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La più grande escort (anche) con Berlusconi è la Chiesa, che a fronte di tanta devastazione non solo morale tace e sa urlare solo contro i poveracci alla Englaro. La verità sulla “rivoluzione libica” comincia finalmente a emergere anche sui principali giornali

Che usi avesse lo abbiamo capito al punto da averlo ribattezzato da un bel pezzo Il Chiavaliere, epiteto molto più adeguato alla realtà del titolo di Cavaliere. Ciò detto, salto a piè pari il fetido argomento “Silvio e le donne” per fare invece la seguente considerazione: strano che tutti facciano finta di non accorgersi che dalle intercettazioni telefoniche e annesse azioni risulta chiaro e tondo che NON E’ VERO che Silvio Berlsuconi non interferisce con i suoi giornali e televisioni, NON è cioè quel “mero proprietario” che ai gonzi come Veltroni-D’Alema&C è riuscito a far credere di essere in modo da potersi mettere con il loro volenteroso aiuto la legge sotto i piedi e candidarsi alle elezioni. Con le note conseguenze, sempre più a valanga e per l’esattezza a valanga di merda.
Visto che è ormai assodato che il conflitto di interessi c’è ed è in piena azione, e che invece quella del “mero proprietraio” è solo una presa per il sedere di tutti gli italiani, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe intervenire d’autorità. Non è vero che non può destituire Berlusconi da primo ministro: il Chiavaliere ha tradito il solenne giuramento fatto al monento di ricevere l’incarico, ha mentito agli italiani, ha tradito l’opinione pubblica, ha tradito e falsificato la realtà in vari campi. Soprattutto, la sua permanenza a palazzo Chigi vanifica i sacrifici, le “lacrime e sangue” che lo stesso Napolitano ci chiede, vanifica il senso di responsabilità che da qualche tempo il capo dello Stato chiede con insistenza a tutti con il paradossale risultato di salvare di Berlusconi  primo ministro, il quale oltretutto sta sputtanando l’Italia a livello planetario. Insomma, il Chiavaliere sta danneggiando gravemente l’interesse generale dell’Italia in più campi, fino a minacciarne il rimanere nell’euro e nell’Eurozona e quindi la stessa unità nazionale. Non so se ciò basti per l’accusa di Alto Tradimento, ma di sicuro ce n’è più che a sufficienza perché Napolitano inviti con fermezza e se necessario anche pubblicamente Berlusconi a dimettersi mettendo sul piatto come aut aut le proprie dimissioni. Di fronte a una mossa come questa Berlusconi sarebbe semplicemente spazzato dalla scena. Non c’è da temere che il parlamento si rifiuti di dar vita a un altro centrodestra, vista la fifa nera che i parlamentari hanno di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate. I Responsabili alla Scilipioti non potrebbero certo mostrarsi cosi Irresponsabili da non sostenere un nuovo centrodestra perché se lo facessero confermerebbero clamorosamente che con Berlusconi non erano Responsabili quanto invece semplicemente Venduti.

A fronte di tanta devastazione della morale pubblica e privata nonché della riduzione della donna a semplice “troia”, come le chiamano il fornitore Tarantini di carne fresca e il suo cliente abituale, impressiona il silenzio del Vaticano e della Chiesa, ennesima dimostrazione dell’arte del meretricio nella quale Santa Madre Chiesa eccelle da quasi duemila anni, da sempre escort dei potenti al governo: i 3 miliardi di euro incassati ogni anni dall’imbelle Stato italiano valgono bene questo nuovo caso di prostituzione. Del resto già dopo il caso Noemi, della quale e dei cui genitori è ora più chiaro il tipo di disponbilità verso “papi” Silvio, il Vaticano per mano del segretario di Stato Raffaele Bertone era ansioso di assolvere pubblicamente il Grande Chiavaliere approfittando della festa della Perdonanza a L’Aquila. Ricordate? Quella tradizionale festa religiosa aquilana la ribattezai la Puttananza, e il pornografico abbraccio e bacio in bocca di Santa Madre Chiesa con Berlusconi non venne consumato solo perché, se non ricordo male, Vittorio Feltri  accoltellò alla schiena Dino Boffo, l’allora direttore de L’Avvenire d’Italia, quotidiano dei vescovi italiani, suscitanto l’inevitabile irrigidimento delle gerarchie. La Chiesa fa la voce grossa contro i poveracci alla Englaro e i loro diritti, ma tace vilmente di fronte agli “uomini della Provvidenza” e al denaro. Perfino Manuela Arcuri e Patrizia D’Addario sono delle educande di fronte alla sfacciataggine del meretricio vaticano, che ha degradato il cristianesimo in cattolicesimo papalino, quello che a suo tempo ha dato il disco verde sia al nazismo che al fascismo in cambio di ricchi piatti di lenticchie chiamati Concordato, che decenza vuole venga finalmente abolito anche in Italia anziché ingrassato da puttanieri incalliti.

Cambiamo argomento. Vi propongo in sequenza la lettura di alcuni articoli, a partire da quello di Guido Rampoldi su Repubblica  che a partire dal titolo – I Gattopardi di Tripoli –  smaschera clamorosamente la marea di panzane ovunque addotta per giustificare l’ingiustificabile guerra in Libia. A seguire, un articolo di Franco Venturini sul Corriere della Sera, che dimostra come, incredibile ma vero, l’Italia non sia più un Paese mediterraneo, una lettera di un lettore del Corsera a Sergio Romano e la sua interessante risposta, infine il vergognoso articolo del solito bugiardo Levy Bernard Henri, la cui boria trionfalista a fronte degli altri articoli citati suona per quello che è: pura boria narciso trionfalistica. Continua a leggere

Il voto dei referendum deve seppellire il Chiavalier Protesi Pompetta, troppo uso a offendere gli elettori oltre che a voler sentirsi dire “mi hai rovinato” (!) dalle donne con cui scopa. E deve travolgere il miserabile mondo che gli tiene bordone

Di offendere gli elettori, e quindi gli italiani, Silvio Berlusconi ce l’ha di vizio. E’ la terza volta che lo fa, pubblicamente e un modo plateale. Un vizio che si affianca a quello di diffamare la magistratura e di criminalizzare i comunisti o quelli che lui ritiene tali. Alle elezioni del 2006 disse che chi vota a sinistra “è un coglione”, anche se in un’intervista a “Radio anch’io” del marzo 2007 arrampicandosi sugli specchi negò di avere usato quel termine per gli elettori, ma di averlo usato solo in una riunione del direttivo dei commercianti per esortarli a non votare a favore del centro sinistra di Romano Prod. Berlusconi ammise di avere detto “non credo che tra di noi ci possano essere dei colleghi così coglioni da votare contro il proprio interesse”. Insomma, se non era zuppa, era pan bagnato… In realtà però Berlusconi a “Radio anch’io” aveva mentito, perché le sue parole esatte alla assise dei commercianti erano state queste: “Ho troppa stima degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni da votare contro i propri interessi”. Lo dimostra il video di quella sua illuminante dichiarazione: http://www.youtube.com/watch?v=Shre4CMbigI
Nella recente campagna elettorale per le votazioni amministrative, quelle che a Milano hanno promosso sindaco “il comunista ladro di auto e amico dei terroristi” Giuliano Pisapia e a Napoli la “toga rossa” Luigi De Magistris, Berlusconi dal salottone televisivo di “Porta a porta” ha lanciato un’altra fatwa: “Chi vota a sinistra è privo di cervello”, come ha immortalato il video  http://www.youtube.com/watch?v=Q2i9GQf0NDo . Una arzilla signora non più giovanissima ha deciso di querelarlo per diffamazione, iniziativa che varrebbe la pena seguire in molti. Magari con una bella class action…
Ora, in vista della votazione sui referendum, apprendiamo sempre dall’ineffabile cavalier Berlusconi che si tratta di “un voto inutile” (  http://www.youtube.com/watch?v=yV_eJBl7NuQ ). Il che è come dire che chi andrà a votare – specie se voterà sì – farà una cosa inutile.  Un altro modo per dare del coglione e del senza cervello a chi non la pensa come lui e i suoi fans.
Bene. Direi che può bastare. Un primo ministro che dà del coglione a quasi metà degli elettori, che oltretutto sono svariati milioni di cittadini, e dichiara che la maggioranza dei milanesi e dei napoletani sono senza cervello, visto che hanno eletto proprio Pisapia e De Magistris contrariamente alle sue convinzioni e alla annessa fatwa, è un primo ministro che non può continuare ad essere tale. Non lo dico io o un “kommunista” o qualche altro coglione senza cervello, lo dice invece proprio lui, il diretto interessato. Stando così le cose, andare a votare per i referendum, contro le convinzioni di Berlusconi, e far vincere il sì, ancor più contro le convinzioni dello stesso Berlusconi, dimostrerà invece che si tratta di un voto utile. Utile per dargli un’altra spinta verso l’uscita da palazzo Chigi. Perciò un voto utilissimo. Specie visto che il quorum è in vista, alle 22 di domenica ha già votato il 41,1% degli aventi diritto, una delle percentuali più altre nella storia della prima giornata di voto di tutti i referendum della repubblica italiana.
Intanto è bene che resti a perenne ludibrio per il Chiavalier Bunga Bunga il testo della conversazione telefonica tra due che lo consoocn bene e se ne intendono, Daniela Santanché e Flavio Briatore, campioni di un mondo che prefersico non aggettivare, ma che certo non ho in stima. Catastrofica e da pessimo film porno maniacale la figura di Berlusconi che ha bisogno di scopare per sentirsi dire dalle poveracce di turno che a furia di scoparle le ha distrutte…. Per farlo contento e accarezzare il suo orgoglio maniacal macho, del tutto degno dell’aggettivo “malato” affibbiatogli dalla ex moglie Veronica, le sue molto gentili ospiti hanno imparato a genere che non ce la fanno più già dopo “due botte”. Mi chiedo se l’Italia è un Paese civile o un postribolo, per avere un simile capo del governo. Mah.
Per cercare di arginare gli effetti devastanti di ciò che si sono confidati, Santanché e Briatore hanno rilasciato interviste per dire minchiate spaziali, dando alla loro conversazione telefonica un significato riduttivo buono tuttalpiù per cercopitechi, o – usando un termine berluscone – per coglioni del loro giro o, a scelta, per i vari Minzolini, Feltri, Sallusti, Belpietro e lo scelto circo Barnum dei “liberi servi del Cav” messo in piedi al teatro Capranica di Roma dal solito incontinente Giuliano Ferrara. Una pochade per la quale vale solo la pena chiedesri se Cav sta per “Liberi servi del Cavaliere” o del Cavolo.
Dal testo della telefonata ho tolto tutto ciò che non si riferisce al “trombage” del Chiavalier Protesi Pompetta. Continua a leggere

Il MinzoloFeltrismo, malattia servile del giornalismo già affetto da doppiopesismo. I 7 senatori del Pdl autori dell’incredibile “emendamento 1707″ protettore dei pedofili. L’ipocrisia di Netanyahu anche con Obama, la disponibilità servile di Frattini e il significato della grave ammissione sul massacro dei pacifisti turchi diretti a Gaza. Dal Belgio a Potenza problemi pesanti per la Chiesa.

La cosa strana è che nessuno sappia ribattere a tono. E così il solito Vittorio Feltri anche questa volta ha potuto gettare palate di merda addirittura sul presidente della Repubblica senza che nessuno facesse notare l’ipocrisia e il doppiogiochismo del suo (s)ragionamento. E infatti: se il baldo Feltri, un tanto al chilo, sospetta che Giorgio Napolitano abbia “chissà quale segreto da nascondere” perché un parlamentare del PD ha inseito in un progetto di legge una clausola per “l’immunità penale totale” del cpo dello Stato, come mai non chiede altrettanto ad altta voce e a caratteri cubitali “quali segreti ha da nascondere” Berlusconi visto che da anni fugge ai magistrati con ormai quasi 20 leggi ad personam, cioè a suo esclusivo uso e consumo? Come mai il baldo Feltri, un tanto al chilo, non chiede al alta voce e a caratteri cubitali “quali segreti ha da nascondere” il Nano Supremo e Gran Chiavaliere Papino il Breve visto che vuole, vuole, fortissimamente vuole la legge bavaglio alla stampa e anti intercettazioni? C’è stato l’indecoroso e indecente caso Brancher, il ridicolo ministro all’Immunità della Cricca&C, però Vittorio Feltri, un tanto al chilo, s’è ben guardato dal chiedere ad alta voce e a caratteri cubitali “quali segreti ha da nascondere” anche questo ex dipendente Fininvest rimasto dipendente del padrone della Fininvest. Continua a leggere

Da Ratzinger a Bossi padre e figlio, da Alfano a Feltri: una Pasqua senza resurrezione, Via Crucis perpetua lastricata di misteri. Vergognosi.

Per essere una “Pasqua di resurrezione” quella dell’attuale gruppo dirigente del Vaticano e della Chiesa è stata una Pasqua di sprofondamento. Sprofondamento nel disgusto crescente provocato da una sfilza di dichiarazioni una più demenziale dell’altra. Il tutto mentre il nostro Umberto Bossi, dopo avere voltato italiotamente la gabbana da nemico dei “vescovoni” a baciapile indefesso, si porta appresso il figlio alle riunioni “strategiche” con il primo ministro Silvio Berlusconi dando così un clamoroso esempio di familismo degno della più incallita “famigghia” dell’onorata società, quella degli amici degli amici. In totale, aprile ha collezionato un discreto numero di misteri non solo niente affatto gloriosi, ma decisamente vergognosi. Continua a leggere

Ma Tartaglia era armato di duomo e crocefisso, attrezzi non proprio di sinistra, e Maroni e La Russa si sono dimostrati incapaci, altro che l’ondata di balle degli untori e dei mazzieri mediatici. A Togliatti spararono, ma non ci fu la reazione indecente stile berluscones sull’orlo di una crisi di nervi. Mentre i suoi scoppiano di odio più del solito, Berlusconi saggiamente parla di amore. Sicuri quindi che sconfesserà almeno l’odio seminato da anni a piene mani per esempio da radio Padania, eccogli qualche domanda in tema di amore

Ma Massimo Tartaglia contro Silvio Berlusconi non ha scagliato una piccola riproduzione del Duomo di Milano, cioè di una chiesa? E non gli hanno trovato nella sua borsa o valigetta un crocifisso di gesso lungo 30 centimetri? E allora come cavolo fanno i mazzieri di Berlusconi e i volenterosi untori al suo servizio a voler addebitare il gesto di quel disturbato psichico a chi non vuole più Berlusconi al governo anziché ai disturbi psichici di evidente stampo anche religioso di quel poveraccio di Tartaglia? E come mai i vari leader di “sinistra” fanno finta di non capire che chi va in giro con un crocifissone e riproduzioni di chiese può essere pericoloso a causa di possibili turbe “religiose”, tra tutte le più devastanti come dimostra a iosa la Storia? Possibile che il nanismo delle personalità dei leader della sinistra arrivi a un tal punto di bassa statura e di autocensura nei confronti di tutto ciò che sa di clero? Se si vuole per forza dare la colpa a qualcuno che ha “soffiato sul fuoco” di una mente psicolabile come quella di Tartaglia si potrebbe più realisticamente puntare il dito contro certe predicazioni clericali che da sempre divorano le menti non solo dei più deboli spingendoli ai gesti più scemi e a quelli più orrendi. Continua a leggere

Non c’è bisogno di Spatuzza. E neppure di aspettare Godot. In un Paese civile per cacciare Berlusconi basta e avanza il tentativo nel suo primo governo di far diventare ministro della Giustizia il suo avvocato personale usato per corrompere magistrati: Cesare Previti. Che la Cassazione ha condannato in via definitiva scrivendo chiaro e tondo che la sentenza scippa Mondadori l’ha comprata in combutta con Berlusconi. Caso Boffo: Feltri ammette che avevo ragione io. Il grande “No Berlusconi Day”: opera della e-generation e del popolo del web che già a novembre dell’anno scorso ho definito come inevitabili e sottovalutati scavatori della fossa per il Cavaliere e il suo impero mediatico

“L’enorme afflusso di gente alla manifestazione per la libertà di informazione dimostra che urge una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e il suo capo. Che politicamente, oltre che moralmente, somiglia ormai a un cadavere”. E’ il titolo della puntata del 3 ottobre (  http://www.pinonicotri.it/?p=1413 ), scritta al ritorno dalla grande manifestazione di Roma contro i continui attacchi al giornalismo e quindi alla libertà di stampa e alla qualità della democrazia.  Siamo stati i primi a far notare che una manifestazione nazionale contro Berlusconi e il suo governo, andata finalmente in porto il 5 dicembre, era ormai inderogabile. Piano piano se ne sono resi conto anche tutti coloro che l’hanno miracolosamente messa in piedi, organizzata materialmente e portata a buon fine, vale a dire gli altri grilli parlanti “fuori gioco” come me, ossia l’anonimo popolo del web, dei blog, dei social network  e di Facebook, la e-generation che non ha accesso alla tv e alla grande stampa e non conta nulla nei partiti. Salvo essere da questi corteggiati come portaborracce, esattamente come a suo tempo sono stati corteggiati il movimento studentesco, gli extraparlamentari, il movimento femminista, ecc., prima di essere presi a bastonate perché irriducibili al mercato della vacche che dài oggi e dài domani ha portato il parlamento e l’Italia intera nella morta gora nella quale galleggiamo annaspando sempre di più. Il ruolo di questa e-generation come scavatori della fossa per Fininvest-Mediaset e Berlusconi lo avevo già previsto e scritto in una puntata del blog nel novembre dell’anno scorso, come ho voluto ricordare nel Post Scriptum numero 2 in fondo a questa puntata.

Come è noto, Berlusconi in 15 anni si è fatto confezionare 18 leggi su misura per proteggere i propri interessi, non sempre trasparenti, e proteggere se stesso dalla giustizia, e ora tenta disperatamente con la 19esima: sepolto il lodo Alfano ci riprova con il “processo breve” oppure con la non processabilità del capo del governo finché è in carica oppure con qualche altra trovata dei suoi servitori in livrea doppia, di ministro della Repubblica italiana, che in tale veste è tenuto a fare gli interessi dell’Italia intera, e di avvocato del Signore d’Arcore, veste nella quale  in cambio di grasse parcelle si acconciano alle invenzioni di leggi e ai tentativi di altre leggi sempre più indecorosi in nome degli interessi privati del loro straricco cliente spacciati impudicamente per interesse generale. Mi chiedo se il cosiddetto ministro della Giustizia Angelino Alfano si faccia la barba ogni mattina, e se quando si rade si guarda allo specchio. Continua a leggere

Ognuno ha quel che si merita. Negli Usa Obama dà lustro al suo Paese ricevendo la lode del premio Nobel per la Pace. In Italia invece Berlusconi riceve colpi di Lodo in faccia e trascina sempre di più il Paese nel fango e verso il peronismo. E’ così che le 24 domande al Cavaliere – più ricco che intelligente e bello – salgono a 35. Anzi, a 40. No, a 43. Pardòn, a 44. Per ora….

Mentre Obama riceve il premio Nobel per la pace a causa quanto meno delle sue buone intenzioni e dà così lustro a tutti gli americani di buona volontà, il nostro capo del governo riceve ben altro. E reagendo come un energumeno ci mostra di che pasta è fatto, vale a dire di pasta da padrone del vapore, ben diversa dalla pasta di Obama. L’accavallarsi di accuse e condanne giudiziarie a suo carico più il capitombolo del lodo Alfano e le continue sue  reazioni tra il ridicolo, l’isterico e il cafonesco ci inducono ad aumentare le domande a Silvio Berlusconi su fatti che non sono per nulla acqua fresca. A tutto il resto, che non è certo poco, pare si stia aggiungendo la magistratura della Svizzera, dove già 20-30 anni fa non era raro che direttori di banca sussurrassero cose poco carine nei confronti dell’attivismo finanziario del Cavaliere. Ed ecco le domande:

1) – Signor primo ministro, non ritiene di doversi dimettere da capo del governo specie dopo la bocciatura del cosiddetto lodo Alfano?

2) – Ma ritiene davvero serio non dimettersi e abbarbicarsi a palazzo Chigi dando l’impressione, se non la certezza, che lo fa per evitare guai giudiziari ben più pesanti? La poltrona di capo del governo le permette se non altro di nominare il ministro della Giustizia, dominare meglio il suo partito e intimidire chi conduce inchieste su di lei.

3) – Quale altro capo di governo del mondo occidentale nei suoi panni non si dimetterebbe? Lei sa bene che per molto ma molto meno si sono dimessi ministri in vari Paesi occidentali, compresa di recente l’Inghilterra per una storia di rimborsi spese che a fronte delle sue varie scorrettezze sono roba da nulla.

4) – Fallito il lodo Alfano, I suoi scudieri, con in testa il solito Ghedini, stanno già lavorando alacremente per una leggina che accorci la scadenza termini del caso Mills onde evitare a tutti i costi che le si faccia il dovuto processo con annessa dovuta sentenza. Non si rende conto che questa appare come la miglior prova che lei non ha le mani pulite riguardo i soldi dati sottobanco a Mills per condurre in porto una faccenda in seguito condannata dalla magistratura?

5) Non si rende conto che ormai il suo è un governo contro lo Stato? Non si rende conto che con il suo comportamento sta ormai degradando anche la qualità e il livello del suo elettorato pur se eventualmente in aumento numerico? Non si rende conto che siamo passati dalla politica alle tifoserie e dalla realtà al reality? Oppure se ne rende conto, ma se ne frega?

6) Lei ha dichiarato di essere “l’uomo politico più perseguitato di tutta la Storia, di tutte le epoche del mondo, con 2500 udienze”. Non le pare strano che in presenza di una così gigantesca e longeva asserita congiura contro di lei i servizi segreti non se ne siano mai accorti? Non ne esiste infatti nemmeno lo straccio di una prova, non ci sono prove di riunioni e progetti dei congiurati, non se ne conoscono i nomi né i capi. Lei lo afferma su basi puramente deduttive. Ma con il suo modo di (s)ragionare deduttivo si può simmetricamente dedurre che lei è colpevole di tanti misfatti. E se le udienze sono 2.500, ammesso che il numero sia esatto, è solo perché i suoi avvocati, cioè lei, la tirate per le lunghe in tutti i modi e con tutti gli artifici possibili. Comprese le leggi che si è fatto confezionare su misura per bloccare processi, evitarne altri e le annesse possibili condanne.

7) – Lei ha anche dichiarato di  essere “il miglior premier di sempre”. Non le pare di esagerare? Continua a leggere

L’enorme afflusso di gente alla manifestazione per la libertà di informazione dimostra che urge una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e il suo capo. Che politicamente, oltre che moralmente, somiglia ormai a un cadavere. Tant’è che impazzano gli scherzi da prete…

(Se cliccate sulla foto diventa grande come una vera home page)

Ho partecipato alla manifestazione di Roma per la libertà d’informazione e quindi del giornalismo. Davvero grande. La partecipazione deve avere sorpreso gli stessi organizzatori, tant’è che a me è parsa un po’ arraffazzonata per quanto riguarda gli oratori, più il solito intermezzo canterino. Che il segretario nazionale del sindacato dei giornalisti, by the way Franco Siddi, parli a 2-300 mila persone è impressionante, ed è il sintomo di un ulteriore scollamento tra Paese reale e Paese strutturato. Interessante il discorso del costituzionalista Onida, che si può così riassumere: 1) senza informazione o con informazione insufficiente i cittadini sono meno liberi, e quindi di fatto l’informazione e il giornalismo reticente o azzoppato sono un attentato alla Costituzione; 2) Il giornalismo è il cane da guardia della democrazia, e quindi non può esercitare un ruolo compiacente; se la democrazia resta senza cani da guardia è ovvio che i ladri ne possano approfittare, e anche i suoi assassini. Io aggiungerei che il cane da guardia non solo deve sapere abbaiare forte e ringhiare minacciosamente, ma anche azzannare quando è il caso…. Ma chi lo fa oggi in Italia?

Accolti come eroi Michele Santoro e Marco Travaglio, altra cosa che a mio avviso è troppo sovradimensionata: se diventano eroi dei giornalisti che fanno bene il proprio mestiere, e che sono privilegiati rispetto la gran massa, allora butta male, e per due motivi. Il primo è che è roba da repubblica delle banane cercare di zittire dei giornalisti. Il secondo è che forzare a un ruolo politico dei giornalisti è sempre una cosa sbagliata, i due ruoli sono e devono restare distinti, sovrapporli o mescolarli è un po’ come mescolare il diavolo con l’acqua santa. Le delusioni, politicamente parlando,  sono inevitabili. Il ruolo della figura salvifica, alla quale affidare la delega delle nostre responsabilità civili, è sempre e solo una faccenda fideistica, da uomo della Provvidenza sia pure in sedicesimo, e la Storia insegna che “no bbuono”.

Applausi ai vari nomi delle varie adesioni alla manifestazione, compresi i Comitati di redazione (cioè gli organismi sindacali dei giornalisti nelle redazioni) di molte testate e quando ho sentito nominare anche Federica Sciarelli – che dovrebbe essere fischiata per come mena il torrone e il fumo con il “mistero” della scomparsa di Emanuela Orlandi, nascondendo in realtà perfino quanto appurato dai magistrati riguardo le responsabilità del Vaticano – ho capito che la manifestazione si stava sprecando come supporto ai soliti noti. Compresi i Comitati di redazione che troppo spesso sono i corresponsabili del degrado della professione nella Rai e nei giornali: troppo facile regalare adesioni per far dimenticare l’ormai longevo andazzo da schiene prone, inciuciste e cooptate.

La enorme folla romana ha dimostrato che c’è urgente bisogno di una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e contro il suo capo di governo, cioè contro il Chiavaliere a Dondolo. Se non si muove la piazza, forzando l’opportunismo compiacente dei partiti, questo governo durerà tutto il tempo necessario per scassare e affondare definitivamente l’Italia e la sua unità. Continua a leggere

Una domanda a Silvio Berlusconi per ognuna delle 24 ore del giorno. Così levano anche le tentazioni di torno…

Ci consenta il cavalier Silvio Berlusconi, primo ministro della Repubblica italiana, di porle noi farabutti un po’ più delle ormai note 10 domande. Sono per l’esattezza 24. Non sono brevissime perché preferiamo essere il più possibile esplicativi. Una domanda per ogni ora del giorno e, ci consenta, anche della notte. Evitandole così certe tentazioni. Non so se mi spiego…
Siamo certi che vorrà risponderci. Non sono infatti domande retoriche né fatte ad arte per metterla in cattiva luce né, tanto meno, poste da Repubblica e neppure da L’Unità. E poiché lei stesso ha detto che avrebbe risposto alle 10 domande di Repubblica se gliele avesse rivolte un altro giornale, siamo fiduciosi anche se sono più di 10: farabutti sì, ma sfigati no. Continua a leggere