si era esercitato ad esaminare, criticare e scartare montagne di ‘invenzioni’ inutili e fasulle, un esercizio che gli fu molto utile quando decise di dedicarsi a cose piu’ serie e teoriche.

    P.

  17. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    la “psicologizzazione” universale è arrivata (nelle mani degli avvocati yankee) a giustificare tutto, confondendo il piano penale e quello psicologico.
    Se però il suo 9.25 si riferisce a Byung-Chul Han le assicuro che si sbaglia. Prima di tutto non è uno psicologo ma un filosofo, poi perché non giustifica ma illustra, e quel che illustra lo fa con grande acutezza. Ed infine perché non credo che scriva con i pennelli ma con un modernissimo PC.
    Comunque le dirò meglio quando avrò finito il libro. U.

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