La truffa elettorale di Kabul è più buona di quella di Teheran. E i cattolici filo clericali sono come i fumatori incalliti: devono assolutamente imporre il velenoso fumo passivo anche agli altri. La Lega ci sprofonda nel guano mentre un libro di Maria Latella dimostra che il Chiavaliere è davvero malato

E adesso? Due Ahmadinejad imbroglioni elettorali a Kabul anche se filo occidentali? Eravamo e siamo ancora talmente presi dalle accuse ad Ahmadinejad di avere commesso giganteschi brogli elettorali, accuse peraltro finora non provate, da non avere messo nel conto che i tanto deprecati brogli potessero entrare a vele spiegate proprio nell’Afganistan da noi più che democratizzato semplicemente occupato. Occupato e da troppo tempo vittima di invasioni e invadenze di Paesi stranieri: dagli inglesi ai sovietici fino agli americani, talmente cinici e imprudenti da avere finanziato, armato e allevato sia Bin Laden che i taliban illudendosi di poterli scaricare dopo averli allattati e usati contro l‘Unione sovietica. Ci troviamo nella molto imbarazzante situazione di scoprire che entrambi i candidati alla presidenza dell’Afganistan si accusano gagliardamente l’un l’altro di brogli elettorali e hanno anche tentato il colpo di mano di attribuirsi a razzo la vittoria e perciò il diritto a dirigere o a tentare di dirigere il loro Paese. Per non parlare dell’affluenza alle urne piuttosto fallimentare. La molto bassa affluenza sarà anche colpa delle minacce dei taliban, resta però il fatto che le democratiche elezioni presidenziali, assai poco democraticamente imposte manu militari da noi occidentali, si sono rivelate se non una farsa, termine che non uso per rispetto verso chi comunque ha avuto il coraggio di andare a votare, almeno la classica montagna che s’è ridotta a partorire il classico topolino. Continua a leggere