FATTI SPARIRE DA FACEBOOK POST DEL DOCENTE ISRAELIANO ARIEL TOAFF SULLA NUOVA TRAGEDIA ISRAELO PALESTINESE
PUBBLICO VOLENTIERI IL POST SCRITTO TRE GIORNI FA NELLA SUA PAGINA FACEBOOK DA ARIEL TOAFF, DOCENTE DI STORIA IN ISRAELE, E MISTERIOSAMENTE FATTO SPARIRE NON SI SA DA CHI, MA NON E’ DIFFICILE IMMAGINARNE ALMENO I MOTIVI. PUBBLICO ANCHE TUTTI I COMMENTI, FATTI SPARIRE ANCHE QUELLI. NON SOLO: SONO STATE FATTE SPARIRE ANCHE TUTTE LE NOTIFICHE DEI SINGOLI COMMENTI MAN MANO ARRIVATE A TUTTI GLI AMICI FB DI TOAFF. E’ STATO FATTO SPARIRE ANCHE UN ALTRO SUO POST, MA QUELLO NON LO AVEVO IN USO SUL COMPUTER PERCIO’ NON HO POTUTO SALVARLO.
BUONA LETTURA.
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Aereoporto di Tel Aviv, ore 15. Deserto come nel 1967. Allora si chiamava Lod o Lidda, ora Ben Gurion.
E domani?
Parlero’ dopo, se avro’ ancora un po’ di voce. Qualcuno mi dovra’ anche spegare se chi da settimane tira su Tel Aviv e sull’aereoporto vuole in cuor suo essere intercettato e non fare vittime civili. Il resto e’ comnmento e la guerra e’ sempre uno schifo.
I nostri giovani che muoiono mi strappano il cuore. Donne, anziani, bambini e vittime civili dall’altra parte mi riempiono di tristezza. dolore e rabbia.
Qualcuno dovra’ alla fine presentare il conto. Ma a chi e quando.
Non guardo piu’ i pezzi di colore in televisione. I De Amicis in ebraico o in arabo non mi hanno mai interessato. Purtroppo non lasciano il tempo che trovano.
Io rimango qui come sempre dal 1967, con figli e nipoti. Dentro e fuori il tunnel della storia, senza lacrime che sono ormai seccate e lontano dalle radioline dei turisti esaltati e preoccupati della domenica al mare, sempre lontani da qui ma con i bicipiti gonfi. Non abbiamo alternative. Israele siamo noi, nella rabbia e nell’angoscia.
Il dolore e’ dovunque. Ma anche noi in Israele abbiamo il diritto di vivere in pace e senza vedere il cielo sempre coperto da nubi di tempesta.
La pace e’ l’unica strada da percorrere. Lunga, dolorosa e piena di rinunzie e compromessi, ma l’unica da percorrere.
Non abbiamo l’obbligo di amarci, ma quello di imparare a convivere senza agitare Dio come una spada.
Anche domani ci saremo. La nostra esistenza non e’ in pericolo e neppure la loro. Ma i traumi e l’odio sopravviveranno se non sapremo erigere dighe capaci di arrestarlo e non tunnel che lo rinnovino e lo facciano riemergere di nuovo periodicamente, tanto devastanti quanto inutili.