Israele, Palestina, Blair, rom di Francia, Iran, Sakineh, Carla Bruni, Gelmini, Berlusconi, Dell’Utri: l’ipocrisia, il doppiopesismo e il falso a mezzo stampa regnano sovrani

1) – Ovviamente speriamo che Obama ce la faccia a spingere, anzi a costringere – perché se non li costringe non otterrà nulla – Abu Mazen e Netanyahu a stipulare una pace degna di tale nome, capace di evitare altre tempeste, e sempre più  grandi, in Medio Oriente. Che nasca uno Stato palestinese è di fatto ormai pressocché impossibile, mancano i presupposti innanzitutto territoriali. E Israele ha ripetuto fino alla noia che non permetterà comunque mai che l’eventuale Stato palestinese possa esercitare i diritti tipici di ogni Stato che sia tale e non una caricatura, dalle forze armate al controllo dei confini e dello spazio aereo.
Per giunta Netayahu ha già detto che NON intende fermare i furti di terra palestinese chiamati colonie, che NON intende permettere che Gerusalemme diventi la capitale anche dello Stato palestinese e che Israele deve essere riconosciuto come “lo Stato degli ebrei”. La stessa pretesa che aveva il Sud Africa di essere riconosciuto come “lo Stato dei bianchi”, con quali risultati s’è visto. Una volta riconosciuto Israele come lo Stato degli ebrei, l’indecente ministro degli Esteri Lieberman è pronto a “trasferire” all’estero – cioè a deportare – i quattro milioni di esseri umani tra palestinesi cittadini israeliani e palestinesi cittadini non israeliani. Del resto l’ancor più indecente rabbino Yosef Ovadia, capo del partito “religioso” ultraortodosso Shas, che non è folklore ma fa parte del governo Netanyahu, ha pubblicamente invocato l’intervento di “Dio che li colpisca con le sue piaghe” (come quelle bibliche d’Egitto….) perché uccida Abu Mazen e tutti i palestinesi.


Notizia, questa di Yosef Ovadia, relegata nelle pagine interne da tutta la stampa italiana. La stessa stampa che – mentendo grossolanamente come ai bei tempi delle “atomiche di Saddam” – sbatte in prima pagina le (inesistenti) “minacce dell’Iran” contro Carla Bruni che “deve morire”. Mi chiedo cosa sarebbe successo se ad augurare la morte di tutti gli israeliani non palestinesi fosse stato un membro dell’Autorità Nazionale Palestinese. Sarebbe cascato giù il cielo! Invece, trattandosi di palestinesi, siamo pur sempre maestri di cinismo da “italiani bravissima gente”. Fermo restando che l’Iran NON ha minacciato di morte Carla Bruni neppure da lontano. E’ stato solo un giornale di destra a scrivere che “meriterebbe la morte”, cosa ben diversa dal dire che “deve morire”, e il ministero degli Esteri – cioè lo Stato iraniano! – ha condannato la sparata di quel giornale. Insomma, la nostra stampa, con quella di sinistra in testa, ha mentito spudoratamente capovolgendo la realtà.

Del resto la realtà è stata taroccata anche riguardo la condanna a morte “per lapidazione” dell’iraniana Sakineh “colpevole di adulterio”. Ho firmato anch’io l’appello contro la condanna, e ho inviato i lettori del blog a fare altrettanto, anche se mi risulta – e l’ho scritto dopo il mio viaggio in Iran – che la lapidazione è semmai praticata in Arabia Saudita, nostra alleata politica e militare, ma non in Iran. Sta di fatto però che Sakineh NON è stata condannata a morte solo perché ha fatto le corna al marito, ma perché secondo i giudici è stata complice del suo amante nell’ucciderlo. Mi pare ci sia tra le due cosa una differenza enorme, fermo restando il fatto che sono contrario alla pena di morte. Però lo sono anche riguardo le condanne a morte nell’Arabia Saudita e negli Usa, dove si mandano alla sedia elettrica o alla camera a gas anche handicappati mentali e colpevoli di reati compiuti quando erano ancora minorenni. In tal caso però, non trattandosi di dare addosso all’Iran, in modo da spingere in qualche modo alla guerra anche contro quello Stato, o si fa finta di niente o ci si sdegna molto meno. Beh, se non è ipocrisia e disonestà questa…

2) – Mi chiedo come mai per sapere che nell’esercito israeliano “il corpo degli ufficiali è composto in misura crescente da sionisti religiosi favorevoli al movimento dei coloni” si debba aspettare di poter leggere un articolo di Thomas Friedman in ottava pagina di Repubblica. Oppure bisogna leggere giornali israeliani come Haaretz. Come mai i nostri vari Guido Olimpio, Lorenzo Cremonesi, Antonio Ferrari, Francesco Battistini, ecc., cioè il fior fiore degli inviati e dei corrispondenti che si occupano di Israele, Usa e Medio Oriente, di una tale preoccupante realtà non parlano mai, tenendola di fatto nascosta? Dico realtà drammatica perché Friedman nel suo articolo su Repubblica del 2 settembre fa capire con chiarezza che l’esercito israeliano difficilmente ubbidirebbe all’eventuale ordine di sgomberare qualche decina di migliaia di coloni. Senza dimenticare che Rabin è stato assassinato da un fanatico cresciuto alla scuola del rabbinato oltranzista e protetto non è chiaro da quale servizio segreto o altro ganglio delle forze armate del suo Paese.

3) – Gheddafi è venuto a Roma e ha fatto il suo numero. Trovo assurdo, e razzista, che dal Corriere della Sera a Repubblica siano state date per giorni le prime pagine alle sue innocue cazzate, per giunta relegando – ripeto – le gravi porcate del rabbino Ovadia nelle pagine interne come se fossero solo folclore e non la base delle stragi come quelle di Gaza e la causa del continuo furto di terra a danno dei palestinesi. Tanto per cambiare, Gheddafi nei suoi fervorini alle comparse arruolate per farlo contento NON ha mai minacciato l’Europa né di farla diventare africana né che deve diventare islamica. Ha solo detto cose addirittura banali, come possibili conseguenze dell’ingresso della Turchia nella Comunità Europea e del flusso di immigrati africani se non si riesce a fermarlo. Scusate, ma non sono queste le stesse cose che scriveva ululando Oriana Fallaci? E che più o meno scrive anche Fiamma Nierenstein per quanto riguarda il “pericolo islamico” invasivo dell’Europa? Come mai se le dice Gheddafi in un contesto da avanspettacolo ci si scatena al grido di “Mamma, li turchi!”, mentre se le scrivono fanatiche come Fallaci e Nierenstein o le dice qualche decerebrato “padano” vengono invece applaudite in massa al grido di “Dalli al musulmano!”?.

Senza contare che Gheddafi le sue cazzate le ha dette al chiuso, in una riunione privata, in puro stile berlusconiano, non si trattava cioè di un proclama, e a farle diventare pubbliche è stata la stampa che ha trovato il modo di infilare nostre giornaliste nel circo Barnum gheddafiano. Gheddafi è un dittatore? Di certo è meno mascalzone dei reali sauditi, che invece ci coccoliamo e con i quali facciamo affari a partire dal comprare il loro petrolio.
L’indecoroso tormentone razzista da “italiani brava gente e sempre vittime” scatenato contro Gheddafi ha anche un altro piccolo difetto: nessuno parla degli oltre 4.000 patrioti resistenti libici deportati da noi italiani alle isole Tremiti e lasciati crepare in massa nel periodo delle nostre “glorisoe” guerre coloniali. Sappiamo solo parlare degli italiani cacciati via dalla Libia di Gheddafi “dopo avere fatto ai libici tanto bene”.

4) – Qualche settimana fa l’impagabile ministro della Pubblica (d)Istruzione Mariastella Gelmini è stata intervistata sul caso dei tre operai che la Fiat a Melfi non ha voluto far rientrare al lavoro nonostante la sentenza del magistrato ne avesse ordinato il reintegro. Non vedo che c’entri la Pubblica istruzione con un simile caso, ma tralasciamo. Il fatto è che la Gelmini ha dichiarato che sì “le sentenze vanno rispettate, ma vanno rispettate anche le aziende”. E’ chiaro il concetto? L’ipocrisia filopadronale della signora Gelmini è tale che non si vergogna a sostenere quella che per giunta è una falsa eguaglianza, falsa perché la Fiat le sentenze di riassunzione NON le ha mai rispettate, come ci ha tenuto a ricordare con orgoglio un suo avvocato. Tradotto in italiano, abbiamo un ministro della Pubblica istruzione per il quale le aziende sono dei totem, dei feticci da adorare a schiena prona. Feticci che delle sentenze e dei diritti dei lavoratori possono anche tranquillamente pulirsi il sedere per decenni. Con lo Stato italiano che nonostante un tale affronto ha continuato a foraggiare la Fiat con gagliarde regalie di danaro pubblico! Poi ci si lamenta di  Berlusconi e dell’indecente legge che premia la sua Mondadori castigando il fisco dello Stato italiano. Fiat docet.

5) – E a proposito di Berlusconi: è davvero indecente come ormai sia chiaro anche ai ciechi che s’è installato al governo qualche manigoldo che, ingannando gli elettori, s’è fatto eleggere per evitare di dover rendere conto alla Giustizia delle proprie azioni pregresse. E non solo di quelle pregresse… La sinistra ha la gravissima responsabilità, tra l’altro, di avere chiuso gli occhi davanti al mega conflitto di interessi del Chiavaliere, interessi che sono una piovra aggrappata al vascello Italia e decisa a non mollare a costo di colare a picco il vascello. Ma il conflitto di interessi non è solo l’immensa ricchezza del satrapo Chiavaliere, la sua tossica concentrazione di mass media,  con cui imbottisce la testa degli italiani di segatura svuotandola dal cervello, e il suo fare concorrenza allo Stato con le proprie aziende, vedi il caso Mediaset-Rai. Il conflitto di interessi da tagliare consiste anche nell’indecente portare in parlamento i propri cavalli avvocati, Previti prima, Taormina dopo, Ghedini&C oggi, e nel prostituire i ministri della Giustizia fino a farne dei mezzani che curano gli sconci interessi privati consistenti nel fuggire alla Giustizia a parte del Chiavaliere che ne ha fatte più di Bertoldo.

6) – Ho sostenuto più volte che le azioni politiche di Berlusconi possono somigliare per certi versi al reato di Alto Tradimento, tradimento soprattutto della realtà. Il fatto è che il Chiavaliere sta davvero sovvertendo le istituzioni facendo finta di essere un democratico e di appellarsi alla democrazia, al popolo che lo ha eletto. Non basta inventarsi la novità di scrivere sulla scheda elettorale il nome Silvio Berlusconi o Clemente Mastella o Ciccillo Percoco per poter pretendere che questa trovata pubblicitaria abbia la meglio sulle regole scritte nella Costituzione e debba quindi prevalere su tutto e su tutti. Se in ipotesi si scoprisse che Berlusconi ha accoppato qualcuno, potrebbe forse continuare a ragliare che essendo stato “eletto dal popolo” non lo si può processare né toccare in alcun modo? Certo che no! Se lo facesse, bene farebbe il presidente della Repubblica a convocarlo al Quirinale e a farlo uscire su una autombulanza come fece il re con Mussolini ormai schiacciato dai sanguinosi fallimenti.
Sì, certo, il Chiavaliere – che si sappia – non ha accoppato o fatto accoppare nessuno. Però attenzione: i reati per i quali è atteso in ben tre processi, più quelli commessi in passato con Previti come ha scritto la Cassazione, sono comunque reati gravissimi. Sanno molto di omicidio della legalità. Fermo restando il fatto che un capo di govenro che da anni ormai accusa la magistratura del suo Paese di ordire complotti contro di lui somiglia a un cialtrone, che non può certo governare un  Paese civile. E voglio ricordare che il fuoco preventivo contro la magistratura il Chiavaliere ha cominciato a farlo sferrare sulle sue televisioni da Vittorio Sgarbi quando anziché “scendere in politica” si limitava a leccare gli stivali di Bettino Craxi e ad essere Sua Emittenza.

6 bis) – Curioso questo Marcello Dell’Utri. Va in giro a spacciare per autentici quelli che lui chiama “i diari di Mussolini”, utili solo a rendere umano e vittima perfino il Truce, come veniva chiamato il Duce (embé, italiani brava gente e sempre vittime…). Ma le prove che Dell’Utri esibisce per giurare sull’autenticità dei diari sono autoreferenziali e soggettive ben più delle prove che i vari Spatuzza e Ciancimino portano in tribunale per sostenere che lui è un mafioso e il Chiavaliare il suo puparo o viceversa. Come la mettiamo? Due pesi e due misure? Sì, certo, un conto sono le sentenze di un tribunale, un altro conto è il resto. In questo caso però il resto è la Storia. E gabbare la Storia con sentenze sotto forma di diari patacca è ben più grave che emettere sentenze sbagliate in un tribunale. Non vorremmo che gli uomini di mano del Chiavaliere dopo avere, con Previti, corrotto magistrati per comprare sentenze patacca, arrivassero anche a corrompere la Storia per comprare altre sentenze patacca.
Come fa una persona intelligente come il senatore (!!!) Dell’Utri a non capire che se si accetta il metodo delle sue prove per l’autenticità dei diari di Mussolini poi ne consegue che si debba accettare anche il metodo delle prove che i vari Spatuzza, Ciancimino&C adducono sulla mafiosità sua e di qualche suo amicone di Arcore?

7) – I giornali titolano che Toni Blair ha rivelato che per la guerra in Iaq ha anche pianto. Se però si va a leggere l’intero articolo si scopre che NON ha pianto per la guerra in Iraq, ma solo ed esclusivamente per i militari inglesi morti in quella guerra. Per le decine di migliaia di iracheni uccisi, feriti, mutilati e con la casa distrutta dagli invasori, militari inglesi compresi, neppure mezza lacrima. Per uno che si picca di essersi convertito al cattolicesimo e che su questo suona la grancassa come Gheddafi sull’Islam, beh, non è un atteggiamento coerente. Non è cattolico, e neppure cristiano. E’ solo la solita merdosa retorica patriottarda. Che fa il paio con quel bel tomo di pezzo grosso repubblicano Usa che, per dare addosso al ritiro dall’Iraq ordinato da Obama, riferendosi ai 50 mila militari Usa rimasti chiede ai giornalisti e ai suoi elettori: “Cosa accadrà ai nostri ragazzi rimasti lì se Al Qeda li metterà sotto tiro?”. Come sempre, sono “i nostri ragazzi” se vanno ad ammazzare il “nemico” in giro per il mondo, se invece se ne fossero restati in patria farebbero parte dei 40 milioni di statunitensi che, si scopre, vivono sotto la soglia della poverta. Ma tra questi non ci sono mai i “nostri ragazzi”: solo i “che ce ne frega di loro”.
Questo bel politico a stelle e a strisce dimentica inoltre di dire che Al Qeda NON esiste ancora in  Iraq, e sicuramente NON esisteva quando c’era il laico Saddam perché si detestavano a vicenda. Se esiste oggi in Iraq qualcosa che somiglia ad Al Qeda è solo per responsabilità di un mascalzone mentitore come George Bush junior.
Tornando a Blair, che la Comunità Europea lo abbia scelto come suo rappresentante nella tormentata vicenda dei rapporti Israele/Palestina non va affatto bene. L’Inghilterra è la massima responsabile non solo dei drammatici problemi dell’Iraq, dato che a suo tempo il Foreign Office si vantò di averne tracciato i confini “in modo che quel Paese non avrà mai pace”, come si è ben visto, ma in buona parte anche dei problemi sorti nella Palestina storica, a suo tempo da Londra amministrata. A parte questo, che come si suol dire attiene al passato, la conversione al cattolicesimo di Blair, cosa che attiene al presente e al futuro, non ne fa certo l’interlocutore ideale per trattare con dei musulmani quali sono in maggioranza i palestinesi e i Paesi che almeno a chiacchiere li appoggiano oppure coi fatti li sobillano. Blair è invece la persona più adatta a lasciare che la situazione marcisca facendo finta di cercare la pace: il solito divide et impera, strategia della quale l’Europa è maestra e Londra docente universitaria.

8 ) – Ci voleva la Chiesa per ricordare alla Francia e all’Europa intera che anche i rom, “invogliati” con 300 euro a testa da Sarkozy a “trasferirsi” fuori Francia, hanno patito la loro Shoà, che nella loro lingua si chiama Porrajmos e anche Samudaripen. I nazisti ne hanno sterminati tra i 400 e gli 800 mila. In proporzione, quindi, più che gli stessi ebrei. E poiché i rom esistevano solo in Europa, fatta eccezione forse per una emigrazione negli Usa, se Hitler avesse vinto la guerra i rom sarebbe stata l’unica etnia destinata ad essere davvero cancellata dalla faccia del pianeta, visto che gli ebrei vivevano invece in gran numero anche fuori Europa e questi si sarebbero per fortuna comunque salvati.
Chissà come la metterà ora la Francia con l’appuntamento fisso per l’elezione della “regina degli zingari” a S. Marie de la Mer, nella Camargue, e annesso folclore, turismo, ecc. Strano che la signora Sarkozy, la Carlà dal sorriso impallato gommoso, si mobiliti per Sakineh e se ne freghi dei rom che suo marito caccia dalla Francia…. Mah, che animo sensibile quello di Carlà: sensibilità a senso unico, si direbbe.
Per i rom, sinti, ecc., cioè per coloro che chiamiamo zingari, non c’è mai stato nessun ricco risarcimento per lo sterminio subito e il lavoro forzato. E con la strana scusa che non hanno un territorio loro o almeno di loro origine, cosa peraltro non esatta, non s’è mai posto neppure da lontano il problema di assegnare loro un territorio per farne il loro Stato, magari assegnando loro una fettina del territorio della Germania. Il silenzio e l’ignavia dell’Europa e l’acquiescenza di buona parte della stessa Francia sulla cacciata dei rom, così come l’indecente politica razzista in specie contro i rom della Lega Nord e del sindaco di Roma, la dicono lunga sulla reale composizione della pasta di cui è fatto il nostro improvviso inchinarci sempre e comunque davanti non tanto agli ebrei in quanto tali, ma ai sionisti. Non è a causa della Shoà che siamo rinsaviti, uscendo dall’obbrobbrio dei 16 secoli di antisemitismo della Chiesa e dai dieci secoli di antisemitismo dell’Europa. Ne siamo usciti, o facciamo finta di esserne usciti, solo perché il mondo ebraico è estremamente potente e Israele ci fa comodo nello “scontro di civiltà”, cioè, mutatis mutanda, nella prosecuzione del nostro colonialismo nei confronti delle ex colonie musulmane o comunque orientali dell’Europa.

890 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    x Marco

    Io parlo sempre e solo per me;
    quel che so e penso sono il risultato di ciò che ho trattenuto e ciò che ho espulso! Mai neutro.
    Catalano lo lascio a te , tipico prodotto italiano!
    A me piace La Palisse!
    -Anche a me – direbbe mio marito- dove per palisse intende altro!

    La Felicità è il coraggio del superamento dell’Infelicità!

    Il coniglio mi aspetta!

    Sylvi

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    In inglese happines si intende come una condizione mentale o emozionale, e un uomo (o donna) felice e’ chi si trova in quel particolare stato mentale. (Follotitta)
    ——–
    Divertente questa: è felice chi si trova in uno stato di felicità.
    Tanto piacere!

  3. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Popeye, certamente, ed e’ forse per questo che in luogo di essere piu’ chiari e scrivere direttamente ‘pursuit of success’ o, che so, ‘pursuit of fulfilment’ abbiano usato il termine happines. D’altra parte se il traduttore di Aristotele l’ha preferito, un motivo ci dovra’ essere pur stato. La ricetta che Aristotele ci ha lasciato con la sua eudaimonia non e’ tanto quella di come essere migliori in senso astratto, ne’ di come essere piu’ felici, ma di vivere vite riuscite, di soddisfare noi stessi come uomini (o donne). Naturalmente il discorso, trattandosi di un discorso filosofico e, trattandosi di Aristotele, e’ molto piu’ complicato di come l’ho messo io, ma voleva dare solo una idea meno banale di cosa il termine happines volesse dire cosi’ inserita nel 2do paragrafo della Dichiarazione di Indipendenza Americana. Se non ci sono riuscito e’ colpa mia. La ringrazio del suo aiuto e la saluto. F.

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Vedo che, gira e volta, la definizione di felicità non esce. Viene citato gioia come sinonimo, ma la gioia non è sinonimo di felicità, poichè è uno stato momentaneo, una scarica di endorfine. La felicità è invece uno stato permanente. Se si dice che uno è felice, si indica un suo stato d’animo che abbia una continuità temporale, cosa che non accade con la gioia.
    Il moralistico intendere la felicità come ben operare, poi, lasciamolo ai monaci benedettini.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    certamente, ed e’ forse per questo che in luogo di essere piu’ chiari e scrivere direttamente ‘pursuit of success’ o, che so, ‘pursuit of fulfilment’ abbiano usato il termine happines. D’altra parte se il traduttore di Aristotele l’ha preferito, un motivo ci dovra’ essere pur stato. (Follotitta)
    ——–
    Magari è il primo termine utile che gli è venuto in mente in quel momento. Mica è detto che per forza uno, quando scrive qualcosa, debba stare a soppesare il reale valore di ciò che scrive. Ne dà l’idea e tanto basta. Il termine Felicità, in quel momento gli suonava meglio che un giro di parole, e Jefferson l’ha messo senza star lì a farsi tutte le pippe mentali che vi fate voi.

  6. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Marco, ha ragione; anche la tristezza e’ uno stato mentale, ma opposto. Ma nella logica della frase c’era un sottinteso che mi sembrava fosse facile cogliere. Un saluto, F.

  7. Linosse
    Linosse says:

    Forse quelli che si possono mettere in cattedra per insegnarcela sono gli abitanti della Amazzonia,non conoscono il concetto,non sanno cosa sia e come definirla ma sono felici.( almeno secondo il 508)
    PS e ,ripeto, con conoscono le meraviglie tecnologiche per raggiungerla
    Come la mettiamo.
    Conosco persone armate di carta e penna che hanno raggiunto la vera infelicità non tanto per non aver vissuto la felicità nemmeno un attimo ma,cosa per loro imperdonabile, per non essere riusciti a definirla.
    L.

  8. peter
    peter says:

    x marco

    guarda caro che uno scarico temporaneo di endorfine non da’ la felicita’, come del resto le droghe che simulano le endorfine. I mediatori chimici e le emozioni sono importanti, ma e’ bene non confondere i sogni con la realta’.
    Per dirla in altro modo, a 15 anni le mie emozioni e sensazioni erano certo piu’ intense, ed ora perdo (come tutti) un buon numero di neuroni ogni giorno. Devo dire pero’ di essere molto piu’ felice e realizzato di quanto non lo ero a 15 anni.

    Peter

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    se voglio perdere tempo è meglio che mi iscrivo a facce e bucche!!! (Sylvi)
    —–
    Davvero sei convinta che Facebook sia una perdita di tempo?
    Sapessi che scuola di sociologia è, invece! Quello che si impara lì, sulla gente, non lo si impara da nessuna parte.

  10. Anita
    Anita says:

    La felicita’, e’ un momento illusorio.

    Da non confondere con un atteggiamento positivo e ottimista nei confronti della vita.

    Anita

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    guarda caro che uno scarico temporaneo di endorfine non da’ la felicita’, come del resto le droghe che simulano le endorfine. (Peter)
    —-
    Infatti ho detto e ben spiegato che dà la gioia, non la felicità. Basta leggersi tutto il post, non solo le prime due righe.

  12. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Marco, qui lei toppa. Se si scrive l’elenco della spesa un termine vale l’altro. Se si scrive un documento storico con un valore simbolico enorme, si soppesa ogni virgola e si ricorre a tutta la propria saggezza e non solo alla cultura del proprio tempo, ma anche a quella classica che da sempre ha indicato la strada. Se questo e’ farsi seghe mentali lo rimetto all’es di tutti i post che lei invia senza nessuna cognizione fra causa ed effetto. Un nuovo saluto. F.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Vedi Anita, anche tu confondi la felicità con la gioia. La felicità non è uno stato emotivo momentaneo, ma è uno stato che si prolunga nel tempo. Vero che è difficile trovare gente felice nella civiltà occidentale, mentre è più facile trovarla in India, per esempio, o in realtà culturali dove l’acquisizione all’esterno di sè non è considerata un valore. Chi attribuisce alla scoperta di sè (introspezione, diremmo noi occidentali) il massimo orizzonte raggiungibile, nel momento in cui lo ha raggiunto e ne è consapevole, è felice, non gli serve altro, si gode in continuità quel suo traguardo finchè campa.

  14. Linosse
    Linosse says:

    Vediamo se ci riesco

    La felicità è un momento di “grazia” molto personale ed imprevedibile che si potrebbe paragonare alla convergenza di tutto quello che c’è di positivo come nell’Aleph di Borgues.
    L.

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ecco, se dovessi indicare una persona felice farei il nome di Tiziano Terzani. Per chi lo ha conosciuto. E’ morto in uno stato di felicità.

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    stesso errore degli altri: confondi la gioia con la felicità.
    La felicità NON E’ uno stato momentaneo.

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Follotitta, l’errore lo fa lei, nel momento in cui suppone che chi scriva un documento di importanza capitale stia obbligatoriamente lì a soppesare i termini uno per uno.
    Magari in quel momento avevano chiamato Jefferson per il the’…và a sapere, e lui ha scritto velocemente ciò che gli pareva esprimere meglio una sensazione, per non lasciare che il thè si raffreddasse. O voleva dare un certo colore alla frase e il termine felicità è molto colorato.
    Siamo noi che vogliamo a tutti i costi attribuire a un termine un valore assoluto, mentre nella mente di chi scrive il termine ha molto spesso valore relativo a uno stato d’animo, non necessariamente combaciante col significato strettamente letterale.

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    No, non è uno scrittore che mi interessi, al momento.
    E anche se fosse, chi è per caso, uno che scrive verità rivelate?
    Se una cosa l’ha scritta lui, deve essere per forza esatta?
    Il mio maggior divertimento è fare le pulci propri a quegli scrittori che vanno per la maggiore come opinion leaders. L’ho fatto recentemente con Gibran, che ho letto in originale, ma il più divertente è Antony de Melho, quello della gallina che si crede un’aquila o viceversa. Lui mette presupposti errati a decine, ma proprio in quantità industriale. Sembra un quiz della settimana enigmistica: “scopri il trucco”.

  19. Follotitta
    Follotitta says:

    Marco, ho riletto il suo 702, varie volte, ma, a parte il riferimento a Catalano, e al fatto che ci ha fatto un trattato sopra, non ci ho capito una beneamata fava, come direbbe U. Lo vuole tradurre per farlo capire anche a me che evidentemente non sono all’altezza? Forse se usasse parole meno complicate atterrerebbe senza scomodare Pino. La ringrazierei in anticipo. F.

  20. sylvi
    sylvi says:

    x Marco

    Credo che ti farò felice!!!!
    In friulano “quella cosa femminile” è chiamata la “palisse”.
    Ecco: la felicità è la Palisse!!!

    Sylvi

  21. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi, la palisse non è tutto, conta anche ciò che la contorna, e non sempre il risultato è confacente alla felicità.
    Diciamo comunque che quella è una strada buona per arrivarci.

  22. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Marco, il suo 722 non lo voglio neanche commentare perche’ e’ di una insulsaggine che mi fa cascare le braccia. Capisco il suo essere polemista a tutto campo, ma per lo meno adduca argomenti validi come fa Peter, altrimenti a volte rimanere in silenzio puo’ rappresentare una buona occasione per dimostrarsi finalmente intelligenti. Un saluto. F.

  23. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Follotitta:
    il concetto l’ho spiegato in maniera chiara nel pezzo chiamato “Il bene e il male”, facilmente leggibile nel mio libro online “Fuck the system”, reperibile alla sezione scritti nel mio sito personale http://www.marcotempesta.it
    E’ una spiegazione articolata, che sarebbe lungo e noioso, oltre che inutilmente faticoso, riportare qui per intero, visto che è immediatamente raggiungibile nel sito.
    La rimando a quella lettura.
    Per sintetizzare in estremo, “non avere un credito” non significa “avere un debito”.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Follotitta.
    Non è per niente un’insulsaggine. Chi scrive abitualmente, utilizza spesso frasi derivanti da uno stato emotivo piuttosto che strettamente letterali.
    Basta leggere qualsiasi scritto con un briciolo di senso critico, per accorgersene. Lo scrittore che abbia una preparazione umanistica di una certa portata, non scrive con la stessa mentalità con cui un contabile fa i conti.

  25. Linosse
    Linosse says:

    M.T. 723
    Peccato che tu non l’abbia letto,anche se come tutti gli scittori non scrive verità rivelate(per quello basta ed avanzi tu,scherzo!)secondo me ti intrigherebbe.Per chiarire meglio cambio momento (inteso non temporalmente)con stato:
    “La felicità è uno stato di “grazia” molto personale ed imprevedibile che si potrebbe paragonare alla convergenza di tutto quello che c’è di positivo come nell’Aleph di Borgues.”

    L.

  26. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    «Leggenda vuole che uno scrittore americano si sia fermato ad Acciaroli per scrivere “Il vecchio e il mare”. Da oggi, Acciaroli non sarà più la città di Hemingway, ma la città di Angelo Vassallo, il sindaco PD che non ha avuto paura di amare fino in fondo la sua terra».

    Il paese è tappezzato di manifesti che lo ricordano. Ce ne sono ovunque. Appesi ai muri, sulle porte dei negozi, nelle bacheche. C’è attesa per i funerali che si svolgeranno venerdì mattina.

  27. Anita
    Anita says:

    x Follolitta

    Caro F,
    mamma mia quanto scrivete, mi sono assentata per pochi minuti per vedere cosa sta combinando il giardiniere sul mio prato ammalato….

    Il dolore rimane per sempre, la felicita’ e’ un emozione temporanea.
    Il dolore lascia profonde cicatrici non completamente rimarginate, pronte a riaprirsi ad ogni momento anche subconsciously-inconsciamente.

    IE: Ieri sera mi sono venute le lacrime agli occhi solo vedendo una scarpina bianca da infante in TV.

    My best, Anita

  28. Follotitta
    Follotitta says:

    Caro Peter, scusi per non averla salutata, ma nelle intenzioni ci sarebbe dovuto essere un (3), che non c’e’ stato perche’ sono andato dietro agli inserimenti di Marco e Popeye. Poi il discorso si e’ evoluto verso la definizione di felicita’ esulando cosi’ completamente dalle mie competenze e dal riferimento storico da cui ero partito io. Per cui lasciamo il ns contenzioso al punto in cui e’ arrivato e mettiamoci alla ricerca di argomenti, spero ancora piu’ stimolanti su cui confrontarci. E adesso si, con l’occasione, la saluto. F.

  29. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    L’Italia in quegli anni ha rischiato grosso… la battaglia ci ha assorbito completamente. Cosí, non abbiamo visto con la chiarezza necessaria il resto.

    Luciano Lama sugli anni di piombo, da Intervista sul mio partito

  30. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    L’Ocse affossa l’Italia«Ultima tra i paesi del G7»
    L’economia italiana è il fanalino di coda tra i paesi del G7 e nel terzo trimestre entra in territorio negativo.
    Lo rivela l’Ocse nel suo ultimo rapporto previsionale.

  31. Antonio Zaimbri
    Antonio Zaimbri says:

    Per Rodolfo.
    Pazientemente ti ripeto per l’ennesima volta che io leggo QUELLO CHE MI PARE e commento quello che leggo QUANDO MI PARE E SE MI PARE. Con le persone che reputo se lo meritino cerco nel limite delle mie possibilità e capacità di avere un dialogo costruttivo al di la delle poche o molte divergenze di opinioni, ad altre per cui non nutro ne stima ne rispetto non mi sento vincolato neppure ad una ipocrita correttezza formale.
    Anche se tu ti ritieni esponente del popolo eletto per me non vali una cicca pestata e SEMPRE mi rapporterò con te di conseguenza e prima o poi volente o nolente dovrai fartene una ragione.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

    Ps
    Nota tecnica. I gradi Fahrenheit anno una scala in cui lo 0 °C, (ghiaccio fondente) corrisponde ai 32 °F e i 100 °C ( acqua bollente) a 212 °F, quindi l’escursione 0 ÷ 100 equivale a quella 32 ÷ 212 il rapporto è quindi 100 ÷ 180 semplificato a 5/9
    La conversione da °F a °C è data da: (( °F – 32) * 5/9) e quella da °C a °F da: ((°C*9/5) + 32) . Il 5/9.
    Esiste un’altra scala di temperatura, un tempo usata soprattutto in Francia ed ora totalmente abbandonata, i gradi Réaumu con scala o ÷ 80.

    Ps del Ps. Popeye per te è da mo che ho finito la pazienza …. quindi direttamente Va fa ‘n culo>7i>

  32. Follotitta
    Follotitta says:

    Cara Anita, ha ragione, mi sono lasciato prendere la mano. Prima ho plaudito al suo: ‘ la felicita’ e’ un momento illusorio. Da non confondere con un atteggiamento positivo e ottimista nei confronti della vita.’ Lei ha sintetizzato, come meglio non avrei potuto fare, il senso di quello che volevo dire riguardo all’uso del termine ‘happines’ nel contesto della Dichiarazione. Ringrazio anche lei quindi, come Popeye che ha suggerito il significato antico e perso, della parola che a me sfuggiva.
    Non mi parli di erba. In questo periodo cresce a vista d’occhio, che in questo caso non e’ solo un modo di dire, ma e’ proprio vero. Non ho giardiniere e ogni giorno debbo mettere in moto il lawn mower, con delle sudate da sauna. Insieme alla bici, e’ il mio esercizio giornaliero. W/ my compliments. F.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    che la felicità sia uno stato di grazia, è molto più accettabile come definizione. Anzi direi che sia proprio la definizione esatta, benchè riporti ad un’emozione comunque non descritta: cos’è, infatti, lo stato di grazia? Bisogna far ricorso alla filosofia orientale, per avvicinare il concetto.

  34. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Linosse:
    anche “la convergenza di tutto quello che c’è di positivo”, non definisce alcunchè in maniera inequivocabile, come ci si aspetta che debba essere una definizione…per definirsi tale.
    Credo che i termini più a portata di mano in quanto a comprensione, siano ‘gioia’ e ‘soddisfazione’, emozioni che tutti abbiamo provato una volta o l’altra, chi più chi meno, quindi ci è più facile capire di che si tratti.

  35. Follotitta
    Follotitta says:

    Cara Striscia Rossa, peccato che si viva in un paese dove da morti ci si porta appresso le folle e da vivi si e’ soli in modo da non disturbare i sicari. E dove la sicurezza funziona solo in senso repressivo verso le comunita’ deboli, e come retorica elettorale. Sarebbe bello il contrario, ma con il governo che abbiamo mi fa molta meraviglia che la situazione non sia peggiore. Il cara si riferisce solo al genere femminile del suo nome, quindi probabilmente e’ solo corretto grammaticalmente. La saluto. F.

  36. Popeye
    Popeye says:

    Il termine Felicità, in quel momento gli suonava meglio che un giro di parole, e Jefferson l’ha messo senza star lì a farsi tutte le pippe mentali che vi fate voi.
    ——————–
    Caro Marco,
    Non attribuire a Jefferson le tue caratteristiche, e non dico questo in modo negativo. Credo che Jefferson era più calcolato di un pittore, per esempio, che usa un certo colore sole perché gli sembra giusto a quel momento. Le parole hanno un significato e non vanno messe in vanvera. Non solo parole in quel tipo di documento hanno conseguenze.
    Poi credo che non siamo noi a fare pippe mentali. Ho capito che per te happiness e’ scopare, 458 euro al mese, un bel pranzo, e ogni tanto un magnifico tramonto.
    Un saluto.

  37. Popeye
    Popeye says:

    Nota tecnica. I gradi Fahrenheit anno …
    ————–
    Caro Antonio,
    Grazie per la scoperta dell’acqua calda e aver offerto quella eccitante informazione sulla scala Réaumu, che naturalmente e’ molto più utile delle tue cazzate. Ne saremo molto grati.
    Ricambio il salutone antoniano.

  38. Anita
    Anita says:

    x Follotitta

    Ah si’, i prati della Florida sono di zoysia grass.
    Nel New England, come lei sapra’, sono piu’ delicati, quest’anno hanno sofferto molto e questa e’ la stagione dei ripari.
    Io ne ho oltre 25’000 piedi quadrati, solo di prato verde, una lawnmower non ce la farebbe…
    In Florida ci pensava l’associazione condominiale.
    Mi arrabbiavo perche’ mensilmente tosavano i cespugli da fiori, come gli ibiscus ed anche gli oleandri.
    Io ero li’ solo per meno di un mese e volevo vedere i miei fiori.

    Buona giornata,
    Anita

  39. Anita
    Anita says:

    x Popeye

    “Time and changes in the condition and constitution of society may require occasional and corresponding modifications.”
    Thomas Jefferson to Edward Livingston, 1825.

    Conosci bene la storia…..

    Take care,
    Anita

  40. Peter
    Peter says:

    x Anita

    forse sul dolore hai ragione, e’ piu’ facile provare il ritorno di un vecchio dolore che non quello di una vecchia gioia. Ma tu ti riferisci ai sentimenti di lutto e perdita. Succede spesso anche a me di ricordarmi di parenti ed amici persi, e sono ricordi che tornano a tradimento, affatto inaspettati, anche perche’ ai lutti sono indissolubilmente legati dei sentimenti di colpa, irrazionali ma presenti.
    In sostanza, raramente si apprezzano salute e benessere, e felicita’ pure, perche’ allora siamo troppo occupati a ‘fare’ che non a sentire. Siamo molto piu’ sensibili alle perdite che non ai guadagni, salvo forse le grosse vincite alla lotteria, una nuova relazione promettente, una importante promozione. Sono sicuro che anche in cio’ vi siano delle ragioni biologiche, purche’ la depressione non ci prenda la mano

    un saluto

    Peter

  41. sylvi
    sylvi says:

    x Peter ed Anita

    credo che i sentimenti di lutto e perdita prematura, e che non si è potuto con tutta la volontà evitare, siano qualcosa di diverso dalla perdita che segue il corso naturale della vita.

    Quando è morta mia madre, alla quale,per motivi evidenti, ero legata in modo particolare, mia figlia, è il suo lavoro, mi disse:
    _ Non cadere nella trappola di sentimenti di colpa su quello che avresti potuto fare e non hai fatto!. Hai dato quello che avevi, tanto è Tutto!
    Mia figlia era stata cresciuta da mia madre, ma era lucida, anche se l’amava moltissimo.

    Mio padre è stato un discorso completamente diverso, che non investiva solo la sua perdita, ma anche l’attesa e la speranza disperata.
    E’ stato un rimpianto infinito, senza riscontri.

    Sylvi

  42. Peter
    Peter says:

    x Anita

    la ragione biologica e’ che un guadagno ‘totale’ non vi sara’ mai, mentre tutti subiamo prima o poi una perdita totale. E le altre perdite parziali che subiamo nel corso della vita sono in un certo senso precorritrici, o aralde, di quella

    Peter

  43. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho capito che per te happiness e’ scopare, 458 euro al mese, un bel pranzo, e ogni tanto un magnifico tramonto. (Popeye)
    —-
    Caro Pop, non è solo quello. E’ ANCHE quello. In aggiunta a tutto il resto, che non è poco.

  44. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    mi scuso enormemente , per il ritardo su un problema psicofisico come quello del Coniglio:
    Non ho bisogno di consultare marco tempesta per dirti che la questione da te sollevata non è affatto una banale coincidenza,ma bensì l’opera di “onde gravitazionali vibrazionali ad effetto radente,che restando nella Ionosfera, rimbalzano , sommando i loro effetti ed evitando così i nodi interferenziali, che lo stesso Marco ha compiutamente illustrato su questo Blog e che spiace che Follotitta non abbia mai ascoltato.
    Per farla in breve, quando il mio neurone , ha pensato Coniglio la Vibrazione si è sommata alla portante,che il tuo decoder evidentemente in quel momento sintonizzato su “come posso far incazzare cc”, ha rivelato ai tuoi abbondanti neuroni.
    Di li ,probabilmente l’idea anche tua di mettere a mollo nel Vino un coniglio!
    Se non fossi ancora soddisfatta della spiegazione chiedi lumi a marco nel Blog, opprure al Prof Carlo Bernardini, della Normale di Pisa.
    Entrambi ,sono sicuro saranno essere più chiari ed esaurienti di quanto sono stato io.
    Che vino era !

    cc

  45. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Ec -Che vino era?

    ps- Spero solo che tu non abbia immerso il coniglio vivo nel vino!
    Se poi non ancora soddisfatta delle mie “spiegazioni, di quelle di carlo bernardini e di marco tempesta,…ti resta l’ultima speranza :
    Vai sotto il gran sasso,e Lì consulta il prof Zicchiricchì,questo è l’ultimo stadio,dopo ti resta solo più la Coca .

    buona serata
    cc

  46. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    Cabernet -Souvignon dei Colli orientali del Friuli.
    Era di passaggio Rubbia, non so quali calcoli ha fatto; quale il rapporto fra freschezza del coniglio e corposità del vino; fra l’estate che se ne va e l’autunno che subentra… osservando le coscette ha detto OK!
    Mi pare sia felice anche il coniglio!
    Ma non ho ancora capito, e nemmeno lui, che cos’è la Felicità.

    Polenta taragna, comunque!

    Sylvi

  47. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro Follotitta,

    il più bel libro sugli Usa che io abbia letto sui problemi del tuo dibattito con Peter è stato .” Inventing a Nation,Washintong,Adams,Iefferson..di Gore Vidal.
    Titolo italiano ,(più confacente : “L’invenzione degli Stati Uniti di America.
    Capisco che il solo nome di Gore Vidal, per due elefanti come come il poppone e L’anita, suscitino “orrore” o indifferenza, o semmai , non sappiamo manco chi sia, loro e 800milioni di americani , ma pazienza !
    L’imporetante per me è che leggendolo , mi sono proprio divertito tanto!

    cc

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