L’Iran, antichissimo ombelico del mondo. Compreso il nostro. L’Iran, che quando le atomiche voleva farle davvero lo scià gli abbiamo venduto 12 centrali nucleari e il formidabile Dipartimento di Ingegneria Nucleare del MIT, mentre ora vogliamo impedire anche il solo nucleare civile! L’Iran, la cui gioventù soprattutto femminile è una pentola a pressione ormai inarrestabile

Quando varie settimane prima di Pasqua ho visto nella posta elettronica l’e-mail giratami da un collega che parlava di un viaggio in Iran organizzato dal Gruppo cronisti lombardi non credevo ai miei occhi: l’itinerario benché di soli 6 giorni pieni e due di fatto di solo viaggio aereo prevedeva visite a Persepolis, Pasargade, Naqsh-e-Rostam, all’Iran Bastan di Shiraz e a luoghi dello zoroastrismo. Tutte cose che da tempo sognavo di vedere e che mai avrei creduto di poter vedere dato che l’Iran viene costantemente dipinto come un postaccio dove impiccano la gente per strada, quando non la lapidano o non la mutilano col taglio della mano e altre simili prelibatezze, e dove le donne sono una specie di soprammobile alla mercé del capriccio maschile o peggio ancora clericale. Il programma di viaggio mi pareva irreale anche perché, oltre a condensare il meglio del meglio riguardo le origini delle umane civiltà, elencava una sfilza impressionante di visite alle più belle moschee del mondo islamico, cosa molto strana visto che ci viene raccontato da mane a sera che noi infedeli nelle moschee non ci possiamo mettere piede pena il linciaggio o qualcosa di simile. E anzi, come se il programma fosse stato scritto da un marziano del tutto all’oscuro della “realtà iraniana”, erano previsti perfino incontri con la comunità cristiana, ebraica e zoroastriana.

Peccato solo che non era prevista una visita anche a Susa, oggi Shush, nell’antico Elam, dove ben 6.000 anni fa è nata la scrittura, vale a dire il linguaggio scritto. Forse la scrittura era già nata nella vicina Mesopotamia, con il linguaggio detto di Uruk IV, ma è nell’iranica Susa che sono meglio documentati il suo esordio come segni di pura e semplice registrazione delle tasse dovute al Palazzo e al Tempio e il suo lungo cammino per diventare quel rivoluzionario e insostituibile mezzo di comunicazione che ancora oggi utilizziamo e continuamente miglioriamo. Se si è stati a Susa e si sono visti i primi vagiti del linguaggio scritto si può poi meglio capire in pieno anche il rivoluzionario passaggio dalle scritture con alfabeto sillabico a quelle con alfabeto consonantico. Passaggio rivoluzionario perché se le prime annotano il linguaggio dal punto di vista della parola ascoltata, cioè quasi una registrazione passiva dei nomi dell’esistente, le seconde – vale a dire i linguaggi espressi man mano con gli alfabeti fenicio, ebraico, aramaico, nabateo, arabo, antico persiano,  dell’India e infine greco – hanno invece permesso il passaggio decisivo e dirompente alla annotazione scritta dei suoni dal punto di vista del soggetto parlante. Le prime avevano cioè al centro il mondo, la natura data, con i nomi “naturali” e quindi preesistenti delle cose, oppure – il che era in pratica più o meno la stessa cosa – i testi scritti delle leggi e delle dediche sacre, che bisognava solo saper leggere, ascoltare, con atteggiamento di fatto solo passivo. Le seconde hanno invece permesso di mettere al centro l’uomo, fornendogli la possibilità di creare ed esprimere i suoi pensieri: le parole sono così diventate gli stampi nei quali noi umani coliamo il nostro pensiero per poterlo rendere comprensibile a noi stessi e ai nostri interlocutori. Pensare, infatti, non significa altro che pensare parole: non possiamo pensare se non tramite le parole.

Se si è stati a Susa è poi più facile comprendere il misterioso e affascinante comparire – a un certo punto della Storia umana – delle vocali, vale a dire della “vocalizzazione” delle parole. La vocalizzazione è infatti affare che riguarda solo Dio, tant’è che solo gli ebrei masoreti qualche millennio dopo si sono azzardati a riscrivere l’intera bibbia notando in ogni parola anche tutte le vocali oltre alla consonanti, novità però rapidamente dimenticata…. Perché, appunto, la vocalizzazione è solo faccenda che riguarda Dio: che ha creato l’uomo “vocalizzandolo”, cioè alitandogli sul volto modellato con la creta. Inserire le vocali nelle parole prima fatte solo di consonanti equivale ad alitare in esse l’armonia della chiarezza e della impossibilità di equivoci nella loro interpretazione.
Ho così deciso di partecipare al viaggio, ma con una punta di allarme: probabilmente in Iran avrei avuto vari fastidi, dal momento che non sono il tipo che subisce in silenzio né che ama vedere per strada scene di violenza sia pure “giusta” e “legale”. I miei familiari erano decisamente contrari che io partissi: “Ma come? Proprio tu vai a fare il turista in un Paese dove impiccano e lapidano la gente in piazza!?”. D’altro canto le autorità iraniane hanno tirato molto per le lunghe la possibilità che il viaggio si facesse o no. Poiché gli organizzatori del Gruppo cronisti lombardi hanno deciso di chiedere il (più costoso) visto giornalistico anziché solo quello turistico, per evitare che se fossimo entrati come turisti potessero poi rimproverarci che in realtà eravamo entra
ti come giornalisti,  nell’ambasciata iraniana a Roma sono rimasti comprensibilmente perplessi: che ci andavano a fare una ventina di giornalisti in Iran a poche settimane dalle elezioni presidenziali? Possibile che un intero gruppo di giornalisti volesse entrare solo per fare del turismo? E’ così che l’incertezza sulla concessione dei visti si è protratta in modo esasperante per oltre un mese, con man mano le richieste più strane: mentre in Marocco ero sulle dune al confine con l’Algeria sulla groppa di un cammello mi è arrivata l’ennesima telefonata che chiedeva anche la fotocopia della tessera di giornalista o il suo originale…..

A un certo punto, a pochissimi giorni dalla data della partenza,  ci è stato detto che dovevamo chiedere anche il pass giornalistico, una tesserina che ci avrebbe permesso di poterci muovere come giornalisti per l’intera settimana del viaggio: altri 450 dollari a testa! Avevo finalmente la scusa per dire “No, adesso basta! Allora non parto”, quando il mio interlocutore ha aggiunto che date le proteste anche dell’agenzia turistica le autorità iraniane ci avrebbero fatto pagare solo 100 euro a testa anziché i normali 450 dollari.
E’ così che mi sono ritrovato all’aeroporto di Teheran con un gruppetto di colleghi e colleghe che prima non conoscevo, accolti da Reza, un iraniano calvo che parla in italiano. Le sorprese sono iniziate subito, già all’aeroporto. Tra gli enormi tabelloni luminosi pubblicitari ne spicca uno di una notissima “griffe” italiana di abbigliamento che nulla ha a che
vedere con la tanto temuta severità islamica. Al controllo passaporti e alla dogana inoltre nessuno ci ha “filato”, siamo cioè passati senza intoppi né interrogatori. M’è venuto in mente che all’aeroporto di New York mi avevano anche infilato un dito su una macchinetta, credo per prendermi le impronte, e hanno chiesto insistentemente a mia figlia se io fossi davvero suo padre. Per non dire dell’aeroporto di Tel Aviv, dove la  mia collega de L’espresso  Barbara Schiavulli anche di recente è stata interrogata con pignoleria prima che si decidessero a farla passare, lei che a Gerusalemme ci ha anche vissuto, per non dire dell’ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, che è stato torchiato per ore con la minaccia di non lasciarlo entrare e rispedirlo invece in Italia, lui che a Gerusalemme ha scelto di andare a viverci anziché puntare ad andare in Vaticano come papa.

Fuori dell’aeroporto ci prende in consegna un altro Reza, niente affatto calvo e piuttosto ciarliero, che parla italiano e sarà la nostra guida per tutta la durata del viaggio. Nella trentina di chilometri che ci separano dall’albergo il traffico caotico, al confronto del quale quello di Napoli e Palermo sono roba da educande, chiarisce subito che Teheran, un ammasso piuttosto informe di 70 chilometri per 50, capitale e maggior polo industriale del Paese, conta ben 17 milioni di abitanti ed è cresciuta troppo in fretta dall’iniziale villaggio di poche migliaia di abitanti sito su un altopiano ai piedi della catena montuosa Elburz, visibile sullo sfondo. Teheran significa “Andare verso il basso”, perché per raggiungerla dai monti circostanti si deve scendere fino ai suoi 1.600-1.700 metri sul livello del mare. I semafori hanno tutti un grande orologio che segna a ritroso quanto manca alla fine del colore in atto, rosso o verde o giallo che sia, in modo che gli automobilisti in colonna possono regolarsi, magari evitando di tenere inutilmente accesi i motori per troppo tempo. La durata media del rosso e del verde è infatti di 30 secondi, durante i quali c’è poco da “sgommare”.
Quello che lascia sbigottiti è che a quanto pare nessuno sa cosa sia la precedenza, la auto ti tagliano la strada sia da destra che da sinistra, gli stop sono virtuali, le frecce forse le usano solo per giocare agli indiani, ma certo non per segnalare lo spostarsi di corsia o il girare a destra o a sinistra. I cantieri della nuova enorme metropolitana sventrano quasi ovunque le strade, a volte sembrano lunghe ferite aperte e altre volte lunghe cicatrici già indurite ma ineliminabili, in ogni caso la nuova linea subway appare chiaramente come l’unica ancora di salvezza per disintasare le budella della metropoli intasate e ubriache di automezzi. Si spera sia un’ancora di salvezza anche contro l’inquinamento: dalla mia stanza d’albergo al 15esimo piano vedo un immenso brulicare di palazzi scalcinati, privi di qualunque fascino, quasi tutti con l’aria di eterna costruzione mai terminata, una sorta di calabrese Isola Capo Rizzuto moltiplicata per un milione, ma tutti immersi in qualcosa che mi ricorda la nebbia in val Padana ed è invece solo smog.

E’ il giorno dopo, al museo archeologico nazionale Iran Bastan, che vengo improvvisamente risucchiato indietro di millenni e comincio a capire che l’altipiano iranico è stato l’inizio di tutto, non solo della scrittura. E che la Via della Seta è stata per millenni il cordone ombelicale che ha nutrito di mercanzie, odori, sapori, delizie, di beni di prima necessità e di lusso vertiginoso, di religioni e di saperi di vario tipo quell’Occidente che sarebbe poi diventato Europa. Non ricordo il nome dello studioso, mi pare fosse russo, che ha appurato come TUTTE le varietà di frumento che ci hanno nutrito nel corso dei millenni siano nate nell’area proprio della Via della Seta. Da qui ci sono arrivati anche quelle delizie e meraviglie chiamate fichi e arance, quest’ultime provenienti dall’India dove l’hanno chiamate arance perché questa parola significa “frutti preferiti dall’elefante”. L’incanto si compie davanti a un bassorilievo di marmo nero portato via mi pare da Persepolis: si vedono distintamente il Gran Re assiso sul trono che riceve dei dignitari e questi in piedi davanti a lui che lo riveriscono. O meglio: che lo adorano. L’adorazione, come dice l’etimologia stessa della parola, che viene da “ad oras”, cioè “dalla bocca”, altro non era che un saluto fatto con la mano spostandola più volte dalla bocca in direzione del sovrano, che non poteva assolutamente essere avvicinato troppo e tanto meno toccato, insomma un modo simbolico di mandargli con la mano le parole del saluto. Un gesto simile al nostro lanciare baci con le mani quando per esempio si saluta una persona cara alla partenza del treno. E dietro il dignitario “adorante” si vedono distintamente altre due persone che recano ognuna una piccola sacca con un dono particolare, molto particolare, che verrà poi bruciato nei due piccoli bracieri bene in vista siti tra il dignitario in visita e il Gran Re. Il dono altro non è che incenso, da millenni misteriosa forma di grande riverenza verso la divinità, tanto che anche tra i romani era convinzione comune che le preghiere rivolte agli Dei sarebbero state sicuramente a loro più gradite e quindi da loro più facilmente esaudite se accompagnate dai fumi dell’incenso.

Il bassorilievo di marmo nero portato via da Persepolis mi rivela quindi di colpo che già esistevano da tempo immemore quei rituali che la Chiesa di Roma, dopo avere inutilmente tentato a lungo di sradicarli, ha finito col fare propri, quali l’adorazione e l’uso dell’incenso nel corso della messa e di altre cerimonie religiose. Sono cioè nate qui, in Iran o se preferite nell’antica Persia, usanze che ancora oggi fanno parte della nostra vita, anzi del nostro dna. Nell’Iran Bastan vedo che sono nati qui perfino gli orecchini, portati già dai dignitari, e perfino i baffi a punta, quelli stile Zorro per intenderci, che vedo sul viso incredibilmente moderno di un baldo principe partico dal sorriso fiero, sicuro di sé, sicuro di far colpo, un giovane che scoppia di salute e pur essendo un gigante di marmo pare stia proprio venendo verso di me, come verso qualunque altro visitatore che lo guardi. Effetto strabiliante. Anche per via del copricapo, da turista inglese che si ripara dal sole difendendo in particolare la nuca.
Ma chiarisce tutto molto meglio il trovarmi davanti ad antiche rappresentazioni dei simboli di Zoroastro, il famoso uccello con le due ali spiegate e tre ordini di penne nella coda che pare pilotato da un anziano con la barba che stringe tra le mani una specie di volante. Le due ali rappresentano il bene e il male, i tre ordini di penne della coda rappresentano i tre principi cardine della religione di Zoroastro: pensare bene, parlare bene, agire bene.

Come si vede, si tratta del condensato di qualunque altro monoteismo nato successivamente, dall’ebraismo all’islam passando per il cristianesimo. Quello che sembra un piccolo volante è invece l’anello della legittimità, consegnato dal sacerdote al Gran Re al momento della sua investitura: con la sua forma circolare l’anello simboleggia il fatto che per quanto ci si dia da fare torniamo sempre ciclicamente al punto di partenza, non esiste per nessuno, neppure per il Gran Re, un punto di fuga permanente, motivo per cui conviene essere onesti: conviene cioè “pensare bene, parlare bene, agire bene”. E l’anello lo usiamo ancora oggi anche nel matrimonio, con lo scambio delle fedi, cioè della fiducia e legittimità reciproca degli sposi.

Lo zoroastrismo sopravvive ancora in Iran, donde si dirama un po’ nel mondo, con qualche decina di migliaia di credenti che hanno diritto, come i cristiani e gli ebrei, a proprie scuole e a propri rappresentanti in parlamento. Ma lo zoroastrismo rimanda alla religione mitraica, vale a dire al culto solare del dio Mitra, arrivato dai Veda dell’India assieme al suo bellissimo libro “sacro” Avesta, culto talmente radicato anche a Roma che la Chiesa ne ha copiato quasi tutto: dal nome “messa” al copricapo chiamato ancora oggi “mitria”, dal pasto comune diventato il sacramento della comunione alla ricorrenza del Natale il 25 dicembre, da tempo immemorabile il “dies natalis solis invicti”: vale a dire, il giorno in cui, dopo i tre giorni di “morte” col solstizio d’inverno del 21 dicembre, il sole ogni anno riprende a salire, cioè rinasce, dal punto più basso della sua traiettoria celeste. I primi a portare il mitraismo a Roma furono i soldati di Pompeo reduci dalla campagna contro i pirati dell’Illiria, ma a portarlo in grande stile fu l’imperatore Settimio Severo, che sposò Giulia, nata dalla stirpe dei sacerdoti del dio Sole di Emesa, in Siria, odierna Homs. Poi l’imperatore Aureliano rese il mitraismo ancora più grande e diffuso: ispirandosi alla festa che si svolgeva nella città di Emesa e che cadeva il 25 dicembre, il 25 dicembre dell’anno 274 d. C. istituì addirittura il “Dies Natalis Solis Invicti”. Da Emesa proveniva anche l’imperatore Eliogabalo, noto anche come Marco Aurelio Antonino, che – sacerdote di quel culto – lo rafforzò sostituendo nel pantheon capitolino Giove con Mitra. Era di fede mitraica lo stesso Costantino, l’imperatore che “sdoganò” il cristianesimo e che non è certo sia mai stato battezzato. Quando Teodosio mise fuori legge tutte le religioni pagane passando alla Chiesa tutti i loro templi (molte chiese a Roma sorgono sui resti di basiliche mitraiche, compresa la stessa basilica di S. Pietro), la Chiesa con grande disinvoltura non farà altro che impadronirsi anche del già esistente Natale del 25 dicembre facendo finta che in quel giorno sia nato Gesù Cristo!

E’ stato del resto Ciro il Grande ad abolire per primo nella Storia del mondo la schiavitù, precorrendo i tempi di qualche millennio, e a permettere che se ne tornassero a casa quelle parti di popolazioni sottomesse che una 70ina di anni prima erano state spostate d’autorità per meglio amalgamare l’impero. Tra gli altri Ciro permise perciò il rimpatrio degli ebrei da Babilonia, e proprio questi esuli – come fa rilevare lo studioso Gianni Liverani – saranno gli unici a legarsela al dito, a fare di quei 70 anni una lamentazione che dura ancora oggi e, liberati da Ciro, a tornate a casa col dente talmente avvelenato con chi in patria durante quei 70 anni di loro assenza aveva accettato l’insediamento di “stranieri” da scrivere le parti più “dure e pure”, cioè meno accettabili, della bibbia, quelle a base di genocidi e simili orrori “ordinati da Dio” (!), strani concetti la cui influenza dura ancora oggi. Il profeta Daniele visse anche lui a Babilonia, pare come interprete dei sogni, e anche lui portò in patria le influenze dello zoroastrismo incorporate nel monoteismo biblico. Il cortocircuito tra la antichità “locale” di queste terre, la realtà odierna e anzi l’attualità più incalzante del nostro mondo esiste ancora, e con pericolo di altri incendi….
Ecco perché ritrovarsi davanti a certi antichissimi reperti e simboli in Iran significa ritrovarsi di colpo e inaspettatamente immersi nel liquido amniotico che ha partorito anche la nostra civiltà e la nostra stessa religione, cioè la nostra identità. Osservare da vicino certe cose significa osservare da vicino il nostro dna… L’effetto non può essere ch
e stravolgente e di massimo incantamento. M’è piombata addosso una lunga serie di sorprese che non mi aspettavo: io, giornalista e maniaco della parola scritta, volevo solo vedere da vicino la nascita della scrittura! Mi trovo invece sommerso da una valanga di altre delizie.

Queste terre inoltre hanno fatto parte di quei regni ellenistici che, specie dopo le conquiste di Alessandro Magno, hanno visto lo spirito speculativo dei greci incontrare la enorme massa di nozioni pratiche di matematica, geometria, chimica, astronomia, ecc., esistente da millenni nell’area comprendente l’Egitto, la Mesopotamia, la Caldea, l’Iran, ecc., e dare così vita allo spirito scientifico e alle scienze, beni e conquiste da noi ereditate ma ignorate per 2.000 anni – ai romani che conquistarono quei regni le scienze non interessavano, tanto meno alla Chiesa che in seguito prese il posto dei romani – finché nella Spagna araba, dopo la cacciata dei musulmani, non furono scoperte le migliaia di libri salvati e tradotti tanto dai bizantini quanto dagli arabi nelle terre che erano state dei regni ellenistici. E’ stato il ritrovamento di quei libri che – oltre a farci scoprire Aristotele e perfino Omero – ha innescato le rivoluzioni dei vari Newton, Galilei, Copernico, Leonardo da Vinci, ecc. I greci, dispersi con una sorta di diaspora marina su centinaia e centinaia di isole e polis per conservare l’unità identitaria greca hanno affinato al massimo la capacità di estrarre dal particolare il tratto comune, universale: un modo per trarre dal particolare delle centinaia di isole e polis, spesso in lotta tra loro, il tratto comune e universale dell’identità greca. E’ stata questa capacità di estrazione, e quindi di astrazione, che una volta applicata alla enorme massa di conoscenze pratiche egizie, mesopotamiche, iraniche, ecc., ha permesso di creare le scienze, quelle che noi ancora oggi conosciamo e utilizziamo.

Se questi sono i pensieri che cominciano a darmi le vertigini, rendendomi per i primi giorni un compagno di viaggio piuttosto muto, quasi assente, in strada i pensieri sono ben altri. Non solo non vedo da nessuna parte impiccagioni né lapidazioni, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare neppure una persona cui sia stata mozzata una mano o un piede. Se il taglio delle mani e dei piedi fosse praticato in Iran come si usa dire sui nostri mass media, in strada ci sarebbero e si vedrebbero dei mutilati, né più e né meno come per molti anni dopo la seconda guerra mondiale era cosa comune vedere in tutta Italia non solo i reduci tornati storpi e mutilati dal fronte, ma anche donne, vecchi e ragazzini mutilati da bombe e proiettili vari. E poi c’è sempre questa strana faccenda che siamo liberi di andare dove ci pare, parlare con chi ci pare e fare le domande che più ci aggradano a chi più ci pare e piace. Ma la cosa più strana di tutte è l’accorrere a frotte di gruppi di ragazze desiderose di parlare con noi, di farsi fotografare, sempre allegre, sorridenti e disponibili, a Shiraz addirittura un po’ sfacciate, cosa che alla mia età può creare qualche imbarazzo: “Scusate, ragazze, ma a parlare con noi occidentali non rischiate le frustare e la galera?”. Coro di risate, come se avessimo raccontato una barzelletta.

La vitalità e la modernità delle ragazze iraniane irrompe fino a ridicolizzare lo spolverino nero e il velo nero che, anche se può essere di qualunque colore o fantasia di colori, quasi tutte indossano, come un esercito di fantasmini o suorine animate da moto perpetuo a mo’ di argento vivo, gocce di mercurio allegre e imprendibili. Lo spolverino e il velo sono obbligatori per legge quando una donna esce di casa, ma ormai le giovani – che comunque indossano sempre i jeans, per giunta attillati, lo hanno reso una specie di variante dell’abbigliamento stile Liu Jo delle nostre liceali: spolverini attillati, avvolgenti, con cintura o fusciacca o lacciuoli strategici ad altezza “giusta”, il cui effetto di sex appeal è evidente anche a un cieco. In più, siccome il viso è l’unica parte del corpo che una donna può mostrare in pubblico, tutte lo esibiscono truccato alla perfezione, sorridente, luminoso e perfetto, con gli occhi e lo sguardo che dicono molto di più del nostro andare sbracate in giro con mezzo sedere e le falde del monte di Venere in bella vista. Non manca chi esibisce ciuffi di capelli ribelli e a volte colorati artificialmente che fuoriescono orgogliosamente dal velo come una sfida al mondo: ogni volta ci guardiamo attorno preoccupati, certi di vedere piombare i Guardiani della Morale armati di frusta… invece niente!

Le donne vestite di nero o comunque intabarrate per legge ci fanno istintivamente pena, però quando lo scià Reza Pahlevi per occidentalizzare l’Iran ne proibì l’uso furono pochissime quelle che obbedirono. E’ evidente che, per quanto ci possa parere incredibile, questa faccenda del velo deve avere a che vedere con l’identità nazionale. In definitiva le nostre nonne portavano spesso anch’esse il velo e fino al secondo dopoguerra anche la veletta: coprire anche il volto, lasciandolo intravedere sotto la rete della veletta, era considerato un elemento di seduzione, non certo di oppressione. E’ così anche in Iran? Sì e no? Sì perché è evidente che l’uso in realtà non impaccia nessuna e non impedisce niente. No perché quando le mie colleghe chiedono ad alcune ragazze di Teheran dove possono comprare un velo nero si sentono spesso dire: “Ma come!? Noi ce lo vogliamo togliere e voi invece ve lo volete mettere!?”.

Come che sia, quello che colpisce delle ragazze è che hanno tutte, oltre ai jeans all’ultima moda, le stesse scarpe sportive e la mania del telefonino delle nostre ragazze. L’unica differenza è che qui le scarpe, sportive o sportivissime, le portano – sia le ragazze che i ragazzi – allacciate anziché slacciate   come si usa da noi. L’impressione è che la massa di ragazze, in un Paese dove le donne sono molte di più degli uomini e costituiscono il 70 per cento della popolazione studentesca, sia una sorta di pentola a pressione, di bomba a tempo che prima o poi farà crollare il regime clericale o lo costringerà a forti riforme e migliorie. “Siamo un Paese civile, colto, con una storia antichissima, non meritiamo questo regime”, affermano molti giovani e molte giovani. A giudicare da quel che si vede ovunque, il regime ha chiaramente rinunciato, posto che ci abbia mai pensato, a livellare la massa femminile in senso tristanzuolo. Le elezioni presidenziali vedranno quasi certamente il ballottaggio tra il conservatore Ahmadinejad e il riformista Moussavi, ma è probabile vinca il primo. Se vince, in molti danno per scontato che farà una serie di riforme liberalizzatrici, per quanto possa parere incredibile: una volta certo di avere il potere saldamente in mano, il clero riprenderà almeno parte del programma del progressista Katami, che non è stato rieletto perché battuto da Ahmadinejad grazie alla infelice decisione di George W. Bush di inventarsi l’Asse del Male, con l’Iran membro eminente, offendendo così ancora una volta l’orgoglio e la dignità dell’Iran (già colpite con il colpo di Stato della Cia che buttò giù il democraticamente eletto capo del governo Mossadeq e riportò dall’estero dove era fuggito e sul trono lo scià Reza Pahlevi, che diede inizio a una repressione selvaggia con centinaia di migliaia di vittime tramite la famigerata e torturatrice polizia segreta Savak).

La demenziale trovata di Bush ha scatenato per reazione l’orgoglio nazionale e fatto vincere le elezioni alla destra, cioè ad Ahmadinejad, buttando al macero il programma riformista di Katami, che nel luglio del 2006 aveva vinto le elezioni presidenziali con oltre il 70 per cento delle preferenze in una votazione che ha visto andare al voto quasi l’80 per cento dell’intero elettorato. Katami era stato ministro della Cultura, ma aveva dovuto dimettersi perché aveva dato troppa libertà agli editori, ai giornalisti, ai pittori e agli autori cinematografici, con il cinema iraniano avviato a una sorta di rinascita, i giornali passati da 100 testate a 501 e i titoli dei libri pubblicati cresciuti da 500.000 a quasi 900.000. Il programma elettorale  con il quale Katami vinse le elezioni presidenziali si basava su temi coma la società civile, le libertà individuali, i diritti delle donne, il pluralismo politico e il “dialogo tra civiltà”. Katami sosteneva la “distinzione tra religione e tradizioni ammantate di religione”, affermava che si dovevano adottare le idee del nostro Illuminismo e più in generale apprezzare gli aspetti vantaggiosi dell’Occidente. Inoltre non si stancava di ammonire la destra affermando che migliore garanzia contro un altro colpo di Stato Usa o una invasione militare era una società apertamente democratica, capace quindi di difendersi senza indugio e decisa a farlo per conservare le proprie libertà.

Questo programma, che era quanto di meglio ci si potesse aspettare, è stato duramente osteggiato e ridotto dal Consiglio dei Guardiani, i quali hanno il potere decisamente non democratico di vagliare e bocciare le leggi approvate dal parlamento e i candidati alle varie elezioni, ma Katami era ben deciso ad andare avanti anche con una legge che riducesse drasticamente il potere dei Guardiani. A far fuori il programma di Katami è stato però George Bush, con la demenziale trovata dell’Asse del Male con annesso Iran. Poi è cominciato anche il tormentone sul “programma nucleare militare iraniano”, che semplicemente non esiste, ma è una scusa buona per tenere l’intero Iran, cioè un Paese di 70 milioni di abitanti, sotto l’eterna minaccia di una invasione o “almeno” di bombardamenti israeliani. L’ipocrisia e la memoria corta di cui sempre siamo i primatisti ci ha fatto dimenticare che il programma nucleare è iniziato negli anni ’70, quando lo scià burattino degli Usa sosteneva che l’Iran aveva bisogno di fonti di energia alternative in vista del fatto che prima o poi il petrolio sarebbe finito. Abbiamo dimenticato che Usa, Germania e Francia firmarono contratti per costruire allo scià ben 12 centrali nucleari fregandosene bellamente del fatto che lo scià della repressione di massa dichiarava alla stampa estera: “Senza dubbio, e prima di quanto pensiate, avremo armi nucleari”.

Tant’è che il delinquenziale e corrottisimo Pahlavi aveva stipulato con il prestigioso Massachusset’s Institute of Technology, noto anche come MIT, un accordo per acquistare il suo formidabile Dipartimento di ingegneria nucleare. La maggior parte dei docenti era favorevole alla vendita, che saltò solo per la feroce opposizione della massa studentesca. E a far fuori le 12 centrali è stata la rivoluzione komeinista prima e la guerra con l’Iraq dopo. Ora che le centrali nucleari servono davvero e nessuno in Iran intende costruire bombe atomiche, anche perché non ne possiede e non ne può possedere la tecnologia, suoniamo una musica ben diversa dalle serenate che ci piaceva suonare allo scià. Il ridicolo e il tragico di questa nostra nuova farsa è che il minerale d’uranio per il quale vogliamo bombardare l’Iran è sempre e quasi solo solo quello acquistato e immagazzinato a suo tempo dallo scià! Come si vede, c’è più di un motivo valido perché gli iraniani ne abbiano le palle piene delle interferenze Usa e dell’annessa ipocrisia europea ormai al guinzaglio delle inammissibili pretese di monopolio nucleare, bombe atomiche comprese, dell’un po’ troppo aggressivo Stato di Israele. Che finalmente pare avere trovato a Washington un inquilini della Casa Bianca meno disposto del solito a ballare al suono del governo israeliano, che ha vinto le elezioni promettendo la fine “con ogni mezzo” del programma nucleare iraniano e rifiutando ormai apertamente anche solo l’ipotesi di uno Stato palestinese, peraltro ormai impossibile per mille e uno motivi basilari.

Dopo una giornata passata tra musei da capogiro e la marea di gente che affolla Teheran a tutte le ore, la sera partiamo in aereo per Shiraz, nome che significa “Città dei misteri”, compresi i misteri della poesia dei suoi grandi poeti, tra i quali Hafez e Saadi, e dei sorrisi delle sue vivacissime donne, che godono fama di essere le più aperte e curiose dell’intero Iran. Da Shiraz risaliremo verso Teheran in pullman, con Reza Sahya come guida, l’imperturbabile Magid come autista infaticabile e bravissimo e Alì assistente tuttofare di Reza. Un itinerario di 1.500 chilometri, su un altopiano di 1.600 metri di altezza media, che allinea deserti e città splendide, sempre circondato da catene di monti, in un Paese che ha oltre 240 mila siti archeologici aperti, uno più importante dell’altro, e le più belle moschee del mondo. Un viaggio fin troppo denso, talmente pieno di bellezze e di sorprese che vorrei ripeterlo con più calma, impiegandoci magari un mese. E andando a vedere finalmente Susa!
La prossima e ultima puntata tra qualche giorno.

487 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    xVox

    la Corea del Nord sta facendo esattamente cio’ che paventavo: continua coi suoi tests nucleari, e minaccia ritorsioni non meglio precisate in caso di sanzioni dell’ONU.

    Peter

  2. Lunarossa x il mago di Bisceglie
    Lunarossa x il mago di Bisceglie says:

    Lunarossa, è inutile che perda tempo a spiegartelo: non sei in grado di capirlo.

    Lei dimentica di vergognarsi la mattina, oltre che il pomeriggio, la sera e la notte. Quando imparera a vergognarsi come dovrebbe, torni che forse ne parliamo, e poi lei ha ragione:

    è inutile che perda tempo a spiegartelo: non sei in grado di capirlo.

    Lei è un prete ( come dice Sylvi) mascherato, molto ruffiano, sviolinante e ignorante, nel senso che ignora, ma nonostante questo lei, parla e scrive sciocchezze frullate, non sempre a nome suo, spesso usa altri a cui mettere in bocca, ( la padrona del ristorante, l’amico pilota che è morto di infarto, perchè gli si sono staccate le placche di grasso nelle vene, colpa dei farmaci (sic!) anticoagulanti, i clienti turchi ed inglesi, le sue amiche magiche che si accoppiano con lei, con il permesso dei fidanzati o mariti, o le sue conoscenti minorenni che studiano da zoccole e vengono a farsi fotografare dal mago della fottografia e per ultime le donne magiche ed intelligenti, sempre secondo lei, che si sposano per farsi mantenere dal coglione di turno, per poi copulare con il magico marco tempesta, e-mulo del nano di Arcore, delinquente e pedofilo. Il suo tempo è prezioso (?), ma allora perche perde tempo con gente ignorante che non sono in grado di ca-pirlo o ca- pirla. Lei è un anarcoide-radical DC, che pretende da altri quel che lei non fa. ( lezioni di padre a Ber) Vedo dalle risposte di molti blogghisti, che anche altri in questo blog “non sono in grado di ca-pirla.” Quindi perchè lei lo frequenta sto blog?? Non dimentichi di vergognarsi, controvento e contramarea, 3volte al dì!!
    cipilucin, cipilucian, cipiricipp cipiriciapp, ciappa su e port a ca!
    Lunarossa

  3. Peter
    Peter says:

    xAnita

    leggo su Yahoo che un giornale della Pennsylvania auspicava la fine di Mr Obama sul tipo di Lincoln, Garfield, McKinley e Kennedy…poi l’articolo e’ stato giustamente rimosso. Il giornale dice che e’ stata ‘una svista’.
    Apprendo dal sito che Obama e’ guardato a vista 24H al giorno dai servizi segreti (poca privacy, insomma). Chi ci terra’ tanto a farlo fuori, mi chiedo? voglio solo augurarmi (ed augurargli) che la sua elezione non fosse la cronaca di una morte annunciata

    Peter

  4. Linosse
    Linosse says:

    X Ber 431
    Non solo il petrolio del Niger ma anche il coltan del Congo sono bocconi prelibati per palati e stomaci voraci dei “civilizzatissimi” (ad es. Cheney,Anita che è una ottima ricerciatrice potrebbe informarci meglio…se volesse)quando viene apparecchiata la tavola
    per il banchetto si siedono compiti e composti e finiscono il lauto pranzo senza lasciare nemmeno una briciola nei piatti.
    Questa si che è buona educazione ,premessa fondamentale delle persone civili!
    Saluti

  5. Peter
    Peter says:

    xAnita

    leggo anche che Obama ed i Democrats stanno varando importanti riforme per ridurre l’emissione dei gas serra nei prossimi decenni. Prevedibile opposizione dei soliti noti, con argomenti pretestuosi e demagogici

    Peter

  6. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    L’america avra’ una recessione del 3%,l’europa del 4% e l’Italia del
    5%.
    Se si pensa che l’america ha combinato tutto il casino con gli swaps etc,…si stanno riprendendo subito.
    Io sono stato in canada,Montreal nel 1969,mi hanno subito mandato a scuola di inglese,il francese gia’ lo masticavo,datomi
    dal primo giorno un sussidio di sopravvivenza,…e appena dopo il corso d’inglese,…mi son messo a lavorare.
    Prefabbricati in ca da fissare subito alle facciate dei palazzi,chiudere per mettere subito il riscaldamento e lavorare durante l’inverno.
    Ogni piano veniva eseguito in una settimana,se il clima era freddo
    si mettevano teloni e bruciatori a metano o gasolio per asciugarli subito.
    Si riprenderanno subito perche’ sono organizzati e preparati,
    specializzati nei settori di loro competenza:
    uno studio di architettura che sorveglia il tutto,i vari ingegneri
    specializzati nei vari settori di competenza che vanno veloci e
    tirano su un palazzo in una stagione.
    Senza dimenticare che mentre andavo a scuola ho trovato il
    lavoro di assestente sociale alla prima moglie in un ospedale italo-canadese, ben remunerato.
    L’inverno e’ rigido,…io mi sono scoraggiato perche’ dovevo uscire presto la mattina e spesso la macchina era sotto uno
    strato di neve,…ma mi son pentito.
    Un caro saluto,Ber

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Silvio Berlsuconi: ‘Giornali sinistra scendiletto del Pd’
    —————————
    Sempre meglio dei suoi giornali e tv, imbarazzante carta igienica sua personale. Per non parlare dei giornali della destra, troppo spesso carta igienica nata già usata.
    pino nicotri

  8. Linosse
    Linosse says:

    In fondo una recessione del 5% è insignificante rispetto alla grande propaganda che ci stiamo facendo nel mondo con questo governo gossip.
    Certo che questi bolscevichi che si sono spinti ad abbeverare i loro cavalli addirittura presso le redazioni degli “zerbini”:
    – NYT .Financial T.
    Quotidiani Australiani,Canadesi,Tedeschi ,Spagnoli ,perfino del Butan…
    sono imprevedibili e tremendi,quasi quasi peggio della Magistratura!
    Che tempi!
    L.

  9. ber
    ber says:

    Ciao Linosse,
    Nel 98 mobuto era malato,cancro allo stomaco in fase terminale e anche il suo regime dopo 40 anni di sprechi ed arricchimenti personali era alla fine.
    Un certo kabila,ribelle delle zone dell’est ,incomincia la marcia verso la capitale,kinshasa,circa 3000 km attraverso la foresta.
    La MF,grande industria mineraria us,fiuta l’affare,…partono in elicottero e vanno a trovare il kabila,…il quale,… anche lui fiuta l’affare e dice: va bene,datemi 5 miliardi di dollari e vi do tutte
    le concessioni del Congo.
    La MF versa la meta’,in una banca straniera.
    Le cose si allungano e finalmente kabila arriva a kinshasa,…la mf
    pretende di onorare il contratto e kabila dice loro che si,lui gli
    eveva dato la concessione ma l’union miniere del belgio e la debeer del sud africa sono li con gli impianti e si mettessero loro d’accordo.
    La cosa va a finire in causa e la MF cita in un tribulale Usa le
    due compagnie,…per 10 miliardi di dollari.
    Sono circa 15 anni,…che discutono,e penso la causa con la shell in nigeria fara’ la stessa fine.

    Per favore,se fai dei commenti,non ci mettere dentro la Sig.ra Anita che poverina, e’ una vittima del sistema come tutti noi.
    Un saluto,Ber

  10. Linosse
    Linosse says:

    X Ber
    La Sig. Anita sarà pure una vittima del sistema come noi ma,non mi vorrei sbagliare, è sempre pronta a fornire il coltello per il sacrificio addirittura agli esecutori!
    L.

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Mia cara e buona Silvy,
    lei deve capire che le sinistre, avendo avuto il potere per 142 anni su 148 di vita nazionale unitaria, hanno formato il paese aloro immagine e somiglianza, come il Dio degli ebrei. Quindi mi sembra del tutto ovvio che il parlamento (sempre totalmente di sinistra e succube ai voleri di Togliatti, che dic0no defunto nel 1962 ma sempre presente in spiritu nella vita nazionale) abbia legiferato secondo i voleri della maggioranza del paese, da sempre di estrema sinistra, come ognun sa.
    Sono i pregi della democrazzzzzia bellezza, se non ci andava bene così bisognava dire al Truce ed al Re Sciaboletta di vincere la guerra!….
    Quindi godiamoci le grandezze dell’Ittaglia nell’attesa che il Banana risolva tutti i nostri problemi come si appresta a fare da anni.

    Quanto poi ai confronti Ittaglia-Germania, mi piacerebbe proprio sapere cosa rappresentano le sue cifre. Sa, a volte i confronti del genere non significano assolutamente una beata fava. Bisogna proprio sapere cosa sono i 2500 e cosa sono i 1800…..
    Ma non pretendo che lei veda il problema.
    Un saluto U.

  12. Anita
    Anita says:

    x Marco #435

    Caro Marco,
    non si tratta di goliardia.
    Si tratta di voler gettare tutte le tradizioni.
    Nei dintorni di Hollywood, dove si trova la scuola, c’e’ un gran numero di associazioni gay, perche’ mai volersi candidare per reginetta un uomo e in una scuola pubblica?

    I candidati/e fanno una campagna per assicurarsi i voti, su internet della scuola, con flyers, civettando, con favori, etc….
    Gia’ questo Sergio Garcia si e’ fatto un nome, in TV nazionale, interviste e giornali, forse quello era lo scopo…???

    Io esprimo le mie opinioni, come tu esprimi le tue.

    Ciao, Anita

  13. sylvi
    sylvi says:

    mio caro Uroburo,

    pensavo fosse in semiletargo come le marmotte, anche se un po’ fuori stagione!
    Poichè ronfava non ha avuto modo di leggere le mie favolette dove raccontavo di cappuccetti, lupi e cagnacci famelici!
    Eh già, dimenticavo, lei odia le fiabe e i peli nel naso!
    Che cosa rappresentano le mie cifre non posso evidentemente spiegarglielo qui, ma può informarsi se crede!
    Anzi, lei che è acculturato, mi saprebbe spiegare perchè nella busta paga del lavoratore non sono indicati i versamenti dell’azienda (F24) a favore dello stesso, nè nessun altro versamento?
    C’è un lordo e un netto, e già sarebbe sufficiente a fare la rivoluzione in una nazione civile, ma della differenza e della sua destinazione…buio fitto, sia che il governo sia di dx o di sx.
    Forse c’entrano i sindacati?

    Si informi, troverà cose interessanti.
    In questo blog abbiamo AZ e CC che sicuramente ne hanno qualche idea!
    Forse risponderanno che la differenza, lo stato, l’ha usata per ammortizzatori sociali che in Germania non ci sono, per il sostegno di vecchi e bambini, che in Germania vagano per la Foresta Nera, per l’edilizia scolastica, gioielli di architettura archeologica protetti dalle Belle Arti, per sburocratizzare la P.A. che in Germania è ancora amanuense…

    Infine un dubbio che mi rode, e che lei scioglierà sicuramente…
    Come mai, dopo la guerra, con i Partigiani (a stragrande maggioranza rossi, parole sue) vincitori che hanno scritto la Costituzione, ci hanno ridato la Libertà e poi…non hanno mai governato…non hanno mai potuto legiferare come sarebbe stato giusto…
    Se prendiamo ad esempio: D’Alema, figlio di partigiano, Veltroni idem, Franceschini pure…e sono i primi che mi vengono in testa, altrimenti l’elenco sarebbe lungo come i rotoloni Regina.
    Le conclusioni le tragga lei!

    Il napoleoncino non guidava le legioni romane!!
    Diamo a Cesare ciò che è di Cesare.
    Ma non pretendo che lei capisca!
    E’ sempre un piacere leggerla, il suo garbo mi incanta!

    un caloroso mandi
    Sylvi

  14. Linosse
    Linosse says:

    Avrete certo letto del caso Einaudi Saramago.
    Pensando all’informazione,al giornalismo nostrano(a parte alcuni casi)che si distanziano come missili smpre più dal GIORNALISMO ricordo questo:
    Da un commento di Tina Castaldo di “Sostiene Pereira”
    “..il giornalista evolve nel suo pensare, conosce persone nuove e si butta a capofitto nella ricerca di valori cancellati assurdamente dalle dittature. È tuttavia alla fine che il protagonista si rende conto della sua funzione nella società e dell’importante ruolo del giornalista e del suo anche modesto parere per compiere un processo di liberazione che nel Portogallo sarebbe iniziato soltanto nel 1968, con l’uscita di scena di Salazar, culminando con la Rivoluzione dei garofani, il 25 aprile 1974. E così, grazie anche agli altri personaggi, da Monteiro Rossi al dottor Cardoso, che Pereira comprende l’importanza del suo ruolo che consiste nel far coincidere le pagine della letteratura con le pagine della storia.”
    È proprio vero ci sono GIORNALISTI e …giornalisti(smarriti perdigiorno nel gossip )
    L.

  15. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    tutti i Presidenti hanno secret service 24/7.
    Non ti ricordi i videos del Presidente Bush jogging circondato da una marea di agenti del secret service?

    Anzi Obama si spinge di piu’, va nei mercati, va a mangiarsi i suoi hamburgers di sovente……
    La sua auto e’ superblindata, un incrocio tra una Cadillac e un super armored car.

    Le storie di assassination sono state messe in giro da lui stesso, (Obama) particolarmente per la sua preferenza di associazione con Abraham Lincoln e facendo riferimenti a Martin Luther King e alla loro fine.

    Attentati ci sono stati verso quasi tutti i Presidenti, alcuni riusciti, molti non pubblicizzati.
    Certo che se ci fosse un attentato ad Obama, userebbero la carta razziale.

    Non leggo Yahoo, benche’ mantengo una mail box @Yahoo.com

    Bye, Anita

  16. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    oggi c’è un dato che dovrebbe interessare l’ittalico poppol invitto,
    ma di sicuro sarà ignorato .
    Lo dice il buon Mario Draghi.
    E cioè…..”Disastro Italia, Draghi: il Pil crollerà del 5%, la disoccupazione salirà al 10%

    Ora il Pil dice e non dice , al limite può anche non dire niente…
    Ma se appena ,appena si guarda alla sua composizione allora si scopre che la tendenza in atto nei paesi anglossassoni UK e USA è stata quella di vedere sempre di più una quata maggiore di Pil addebitata ai servizi rispetto alla quota della “manifattura”.
    L’unico paese che mantiene ancora una tendenza equilibrata è il modello renano dei tedeschi che come ho già detto è il faro per i manifatturieri ittagliani,mentre di per contro se si analizzano i dati anche l’ittaglietta si avvicina sempre più al modello anglo-sassone.
    Escludendo altri parametri, i famosi 700euri che pesano sul costo del lavoro dei manifatturieri ittalici non è una novità , bensì il peso del mantenimento dello Stato sociale,ovvero della non soluzione dei problemi ittalici che durano da “quando le sinistre hanno preso il Potere governando l’Italia dall’unità ad oggi,salvo l’ultimo periodo berluschino.
    Stato sociale, ovviamente , è stata la condizione sine qua non per garantire che gli ittalici eroi , non si incazzassero più di tanto quindi contenimento dei furibondi e tagliagole sindaccalisti ittalici,ovvero ,a fronte di un impreditoria saggi che sempre hanno usato il binnocolo ,per non dovvere rischiare più di tanto ad abbracciare modelli liberal-demmocratici più consoni , fino al meraviglioso experimento social -facsista del Buce.

    Quello che ha di bello la nostra PPattria,è che è un modello , ove le contraddizioni per questtioni strutturali storiche esploderranno per prime e l’ittalico berluschino nè è la conseguenza non la causa.

    Marco, l’immaturo eterno adolescente marcolino, che tu rimproveri a modo suo ha ragione, in quanto lui è un bel paradigma di studio.

    Il crollo di una “parvenza” di modello liberal -democratico avverrà ovviamente dove esso è più debole strutturalmente, portandoci ad un modello di stato -operretta.

    Ma non mi preoccupo più di tanto,che il mondo stia cambiando si stanno accorgendo in molti, meno marco che è appena uscito dalla fase del “succhio del police”.
    In fondo che vuoi , negli ultimi 10 anni le prime tre più gradi banche del mondo sono passate dagli Usa ed Uk ai Cinesi e a ridere poi, i dati delle lorio attuali capitalizzazioni mi fanno sbellicare.

    Scrivo perchè tutto sommato come te,ho figli e diversamente da marco in una qualche misura un pochino sono preoccupato.

    Poi che vuoi , in questo quadro noi ittalici c’entriamo come i cavoli a merenda….

    In effetti le chiappe della Noemi ,anch’esse sono paradigmatiche del Titanic che c’è in noi.
    In tutto questo , ovvviamente la Sx non c’entra niente, a meno che faccia una politica come Berlusconi e scenda dal piedistallo della superiorità intelletuale che la attanaglia e insomma si adegui ..e poi la voteremo…
    Come sempre abasso i sindacati vera rovina ittalica..!!!

    cc

  17. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo,

    a proposito di Togliatti in spiritu, su wikipedia D’Alema fa scrivere che, bambino prodigio alle elementari, fu “benedetto” da Togliatti che gli mise una mano sulla testa e disse: Questo bambino farà strada!
    E’ il suo angelo custode!
    Sylvi

  18. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    >>una quota maggiore di PIL addebitata ai servizi?>>

    cioè a pagare la disoccupazione dei meridionali che già lavorano in nero, come dice Marco a proposito di D’Alema?
    Per case di riposo comunali come in Francia e Germania così che i vecchietti restano nel loro ambiente?
    Per nidi che costano 900euro al mese? ecc. ecc. ecc.

    Quanto ai sindacati sono come tutti gli altri, messi lì per cooptazione non certo per cultura del lavoro.
    Come tutti in Italia!
    Poi si buttano in politica! Con la scarsela molto più ricca dei loro “protetti” !
    Ma come si cambia se non dicendole chiare?

    mandi Sylvi

  19. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    penso che hai capito benissimo dove volevo arrivare.
    Ovvero per Noi ittalici, nel quadro che si sta delineando esistono spazi sempre più ristretti.

    Quello che io ho voluto rimarcare , non è la eliminazione dello Stato Sociale, bensì la sua composizione e ed il fatto che per ragioni “strutturali” storiche il suo modello non si è voluto cambiare e che fa comodo che resti così , finchè regge.

    Lo sviluppo ittalico manifatturiero dei 60 si è potuto realizzare grazie ai bassi salari, e non tanto al peso delle tasse che su esso incidevano.
    Dopo ovviamente ,quando si è 2accumulata” un pò di ciccia o grasso si è cominciato a pescare di lì,per cui alla fine non essendo noi un paese di terziario veramente avanzato ,ovvero almeno detentori di “capitali” e di potere politico militare ,attraverso il qualòe poterci permettere un modello di sviluppo Denaro-Denaro,ci accontenteremo di succhiarci il pollice e gurdare le chiappe della Noemi a surrogato.

    Ma finchè la sx dall’alto della sua superiorità intelletuale , tentera di parlare di cose serie,perderà sempre più voti a sentire marco.
    Certo per lui ,credo che vada bene qualsiasi modello di sviluppo sia quello anglo-sassone che quello renano.
    Lui credo tema solo il modello cinese con i tibetani, che impediscono ai bravi monaci di contemplare il mondo dall’alto dei monasteri.
    A dire il vero ,preoccupa un tantino anche il sottoscritto.
    Però poi mi assale la razionalià del fluire delle cose.
    Te nefaccio un esempio.
    Poco tempo fa ho rivisto in tivì, il film sui Samurai, ovvero gli ultimi che si oppongono alla deriva occidentalista dei Signori di Tokio.
    C’è una frase “bellissima” che il prode amerikano” apprezza(Tom Cruise) ed è quella che in un momento di riflessione il prode ultimo erede delle spade scintillante pronuncia….vedi mio caro dice il Samurai..una vita intera non sarebbe sprecata se potesse apprezzare e capire la perfezione di un FIORE….
    Già, già ..mi sono detto ,devess’ere meraviglioso..soprattutto quando un buon numero di servi della gleba ti garantiscono il cibo..
    Amen

    cc

    PS- tutto sommato ,quando alla fine del film tuutii muoiono sotto il fuoco delle” moderne mitragliatrici”,questa volta non mi sono commosso più di tanto..è il destino inevitabile delle forze “impersonali”…non poteva andar diverso!

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    copio da un’analisi di un consigliere regionale PD.
    …se la diminuzione de 10% del gettito complessivo (con l’Irpef che scende del 6,37%) e del 23% dell’IVA nel primo trimestre 2009, ( con il crollo del 68% nella prv. di Pordenone -sede delle più grosse imprese-) dovesse essere confermata, come probabile, anche nei prossimi mesi, ci troveremmo di fronte a una decurtazione dei trasferiment al FVG nell’anno prossimo, di 300 milioni
    A ciò va aggiunta la compartecipazione al gettito della Regione percassa integrazione straordinaria e ordinaria che sarà un collasso.
    Il forte calo degli investimenti delle imprese, la flessione delle esportazioni ecc. ecc.

    Lo Stato suppongo mungerà i tori!!!
    I miei figli? andranno all’estero, come molti loro parenti, e come fanno anche adesso!

    Ps: L’idraulico mi ha messo una toppa!
    Finalmente sono libera.
    mandi Sylvi

  21. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    quando vedo una “classe dirigente” succuba di un “SIGNORE del nulla ,altro non posso che rassegnarmi al fato, ben conscio del fatto che l’anima già più non esiste.
    Dove vuoi che vadano i Tori”.
    Già da tempo immemorabile gli fanno montare “vacche” di legno, con essenza di topa di vacche in calore.

    cc

  22. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,
    a volte penso che la sinistra, nata imparata come Marco, trovi più comodo insegnare a comandare, fare le prediche sui massimi sistemi che “scendere in campo” e prendere il toro per le corna!

    Che si sporchino le scarpine da un milione e mezzo?
    Sylvi

  23. Linosse
    Linosse says:

    X CC 471
    Forse questa classe dirigente ha messo su panza(compreso Gianpaolo,ma quello si scrive da solo e con la s!) e non è più in grado di dirigersi da nessuna parte anche per ovvie difficoltà motorie.Sappiamo tutti come e difficile camminare in posizione prona!
    Sicuramente è più facile stare seduti,tranquilli in riunioni golfindustriali e fare sentire il peso della presenza applaudendo di tanto in tanto.
    Almeni i sindacalisti salgono e talvolta scendono dal palco.
    L.

  24. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    temo di essere stato frainteso.
    Poichè qui è ora di fare fare chiarezza, una volta per tutte.
    Il PD in una logica elettoralista è il partito più importante che raccoglie l’eredità delle più genuine forze “democratiche”,riamaste in questa nazione.
    Ovvero è l’ultimo esponente della demcrazia italica.
    Non potrà essere confacente ad ogni Pio desiderio di tutti , ma è l’unica cosa che rimane del tentativo di tenere insieme un gregge .

    I lupi si aggirano famelici e i cani da gurdia sono sconcertati anche perchè molte pecore solidarizzano “con i lupi”.

    Tutto il resto è inutile..è fuffa …
    Sinceramente in un quadro democratico con una tempesta che si avvicina è quello che rimane..
    Se salta anche questo …qualche Toro magari si incazzerà..e favorirà il lavoro dei Lupi…
    Dopodiche mia cara..come si dice solo il tempo sarà giudice..e per tutti noi ,ognun per se e dio per tutti..senza rimpianti e senza rancori..

    cc

  25. ber
    ber says:

    …Linosse,sei una persona intelligente,non mi dire che non hai capito il problema di fondo.
    Quando ero un ragazzo e superato appena l’esame di ammissione per le medie,…quindi in via di lasciare il paese,…un avvocato che aveva fatto si gli studi, ma mai esercitato, mi diceva:
    Se tu sei in una stanza e ti chiudono tutte le finestre e ti ripetono
    all’infinito che sei forte,bello generoso,…tu ci credi e ti monti la testa….poi invece,quando esce fuori ti accorgi dell’inganno…
    Io non afferravo,…ero troppo giovane,ma con il passare degli
    anni l’ho messo in relazione con altri episodi dell’era fascista e
    guarda caso sono arrivato alla propaganda di massa,…cioe’
    al rimbecillimento collettivo,…che noi stiamo subendo,… ma che altri hanno gia’ subito.
    Un caro saluto,Ber

  26. Anita
    Anita says:

    x Linosse #454

    Faccio fatica a capire il suo post:

    “Non solo il petrolio del Niger ma anche il coltan del Congo sono bocconi prelibati per palati e stomaci voraci dei “civilizzatissimi” (ad es. Cheney, Anita che è una ottima ricerciatrice potrebbe informarci meglio…se volesse)quando viene apparecchiata la tavola….”
    ______________________________________

    Le ricerche le puo’ fare da lei stesso.

    Nel Congo ci sono diverse Compagnie petrolifere, ne abbiamo gia’ discusso nel passato.

    Total Francese, Eni Italiana, Agip Italiana, Chevron Overseas Limited partner con Total.
    La Cina ha firmato molti diritti col Governo del Congo, con promesse di infrastrutture e di un futuro partnership.

    Altre Nazioni sono coinvolte nelle diverse risorse minerarie, Canada, Australia, Sud Africa, US, Francia che poi era la padrona del Congo, ex Zaire, ex Congo Belga…che io mi ricordi.

    Ho trovato un video sulla BBC-UK:

    http://news.bbc.co.uk/1/hi/programmes/newsnight/7347300.stm

    La Cina ha bisogno assoluto di cobalto, se non erro e’ in tutte la batterie per veicoli automotivi.

    Basta che lei ci infili Cheney e Anita….and you made your day.

    Saluti, Anita

  27. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Tu scrivi, parlando del Canada:

    “L’inverno e’ rigido,…io mi sono scoraggiato perche’ dovevo uscire presto la mattina e spesso la macchina era sotto uno
    strato di neve,…ma mi son pentito”

    Non hanno garages in Canada? ;-)

    Mio marito mi ha sempre detto che mi sarei trovata meglio in Canada, piu’ Europea.
    Forse perche’ ho fatta molta fatica ad abituarmi alla vita solitaria della suburbia.

    Qualcuno alla porta.

    Ciao, Anita

  28. PALERMITANO  SALVATORE
    PALERMITANO SALVATORE says:

    Palermo sotto i rifiuti

    “Il centrodestra ha incentrato la sua campagna elettorale alle Politiche sull’emergenza rifiuti in Campania perchè lì governa il PD, mentre viene ignorata la situazione in Sicilia perché governano loro.

    La situazione a Palermo è peggiore di quella di Napoli. Su questa situazione è scesa una cappa di silenzio perché siamo in una regione ed in una città amministrate dalla destra, mentre l’anno scorso è stata fatta tutta una campagna elettorale sull’emergenza rifiuti a Napoli”.

    Già perchè Palermo è invasa dai rifiuti. In tutta la città, da via Libertà a Brancaccio, da piazza Verdi a Bonagia è emergenza igienica con i cassonetti pieni da giorni.

    Stanotte decine di contenitori, in diversi quartieri del capoluogo, sono stati incendiati da ignoti. Le fiamme sono state poi spente dai vigili del fuoco.

    L’amministrazione di centrodestra non fa nulla e la città scoppia. Intanto i lavoratori dell’Amia protestano, sono almeno 200 i dipendenti dell’azienda per l’igiene ambientale che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo siciliano che stanno sfilando in corteo da piazza Verdi diretti al Comune di Palermo.

    Alla base della protesta alcune rivendicazioni: dalla crisi economica in cui versa l’azienda alla sicurezza sul lavoro. Insomma sono stati soldi buttati quelli spesi da Berlusconi e dal suo governo, che per salvare la società che si occupa della raccolta dei rifiuti a Palermo, ha sborsato pochi mesi fa 80 milioni di euro.

    Uno stanziamento che fa capire come la situaizone non sia legata allo sciopero di questi giorni.
    Nell’estate scorsa diversi comitati cittadini cominciano a denunicare la situazione, aprendo anche il blog palermodiscarica.blogspot.com,, nel dicembre 2008 nel decreto milleproproghe sono concessi 80 milioni. il 9 gennaio viene chiesto da Raffaele Lombardo lo stato d’emergenza. in 7 giorni è concesso e viene pubblicato ild ecreto sulla G.U. del 26 gennaio.

    Soldi buttati quelli del decreto, perchè confrontando i dati della nettezza urbana di Palermo, Genova e Torino come ha fatto Gian Antonio Stella nello scorso febbraio si scopre che con la metà degli abitanti, il capoluogo siciliano ha circa mezzo migliaio di dipendenti in più di quello piemontese. Uno ogni 259 abitanti sotto il monte Pellegrino, uno ogni 577 sotto la Mole Antonelliana. Totale dei rifiuti raccolti in un anno per dipendente: 164 tonnellate a Palermo, 220 a Genova, 491 a Torino.

    Il governo non dice nulla su cosa sta succedendo a Palermo. Ecco perchè l’ignobile fa di tutto fuorchè governare il Paese, ma la verità bisogna dirla agli italiani.

    Non è propaganda ma un’operazione verità: solo stanotte ci sono stati circa 50 roghi! . Una cinquantina gli interventi dei vigili del fuoco, tra le 19.30 di ieri sera e le 5.30 di stamane, per spegnere cassonetti, campane e mini discariche dati alle fiamme in quasi tutti i quartieri di Palermo da vandali o da gente esasperata per i cumuli di immondizia presenti da giorni sulle strade.

    Sarebbero oltre 60, secondo una stima approssimativa, i cassonetti e le campane distrutti. Su segnalazione di cittadini e automobilisti i vigili del fuoco sono intervenuti.

    Sui roghi di questa notte la Rai non ha dato nessuna notizia. Eppure i cittadini denunciavano da giorni tutto questo, i media e gran parte della carta stampata taciono

  29. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    Quello che i giornali si guardano bene dal dire e’ che prima di tutto questo, la Corea del Nord ha ricevuto una serie di pressioni e di minacce dalla Corea del Sud/Usa. Quindi a noi vengono mostrate le conseguenze, in modo da far apparire i coreani del Nord come dei pazzi sanguinari, anzicche’ un paese che sta facendo volutamente mostra delle proprie difese a solo beneficio della C.del Sud e degli Usa. Tutto il resto e’ la solita propaganda occidentale per far montare l’odio contro gli “stati canaglia”. Dopo le menzogne prodotte per giustificare la guerra contro l’Afghanistan e l’Iraq, com’e’ possibile credere ancora anche una sola parola di questa gente?

    Questa e’ la mia opinione. Comunque, le posto qualche link, cosi’ magari puo’ farsi un’opinione sua (magari anche diversa):

    “NKorea Threatens to Attack US, SKorean Warships.” All that is omitted are the reasons for these threats, that is, the actions of the United States and South Korea to which North Korea is responding…
    http://uruknet.com/?p=m54611&hd=&size=1&l=e

  30. Linosse
    Linosse says:

    X Ber
    Ciao Ber,faccio un piccolo passo indietro nel tempo.
    Siamo nel 1993; un giorno d’estate mi sveglio con una strana consapevolezza ,quella di vivere in un Paese che,come nel medioevo ,passa inspiegabilmente da un “sovrano” ad un altro.Come ricordi sono successe tante cose da allora e guarda dove siamo finiti e sotto che “reame”.Sarà il consumismo che ci ha lentamente consumato e triturato insieme alle cose,il rito del carrello stracarico trascinato fino all’auto ,insomma tutto questo girare intorno e con la “merce” ci ha mercificato,abbiamo monetarizzato tutto compreso noi stessi.
    Ricordo la lenta e continua propaganda Holliwoodiana della invidiata Ammerica,quella dei gringos che forse un poco alla volta ci ha “grincoglionito”pure a noi.
    Quando P.Nicotri scrive dei viaggi in Marocco ed Iran sottolinea sempre gli sguardi delle persone,sguardi vitali che erano così anche da noi negli anni ’60-’70,dove e come li abbiamo persi,con cosa li abbiamo scambiati?
    Marco dice che siamo moralisti condizionati da una mentalità cattolica ma la solidarietà, il dovere,il rispetto sia delle idee che della persona umana di TUTTA QUESTA TERRA non sono etichettabili,fanno parte di una coscienza universale e quando non si perde si hanno anche risultati(no non qui da noi..purtroppo).
    Adesso ci vogliono trasformare,dico tutti noi che siamo notoriamente un crogiuolo etnico,in una monorazza,guai pensare ad essere multirazziali,ma che razza è,forse si riferiscono al pesce?
    Non ho messo volutamente la parola valori perchè tutti adesso pensano ai ….gioielli,l’orecchino,l’anellino con diamantino ,il macchinino meglio se ferrarino,il barchino ,tutto quello che fa ..fino.
    E così avanti tutta col vento in poppa e per chi è televisomane sulle poppe ..e sennò!
    Un saluto
    L.

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Ti è arrivata, a suo tempo, la mail con su la foto della bambina e del Cerutti?
    C.G.

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Sì, mi è arrivata. Mi pare anche di averti risposto subito.
    Un saluto.
    pino
    P.S. Ti ho risposto nella nuova puntata, poi mi sono accorto che avevi scritto nel forum su questa.

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