Lo strano e pericoloso ping pong tra il papa e il rabbinato sulla beatificazione di Pio XII. Intanto negli Usa la magistratura autorizzaper la prima volta che si processi direttamente il Vaticano per i reati di pedofilia del suo clero: nasce così il rischio che lo si possa chiamare in causa anche per la sua parte di responsabilità per i campi di sterminio

A meno di sempre possibili colpi di scena, il papa tedesco a suo tempo volontario nella Gioventù Hitleriana andrà quindi in visita in  Israele. La motivazione ufficiale dice che è impensabile che un pontefice come Ratzinger, autore di un libro su Gesù in due volumi (il secondo non è stato ancora pubblicato), non vada a “vedere la Terra Santa dove Cristo è vissuto”. Credere che gli altri pontefici non ci siano andati solo perché non scrivevano libri sulla vita di Gesù Cristo è francamente impensabile, troppo riduttivo. E’ più credibile che il viaggio di Ratzinger sia un pegno da pagare per avere il via libera dal rabbinato israelita per la beatificazione di Pio XII dopo le recenti polemiche sullo spinoso argomento. E rischia di essere anche un altro passettino verso lo “scontro di civiltà”, inteso come scontro tra “civiltà” legata alla bibbia, donde derivano sia l’ebraismo che il cristianesimo, e “civiltà” legata al corano, vale a dire l’islam. Come al solito, in queste faccende la religione non c’entra assolutamente niente, si tratta “solo” di diplomazia, politica e conservazione del potere esistente.
In attesa comunque della nuova puntata del teleromanzo intitolato appunto “beatificazione di papa Pio XII” vale la pena di mettere qualche puntino sulle i, visto anche che nel ping pong tra Vaticano e parte del rabbinato si cerca ormai di ridurre al solo genocidio degli ebrei non solo l’intera funzione di tutti i campi di sterminio nazisti, ma addirittura l’intera seconda guerra mondiale: una ben strana Memoria, quella di cui vogliamo fregiarci buttando così a mare la memoria e la Storia. Il Parrajmos e il Samudaripen dei rom, vale a dire l’equivalente zingaro della Shoà, non viene mai neppure nominato da lontano, eccetto qualche cerimonia e qualche dibattito molto  poco pubblicizzati e qualche libretto di coraggiosi alla Angelo Arlati, tanto che nessuno conosce neppure la semplice esistenza di queste due parole – Parrajmos e Samudaripen – nonostante indichino lo sterminio di non si sa ancora se “solo” 400 mila “zingari” o ben due milioni. Da notare che se c’è un popolo che con la seconda guerra mondiale ha davvero rischiato di essere cancellato dalla faccia del pianeta sono proprio loro, i rom, che si sarebbero così aggiunti alla lunga serie di popoli, culture ed etnie che noi europei ed occidentali in genere abbiamo distrutto in varie parti del mondo. Se Hitler avesse infatti vinto la guerra, li avrebbe sterminati nell’intera Europa, compresi i Balcani e l’Unione sovietica. Gli zingari contrariamente agli ebrei non sono mai emigrati nel resto del mondo, eccetto a quanto pare alcune centinaia di migliaia negli Usa, dove sono diventati perlopiù stanziali,  perciò sterminarli nel Vecchio Continente e nell’area balcanica significava di fatto cancellarli dal pianeta.
Abbiamo buttato nella spazzatura della Non Memoria e della smemoratezza i 40-50 milioni di morti dell’intera guerra, di cui una buona metà nella sola Unione sovietica. E vabbé. Ma sta di fatto per i camini dei campi di sterminio i nazisti ci hanno fatto passare non solo un mare di ebrei, ma anche qualche milione di prigionieri russi, polacchi, jugoslavi e slavi in genere, più qualche decina di migliaia di gay, handicappati e malati incurabili. Anzi, la “soluzione finale” è iniziata proprio da questi ultimi due tipi di esseri umani e, in caso di vittoria della Germania, essa prevedeva tra l’altro – oltre alla cancellazione dei rom, degli ebrei, degli omosessuali e degli handicappati europei – anche il ritorno all’epoca della pietra di tutto l’Est europeo. Vi sarebbero infatti state proibite perfino le scuole onde evitare che gli slavi, ritenuti anche loro “razza inferiore”, potessero diventare qualcosa di più della pura e semplice mano d’opera, forza lavoro di tipo pressoché schiavistico. Ma tutto ciò nello strano furore della polemica sulla beatificazione di Pio XII è scomparso.
Come che sia, fa uno strano effetto sentire l’accento tedesco di papa Ratzinger quando difende a spada tratta quel suo indifendibile predecessore. Si dà infatti il caso che Pio XII sia accusato da più parti e da decenni in modo sempre più documentato di essere stato troppo morbido, se non correo, con la Germania di Hitler, e si dà il caso che l’attuale pontefice non solo sia tedesco, ma abbia anche indossato a 16 anni la orribile divisa dei volontari della Gioventù hitleriana. Per chi coltiva il vizio della memoria, senza i due pesi e le due misure della Memoria, queste assonanze e coincidenze non sono una bella cosa. Non fa un bell’effetto un eventuale accordo tra clero cattolico e clero israelita che riduca di fatto a una sola ed unica dimensione l’intera infamia e tragedia dei campi di sterminio nazisti e fascisti, seppellendo e facendo scomparire definitivamente svariati milioni di altre vittime. Altro che “revisionismo” e “negazione dell’Olocausto”!
Sia chiaro: la Chiesa è libera di beatificare e santificare chi più le pare e piace, e se ha dichiarato santo uno come Carlo Borromeo non ci si può meravigliare che voglia fare beato Pio XII. Però Ratzinger prima di scandire e ripetere infastidito agli ebrei le parole “Basta polemiche, Pio XII è stato un dono di Dio”, dovrebbe riflettere un po’ di più. Non solo perché le parole “dono di Dio” fanno il paio con le parole “l’uomo della Provvidenza”, con le quali un altro papa ha voluto definire e ringraziare Mussolini, cioè il dittatore italiano fondatore del fascismo, per l’insperato regalo del Concordato, ma anche perché si tratta di parole che – a meno di una concezione pessima di Dio – mal si adattano a definire il principe romano Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII. Quando era nunzio apostolico in Germania l’aristocratico romano Eugenio Pacelli dopo ben cinque anni di interminabili negoziati riuscì a stipulare nel 1924 con l’allora Stato indipendente della Baviera un Concordato, che – apriamo bene gli occhi – aveva come punto centrale il diritto della Chiesa cattolica di aprire e gestire sue scuole di ogni ordine e grado. E proprio quel Concordato, che gli fruttò la promozione a Segretario di Stato, cioè il trampolino di lancio verso l’elezione a papa, venne preso poi a modello dallo stesso Pacelli nel 1929 per il Concordato con il governo prussiano, nel 1932 per il Concordato con la regione di Baden e, infine, il 20 luglio 1933 per il fatale Concordato con la Germania. Concordato, quest’ultimo, firmato da parte tedesca da Von Papen, vale a dire  dall’uomo di governo che aveva sostenuto Hitler e calato le brache – non solo sue, ma dell’intera Germania – davanti all’orda sanguinaria nazista. Si noti che il suo programma di sterminio degli ebrei il capo dell’orda lo aveva già messo per iscritto, nel libro Mein Kampf che lo rese celebre e agiato.
In cambio del Concordato con Mussolini il Vaticano aveva liquidato l’antifascista don Sturzo, mandandolo in esilio a New York, e chiuso il suo Partito popolare, spalancando così di fatto le porte alla legittimazione della dittatura fascista. In cambio del Concordato con la Germania di Hitler e di Von Papen, il Vaticano fece altrettanto: liquidò il partito antinazista dei cattolici popolari. Sono seguito poi i concordati con la Spagna fascista di Francisco Franco e con il Portogallo pure fascista di Salazar. Nel 1933, quando Pacelli era Segretario di Stato vaticano, il cardinale tedesco Faulhaber rassicurò Berlino con queste parole: “A Roma si giudicano il nazismo e il fascismo come unica salvezza contro il comunismo e il bolscevismo”. E nel giugno del ’41, cioè dopo l’attacco all’Unione sovietica e quando era ormai papa da due anni, Pio XII in persona consegnò all’ambasciatore tedesco in Vaticano, Diego von Bergen, il seguente comunicato: “Gli ambienti vicini al Vaticano accolgono questo nuovo capitolo della guerra con un certo sospiro di sollievo e lo seguono con particolare interesse”.
Ma non è finita. Su istruzioni di Pio XII, in pieno 1943, cioè in piena guerra e occupazione nazista dell’Italia, l’ambasciatore vaticano a Berlino, Ernst von Weizsacker, non si vergognò a rassicurare il governo nazista con queste parole: “L’ostilità bolscevica è davvero l’elemento più decisivo della politica estera vaticana. Ciò che serve per la lotta contro il bolscevismo è gradito alla curia. Il persistere del rapporto tra gli angloamericani e la Russia sovietica è quindi giudicato ostinato e utile soltanto al prolungamento della guerra. La curia preferirebbe vedere una Germania forte e unita come barriera contro la Russia sovietica. In questo momento la curia mette da parte il suo sentimento italiano. Essa sente che è in gioco tutto”.  C’è di che arrossire. Dalla vergogna. Tant’è che preferisco non commentare queste parole particolarmente ciniche, efferate e traditrici di quello che quando fa comodo viene definito “il caro popolo italiano”. Sono parole che comunque si commentano da sole.
Le prove che Pio XII, il Vaticano e il clero tedesco fossero perfettamente a conoscenza di ciò che avveniva nei campi di sterminio, a spese di milioni non solo di ebrei, sono ormai numerose e schiaccianti. Illuminante a questo proposito il libro di Daniel Goldhagen “Una questione morale”. Novità recenti, a conferma, vengono dall’ultimo numero della rivista Micro Mega, con rivelazioni anch’esse piuttosto imbarazzanti. Del resto, erano cose note alla stessa popolazione della Germania, come documenta tristemente il libro bello e terribile “La Germania sapeva”, scritto da Eric A. Johnson e Karl Heinz Reuband ed edito in Italia da Mondadori. E’ certo anche vero che Pio XII si adoperò per salvare la vita a non pochi ebrei romani e che mise in contatto con gli americani i congiurati tedeschi che volevano eliminare Hitler, ma questo non toglie nulla all’enormità delle sue azioni qui ricordate e del suo ostinato silenzio contro il nazismo, peraltro, come abbiamo visto, esplicitamente scelto come baluardo contro il comunismo.  Ormai sono tonnellate i documenti comprovanti che anche a nazismo sconfitto dalla guerra il Vaticano e Pio XII hanno aiutato una marea di gerarchi a sfuggire alla cattura e rifarsi una vita in Sud America, con la speranza di poter dar vita almeno in quel continente – appoggiando i vari colpi di Stato militari compiuti a volte in nome della Madonna come nel caso di Pinochet in Cile – a quella diga anticomunista che Berlino aveva tentato invano di erigere col sangue di 40-50 milioni di vittime.
Pio XII viene difeso dandosi la zappa sui piedi. Il suo silenzio viene giustificato con l’affermazione  che se lui avesse parlato contro il nazismo Hitler avrebbe scatenato la rappresaglia contro i cattolici e il clero cattolico tedeschi. Questa affermazione fa ridere – o meglio piangere – almeno per due motivi. Il primo, di ordine per così dire tutto interno allo stesso cattolicesimo, è che non si può essere opportunisti con il nazismo per timore di martirizzazioni ed esaltare allo stesso tempo i martiri delle persecuzioni romane, che peraltro non sono affatto “milioni”, come una volta è stato detto perfino a un telegiornale della Rai, ma solo poche decine di persone (a voler contare solo i casi storicamente certi mi pare non si arrivi neppure a dieci). Perché mai un credente per testimoniare la propria fede dovrebbe accettare il martirio (martire significa appunto testimone), se lo stesso papa, vale a dire Pio XII, che in materia di fede è “infallibile”, ha detto chiaro e tondo che è meglio tacere piuttosto che correre il rischio di essere martirizzati? Il secondo motivo è che questa difesa del silenzio di Pio XII non regge di fronte al fatto che riguardo l’Urss e il mondo comunista in genere lui NON ha taciuto neppure un po’: che fine ha fatto allora il timore delle rappresaglie? Anche Stalin non era un tipo che scherzasse, in quanto a gulag e fucilazioni di massa. Perché mai è lecito farsela addosso e tacere davanti a Hitler e invece si fa correre il rischio ai cattolici dei Paesi comunisti di finire in massa al macello? Perché mai ci si è lamentati per la “Chiesa del silenzio”, cioè per l’impossibilità della Chiesa di fare propaganda e proselitismo nei Paesi comunisti, quando si è scelto di essere Chiesa del silenzio nella Germania nazista? Pio XII di fronte al nazismo ha taciuto e non ha mai fatto un gesto ostile, mentre in seguito, a guerra terminata, ha perfino lanciato la scomunica contro il comunismo intero e contro chi in Italia votava per i comunisti.
Definire “dono di Dio” un simile papa temo possa significare quanto meno offendere Dio. Si può forse dire che è stato un grande diplomatico, un grande papa inteso come grande capo di Stato del Vaticano, perché è riuscito a trarre profitto per lo Stato pontificio grazie ai commerci e ai tradimenti delle altrui libertà compiuti con i Concordati, ma tutto ciò con i tanto osannati vangeli e con la parola di Cristo non c’entra assolutamente nulla. A meno che Ratzinger con quelle sue parole abbia – senza rendersene conto – pubblicamene confessato che il Vaticano e la Chiesa non di fede e religione in sé si occupano, ma solo del proprio potere tramite esse. Insomma, come da Costantino in poi, la religione “instrumentum regni”: cosa ben lontana e totalmente diversa dalla religiosità predicata ai credenti e da costoro intesa e genuinamente vissuta.
Della difesa che di Pio XII fa Ratzinger per tacitare le giuste proteste ebraiche infastidiscono non tanto  l’accento tedesco della sua voce e il ricordo del suo essersi arruolato come volontario nella Gioventù hitleriana – tutti possiamo sbagliare, specie da giovani –  quanto invece la difesa che questo papa fa o legittima di quel suo giovanile arruolamento. “Chi non si arruolava finiva male”, hanno sostenuto in coro i suoi familiari e compaesani della località natia. A parte il fatto che c’è stato anche chi non s’è arruolato, preferendo magari emigrare, sta di fatto che anche questa giustificazione è non solo una lode alla paura e all’opportunismo, il che umanamente sarebbe comprensibile, ma è anche una lode del rifiuto della “testimonianza”, o martirio eventuale che dir si voglia. Una simile lode sulla bocca di un papa non dovrebbe fare un bell’effetto, almeno al gregge dei suoi credenti. Come può, così stando le cose, predicare la “testimonianza”, fino al martirio, per gli altri? Perfino in Cina, come in India, in Africa e nelle Americhe, Cuba compresa, il papa e il Vaticano spingono il gregge dei  fedeli a pericolose frizioni contro i governi locali pur di guadagnare alla Chiesa spazio, visibilità e, in definitiva, potere. E infatti ogni tanto si scatena o la repressione statale o qualche “piccolo” massacro di fedeli o di religiosi, nel Lontano Oriente o in Medio Oriente o in Africa.
Questo modo di fare di Pio XII prima e di Ratzinger adesso ricorda il classico “Armiamoci e partite!” e il classico uso dei due pesi e due misure. Ricorda anche la verità intesa come l’elastico delle mutande: allargabile o restringibile a piacere. O a gogò.

Nel frattempo arriva dagli Usa questa notizia, che riporto così come mi è arrivata:

“NEW YORK – Via libera al processo contro il Vaticano per presunti casi di abusi sessuali. A dare l’ok la corte di Cincinnati, Stati Uniti. Secondo la corte i vertici della Chiesa Cattolica avrebbero dovuto mettere in guardia il pubblico e denunciare alle autorità gli abusi commessi da religiosi contro minori. È la prima volta che allo stato Vaticano non viene garantita dagli Usa l’immunità sovrana sancita dal Foreign Sovereign Immunities del 1976. No comment dal Vaticano.
La corte di appello ha dichiarato legittima la richiesta a procedere in sede processuale contro la Santa Sede in un caso di abusi sessuali commessi da religiosi della diocesi di Louisville in Kentucky, ipotizzando dunque che il Vaticano potrebbe essere ritenuto corresponsabile della condotta dei suoi membri. La denuncia è stata fatta da tre uomini che sostengono di esser stati molestati quando erano chierichetti. I tre accusano la Santa Sede di aver per decenni insabbiato la piaga della pedofilia su scala nazionale. Alle presunte vittime aveva dato ragione in prima istanza l’anno scorso un giudice federale del Kentucky avallando la richiesta di rivalersi contro il Vaticano. Il giudizio era stato impugnato in appello e oggi il Sesto Circuito delle Corti d’Appello di Cincinnati ha dato luce verde all’azione legale.
La direttiva di Giovanni XXIII. Il caso si basa su una direttiva del 1962, a firma di papa Giovanni XXIII, resa pubblica nel 2003, che chiede alle gerarchie ecclesiastiche di mantenere il segreto su abusi sessuali da parte del clero [nota di Nicotri: più volte ho parlato nel mio blog della stessa direttiva aggiornata e diramata in seguito da Ratzinger,  quando era alla guida dell’ex Sant’Uffizio, per volontà di papa Wojtyla]. Secondo William Murray, avvocato delle presunte vittime, il documento rende la Santa Sede responsabile per gli atti del clero mantenuti segreti a causa della direttiva.
Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede, pur dicendosi «attualmente non intenzionato» a chiedere alla corte d’appello di rivedere la decisione, ha precisato che «la sentenza è ancora molto lontana dal dimostrare la responsabilità diretta del Vaticano» per la condotta dei suoi membri.
Jonathan Levy, avvocato di Washington che rappresenta un folto gruppo di sopravvissuti dei campi di concentramento in una azione legale rivolta contro varie parti incluso il Vaticano,  riferendosi alla mancata garanzia della immunità sovrana alla Santa Sede, spiega che «se qualcuno può rompere questa barriera viene aperta la strada ad altri processi contro la Chiesa Cattolica».
L’azione legale dei tre di Louisville non è la prima in cui in America sono chiesti risarcimenti diretti al Vaticano e non solo alle singole diocesi. Fino a oggi però i processi non erano mai arrivati al livello di Corte d’Appello”.

729 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    xAnita

    intanto rassicuro CC (ed anche te se il caso) che non mangio mai pesci di fiume, a cominciare dalle trote. Non che il mare sia sicuro, purtroppo. Mi piace il prosciutto, ed ho appreso giorni fa che i maiali irlandesi sono contaminati dalla diossina.
    Del tuo ultimo post ho capito che i tuoi amici sono toccati, ovvero dispiaciuti e seccati, dall’antiamericanismo in Europa .
    A dire il vero, non credo che in UK si noti molto, quindi la tua amica mi sorprende (perche’ ci tieni a dire che e’ una testimone di jehova?). Forse vi e’ stata un’ondata di antiamericanismo dopo la guerra in Iraq, infatti tutti disapprovavano Blair e l’entrata in guerra di GB. E poi vi e’ l’attuale crisi economica.
    Sulla Germania non posso fare commenti, non vedo o parlo con tedeschi ormai da anni, e quelli che vivono in UK non fanno testo.
    Mi sorprende cio’ che dici sulla sicurezza in UK: da quello che sento, in US e’ uguale, se non peggio (qui in UK non si usano air marshalls armati a bordo, ad esempio, come sui voli americani, ed i voli tra Europa e US). Tutto quello che vedo a Londra e’ polizia armata agli aeroporti, nelle stazioni e nel metro’. Ammetto che 5 anni fa non ve n’era, ma dubito che la polizia armata in US farebbe scalpore! Ted non ha mai detto una parola in merito, e vive qui da due anni.
    Sara’ nato vicino a NY, ma ha preso una parlata californiana di cui capisco poco, parla molto in fretta. E poi corregge sempre il mio inglese (sembra non capire che l’inglese britannico e’ diverso dall’americano). Invece trovo l’accento standard di NY (nei films) quasi indistinguibile dall’inglese britannico, ma lui ovviamente dice che mi sbaglio

    ciao, Peter

  2. Faust x
    Faust x says:

    Coloro che muoiono di fame devono la loro condizione non all’aumento del prezzo dei generi alimentari, ma al fatto che i loro governi spendono la maggior parte dei soldi in armamenti, piuttosto che investirli nell’agricoltura.

    …Caro marco, è dispiacevole in tanta saggezza, la tua, la totale mancanza di comprensione umana e umanista,
    ….cche ste larve umane muoiano (hai ragione,,,, è sicuramente x colpa lloro o x Karma, non sei capace di pensarne unaltra di come si ppuo aiutare tuoi simili, meno fortunati di tte, la tua saggezza ha limiti e postille da applicare ai culi degli altri… facile… cche muoiano tutti, tanto ppoi sei buddista, quindi li fai reincarnare in come li vorresti ttu..) ma ci guadagni se muoiono altri come tte… sei socio o hai azioni nella hallyburton?¿? acche serve questo cinismo calcolato e pensato?¿?… affare ppiu ricco marco tempesta?¿? No…!!!. e allora datte na calmata, me ppari la maga Otelma, llui a sparare alle nuvole è maestro. La convivenza civile non è sopraffazione o menefreghismo… ma soldarieta e condivisione dei valori x la sopravvivenza umana… ppoi essere buddisti non ti da nessuna licenza di non provare rimorso… anche se ti ffai scudo con il buddismo alla biscegliese… ti prevengo… ssai cche culo se la larva ghanese si reincarna, in marco tempesta o Obamma o silvio!!
    … i tuoi ragionamenti son calcoli di convenienza cche con il buddismo o il taoismo o col …….. cche ti frega, nun centra gniente.. i tuoi ragionamenti logici e calcolati, dimentichi cche funzionano solo con te, gli altri umani non sono a tua immagine e somiglianza, anche se non vuoi saperlo… ciao marcolino…
    Faust

    Ps: visto cche parli col bbimbo tetesco cu cutieddu… Rodolfo & Orlando contro gli infedeli… digli di imparare leducazione… aaproposito di una risposta da maleducato irrispettuoso, come suo solito, ad Anita… ma llui non lo sa!! se vuole rispetto cche se lo meriti… llui pensa cche mi sia dimenticato di quando teneva il cordone all virus israelitico… Faust perdona ma non dimentica… aggratiss è morto

  3. Faust x ... dimenticavo
    Faust x ... dimenticavo says:

    … non solo con Anita è un irrispettoso, ora vedo cche anche con Marta si comporta uguale… il blog master dovrebbe intervenire, visto cche ssto machomachman, irrispetta tuti beli e bruti… impari a rivolgersi alle persone educate con il dovuto rispetto… x il resto ho dato ragione ad Uroburo cche non si caccia nessuno… ma il mio post di scuse evidentemente non lha letto ne lluno ne llaltro… cche discutono sulle offese di Faust…. dove, come, quando… Faust non offende mai nessuno… si, se se lo meritano non gliele mando addire, come in questo caso di Anita e Marta cche non sono sue sorelle..
    Faust

  4. Linosse
    Linosse says:

    X Anita { 01.12.08 alle 11:48 } e Faust
    “Faust x Anita { 30.11.08 alle 19:56 }
    … e questo dove lhai letto, ?¿?¿?

    Non da dimenticare l’era precolombiana, era in cui gli Aztechi ed altre tribu’ erano carnivori-cannibali e si cibavano di prigionieri, piu’ di 2′000 al giorno.
    Era fortunato chi moriva avendo il cuore esportato, altri venivano mangiati vivi, naturalmente tutto per sacrificio ai loro Dei, il sole, la luna, etc…..
    Anita
    :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
    Raccogliendo alcune informazioni dell’effetto “civilizzazione ” condotta sui “selvaggi” Atzechi ed Incas risulta che…..
    “Con Cristoforo Colombo, ex commerciante di schiavi, che avrebbe fatto carriera come milite crociato, ha inizio la conquista del Nuovo Mondo: allo scopo, come sempre, di espandere il cristianesimo e di evangelizzare infedeli.
    Poche ore dopo lo sbarco sulla prima isola abitata in cui s’imbatte nel mare dei Caraibi, Colombo fa imprigionare e deportare sei indigeni che, come scrisse “debbono servire da bravi servitori e schiavi (…) e si possono facilmente convertire alla fede cristiana, giacché mi sembra che non abbiano religione alcuna” (SH 200).
    Mentre Colombo definisce gli abitanti autoctoni quali “idolatri”, esprimendo la volontà di offrirli come schiavi ai cattolici re di Spagna, il suo socio Michele da Cuneo, aristocratico italiano, rappresenta gli aborigeni come “bestie” per il fatto che “mangiano quando hanno fame, e si accoppiano in tutta libertà, dove e quando ne hanno voglia” (SH 204-205).
    Su ogni isola su cui mette piede Colombo traccia una croce sul terreno e “dà lettura della rituale dichiarazione ufficiale” (il cosiddetto Requerimiento) al fine di prender possesso del territorio da parte della Spagna, nel nome dei suoi Cattolici Signori. Contro di che “nessuno aveva da obiettare”. Qualora gli Indios negassero il loro assenso (soprattutto perché non comprendevano semplicemente una parola di spagnolo), il Requerimiento recitava così:
    “Con ciò garantisco e giuro che, con l’aiuto di Dio e con la nostra forza, penetreremo nella vostra terra e condurremo guerra contro di voi (…) per sottomettervi al giogo e al potere della Santa Chiesa (…) infliggendovi ogni danno possibile e di cui siamo capaci, come si conviene a vassalli ostinati e ribelli che non riconoscono il loro Signore e non vogliono ubbidire, bensì a lui contrapporsi” (SH 66)
    Di analogo tenore erano le parole di John Winthrop, primo governatore della Bay Colony del Massachusset: “justifieinge the undertakeres of the intended Plantation in New England […] to carry the Gospell into those parts of the world […] and to raise a Bulworke against the kingdome of the Ante-Christ” (SH 235) [“giustificando l’impresa della costituenda fondazione della Nuova Inghilterra, di portare il vangelo in queste parti del mondo, e di edificare un bastione contro il regno dell’Anticristo”].
    Intanto, prima ancora che si venisse alle armi, due terzi della popolazione indigena cadeva vittima del vaiolo importato dagli Europei. Il che era interpretato dai cristiani, manco a dirlo, come “un segno prodigioso dell’incommensurabile bontà e provvidenza di Dio!”. Così, ad esempio, scriveva nel 1634 il governatore del Massachussets: “Quanto agli indigeni, sono morti quasi tutti contagiati dal vaiolo, e per tal modo il SIGNORE ha confermato il nostro diritto ai nostri possedimenti” (SH 109, 238).
    Sulla sola isola di Hispaniola, dopo le prime visite di Colombo, gli indigeni Arawak – un popolo inerme e relativamete felice che viveva delle risorse del loro piccolo paradiso – lamentarono presto la perdita di 50.000 vite (SH 204).
    In pochi decenni, gli Indios sopravvissuti caddero vittime di assalti, stragi, strupri e riduzione in schiavitù da parte degli Spagnoli.
    Dalla cronaca d’un testimone oculare: “Furono uccisi tanti indigeni da non potersi contare. Dappertutto, sparsi per la regione, si vedevano innumerevoli cadaveri di indiani. Il fetore era penetrante e pestilenziale” (SH 69).
    Il capo indiano Hatuey riuscì a fuggire col suo popolo, ma fu catturato e bruciato vivo. “Quando lo legarono al patibolo, un frate francescano lo pregò insistentemente di aprire il suo cuore a Gesù affinché la sua anima potesse salire in cielo anziché precipitare nella perdizione. Hatuey ribatté che se il il cielo è il luogo riservato ai cristiani, lui preferiva di gran lunga l’inferno” (SH 70).
    Ciò che accadde poi al suo popolo, ci è descritto da un testimone oculare: “Agli spagnoli piacque di escogitare ogni sorta di inaudite atrocità… Costruirono pure larghe forche, in modo tale che i piedi toccavano appena il terreno (per prevenire il soffocamento), e appesero – ad onore del redentore e dei 12 apostoli – ad ognuna di esse gruppi di tredici indigeni, mettendovi sotto legna e braci e bruciandoli vivi”. (SH 72, DO 211).
    In analoghe occasioni si inventarono altre piacevolezze: “Gli spagnoli staccavano ad uno il braccio, ad altri una gamba o una coscia, per troncare di colpo la testa a qualcuno, non diversamente da un macellaio che squarta le pecore per il mercato. Seicento persone, ivi compresi i cacicchi, vennero così squartate come bestie feroci… Vasco de Balboa ne fece sbranare poi quaranta dai cani” (SH 83).
    “La popolazione dell’isola, stimata di circa otto milioni all’arrivo di Colombo, era scemata già della metà o di due terzi, ancor prima che finisse l’anno 1496″. Finalmente, dopo che gli abitanti dell’isola furono quasi sterminati, gli Spagnoli si videro “costretti” ad importare i loro schiavi da altre isole dei Caraibi, ai quali toccò peraltro la medesima sorte. In tal modo “milioni di autoctoni della regione caraibica vennero effettivamente liquidati in meno d’un quarto di secolo” (SH 72-73).
    “Così, in un tempo minore della durata normale d’una esistenza umana, fu annientata un’intera civiltà di milioni di persone che per migliaia di anni erano stanziate nella loro terra” (SH 75).
    “Subito dopo, gli Spagnoli rivolsero la loro attenzione alla terraferma del Messico e dell’America centrale. Le stragi erano appena cominciate. Di lì a poco sarà la volta della nobile città di Tenochttitlàn (l’odierna Mexico City)” (SH 75).
    Hernando Cortez, Francisco Pizarro, Hernando De Soto e centinaia di altri Conquistadores spagnoli saccheggiarono e annientarono – in nome del loro Signor Gesù Cristo – molte grandi civiltà dell’America centrale e meridionale. (De Soto saccheggiò inoltre la Florida, regione “fiorente”).
    “Mentre il secolo XVI volgeva al termine, quasi 200.000 spagnoli si erano stabiliti nel Nuovo Mondo. In questo periodo, in conseguenza dell’invasione, si stima che avessero già perso la vita oltre 60 milioni di indigeni” (SH 95).”

    L.

  5. Vox
    Vox says:

    C’e’ anche da notare che quanto sopra non avveniva tanto per amor di cristianizzazione (=foglia di fico) quanto per la conquista materiale delle terre e delle ricchezze naturali che offrivano, specialmente oro.

    Le scuse per le guerre di occupazione sono varie e numerose, ma il motivo e’ sempre uno, sempre lo stesso.

  6. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    Quello che lei ha scritto l’ho letto anch’io, ma io mi devo limitare su questo blog senno’ vengo tacciata di essere menzognera.

    Le malattie erano diffuse dagli spagnoli e non dalle due coperte date da Fort Pitt.
    Gli Indigeni non avevano alcuna difesa d’immunita’.

    Il cannibalismo e’ dimostrato dagli scavi e da scritti, io l’ho scritto un due righe, ma si parla di molte civilizzazioni su tutto il centro e sud america.
    Civilizzazioni o culture come gli Aztechi e gli Incas ma anche da molte tribu’ minori.
    Si crede che nel sud e centro America vi erano piu’ di 100’000’000 di indigeni.
    Anche AZ mi ha criticata, gli ho scritto personalmente per non continuare sul forum.
    Secondo U., solo gli usaegetta hanno causato tutte queste stragi.

    Grazie, Anita

  7. ségolene
    ségolene says:

    * x pino
    c’è un post bloccato. può fare qualcosa?
    ————————–
    * dal blog di riccardo orioles

    L’onorevole Trombetta

    L’onorevole Cosimo Trombetta, parlamentare Pd di Voghera, è da oggi segretario del Partito democratico. L’ha deciso il Capo del Governo Silvio Berlusconi per sciogliere la lunga impasse (che data dai corsi delle Frattocchie del 1965) fra Walter Veltroni e Massimo D’Alema. L’obiettivo del Partito Democratico, come tutti sanno, è di tener lontani dal potere Prodi e D’Alema. La “mission” di quest’ultimo, viceversa, è radere al suolo Veltroni e seminarci il sale sopra.

    La lotta fra i due leader, con alterne vicende, dura da oltre quarant’anni: più delle due guerre mondiali, delle tre puniche e di tutte le guerre di successione. E’ eguagliata solo dal lungo conflitto che ha opposto, in un recente passato, l’Egitto di Ramsete II alla Babilonia di Hammurabi. Ha portato, per logoramento, a un completo disinteresse dell’intero partito – uso ormai a risvegliarsi solo per questa o quella dichiarazione dei due cavalli di razza – a qualsiasi altro argomento.

    In questo clima, ovviamente, alla fine hanno finito per trovar spazio le iniziative politiche più impensate. In alcuni casi, per la verità, s’è trattato di forzature giornalistiche, come nel caso del sindaco di Torino. “Sarebbe come allearsi con la Lega!” aveva detto Chiamparino per illustrare l’assurdità di talune scelte politiche a suo avviso sbagliate: e il giorno dopo i giornali avevano riportato pari pari “Chiamparino vuole accordarsi con la Lega”, cosa evidentemente assurda a prima vista.
    Anche in Sicilia, a causa principalmente della scarsa comprensibilità del dialetto usato da alcuni esponenti democratici, si erano diffuse voci di operazioni decisamente strane, come gli accordi non solo con i leghisti locali (quelli di Lombardo, noto principalmente per la diffusione di pacchi alimentari fra i suoi elettori) ma addirittura con l’Udc di Cuffaro, noto interlocutore di mafiosi.

    “Tutto ciò non avverrà più – ha dichiarato Trombetta – Da ora in poi la linea del partito sarà chiara e indiscutibile, senza incertezze nè inciuci: saremo fedeli collaboratori del Governo nazionale e dell’Uomo che la Provvidenza ha posto al vertice del nostro amato Paese”.
    – Onorevole, ma… Scusi, ma lei è sicuro di poter esercitare così immediatamente il suo mandato, senza prima consultarsi con…
    “E perché? Quardi, questo è il foglio di nomina. Controlli la firma. Dice che il capo dell’opposizione non può essere scelto dal governo? E perché? Anche per la vigilanza Rai un tempo si diceva così. E invece Villari ora non è al suo posto, non esercita tranquillamente? Li lasci dire, li lasci dire. Tanto, una volta che si sfogano…”.

    In serata il Collegio dei probiviri del Partito democratico ha comunicato di non avere ancora raggiunto una decisione. “Non ci sembra possibile censurare le scelte politiche dell’onorevole Trombetta, che in quanto uomo libero ha il diritto di avere le sue posizioni”. Contrario l’onorevole Veltroni, secondo cui “l’iniziativa di Berlusconi e Trombetta è del tutto fuori da ogni prassi istituzionale”. Favorevole l’onorevole La Torre, che ritiene la nomina “rispondente alle attese della parte sana del Paese”. “No comment” di D’Alema. “Va bene, ma sarei stata meglio io” ha detto la capogruppo al Senato Finocchiaro. “Deciderà il congresso” ha concluso Fassino. “E quando sarà il congresso?”. “Il 29 febbraio 2011, naturalmente”. Qui Roma, a voi studio è tutto.

  8. ségolene
    ségolene says:

    che stupida! avevo segnalato l’ultimo articolo di galavotti, inserendo anche quella parola proibita che inizia con s!

    poi c’erano altre 2 considerazioni:
    1) il post di linosse è sconvolgente. sono ormai passati + di 500 anni, ma le devastazioni che abbiamo provocato mettono ancora i brividi

    2) x sylvi
    circa il g8, cerchi di procurarsi la puntata di blunotte dedicata ai fatti di genova, magari con un programma p2p. anche su youtube ci sono molti filmati ‘amatoriali’. certe cose se non si vedono coi propri occhi non si riesce a crederle.. si fidi

    Adesso che ho eliminato quella ‘parolaccia’ con la s. dovrebbe passare..speriamo

  9. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    mi chiedi perche’ ci tengo a dire che Diana e’ una testimone di Jehovah.
    Semplicissimo, tutti i testimoni di Jehovah che conosco sono molto credibili ed affidabili, e non parlo di religione.
    In casa mia ho sempre avuto Jehovah Witnesess, da almeno 36 anni.

    L’antiamericanismo e’ noto, ma l’attitudine e il preconcetto sugli americani e’ offensivo e poco veritiero.
    I Mass Media fanno un bel lavoro di propaganda.

    In quanto alla sicurezza, sugli autobus, sui metro’ e treni i valori personali in un sacchetto di plastica, clear plastic.
    Sulle platforms tra i binari, gli altoparlanti annunciano di continuo di non formare gruppi di persone, di non toccare scatole o cose apparentemente abbandonate, l’ immondizia deve essere “disposed of” in sacchi di clear plastic.
    Questo nel centro di Londra.
    Le telecamere dappertutto e polizia a cavallo.

    Poi gli ha fatto impressione il forte cambiamento razziale, i negozi con scritte in arabo, cinese, etc… e la scomparsa di tutto quello che si ricordava e che rimpiange.

    Tu parli di Sky o Air Marshals, si’ ci sono in intercontinental flights. Molte altre Nazioni li hanno, anche nel UK, voli tra UK e US.

    L’attuale situazione economica non e mica tanto attuale, e’ venuta al culmine…prima delle elezioni.

    Come fa’ Ted ad avere un accento Californiano?
    I Californiani hanno un minimo accento, al contrario dei Newyorkesi di NY citta’.

    L’inglese parlato in TV e’ neutro.
    A meno che non sia un cittadino o politico di un dato Stato.
    Io sento subito un accento del RI, ed anche da che citta’ e siamo solo un misero milione.

    Nei film va secondo se vogliono “enphasize” un accento regionale.
    La maggioranza sono in inglese neutro.

    I vecchi film hanno accenti strani ed anche una lingua che adesso fa ridere, specialmente quelli dei “Cowboys and Indians”.

    Salutami Ted.

    Ciao, Anita

  10. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Segolene,

    intanto con il tuo Trombetta vado a dormire allegra.
    Sto leggendo “un bel mattone”e ci volevi per un po’ di ricreazione.

    Per il G8 io non voglio difendere nessuno e , qui, a quest’ora ,sarebbe difficile continuare.
    Ribadisco la mia posizione sull’elezione al Parlamento della Signora Giuliani che aveva come unico merito il fatto di essere madre di Carlo.
    Ribadisco la mia indignazione sull’intitolazione di un’aula del Parlamento a Carlo Giuliani.
    E’ morto un giovane,è sempre una tragedia, abbiamo visto le foto, abbiamo potuto giudicare.
    Dobbiamo ergerlo ad esempio per voi giovani? Io credo di no.

    Ho scritto che faziosità chiama faziosità; forse legalità avrebbe chiamato legalità!

    Ma ora ti auguro una buona notte!

    Sylvi

  11. Linosse
    Linosse says:

    X Anita Parte 2
    Purtroppo la storia della “civilizzazione “non finisce con quanto hanno fatto i “civilizzatori” spagnolianche gli altri hanno dato un “grande contributo”
    ::::::::::::::::::::::::::::::
    “Va da sé che i primi colonizzatori dei territori dei moderni Stati Uniti d’America non si comportarono meglio dei conquistadores. Benché, senza l’aiuto degli Indiani, nessuno dei colonizzatori sarebbe stato in grado di sopravvivere ai rigori invernali, questi cominciarono presto a scacciare e a sterminare le tribù indiane.
    La guerra degli indiani nordamericani tra di loro era, in proporzione, un fenomeno irrilevante – paragonato con le consuetudini europee – e serviva piuttosto a riequilibrare le offese, ma in nessun caso alla conquista del territorio. Tanto che se ne stupivano i padri pellegrini cristiani: “Le loro guerre non sono neanche lontanamente così cruente” (“Their Warres are farre less bloudy”), ragion per cui non succedeva “da nessuna delle parti un grande macello” (“no great slawter of nether side”). In realtà, poteva ben accadere “che guerreggiassero per sette anni senza che vi perdessero le vita sette uomini” (“they might fight seven yeares and not kill seven men”). Tra gli Indiani, inoltre, era consuetudine risparmiare le donne e i bambini dell’avversario (SH 111).
    Nella primavera 1612 alcuni coloni inglesi trovarono così attraente la vita dei liberi ed affabili indios, al punto da abbandonare Jamestown per vivere presso costoro (con che si ovviò presumibilmente, tra l’altro, ad un’emergenza sessuale). Senonché il governatore Thomas Dale li fece stanare e giustiziare: “Alcuni li fece impiccare, altri bruciare, altri torcere sulla ruota, mentre altri furono inflizati sullo spiedo e alcuni fucilati” (SH 105).
    Tali eleganti provvedimenti restarono ovviamente riservati agli inglesi; questa era la procedura con quelli che si comportavano come gli indiani; ma per qurlli che non avevano scelta , proprio perché costituivano la sovrappopolazione della Virginia, si faceva senz’altro tabula rasa:
    “quando un indio era accusato da un inglese di aver rubato una tazza, e non la restituiva, la reazione inglese era subito violenta: si attaccavano gli Indiani dando alle fiamme l’intero villaggio” (SH 106)
    Sul territorio dell’odierno Massachussetts i padri pellegrini delle colonie perpetrarono un genocidio, entrato nella storia come “guerra dei Pequots”. Autori dei massacri erano quei cristiani puritani della Nuova Inghilterra, scampati essi stessi alla persecuzione religiosa in atto nella loro vecchia Inghilterra.
    Allorché fu trovata la salma d’un inglese, ucciso probabilmente da guerrieri Narragansett, i puritani gridarono vendetta. Sebbene il capo dei Narragansett implorasse pietà, i cristiani passarono all’attacco. Forse dimentichi del loro obiettivo, essendo stati salutati da alcuni Pequot, a loro volta belligeranti coi Narragansett, avvenne che i puritani attaccarono i Pequots, distruggendo i loro villaggi.
    Il comandante dei puritani, John Mason, scrisse dopo un massacro: “Per la verità, l’Onnipotente incusse tale terrore sulle loro anime, che fuggirono davanti a noi buttandosi tra le fiamme, dove molti perirono… Dio aleggiava sopra di loro e sbeffeggiava i suoi nemici, i nemici del suo popolo, facendone dei tizzoni ardenti… Così il SIGNORE castigò i pagani, allineandone le salme: uomini, donne e bambini” (SH 113-114).
    “Così piacque al SIGNORE di dare un calcio nel sedere ai nostri nemici, dando in retaggio a noi la loro terra” (“The LORD was pleased to smite our Enemies in the hinder Parts, and to give us their land for an inheritance”) (SH 111).
    Siccome Mason poteva ben immaginare che i suoi lettori conoscessero la loro bibbia, non aveva bisogno di citare i versetti qui citati:
    “Delle città di questi popoli, che il Signore tuo Dio ti dà in retaggio, non devi lasciare in vita nulla di quanto respira. Ma dovrai invece destinarle alla distruzione, così come il Signore tuo Dio ti ha dato per dovere” (Mosé V, 20)
    Il suo compare Underhill ci ricorda quanto fosse “impressionante e angosciante lo spettacolo sanguinoso per i giovani soldati” (“how grat and doleful was the bloody sight to the view of the young soldiers”), però, assicura i suoi lettori, “talvolta la Sacra Scrittura decreta che donne e bambini debbano perire coi loro genitori” (“sometimes the Scripture declareth women and children must perish with their parents”) (SH 114).
    Molti indios caddero vittime di campagne di avvelenamento. I coloni addestravano persino dei cani al compito speciale di stanare gli Indiani, strappando i piccoli dalle braccia delle madri e sbranandoli. Per dirla con le loro stesse parole: “cani feroci per dar loro la caccia e mastini inglesi per l’attacco” (“blood Hounds to draw after them, and Mastives to seaze them”). In questo, i puritani si lasciarono ispirare dai metodi dei loro contemporanei spagnoli. E così continuò, finché i Pequot furono pressoché sterminati (SH 107-119).
    Altre tribù indiane patirono la stessa sorte. Così commentavano i devoti sterminatori: “È il volere di Dio, che alla fin fine ci dà ragione di esclamare “Quant’è grandiosa la Sua bontà! E quant’è splendida la Sua gloria!”” (“God’s Will, wich will at last give us cause to say: “How Great is His Goodness! And How Great is His Beauty!””). E ancora: “Fino a che il nostro Signore Gesù li piegò ad inchinarsi davanti a lui e a leccare la polvere!” (“Thus doth the Lord Jesus make them to bow before him, and to lick the Dust!”) (TA).
    Come ancora oggi, così per i cristiani di allora era ben accetta la menzogna per la maggior gloria di dio, o quantomeno per il proprio vantaggio di fronte ai diversamente credenti: “I trattati di pace venivano firmati già col proposito di violarli. Talché il Consiglio di stato della Virginia dichiarava che se gli Indiani “sono tranquillizzati dopo la stipula del trattato, noi abbiamo non soltanto il vantaggio di prenderli di sorpresa, ma anche di mietere il loro mais””. (“when the Indians grow secure uppon the Treatie, we shall have the better Advantage both the surprise them, and cutt downe theire Corne”) (SH 106).
    Anno 1624: una sessantina di inglesi, forniti di armi pesanti, fanno a pezzi 800 inermi uomini, donne e bambini indios. (SH 107).
    1675-76: durante la guerra detta “di re Filippo”, in una sola azione di rappresaglia, sono uccisi “circa 600 indiani”. L’autorevole pastore della seconda Chiesa di Boston, Cotton Mather, definirà più tardi il massacro come “grigliata per arrosti” (“barbeque”) (SH 115).
    In sintesi: nel New Hampshire e nel Vermont, prima dell’arrivo degli inglesi, la popolazione degli Abenaki contava 12.000 persone. Neanche cinquant’anni dopo ne erano rimaste in vita solo 250: una decimazione del 98%.
    Il popolo dei Pocumtuck ammontava a 18.000; due generazioni più tardi il loro numero era sceso a 920.
    Il popolo dei Quiripi-Unquachog era di 30.000; dopo ugual periodo ne sopravvivevano 1.500, un vero genocidio; la popolazione del Massachusset comprendeva almeno 44.000 persone, di cui, cinquant’anni dopo, erano sopravvissuti appena 6.000. (SH 118).
    Questi sono solo alcuni esempi delle tribù che vivevano nell’America del Nord prima che vi approdassero i cristiani. E tutto ciò accadeva prima che scoppiasse la grande epidemia di vaiolo degli anni 1677 e 1678. Anche il bagno di sangue era appena agli inizi.
    E tutto fu solo il principio della colonizzazione da parte degli Europei, cioè prima dell’epoca vera e propria del cosiddetto “selvaggio Far West”.
    Tra il 1500 e il 1900, è probabile che, complessivamente, abbiano perduto la vita – nelle sole Americhe – più di 150 milioni di nativi: in media, circa due terzi a causa del vaiolo e di altre epidemie importate dagli Europei (e qui non dev’esser passato sotto silenzio il fatto che, a partire dal 1750 circa, le tribù autoctone venivano contagiate anche di proposito per mezzo di doni artificialmente infettati). Restano pertanto ancora 50 milioni la cui morte si fa risalire direttamente ad atti di violenza, a trattamenti disumani o alla schiavitù.
    E in alcuni paesi, come ad esempio Brasile e Guatemala, questa decimazione prosegue fino ai nostri giorni: a fuoco lento, per così dire.
    ULTERIORI GLORIOSE TAPPE NELLA STORIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
    Nel 1703, il pastore Salomon Stoddard, una delle più prestigiose autorità religiose della Nuova Inghilterra, fece formale richiesta al Governatore del Massachusset perché mettesse ai disposizione dei colonizzatori le risorse finanziarie per “acquistare grandi mute di cani e per poterle addestrare a cacciare gli Indiani alla stessa stregua degli orsi” (SH 241).
    29 novembre 1864: massacro di Sand Creek, nel Colorado. Il colonnello John Chivington, ex predicatore metodista e politico regionale (“non vedo l’ora di nuotare nel sangue nemico”) fa passare per le armi un villaggio dei Cheyenne con circa 600 abitanti – quasi solo donne e bambini – benché il capo indiano agitasse bandiera bianca. Bilancio: da 400 a 500 vittime.
    Ne riferisce un testimonio oculare: “C’era un gruppo di trenta o quaranta Squaw, acquattate in un buco per proteggersi, le quali mandarono fuori una bambina, di circa sei anni, con un panno bianco in segno di resa. Ebbe il tempo di fare solo pochi passi, quando venne colpita e abbattuta. In quella trincea, più tardi, tutte le donne furono uccise” (SH 131).
    1860: il religioso Rufus Anderson commenta il bagno di sangue che fino allora aveva decimato, per il 90% almeno, la popolazione autoctona delle isole Hawaii. “In ciò costui non vedeva nulla di tragico: tutto sommato, la prevedibile, totale estinzione della popolazione indigena delle Hawaii era un fatto del tutto naturale – diceva il missionario – paragonabile suppergiù “con l’amputazione delle membra malate da un organismo”” (SH 244).”
    L.

  12. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    Lei sta scrivendo da:

    Vittime della fede cristiana

    http://www.materialismo.it/Misfatti%20delle%20Relig/vittime_della_fede_cristiana.htm

    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    Detto questo, non so’ certo tutta la storia dei coloni, ma la crudelta’ ed i metodi mi sembrano eccessivi.

    I Narragansetts vivono e vivevano proprio dove abito io.
    Letteralmente. Ci furono battaglie ed eccidi senza dubbio.
    Ci sono tanti libri in merito.
    La storia non si dimentica ma non si va avanti sempre con i peccati dei padri sulla schiena.
    Il passato non si puo’ rimediare, si puo’ solo emendare.

    Buona notte,
    Anita

  13. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    Caro Linosse,
    mi sbagliero’, ma lei sta facendo un campagna contro i malfatti dei cristiani, non proprio per far luce sulla storia dei nativi indiani delle Americhe.

    Tutte le religioni sono colpevoli di massacri, nel nome di Dio, di Allah, di Maometto, dei Dei pagani and so on.

    Io spero in un futuro migliore, va bene essere coscienti del passato, ma non ossessionati.

    ‘Notte, Anita

  14. Peter
    Peter says:

    xLinosse

    anni fa, scrissi anch’io nel forum di Bocca che oltre 150 milioni di ‘nativi’, perirono nelle due Americhe nell’arco dei secoli, perche’ mi rifacevo alle stesse fonti. Nessuno ci credette

    saluti, Peter

  15. Peter
    Peter says:

    xAnita

    il controllo di polizia si esercita soprattutto con telecamere ed intercettazioni, al punto che alcuni ci chiamano ormai ‘a CCTV nation’. Devo dire pero’ che c’e’ molta discrezione.
    Quando la polizia ferma una macchina, sanno gia’ dalla targa a chi appartiene (o dovrebbe), se ha pagato la road tax, se e’ assicurato o no, etc. Questo e’ solo un esempio.
    Non so di cosa la tua amica parli a proposito di proprieta’ personali in sacchetti di plastica, evitare assembramenti, etc. Mai viste o sentite cose simili, e vado spesso a Londra in treno. Ed uso il metro’. Forse neanche lei capisce bene l’inglese britannico…il solo consiglio e’ di non lasciare borse o valigie incustodite.
    Credo che gli air marshalls armati vi siano solo su compagnie americane.
    Ti salutero’ Ted. Non parlavo tanto del suo accento, quanto del modo di parlare. Spesso parla in fretta, pronunciando una o due sillabe per parola! la classe media di NY non lo fa mai. Qui in UK succede nel Nord ed in Scozia (non tutti, ovviamente). Ha vissuto molti anni in California, pensavo lo avesse preso da li’

    Ciao, Peter

  16. Faust x ... nevica,,, pputtanaeva!!
    Faust x ... nevica,,, pputtanaeva!! says:

    …buona neve a tuti!!! oggi…. piccoeppala e scarponi amari… e ricordi…. dedicata a…::::

    Vecchio Scarpone
    Lassù, in un ripostiglio polveroso,
    fra mille cose che non servon più,
    ho visto, un poco logoro e deluso,
    un caro amico della gioventù.

    Qualche filo d’erba,
    col fango disseccato
    tra i chiodi ancor pareva conservar,
    era uno scarpone militar.

    Vecchio scarpone quanto tempo è passato
    quante illusioni fai rivivere tu.
    Quante canzoni sul tuo passo ho cantato
    che non scordo più.

    Sopra le dune del deserto infinito,
    lungo le sponde accarezzate dal mar,
    per giorni e notti insieme a te ho camminato
    senza riposar.

    Lassù, fra le bianche cime
    di nevi eterne immacolate al sol,
    cogliemmo le stelle alpine
    per farne un dono ad un lontan amor.

    Vecchio scarpone, come un tempo lontano,
    in mezzo al fango,
    con la pioggia e col sol,
    forse sapresti, se volesse il destino, camminare ancor.

    Vecchio scarpone quanto tempo è passato
    quante illusioni fai rivivere tu.
    Quante canzoni sul tuo passo ho cantato
    che non scordo più.

    Sopra le dune del deserto infinito,
    lungo le sponde accarezzate dal mar,
    per giorni e notti insieme a te ho camminato
    senza riposar.

    Lassù, fra le bianche cime
    di nevi eterne immacolate al sol,
    cogliemmo le stelle alpine
    per farne un dono a un lontano amor.

    Vecchio scarpone, come un tempo lontano,
    in mezzo al fango,
    con la pioggia e col sol,
    forse sapresti, se volesse il destino, camminare ancor.

    Vecchio scarpone fai rivivere tu
    la mia gioventù.

    … cche non ccè ppiu… pputtanaeva!!!!

  17. Uroburo
    Uroburo says:

    La storia non si dimentica ma non si va avanti sempre con i peccati dei padri sulla schiena.
    Il passato non si puo’ rimediare, si puo’ solo emendare. Buona notte, Anita
    ————————————————-
    Cara Anita,
    succede di rado che io e lei siamo d’accordo su qualcosa ma sono completamente e totalmente d’accordo con questa sua affermazione.
    Non si può e non si deve cancellare la storia del nostro passato ma neppure si può vivere solo in funzione di quello perché bisogna comunque andare avanti, Tuttavia il nostro passato dobbiamo conoscerlo, tutto e bene, e dobbiamo farcene carico, assumendoci la responsabilità di quanto accaduto per poter evitare per il futuro altri errori ed altre vergogne simili o analoghe.
    Questa è la mia posizione da sempre ed io trovo vergognosa la tendenza degli italiani a ricordare solo gli episodi nei quali sono stati vittime dimenticando e accantonando regolarmente quelli, ben più numerosi, nei quali sono stati efferati e crudeli carnefici.
    Come ho già scritto, io non mi sento in dovere di chiedere scusa a nessuno ma ritengo, come persona e come cittadino di questo infelice paese, che una ammissione di responsabilità sia doverosa e che questo venga prima di eventuali rivendicazioni.
    Solo la piena e totale ammissione del nostro passato potrebbe, se mai, evitarne la ripetizione per il futuro, che sarebbe poi l’unico obiettivo serio che potremmo porci.
    Cordiali saluti Uroburo.

  18. Uroburo
    Uroburo says:

    Ho spalato la neve dalle 8.oo ad un quarto d’ora fa. E la cosa irritante è che, secondo me, la pioggia l’avrebbe sciolta tutta in poco tempo! Uffa! U.

  19. Sylvi
    Sylvi says:

    >>>io non mi sento in dovere di chiedere scusa a nessuno ma ritengo, come persona e come cittadino di questo infelice paese, che una ammissione di responsabilità sia doverosa e che questo venga prima di eventuali rivendicazioni>>>

    caro Uroburo,

    se non lei, come cittadino, chi dovrebbe fare ammissione di responsabilità?
    Lo Stato? Fino ad ora hanno governato tutti i colori dell’arcobaleno. Perchè non l’hanno fatto?
    Gli italiani in Irak ci sono andati volontari, ben pagati; chiamati dagli irakeni? non mi pareva.
    E sono eroi!
    Noi famigliari dei caduti in guerra siamo stati sbeffeggiati, insultati,abbandonati DAGLI ALTRI ITALIANI, non dal nemico!
    Ma di questo tipo di italiani io me ne sono sempre fregata!
    Non ho voluto nulla da questo stato di merda!
    La carità del mio lavoro straordinario e di molto altro gliel’ho fatta io a lui!!!
    Rivendicazioni? Quali mai? di che tipo? O forse chiama rivendicazioni dire la verità che a lei non piace!
    E le foibe ci sono, come c’è stato il resto di cui lei disserta con una tignosità che rasenta la mania.Senza indicare fatti nomi precisi.
    E sempre e solo a senso unico.
    Le dà fastidio un luogo dove andiamo a ricordarli?
    Non ci abbiamo mica invitato lei.

    Infine, invece di invocare generiche ammissioni di colpa, parli chiaro, indichi persone o fatti, si rivolga alle autorità preposte…faccia quel che vuole ma la smetta di rompere i maroni con le sue chiacchere volanti che non hanno costrutto.
    O vorrebbe, a noi, molto “democraticamente” togliere anche la parola?
    Ora scopre che bisogna guardare avanti ma…c’è sempre un ma…che non basta mai!!!
    Le è mai passato per la testa che è gente come lei, che vede solo strabico, ad impedire una visione corretta ed equilibrata dei fatti storici?

    Sylvi

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Con Cristoforo Colombo, ex commerciante di schiavi, che avrebbe fatto carriera come milite crociato, ha inizio la conquista del Nuovo Mondo: allo scopo, come sempre, di espandere il cristianesimo e di evangelizzare infedeli.
    ———————–
    Per niente. Lo scopo era, come è sempre stato, di cercare o rapinare nuove ricchezze per le casse del re. Che poi lo si facesse nel nome del Dio, beh, è normale, ha sempre funzionato così.

  21. Vox
    Vox says:

    UN POGROM ANTIPALESTINESE A HEBRON

    Un’innocente donna palestinese urlava per chiedere aiuto mentre dei coloni mascherati circondavano la sua famiglia cercando di linciarli.
    “È un pogrom nel senso peggiore della parola”, ha scritto venerdì cinque dicembre su Haartez lo scrittore israeliano veterano Avi Issacharoff.

    Issacharoff si è unito ad un gruppo di giornalisti nel coprire gli assalti dei coloni israeliani su un’innocente famiglia palestinese nella città Cisgiordana di Al-Khalil (Hebron) dopo che questi erano stati sfrattati dalla casa di proprietà della famiglia.
    Un gruppo di coloni mascherati ha circondato quasi 20 membri della famiglia Abu Sa’afan, soprattutto donne e bambini, cercando di linciarli. Come prima cosa dei coloni hanno appiccato fuoco al loro lavatoio e hanno cercato di incendiare una delle stanze della casa.
    “Piovevano urla, proprio come grandinavano le pietre che gli uomini mascherati lanciavano verso la famiglia Abu Sa’afan all’interno della casa” dice Issacharoff.

    I coloni hanno sparato ferendo tre palestinesi e incendiato un certo numero di case, campi e macchine palestinesi.

    Issacharoff ha cercato invano l’aiuto dei soldati perché intervenissero per fermare gli assalti dei coloni.

    “Chiamiamo le guardie di sicurezza di Kiryat Arba per intervenire e porre fine al linciaggio”, ha detto.

    “Ma essi hanno circondato la casa per impedire l’arrivo di aiuto palestinese”, ha aggiunto lo scioccato giornalista.

    Issacharoff e i suoi colleghi giornalisti non hanno trovato altra scelta che intervenire. “Sono entrati in casa e hanno salvato la vita delle persone all’interno”, dice. Una volta all’interno della casa i giornalisti israeliani sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto.
    “La casa è distrutta e la paura è palpabile sui volti dei bambini” ha ricordato Issacharoff. “Una delle donne, Jihad, è stesa al suolo, semi incosciente. Il figlio, che stringe un grosso bastone, si prepara per il momento in cui sarà costretto a fronteggiare i rivoltosi. Tahana, una delle figlie, rifiuta di calmarsi. ‘Guardate cosa hanno fatto alla casa, guardate'”.

    Alcuni dei colleghi del giornalista israeliano non sono riusciti a trattenere le loro lacrime per le tragiche scene. “Le lacrime non vengono dalla paura. È la vergogna, vergogna alla vista di questi eventi, azioni di giovani che si definiscono ebrei” afferma. “Vergogna del fatto che condividiamo la stessa religione”.

    Circa 500 coloni sono ospitati in diverse piccole enclave costruite a partire dal 1980 nel cuore di Al-Khalil, patria di più di 167.000 palestinesi.
    I coloni israeliani hanno ripetutamente aggredito palestinesi in Cisgiordania, occupata da Israele durante la guerra mediorientale del 1967.

    Mentre la polizia israeliana chiude un occhio di fronte ai ripetuti attacchi da parte di coloni armati, i palestinesi ormai usano le telecamere come loro prima linea di difesa per registrare le aggressioni dei coloni israeliani.
    da:
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5337

  22. Rachamim
    Rachamim says:

    Buongiorno
    Bella la canzone di Arigliano, ma secondo il mio parere , è una canzone che si ascolta una sola volta.Manca la voglia di sentirla una seconda.
    Mi dispiace per lui, che ,chissà per quale motivo, (ma me lo immagino) è caduto nella demagogia da quattro soldi. Ma contento lui.
    Invece con “Vecchio scarpone” , sono tornato indietro nei ricordi,(anche militari), era una canzone che cantava Gino Latilla, ma che fu cantata anche dal buon Renato Rascel in un film.
    A proposito di Rascel,posto un video, con una canzone che invece vien voglia di sentirla in continuazione.
    Quante ne ho stese con quelle parole, ci cascano ancora oggi, penso ci cascheranno sempre, Ahahahahahhhaahaha
    http://www.youtube.com/watch?v=cnhU43oSzkM

  23. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI
    Discutere con la signora non ha molto senso visto che le sue reazioni sono sempre e solo le solite sceneggiate da psicodramma familiare che interessa solo lei.
    Ma discutere di quello che la signora dice può valer la pena, visto che si tratta di una forma mentis così diffusa in un paese senza memoria come il nostro o, fascisticamente, con la memoria a senso unico.
    1) “se non lei, come cittadino, chi dovrebbe fare ammissione di responsabilità? Lo Stato?”
    Tutta la società italiana nel suo complesso, politica come civile, dovrebbe riconoscere che le nostre forze armate hanno commesso gravissime atrocità in vari paesi ed in un tempo che spazia tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la fine della II GM. Io l’ho sempre fatto, davanti a connazionali o stranieri. E’ stato il mio piccolo contributo alla verità.
    2) “E sempre e solo a senso unico”.
    Non è affatto vero: ho sempre discusso i fatti storici nella loro interezza, sia quando noi eravamo i carnefici sia quando siamo stati le vittime. Sono forse l’unico qui dentro ad ammettere, senza particolari problemi, gli errori della sinistra.
    3) “Noi famigliari dei caduti in guerra siamo stati sbeffeggiati, insultati, abbandonati”.
    Conosco ed ho conosciuto numerosi parenti (madri, moglie e figli) di soldati caduti durante la II GM; alcuni li ho conosciuti bene. Non ho mai sentito dire che siano stati sbeffeggiati o insultati; non ho mai assistito ad episodi che in qualunque modo possano configurarsi come insulti o sbeffeggi; nessuno di loro mi ha mai detto di essere stato insultato o sbeffeggiato. E perché mai avrebbero dovuto esserlo? Che avevano fatto di male? Che colpa avrebbero dovuto avere? Quindi la signora racconta balle.
    A meno che …. a meno che la signora non ce la racconti giusta e che le persone di cui parla non siano stati soldati comuni ma appartenenti (volontari) a corpi speciali che si sono resi colpevoli proprio delle atrocità di cui si parla, sempre dalla signora tenacemente negate. Ad esempio le famose e famigerate Camicie Nere Marziane oppure le truci bande repubblichine …
    4) “abbandonati”
    Lo stato italiano ha sempre abbandonato coloro che l’avevano servito. E’ una costante da sempre. Vale per i morti militari ed anche per quelli civili come l’avvocato Ambrosoli (ucciso dagli amici mafiosi della signora) o per i morti sul lavoro, migliaia e migliaia.
    5) “Rivendicazioni? Quali mai?”
    Non appena entrati nel primo governo Banana le canaglie fasciste, per la precisione il signor Fini, si sono affrettate a rivendicare l’Istria e la Dalmazia. Ed ancora recentemente il sindaco Alemanno, ex-ministro, ha minacciato di veto l’ingresso della Croazia nella UE se non verranno concessi dei risarcimenti. Ed i risarcimenti per la nostra occupazione? E per le centinaia di migliaia di assassinati per mano nostra? Silenzio … oppure accuse di “tignosità”. La solita miopia fascista.
    5) “La carità del mio lavoro straordinario e di molto altro gliel’ho fatta io a lui!!! … [a] questo stato di merda!”
    Io ho sempre fatto il mio lavoro (di bidello semplice) senza guardare le ore. Lo facevo perché mi sembrava giusto. Ma non ho mai rivendicato la medaglia di cartone. Giudicavo io qualche facevo, e mi è sembrato dignitoso, ben fatto, tecnicamente valido. La signora invece aspetta rabbiosamente l’altrui approvazione. Battiamole le mani così è contenta, come al Varietà …
    6) “come c’è stato il resto di cui lei disserta con una tignosità che rasenta la mania.”
    Ma quanto pudore (il resto…) per indicare massacri che hanno coinvolto centinaia di migliaia di morti, a cominciare dal genocidio libico! Quanto pudore da educanda ….. Però per i 20.000 (al massimo) delle foibe o per i 15.000 (al massimo) del dopoguerra si urla come galline spennate. 35.000 morti noi li abbiamo fatti solo per il finto attentato a Graziani!…. Vergogna, canaglia fascista!
    7) “Non abbiamo mica invitato lei.”
    Non verrei mai ad onorare degli assassini fascisti.
    8) “Infine, invece di invocare generiche ammissioni di colpa, parli chiaro, indichi persone o fatti, si rivolga alle autorità preposte” “Senza indicare fatti nomi precisi” “chiacchere volanti che non hanno costrutto”
    Sono stati riempiti volumi sulle barbariche imprese degli italiani come esercito di occupazione. Basta leggerli. Del Boca ne è un’autorità riconosciuta.
    Costrutto??? Oggesuggesù….. Il “costrutto” è quello di ammettere quel che noi abbiamo fatto e non solo quel che ci hanno fatto. Trovo insopportabile questo vittimismo fascista e mafioso da Chiagne e futte.
    9) “Le è mai passato per la testa che è gente come lei, che vede solo strabico, ad impedire una visione corretta ed equilibrata dei fatti storici?”
    La visione della signora, “corretta ed equilibrata”, dei fatti storici di Genova e della Diaz li abbiamo letti. Bastano ed avanzano. Alla signora va bene la “macelleria messicana” ma non difendersi dalle aggressioni poliziesche. Nessuna meraviglia.
    La madre di Carlo Giuliani sarà sempre meglio di politici collusi con la mafia e di avvocati corruttori. Per tutti ma non, evidentemente, per fascisti e mafiosi.
    Sciò, sciò …. Uroburo

  24. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Mi deve scusare, ma ci sono diversi gruppi corrotti di Chicago.

    I Chigago Boys di cui lei parla sono quelli della finanza.
    Milton Friedman era un advisor di Ronald Reagan, era libertarian, repubblicano solo in nome, non di principio.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Chicago_Boys

    Io per Chicago Boys conosco meglio quelli politici e corrotti, anzi the Chicago Gang di cui se ne parla moltissimo in questi giorni.

    Anita

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