Il Tar del Lazio fa perdere il senso della misura, e della decenza, agli stessi vescovi italiani assai prudenti con gli scandali di Berlusconi. Che aveva promesso le “tre i” per tutti (“internet, inglese, impresa”), ma ora rischia di rifilarci invece il pugno di mosche strapaesane dei dialetti a scuola e la “i” di imbecillità e ignoranza anziché di inglese e italiano

Bieco Illuminismo!”. La cosa più divertente della nuova uscita da energumeni facinorosi dei vescovi italiani provocata questa volta dalla ovvia e dovuta sentenza del Tar del Lazio contro l’invadenza dei “professori” (?) di religione – gente senza qualità scaricata dagli stessi vescovi sul gobbo della scuola pubblica e delle finanze italiane – è l’accusa di “bieco illuminismo”. Evidentemente lor signori, che campano pure loro con i nostri soldi, preferiscono il bieco oscurantismo papalino che fu la molla che scatenò, per fortuna, l’Illuminismo, parola che il clero mai dovrebbe pronunciare per il semplice motivo che non ne è degno. Non ci fosse stato l’Illuminismo, vivremmo ancora nel brago e nell’ignoranza, vale a dire nell’Oscurantismo, voluto e alimentato dai privilegi del clero per continuare a vivere sulle spalle altrui.

Fa ridere anche l’indecorosa accusa degli stessi vescovi contro il Tar del Lazio colpevole nientepoppodimmenocché di essere entrato “a gamba tesa” su una materia che secondo il delirio vescovile non è di competenza della magistratura italiana bensì di santa madre Chiesa… Mah. Capisco la caldana estiva e i suoi effetti sulle menti deboli, ma qui si esagera. A entrare a gamba tesa in affari che non li riguardano sono semmai – come al solito – i vescovi, certo non la magistratura italiana.

Non fa invece ridere neppure un po’ la concezione autoritaria, di fatto fascista, che emerge dalla presa di posizione vescovile laddove accusano il Tar di avere osato contrastare una decisione del governo italiano. A parte il fatto che gente nominata dallo Stato estero Vaticano non ha titoli per impicciarsi di certe cose, lor signori evidentemente non sanno – e certo non gradiscono – che in Italia esiste la democrazia e che il fascismo è stato sepolto da tempo anche se c’è chi vorrebbe farlo risorgere a mo’ di Lazzaro in camicia nera (per ora azzurra e verde): la nostra democrazia prevede che ciò che decide il governo non è automaticamente un diktat, non è qualcosa di assimilabile a un editto papalino, tant’è che esiste perfino la Consulta, che vigila sulla costituzionalità delle leggi, ed esistono i vari Tar, vale a dire Tribunali amministrativi regionali, che vigilano sulla corretta interpretazione delle norme a carattere amministrativo e non penale o civile.


Prima di sferrare anche loro, come la banda berluscona, un calcio alla nostra magistratura, affermando che la sentenza del Tar del Lazio “aumenta la sfiducia verso i magistrati”, i vescovi badino piuttosto alla magistratura vaticana, che fa acqua da tutte le parti: vedi caso Emanuela Orlandi, vedi strage delle guardie svizzere e vedi protezione mondiale al clero pedofilo, sancita per iscritto e di loro pugno dall’attuale papa e dall’attuale segretario di Stato vaticano.


Rattrista davvero oltre misura, perché offende e tradisce in primis i credenti, l’uso dei due pesi e due misura dei vescovi riguardo questa faccenda del Tar da una parte, così come per la pillola del giorno dopo, e lo scandalo anzi gli scandali Berlusconi dall’altra parte: urla scomposte, vesti e capelli strappati nel primo caso, voce bassa e flautata nel secondo, nei confronti del quale quella che dovrebbe essere la montagna della protesta partorisce sempre e solo il topolino di una qualche rampogna educata sul giornale L’Avvenire d’Italia (brutto nome, in mano a un giornale del clero). Rampogna affidata una volta al molto educato direttore di quel quotidiano e un’altra al prete “di frontriera” (!) di turno. Nel cilindro pozzo di S. Patrizio della Chiesa c’è sempre un coniglietto di riserva… utile alibi per le malefatte, le omertà e le complicità dei vertici. Chi si accontenta gode. Intanto, a proposito di vertici, Ratzinger si gode il fresco delle vacanze da qualche parte. Idem, prudentemente, il numero uno della Cei.

Il mantra vescovile e nazionalpopolare cattolico è che l’Italia ha una tradizione cattolica, la sua identità è il cattolicesimo, che pertanto deve essere salvaguardato a tutti i costi. “Non possiamo non dirci cattolici”, o qualcosa di simile. Ma è una delle tante frottole che ci vengono ammannite fin dalla più tenera infanzia. L’Italia s’è ritrovata cristiana e cattolica per decisione autoritaria di alcuni imperatori, che hanno messo fuori legge tutti gli altri culti, che peraltro sopravivono nelle tradizioni popolari e paesane anche se opportunamente travestiti. Costantino in persona ha creato la professione di fede nota come preghiera del Credo e il termine cattolicesimo, religione che ha scelto solo perché , a differenza per esempio dell’ebraico, legittimava lo schiavismo anche a vita, senza il quale l’impero sarebbe crollato. Alla stessa stregua l’Italia poteva ritrovarsi ancora pagana o musulmana, se così avessero deciso gli imperatori. E s’è ritrovata cattolica e papalina non per adesione spontanema, ma solo grazie a una repressione tanto feroce quanto plurisecolare imposta con ogni mezzo, anche il più vergognoso, dalle torture ai roghi dell’Inquisione.

Se nel Belpaese ci si ritrova quasi tutti con nomi di battesimo presi dai cosidetti santi, peraltro spesso inventati di sana pianta o divinità pagane opportunamente travestite dalla Chiesa, è solo perché le leggi, l’ultima delle quali dell’epoca fascista, obbligano a “scegliere” solo nomi di santi cattolici. Idem per lo sconcio del crocifisso esposto a tutti i costi anche nei luoghi pubblici, che per definizione non dovrebbero avere simboli religiosi essendo la Repubblica italiana laica per Costituzione. Per essere tradizioni, non hanno nulla di spontaneo, sono solo faccende imposte con la forza, pertanto NON si possono definire tradizioni. La piantino quindi i vescovi, il papa e i sanfedisti papalini con l’insistere su certe fandonie. E’ davvero ora di  dichiarare decaduto il Concordato. E’ un po’ troppo che il Vaticano e i suoi vescovi sputino in continuazione nel piatto dove mangiano.


Se i vescovi hanno una concezione autoritaria del governo che vorrebbero imporre alla Repubblica italiana, molti giornalisti di grido non sono da meno. Non ricordo se è stato Vittorio Feltri o qualche firma de Il Giornale e de Il Foglio a scrivere che c’è poco da scandalizzarsi per le orge e gli harem berlusconiani, perché così facevano Cesare e vari altri suoi simili, la soddisfazione della libidine sessuale più sfrenata è da sempre nelle ambizioni e nella pratica di vita dei potenti. Evidentemente sfugge a questi signori giornalisti che la carica di primo ministro di una repubblica qual è quella italiana è cosa diversa dall’essere imperatore o re o padrone di un Paese. Scarsa, la cultura professionale di questi colleghi (absit iniuria verbis): con gli sproloqui con i quali si gingillano da tempo, pur di giustificare l’ingiustificabile padronale, oggi all’esame per diventare giornalisti professionisti verrebbero bocciati. Fa vergogna che si dicano giornalisti anche i bellimbusti e i mezzibusti televisivi alla stessa stregua dei 200 giornalisti uccisi mentre cercavano di documentare atrocità in Cecenia e in altri luoghi dove magari comanda Putin, noto amicone di Berlusconi, al quale ha regalato il famoso “Letto Grande”. Davvero un Grande Fratello, Putin…

Degna eco a tanta protervia vescovile è il servile annuncio da parte di tale Mariastella Gelmini – dicitur ministro della Pubblica Istruzione per meriti ignoti, ma immaginabili – di un suo ricorso, cioè a dire del governo della Repubblica Italiana, contro la sentenza del Tar. Che vergogna. La cosa orribile è il filo che accomuna il delirio vescovile all’uscita della signora Gelmini, figlia di un giardiniere padano il cui unico pregio è di essere stata presentata a Berlusconi. Ratzinger e il numero uno della Cei tacciono sugli scandali di Berlusconi e si godono le vacanze in attesa che la signora Gelmini – ministro del governo del citato Berlusconi – perfezioni a favore delle scuole private, cioè di fatto cattoliche, lo sfascio della scuola pubblica così bene avviato dalla sempre lieta e sorridente Letizia Moratti e proseguito dal sempre lieto, sorridente, florido e (s)fiorito Fioroni. Nonché in gran silenzio gagliardamente pilotata dalla Regione Lombardia, cioè dal cattolicissimo Roberto Formigoni, la cui distribuzione a pioggia di milioni di euro a favore di chi preferisce la scuola privata, cioè cattolica, è la stella polare della signora Gelmini. Che ha fretta di replicare in tutte le regioni italiane questo bel modello lumbàrd sfascia scuola pubblica.

Vergognosa anche la consonanza con questa canea da parte di tale Giuseppe Fioroni, cognome adeguato alla sua facciona, dicitur ex ministro della Pubblica istruzione in un governo di centro-”sinistra” (!) Anzi, qui la vergogna è che un governo che in qualche modo voleva avere a che fare con la sinistra, sia pure moderata, abbia nominato ministro questo signore, i cui meriti sono non solo ignoti, ma, a differenza di quelli gelminiani, difficilmente immaginabili. Molto meglio fare ministro della Pubblica istruzione il nostro Enrico Gavalotti, curatore di due rubriche del blog, che di titoli e qualità ne ha infinitamente di più di questo signore anche se, purtroppo, non siede in parlamento.


Non voglio invece neppure commentare le dichiarazioni di tale Paola Binetti, che chissà perché è stata ammessa nel PD e da questo fatta perfino eleggere parlamentare. La signora Binetti si vanta di usare il cilicio: beh, che lo usi lo si capisce sia guardandola che ascoltando ciò che dice. Poi ci si lamenta che il PD sia finito come è finito: se si cede all’opportunismo, questo sì “bieco”, dei Rutelli o di altri veloci voltagabbana e si imbarca così di tutto, perfino i Fioroni e le Binetti, la conseguenza non può essere che il disastro. Se i Veltroni e i Rutelli ci tengono così tanto a raccattare i voti del centrodestra, che peraltro non raccattano neppure col cavolo, perché mai non si arruolano direttamente nella truppa berluscona? Mistero.


Santa madre Chiesa dovrebbe imparare a fare con maggiore umiltà ciò che in definitiva ha sempre fatto, sia pure sempre in ritardo: ascoltare la società civile, seguirne i progressi. Così potrà stare al passo con i tempi e stare con la gente anziché avere continuamente nostalgia del Medio Evo e delle pro-stitutio al servizio ora di Costantino e ora del Cavalier Benito, ora dei carolingi e ora degli hitleriani. Wojtyla ebbe a gridare “Non abbiate paura!”, per quanto più di uno, gli ebrei per esempio e gli “eretici”, ha fondato motivo – fondato sulla Storia – di avere paura di ciò che promana dal Vaticano e annessa Chiesa. Ma questo suo grido la Chiesa farebbe bene a rivolgerlo finalmente a se stessa: non abbia paura della società civile, che le ha insegnato tra l’altro anche “Dei delitti e delle pene”, oltre all’abolizione dello schiavismo e della pena di morte. Non ne abbia paura, della società civile e delle sue conquiste, a meno di esasperarla con il nuovo Oscurantismo, perché allora è ovvio e auspicabile che riemergerà l’Illuminismo. Anzi, in ogni caso urge un nuovo Illuminismo per fermare la deriva in atto. Intanto però è bene trattare la gerarchia clericale con la stessa durezza e scarso rispetto con i quali tratta gli “altri”.


Continua la comica dei dialetti da insegnare a scuola e da usare nelle trasmissioni della Rai, esilarante trovata estiva che mette a nudo tutta la somaraggione e il bieco provincialismo dei leghisti. Abbiamo già detto che non esistono – perlomeno in Italia – singoli dialetti regionali, ma una infinità di dialetti di singole città, paesi e fette varie di territorio. Abbiamo anche già detto che non si capisce chi mai dovrebbe insegnare a scuola – ammesso che si possa ancora chiamare scuola una istituzione che insegna a parlare in dialetto anziché in italiano e almeno in inglese – questi benedetti dialetti, visto che non c’è una lira, pardòn un euro, tant’è che la signora Gelmini continua a tagliare i fondi e gli investimenti nella scuola statale e nella pubblica istruzione, che si mira ad appaltare il più possibile al Vaticano nelle sue varie diramazioni. C’è però da aggiungere che dei dialetti NON esistono grammatiche: perciò che cavolo – per non dire in dialetto “che minchia” – di dialetti potrebbero insegnare gli sfigati eventuali suoi professori?

Il dialetto, per chi lo parla da bambino, è cosa ottima, lingua familiare, lingua degli affetti, che si parla con i nonni e gli amici del quartiere. Ma anche a voler far finta di ignorare che non sappiamo più cosa siano i nonni, rifilati alle badanti (extracomunitarie) o ai costosi sfasciacarrozze chiamati case per anziani, sta di fatto che anche il pannolone o le mutande sporche o le dita nel naso e la gara a chi piscia più lontano fanno parte preziosa dell’infanzia, ma non per questo devono diventare istituzioni scolastiche. O no? Perfino nella moda, per quanto arrivata a punti demenziali, il sedere esposto all’aria e la mutanda in bella vista non hanno funzionato, tant’è che ormai sono cose che se ne vedono poche, fuori da palazzo Grazioli intendo dire. Trattandosi di biancheria intima, le mutande hanno ripreso a essere mostrate, e magari tolte, non nella vita pubblica, bensì in quella – per l’appunto – intima. Anche il sedere, così caro, messo bene in mostra e valorizzato (il proprio) da Mara Carfagna, altro ministro dai meriti ignoti ma immaginabili, non è più molto esposto a passeggio, al bar, al ristorante e in chiesa. Anzi, perfino il monokini e il perizoma sono diventati difficili da vedere in spiaggia. Lasciamo quindi la bellezza dei dialetti all’innocenza dell’infanzia e ai suoi bei ricordi.


Insomma, come la si gira e rigira resta il fatto che la boutade dei dialetti è solo l’ennesima dimostrazione del provincialismo, piuttosto miserabile, non solo dei leghisti, ma ormai dell’intero governo e di buona parte dell’Italia. Illudersi che la Cina e l’India, e domani anche il Brasile, l’Iran, ecc., si possano affrontare masturbandosi col dialetto bergamasco o vicentino anziché studiando a rotta di collo italiano, lingue straniere e materie scientifiche, oltre che investendo il più possibile nella ricerca e nell’ammodernamento produttivo, tutte cose che invece non solo la Gelmini ha buttato alle ortiche, questo illudersi è roba da suicidi. Con questa follia dei dialetti a scuola finiremo col castrare definitivamente il futuro dei giovani, resi eunuchi diallettali di fronte al vasto mondo dove la gran massa di persone parla due o tre lingue: lingue, non dialetti.  Forse Zaia&C non se ne sono accorti, ma il “dialetto” ormai dimenticato è la lingua italiana, fatta a pezzo dal brago televisivo-pubblicitario-modaiolo che tanto piace ai berluscoidi in calore.

Forse ricordo male, ma il dottor, cavalier, onorevole, primo ministro e primo scopatore Berlusconi Silvio non aveva promesso le “tre i per tutti”? Vale a dire i come internet, i come impresa e i come inglese, di cui la prima e l’ultima i in tutte le scuole italiane. Dando per scontato che la parola “italiano”, inteso come lingua, inizia anch’essa per i. Qualcuno dovrebbe avvertire Berlusconi e mister Bossi, pardòn, “siùr” o “sciùr” (in dialetto lombardo, credo) Bossi, che la parola dialetto non inizia con la vocale i, bensì con la consonante d. E’ invece la parola imbecillità che inizia per i, come del resto la parola ignoranza. Ma l’imbecillità e l’ignoranza non è necessario che le insegnino a scuola per farle diventare obbligatoriamente patrimonio di tutti: bastano e avanzano quelle di troppi leghisti, così desiderosi di farne bella mostra.

220 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    sono stata la prima a scrivere che il nostro sistema non e’ perfetto, ci vuole una rievalutazione, ma non una totale riforma.

    Sto ascoltando il Presidente e mi domando chi lo maneggia.

    E’ forse sarebbe meglio che non fosse in TV ogni giorno…la campagna elettorale e’ fiiiiiiniiiiiiiiitaaaaaaaaa.

    Da un lato dice che troppo e’ speso per quelli che non sono assicurati, dunque se e’ speso, io capisco che cure sono state ricevute. No?

    Ci sono diverse assicurazioni, prima ce n’erano il triplo o piu’.
    I Democratici hanno introdotto un limite che ha creato una monopoli.

    Lo so’ di sicuro perche’ ho dovuto cambiare farmacia nel 1997, solo due nel mio Stato sono state approvate, CVS e Walgreen.
    Ho scritto ai miei rappresentanti….mi hanno risposto che una monopoli non sarebbe mai stata approvata.

    BALLE, fino ad oggi.

    Il mio caro amico floridiano si sentiva al sicuro con la sua Medicare Advantage, e’ la prima ad essere eliminata, parole del Presidente.

    Io spero di poter mantenere le mie assicurazioni, non sono costose e coprono tutto, eccetto per i piccoli co-pay.

    Per esempio, venerdi’ ho chiamato un nuovo dottore, un Chiropractor Neurologist, appuntamento for a full evaluation Lunedi’ 17.
    Ho chiamato Tollgate Imaging e prelevero’ le mie lastre, x-rays and MRI, lunedi’ mattina.

    Mi sembra un buon servizio.

    Di tasca $20 per il Chiropractor Neurologist.

    ‘Notte,
    Anita

  2. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Quanto al vostro sistema sanitario, a difesa del quale si sono scatenate le lobby delle case farmaceutiche ed altre ancora più indegne…….
    ___________________________________

    Si sbaglia, le case farmaceutiche sono dalla parte delle riforme di Obama, i lobbisti a Washington DC sono aumentati vertiginosamente.

    Non solo, il Presidente ci dice che la AARP = Association for the Advancement of Retired Persons con 40 milioni di membri e la Medical and Nurses Association sono approvano il suo piano, non e’ vero.

    Sono stati in TV ed hanno smentito le affermazioni del Presidente.

    Buona notte da un’aguzzina, assassina, taglia gole, etc….

    Anita

  3. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    piu’ proletaria di me non esistono, mia mamma mi criticava, ma non sono mai cambiata.

    Sai come ho passato il mio pomeriggio di Ferragosto…per terra aiutando i miei taglia erba a riparare le mia irrigazione sotterranea che avevano danneggiato.

    Qui non si celebra, sono tutti intenti al ritorno alle scuole, acquisti di vestiario, cose varie per la scuola, o universita’.

    Alcuni Stati stanno adottando le uniformi per le scuole pubbliche, almeno una sembianza di uniformi.
    Non prenderanno luogo fino a gennaio perche’ per legge ci vogliono 90 giorni di avviso.

    Gli Stati uniti sono unici nella loro diversita’.
    Chi ha voglia di lavorare progredisce, chi ha idee le puo’ relizzare.

    Pensa che in questo periodo di incertezza i piccoli business privati, nati in cucina o nel garage stanno tenendo testa alla recessione.
    Appena diventano conosciuti creano “franchises” o li vendono con incredibili profitti.

    L’onorata della tua amicizia sono io.

    Un abbraccio,
    Anita

  4. Faust
    Faust says:

    … i veri incazzati sono le compagnie di assicurazioni x la sanita e la vita… soprattutto. Un esercito di ladri, no ladri no, sono gentili- issimi quando ti vendono la polizza/e… ppoi sei nelle mani di usurai… Ho gia raccontato che non mi assicurava nessuno x cche sono un paziente ad alto rischio di ictus… Mi hanno escluso dall assicurazione familiare, altrimenti la polizza x tutta la famiglia di mia moglie, sarebbe costata ppiu di 2 polizze familiari.. USURAI, guadagnano fortune.. un esempio, il padre di un mia amica, medico, è rappresentante in Rep. Dom. di una compagnia di assicurazione medica di Gringolandia… Tutti i dominicani ricchi, hanno polizze di compagnie gringhe… e le prestazioni mediche etc.. le fanno a Sto Dom. sono coperte e pagate dagli usa… il padre della mia amica prende percentuali su tutto quel che si muove… bbbbarcate di dollari, veremente ingiustificati sulla salute.. vabbe, qui sono ricchi… quindi se gli portano via dei soldi… non fanno danni allumanita… ma neanche tanto xcche le assicurazioni funzionano xcche non esiste un minimo di assistenza medica x i meno ricchi ed i poveri e illegali… che non potranno MAI pagare un assicurazione medica con le assicurazioni usurai… x non parlare delle cliniche etc… mia moglie x un piccolo intervento ambulatoriale le costo 25mila dollari ( rimborsati dallassicurazione) ma medici, a me 5mila dollari x una visita ed un paio di analisi… il tutto in due ore.. cliniche ospedali, medici ed assicuratori si abbuffano di soldi, sono tutti in combutta fra loro legati unallaltro x stare in piedi… si sostengono avicenda e il tutto fa somme di fatturati astronomici… Questi delinquenti hanno auto da 300 mila doll. sti bastardi… sulla pelle della gente… maledetti… veramente un associazione a delinquere… Viva Obama e cche il suo dio gli conservi la vita… xcche altri ddio la pensano diversamente… in proposito…
    Faust

  5. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Le assicurazioni di sanita’ si acquistano direttamente, non ci sono midle men.
    Sono rinnovabili ogni anno, se non vuoi fare cambiamenti si rinnovano automaticamente.
    Lo stesso per Medicare, ogni anno offrono i differenti livelli, se non rispondi rinnovano il piano che hai.

    Io non ho avuto altro che Blue Cross Blue Shield, sono soddisfattissima.

    I miei amici hanno la medisima assicurazione, alcuni hanno avuto interventi chirurgici molto seri con mesi di ricupero e terapia.
    Le loro spese di tasca sono state irrisorie.

    Mio marito e’ stato ammalato per almeno 8 anni, negli ultimi 4 ha avuto 4 interventi chirurgici maggiori, 3 strokes, gangrena, pacemaker, colostomia, visite giornaliere in casa, casse di garze, accessori, sedie a rotelle, walker, etc….
    Siamo andati anche a Boston per procedure che allora non ne avevano le facilita’ nel RI.
    Di tasca solo i copay e poco piu’.

    Pensa che gli interventi per mio figlio sarebbero costati circa un milione di dollari di allora, ho solo pagato per la ricerca di un donatore di midollo, trovata a Londra attraverso Anthony Nolan hospital.

    12’000 dollari e me ne hanno ritornati 5’000 perche’ la ricerca diede frutto in meno tempo dell’usuale.
    Il viaggio del dottore da Londra a Seattle ed indietro era compreso nel costo della procedura.

    Le mie spese sono state, il trasporto in prima classe e l’appartamento a Seattle.

    Non ho lamentele.

    Buona notte,
    Anita

  6. Faust
    Faust says:

    Le assicurazioni di sanita’ si acquistano direttamente, non ci sono midle men.
    .. il medico in questione non era un midle men, Era il rappresentante delle compagnie di assicurazioni mediche. Era la compagnia di assicurazioni medica usa in R.D. non un semplice venditore… venditori erano i medici ed anche loro prendono la % dalle assicurazioni. lui era il rappresentante in RD delle compagnie…
    Faust

  7. Damocle
    Damocle says:

    Allarme Fbi, troppe minacce al presidente

    Minacce ne sono sempre arrivate ma mai come in questo periodo, da quando Obama ha accelerato sul tema della riforma del sistema sanitario.

    Cresce negli Stati Uniti la preoccupazione tra i servizi di sicurezza che vigilano sull’incolumità del presidente. Fbi, Secret Service e agenzie di intelligence hanno registrato un numero crescente di segnali «degni di attenzione».

    L’ultimo in ordine di tempo: è stata aperta un’indagine ufficiale nei confronti di un uomo che si è presentato ad un comizio in Maryland sulla riforma sanitaria esibendo questo un cartello a due facce: da un lato scriveva «Morte a Obama»; dall’altro «Morte a Michelle e alle sue due stupide bambine».

    Nei giorni scorsi invece in New Hampshire un’altra persona, identificata e interrogata, si era presentata al comizio esibendo volutamente una pistola.

    Secondo gli investigatori non si tratta solo di un esibizionismo di cattivo gusto. È semmai la manifestazione di un sentimento di avversione nei confronti del primo presidente nero degli Stati Uniti che nelle ultime settimane si è accentuato in modo preoccupante. «Sono episodi che danno l’idea del clima spaventoso presente in alcuni gruppi» ha commentato alla Abc un ex agente dell’Fbi, Brad Garrett. Secondo il quale anche all’interno del Secret Service «c’è chi comincia ad aver paura che qualcosa possa succedere al presidente».

  8. ber
    ber says:

    Cara Anita,
    quello che e’ successo a Bob Dylan succedera’ a noi tra poco quandole ronde del bossetto e c. pattuglieranno le strade di milano e altre citta’ del nord,…quelle del sud non le avranno mai le ronde,e’ un lusso che non si possono permettere per mancanza di soldi.

    Circa Obama io penso che non sia stato compreso,…
    lui vuol dare l’assistenza a quel 15% della popolazione povera che ne e’ esclusa.
    Il fatto stesso che all’assistenza gratuita in pubblico si sia presentata una marea di persone anche solo per farsi misurare la pressione o semplicemente per un consiglio, la dice lunga sul fatto che la sanita’ e’ una cosa veramente importante.
    Una struttura sanitaria efficiente va a beneficio dell’intera societa’ e tutti i suoi abitanti ne traggono beneficio.
    Mia figlia,nei tre mesi che e’ stato a S.Francisco,ha notato che parecchi giovani camminano male per malformazioni dell’infanzia,cioe’ quando le ossa sono tenere,si possono guarire facilmente,…bastano poche cure.
    Francamente io non capisco tutto questo boicottaggio alla politica sanitaria di Obama,…un paese che spende milioni di miliardi di dollari per spese militari si puo’ anche permettere il lusso di dare assistenza gratuita a 60 milioni di persone,ono’?
    Un caro saluto,Ber

  9. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    quando facevo dei lavoretti in casa a Mi,tra un soggiorno e l’altro
    in africa,canticchiavo sempre “urla il vento,fischia la bufera”,…e mi
    fermavo alla prima strofa, perche’ non ricordavo il resto, con grande risate di mio figlio, allora 14 enne.

    Saresti cosi gentile da scriverla tutta?

    Un grande grazie di cuore,Ber

  10. Damocle
    Damocle says:

    per Ber

    Fischia il vento

    Vincere Fischia il vento urla la bufera
    scarpe rotte e pur bisogna andar
    a conquistare la rossa primavera
    dove sorge il sol dell’avvenir

    …a conquistare la rossa primavera
    dove sorge il sol dell’avvenir

    Ogni contrada è patria del ribelle
    ogni donna a lui dona un sospir
    nella notte lo guidano le stelle
    forte il cuor e il braccio nel colpir

    …nella notte lo guidano le stelle
    forte il cuor e il braccio nel colpir

    E se ci coglie la crudele morte
    dura vendetta verrà dal partigian
    ormai sicura è già la dura sorte
    del fascista vile traditor

    …ormai sicura è già la dura sorte
    del fascista vile traditor

    Cessa il vento, calma è la bufera
    torna a casa il fiero partigian
    sventolando la rossa sua bandiera
    vittoriosi, e alfin liberi siam!

    …sventolando la rossa sua bandiera
    vittoriosi, e alfin liberi siam!

  11. La  Striscia  rossa
    La Striscia rossa says:

    Camilleri; “La Lega vuole
    tornare indietro di secoli”

    Quanti sono i dialetti? Uno per ogni rione, uno per ogni famiglia, impossibile imporli a scuola come materia di studio.

    Il padre del commissario Montalbano che ha reso familiare il siciliano anche in Lombardia, critica le uscite estive della Lega. “Vogliono tornare indietro di secoli, a prima dei Comuni”.

  12. sylvi
    sylvi says:

    caro Ber,

    al testo di Damocle aggiungo che questa canzone è stata copiata dalla celeberrima Katjusha che avevo imparato in russo e dimenticato.
    Comunque il testo russo non è così marziale.

    ciao Sylvi

  13. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    non me la ricordavo cosi bella,
    forse e’ da insegnarla ai ns figli e nipoti
    e ricominciarla a cantare un’altra volta per le strade,…
    ovviamente cambiando…..”la rossa primavera dove sorge il
    sol dell’avvenir,…che e’ rimasto sempre all’orizzonte.
    Le rivoluzioni accendono tante speranze che poi,
    manipolati da pochi furbi,…finiscono in tante delusioni.

    Mille grazie e un carissimo abbraccio,Ber

  14. sylvi
    sylvi says:

    x La Striscia rossa

    Mi sembra strano che Camilleri non sappia che in Sicilia si insegna da anni il siciliano nelle scuole.
    Non so con quali metodi e scansioni, ma so che lo stato italiano
    sovvenziona da decenni questo insegnamento.

    Non so che cosa abbia detto Bossi, e non mi interessa!
    ma c’è anche una legge italiana (forse del 99) che l’Italia è stata costretta,( pena una multa) a riprenderne una della UE che tutela le lingue minoritarie.
    La Francia tutela l’occitano e altre da decenni!
    E mi pare che la Francia sia una Nazione unita!

    Sylvi

  15. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    a cercare “l’eterna primavera” non le sembra troppo anche per degli idealisti partigiani?
    Fossi a casa copierei il testo tradotto dal russo che è molto
    più dolce e meno guerresco.

    Sylvi

  16. Damocle
    Damocle says:

    L’ITALIA E’ UNA COLONIA.

    La privatizzazione della Telecom, avvenuta nell’ottobre del 1997, permise ad un gruppo di imprenditori e banche di impadronirsi dell’azienda, e al Ministero del Tesoro rimase soltanto il 3,5%.

    Il piano per il controllo di Telecom era stato progettato dalla Merril Lynch, dal Gruppo Bancario americano Donaldson Lufkin & Jenrette e dalla Chase Manhattan Bank. Dopo dieci anni dalla privatizzazione, il bilancio era disastroso sotto tutti i punti di vista: oltre 20.000 persone erano state licenziate, i titoli azionari avevano fatto perdere molto denaro ai risparmiatori, i costi per gli utenti erano aumentati e la società era in perdita.

    I danni per la privatizzazione di Telecom non sono stati soltanto di natura finanziaria, ma anche relativi alla qualità e alla sicurezza del servizio. La privacy dei cittadini non è in alcun modo tutelata, e gli scandali degli ultimi anni lo hanno provato.

    Oggi l’azienda è ridotta male, e i titoli azionistici oscillano. Le grandi banche, possono far salire o scendere qualsiasi titolo, avendo nelle mani il 70% del credito speculativo mondiale, e potendo diffondere notizie che condizionano il comportamento degli investitori.

    Manovrando il valore delle azioni, si condiziona l’andamento dell’azienda, e ciò consente ai grandi colossi bancari di preparare il terreno per appropriarsene, com’è accaduto anche con Alitalia.

    Noi sappiamo cos’è accaduto dopo la svendita delle nostre più importanti aziende di stato: si sono avuti licenziamenti, sono aumentati i costi per l’utente, la qualità dei servizi è sempre più scadente e sono emerse di tanto in tanto illegalità diffuse, che hanno rivelato la possibilità di controllo su ogni cittadino.

    Chi dubita che l’Italia di oggi abbia caratteristiche di natura coloniale provi a scrivere una lettera alle autorità italiane, per chiedere spiegazioni sui debiti bancari e sul signoraggio, sulle privatizzazioni, sulla sovranità territoriale dell’Italia oppure sulle testate nucleari.

    Non otterrà alcuna risposta chiara, esauriente e onesta (semmai dovesse ricevere qualche tipo di risposta), e questa sarà una prova che le nostre autorità sono a servizio delle banche e delle corporation internazionali, e subordinano ad esse i diritti dei cittadini italiani, come accade nelle colonie.

  17. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    non so in quale misura il ‘siciliano’ venga insegnato nelle scuole. In ogni caso, e’ una stupidata anche quella. Insegnare un dialetto (quale siciliano, poi? anche li’ immagino che ve ne siano parecchie varieta’) a scuola e’ una contraddizione. Camilleri ha ragione. Porta solo alla frammentazione linguistica e territoriale del paese, piu’ di quel che e’ gia’. Che e’ poi cio’ che la lega realmente vuole.
    Quale utilita’ hanno i dialetti e parlate locali nel mondo oggi, un mondo globalizzato, in cui milioni di persone si spostano da un continente all’altro per lavoro, studio, o anche solo per sopravvivere?! faremo anche l’internet in dialetto? e se suo figlio fa domanda di lavoro in un’altra provincia, gli faranno magari il test del dialetto locale?
    Quanto alla conservazione delle lingue locali, e’ un falso problema: si sono conservate, anche troppo, da se’ per secoli o millenni. Ad Alghero si parla ancora un dialetto catalano. A Cagliari ne parlano uno completamente diverso (per lei, esistera’ il ‘sardo’). Lo status di ‘lingue minoritarie’ risponde a dei criteri politici ben precisi. In Italia, vi sono minoranze che parlano francese e tedesco, forse sloveno e ladino. Si tratta di ‘enclavi’ in zone di confine con altri paesi, come lei ben sa.
    Si vede quanto i francesi abbiano tutelato il corso, la langue d’oc, il bretone (simile al gallese che le piace) , i dialetti tedeschi che minoranze (sempre piu’ ridotte) parla nell’Alsazia-Lorena…
    Il centralismo linguistico dei francesi e’ di gran lunga piu’ schiacciante di quello italico

    Peter

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