Come prevedibile, le agenzie di rating sono tornate al centro della scena in modo irritante: e hanno declassato il sistema Italia al livello BBB.

Le agenzie di rating e le responsabilità della Bce

Mario Lettieri* e Paolo Raimondi **

Come prevedibile, le agenzie di rating sono tornate al centro della scena in modo irritante. Seguendo l’esempio delle famose ‘tre sorelle’, la Standard & Poor’s, la Moody’s e la Fitche, anche la Dbrs canadese si è autonomamente assunta l’autorità morale e politica e ha declassato il sistema Italia al livello BBB.

Allo stesso tempo l’americana Moody’s sta patteggiando con il dipartimento di Giustizia americano il pagamento di una multa di ben 846 milioni di dollari per aver gonfiato le sue stime sui titoli tossici, a suo tempo legati ai mutui immobiliari, che contribuirono alla grande crisi finanziaria. E’ noto che in precedenza la stessa S&P aveva patteggiato una multa simile per 1,37 miliardi di dollari.

La decisione della Dbrs, già Dominion Bond Rating Service, è stata motivata con la solita “lista della spesa”: incertezza politica, debolezza del sistema bancario, alto livello delle sofferenze creditizie, crescita bassa e alto debito pubblico, ecc. L’analisi negativa è infarcita anche di semplicistiche e banali riflessioni sulla nuova legge elettorale e sulle future elezioni. Ovviamente avrà un ulteriore e concreto impatto negativo sulla credibilità dell’Italia. In particolare, quando le banche italiane chiederanno un prestito alla Bce dovranno portare in garanzia beni, titoli di stato, in quantità maggiore rispetto a prima. Il declassamento certifica l’aumento del “rischio paese” con conseguenti effetti sui mercati, sui titoli obbligazionari e sulla propensione a investire.

In verità, la cosa più irritante è il comportamento della Bce e delle altre istituzioni europee che tacciono sulle nuove evoluzioni delle suddette agenzie.

Negli anni passati si è molto parlato della necessità di creare un’agenzia di rating europea indipendente. Alla fine non se ne è fatto niente.

Nonostante il fatto che varie commissioni d’indagine del Congresso americano avessero denunciato le tre grandi agenzie di rating americane per complicità, corruzione, conflitto di interesse e per tante altre malefatte in relazione alla bolla dei mutui subprime e a quella dei derivati finanziari ad alto rischio, la Bce non ha mai volute mettere in discussione la credibilità delle “tre sorelle”. Ha solo deciso nel 2008 di affiancare loro la Dbrs, volendo forse farci illudere che, in quanto canadese, essa sarebbe potuto essere realmente indipendente. Niente di più errato. Purtroppo è proprio la Bce a conferire alle quattro agenzie di rating l’autorità di interferire pesantemente con l’andamento economico dei paesi europei.

Per qualche ragione inspiegabile la Bce e altri istituti europei sono stati e sono ancora meno critici e più tolleranti verso l’operato delle agenzie di rating rispetto alle stesse autorità americane. E’ il momento che Francoforte dia qualche spiegazione.

La Dbrs, creata nel 1976, ha il suo quartier generale a Toronto, in Canada, ma oggi è forse la più americana di tutte. Dal 2015 essa è controllata da un consorzio di interessi, guidato dal The Carlyle Group di Washington e dalla Warburg Pincus di New York.

La Carlyle è il più grande private equity al mondo coinvolto soprattutto nei settori della difesa e degli investimenti immobiliari. Si ricordi che il private equity è un fondo che di solito raccoglie capitali privati con l’intenzione di acquisire imprese non quotate in borsa. La Carlyle è impegnata in numerosi fondi di investimento e anche in hedge fund speculativi. Fino al 2008 era conosciuta come la multinazionale che vantava stretti rapporti politici, in particolare con la famiglia Bush e con la casa reale saudita. Una sua controllata, la Carlyle Capital Corporation, che si era specializzata nella speculazione finanziaria con derivati emessi sui mutui subprime e sulle ipoteche, nel 2008 divenne insolvente (in default) per oltre 16 miliardi di dollari!

Anche Warburg Pincus è un fondo di private equity frutto della fusione di due banche. Esso è grandemente impegnato nei settori dei servizi finanziari, dell’energia e delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. Il suo presidente attuale è Timothy Geithner, già ministro del Tesoro dell’Amministrazione Obama, che ha coordinato tutte le operazioni di salvataggio finanziario delle banche e delle assicurazioni in crisi dopo il 2008.

E’ doveroso chiedere alla Bce di rendere conto delle ragioni della grave decisione di sottoporre governi e istituti creditizi alla valutazione di agenzie di rating non affidabili, forse politicamente condizionate e sicuramente interessate agli andamenti di borsa.

*già sottosegretario all’Economia **economista

9 commenti
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    va tutto bene, ovviamente. Le agenzie di rating sono per lo più situate a Wall Street o dintorni e quindi in qualche modo, tanto o poco, ne rispecchieranno gli umori. E gli umori sono sempre un po’ di parte, ça va sans dire …
    Tuttavia – soprattutto tenendo presente quanto scritto nell’articolo di Giannini su Repubblica di ieri, che dice, con bel altra profondità di argomenti, quel che penso da molto tempo – questa tesi (Come prevedibile ecc ….) dà fiato a quella parte di opinione pubblica italica che pensa ad una congiura ai nostri danni, oh mondo crudele!
    Per gl’ittagliani il concetto di dover pagare i debiti che si sono fatti è estraneo. Da noi si tende a pensare che Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto ecc. ecc. Solo che Napoli non è il mondo e men che meno il mondo è un posto di sfasciacarrozze come Napoli. Per tutto il resto del mondo i debiti si pagano e se non li paghi ti mettono in mora… con le buone o, se proprio necessario, con le cattive.
    Io mi chiedo da molto tempo se non sarebbe stato meglio per l’Ittaglia, proprio com’è accaduto in Grecia, essere costretti dalla Troika a far quelle riforme di struttura che da noi non si fanno mai.
    A cominciare da quel Renzi, che si spera cada presto in un definitivo dimenticatoio, che ha distribuito qualche manciata di euri al colto ed all’inclita, nella vana speranza di vincere, rendendo ancora più traballanti le finanze pubbliche. Il tutto con la benedizione del 40% del paese, che mi sembra una cifra del tutto folle, data la totale inconsistenza del personaggio (cosa che io ho sempre detto, anche prima).
    Quindi, in conclusione, le agenzie di rating saranno anche inattendibili e scorrette, ma i dati restano (siamo l’unico paese che non cresce) ed i debiti tocca pagarli, o con le buone o con le cattive. Per ora le cattive non sono ancor arrivate, quindi non lamentiamoci, che magari è meglio per noi.
    Un caro saluto U.

  2. caino
    caino says:

    Praticamente inutile prendersela con le agenzie di “rating”.
    Praticamente inutile prendersela con le istituzioni europee.
    Se le “cose” sono a questo punto ,non sono avvenute ,né avvengono per caso, né permangono per caso.
    Fanno parte di “logica” di un sistema ormai “illogico” ai fini della stessa nostra sopravvivenza.
    E’ una corsa contro il tempo ; chi arriverà prima ?
    Ai posteri l’ardua sentenza…come disse il poeta :

    caino

    Vado a finire di leggere i romanzi di Simenon, mi incistano le descrizioni di una Parigi che forse non c’è più e le acute osservazioni del “commissario” su una grossa fetta di umanità spicciola che si rotola nel fango, a qualsiasi classe sociale appartenga.
    Certo è che la sua “borghesia” era proprio una borghesia di merda.
    Era o è ancora ?
    Eh,eh !!
    Ma al punto in cui siamo e di cui “sopra” è inutile prendersela pure con “questa” classe sociale.
    Nemmeno “loro” possono più ” redimersi “.
    Restiamo dunque in attesa ,con sguardo ebete, da semialcolizzati, né lucidi ,né sobri ..indifferenti..in attesa di essere arrestati .
    La Storia faccia il corso, e il suo “dovere”, come è giusto che sia, inesorabile .

  3. caino
    caino says:

    X Uroburo

    ovviamente non ti sfiora nemmeno il pensiero, che in fondo gli Italioti , non siano né peggio, né meglio di altri..
    In un oceano in tempesta, forse la nostra barchetta affonderà per prima , ma di poco ,ma subito dopo toccherà anche ai presunti e lussureggianti Titanic”.
    Ancora fanno finta di non saperlo, ma hanno Le “caldaie ” in avaria da mò e il carbone è ormai di scarsa qualità e la nafta annacquata , le orchestrine hanno alzato il volume, qualcuna suona pure marcette. Altre qualche valzer di Strauss , Boia fauss , boia faus !

    caino

  4. Uroburo
    Uroburo says:

    ovviamente non ti sfiora nemmeno il pensiero, che in fondo gli Italioti , non siano né peggio, né meglio di altri. In un oceano in tempesta, forse la nostra barchetta affonderà per prima…
    ————————————————————
    Caro CC,
    mi sembra che tu sia entrato da tempo in un sistema di pensiero che definirei mistico, basato sull’attesa (secondo me messianica) della crisi inarrestabile ed irreversibile del capitalismo.
    Io non prevedo il futuro, come direi fai tu, ma, come ho già scritto altre volte, mi sembra che il sistema abbia ancora una grande vitalità, crisi ambientali di livello planetario a parte. Delle quali però, in realtà, nessuno sa realmente nulla perché per ora ci sono molti indizi ma fatti certi pochi, soprattutto a livello previsionale.
    Io penso, in effetti, che gl’ittagliani siano molto peggio degli altri, almeno se per altri si intendono gli europei occidentali. Conciati peggio di noi non sono neppure i greci, per quanto siano solo un piccolo paese con risorse limitatissime.
    Gli altri paese possono avere difetti e disfunzioni ma non hanno:
    la delinquenza organizzata che si mangia una buona fetta del reddito familiare dell’ittagliano medio e che si è infiltrata in tutti i gangli della vita sociale, pubblici e privati;
    forze dell’ordine minimamente attendibili (quelle napoletane non sapevano che i vuccumprà senegalesi pagavano il pizzo, ouhhhyeaaahhhh);
    una magistratura che processa e, magari puro, condanna;
    una macchina dello stato minimamente attendibile e capace, la nostra è a stragrande maggioranza composta da gente inutilizzabile per qualunque tipo di lavoro minimamente ben fatto (lo diceva già ancora nell’Ottocento non so più quale ministro);
    un sistema di accertamenti fiscali minimamente funzionante;
    un minimale rispetto per le norme e le leggi, che qui ormai non rispetta più neppure il pizzicagnolo; un minimale livello di competenze professionali, ancorchè semplici;
    circa un quinto della forza lavoro pubblica che è sanitariamente non in grado di compiere il lavoro per cui è pagata (che credo sia un dato unico al mondo).
    E mi fermo qui perchè mi vien male.
    Non conosco nessun paese occidentale che abbia contemporaneamente tutte queste voragini (ed una sola di queste sarebbe sufficiente a fare di un paese una comunità arretrata e difficilmente migliorabile).
    Forse, perché per ora la tua è solo una previsione letta sulla sfera di cristallo, anche gli altri paesi entreranno “presto” in crisi (ma mi piacerebbe sapere quando, perché stiamo aspettando da 2000 anni il ritorno del Messia) ma per ora in gravi difficoltà ci siamo noi, forse unico paese dell’Unione (Grecia a parte che secondo me rischia di cavarsela meglio di noi).
    Leggiti l’articolo di Giannini (Le richieste UE e il governo al bivio) su Repubblica di ieri, lo trovo illuminante.
    Un saluto U.
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/01/19/le-richieste-ue-e-il-governo-al-bivio01.html?ref=search

  5. caino
    caino says:

    Una volta c’era il Limbo…poi lo hanno abolito !

    Caro Uroburo,

    detta così parrebbe che in Itaglia , si lavoricchi in pochi.
    In realtà a parte il sistema pubblico che tu hai citato ,parrebbe (eufemismo) che non ci sia il lavoro.
    In realtà poi io non guardo al solo sistema itaglia, sennò non si spiega come diavolo si sia sopravvissuti per parecchi anni (e benino).
    Molte delle cose che elenchi sono problemi atavici , non di oggi..!
    Sembra che non sapendo cosa scrivere si riscopra l’acqua calda, insieme all’aumentare delle “cazzate”.. desolante le descrizioni degli inviati, e di certi commenti.. sembra a molti che risollevare un traliccio dell’AT sia uno scherzo, bucare 4 metri di neve una cazzata..
    Gente che non sa, parla ,e questo problema accentua il casino generale ,almeno una volta stavano zitti.
    Adesso con i “social” sono tutti ingegneri, architetti esperti.. di cazzate appunto !

    caino

    ps -io di alluvioni ne ho vissute due ,ed anche allora ho sentito tante cazzate , mentre i miei lavoravano ore ed ore di fila..per ripristinare un minimo di servizio .

  6. caino
    caino says:

    Dimenticavo , io non mai letto L’apocalisse di Giovanni, ma vedo che c’è molta gente piena di vitalità di sistema.(beati loro )

  7. caino
    caino says:

    Cronache dal Piemonte..

    Ho appena finito di leggere un libro di Storia locale, scritto da un professore (presumo dei nostri licei) Adriano Collini. : Il Triennio giacobino in canavese 1796-1799.
    Pare strano ma c’è ancora qualcuno che ha voglia di essere serio e affrontare i problemi storici in modo completo riempiendo lo scritto di dati e fatti concreti.
    Ora al di là degli aspetti più generali , ci sono due cosette che mi hanno colpito.

    La rivolta degli “zoccoli”, contro l’occupazione francese ,dove pare ci fosse implicato un mio antenato e la situazione dei contadini e di masse di disgraziati che si aggiravano di paese in paese, talvolta per dare l’assalto ai forni.
    Alluvioni e siccità si alternavano in quel periodo con una costanza degna dei giorni nostri.
    Ci sono dei “rapporti” che indicano che molte persone ormai mangiavano l’erba, ma quello che più mi ha colpito è la descrizione delle due Borghesie nascenti.. quella di penna che esaltava gli ideali della libertà e quella degli affari che : tanto che ci fossero i francesi che gli austro-russi continuavano a fare affari con le derrate alimentari.
    Erano infatti costoro i grandi affittuari dei terreni della nobiltà che del clero (alto).
    Ovviamente, a carico del populas (popolaccio).

    caino

    ps _Interessanti le prediche di un clero che a seconda dei casi cercava di salvare la pellaccia, a seconda dei vincitori di turno.

  8. sylvi
    sylvi says:

    Solo apparentemente le argomentazioni di Uro e di Caino paiono reali e razionali, solo apparentemente!!!
    Rientro dagli arresti domiciliari che sono durati una settimana piena: un nipote con una febbre da cavallo e una settimana di Bora piena, quella vera, quella che andava con raffiche fino a 150kmh.
    Trieste in emergenza, due morti e oltre duecento ricoverati nei reparti ortopedia cittadini.
    Lunedì ho tentato di raggiungere l’edicola fronte casa; ho rischiato un femore e ho raggiunto velocissimamente l’ottavo piano che però scricchiolava sinistramente e i rumori di vasi, tavoli, e oggetti vari che danzavano da un lato all’altro del terrazzo mi rendevano sommamente… perplessa e nervosa!!! Il suono delle raffiche…può essere come un sibilo feroce, un rombo di tuono, un qualcosa che ricorda il terremoto.
    I triestini o stavano in casa o prendevano la macchina; i motorini erano stesi a terra, in servizio gli autobus, a piedi solo i triestini veraci che sanno come si naviga controvento.
    Al largo, sul golfo, le navi container restavano alla fonda, sospesa ogni attività portuale.
    Vittorio G.Rossi lo scrittore di mare che ho sempre amato, lui che era stato ufficiale di marina e aveva girato il mondo, scriveva che non esiste mare peggiore al mondo del Quarnero sotto Bora, infatti a Veglia. Krk in croato, mercoledì ha toccato punte di 227 kmh.
    Insomma questo vento bisogna proprio viverlo per crederci.
    Trieste reagisce tutto sommato bene e i triestini reagiscono con allegria e ironia, basta però non farli lavorare troppo…diciamo noi friulani!
    Quando mio nipote me lo permetteva, da incazzato come può essere un bambino chiuso in casa per giorni, ispezionavo la libreria
    Ho ripreso in mano per l’ennesima volta, Il porto delle nebbie, di Simenon dove sicuramente il contrasto tra il cafè del porto frequentato dai marinai e dalla povera gente e il salotto del Sindaco frequentato dalla “borghesia” e più stridente che in altri romanzi.
    Simenon è grande perchè i suoi personaggi e le sue storie sono ancora attuali: non è cambiata la faticosa vita dei “bassi lavoratori”, non sono spente le speranze di elevarsi oltre la “nebbia” del porto.
    In fondo Simenon e Maigret parteggiano per quelle ombre affaticate che che si muovono attorno alla chiusa, e in fondo disprezzano il piccolo mondo dei piccoli borghesi di Ouistreham nella bassa Normandia.
    Oggi? Il popolo lavoratore ha perso l’aggettivo, è rimasto solo popolo che troppo spesso non sa e non può riprendersi le poche sicurezze che aveva. E si lascia andare, senza un domani.
    La media e bassa borghesia è stata economicamente disastrata dalla attuale crisi, ma io credo che per molti nella testa, nella volontà di alzarsi oltre la mediocrità niente sia cambiato; ci sarà solo un cambio generazionale. Con gente, speriamo, migliore del Sindaco di Ouistreham.

    Sylvi

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