Sveglia! Fregano i soldi nostri.

Ricevo dal mio amico Roberto Vacca una mail che pubblico volentieri perché la ritengo mooooolto interessante.

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Allego mio articolo pubblicato il 29 Giugno su Il Caffè di Locarno su IL CAPITALE   NEL XXI SECOLO, bestseller dell’economista francese Thomas Piketty. È un librone di quasi 700 pagine: è altamente consigliabile leggerlo (anche se i non economisti potranno limitarsi a studiarne la prima metà e potranno omettere parecchie tabelle). Contiene poca ma essenziale matematica. La ragione è che gli straricchi stanno diventando sempre più ricchi. Strozzano i poveri e l’ineguaglianza diventa sempre più forte. Per apprezzare l’argomento centrale guardate il diagramma a pag 24  (poi ri-studiatelo con calma). Mostra che il 10% più ricco dei cittadini USA incassava dal 40 al 50% del reddito fino al 1940. Poi la loro porzione scese a 30-35% fino al 1980. Dal 1980 a oggi è tornata ai livelli dell’inizio secolo XX e li ha superati. Non è giusto secondo molti di noi. Sono a favore di proteggere i ricconi dalle tasse alte quelli che votano Repubblicano in USA. Piketty (insieme al Nobel O. Krugman) viene considerato un pericoloso sovversivo dalla destra. Non è vero: scrive cose vere, serie  e civili. Spero che il libro abbia effetti maggiori delle vignette di un secolo fa che rappresentavano i ricconi con cilindro, frack, calzoni a righe, panciotto bianco e catena d’oro. Sveglia! Fregano i soldi nostri. INEGUAGLIANZA ECCESSIVA –“Il Capitale nel XXI Secolo” di T.Piketty –      di Roberto Vacca, Il Caffè, Locarno – 29/6/2014 Abraham Lincoln contro le mire territoriali verso il Messico del Presidente Polk (1846) citò un mitico farmer: “Non sono avido di terra, voglio solo quella che confina con la mia!” Era un ovvio progetto di arricchimento senza limiti. È un processo in atto? Il Prof Thomas Piketty nel suo libro “Il capitale nel  XXI Secolo” analizza grandi moli di dati raccolte in un decennio.. Vede il rischio che l’ineguaglianza eccessiva porti a instabilità politica e a reazioni turbolente. In USA fino al 1940 il 10% della popolazione riceveva il 45% dei redditi totali; poi per 40 anni sceso al 33% e dal 1980 risalito al 48%. In Europa e in USA fino al 1930 il 10% della popolazione deteneva oltre l’80% della ricchezza. Poi a causa di tasse, inflazione, fallimenti, avvento del welfare state, la percentuale scese al 60%. Negli ultimi 40 anni sta risalendo. Dò qui una rapida idea del contenuto del libro. Sarà inadeguata: le 700 pagine del libro vanno meditate. Riferirò sulle accese polemiche che ha scatenato. Oltre che culturale, l’interesse è politico. Sappiamo bene che i redditi da lavoro, come la ricchezza, sono distribuiti in modo da seguire la legge di Pareto, dunque, con differenziali marcati ai livelli più alti. Questi, però, da anni crescono oltre ogni limite per i grandi capi azienda che fissano i propri livelli di retribuzione e i paracadute d’oro previsti per il trattamento di fine rapporto. Piketty nota che anche la ricerca e lo sviluppo implicano la formazione e l’addestramento di esperti abili nell’uso di sofisticati strumenti di alta tecnologia. Queste alte prestazioni sono compensate a livelli più alti il che contribuisce alla ineguaglianza. Qui bisogna aggiungere, però, che i Paesi e le industrie che investono di più in ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e istruzione avanzata, generano più brevetti e prodotti ad alto valore aggiunto. In conseguenza contribuiscono a far crescere il prodotto interno lordo e a ridurre l’ineguaglianza. Appare ovvio alla luce del senso comune (Piketty lo documenta in base a dati storici abbondanti) che un tasso di rendita del capitale molto più alto di quello della crescita economica causa ineguaglianza crescente. Questa si manifesta con la concentrazione fra pochi cittadini della ricchezza e dei redditi da capitale. Il processo è tanto più veloce quanto più il tasso di rendita supera quello della crescita del reddito nazionale. Il fenomeno potrebbe essere frenato da una forte crescita demografica ed economica – oggi improbabile. L’alternativa proposta da Piketty è la adozione di consistenti tasse patrimoniali globali. Sono processi economici complicati. Le statistiche sono spesso incomplete e contraddittorie specie sui redditi più alti. Tutti i commentatori riconoscono che Piketty ha fatto un lavoro enorme per migliorarle. Si usano, però, strumenti e procedure di analisi di tipi diversi. Quindi è normale che su “Capital” ci sia molto da discutere. La citata conclusione dell’autore che sia opportuno intervenire con imposte ai più ricchi e ai lavoratori con retribuzioni più alte non è gradita ai plutocrati, né agli economisti di destra.. La discussione diventa politica. Chris Giles (su Financial Times del 23/5/14) ha negato che dopo il 1980 l’ineguaglianza economica sia cresciuta e che negli USA sia più marcata che in Europa. In particolare ha sostenuto che nel Regno Unito nel 2010 il 10% dei cittadini deteneva il 44% della ricchezza totale e non il 70% come scritto da Piketty. Paul Krugman (Nobel per l’Economia) documenta da decenni che i ricchi USA diventano più ricchi anche per i tagli alle lro tasse dall’era Reagan. Osserva ora che il 44% di Giles è desunto da sondaggi e non da dati pubblicati dal fisco britannico. Io ho trovato lo studio “UK Personal Wealth Statistics” pubblicato il 28/9/2012 da HM Revenue & Customs, che riporta in 60% del totale la ricchezza del 10% degli inglesi top (1). Il valore vero appare incerto, ma la stima di Piketty è più vicina a quella ufficiale. Concludo:

  • • Capitale e reddito si concentrano da decenni nelle mani di pochi
  • • L’ineguaglianza cresce: lo provano i prezzi di case e oggetti di lusso
  • • L’economista francese best seller non è un pericoloso comunista.
  • • “Il capitale nel XXI secolo” è libro che va studiato attentamente.

________________________________________________. (1)  20% a 7°+ 8° decile; 12% a 5°+ 6°; 7% a 3°+ 4°; 1% dei più poveri.

53 commenti
Commenti più recenti »
  1. Caino
    Caino says:

    Egr sig Nicotri,

    la differenza tra balle e bolle e che le seconde esistono,le prime fanno parte dell’arte retorica , bella si,ludica se vogliamo,fantasiose,ma le bolle invece non sono né belle ,né ludiche,
    Per i più sono tragedie!

    Caino

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Caino,

    Come certo Lei sa bene dato che sta all’inferno, le bolle sono provocate, come dice la stessa parola, dall’ebollizione. Che avviene ad alta temperatura, perciò ustionano. Questo per i poveri diavoli come Lei. Per i cialtroni beati come Abele, le bolle invece sono solo piacevoli bollicine: dell’acqua minerale, delle bibite gasate varie e dello champagne.
    Cin cin!
    pino nicotri

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Faccio notare che Novartis, il colosso farmaceutico svizzero, diede al suo ex-manager Vasella la bazzeccola di 72 ‘ooo’000 (settantaduemilioni) di franchi svizzeri come indennità di uscita.
    Qualcosa come circa 60 milioni di euro, e se la vogliamo dire tutta, 120 miliardi, tradotti in lire.
    Vale a dimostrare che per alcuni purtroppo la decenza ed il buonsenso sono diventati il classico chissenefrega.

    Roba del genere non è soltanto un insulto verso chi non riesce a barcamenarsi il quotidiano, ma follia allo stato brado.
    Capitolismo, appunto.

    C.G.

  4. Anita
    Anita says:

    Non e’ propaganda, io l’ho trovato molto interessante……anche se le banane non sono il mio frutto preferito.
    Qui costano pochissimo e sono nutritive.

    Very interesting
    You think you know Bananas
    From: _Click Here for: “DOLE – Harvesting Bananas” (Published on Apr 3, 2013) 395,064 Views-

    (http://www.youtube.com/embed/_l7sak6Vlq8?rel=0)

    Anita

  5. Caino
    Caino says:

    Egr sig Anita,

    personalmente, trovo molto interessante, mettere il “cappotto alle banane”.
    Noi qui in Italia,siamo molto più arretrati, pensi che nella crisi generale, molti laureati e diplomati , si stanno adattando ad un mestiere che un tempo era solo raccontato nelle barzellette.
    In Sicilia si prendono a schiaffi le arance per farle maturare prima.

    Caino

    Si spera che perdurando la crisi,si sia poi già allenati a prendere a ceffoni, magari altre” cose”.
    Come vede ,a volte , non tutto il male vien per nuocere.

  6. Caino
    Caino says:

    Ahhh, dimenticavo,siamo anche contenti che le banane costino poco.Ho trovato anche interessante il” tecnico” con il calibro per la misurazione del diametro della banana.
    Un tempo, c’era una pubblicità, ove compariva un tecnico di una grande multinazionale bananifera (mi sembra l’uomo del Rio),che dava l’OK per la raccolta.
    Non mi ricordo poi, qual’è il “gas” che si inietta alle banane,prima del trasporto.
    Infine ,sempre a proposito di Banane,mi viene in mente un film di Allen : Il dittatore della Repubblica delle Banane.
    Ai suoi tempi, anche gli Italiani piantarono banane in Somalia,si chiamavano le somalite.
    Però erano piccole,ma dicono dolcissime..non so che fine fecero quelle piantagioni.
    Forse fallirono perché lo “standard” internazionale del diametro delle banane,non era consono alle nostre ormai ex-banane coloniali.
    In altre parole , si può anche dire che tutto il mondo è una banana.

    Caino

  7. Linosse
    Linosse says:

    Da Pinocchio(quello dal naso lungo del bugiardo) di Collodi
    Piccola lezione di economia ,bollettaria o bollaria ?

    “”E ora che cosa fai in questi luoghi?” domandò la Volpe al burattino.
    “Aspetto il mio babbo, che deve arrivare qui di momento in momento.”
    “E le tue monete d’oro?”
    “Le ho sempre in tasca, meno una che la spesi all’osteria del Gambero Rosso.”
    “E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dài retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?”
    “Oggi è impossibile: vi anderò un altro giorno.”
    “Un altro giorno sarà tardi”, disse la Volpe.
    “Perché?”
    “Perché quel campo è stato comprato da un gran signore e da domani in là non sarà più permesso a nessuno di seminarvi i denari.”
    “Quant’è distante di qui il Campo dei miracoli?”
    “Due chilometri appena. Vuoi venire con noi? Fra mezz’ora sei là: semini subito le quattro monete: dopo pochi minuti ne raccogli duemila e stasera ritorni qui colle tasche piene. Vuoi venire con noi?”
    Pinocchio esitò un poco a rispondere, perché gli tornò in mente la buona Fata, il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo-parlante; ma poi finì col fare come fanno tutti i ragazzi senza un fil di giudizio e senza cuore; finì, cioè, col dare una scrollatina di capo, e disse alla Volpe e al Gatto:
    “Andiamo pure: io vengo con voi.”
    E partirono.
    Dopo aver camminato una mezza giornata arrivarono a una città che aveva nome “Acchiappa-citrulli”. Appena entrato in città, Pinocchio vide tutte le strade popolate di cani spelacchiati, che sbadigliavano dall’appetito, di pecore tosate che tremavano dal freddo, di galline rimaste senza cresta e senza bargigli, che chiedevano l’elemosina d’un chicco di granturco, di grosse farfalle, che non potevano più volare, perché avevano venduto le loro bellissime ali colorite, di pavoni tutti scodati, che si vergognavano a farsi vedere, e di fagiani che zampettavano cheti cheti, rimpiangendo le loro scintillanti penne d’oro e d’argento, oramai perdute per sempre.
    In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi passavano di tanto in tanto alcune carrozze signorili con dentro o qualche volpe, o qualche gazza ladra o qualche uccellaccio di rapina.
    “E il Campo dei miracoli dov’è?” domandò Pinocchio.
    “È qui a due passi.”
    Detto fatto traversarono la città e, usciti fuori dalle mura, si fermarono in un campo solitario che, su per giù, somigliava a tutti gli altri campi.
    “Eccoci giunti”, disse la Volpe al burattino.
    “Ora chinati giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo e mettici dentro le monete d’oro.”
    Pinocchio ubbidì. Scavò la buca, ci pose le quattro monete d’oro che gli erano rimaste: e dopo ricoprì la buca con un po’ di terra.
    “Ora poi, disse la Volpe, vai alla gora qui vicina, prendi una secchia d’acqua e annaffia il terreno dove hai seminato.”
    Pinocchio andò alla gora, e perché non aveva lì per lì una secchia, si levò di piedi una ciabatta e, riempitala d’acqua, annaffiò la terra che copriva la buca. Poi domandò:
    “C’è altro da fare?”
    “Nient’altro”, rispose la Volpe. “Ora possiamo andar via. Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti e troverai l’arboscello già spuntato dal suolo e coi rami tutti carichi di monete.”
    Il povero burattino, fuori di sé dalla contentezza, ringraziò mille volte la Volpe e il Gatto, e promise loro un bellissimo regalo.
    “Noi non vogliamo regali”, risposero quei due malanni. “A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire senza durar fatica, e siamo contenti come pasque.”
    Ciò detto salutarono Pinocchio, e augurandogli una buona raccolta, se ne andarono per i fatti loro.”

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Ariel Toaff ha condiviso lo stato di ‎יצחק (בוז’י) הרצוג‎.

    Izchak Herzog, leader dei Laburisti: I terroristi arabi e quelli israeliani hanno fatto cinque vittime innocenti tra le piu’ giovani e indifese. Stiamo perdendo tutti la nostra immagine umana. Anche le famiglie delle nostre giovani vittime ci dicono che non e’ ammesso fare differenze tra sangue e sangue. Chi lo versa va punito senza alcuna pieta’ e giustificazione. La maggioranza di Israele e’ pronta a estirpare queste piante selvatiche e velenose, che propugnano la violenza, il razzismo e l’intolleranza. Cerchiamo di restituire al nostro paese il senno e la lucidita’ mentale necessari per farlo senza indugi.
    ———————–
    Ariel Toaff

    La televisione israeliana nel telegiornale dei tre canali alle 17.
    1) I colpevoli dell’omicidio sono coloni degli insediamenti vicini a Gerusalemme, sei dei quali sono stati arrestati.
    2) Due giorni prima del rapimento e dell’assassinio del giovane, altri membri della banda criminale avevano cercato senza successo di rapire un bambino dalle braccia della madre nello stesso quartiere di Gerusalemme.
    3) Il movente e’ quello della vendetta per l’assassinio dei tre adolescenti ebrei.
    4) I membri della banda, non ancora arrestati tutti, non sono pazzi o psicopatici, ma nazionalisti esaltati e fondamentalisti.
    5) La loro identificazione e’ sicura, anche sulla base del numero della targa della loro auto rilevato da molte telecamere. I sospettati non intendono parlare, pur non negando gli addebiti loro imputati.

  9. Anita
    Anita says:

    x Caino

    Le banane piccole ci sono anche qui, ma non so da dove vengono.
    Ho trovato il video interessante anche per il fatto che tutto e’ riciclato.
    Tutto.

    Anita

  10. BATTAGLIA PER LE ' SOMALITE'
    BATTAGLIA PER LE ' SOMALITE' says:

    AFFARI AL SEGUITO DELLA DEMOCRAZIA

    ROMA – C’ è una ‘ guerra delle banane’ . E Marcello Palmisano è stata l’ ultima delle sue vittime, la prima a rivelare al mondo questa assurda battaglia commerciale che da mesi in Somalia è diventata un sanguinoso scontro. Per difendere il business delle piccole banane coltivate a sud di Mogadiscio – le ‘ somalite’ – due società, una americana, l’ altra italiana, hanno ingaggiato decine di uomini armati, che si son dimostrati pronti a dar battaglia e a uccidere pur di non cedere una fetta del mercato. L’ agguato alle ‘ tecniche’ del Tg2 sarebbe stata la vendetta degli uomini dell’ americana Dole nei confronti dei rivali italiani della Somal Fruit, che pochi giorni fa avrebbero ucciso 3 somali alle dipendenze degli americani. Gli aggressori credevano di trovare nella jeep di Palmisano e Lasorella un rappresentante della società italiana, un nemico che andava tolto di mezzo. Perché questa ‘ guerra’ commerciale per loro si è trasformata in una guerra vera, e la concorrenza va eliminata. Ieri mattina il legale della Somal Fruit, Bruno Calzia, ha rilasciato dichiarazioni che suonavano come un atto d’ accusa contro la Dole. Secondo l’ avvocato l’ assassinio è stato “un errore”, perché il gruppo armato – alle dipendenze della Dole – era pronto a uccidere un presunto rappresentante della concorrente per il predominio del mercato delle banane, per non perdere quel lavoro profumatamente retribuito. E invece ha colpito Marcello Palmisano. La Dole, sbarcata in Somalia insieme ai marines Usa venuti a riappacificare il paese, si sarebbe fatta spazio nel mercato, occupato da oltre 10 anni dall’ azienda italo-somala, in modo scorretto, attuando – secondo Calzia – anche “una serie di aggressioni fisiche nei confronti dei rappresentanti della Somal Fruit”. Le parole di Calzia sono state fermamente smentite dal legale italiano della Dole, ma i vertici delle due società – la Somal Fruit è controllata dalla famiglia padovana De Nadai – sono rimasti abbottonati, non negando l’ utilizzo di personale armato per la sicurezza del loro commercio. Poi l’ avvocato della Somal Fruit ha rettificato le sue dichiarazioni, parlando di questa ‘ guerra’ da lui definita “rapporti di concorrenza” e anche dei somali uccisi nell’ assalto. “Molti degli uomini di scorta vigilano da anni alla nostra sicurezza. Con noi lavorano 300 produttori; la nostra attività dà di che vivere a 300 mila persone”. Fin da prima della rivoluzione il mercato delle banane era vitale per i somali. Un’ immensa piramide che dal vertice delle grandi famiglie latifondiste si allargava ai commercianti, ai caricatori, ai maturatori, fino all’ immensa base dei raccoglitori. Poi, quattro anni fa, iniziò la grande stagione delle battaglie, cruenta sia nel nord nomade sia nel sud agricolo. E proprio qui, a un passo dall’ Equatore, le grandi piantagioni di banane sono diventate in fretta un terreno incolto, calpestato e cancellato dalle mappe del business della frutta. Ancora nel ‘ 90 in Italia arrivavano 40 mila tonnellate di banane. Nel ‘ 92 si era scesi a 5 mila. Da allora nel nostro paese sono arrivate solo rare partite della piccola e dolce ‘ somalita’ . Fino all’ anno scorso nessuno aveva tentato di contrastare quella sorta di monopolio che gli italiani avevano costituito in terra somala. Legati a tradizioni storiche, affiancati in ogni modo dai progetti di cooperazione allo sviluppo dei governi della Prima Repubblica, i somali avevano stretto volentieri rapporti preferenziali con l’ Italia. In particolare con il gruppo De Nadai, guidato dalla omonima famiglia, che per gestire il ricco business della ‘ somalita’ aveva costituito la Somal Fruit, sede legale a Cipro. Il gruppo aveva poi creato la Camar, guidata da Bianca De Nadai e sede a Firenze, per la commercializzazione della banana. Una rete di contatti con le famiglie terriere sembrava mettere il gruppo al sicuro dai concorrenti. Un anno fa, però, sbarca la Dole, colosso mondiale del settore ortofrutticolo. La multinazionale, che nel ‘ 94 ha esportato 110 milioni di casse di banane (ogni cassa 20 chili), e ha aperto a Livorno un terminal che serve tutto il Mediterraneo, è proprietaria di terreni, ma è anche organizzatore del trasporto e della logistica. E soprattutto ha le licenze che le consentono di operare in ogni parte del mondo. L’ ingresso sul mercato somalo è ovviamente in grande stile. Nove mesi fa, la Dole invia i suoi agronomi migliori con l’ obiettivo di rimettere in sesto le piantagioni e farle fruttare al più presto. La Somalia è strategica per il colosso Usa che vede nel Corno d’ Africa l’ avamposto ideale per conquistare i mercati arabi. Ma cominciano subito gli sgambetti tra i produttori somali, che si dividono in fretta tra i due rivali. E l’ assalto alla jeep di Palmisano e Lasorella si inquadra proprio in questa assurda guerra che insanguina il paese.

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    sul messaggio di Toaff:
    purtroppo ci saranno sempre degli sporcaccioni che pretendono di fare i distinguo tra sangue versato degli uni e quello degli altri.

    Questa È la malapianta velenosa che dovrebbe essere estirpata.
    Solo le nuove generazioni potranno riuscirci semprechè dicano un netto nò al plagio e al dopaggio del nazionalismo e al nichilismo patriottardo-militare.

    Che i caporioni (quelli che stanno sempre a piedi caldi dietro le loro fottute scrivanie strategiche e non muoiono mai di un colpo in testa oppure saltando in aria) se le facciano da soli le loro guerre sante e le loro guerre profane.

    C.G.

  12. sylvi
    sylvi says:

    All’incirca un mese fa ero passata, tornando da Trieste, al Sacrario di Redipuglia.
    In previsione del Concerto di Riccardo Muti, la Messa in Requiem di Verdi per onorare, nel centenario della scoppio della IGM, tutti i morti in guerra, di tutte le guerre, andavo in avanscoperta.
    Mi sarebbe piaciuto assistervi, e mi informai circa la dislocazione dei posti a sedere.
    Ovviamente i primi due settori erano riservati alle autorità…
    autorità di lustro perchè vi partecipavano, oltre al nostro Presidente, i Presidenti di Austria, Slovenia, Croazia.
    Per farla corta, i posti ancora accessibili erano talmente lontani dal palco che si sarebbe dovuto seguire il Concerto dai maxi schermi…e allora tanto valeva godermelo da casa in poltrona.

    E così feci ieri sera, su Rai 3.
    Al dilà della bellezza dell’Opera di Verdi, immensa nella sua solennità e permeata di tanto umano dolore , era impossibile non essere catturati e sconvolti dall’insieme di sentimenti che andavano al ricordo di una immane strage insensata, del pensiero delle sofferenze inenarrabili dei soldati che calcarono queste aride terre e quelle di tutto l’arco alpino.
    Le sofferenze, che ancora vengono narrate da racconti, canti, foto e documenti, di tutta la popolazione civile…vecchi, bambini e donne , gli uomini non c’erano, cacciati sulla strada ( disfatta di Caporetto) con i soli stracci che avevano addosso, con nulla da mangiare e sotto l’incalzare dell’attacco austrougarico.
    Non avevano nemmeno più quelle quattro mura, nè quelle aride montagne.
    La meta era il grande ponte sul Tagliamento, e poi…oltre…chissà dove!
    E la solennità della musica di Verdi faceva accapponare la pelle.
    Certamente potreste dire che tutta l’Europa viveva una simile tregenda.
    Ma nei luoghi della mattanza, per capire bene, bisogna andarci, calpestare con grande rispetto quelle terre o quelle pietraie dove ragazzi giovanissimi consumavano in modo orrendo la loro breve vita.
    Bisogna andarci adagio e fermarsi spesso a leggere una targa, un nome, un battaglione…una chiesetta o un’edicola …a ricordo.
    E pensare che non si capisce dove fosse il confine, se non allora segnato da un filo spinato, e da una linea che i generaloni tracciavano su una carta.
    A volte neppure da quello…e così accadeva che i “nemici” si trovavano al di qua o al dilà, mescolati come fagioli in un pentolone.
    Questo e molto altro pensavo ieri sera, osservando quei gradoni illuminati con la scritta PRESENTE, e quelle tre terribili Croci in cima, segno del Calvario.

    Ma poi, subito a ridosso del palco di Muti, osservavo quei quattro Capi di Stato, ho ascoltato i quattro Inni Nazionali, l’immenso Coro multilingue che cantava in Latino: Dona nobis Pacem…e forse anche loro hanno rabbrividito al ricordo.
    Senza fidarmi tanto dei Capi,…ho pensato che dipende però soprattutto da noi costringerli alla Pace, noi Popolo, con le buone o con le meno buone!
    E forse se ne sono resi conto anche loro…pensando a tutti i morti, nostri- vostri-loro, che non gli sarà facile organizzare altri simili macelli. Non almeno in Europa.

    Alla fine, nel silenzio assoluto, alto sui gradoni tricolori, si è alzato il suono del Silenzio dalla tromba di un Alpino.
    Silenzio raccolto ed estremamente commovente.
    Ma senza dimenticare…perchè non accada mai più.

    Sylvi

  13. Anita
    Anita says:

    Una breve ricerca sulle banane piccole.

    Sono prelibate in Italia e nei paesi Arabi per la loro dolcezza.
    Negli USA non vanno molto…infatti le ho viste in piccole quantita’ e maturano nei loro sacchetti, insomma non sono gradite dal pubblico in generale.
    Per questo Dole le esporta principalmente nel bacino mediterraneo.

    La prossima volta faro’ attenzione sulla loro provenienza e case importatrici.

    Anita

  14. sylvi
    sylvi says:

    Un bambino brasiliano che nasconde le sue lacrime dentro un bicchierone di coca Cola!
    Un vecchio con i colori verde-giallo blu che stringe sconsolatamente al petto una copia della Coppa.
    Una mamma piangente che asciuga le lacrime della sua bambina!

    La mia simpatia andrebbe ai tedeschi, ma avrei voluto che i brasiliani fossero stati premiati per i sacrifici enormi che gli sono costati questo Mondiale.
    Ma io di calcio non capisco, guardo altrove!

    Sylvi

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Speriamo che non vincano i tedeschi! Comandano loro in Europa economico finanziaria, rischiano di vincere in Formula Uno, se vincono anche il Mundial non li ferma più nessuno…
    pino

  16. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Non posso più vivere a Gerusalemme. Andrò all’estero e scriverò di una terra lontana in cui sparano ai ragazzi, li massacrano, li bruciano e i lettori penseranno che scrivo opere di fantasia.

    Sayed Kashua, scrittore arabo-israeliano

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Diciamola tutta: piangere disperati per una partita di pallone persa quando in quel bellissimo Paese c’è ancora gente che fa la fame con gli annessi e connessi di ingiustizie sociali, mi sembra esagerato, nonostante la passione per il calcio dei brasiliani. Il mio non è negativismo a prescindere ma gli stadi, costruiti per arricchire i soliti pochi sfrattando di casa i soliti ultimi, rimangono l’icona dell’affarismo schizofrenico e a farne le spese erano, sono e saranno sempre e comunque i più deboli.
    Quelli che poi, a lungo termine, vengono costretti a piangerci sopra, ma per altri motivi, non quelli di aver preso un canestro di goal dai panzer tedeschi.

    C.G.

  18. Caino
    Caino says:

    SEMPRE A PROPOSITO DI BANANE….!!

    Ringrazio l’autore “anonimo”, sulla “guerra delle Somalite”.
    Una informazione utile che rende merito alle “banane” al pari di qualsiasi altra “merce” che allieta i nostri deschi (concetto allargato).
    Si evince che somali “italiani” ,si scannano con somali “ammerrekani” in una lotta per il controllo delle “somalite”sui mercati europei.
    ( Anita bontà sua ci informa che sui mercati ammerekani sono poco gradite al pari delle produzioni di Hollivudde, che sono alpari fatte per i mercati europei, e non certo per i fini palati iuessei.)

    Questo mi fa pensare al concetto di POPOLO ,CHE LA SIG SYLVI HA INTRODOTTO A Proposito di IGM e mi porta a chiedermi e a chiedervi , che cosa diavolo sia il POPPOLO ?
    Soprattutto poi quando si dice che il POPPOLI in genere non vogliono le guerre.
    Ma davvero ?
    Quale popolo generico, non vuole la guerra?
    Se si parlasse di classi sociali , magari potrei capire, ma di poppoli avrei dei dubbi .
    Chi era il poppolo italiano delle radiose giornate di Maggio ?
    Chi era il poppolo ittagliano delle poderose adunate di Pza. Venezia ?

    Se somali si scannano con somali per delle banane somale che devono essere ammerekane o ittagliane, mi viene da chiedermi che cosa diavolo sia il “popolo generico “somalo ?
    Così come i popppoli italiani di cui sopra.

    Caino

    Ecco perché , nessuna rievocazione , anche se confortati da una poderosa messa da REQUIEM (scongiuri di rito), né mi consola, né aggiunge nulla di nuovo a quanto ho sempre pensato in fatto di poppppoli generici ,tirati in ballo perché desiderosi di paci universali, ma quando mai , per favore..
    E a proposito di requiem, requiescant in pace ” al poppppplo generico, buono per tutte le stagioni, amen!

  19. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    se i tedeschi primeggiano in Europa in economia, non è solo per merito loro, ma anche per demerito di quelle Nazioni come Francia e Italia che non sono state capaci di darsi leaders e politiche di rigore e sviluppo.
    I tedeschi hanno chiacchierato un po’ meno e lavorato un po’ di più.

    Quanto alla Formula Uno, per tanti anni sono stati costretti a dividere con noi, i pasticcioni italiani, il podio più alto e l’Inno Fratelli d’Italia che si alzava in ogni parte del Globo.
    Poi…la Mercedes è la Mercedes …il sogno di ogni lavoratore tedesco o straniero, a Stoccarda, è “entrare” in Mercedes.
    Come alla Fiat 40anni fa!

    Quanto al calcio… i tedeschi qualche sonora batosta l’hanno presa da noi maccheroni…e non solo!
    Poi…io guardo solo le partite della Nazionale…ma ieri sera osservavo i brocchi brasiliani, quelli delle danze in campo di un tempo che fu …ieri sera parevano nanetti che caracollavano istupiditi sul manto verde…mentre quegli altri…i marcantoni crucchi…parevano ballerine di Can Can che alzavano la loro nervosa gambetta e poi…facevano l’inchino…in rete!
    Sarebbe stato uno spettacolo, se non avessi letto oggi delle rovine , dei danni e della rabbia dei brasiliani sfogata in tutte le città.

    E qui il discorso sarebbe da ampliare con quel che ha scritto C.G.
    Nè panem, nè circenses per il Brasile più povero!

    Nel 2006 ero a Stoccarda quando l’Italia le suonò alla Germania…e nemmeno gli oriundi italiani scherzarono allora con sfottò, bandiere e quant’altro…
    Non ci furono disordini, perchè la Polizei poco garantista aveva preventivamente messo “al fresco” i più facinorosi.
    E se la Merkel vincesse…si sbronzi pure di birra e poi…torni a ragionare con i veri problemi, che sono quelli dell’Europa…e lei lo sa!

    a me piace il rugby…perchè ha il terzo tempo amichevolmente socializzante!

    Sylvi

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro Caino,

    avrai notato che io non uso il termine “gente”, mi pare spregiativo.
    Uso “persona” “famiglia” “cittadino” “popolo”…
    Classe -casta- nobiltà- borghesia-proletariato…sono termini che riportano a privilegi economici che dopo…solo dopo…si traducono in privilegi ed effetti sociali.

    Tu, e mi spiace, non hai capito il mio significato di Popolo riferito al Concerto a Redipuglia.
    Non hai nemmeno compreso che quel Popolo a cui io mi riferivo, non era quello italiano o friulano o triestino….
    Davanti ai gradoni di Redipuglia erano rappresentati Popoli di varie lingue e varie storie…ugualmente decisi a dire che i confini si combattono con l’amicizia, con il rispetto reciproco e con la volontà di dirimere con altri mezzi, che non sia il mattatoio della guerra, ogni contesa.
    La IGM è scoppiata apparentemente per un colpo di pistola di Gavrilo Princip a Sarajevo.
    Apparentemente…le vere ragioni stavano nella volontà di supremazia di pochi potenti che tenevano in pugno i loro sudditi
    ( ecco un’altra parola che dovrebbe scomparire!).

    Leggendo e rileggendo le lettere di mio padre cercavo di capire, fra il detto e il non detto, fra il permesso e il proibito, che cosa lui pensasse della situazione in cui si trovava.
    Di tanto in tanto faceva appello alla Vittoria e alla Patria…un tributo al censore…
    Lui…era profondamente stanco, profondamente convinto della inutilità della vita infame che faceva.
    Quando sono nata io ha scritto che – vorrebbe usare il fucile solo per mirare sul campanile del suo paese, per fare festa!_.

    Ricordando allora “questo popolo” che può avere bandiere di altri colori, o lingue diverse…calpestando le stesse terre, ma in pace, in visita ai vicini, noi abbiamo la comprensione del significato di popolo che non vuole la guerra.
    Il Sacrario di Redipuglia, pur se costruito da Mussolini nel ’36 a onore dei Caduti della Grande Guerra; pur se lo stesso infame, pochissimi anni dopo mandava a sicura morte” i figli che le donne italiane avevano dato alla Patria”…ebbene questo bellissimo Monumento ora ha cambiato significato, ha cambiato senso.
    Lì accanto ci sta il Cimitero Austroungarico, 15000 tombe; poco più in là ci sta il Monte Santo ( Sveta Gora) con i morti slavi…
    e ti ripeto le parole di un Presidente Napolitano molto stupito:
    – ma qui si oltrepassano i confini senza accorgersene!-

    Già, e si sorride e si salutano altri Popoli e ad altre bandiere!

    Sylvi

  21. Caino
    Caino says:

    Egr sig Sylvi,

    io ho parlato di popoli in generale ,quelli italiani e somali in particolare,solo per chiarire
    Riguardo a quello italiano ho solo fatto degli esempi,solo per asserire semplicemente che la parola “popolo”è una definizione incerta ,abusata..quando si vogliono nascondere precisi scopi ed interessi.
    Riprendendo il tema del giorno, si sa, da sempre, che mentre le ricchezze nazionali vengono detenute da pochi,le guerre normalmente vengono fatte dalle masse,convocate, obbligate a difendere le varie patrie.
    Oggi la situazione è un poco cambiata,con l’avvento di nuove tecnologie.
    Le guerre moderne vengono combattute da “elite” di professionisti super-addestrati e quasi sempre molto ben pagate,ma le tragiche conseguenze ,pagate sempre più dai civili.
    Nella sostanza finale , cambia poco.
    Da un punto di vista più generale,nessuna guerra si fa se non è finanziata e l’investimento è una occasione di speculazione e profitto ulteriore.
    Tanto per intenderci la II guerra di indipendenza italiana fu fatta lanciando un prestito “nazionale” che fruttò se ben ricordo 30ml di lire di allora ,nessuno ci rimise degli investitori,anzi !e questo dopo che i Rotschild ed i Pereire rifiutarono la concessione ,pressati da vari fattori internazionali , Inghilterra in testa,che non vedeva di buon occhio un’alterazione degli equilibri europei,ed una pubblica opinione francese altrettanto contraria.
    Se le guerre precedenti avevano sempre comunque occulte ragione economiche, la I GM fu invece il primo vero scontro,determinato dal nascente ed ormai affermato “sistema capitalistico-imperialista mondiale.
    Se a tirare le file (come afferma lei) furono :-Apparentemente…le vere ragioni stavano nella volontà di supremazia di pochi potenti che tenevano in pugno i loro sudditi
    ( ecco un’altra parola che dovrebbe scomparire!)-pochi sì,ma con le idee ben chiare e sulla volontà di supremazia ci sarebbe da discutere se non che questa significasse supremazia sui “mercati”mondiali in via di rapida espansione.
    Gli stati nazionali votarono nei loro parlamenti i “crediti di guerrra” ,senza i quali , la IGM si sarebbe fatta con arco e frecce e poi è ancora da vedere.
    Il dramma fu il voto favorevole dei crediti di guerra delle potenti social-democrazie francesi e tedesche, che, sulla carta , avrebbero dovuto rappresentare gli interessi di quella classe che davvero nelle guerre ha solo da perderci.
    Cosa che scandalizzò Lenin, con una serie di conseguenze ben precise….come si sa.. e a rimetterci veramente le “piume” furono i capitalisti russi e gli investitori stranieri in Russia in termini di perdita totale dei patrimoni e degli investimenti…magari se lo avessero saputo..forse ,forse, ..che ne dice Lei ?

    Io non ho nulla contro i cimiteri di guerra,ma nelle commemorazioni,si abbonda di parole retoriche, si fanno appelli alla pace, ma mai, che si dica quali sono le vere ragioni della guerra, chi ci perde e soprattutto CHI CI GUADAGNA..ecco perché un” po” mi dà fastidio…,sentire parlare di pace ed amicizia tra i popoli in senso generale.
    Rispetto al passato, almeno si ha il pudore, oggi , di evitare il “trombonismo” sugli eroismi delle truppe al fronte,cosa comune ancora ai tempi delle mie elementari, quando ancora si festeggiava la vittoria,vittoria di CHI ?

    Caino

    In un certo senso , mi vengono in mente le parole di un vecchio sociologo americano il Burnham,anche se ovviamente non condivido molto delle sue “conclusioni”, ma lmeno su questa analisi ci sarebbe da riflettere : Se ciò che ci aspettiamo dal futuro,può essere basato solo da quello che ci risulta dalpassato, e se non vi è ragione di supporre che le tendenze e le condizioni che hanno impedito la democrazia nel passato cesseranno di valere per il futuro,dobbiamo credere,da un punto di vista scientifico,che l’autog0verno democratico è escluso per il futuro,come è stato assente per il passato……..nessuna società è governata dal POPOLO o da una maggioranza..tutte le società anche quelle che si dicono democratiche,sono guidate da una minoranza,la quale cerca di giustificare e legittimare in parte la sua condotta per mezzo di una formula,senza la quale la struttura sociale si disgregherebbe.

    Ora Lei capisce, che simili conclusioni ,se vere , possano portare a esiti molto differenti, io per parte mia ,da anni faccio il tifo…per una conclusione ben precisa , ovviamente, salvo restando vere le premesse di cui sopra, che possono essere contestate e falsificate…compito che non spetta di certo a me , provateci Voi.

  22. Caino
    Caino says:

    La liberalizzazione totale della vendita delle armi sarebbe da incrementare,migliorerebbe l’efficacia del sistema, aumentando il mercato.

    Caino

  23. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Scandalo spionaggio, il governo tedesco espelle il capo della Cia a Berlino.

    BERLINO – Precipita la crisi Germania-Usa sullo scandalo dello spionaggio dell’alleato tedesco da parte della National Security Agency (Nsa), della Central Intelligence Agency (Cia) e probabilmente anche di altri servizi Usa. Il governo guidato da Angela Merkel, dopo aver chiesto invano fin dall’ottobre scorso al presidente degli Stati Uniti Barack Obama di fare chiarezza sull’affaire e di garantire che Washington la smetterà di trattare gli alleati come nemici, spiandoli a loro insaputa, oggi è passato all’azione. Il massimo responsabile dei servizi d’intelligence americano nel territorio federale è stato dichiarato persona non grata ed espulso: deve lasciare il paese entro le prossime ore.
    ——————————————————————————–
    Altro che “culona” come la chiamava il Caballero di Arcore!
    Frau Merkel all’ ameregani mica gliele manda a dire, li sbatte fuori senza tanti complimenti.
    In Italia invece, programmavano persino i nostri governi.

    Paese che vai, usanze che trovi..

    C.G.

  24. Anita
    Anita says:

    La sparatoria in Texas, purtroppo e’ vera, ma la RAI da notizie sbagliate.

    La ragazza ferita e’ la figlia 15enne dell’omicida, la quale informo’ la polizia di un proggettato secondo attacco contro altri membri della famiglia.
    Fu facilmente appreso perche’ la casa degli altri famigliari e’ situata su una rotonda con una sola via d’uscita.
    La mamma era fuori Stato….
    Nessun nome e’ stato rilasciato.

    Anita

  25. Anita
    Anita says:

    L’omicida e’ lo ex zio della ragazza ferita alla testa., le notizie sono scarse perche’ l’uomo o non parla o…non lo dicono.
    La polizia non annuncia niente fino a che non hanno almeno un indizio credibile.
    Ogni minuto ne succede una piu’ o meno meritevole di pubblicita’….un fuoco ha ucciso numerose persone, incredibili incidenti stradali, treni e camion che si ribaltano…
    una nazione di quasi 330 milioni di abitanti, tra cittaduni ed illegali da varie nazioni e’ piu’ prona ad avere disastri.
    Poi gli USA metteno tutto alla luce del sole.
    Altre nazioni se ne guardavo bene.

    Anita

  26. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “è più prona (sob!) a avere disastri”…

    Anche a farne, specialmente quando mettono il naso fuori casa loro.

    C.G.

  27. Linosse
    Linosse says:

    E continuano
    Fra le víttime mortali figurano 22 bambini, 15 donne e 12 anziani. I feriti sono circa 650. Israele ha eseguito più di 800 attacchi aerei contro centinaia di obbiettivi.
    È tremendo il silenzio dei partiti che dicono TUTTI di essere contro ogni tipo di terrorismo , che non solo non condannano il terrorismo del governo israeliano, ma che nei loro mezzi di informazione addolciscono gli omicidi e il genocidio che perpetrano. Parlano dell’offensiva quando è vassallaggio perché di fronte non c’è nessuno che possa resistere ma solo chiudersi nelle loro case e vedere come uccidono i loro bambini.Contrappongono i” missili” di Hamas per giustificare quella che è la continuazione della strategia della liquidazione e dell’occupazione totale dei territori palestinesi non solo con tutti gli impressionanti mezzi militari ma soprattutto con l’ odio e barbarie che li caratterizza . È vero che ricevono “ razzi”„ ma più che effettivi sono la espressione della impotenza prima degli imprigionamenti e le torture dopo il furto di terre, l’espulsione dei loro mezzi di sussistenza, gli incendi delle case costruite in territori palestinesi, il boicottaggio criminale che finisce con la debilitazione della popolazione e uccidendo malati bambini,anziane,donne e civili indifesi…. E tutto questo con un silenzio internazionale assoluto.
    L.

  28. Caino
    Caino says:

    IL SENSO DELL’UMORISMO DEI TEDESCHI !

    Prima parte

    Egr sig Cerutti,
    in merito alle sue osservazioni n 24, si può tranquillamente asserire, come d’altronde va ripetendo una pubblicità di un’auto tedesca, da un pò di tempo, che le Tedesche non hanno senso dell’umorismo ,in genere, e la sig Angela è una tedesca.

    Seconda parte

    EUFEMISMO

    Il signore (sic!), espulso, è bonariamente chiamato il capo dei servizi d’intelligence nella Repubblica federale tedesca.
    Dalle “mie parti” si sarebbe molto più semplicemente detto che è stato mandato a casa “IL CAPO DEGLI SPIONI” LOCALI.

    Terza parte

    Certo è ,che i tedeschi né hanno fatta di strada dopo la catastrofica sconfitta della IIGM.
    Non so ,se i paraculi nostrani saprebbero fare altrettanto !

    Conclusione

    I tedeschi non hanno senso dell’umorismo , di questo possiamo star certi,altrettanto, temo,che da noi prevalga,invece ,il senso del ridicolo.

    Caino

  29. Caino
    Caino says:

    Egr sig Anita,

    che una nazione di 330ml di abitanti,sia più “predisposta” in % a certi accadimenti , non si può mettere in dubbio.
    Il numero fa la sua parte, epperbacco,così come la statistica,ma viene il sospetto ,che le condizioni ambientali ,la storia e si fa per dire, la vostra cultura di base,creino un ambiente più favorevole al propagarsi di certi fenomeni, così come le condizioni di umidità unite al caldo, fanno proliferare le fastidiose zanzare.
    In tutti i casi ,il fatto in questione, ormai non scandalizza più nessuno,fa parte del panorama ormai, si direbbe.
    In altre parole , ci si fa il callo,come alle zanzare d’estate.
    Solo che fareste bene a tenere i vostri mosconi spia a casa vostra!!

    Caino

  30. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    I piccoli razzi di Gaza di questi giorni non hanno ucciso neppure un israeliano, Israele invece ha ammazzato più di 100 persone, bambini compresi, e ne ha feriti e storpiati altri 600. NESSUNO scrive che Hamas questi inefficacissimi razzi, efficaci solo come boomerang di masochisti, li lancia per protesta contro i dieci palestinesi, compresi dei bambini, uccisi dagli israeliani nel corso delle ricerche dei tre ragazzi israeliani purtroppo rapiti e uccisi, anche se oltre a quanto dicono i servizi segreti israeliani non si ha nessuna certezza di chi siano i responsabili. Oltre ai dieci uccisi ci sono stati più di 300 feriti e mutilati e oltre 400 arresti, tutti “amministrativi”, cioè illegali.
    Che Israele si comporti in modo barbaro è cosa grave. Ma che i nostri politici e mass media ne siano sempre e comunque complici ingordi e servili è una grande vergogna e colpa barbara nostra. Nostra di italiani, europei e occidentali.
    pino nicotri

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Sempre la solita ipocrita storia degli sporcaccioni, Pino.
    Questi sono meno morti di quei tre poveri ragazzi israeliani.
    Morti di serie B ovvero un centinaio di persone inermi.
    Ma chissenefrega, sono arabi..

    Punto e a capo e alla prossima mattanza che sarà puntuale come un orologio a cucù svizzero.

    C.G.

  32. sylvi
    sylvi says:

    Un antico ricordo!

    L’11 luglio 1982, il giorno in cui allo Stadio Barnabeu di Madrid si doveva disputare la finale della Coppa del Mondo , Italia- Germania,
    noi stavamo con amici navigando verso l’isola di IZ ( Eso in italiano); è una graziosissima isoletta dalmata fra Zara e l’Isola Lunga ( Dugi Otok).
    Ricordo che ad un certo punto ammainammo il fiocco e acceso motore per poter arrivare in tempo ad ancorarci in rada per l’inizio della partita. I maschietti erano decisamente ansiosi di gettare l’ancora, infatti avevano portato una micro-televisione a batterie, ( 25×25 cm) che dovevano sintonizzare con la fantastica rete della Yugoslavia del tempo!
    Infatti le immagini che ci restituiva lasciavano più spazio alla fantasia che alla realtà!
    Comunque…la rada di Iz , che oggi è un graziosissimo porto turistico, allora era uno specchio d’acqua verde-cristallina che rifletteva mirti e tamerici, e alcune casette monopiano di un candido abbagliante sotto il sole.
    Erano i primi tentativi di sviluppo turistico; infatti gli slavi affittavano d’estate la loro casetta ai tedeschi ( con gli italiani erano ancora rapporti piuttosto difficili!) e loro dormivano in garage o cuocevano i cevapcici e le sardele nel piccolo barbecue in giardino.

    Ma so che negli anni ’50/60 anche a Lignano Sabbiadoro e a Grado accadeva la stessa cosa!!!
    Non ci fossero stati i tedeschi…che portavano i loro preziosissimi marchi!!!

    Ma torniamo a Iz: nella nostra microscopica tv non avevamo bisogno del volume…infatti dalle finestre aperte di tutte le case attorno si spandeva il suono delle TV, delle radio …in croato, in tedesco…non è che ci capissimo molto…ma il boato del gol era chiarissimo.
    Nello specchio d’acqua, dove eravamo, erano ancorate una decina di barche , per di più italiane e tedesche.
    E ci guardavamo in tralice fra crucchi e maccheroni!
    Insomma, mentre mi facevo manicure, ascoltavo l’italico, il crucco e il croato che urlavano o sospiravano.
    Per chi tifavano i croati? Io credo che aspettassero i vincitori…perchè i crucchi gli davano da mangiare, ma gli italiani correvano di più!
    Al secondo gol…un’esplosione di incredule grida…
    ma poi, quando l’arbitro alzò il pallone di fine… per pochi secondi ci fu un silenzio irreale nella baia; si sentiva lo sciabordio dell’onda sui fianchi della barca…durò poco…gli italiani gridavano : Campioni del mondo!!!-
    I croati cantavano Fratelli d’Italia ( non tutti però! siamo a Zara e molti erano ancora i ricordi sgraditi …da molte parti!).
    Dai nostri vicini tedeschi di barca …un silenzio incredulo, anche rabbioso, e per noi imbarazzante, quasi dovessimo scusarci delle vittoria!
    Io, che avevo finito la manicure, corsi sottocoperta e stappai due bottiglie di Prosecco, afferrai una pila di bicchieri di plastica.
    Mi sporsi oltre la battagliola e il candeliere e gridai ai miei vicini porgendo la bottiglia: Prosit Italien Deutchland!!!
    Nonostante i tedeschi non abbiano il senso dell’umorismo, nè gli piaccia perdere…ma il Prosecco è il Prosecco, ed era pure accettabilmente fresco!
    Siamo finiti a notte fonda, a tarallucci, prosecco e birra, fino a quando persino le cicale avevano finito di frinire.

    Il giorno dopo…nessuno che aspettasse il vento per ripartire.
    E un gran mal di testa!

    Sylvi

  33. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Caino.
    Conosco parecchi tedeschi che hanno uno spiccato senso dell’umorismo: ergo, che siano tutti crucchi è un generico luogo comune. Forse la vecchia generazione oramai estinta o in via di estinzione.
    Il fatto è che i pronipoti del Kaiser non si fanno mettere “i piedi sulla panza” dallo Zio Sam e quando lo devono prendere per il bavero non ci pensano due volte.

    Coerenza.. quella parolina a noi italiani purtroppo ancora sconosciuta. Ti ricordo i tempi nei quali i governi nostrani potevano formarsi dopo previo benestare dell’Ambasciata meregana in Via Veneto, Roma.

    Quando qualcuno come Moro decise di fare di testa sua aggregando i comunisti attraverso il cosidetto “compromesso storico”, fu accoppato.
    Forse fu coincidenza.

    Coincidenza?

    C.G.

  34. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    La storia ha dimostrato che le operazioni militari hanno sempre fallito nel portare pace e sicurezza a Gaza e in Israele.Invochiamo il cessate il fuoco e la protezione dei civili di entrambe le parti.

    Appello di 34 Ong internazionali

  35. Pasquino
    Pasquino says:

    GIOIA

    Desiderio delle tue rosse e carnose labbra,
    dei tuoi luminosi verdi occhi, che parlano,
    nella penombra del vecchio e fioco lume,
    silenziosi andavamo verso il voluto oblio.

    In cielo la pallida luna splendeva e giocava.
    Silenziosa e gemente cercavi il paradiso,
    lunghe rare parole mute, sempre le stesse,
    entra un raggio di sole, sfatti, è mattino.

    Pasquino

  36. Shalom
    Shalom says:

    Il fatto e’ che Israele non vuole affatto la pace, vuole avere tempo per rubate piu’ terra altrui possibile e uccidere quanti piu’ palestinesi possibile, costringendo gli altri a emigrare.
    Israele e’ uno Stato maledetto da Dio, perche’ ha le mani troppo sporche di sangue, si e’ abbassato a fare da servo agli occidentali e va a braccetto con i luridumi nazionalisti e i regimi arabi piu’ indecenti.
    Shalom

  37. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    A Gaza adesso lanciano “missili intelligenti” made in US anche sugli orfanotrofi. Ovviamente è una guerra preventiva, uccidono i “terroristi” palestinesi di domani..

    Peccato che le piccole vittime erano bambine disabili.

    Ma questi puzzoni che, dentro un aereo, lanciano questi gingilli sapendo benissimo quello che fanno, quando tornano a casa cosa dicono alle loro mogli e ai loro figli?
    Hanno il coraggio di guardarli in faccia?
    màh.

    C.G.

  38. Shalom
    Shalom says:

    x C. G.

    Non solo hanno il coraggio di guardarli in faccia, ma se ne vantano pure. Le mogli e i figli considerano questi vigliacchi assassini come eroi dei quali andar fieri. Tutta Israele eccetto una minoranza ormai inefficace e’ cosi': ladri, assassini, filoassassini e razzisti filoassassini e antisemiti.
    Shalom

  39. Caino
    Caino says:

    Egr sig Shalom,
    nel suo ultimo 40,mi sembra di cogliere qualche stonatura di troppo, che travalica a mio avviso,le giuste considerazioni che si possono trarre dalle vicende in atto.
    Non saprei , ma al di là della “generalizzazione”provo un senso di “stonato” (fastidio)nelle sue parole.
    Ovviamente è solo una mia impressione realista, che non ha mai attribuito ai “popoli” in generale o alle etnie, particolari pregi, né particolari propensioni.
    Sarà perché sono un materialista dialettico e storico (almeno penso), di certo non privo di passioni personali,ma mai propenso a far si che queste ultime ,mi trascinino in conclusioni “generaliste”oltremisura.

    Caino

  40. sylvi
    sylvi says:

    Io credo che nessuno dovrebbe giustificare , in nessun modo, le parole di Shalom così intrise di un odio viscerale verso chiunque sia israeliano, ….ma gratta gratta quest’astio si espande anche a chi osa in qualsiasi maniera trovare giustificazioni al diritto alla vita di milioni di persone.
    Sì, mi si dirà che sono gli israeliani i primi…ecc. ecc.
    sono assassini? Rubano la terra?
    E qualsiasi reazione abbiano i palestinesi, dal rapire e uccidere innocenti, a bombardare villaggi e città…sono sempre giustificati!
    A proposito, dove prendono tutti i soldi per comprare le armi mentre il loro popolo è in miseria???

    Credo che sia ladro chi ruba e chi tiene il sacco…dall’una e dall’altra parte!!! Da 70anni!
    Una manica di selvaggi!!! Tutti. Anche i loro compari!

    Mi resta una curiosità: io non sono mai riuscita a schierarmi da una parte sola, senza un minimo di dubbio sulle ragioni degli altri , di quelli che stanno dall’altra parte.
    Quale storia o motivazioni personali possono spingere persone ad essere così unilateralmente schierate, augurando alla parte avversa le peggiori sciagure?

    Sylvi

  41. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Stare dalla parte dei più deboli, per noi dalla pancia piena, rimane un dovere.
    Se io fossi nato in quel maledetto contesto, aver subito angherie e vessazioni di ogni genere in quel carcere a cielo aperto, forse il sottoscritto sarebbe diventato un “terrorista”.
    Chi lo sa?

    P.S. qualcuno mi spieghi cosa c’entra con la “difesa” di Israele il bombardare un orfanatrofio. Nessun covo di “terroristi” palestinesi è stato raso al suolo negli ultimi 4 giorni ma esclusivamente abitazioni civili di gente inerme.
    Vendetta? No, semplicemente altro terrorismo.

    Quello di uno Stato che si dice sia l’unica democrazia del Medio Oriente verso il quale noi occidentali ci siamo sempre chiusi gli occhi con la pece. Vuoi per l’atavica cattiva coscienza, vuoi per la nostra congenita ipocrisia.

    C.G.

  42. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Dopo l’11 settembre la comunità internazionale non è riuscita ad affrontare con mezzi politico-diplomatici nessuna crisi e a disinnescare nessuna sfida

    Giorgio Napolitano

  43. Caino
    Caino says:

    Egr sig Cerutti,

    penso che la Comunità Internazionale alla fine della II GM ha creato il problema israelo-palestinese,così penso, che solo la Comunità internazionale nel suo complesso possa risolvere la questione.
    Diversamente il problema persisterà con tutti i suoi “veleni”e derivati ,come un focolare che talvolta “esplode” e,mentre sovente giace, come ceneri non spente, in un contesto arido ,dove al minimo soffio di vento è pronto a riesplodere.
    Ora di casi come questo ne esistono altri in giro per il mondo, forse meno gravi, ma converrà con me, che “questi casi” servono,(sono utili) in diverse occasioni, in un panorama di contrasti tra potenze imperialiste,che giocano sugli scacchieri globali.
    E’ chiaro che gli “interessi locali” conoscano questo meccanismo e giochino le loro partite minori,sfruttando la situazione.
    Diversamente non si spiegherebbe e non si spiega,da un lato l’enorme sproporzione tra “quattro razzi” e i bombardamenti indiscriminati di Israele e nemmeno sotto un’altro punto di vista il persistere di provocazioni gratuite atte a provocare poi le reazioni.
    Parrebbe perfino un’oscura regia occulta, che attiva questi meccanismi.
    Ora è chiaro che i reali interessi delle popolazioni che volente o nolente “subiscono ” gli effetti, sono del tutto assenti nelle menti di chi tira i fili , tanto da un lato ,quanto dall’altro.
    Perdurando la situazione è ovvio che il terreno diventa fertile per il reclutamento di tutto e di più,mentre è spiegabile anche che da un punto di vista sociologico che Israele stessa ,abbia ormai cambiato composizione sociale, raccattando qui e là il peggio ,conferendo a questo peggio uno status civile,a predoni e ladri potenziali.
    Solo che poi si paga il “pegno” rimanendo condizionati.
    In questo panorama però lo stare con i Palestinesi ha un senso nella misura in cui si comprende che la Loro è una guerra di liberazione.Il piatto della bilancia pende dalla loro parte,ma le masse arabe in generale sono sempre più preda degli irrazionalismi religiosi,che soverchiano ormai il poco laicismo che si era instaurato.

    Caino

  44. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Illustrissimo Caino,
    il senso era quello, ovvero che stare dalla parte di una guerra di liberazione del popolo di Palestina (perchè di questo si tratta anche se per principio la guerra DOVREBBE essere l’ultima ratio) rimane un obbligo morale.
    L’arroganza delle amministrazioni israeliane che si sono susseguite ha potuto proliferare soltanto perchè l’Occidente ha taciuto e soprasseduto usando i soliti due pesi e due misure. Di quà si ammazza per la propria sicurezza e di là lo si fa per terrorismo.
    Uno sporco gioco sul quale il sottoscritto, per quel poco che può valere, non ci sta e non ha mai giocato.
    Sul fatto poi che le masse arabe siano soggette agli irrazionalismi e al plagio religioso di altrettanti cinici fottuti in palandrana mi trova d’accordo e per quanto mi riguarda, sfonda una porta aperta.

    C.G.

  45. Shalom
    Shalom says:

    X Sylvi

    Scusi, signora, ma chi ha augurato agli israeliani le peggiori sventure? Delle quali lei parla come se le avessi augurate io. Colpo di sole furlano? Io ho semplicemente detto come stanno le cose, e cioe’ che la maggioranza degli israeliani e’ quello che e’. Israele ha inoltre ucciso l’ebraismo, riducendolo a greppia ideologico religiosa della canaglia di destra ( veda certi mascalzoni che finalmente hanno mollato con la loro asfissiante presenza qui e sono andati a raccogliere pernacchie altrove). Doppiamente ovvio quindi che Israele sia uno Stato maledetto da Dio.
    Parole intrise di odio? Allude alle sue? Io non ne ho mai espresse.
    Shalom.

  46. sylvi
    sylvi says:

    caro Shalom ,

    io non mi rimangio una parola di quel che ho scritto, e il sole furlano…ma si figuri…mica siamo al sud qui…e piove e piove!
    Si rilegga lei il suo post…le parole messe in fila ordinatamente assumono un significato che va al dilà delle parole stesse!
    E sono una sfilza di parole terribili!

    E adesso, soltanto perchè, forse nell’osservare la situazione palestinese, sono un po’ più lucida …non mi venga fuori con Rodolfo , che diceva la sua a senso unico esattamente come lei!
    Cosa che io mi rifiuto di fare.
    A proposito…nessuno ha risposto alla mia domanda circa i finanziamenti dei palestinesi per acquistare armi, mentre il popolo non ha da mangiare e devono intervenire le Ass. mondiali a sfamarli!!!
    Quando dei leader politici affamano il proprio popolo e lo fanno massacrare con guerre provocate in vari modi -400 razzi ad oggi, mi pare- e gli altri dovrebbero subire e tacer?… penso allora che due sono le ipotesi: o sono così forti da buttare a mare gli israeliani e di impossessarsi dell’intera Israele e delle sue ricchezze,…oppure si arrendono e si accontentano di una pace, onorevole o meno, che per lo meno pone fine a un macello a singhiozzo che dura da troppo tempo.
    La terza ipotesi gioca a favore di Israele che rosicchierà terreno… continuerà a rosicchiare…dato che nessuna Potenza o nessuna Religione riesce a porre un freno a tanta follia!

    Sylvi

  47. Shalom
    Shalom says:

    x Sylvi

    Eh si’, gentile maestrina, colpo di sole furlano. Guardi che ad affamare il popolo palestinesi sono gli israeliani con il loro blocco criminale di Gaza e con le centinaia di criminali check point che frantumano e “filtrano” i palestinesi, ridotti in piccole enclave tipo Bantustan o riserve indiane, impossibilitati perfino ad andare a lavorare in Israele senza ore e ore di attese umilianti insopportabili. I militari israeliani, anche loro parte del popolo santo prediletto da Dio (un Dio molto distratto o cieco e sordo, o feroce in modo inaudito) si divertono a esasperare le lungaggini ai check point, dove nel corso degli anni piu’ di cento donne incinte hanno perso il nascituro costrette ad attese delinquenziali. Si informi. Vada a vivere qualcbe tempo in Palestina, anche solo a Betlemme, posto anche a lei sicuramente molto caro. Vedra’ in che condizioni animalesche sono costretti i palestinesi. Lei ha evidentemente preferito voltarsi dall’altra parte quando in una recente puntata questo blog ha pubblicato le foto dei check point.
    E questi comportamenti criminali Israele se li puo’ permettere perche’ in Occidente abbondano i colpi di sole furlani. Oltre agli ipocriti e agli affamatori.
    Shalom

  48. sylvi
    sylvi says:

    E’ il centenario dello scoppio della IGM; ne parlano giornali e tv, escono libri nuovi e ristampe di quelli vecchi.
    E io ho scoperto che molto resta da capire.

    Mio suocero era un ragazzo del ’99, e combattè sul Pasubio, e raggazzo del’99 era Hemingway che scrisse Addio alle Armi,romanzo censurato fino al 1948, perchè descrisse le vergogne della disfatta di Caporetto.
    Mio marito, forse per una coda di paglia lunga km per non aver ascoltato , o essersi annoiato ai racconti di suo padre che voleva raccontare di un ragazzino che va alla guerra …io invece lo ascoltavo, anche se troppo immenso era quello che lui raccontava rispetto alla mia capacità di comprensione…
    negli ultimi anni, gli lasciavo anche dire che “loro” erano stati più eroici di ” quelli ” che erano andati in Russia e che avevano perso la guerra.!
    Era buono, gli volevo bene!
    Insomma , meglio tardi che mai, andiamo a cercare spiegazioni a “Quella Guerra” per capire ….
    Sicuramente, ancora oggi, riscopriamo la Guerra Ufficiale, quella dei Quattro Potenti che comandano…è la guerra che capiscono Caino e anche Uroburo ( uscirà poi lui dal letargo?) immersi nei libroni di Storia, la guerra del Potere e dei Soldi.
    Quella Storia e Quella Guerra che solo pare sia comprensibile e credibile.
    Ho scoperto però, spulciando documenti, e anche cercando nei luoghi, che più di qualche serio storico mi dà ragione quando affermo che è fondamentale attaccare alla Guerra Ufficiale la guerra domestica e spicciola , quella dei luoghi e quella del popolo, termine che a qualcuno non piace, per capire e soprattutto per imparare.

    Così ieri siamo tornati, dopo parecchi anni, a vedere il Kobariski Musej di Caporetto.
    Grazie ai fondi della UE è stato ingrandito, arricchito di reperti…
    Su queste montagne, ma anche altrove, si trovano ancora oggi ossa di soldati, pezzi di armi, piccoli reperti, gavette, posate di ferro mangiate dal tempo e dalla ruggine.
    100 anni!!! E la terra restituisce ancora storie e vite passate.

    In un paio di stanze , ed è cosa molto interessante, ci siamo soffermati sulla storia di queste terre , dei suoi abitanti e dei suoi numerosissimi invasori…
    Ma a metà del Primo Millennio, regnante il Patriarcato, ci siamo persi; popoli e invasioni… pareva che tutto l’Est del Mondo fosse passato da qui, da questi monti e queste strettissime valli: Avari, Unni, Ostrogoti, Visigoti, Longobardi…
    Poi si intervallarono per lungo tempo il Leone di S.Marco e l’Aquila Asburgica; un intervallo Napoleonico e si torna all’Aquila …e siamo arrivati ai Savoia! Insomma un affollamento e una varietà
    di popoli da fare invidia ad un menu pantagruelico!
    Ma nel Museo c’erano soprattutto …i filmati, con i Generali di entrambi i contendenti…un Rommel giovanissimo e già bravo!…
    Stendevano le loro carte topografiche, segnavano gli avanzamenti e gli arretramenti …pochi metri e centinaia e centinaia di morti!
    Mi parevano bambini fanatici che giocavano a spostare su e giù i soldatini di plastica che cadevano, cadevano…ma i bambini poi li rimettono almeno in piedi!
    Loro, gli str…i non ci pensavano!!! E non sporcavano sicuramente i loro lucidi stivali nel sangue dei caduti!
    Il Museo è in Slovenia, racconta anche la storia “degli altri, dei loro”…e racconta la “nostra ” con rispetto pur senza rinunciare alla verità.
    ” …l’esercito in rotta da Caporetto non potè far saltare il ponte sul Tagliamento perchè invaso dalle popolazioni friulane in fuga.
    Si posizionò sulle rive del Piave!” Nient’altro!

    Siamo usciti e abbiamo risalito la valle dell’Alto Isonzo; tragitti splendidi, piccole strade che si perdono in mezzo al verde e con la striscia d’acqua dell’Isonzo, Soca in sloveno, che scorre impetuosa, man mano che risali alla sorgente.

    Che cosa abbiamo imparato?
    Che quei morti, e nemmeno quelli venuti dopo, non sono morti invano se possiamo, grazie a loro, parlarci e sorriderci fra ex-nemici. E se possiamo fermarci al bar o in macelleria a raccontare serenamente delle nostre vite.
    Ma ci sono voluti 70anni e moltissime sofferenze da entrambe le parti. E volontà da entrambe le parti!

    Chi vuol capire…capisca!

    Ps: Dove un tempo c’era la cosiddetta terra di nessuno, fra le due dogane, sorgeva da sempre un free shop; a Caporetto era piccolino, non come a Gorizia e a Trieste , ma molto ben fornito.
    Anche al tempo della Yugoslavia ci andavo a fare la spesa: benzina, carne, salse e sottaceti dove loro sono maestri, un po’ di tutto insomma. I Lego per i bambini a ottimo prezzo; ma sigarette soprattutto che costavano e ancora costano poco più della metà che in Italia.
    La battaglia con i finanzieri italiani era sempre aspra: imbrogliavo sul peso della carne, nascondevo le sigarette, pietivo la loro comprensione sui giocattoli che mi servivano a scuola come sussidi didattici…si sa che lo Stato Italiano…dicevo…
    Credo facessero spesso finta di credermi per sentire come raccontavo le balle!!! Si annoiavano in mezzo ai monti!
    Non mi hanno mai fatto restituire la merce sovrabbondante!

    Sylvi

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