Ultima fermata, Teheran. Ovvero: lo sconvolgimento geopolitico alle porte

Dunque a detta di sempre più osservatori ed esperti la guerra all’Iran è ormai solo questione di mesi. A prendere l’iniziativa sarà Netanyahu, il padre fondatore del riciclaggio dello scontro tra Oriente comunista ed Occidente capitalista in scontro tra Nord e Sud del mondo, cioè in pratica tra mondo giudaico cristiano e mondo islamico. Ovviamente spero che osservatori ed esperti si sbaglino anche questa volta. Però è bene ripercorrere le tappe di questa follia centrata sull’ossessione delle “bombe atomiche di Teheran”, versione aggiornata in salsa iraniana della gigantesca e criminale panzana delle “atomiche di Saddam” servita per invadere l’Iraq. Propongo quindi due scritti non miei: piuttosto lunghi, ma molto documentati e dettagliati. Sono di qualche anno fa, ma sempre estremamente attuali per il contenuto e molto utili per farsi un’idea di come stiano davvero le cose.

1) http://www.eurasia-rivista.org/nucleare-iraniano-storia-politica-diritto-e-strategie/3408/

Estratto da

L’ATOMICA DEGLI AYATOLLAH

Di Vincenzo Maddaloni e Amir Modini

(Ediz. Nutrimenti 2006)

Da più di due decenni l’Iran (terra degli arii) erede dell’antica Persia, è il baricentro dello scacchiere mediorientale. Oggi più di prima molto ha influito la presenza di Forze Armate americane nell’area e il rapido continuo mutamento degli equilibri geopolitici mondiali. Le potenze occidentali che negli ultimi due o tre secoli hanno sfruttato e beneficiato delle risorse del pianeta dovranno ora confrontarsi con la nuova realtà emergente. L’Iran è al centro di quell’area geografica in cui si concentrano le maggiori risorse mondiali di petrolio e gas naturale: è infatti il secondo paese per le risorse (uranio, plutonio), il terzo esportatore di petrolio e subito dopo la Russia per le riserve di gas naturale. Ma il fattore che determina anche l’importanza dell’Iran nel panorama mondiale è la sua importanza culturale.

L’Iran è infatti al centro di quell’area dell’Asia sud occidentale che è in contatto con l’Eurasia, la Cina , l’India, la Russia, il Medioriente, la penisola arabica,: è il punto di incontro di grandi civiltà, quella indiana, quella islamica, quella europea, è soprattutto la culla millenaria della civiltà indo-iranica dove si incontrano la civiltà iranico-islamica (a partire dal VI sec) e quella iranico europea (a partire dal XVII sec).

L’Iran oggi per competere nello scenario globale che si sta avviando verso una tripartizione geopolitica (Stati Uniti, Unione Europea e un’embrionale comunità asiatica (Russia, Cina e Rep: centro asiatiche) deve scegliere un’area con la quale allearsi e il polo geopolitico che riuscirà ad allearsi con l’Iran diverrà la superpotenza del futuro.

L’area dell’Asia sud occidentale che gravita intorno all’Iran con la sua presenza storico-culturale comprende la parte meridionale dell’Asia centrale ex sovietica, il Caucaso, la Turchia orientale, l’Iraq, la sponda meridionale del Golfo Persico, parte dell’Arabia Saudita e dell’Oman, il Pakistan e l’Afghanistan e questa presenza è legata alla natura dell’attuale potere degli ayatollah, vere anime del clero sciita e la componente sciita è quasi sempre predominante nei paesi suddetti.

Avere l’Iran come alleato significa poter gestire le risorse energetiche e dunque governare l’intera economia mondiale poiché l’Europa, il Giappone, la Cina e l’India dipendono da quest’area geografica.

Da tutto ciò si comprende il motivo per cui le Forze Armate degli Stati Uniti sono sbarcate in Iraq. Resta solo da vedere se il processo politico in atto sarà in grado di riassorbire la guerra civile o se offrirà un nuovo pretesto per l’invasione dell’Iran.

Ma veniamo ora all’argomento che ci interessa oggi: lo sfruttamento del nucleare nell’Iran di Ahmadinejiad.

La storia del nucleare iraniano risale alla monarchia dei Pahlavi. Nel 1974 Reza, è in rapporto di amicizia con vari esponenti dell’amministrazione USA (Kissinger sosteneva il rafforzamento dell’Iran in chiave antisovietica e propose l’acquisto di 23 nuovi reattori e l’aiuto di tecnici dell’M.I.T.)

Gerard Ford nel ‘76 aveva autorizzato lo scià a comprare e usare le tecniche innovative per l’estrazione e lavorazione del plutonio, passo sostanziale per arrivare alla fabbricazione di testate nucleari.

Al luglio del ’78 risale l’accordo USA-IRAN sull’energia nucleare (7 mesi prima della rivoluzione islamica) e la cooperazione per la ricerca di giacimenti di uranio. General Electric e Westinghouse fanno una gara per vendere i propri reattori: l’apertura al nucleare sarebbe servita alla pace mondiale perché non solo le compagnie americane avrebbero costruito i reattori nucleari, ma il Pentagono avrebbe continuato a vendere armi e equipaggiamenti all’esercito e alla polizia in cambio di petrolio. L’Iran firma anche contratti con Francia e Germania.

Durante la guerra IRAK-IRAN 1980-1988 gli impianti vennero danneggiati.

Alla fine degli anni ’80 Teheran offrì a Washington e all’Europa Occ. di costruire nuovi reattori, ma ottenne un no deciso per il dilagare del khomeinismo e si rivolse quindi ai russi che accettarono.

CRONOLOGIA

1979: rivoluzione islamica, 16 gennaio: lo scià lascia l’Iran. 1° febbraio: l’ayatollah (ayat Allah = segno di Dio) Khomeini torna in Iran e prende il potere: segue l’abrogazione del diritto di famiglia sostituito da appositi tribunali competenti e riguardante quindi anche il divorzio e la custodia dei figli; divieto alle donne di svolgere la funzione di giudice, imposizione del velo, repressione delle proteste, segregazione delle donne nelle spiagge e negli eventi sportivi. Aprile. referendum : il 98% vota a favore della Rep. Islamica. Novembre: occupazione in Libano dell’Ambasciata USA da parte degli hezbollah. Dicembre: Komeini diventa ufficialmente  faqih e controlla la magistratura, il governo e il parlamento

1980 l’Iraq invade l’Iran

1981: rilascio degli ostaggi americani dopo 444 giorni

giugno: il premier Bani Sadr accusato di complotto per rovesciare la Rep. Islamica, fugge in Francia, repressione delle dimostrazioni in suo favore

1984 il parlamento approva la legge che prevede 74 frustate per le donne che non indossano il velo

1985 Iran-Contra Affair. Gli USA cercano di liberare gli ostaggi in Libano offrendo in segreto armi all’Iran. Komeini chiede alle donne di partecipare alla guerra contro l’Iraq

20 luglio 1988 fine della guerra durata otto anni

1989 Komeini muore, Kamenei è nominato leader supremo

e Rafsanjani presidente

1990 l’Iraq invade il Kuwait. L’Iran rimane neutrale, ma denuncia la presenza americana nella regione.

Giugno 1990 devastante terremoto : muoiono 40.000 persone a settembre Teheran riallaccia relazioni diplomatiche con Baghdad.

1995 gli USA impongono sanzioni petrolifere e commerciali all’Iran accusato di sostenere il terrorismo, di produrre armi nucleari e di essere ostile al processo di pace

Novembre :305 donne si iscrivono alle elezioni legislative, il Consiglio dei guardiani ne candida 179

1997 Khatami è eletto presidente con il 69% dei voti

2001 accordo Iran –Arabia Saudita per combattere il terrorismo, la droga e il crimine organizzato

Khatami è rieletto con il 77% dei voti per un secondo mandato

2002 Bush include l’Iran, l’Iraq e la Corea del Nord nell’asse del male. I russi iniziano la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr

2003 manifestazione contro il regime del clero, 4000 persone vengono arrestate.(e non sono solo studenti)

Annuncio di Khatami che l’Iran produrrà combustibile nucleare per le proprie future centrali civili.

Ispezioni dell’AIEA, ultimatum  e l’Iran cede e sospende l’arricchimento dell’uranio. a dicembre firma il protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare

2004 susseguirsi di accuse e di accordi di sospensione dell’arricchimento in cambio della promessa di cooperazione nucleare, commerciale e politica

2005 minaccia della ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio, Blair vuole portare l’Iran di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU:

24 giugno: Ahmadinejad  presidente

La fase più tormentata della vicenda nucleare si sviluppa nel corso del 2005. Bush, dopo la vittoria a giugno di Ahmadinejad come presidente, ricorda che di fronte a una minaccia nucleare “nessuna operazione è esclusa, compresa quella della forza”

Il Washington Post e The Nation sostengono che il piano d’attacco all’Iran elaborato dallo Strategic Command prevede l’uso di armi convenzionali e nucleari su oltre 400 obiettivi utilizzando i “Droni”, aerei senza piloti (oggi in Iraq).

Reazioni europee: nella primavera 2005, primo atto diplomatico con la richiesta di un rinvio del progetto nucleare, cui non fa seguito alcuna risposta. Il 17 settembre 2005  Ahmadinejad  all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama che l’Iran non rinuncerà a produrre energia nucleare per scopi civili usando uranio arricchito (prerogativa riconosciuta dal Trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1974 che permette ai paesi membri di costruire sotto tutela internazionale impianti che comprendono tutte le fasi del ciclo del combustibile nucleare, compreso l’arricchimento).

Nell’agosto 2005 la UE 3 chiudeva la porta a “una proposta iraniana che  prevedeva l’abbandono in modo definitivo degli impianti di arricchimento e il solo utilizzo di impianti ad acqua leggera. L’Iran chiedeva inoltre di fare delle joint venture con imprese private e pubbliche straniere, ma ottiene il no di Gran Bretagna e Francia.

Gennaio 2006

Risposta di Israele alla violenza verbale di Ahmadinejiad con la minaccia di bombardare gli impianti  iraniani, cui fa seguito da parte dell’Iran l’apertura dell’impianto di Natanz che era sotto il monitoraggio dell’AIEA. L’8 marzo deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, misure restrittive su commercio e blocco dei capitali all’estero.

Gli USA sostengono che il polonio e il berillio (armi atomiche) sono stati importati in Iran, ma l’AIEA (direttore El Baradei) smentisce dopo le visite ai vari impianti e sostiene di non aver trovato nulla.

L’Iran è l’unico paese al mondo che ha una legge che vieta al Governo e ai vari enti di intraprendere attività nel settore militare, relative al nucleare, e non ha mai aggredito alcun paese: è stato aggredito da Saddam al quale gli occidentali avevano fornito armi chimiche quando stava per perdere. L’Iran è membro dell’ONU e ha firmato quasi tutti i trattati internazionali, tra cui il Trattato di non proliferazione nucleare nel rispetto del quale ha accettato le ispezioni dell’AIEA ai siti deputati allo sviluppo del programma nucleare civile.

Nel 2003 l’Iran aveva proposto la creazione di una zona denuclearizzata nel Medio oriente, appoggiato da Egitto e Giordania, da presentare al Consiglio di sicurezza ONU, ma aveva ottenuto un no degli USA perché implicava il controllo degli armamenti nucleari di Israele (200 testate nucleari disponibili).

NB. Né Pakistan, né India né Israele hanno firmato questo Trattato di non proliferazione nucleare. Anche il Brasile, pur avendolo firmato si oppone ai controlli dell’AIEA la quale teme che il Brasile possa vendere ordigni atomici o esportare uranio arricchito di cui è ricco (ma in quel caso dovrebbe cambiare la sua Costituzione).

La UE dovrebbe impegnarsi a convincere gli USA a togliere le sanzioni contro l’industria iraniana del gas e del petrolio, degli aeromobili e relativi pezzi di ricambio e rinunciare all’obiettivo di un cambio di regime in Iran.perché la pressione costante degli USA determina di fatto un rafforzamento del blocco conservatore in Iran che è un paese a forte tradizione di nazionalismo ed è una delle più antiche nazioni del mondo e con alle spalle una ricca cultura.

Dall’impero del male all’asse del male

Nel gennaio 2005 a Davos Clinton aveva dichiarato che il golpe del 1953 che portò lo scià sul trono contro il governo Mossadegh fu un grave errore dei servizi americani: quell’evento ha minato lo sviluppo della democrazia in Medioriente e l’ha stroncato. Come conseguenza in Iran sono scoppiate lotte sociali e antiamericanismo, una costante che la vittoria degli ayatollah ha contribuito a diffondere. Da parte USA una guerra con l’Iran avrebbe conseguenze imprevedibili. Negli anni ’80 Reagan definiva l’Unione Sovietica l’Impero del male per giustificare il riarmo e il progetto delle guerre stellari. Crollato l’URSS, i potenziali nemici sono diventati l’Iraq, l’Iran, la Yugoslavia di Milosevic, la Corea del Nord, la Siria.

Richard Perle trovò un comun denominatore inventando l’espressione asse del male :oggi Iran, Siria, Libano, agevolati dallo scoppio del terrorismo internazionale.

Il petrolio e il gas

L’80-90% di entrate totali delle esportazioni in Iran sono rappresentate dal petrolio e dal gas e finanziano il 40-50% del budget dello stato. Risale al 1951 la NIOC (national iranian oil co) uno dei più grandi enti petroliferi del mondo, nata con la nazionalizzazione di Mossadegh.

Sono localizzati nella parte sud occidentale del paese ben 32 giacimenti produttivi (25 in terra ferma e 7 sul mare), ma il potenziale potrebbe di molto aumentare sfruttando i giacimenti del Mar Caspio dove però esistono dispute territoriali irrisolte tra Iran Kazakistan, Russia Azerbaijan e Turkmenistan.

Attualmente l’Iran esporta 2,7 milioni di barili verso Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan e Europa, ma ha difficoltà a raffinarlo e necessiterebbe di investimenti per rendere più efficienti i suoi giacimenti.

Nel 2004 la Inpex, un consorzio giapponese, ha firmato un accordo per lo sviluppo dei giacimenti di Aradegan che ha riserve per 26 miliardi di barili, e cerca l’appoggio di Total, Statoil, Sinolpec e Lukoil. La produzione potrebbe iniziare quest’anno e raggiungere i 260.000 barili al dì.

Anche l’Eni/Agip insieme alla francese Elf hanno contratti by back (spese di investimento in cambio di quote di petrolio) vicino ad Abadan la cui capacità è di circa 3-5 miliardi di barili e giacimenti di petrolio e gas nell’isola di Khark.

Rapporti di amicizia con la Russia

Tra il 1989 e il 1993 l’Iran ha acquistato armamenti russi per 10 miliardi di dollari per riequipaggiare le sue Forze armate dopo la guerra e inoltre tecnologia nucleare e missilistica. Preoccupazione comune : i talibani e l’influenza USA e l’impegno di non permettere a quest’ultima il controllo delle esportazioni di energia in Asia centrale: l’Iran finanzia la costruzione di una ferrovia e un gasdotto dal Turkmenistan a Meshad e di qui ai porti e quindi all’estero.

Per quanto riguarda il gas  l’Iran è il 2° produttore di gas dopo la Russia. Il 62% non è ancora sfruttato. Si parla di un gasdotto con la Turchia che potrebbe proseguire per l’Europa attraverso la Bulgaria e la Romania, oppure essere sotterraneo nell’Adriatico. L’Iran esporta gas in India  e nell’ottobre 2004 ha firmato un contratto con SINOPEC  (Cina) di 100 miliardi di dollari per 30 anni e un accordo con il governo di Pechino per l’esplorazione  del Caspio meridionale.

Il pagamento del petrolio in dollari risale a un accordo mediato dallo scià nel 1972-73 con l’Arabia Saudita. Anche l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) seguì l’esempio e tutti i paesi dovettero dotarsi di dollari per l’acquisto di petrolio

Il che vuol dire predominio globale garantito. Nel 2000 l’Iraq fu il primo a pretendere il pagamento in Euro e quando anche l’Iran espresse la volontà di farsi pagare in Euro o in Yen il pericolo per il dollaro divenne reale e si può dedurre che scopo primario della guerra del golfo non furono le armi di distruzione di massa che non c’erano, né l’esportazione della democrazia, ma la salvaguardia del dollaro, cioè il fondamento dell’impero americano.

Due mesi dopo l’invasione dell’Iraq il programma Oil for Food fu chiuso e il petrolio venne di nuovo venduto in dollari.

Se l’Iran adottasse l’Euro le transazioni del petrolio darebbero alla valuta europea  il prestigio di diventare riserva monetaria internazionale e sia i cinesi che i giapponesi sarebbero lieti di diminuire le loro riserve in dollari (oggi svalutati)  e maggiori vantaggi andrebbero anche ai russi.

Alla minaccia degli USA di ricorrere al Consiglio di Sicurezza l’Iran risponde che sarebbe come giocare col fuoco e minaccia in caso di attacco militare di interrompere i rifornimenti a Usa e Europa: se ciò avvenisse i prezzi potrebbero schizzare da 70 a 130 dollari al barile e la Cina potrebbe in questo caso liberarsi delle sue riserve in dollari causando un grave deprezzamento della valuta americana.

Perché tanto interesse per l’islam

Tariq Ali, direttore del Newleft Review pakistano dice: “Dimentichiamo l’Islam e pensiamo al petrolio. Se non si trovasse sotto le terre abitate da musulmani dubito che l’Occidente si sarebbe mai occupato dell’Islam. Sono i petrodollari che hanno fatto rinascere l’interesse per l’Islam, dopo la caduta dell’impero ottomano.

Gli stati chiave creati dai poteri imperiali dopo la 1a guerra mondiale Iraq, Kuwait e Arabia Saudita si basavano sugli interessi delle compagnie petrolifere. Le forze democratico-radicali dell’Iran erano state sconfitte dall’intervento anglo-americano (scià) che preferivano un regime corrotto e autocratico.

Per gran parte del XX sec. gli interressi nazionali e delle compagnie occidentali hanno tenuto l’Islam in un angolo politico, una religione del 3° mondo di nazioni ai margini, di ricche élites, di dittatori brutali e popolazioni oppresse: I confini di questo stretto angolo politico si sono rinforzati durante la guerra fredda, quando Urss e Usa usarono il mondo islamico come campo giochi per il loro Great Game. E la lezione mai imparata è che coloro che sono stati manipolati con la violenza useranno prima o poi gli stessi modi per esprimere la loro rabbia e la loro ribellione”.

Dice Amir Modini : Non esiste una guerra di religioni: Il problema reale risiede nella vita e nella sua materialità di ogni giorno. Ci sono tanti integralismi, a partire da quello cristiano per arrivare a quello ebraico a quello indù, quello scintoista e tanti altri.. Il fatto vero è che la maggioranza dei popoli islamici lotta da secoli per liberarsi dal cappio del colonialismo e del neocolonialismo e su questa scia sono nate tendenze estreme e spesso manovrate dal potere di turno..Comunque il riformismo di Khatami  non è un’esperienza conclusa, non porrei limite a questa speranza che esprime le istanze di una parte notevole del movimento riformista di tendenza islamica. Nel contempo, dalle parole del leader del movimento studentesco si può dedurre che esiste un movimento riformista più radicale all’interno del paese. Oltre al variegato mondo del riformismo islamista c’è infatti in Iran l’opposizione democratica che risiede nella società civile e nelle comunità iraniane residenti in Europa e in America. Solo la coscienza del comune senso di appartenenza del genere umano e la consapevolezza della brevità di questa esistenza potranno fornire risposte a molte contese e problemi irrisolti.

2) http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4675108

01/10/2005

Usa-Iran, scontro apocalittico?

di Mir Mad

Oramai è di dominio pubblico che il Pentagono ha pianificato anche l’uso di armi nucleari tattiche contro l’Iran. La dottrina della “guerra preventiva” stile neocon sta facendo un pericoloso salto di qualità e senza preoccuparsi delle inevitabili, devastanti conseguenze per l’intera umanità potrebbe trasformarsi in una “guerra preventiva nucleare”. Secondo quanto ha scritto The Nation (21 luglio 2005), George Bush “ha dato al Dipartimento della Difesa la sua approvazione alla preparazione di diversi scenari per un attacco”. L’autore dell’articolo, Michael Klare, esperto di problemi della difesa, afferma di essere a conoscenza del fatto che i piani del Pentagono già esistono e prevedono l’uso di armi convenzionali e atomiche su oltre 400 obiettivi iraniani già identificati e scelti.

Philip Girali – ex membro della Cia e fonte attendibile, che recentemente ha fornito informazioni sull’Iran a Seymour Hersh- afferma: “A Washington non è un segreto che gli stessi personaggi dentro e attorno l’amministrazione Bush che hanno montato la vicenda irachena, si stiano preparando a fare lo stesso con l’Iran. Il Pentagono, agendo dietro istruzioni dell’ufficio del vicepresidente Dick Cheney, ha incaricato lo “United States Strategic Command” (Stratcom) di elaborare un piano da impiegare in risposta a un altro attacco terroristico contro gli Stati Uniti del tipo dell’11 settembre. Il piano include un attacco aereo su larga scala contro l’Iran, con l’utilizzo di armi sia convenzionali che nucleari tattiche [ le “bunker busters”, ndt ]. In Iran ci sono più di 450 obiettivi strategici di primaria importanza, comprendenti numerosi siti sospetti per lo sviluppo di armi nucleari. Molti di questi sono rinforzati o sotterranei a grande profondità e non possono esser distrutti da armi convenzionali. Da qui l’opzione nucleare. Come nel caso dell’Iraq, la risposta non dipenderà dal fatto che l’Iran sia realmente coinvolto nell’atto terroristico diretto contro gli Stati Uniti. Diversi ufficiali di alto rango dell’Air Force implicati nella stesura del piano sono inorriditi di fronte alle implicazioni di quello che stanno facendo -la preparazione di un attacco nucleare non provocato contro l’Iran- ma nessuno è disposto a compromettere la propria carriera sollevando obiezioni” [Philip Giraldi, “Deep Background”, The American Conservative , 1 agosto 2005 ( Traduzione: G.Garibaldi].

Il piano cui si riferisce Giraldi è il “Conplan 8022″ , già “svelato” da William Arkin lo scorso 14 maggio sulle pagine del “Washington Post” e pubblicato anche da “Newsweek” e appunto è stato elaborato dallo Stratcom, un tempo responsabile soltanto dell’arsenale nucleare strategico, ma recentemente riformato e incaricato di pianificare il “global strike” con opzioni sia convenzionali che nucleari.

Anche se l’autorevole l’IISS – “International Institute for Strategic Studies” – di Londra, nel suo “Ilss Strategic Weapons Programmes, September 6 2005” sostiene che, anche nel caso esista un piano per la costruzione degli armi nucleari, Teheran ha bisogno ancora di diversi anni, – “Pubblic estimates for how long it would take Iran to acquire nuclear weapons range from only a few years to at least a decade”- lo stesso istituto e diversi esperti autorevoli come Arvand Abrahamiayan dell’Università di New York sostengono che tra Usa e Iran “uno scontro è inevitabile” e un scontro del genere -altro che la guerra contro l’Irak- senza ombra di ironia potrà infiammare davvero l’intero pianeta e aprire le porte dell’inferno.

Il presidente Bush, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo alla ripresa dei lavori del programma nucleare iraniano – dichiarato per uso pacifico e sotto il controllo dell’ Iaea e nell’ambito dei trattati di non proliferazione nucleare Npt- ha sostenuto che tutte le opzioni sono sul tappeto. Ha detto anche che “un eventuale attacco aereo israeliano avrà il sostegno degli Stati Uniti”, mentre l’Europa, attraverso il cancelliere Schroder ha dichiarato di non voler seguire né sostenere un intervento militare.

Il piano dovrebbe funzionare cosi: in seguito a spettacolari attentati terroristici in Usa firmati al-Qaeda e bin Ladin -o qualche gruppo di nuova formazione-, attacchi aerei americani potrebbero partire dall’Azerbaijan o dalla base Shindand in Afghanistan oppure dalla base di Khanabad in Uzbekistan che sta per essere trasferita in Turkmenistan (Mary2) o dalle basi in Turchia e in Irak o direttamente dalle navi Usa nel Golfo Persico. Gli attacchi individuerebbero gli obiettivi basandosi sulle informazioni raccolte dai droners, gli aeri spia senza pilota, e sarebbero preceduti o seguiti fomentando le rivolte etniche nelle regioni del Khuzestan e del Kurdestan iraniano, in accordo con certe fazioni scite moderate (ci sarebbero diversi nomi) o filoamericane (Hossein Khomeini, Hassan Sadr per esempio). Il “regime change”, infatti sarebbe conseguenza di rivolte popolari contro il regime impopolare degli ayatollah e con l’aiuto della potente comunità iraniana d’America. Secondo Scott Ritter, l’ispettore dell’Onu per le armi in Irak, con la penetrazione nello spazio aereo iraniano ed altri atti, l’amministrazione Bush è già in una guerra non dichiarata contro l’Iran. Secondo autorevoli analisti: un attacco aereo contro gli impianti nucleari dell’Iran potrebbe essere estremamente incauto e poco saggio perché gli impianti sono sparsi su un vasto territorio e sono nascosti sotto terra e difficilmente identificabili. Inoltre con il prezzo del petrolio arrivato anche a 60-70 dollari l’Iran importante paese produttore insieme al suo seguito scita-petrolifero in Irak e nei vari paesi del Golfo Persico potrebbe causare un collasso all’economia mondiale. Inoltre la storia insegna che da più di 5000 anni i popoli dell’Iran di fronte al pericolo straniero si sono riallineati al potere di turno per poter difendere la propria autonomia e indipendenza.

Scrive Fareed Zakaria su “ Newsweek ” (22 agosto, 2005): un attacco militare straniero rafforzerebbe il supporto popolare al programma nucleare e il sostegno all ‘ impopolare regime. Iran è un paese con una forte tradizione di nazionalismo ed è uno delle pi ù antiche nazioni del mondo.

R.Hunter, ex rappresentante degli Usa presso la Nato durante l’amministrazione Clinton, in un intervista a Radio Farda sostiene: un eventuale attacco all’Iran minaccerà la sicurezza degli Usa per diverse generazioni. Hamid al-Bayati vice ministro degli esteri irakeno ha affermato: se l’Iran avesse voluto avrebbe reso l’Iraq un inferno per gli Usa. Mentre “ar Riaz”, settimanale saudita sostiene: un attacco all’Iran infiammerà tutti i pozzi petroliferi della regione e ciò equivale alla terza guerra mondiale. Jim Leach, in un discorso al Congresso, ha sostenuto che il mondo islamico comprende la logica del nostro intervento in Afghanistan dove “sono stati pianificati gli attacchi dell’ 11 Settembre”, ma non solidarizza con la nostra politica in Iraq che non aveva nessun legame con l’attentato. Secondo Leach se avvenisse un terzo caso d’attacco contro l’Iran si realizzerebbe quel che Samuel Huntington definisce “un scontro pieno tra le civiltà”. La Task Force di Brzezinski, composta da 22 esperti al massimo livello – è stata istituita appunto per monitorare la vicenda e prevenire uno scontro catastrofico – ha tracciato un percorso di lavoro e ha consigliato la Casa Bianca di evitare ogni attacco e cercare di trattare l’Iran come la Cina, dialogando. Lo stesso Zakaria facendo una razionale riflessione propone responsabilmente:

There are lots of reasons to be suspicious of Iran. But the real question is, Do we want to try to stop it from going nuclear? If so, why not explore this path? Washington could authorize the European negotiators to make certain conditional offers, and see how Tehran responds. What’s the worst that can happen? It doesn’t work, the deal doesn’t happen and Tehran resumes its nuclear activities. That’s where we are today.

La troika europea e le trattative.

Dopo lunghissime trattative portate avanti realisticamente e responsabilmente dall ‘ Europa,, Tehran aveva accettato nel Novembre del 2004 di sospendere unilateralmente e volontariamente il progetto di arricchimento dell ‘ uranio, come “ gesto di buona volont à” fino a 31 Luglio del 2005, termine in cui l ‘ Europa avrebbe dovuto presentare delle proposte, per esempio offrendo in cambio rapporti commerciali e garanzie di sicurezza (lo pu ò davvero fare?). Ci ò mentre vari esponenti dell ‘ amministrazione Bush andavano dichiarando ripetutamente e continuamente di avere sul tavolo “ ogni opzione ” , preparavano i piani militari e il plenipotenziario Usa all ‘ ONU, John Bolton dichiarava che ogni trattativa con gli ayatollah “è destinata a fallire ” .

A seguito delle continue e sempre maggiori pressioni di Washington su vari fronti contro l ‘ Iran, il blocco della destra militar-religiosa che a Tehran come a Washington è chiamata neoconservatrice, ha fatto uscire dalle urne presidenziali dello scorso giugno il nome del duro Ahmadinejad, escludendo contro l ‘ aspettativa europea il pragmatico conservatore Rafsanjani. L ‘ Europa allora ha chiesto un rinvio di sei giorni della moratoria per poter presentare le proprie proposte. L ‘ Iran ha risposto di non poter concedere altro tempo e ha iniziato sotto osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA (Agenzia delle Nazioni Unite per Energia Nucleare) alcune attivit à di ricerca e la produzione di “ yellow cake ” nell ‘ impianto UCF di Isfahan, attivit à che non riguardano direttamente il ciclo dell ‘ arricchimento dell ‘ uranio e sono riconosciute come diritto ai membri firmatari dei trattati di NPT.

L’Europa, sempre più in affanno tra i due neocon – di Washington e di Tehran – ha avvertito l’Iran che “ogni movimento unilaterale” sarà considerato “ pregiudizievole e non necessario” e renderà “molto difficile” la continuazione delle trattative. Anche se William Pfaff sulle pagine di “International Herald Tribune” (13 agosto 2005) ha sostenuto: “ Alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunità politica internazionale comprende che le cose stanno così. È forse ora che la comunità politica di Washington scenda a compromessi con questa realtà”.

Affermando ciò Pfaff ha voluto suggerire realisticamente all’Europa la ricerca di soluzioni più equilibrate. Ma finora non sembra che l’Europa abbia potuto produrre un pacchetto accettabile o tale da far camminare il negoziato. Anzi la troika europea (Inghilterra, Francia e Germania), capeggiata in questa fase dall’Inghilterra di Tony Blair, sembra cedere alla posizione dell’amministrazione Bush, atteggiamento che ha portato ad un punto morto le trattative, dando cosi la possibilità ai neocon di poter aprire le porte dell’inferno con la scusa e l’accusa della produzione e dell’accumulo di armi di distruzione di massa da parte di Tehran, rievocando cosi il dramma irakeno.

Nella questione nucleare iraniana sono da tenere presenti alcuni punti:

• A differenza di quel che sostiene Kenneth Pollock sulle pagine di Foreign Affaire – March/April 2005- Non solo non è stata trovata la pistola fumante o “smoking gun” ma nemmeno un qualche elemento pur minimo che possa dimostrare che l’Iran stia portando avanti una ricerca diversa da quella per l’uso pacifico del nucleare. C’è un documento ufficiale e riassuntivo, del novembre 2004, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che afferma a chiare lettere che “non esistono prove che l’Iran stia costruendo armi nucleari”.

• Finora qualsiasi attività inerente al nucleare iraniano è stata comunicata agli organismi internazionali di competenza e si è svolta sotto l ‘ osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA. Gli ispettori dell ‘ Agenzia hanno avuto sempre e tempestivamente la possibilità di entrare in tutti i siti e negli impianti per rilevamenti e rispettivi controlli.

• L’Iran sotto la presidenza di Khatami è stato promotore, nel 2003, di una proposta per la creazione di un Medio Oriente denuclearizzato. Il progetto, appoggiato dall ‘ Egitto, dalla Giordania e da diversi altri paesi del Medio Oriente, è stato accantonato per la netta contrariet à di Washington. Era pronta anche una risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel dicembre 2003, ma fu ritirata perch é gli Stati Uniti minacciarono il veto. Un ‘ eventuale risoluzione in tal senso avrebbe richiesto il controllo degli armamenti nucleari israeliani gi à esistenti (almeno 200 testate ) e Washington non intendeva permetterlo.

• Oltre Israele, c ‘è il Pakistan del generale golpista Musharaf che possiede il nucleare e non ha firmato, cos ì come non l ‘ ho ha fatto l ‘ India, l ‘ altra potenza nucleare, neanche i Trattati di non Proliferazione Nucleare (NPT). Anche se i generali di Musharaf gestiscono tuttora il bazar dal materiale nucleare, non gli viene chiesto nulla. Il presidente Bush nel contempo promette a Manmohan Singh premier indiano di collaborare con l ‘ India per sviluppo del nucleare e questo contro il trattato stesso che vieta ai membri di collaborare nel settore con i paesi non firmatari.

• Il Brasile è un membro di NPT, eppure dichiaratamente porta avanti un progetto di ricerca nucleare e dichiaratamente non intende aprire gli impianti agli ispettori .

Come sostiene, W.Pfaff : “ alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunit à politica internazionale comprende che le cose stanno cos ì . È forse ora che la comunit à politica di Washington scenda a compromessi con questa realt à . L’impegno dell’America a bloccare la proliferazione nucleare produce effetti perversi. In un periodo di crescente instabilit à nel Medio Oriente, con gli Stati Uniti impegnati in due guerre in paesi islamici, tale determinazione aumenta il fascino delle armi nucleari per quei governi che non le posseggono, e rinforza il loro valore percepito come punto di forza politico e deterrente contro attacchi stranieri ” .

Pfaff però non prende in considerazione che le motivazioni dell’amministrazione Bush vanno al di là della questione nucleare. L’Iran, che è incuneato tra le risorse energetiche del Golfo persico e il Mar Caspio, sta emergendo come una potenza regionale non solo al di fuori del controllo dei costruttori dell’impero ma che sfida gli Stati Uniti ( vedi: Ilan Barman in Tehran Rising: Iran’s Challenge to the United States) e ha avuto per la prima volta il coraggio d’introdurre verso la metà del 2003 il sistema del “petro –euro” rompendo il monopolio del petro-dollaro e, soprattutto, sta diventando la base energetica di una nuova area geopolitica ( Shanghai Cooperation Oraganization ) con al centro la Cina, che comincia a considerare la sicurezza dei propri fornitori di energia come la propria. Infatti nell’ultima riunione dei governatori dell’Iaea, l’Europa capeggiata da Blair, abbracciando la posizione americana con la risoluzione 2005/77 del 24 settembre scorso, ha voluto mandare il caso iraniano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per le sanzioni, una posizione che ha incontrato la resistenza della Cina e della Russia. Una certa Europa con questo atteggiamento e seguendo la linea di Bush si è resa partecipe della politica dei neocon che ha portato al potere in Iran i neoconservatori d’ispirazione militarista, forse per arrivare allo scontro e avere il pieno dominio del Medio Oriente. Tutto questo sta isolando e indebolendo, in Iran e altrove, lo sviluppo delle lotte civili delle forze democratiche, che, fra l’altro, meriterebbero, da parte dell’Europa, una maggiore attenzione.

Gli ayatollah si preparano alla guerra.

E ‘ noto che l ‘ Iran erede dell ‘ antica Persia è il paese chiave del Medio Oriente e nei secoli ha esercitato un ‘ influenza notevole su tutta la vasta regione che si estende dal Kashmir fino al Mediterraneo. Nel mondo bipolare uscito dagli accordi di Yalta, l ‘ Iran doveva e ha fatto parte del campo americano. Ora che il mondo è caratterizzato da un’unica superpotenza e secondo la logica unilaterale di quest ‘ Amministrazione americana che tende ad annullare i problemi piuttosto che a risolverli, l ‘ Iran non pu ò rimanere fuori controllo, tanto meno esercitare su un ‘ area cosi vasta un ‘ influenza in contrasto con gli interessi degli Stati Uniti. Con la riconquista dell ‘ Iran gli Usa:

• Avranno il controllo quasi totale delle risorse energetiche situate tra Golfo persico e il mar Caspio e tutte le aree annesse. In questo modo è facile avere sotto controllo l ‘ Europa e il Giappone, la Cina e l ‘ India come maggiori importatori e consumatori di idrocarburi, attuali e futuri.

• Terranno sotto osservazione Russia, Cina, India, con un diretto controllo sull ‘ Asia Centrale ex-Sovietica, sul mondo arabo, sul subcontinente indiano,

• Potranno rimodellare a proprio piacimento il turbolento mondo arabo-islamico, instaurando nuovi regimi subordinati nell ‘ ambito del progetto del “Grande Medio Oriente”. E togliendo appoggio finanziario e logistico alla componente combattente (Hamas-Jihad-Hezbollah) di questo mondo per dare mano libera a Israele di gestire la questione palestinese a proprio compiacimento.

• Potranno riordinare le dispute e le contese caucasiche – Abkhazia in Georgia, Karabakh tra Armenia e Azerbaijan, Cecenia, … – secondo gli interessi e i piani di Washington, facendo uscire, con l ‘ aiuto della Turchia, definitivamente il Caucaso e possibilmente l ‘ area transcaucasica dall ‘ influenza russa. Ci ò permetterebbe di garantire nella prima fase la sicurezza dell ‘ oleodotto Baku-Jayhan e spostarlo in seguito verso la pi ù sicura e pi ù economica rotta iraniana che condurrebbe il petrolio nel Golfo Persico e di l à verso i mari aperti per farlo arrivare al consumatore finale con costi minori e sotto la regia e il controllo degli Usa.

• Potranno imporre alla cultura persiana, che ha attratto nei millenni popoli e culture dal Kashmir(la stessa famiglia Khomeini è originaria del Kashmir) fino al Mediterraneo (Libano in particolar modo) la reintroduzione del modello monarchico che ha ingessato nei millenni la mobilit à sociale, utilizzando la potente comunit à iraniana d ‘ America, per poter divulgare l ‘ “american lifestyle” in tutta questa vasta regione.

A Teheran l’ala conservatrice del clero in pieno accordo con la nuova destra proveniente dagli ambienti di Pasdaran e Basigi (l’esercito irregolare e la milizia politica), dopo aver vinto le elezioni locali, secondo il copione hanno messo le mani anche sul settimo parlamento (Majlis) facendoci entrare più di 100 comandanti provenienti dalle file dei Pasdaran e dei vari servizi. L’ultimo assalto dei neocon iraniani è stato contro la Presidenza della Repubblica che facendo uscire dalle urne miracolate dal copione il nome di Ahmadinejad ha estromesso qualsiasi moderatismo, ha costruito un saldo potere di stampo militarista – integralista capeggiato dal leader Khamenei e dagli organi non elettivi che sono i veri detentori del potere.

Conquistato tutto il potere ne hanno cominciato a far parte sostanzialmente pasdaran e uomini provenienti dai vari servizi. Uno dei primi atti del Consiglio di Ministri diretto da Ahmadinejad è stato l’approvazione di un decreto legge che destinava 700 milioni di dollari per la “difesa sacra”. Mentre il leader Khamenei, come Comandante Supremo, togliendo il comando all’esercito regolare (battaglione 88 dell’esercito) e alla polizia di frontiera lo ha passato ai pasdaran nelle cinque regioni occidentali del paese che confinano con l’Irak. E proprio in queste regioni da dove gli americani sperano di fomentare le rivolte popolari, i pasdaran hanno ammassato 250,000 uomini costruendo basi e accampamenti sulle montagne di Zagros. Il leader Khamenei, guida suprema, ha sostituito ministro della difesa, comandante dell’esercito regolare, 11 comandanti pasdaran e 5 comandanti basigi mentre i quadri dirigenti dei ministeri sono stati sostituiti con uomini dei servizi. Il previsto piano di Khamenei per raddoppiare entro il 2010 la spesa militare grazie agli attuali elevati proventi petroliferi verrà anticipato al 2008.

Anche nella capitale ci sono chiari segnali che il regime si sta preparando alla guerra. I ministeri degli interni e delle informazioni sono stati occupati da personaggi radicali. I governatori e i sindaci nominati dal ministero degli interni in maggioranza sono ex pasdaran. Nelle vicinanze di Qom la citt à santa sede dei seminari e del clero si sta ergendo la base militare Fadak su un area vasta 7,2 km quadrati. I vari leader del regime fanno continui viaggi nella citt à santa di Mash-had dove, secondo voci, sono stati costruiti rifugi sotto il veneratissimo mausoleo dell ‘ ottavo imam scita (Reza) che vede sempre presenti milioni di pellegrini sciti e per questa ragione non bombardabile per non suscitare l ‘ ira dei fedeli sciti. Si parla di Va ‘ ez Tabasi come successore di Khamenei nel caso di morte o decesso.

Cominciano a circolare addirittura ipotesi dettagliate sul possibile attacco: le truppe anglo-americane inizierebbero l’offensiva su tre assi, Shalamceh, Hamroon e Arvandrud, per prendere il controllo della regione petrolifera del Khuzestan che produce il 70% del petrolio iraniano. Tenendo sotto controllo i pozzi petroliferi si mantengono stabili i mercati. In questo caso le unità iraniane partendo dal sud del Kurdestan, dalla località Zainalkoosh attaccherebbero gli angloamericani verso Bakubah con l’aiuto della Brigata Badr e degli sciti irakeni.

Gli ayatollah sono convinti che gli attacchi aeri e missilistici Usa prima e poi arriveranno, e come dice Amir Taheri sul “ New York Post” del 21 settembre sperano che ci sia anche una partecipazione israeliana negli attacchi per poter infiammare il mondo islamico e trascinarlo sulle proprie posizioni. Nel quadro di questa logica gli Hezbollah libanesi attaccherebbero Israele e Hamas e Jihad palestinese – i cui leaders sono stati ricevuti nelle settimane scorse da Khamenei – alzerebbero il livello dello scontro. In Afghanistan la componente etnica Tadjika e gli sciti Hazarah, insieme a Hekmatyar, darebbero l’assalto alle forze anglo americane. In Pakistan il 25% dei sciti sono considerati una risorsa mentre si sta lavorando tra i 160 milioni di mussulmani indiani, in parte sciti. Ci sarà la rivolta della maggioranza scita del Bahrain, mentre le minoranze scite sparse in Africa e nella penisola arabica comincerebbero i tumulti. Anche se si tratta di ipotesi, il quadro che emerge è alquanto drammatico ed è allarmante che, nonostante tutto, nonostante gli scenari devastanti per l’intera umanità di una guerra contro l’Iran, le due amministrazioni neocon continuino nei loro preparativi bellici.

di Mir Mad

(fonte: www.megachip.info)

481 commenti
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  1. Vox
    Vox says:

    Voice of America:

    Inviato Usa va in Israele
    per discutere di Iran

    Crescente preoccupazione in Usa che Israele pianifichi un attacco preventivo alle centrali nucleari iraniane

    http://www.voanews.com/english/news/middle-east/israel-and-palestinians/US-Envoy-Visits-Israel-to-Discuss-Iran-Tensions-139629743.html

    US Envoy Visits Israel to Discuss Iran Tensions: U.S. National Security Adviser Tom Donilon met with Israeli leaders amid growing American concern Israel is planning a pre-emptive strike on Iran’s nuclear facilities.

    ===

    (Ma non dite a Peter neanche questo: finche’ lui pensa che nessuno ne parla, non succedera’ nulla)

  2. Peter
    Peter says:

    x Vox

    le nursery rhymes non sono proverbi…
    Un proverbio sarebbe ‘a slice off a cut cake is never missed’.
    vediamo se lo sa…

    Four for a boy…no, non sono sposato e non aspetto figli…

    Ten for a bird you must not miss…un raggruppamento di 10 gazze mi pare assai improbabile…sono uccelli molto competitivi.
    Spero che si renda conto che bird qui non sta per uccello, ma per ragazza…in senso piuttosto ‘pratico’…

    Peter

  3. Peter
    Peter says:

    x tutti

    e’ interessante che uccello in italiano e’ slang per (…), mentre in inglese e’ slang per ragazza, ma si dice soolo tra uomini.

    Noto poi che gazza e’ forse l’unica parola italiana con la zz dolce…a differenza di pazza, tozzo, pizzo, etc…

    Peter

  4. Vox
    Vox says:

    THE INDEPENDENT
    US steps up diplomacy to steer Israel away from pre-emptive attack on Iran

    independent.co.uk/news/world/middle-east/us-steps-up-diplomacy-to-steer-israel-away-from-preemptive-attack-on-iran-7218925.html

    BBC
    “I don’t think it would be a wise thing at this moment … for Israel to launch a military attack on Iran,” Hague told the BBC.

    THE GUARDIAN
    US military chief cautions against Israeli attack on Iran
    (numero di ieri)
    guardian.co.uk/world/2012/feb/19/us-military-chief-israel-iran?newsfeed=true

    THE TELEGRAPH
    The IAEA inspectors arrived Monday for two days of talks in the Islamic Republic in an atmosphere of growing tension and concern over a potential conflict.
    Their arrival also coincided with increasing speculation that Israel was mulling air strikes on Iran’s nuclear facilities…

    telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/iran/9092727/Iran-holds-anti-aircraft-exercises-as-nuclear-inspectors-arrive.html

    (Non resta che concludere che Peter, al quale nessuno deve pero’ riferirlo, non legge i giornali. Almeno, non con la dovuta attenzione)

  5. Vox
    Vox says:

    Ma se il suo giardino e’ visitato da 4 gazze, un motivo ci sara’.
    Forse non rappresentano membri o ragazze, bensi’ i quotidiani che non legge.
    Sa, una specie di reminder…

  6. Vox
    Vox says:

    Sa, Gazza, Gazet, Gazzetta. Giornale.
    Un’allusione delicata.
    E lei subito pensa al sesso…
    Ah, ma dove ha la mente in questi giorni?

  7. Peter
    Peter says:

    x Vox

    su su, gazza, gazzetta e gazzettino sono quasi la stessa parola…e poi gazet ha una sola z…
    Non sara’ poi che al sesso dovrebbe pensare un po’ di piu’ LEI?…

    Sui quotidiani si sbaglia di nuovo, cara…do spesso una scorsa alle testate in rete, quelli cartacei non ho il tempo di leggerli (e forse neanche la voglia…).
    Accennano alla dissuasione di US verso Israele, con toni pacati, ed all’invio di ispettori UN in Iran.
    Nessuno dice che l’attacco all’Iran sia ‘questione di mesi’, era il punto cui mi riferivo dato l’articolo di Pino. Mi sembrava fosse chiaro…

    Peter

  8. Peter
    Peter says:

    x Vox

    un’allusione delicata…a bird you must not miss per lei sarebbe allora un canarino? un pettirosso? un piccione?!
    sara’ una nursery rhyme, ma non e’ certo composta da nursery boys…

    Peter

  9. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    touche’, mi era sfuggito…
    Ogni tanto ne azzecca una…
    A proposito, anche azzeccare…

    Peter

  10. Shalom: Gesù figlio di....
    Shalom: Gesù figlio di.... says:

    ← E se toccasse alle donne?
    Gesù, figlio di P……
    Posted on 20 febbraio 2012

    Leggendo da destra a sinistra, la terza parola dall’ebraico si traduce “Puttana”, mentre le prime due parole sono come da titolo del post : “Gesù figlio di …….”  Mettete insieme e la frase è completa. E’ quello che è apparso oggi sul muro di una chiesa a Gerusalemme. Mi sembra abbastanza pesante come offesa ma soprattutto mi sembra che sia un altro brutto segnale…in questi giorni di brutti segnali ce ne sono tanti, di scritte offensive altrettante,  la situazione è tesa, ci sono venti di guerra che soffiano forti (sembra che il desiderio di bombardare qualcuno sia irrefrenabile…), ci sono venti freddi che mettono a dura prova la vita di tanti, soprattutto di quelli tenuti senza elettricità a Gaza , ci sono venti di razzismo e odio che sono alimentati dai politici israeliani in modo irresponsabile (come le dicharazioni sull’incidente dove hanno perso la vita tanti bambini di Jaba e che “per fortuna erano palestinesi”).

    Oggi e nei giorni scorsi, mi è venuto spesso da domandarmi se fosse successo il contrario….se i bambini invece che di Jaba fossero stati della colonia di Ofarim, oppure se le scritte fossero state fatte su una sinagoga usando parole simili…forse si sarebbe scatenato il finimondo, il mitico Pagliara avrebbe girato servizi eclatanti, si sarebbero fatti articoli su tutte le prime pagine dei giornali,ecc… Non mi vorrei sbagliare ma credo che nessuno ne abbia sentito parlare anche perchè non mi sembra che sia stata spesa una parola su questa triste e brutta vicenda( a parte il Patriarcato Latino che nel suo sito ha condannato l’episodio chiedendo di far chiarezza) Vicenda che però è sintomatica del clima che in Israele si sta vivendo, perchè a noi che viviamo aldilà del muro non sfugge che l’odio e il razzismo dell’altra parte stanno crescendo così come stanno aumentando le ingiustizie e le vessazioni e siamo certi che questa strada non porterà nulla di buono. Ed allora sorge prepotentemente una altra domanda :  QUANTO POTRA’ CONTINUARE A REGGERE UNO STATO SU QUESTE BASI ???  MA E’ DAVVERO QUESTO ISRAELE???  Risposta non c’è o forse chi lo sa perduta nei venti sarà….

  11. Peter
    Peter says:

    x Vox

    no cara, il Daily Mirror lo lascio sempre a lei…insieme all’altro.
    Qui si discute del post di Pino…se non e’ chiaro c’est pas de ma faute

    Peter

  12. Vox
    Vox says:

    e poi gazet ha una sola z…
    Peter

    Infatti, ho scritto Gazet.
    Ma forse non ha fatto attenzione neanche a questo.
    Troppi birds in testa…
    Non dove dovrebbero stare.

  13. Peter
    Peter says:

    visto che Vox non lo sa, ve lo dico io. A slice off the cut cake will never be missed, letteralmente significa nessuno notera’ mai una fetta in meno dal dolce gia’ tagliato (o iniziato)…in realta’ significava molto tempo fa che nessuno si accorge o fa troppo caso ad una relazione sessuale con una donna sposata e non piu’ vergine…

    Peter

  14. Vox
    Vox says:

    Non svicoli, cara lei.
    Se poi preferisce arrampicarsi sul Daily Mirror, anzicche’ sui mirrors, e’ solo questione di gusti. Ma per me resta pur sempre un vanverone (non lo cerchi nel vocabolario, l’ ho appena coniato apposta per lei)

    Lei ha scritto:
    “Mi spiace, non per fare il guastafeste, ma comincero’ a preoccuparmi quando ne parlera’ BBC, Guardian, Independent, Times…”
    E si parlava proprio del rischio di un attacco preventivo a Israele.
    Almeno, ne parlavamo noialtri.
    Lei, intanto, era occupato a contare le (ra)gazze.

  15. Peter
    Peter says:

    x Vox 62

    scusi neh, perche’ mi dice cara e non caro?!
    il bird tra lei e me non sono certo io…

    Peter

  16. Peter
    Peter says:

    x Vox 69

    ribadisco cio’ che ho detto: mi preoccupero’ quando BBC etc diranno ‘la guerra e’ questione di mesi’, come successe per esempio 9 anni fa parecchio prima della guerra in Iraq.

    E non mi dica cara, di nuovo…cara la mia ragazza

    Peter

  17. Vox
    Vox says:

    Questa sarebbe carina, se non fosse tragica:

    Il credo giudaico prescrive: Non uccidere te stesso.
    Nel suo articolo, Uri Avnery dice che sarebbe davvero ironico se gli storici del futuro dovessero concludere che lo stato giudaico ha in effetti commesso un suicidio…

    http://www.informationclearinghouse.info/article30570.htm

    Thou Shalt Not Kill (Thyself)
    By Uri Avnery

    In the Jewish religion, suicide is a sin. It would be ironic if future historians were to conclude that the “Jewish State” committed suicide.

  18. Vox
    Vox says:

    SIT-IN PER LA GRECIA

    “Siamo tutti greci”,

    Chi fosse interessato, e’ per martedì 21 febbraio a Roma, dalle 17 alle 19, davanti all’ambasciata tedesca, Piazza Indipendenza, un sit in di solidarietà.

    Hanno deciso di convocarla in quel luogo per segnalare la protesta contro modi, tempi e termini del cosiddetto piano di aiuti concessi alla Grecia, piano fortemente voluto dai tedeschi, e che assomiglia più ad una spedizione punitiva contro la parte più debole della popolazione greca, che non ad una reale strategia di salvataggio.

    (Il Fatto)

  19. Peter
    Peter says:

    x Vox

    cara la mia ragazza, si direbbe che lei abbia la fissa che io sia gay…capisco che io sia troppo intelligente e brillante per essere un comune etero, ma forse non dovrebbe saltare alle conclusioni…la vita e’ piena di sorprese e di possibilita’…

    Peter

  20. Vox
    Vox says:

    Lettera aperta in sostegno alla lotta del popolo greco e per una liberazione immediata dei manifestanti arrestati

    di Raoul Vaneigem e Yannis Youlountas
    pubblicato in Francia (20-02) su Liberation
    (Tradotto dal greco)

    Grecia, culla di un altro mondo

    In sostegno alla lotta del popolo greco e per la liberazione immediata dei manifestanti arrestati.

    No, pur se drammatico, quel che sta avvenendo in Grecia non è una catastrofe. Anzi, è una fortuna, perché, per la prima volta, il potere del denaro ha superato allegramente il ritmo finora progressivo,
    meticoloso e sapientemente organizzato della distruzione del bene pubblico e della dignità umana. E tutto ciò su una terra altrettanto reputata per la sua filosofia di vita, agli antipodi del modello anglosassone, che per la sua resistenza infaticabile alle molteplici oppressioni che hanno tentato di rimetterla al passo […]

    Certo, l’Europa della finanza ha voluto dare un esempio, ma con la sua foga nel colpire il paese della zona euro che sembrava più debole, con la sua smisurata violenza ha lasciato cadere la maschera. Ora più che mai, è il momento di additare a tutti il suo vero volto: quello del totalitarismo. Perché di questo si tratta e non c’è che una risposta al totalitarismo: la lotta tenace e senza concessioni fino a battersi se necessario, perché l’esistenza stessa è in gioco.

    […] Per i greci è venuta l’ora di dire no, ma tocca a noi tutti sostenerli. Oggi infatti, la Grecia è la punta avanzata della lotta contro il totalitarismo finanziario che ovunque nel mondo distrugge il bene pubblico, minaccia la sopravvivenza quotidiana, propaga la disperazione, la paura e il cretinismo della lotta di tutti contro tutti.

    Oltre una rabbia emotiva che si sfoga distruggendo dei simboli dell’oppressione, si sviluppa una collera lucida, quella dei resistenti che rifiutano di lasciarsi spossessare della loro stessa vita a vantaggio delle mafie bancarie e della loro logica del denaro impazzito.

    Con le assemblee di democrazia diretta, la disobbedienza civile, il movimento «Non paghiamo più!» e i primi esperimenti di autogestione, sta nascendo una nuova Grecia che rigetta la tirannia mercantile in nome dell’umano. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà affinché i popoli si liberino della loro servitù volontaria, ma è certo che di fronte al ridicolo del clientelismo politico, alle democrazie corrotte e al cinismo grottesco dello Stato bankster, non c’è altra scelta – contro ogni affarismo – che curare da noi stessi i nostri affari. La Grecia è il nostro passato. Essa è anche il nostro avvenire. Reinventiamolo insieme a lei.

  21. Peter
    Peter says:

    x Vox 78

    ma no, e’ la pura verita’…

    La Grecia…dispiace che se la passi male, ma ha sempre speso e preteso molto al di sopra delle sue possibilita’. Sono tempi duri per tutti, anche qui in GB la disoccupazione e’ alle stelle, tagli e salassi, etc…
    Per la grecia e’ purtroppo l’ora del redde rationem. Se ai greci piace, e’ cosi’…se non piace, e’ cosi’ lo stesso

    Peter

  22. Vox
    Vox says:

    IL TENTATIVO DI MONTARE L’ISTERIA CONTRO L’IRAN
    COMINCIA A RASENTARE IL RIDICOLO

    Un ex-dirigente della compagniadellazia sostiene che l’Iran si prepara a far saltare in aria la Statua della Liberta’

    http://www.prisonplanet.com/former-cia-boss-says-iran-will-attack-statue-of-liberty.html

    Former CIA Boss Says Iran Will Attack Statue of Liberty

    Former CIA boss James Woolsey told WABC Radio in New York that Iran will retaliate against the United States by taking out the Statue of Liberty.

    “We will have a very serious problem from terrorism if we insist on Iran shutting down its nuclear program, but we have to do that. And so we have to get ready to deal with assaults on government facilities, on famous symbols of the country like the Statue of Liberty, on Jewish synagogues, there are a number of things Hezbollah could go after… and they probably will,”

    ===

    Un bell’elenco di False Flags, insomma.
    Quanto alla Statua della Liberta’, se i neocons decidono di farci un bell’attentato da addossare al nemico di turno, si vede che ormai vogliono far capire agli americani che se di liberta’ ormai gli era rimasta solo quella, ora hanno proprio esaurito le scorte. A furia di esportare (il cervello all’ammasso), si rimane senza.

  23. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Non incominciamo con le insinuazioni….lei si e’ spacciata per il gentil sesso in un altro forum.

    Parliamo di cose serie, le gazze non ci sono nel nord est degli US.

    Ci sono Grackles o merli, di solito arrivano la prima settimana di marzo, secondo gli anni.

    Sono uccelli prepotenti, cacciano via tutti gli altri dalle mangiatoie.
    Pero’ sono una bellezza, iridescenti blue, il primo segno che la primavera e’ vicina.

    Anita

  24. peter
    peter says:

    d’altra parte, cara Anita, si direbbe che oggi il sesso anatomico sia subordinato a quello ‘soggettivo’, diciamo cosi’. Leggo che un bambino di 5 anni ora vive come una bambina…perche’ sembra che si senta tale.
    Negli adulti, una certa operazione non e’ un requisito necessario per il cambiamento di genere…so infatti di diverse persone con attributi maschili che sono Ms sul passaporto…almeno da queste parti

    ‘notte, Peter

  25. Vox
    Vox says:

    Non incominciamo con le insinuazioni….lei si e’ spacciata per il gentil sesso in un altro forum.
    Anita

    Quale altro forum, di grazia?
    Le informazioni si devono dare complete.

    Quanto al termine “spacciarsi”, forse non coglie la nuance nella lingua italiana.
    Che ne direbbe se io scrivessi che Lei, per esempio, si spaccia per una mite e brava signora?

  26. Vox
    Vox says:

    Sono uccelli prepotenti, cacciano via tutti gli altri dalle mangiatoie.

    Naturale, specie se sono gazze ammerikane.

  27. Vox
    Vox says:

    Per inciso, non sto su nessun altro blog.
    Se poi qualcuno si spaccia per me, sono problemi suoi.
    E se anche fossi su un altro blog come donna, uomo, bambino o lupo mannaro, a lei che gliene importerebbe? Cos’e’, si e’ associata allo sport nazionale del gendarme della rete?

  28. Vox
    Vox says:

    Buon proseguimento e saluti alle gazze
    (sempre che a quelle simpatiche e intelligenti creature gliene freghi qualcosa di voi)

  29. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Non credo che lei affetta da senilita’.

    Diverse volte le scrissi su questo forum che una VOX era su un nuovo forum e scriveva di essere sul forum di Nicotri riportando articoli.

    Non ha altro da fare che controllare.

    Su quel forum c’era Popeye, alcune mie conoscenze milanesi e romane, ed altri che una volta o l’altra partecipavano a questo forum.

    Quel website e’ in ibernazione, dopo che i trolls hanno fatto il loro mestiere si e’ fermato.

    Se lei desidera posso mandare l’URL del website al Signor Pino.

    Non solo, la VOX di quel forum fece amicizia epistolare con una certa Ercolina….etc….

    Potrebbe essere stata una messa in scena, una farsa, non lo so.

    Anita

  30. Anita
    Anita says:

    PS:

    No, non sono il gendarme della rete, ma se uno/a si presenta col suo nick e scrive di essere su questo forum, e’ logico che non venga innoservata/o.
    Tra parentesi lei non l’ha mai negato…

    Se lei avesse detto positivamente, NO non sono io, sarebbe stata bannata per impersonificazione.

    The End !!

    Anita

  31. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Ho perso del bel tempo su quel forum, ormai c’erano diverse centinaia di posts.

    Ho trovato questo scritto da lei su questo forum che poi ho trasferito su quello in questione:

    [ 95 Vox { 10.06.11 alle 14:58 }

    @ Anita

    La ringrazio per l’avvertimento, purtroppo, non stando su quel forum, non posso farci nulla. Se lo desidera, può scrivere lei due righe a questo falso Vox che è stato smascherato. Però può anche darsi che si sia scelto lo stesso nick per puro caso.]

    XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

    Abbiamo un impostore-impersonator-imitatore.
    I messaggi del nick VOX non sono di VOX del forum di Pino Nicotri.

    Anita

    ———————————————————————–
    ———————————————————————–

    Ho anche notato che sono intervenuta diverse volte dicendo che non mi pareva il suo stile, la VOX che conoscevo non era una ciarlatana, di simile c’erano i lunghi copia incolla ed il fatto che asseriva di essere sul forum di Pino Nicotri.

    Quindi la persona che usava il suo nick e la sua persona era un impostore, con molto tempo da perdere dato che ha continuato a scrivere per almeno un paio di mesi.

    Mi sembrava molto strano che si fosse messa in comunella con l’Ercolina.

    Anita

  32. rodolfo
    rodolfo says:

    LA signora?????????? vox scrive:
    Vox { 20.02.12 alle 21:44 }
    Presenza navale congiunta Iran & Russia in acque siriane
    mandano un messaggio x dissuadere Usraele da avventure militari
    nella regione.

    -.
    -Che bello il doppio gioco… ora Israele non attacca l´Iran per paura della presenza navale Russa.
    Cosi o cosi …si trova sempre un motivo per criticare…diffamare e calunniare….che naturalmente sarebbe presente anche se Israele attaccasse l´Iran…che e´il desiderio e la speranza di alcuni per continuare a farlo…cioe´calunniare e diffamare.
    Dunque gira e rigira sempre “cucuzza” e´…se attacca…calunniamo se non attacca accusiamo di vigliaccheria.
    Ora dunque si vuol parlare di vigliaccheria di paura da parte di Israele…. che non attacchera´l´Iran (come ho gia´piu´volte scritto….specificando anche i motivi) non per paura ma perche´e´un paese guidato da persone intelligenti e e di buon senso … non da pazzi come quelli di Teheran..
    Con ´l´Iran c´e´ sempre tempo per fare i conti…ma quando succedera´….se succedera´ sara´un buon lavoro…un lavoro perfetto….un lavoro che Israele per motivi tattici non potra´MAI portare a termine da solo…l´aiuto degli Americani e´INDISPENSABILE.
    Per ora si fa´un buon lavoro di psicologia…poi si vedra´.
    Per ora si va´avanti con le sanzioni…prima o dopo…essendo quelli che comandano quel paese fanatici…..pazzi e dunque poco intelligenti commetteranno inevitabilmente qualche errore che sara´loro fatale.
    Perche´se fossero intelligenti e avessero solo un briciolo di buon senso..dovrebbero sapere che le soluzioni dei problemi per quanto gravi non possono essere nel minacciare ma SOLO nel trattare.
    Rodolfo

  33. rodolfo
    rodolfo says:

    Joachim Gauch e´il nuovo Presidente della Repubblica Federale Tedesca.
    Era in concorrenza un anno e mezzo fa´ con Wullf…..che la Merkel ha voluto ad ogni costo….ma il popolo era tutto per Gauck.
    Un uomo senza macchia…difensore dei diritti civili e delle liberta´.
    Rodolfo

  34. Linosse
    Linosse says:

    “Per ora si fa´un buon lavoro di psicologia…poi si vedra´.
    Per ora si va´avanti con le sanzioni…prima o dopo…essendo quelli che comandano quel paese fanatici…..pazzi e dunque poco intelligenti commetteranno inevitabilmente qualche errore che sara´loro fatale.
    Perche´se fossero intelligenti e avessero solo un briciolo di buon senso..dovrebbero sapere che le soluzioni dei problemi per quanto gravi non possono essere nel minacciare ma SOLO nel trattare.”
    91 di rodolfo
    Se le sanzioni sono “giuste e doverose” per l’Iran che vorrebbe armarsi addirittura con bombe atomiche,cosa si deve proporre per dissuadere quelli che già sono superarmati col nucleare dell’ultima ora i cui vertici dimostrano di comandare,con esempi di almeno 60 anni, paesi fanatici,pazzi e dunque poco intelligenti etc?
    L.

  35. rodolfo
    rodolfo says:

    Israele non minaccia e non ha mai minacciato…OK?
    La bomba atomica per Israele e´un deterrente di difesa e non di offesa.
    Infine sono circondati da nemici e questi bisogna dissuaderli da colpi di testa.
    Non cosi e´per l´Iran…caro Linosse…fattene una ragione.
    Rodolfo

  36. Linosse
    Linosse says:

    “La bomba atomica per Israele e´un deterrente di difesa e non di offesa.”rodolfo 96

    Allora per quale ragione utilizzano ,o hanno intenzione di utilizzare , bombe atomiche e non su territori che non sono i loro?

    “Ed infine ..la bomba atomica non puo´essere data in mano ad un bambino e per di piu´pazzo di odio e risentimento”rod 97
    Con quale criterio si può stabilire chi è bambino o pazzo per odio e risentimento?
    Spero che non sia quello utilizzato fino ad ora,la situazione attuale non è certo confortante.
    L.

  37. rodolfo
    rodolfo says:

    Il controllo bisogna che sia in parecchie mani….anche se poi a decidere l´uso di una bomba atomica e´nelle mani di una sola persona….che pero´prima si accerta che il pericolo e´vero e reale.Telefona persino.
    Anni fa´ci fu davvero un caso simile…e si deve ad un semplice tecnico che controllando si accorse che era un falso allarme…siamo stati sull´orlo di una terza guerra mondiale.
    R
    Israele non ha mai minacciato di usare la bomba atomica…ne mai lo ha fatto la Russia …l´America…la Francia o l´Inghilterra.
    Con la bomba atomica dunque ci si difende ..non si offende come vorrebbe tanto l´Iran.

  38. rodolfo
    rodolfo says:

    Allora per quale ragione utilizzano ,o hanno intenzione di utilizzare , bombe atomiche e non su territori che non sono i loro?


    vedi il mio 99

  39. Linosse
    Linosse says:

    X rodolfo
    Dunque se tu vieni a casa mia armato di pistola perchè ti ho detto per telefono che se non la smetti di provocarmi mettendomi la stessa pistola sotto il naso vado in armeria e mi compro una pistola, io ti offendo e non mi difendo..
    Non lo capisco.
    L.

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