Agenzie di rating: riecco le tre moschettiere! Ne sentivamo la mancanza…

di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

Eccole di nuovo. Le tre sorelle del rating ritornano a farsi sentire con le loro superficiali pagelle sull’economia e la politica italiana. La prima è l’agenzia Moody’s e a ruota le altre due, la Standard & Poor’s e la Fitch.

Che l’Italia abbia un debito pubblico elevato lo sappiamo tutti. Così come sappiamo degli altri problemi di carattere politico ed economico. Naturalmente conosciamo anche i lati positivi dell’Italia, tra cui la propensione al risparmio, la capacità imprenditoriale, le sue eccellenze nei campi della scienza, della tecnologia e della cultura in generale. Cose che sono ovviamente neglette dai critici.

Moody’s ripete le stesse, ritrite, litanie degli anni passati. Ad esempio, ci sarà un indebolimento delle prospettive di crescita se non si attuano le riforme, oggi anche quelle previste dal Pnrr. Poi, che le incertezze geopolitiche e la crisi energetica siano un aggravamento della situazione economica e sociale lo sanno tutti gli italiani che pagano le bollette della luce, del gas e l’aumentato costo della vita.

L’agenzia ci “regala” un rating Baa3 con outlook negativo. Ciò vuol dire che l’Italia è all’ultimo gradino dell’investiment grade (livello di affidabilità dell’investimento). In questo stadio le obbligazioni di lungo periodo sono soggette a un moderato rischio di credito, con caratteristiche speculative. Sotto questo gradino c’è il non investment grade, dove i rischi sono più alti, sempre più giù fino alla soglia di vero e proprio fallimento.

E’ intollerabile che le loro valutazioni nei confronti degli stati siano essenzialmente di carattere politico. Quando, però, si erano permesse di mettere in dubbio l’affidabilità dei Treasury bond americani, ricevettero dei sonori ceffoni da parte dell’allora amministrazione Obama e scelsero il silenzio. Non per l’Europa. 

I loro rating hanno conseguenze importanti per le finanze e le economie nazionali. Per esempio, un titolo di stato con rating BBB non può essere acquistato e tenuto in bilancio da parte di molte istituzioni finanziarie private, come le assicurazioni e i fondi pensione. Ancora più grave, gli stati e i governi non potrebbero mettere detti titoli BBB in garanzia per ottenere dei crediti, ad esempio da parte della Banca centrale europea. Ciò è contenuto in una direttiva della stessa Bce.  

Ancora una volta ci si chiede il “perché” di tanto masochismo da parte dell’Europa e dei suoi governi. Il presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, conosce meglio di chiunque altro questo problema, essendo stato a lungo presidente della Bce. Aveva perfino sollevato dei dubbi sulla loro affidabilità, ma senza risultati.  

D’altra parte non si capisce la ragione per cui si dà credibilità al giudizio di agenzie che nella grande crisi finanziaria del 2008 ebbero un ruolo attivamente negativo. Allora, la Commissione d’indagine del Senato americano aveva sentenziato che esse erano state corresponsabili della crisi, avendo distribuito a man bassa rating altissimi AAA a titoli e derivati finanziari che poco dopo sarebbero crollati.

Con i governi le agenzie non farebbero grandi profitti. Con le imprese private, invece, ne farebbero molti. Il fatto di poter giudicare il comportamento dei governi e degli stati, però, dà loro un enorme potere.

Il loro mercato è sempre florido. Moody’s ne controlla circa il 40%, segue con poco meno S&P e più distante Fitch. Non sorprende che nei loro consigli di amministrazione e comitati direttivi siedano dirigenti provenienti da tutte le grandi banche americane e internazionali.   

Esse sono società americane private il cui capitale azionario è controllato da imprese e fondi privati. Per Moody’s, il 13,4% è nelle mani della finanziaria Berkshire Hathway del banchiere e speculatore Warren Buffet, poi vengono i fondi di investimento Vanguard e Blackrock. Questi due ultimi sono anche i maggiori azionisti, ciascuno con oltre l’8%, di S&P. Vanguard e Blackrock, con l’altro fondo SSGA, sono le massime potenze del cosiddetto settore non banking financial insitutions (nbfi), con asset stimati nel 2019 a 14.000 miliardi di dollari e con importanti partecipazioni azionarie nelle maggiori corporation americane.

Le agenzie di rating sono state sottoposte a tante indagini. Ma sembrano più “arzille” che mai. Che cosa manca alle autorità europee per porre dei freni alle loro scorribande? Non vorremmo che queste facessero la parte delle tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.

*già sottosegretario all’Economia **economista

 

11 commenti
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    Fantasticando…
    Ammettiamo che la Meloni faccia suo il progetto di Fini, di creare una destra conservatrice ma democratica, tipo quelle inglesi, tedesche, francesi, ecc. Ammettiamo che non abbia voglia di cedere ai ricatti fraudolenti del Banana….
    Si potrebbe andare ad elezioni con un ulteriore aumento dei voti FdI. A questo punto la Meloni potrebbe proporre un governo di unità nazionale, che io troverei un passo notevole per uscire dalla perenne lotta tra guelfi e ghibellini.
    Ci sarebbe un reciproco riconoscimento all’interno delle norme della costituzione repubblicana. Sarebbe da farle un monumento, alla Giorgia.
    Fine della fantasia, torniamo alla realtà….
    La Russa è un fedelissimo e conosce bene il funzionamento del Senato, di cui è stato vicepresidente. Garantisce alla Meloni che il Senato non frapponga ostacoli.
    Il vero scandalo è il fontana alla camera. Credo che ci saranno molti momenti difficili, anche per lui. A pensarci bene il fontana è nettamente più reazionario di La Russa. U.

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI.
    Consiglio vivamente la lettura di questo articolo di Lettieri e Raimondi. Spiega bene un sacco di cose!

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Cioè in che modo la Monocrazia controlla, senz’armi o manganelli (almeno in prima battuta), tutta l’economia mondiale.
    Vi ricordate la crisi delle tigri asiatiche ???

  4. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    La monocrazia non perdona. Indossa sempre il doppiopetto, ma sotto la giacca ha un bastone nodoso.

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    La Russa è un politico, sia pure deprecabile. Fontana è un poveretto, un nulla presuntuoso, altezzoso, riempito con luoghi comuni, giaculatorie, prevenzioni persecutorie e simili porcherie.

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    La Russa è quel che tutti sappiamo sia. Però il passaggio di consegne con la senatrice Segre è stato adeguato, corretto e rispettoso. Ed anche il discorso di investitura, nel quale ha addirittura riconosciuto le ragioni dell’antifascismo.
    Credo che fontana si dimostrerà infinitamente peggio: ad esempio stupido. La Russa non lo è … u.

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Non ho rancori né pregiudizi immodificabili. Se Meloni e La Russa riuscissero a fare della destra italiana, sempre sbracata e venefica, una destra moderna e civile, come esiste negli altri Paesi europei, ben venga: sarei solo contento.
    A me interessa che la baracca vada avanti. Nel miglior modo possibile. E che da baracca diventi edificio… Saldo e robusto.

  8. Linosse
    Linosse says:

    Non bisogna illudersi siamo tornati alla situazione che ha preceduto il 1789 .
    La monarchia assoluta è stata sostituita dal “libero mercato” ,il nuovo sovrano, e dai libbberisti il nuovo quinto stato.
    Gli stati,le unioni non possono fare nulla per cambiare qualcosa ,le libertà sono sottoposte ai guardoni del libberismo che con le loro agenzie di rating hanno in mano tutto e questo tutto, da buoni guardoni,lo esaminano tutto quotidianamente nei minimi dettagli.
    La política del mondo occidentale è ormai una sottiletta con scadenza a codice barra ,ha perso spessore e valori per cui TUTTI questi politici ottuagenari nella età e nel loro operato sono venti o trenta anni che girano su loro stessi con tutta la gamma ,ormai sfilacciata, di cose ripetute governo dopo governo per cui la baracca va avanti solo per rovinare su se stessa senza muovere nulla,da sola.I “politici” vincono le elezioni e noi perdiamo il poco che ci è rimasto
    Che bei tempi quelli dei Cincinnato che dopo aver dato il meglio si ritiravano per godersi la loro vecchiaia e dedicarsi all’orto .
    L.

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Certo che se il buon giorno si vede dal mattino, la povera Meloni dovrà sudare sette camicie.
    Comunque, secondo me al povero Banana hanno fatto il pacco. Chi non si sa, volendo essere cattivissimo penserei ad uno dei suoi.
    Magari mi sbaglio, ma temo che rimpiangeremo il buon drago… che, per altro, non ha fatto faville.
    Ma “una nazione di eruditi e di artisti senza pensiero può avere un futuro”? (Mario Silvestri)
    Un saluto U.

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Hai dimenticato che siamo anche “un popolo di santi, eroi e trasmigratori”, oltre che di poeti e artisti. Trasmigratori per evitare di dire il più prosaico “emigranti”, che oggi è un insulto visto che a emigrare sono gli altri.
    Il DRAMMA è che Berlusca su Putin, Ucraina, Russia e Zelensky ha detto come stanno effettivamente le cose. Ma ormai la montagna di balle ha partorito un mainstream IMMODIFICABILE. Chi osa dubitare viene lapidato.
    Ehhhhh, le guerre scoppiano sempre in questo modo: credere, obbedire e combattere. Lo hanno mutuato da Mussolini a favore di Zelensky e l’Ucraina. Lo stesso Mussolini che ufficialmente aborriscono al punto da voler eliminare la sua foto nella galleria se ho capito bene di presidenti del consiglio o capi di Stato italiani. No comment.

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