Attacco aereo di Israele all’Iran? Tecnicamente impossibile: può servire solo a voler costringere gli Usa a intervenire militarmente

Le guerre peggiori scoppiano d’estate. Forse perché il gran caldo fa impazzire non solo le menti deboli. La prima guerra mondiale iniziò il 28 luglio, la seconda il 1° settembre, l’invasione israeliana del Libano che portò alla mattanza di Sabra e Chatila scattò il 6 giugno. Sta dunque per esplodere anche la guerra di Israele contro l’Iran? Quasi tutti lo danno per certo. Netanyahu, Barak, Lieberman e il loro rabbino di riferimento Josef Ovadia, che prega per “la distruzione dell’Iran”, forse hanno tutte le rotelle a posto, ma sono spinti da uno zelo politico “religioso” (!) tipico dei fanatici pericolosi sotto ogni cielo. E in effetti il governo israeliano sta costruendo caparbiamente la legittimità morale della sua guerra contro Teheran senza tenere in conto – almeno in apparenza – neppure i sondaggi che dimostrano come la gran parte degli israeliani sia contro questa nuova guerra: 42% di no contro il 32 di sì, il resto è incerto. Se poi si dovesse tener presente il parere dei palestinesi che di fatto vivono insaccati in enclave interne a Israele, pari a 2,1 milioni di persone, e quello degli arabi con cittadinanza israeliana, il 20% della popolazione israeliana, pari a quasi un altro milione e mezzo di persone, ecco che quel 42% schizzerebbe molto più in alto. Ma in Israele i non ebrei non hanno molta voce. E la stampa è impegnata a suonare la grancassa a favore del governo  in modo da coprire o diluire le voci critiche. Eccone un buon campionario, scelto non da me, ma da chi è per Israele senza se e senza ma, sempre e comunque, e come se non bastasse spinge anche per la guerra all’Iran: http://www.israele.net/articolo,3513.htm .

Senza contare l’atteggiamento di parte di alcune comunità all’estero, come quella che in Italia si riconosce nella linea isterica di  Informazione Corretta, il cui motto è in pratica l’allucinante e allucinato “Armiamoci e partite”, con la strana pretesa di insegnare agli israeliani cosa devono fare e di spingerli alla guerra restandosene però loro comodamente al calduccio e al sicuro in Italia e altrove lontano da Israele.

Dato che abbiamo nominato il rabbino Ovadia, che nonostante le apparenze e i vestiario bizzarro NON è una innocua figura folkloristica, ma il capo carismatico di un partito di governo e di destra “religiosa” ultra ortodossa, cioè di ultra destra, qual è il partito Shas, vale la pena fare una domanda. Questa: perché quando Ovadia parla di “distruggere l’Iran”, cioè un Paese di 70 milioni di persone, facciamo un sorriso e non lanciamo allarmi, mentre quando, barando sulla traduzione, le stesse cazzate le dice Ahmadinejad nei confronti di Israele, che di abitanti ne ha un decimo dell’Iran, suoniamo le sirene d’allarme e ci strappiamo vesti e capelli invocando la guerra all’Iran?

Se l’invasione dell’Iraq è stata possibile grazie alla frottola avvalorata dagli Usa che Saddam produceva armi atomiche, il colpo all’Iran si basa su più frottole e allarmi assurdi. Si afferma infatti che Teheran sia arrivata ad arricchire l’uranio 238, militarmente inutilizzabile, fino al 20% di uranio 235, l’isotopo utile per produrre una bomba atomica perché molto più instabile e quindi idoneo a innescare la fulminea reazione a catena che scatena l’esplosione. Ma le atomiche si fanno con l’uranio arricchito almeno al 90-95% di uranio 235, mentre con quello al 20% si possono fare solo attrezzature mediche o per altre applicazioni industriali, ma certo non ordigni esplosivi. Arrivare al 90-95% di arricchimento è per gli iraniani semplicemente impossibile. Ma andiamo per ordine

Sono 20 anni che l’establishment israeliano predica l’inevitabilità dello scontro militare con l’Iran. Già nel 1992 il neo primo ministro Yitzak Rabin nella sua prima visita negli Usa si spese non poco per convincere la Casa Bianca che l’Iran è un pericolo troppo grande per gli interessi e la sicurezza di Israele. Però Rabin, che come è noto è finito ucciso da un fanatico israeliano, si oppose alla guerra contro Teheran, come vi si oppose in seguito lo stesso Ariel Sharon, nonostante le pressioni e le pretese dei capi militari. Tra i quali spiccava il generale Ephraim Sneh, uno dei comandanti del raid ad Entebbe del 1976 nel quale perse la vita, unico tra gli israeliani, Yonatan Netanyahu, fratello dell’attuale primo ministro. E’ dal  1993 che Sneh avverte:  “Carthago delenda est”, dove per Carthago non si intende più Cartagine, bensì Teheran: “l’Iran è pericolo strategico per lo Sato di Israele”, usa dire Sneh agitando il suo corposo dossier per dimostrarlo.

E’ proprio Sneh a non lasciare oggi adito a dubbi di sorta: “Non parliamo di risposta a un attacco iraniano: a Israele spetta infatti la prima mossa”. Per giunta, il generale aggiunge: “La rappresaglia iraniana sarebbe dolorosa, ma sostenibile”. Il governo prevede infatti una guerra lampo di soli 30 giorni e un massimo di appena 600 vittime civili israeliane. Chi non è d’accordo perché ritiene non concreta la minaccia di un attacco iraniano e catastrofiche le conseguenze di un attacco israeliano, viene sostituito. E chi ritiene illusoria come sempre l’idea della guerra lampo, detta anche Blitzkrieg con il termine coniato dai tedeschi della seconda guerra mondiale,  non viene ascoltato. Un anno e mezzo fa venne destituito l’allora capo del Mossad, generale Meir Dagan. All’ex capo di stato maggiore delle forze armate Gabi Askhenazi, l’uomo che diresse la sanguinosa invasione di Gaza nota come “Piombo fuso” e che oggi non ritiene realistico un attacco dell’Iran contro Israele, non viene dato credito.

Ma come stanno le cose sul piano strettamente militare? Vediamo.

L’aviazione israeliana non ha portaerei, motivo per cui i suoi velivoli devono decollare da aeroporti israeliani. Non possiede bombardieri a lungo raggio come i B-1 e B-2 degli Usa, e neppure una gran flotta di aerei cisterna per rifornimenti in volo. Israele sarebbe quindi costretta a sorvolare spazi aerei altrui. La via diretta per Natanz, sede di una centrale nucleare ritenuta “sospetta”, a torto visto che un’autostrada trafficata anche da turisti, due anni fa me compreso, vi passa a più o meno 200 metri di distanza,  conta quasi 1.800 chilometri sorvolando Iraq e Giordania. Responsabili militari del cielo iracheno sono gli Usa, che non darebbero certo il permesso di sorvolo visto che non sono d’accordo con Netanyahu.

Non resta che passare sopra l’Arabia Saudita, con un percorso di 2.400 chilometri, o sorvolare la Turchia, su una rotta di 2.200 chilometri. Sia l’Arabia Saudita che la Turchia sono però alleati degli Usa e possiedono una notevole forza aerea, fornita dagli Usa. In più la Turchia fa parte della Nato e ospita una grande base aereonautica a mezzadria con gli Usa che verrebbe a trovarsi proprio sulla rotta dei velivoli israeliani.

Tutto ciò comporta due conseguenze. La prima – anche ammesso che nessuno degli Stati sorvolati abusivamente reagisca – è che sarebbe impossibile l’effetto sorpresa. La seconda è che sarebbero impossibili ulteriori ondate di attacchi israeliani. Infatti, anche se colti di sorpresa al primo sorvolo, in seguito tutti gli Stati in questione, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Turchia sarebbero invece in grado di reagire. E la loro reazione  comporterebbe per Israele conseguenze pesanti, con problemi irrisolvibili. La violazione dei cieli iracheni metterebbe inoltre gli Usa in una posizione con Bagdad più brutta di quella attuale e un’eventuale seconda ondata di bombardamenti provocherebbe quasi di sicuro la crisi definitiva tra l’Iraq e gli Usa.

Come seconda ondata di bombardamenti, a Israele non resterebbero che i missili lanciati dai suoi sottomarini. Ma i missili costano molto più delle bombe e Israele nei sottomarini e navi militari di superficie non ne possiede in grande quantità.

Facciamo ora un po’ di conti: con quali velivoli avverrebbe l’attacco ordinato da Netanyahu? Israele possiede 25 cacciabombardieri  F 151, dotati di 2.500 chilometri di autonomia di volo, e 100 cacciabombardieri F 161, la cui autonomia di volo secondo indiscrezioni israeliane può essere di 2.100 chilometri, ma negli Usa se ne accreditano solo 1.500-1.600. In conclusione, 125 cacciabombardieri in totale potrebbero colpire molti siti iraniani, ma non tutti e non con attacchi multipli. Dopo avere colpito, per tornare in patria avrebbero comunque bisogno di essere riforniti in volo. Ma non ci sono aerei cisterna sufficienti. E comunque al momento della delicata manovra di rifornimento in volo su un Paese sovrano, il cui spazio aereo è stato violato per una aggressione non condivisa, sia i cacciabombardieri che gli aerei cisterna diverrebbero bersagli fin troppo facili.

Insomma, per risparmiare carburante gli israeliani dovrebbero sorvolare la Giordania e l’Iraq, vale a dire due Stati  in rapporti stretti con gli Usa, il che autorizzerebbe il mondo intero a credere che in realtà Natanyahu agisca su mandato o disco verde di Obama. Cosa che renderebbe impossibile per gli Usa di proseguire l’attuale politica nel medio Oriente, vanificando soprattutto quanto fatto in Iraq.

Oppure non resta che utilizzare come aerei cisterna metà degli F 161, cosa possibile se al posto delle bombe li si carica di serbatoi di carburanti. Ma questo significa che l’attacco verrebbe sferrato non con 100, ma solo con 50 degli  F 161 in dotazione a Israele. Se poi dovessero rifornire in volo anche gli F 151, ecco che gli F 161 utilizzabili per l’attacco scendono ad appena 25 velivoli. Sommati agli F 151, viene fuori la cifra di 50 aerei utilizzabili. Come dire che l’attacco dal cielo è fallito in partenza, perché non può assolutamente colpire tutto ciò che secondo gli israeliani c’è da colpire.

Conclusione? Le conclusioni sono due:

+ o si usano solo 50 aerei, con rifornimenti in volo più o meno da tiro al piccione, o se ne usano al massimo tutti e 125, ma per una unica ondata. Impossibile che colpiscano tutti gli obiettivi indicati dai servizi segreti. Impossibile, in particolare, che possano colpire eventuali obiettivi scoperti nel corso e a causa delle operazioni di sorvolo e bombardamento.

+ In ogni caso, i programmi nucleari iraniani, ammesso che puntino davvero alla bomba atomica, verrebbero ritardati per non più di un paio d’anni, ma certo non cancellati.

Neppure Israele si può permettere il lusso di bombardare l’Iran ogni due anni…. Né di praticare in eterno la politica del bombardare a suo piacimento i Paesi che non le obbediscono o, come fa in Iran, di assassinarne gli scienziati atomici e sabotarne con virus informatici gli impianti.. E qui vale la pena di notare che bombardare un Paese o accopparne suoi cittadini costituisce atti di guerra, che da soli legittimerebbero la reazione militare degli interessati. Che però sono evidentemente più saggi e sani di mente di quanto si vuole far credere, visto che si guardano bene dal restituire pan per focaccia. Cosa succederebbe se fosse l’Iran o l’Egitto o la Siria o l’Arabia Saudita a bombardare gli impianti di produzione di armi nucleari di Dimona, in Israele, o a uccidere suoi scienziati nucleari? Forse che Israele ha più diritti degli altri Stati? Certo che no. Certe cose le può fare solo perché è militarmente più potente, ma il diritto non c’entra assolutamente nulla se non il solito diritto del più forte. Che però alla lunga diventa un boomerang e produce disastri, come dimostrano i libri di Storia.

Aggiungo che fa un brutto effetto sentire personalità israeliane vantarsi di “armi segrete la cui esistenza abbiamo tenuto nascosta anche ai nostri alleati americani”, armi segrete che a loro dire garantirebbero la vittoria istareliana. Verso la fine della seconda guerra mondiale c’era un tale di nome Adolfo e un altro tale di nome Benito che promettevano la vittoria parlandosi addosso proprio di armi segrete….

Insomma, il colpo risolutivo come quello che distrusse gli impianti nucleari iracheni a Osirak e l’altro che distrusse la centrale nucleare (per uso civile!) in costruzione in Siria NON è replicabile con l’Iran. Che ha imparato dalla Corea del Nord a costruire a grande profondità tutto ciò che non può correre il rischio di essere bombardato. Dato che ci siamo, varrebbe la pena osservare che non è proprio il massimo della civiltà costringere Paesi sovrani a ridursi come le talpe…. Ma tant’è, abbiamo fatto anche di peggio.

Passiamo ora alla questione dell’allarme lanciato con la scusa dell’uranio arricchito al 20%. Che non serva per fare bombe lo abbiamo già detto. Vediamo ora perché gli iraniani non potranno arrivare a produrre quello arricchito al 90-95% se non in tempi biblici. Per arricchire l’uranio, estraendo il rarissimo 235 dalla gran massa di 238, è necessario trasformare il minerale in gas esafluoruro d’uranio e farlo passare attraverso almeno 40.000 ultracentrifughe. Le quali schizzano via man mano un po’ alla volta dal gas il 238, più pesante del 235, e trattengono quest’ultimo per passarlo ognuna all’ultracentrifuga successiva. In modo che, non prima di 40 mila passaggi successivi, si arrivi ad ottenere piccoli quantitativi arricchiti al 90-95% di uranio 235.

L’Iran però di ultracentrifughe ne possiede al massimo tra le 5 e le 7 mila. Non ha le tecnologie necessarie per costruirle e non troverà mai nessuno che gliene venda altre 35 mila.  Ecco perché l’allarme lanciato per fare accettare all’opinione pubblica l’aggressione all’Iran è un allarme fasullo, basato su una grande frottola. Con buona pace dei giornali secondo i quali  con il minerale arricchito ad appena il 20% l’Iran passerebbe subito a produrre “varie superbombe atomiche”. Come se la Fisica nucleare fosse un’opinione….

Certo, le atomiche si possono produrre anche con il plutonio, ma anche in questo caso ci vuole una tecnologia molto particolare. Tanto particolare che nessuno, onde evitare il ridicolo, solleva questo tipo di allarme contro l’Iran.

Veniamo infine all’ipotesi estrema, e cioè che gli iraniani riescano a lanciare una o due atomiche su Israele. Ipotesi da fantascienza per due buoni motivi. Il primo è che il Segretario di Stato Usa, signora Hilary Clinton, ha già chiarito pubblicamente che il governo di Teheran non farebbe in tempo neppure a mettere il primo missile in posizione di lancio che “verrebbe ridotto all’epoca delle caverne”. Ridotto alla preistoria da una grandinata di missili a testate atomiche lanciati dalle navi Usa di stanza nel Golfo Persico e dintorni.

Il secondo motivo è che anche ammesso, ma non concesso, che gli iraniani facessero in tempo a lanciare ordigni nucleari su Israele, è sicuro che verrebbero comunque cancellati dalla faccia del pianeta dalla rappresaglia Usa e soprattutto israeliana: i missili con testate nucleari di Israele sono infatti già da tempo puntati su una serie di obiettivi iraniani.

Non ha quindi nessun senso parlare di atomiche iraniane lanciate su Israele, si tratta solo di propaganda su un tema che vede l’opinione pubblica tanto ipersensibile quanto del tutto ignorante, alla quale quindi si può dare da bere di tutto per suscitarne le reazioni nella direzione voluta. In Israele e nell’intero Occidente ha fatto presa quanto dichiarato da un intellettuale pur moderato come Benny Morris, studioso che ha smontato quasi tutte le versioni ufficiali, tutte edificanti, sulla nascita dello Stato israeliano mostrandone una ben diversa realtà storica. “Gli iraniani sono spinti da una logica superiore. E lanceranno i loro razzi. Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”.

Parole suggestive, che colpiscono nel profondo, ma che non hanno nessuna base reale. Evidentemente fondate sul razzismo, visto che   bollano gli oltre 70 milioni di iraniani come incivili desiderosi di genocidio altrui e proprio! Perché il grave allarme di Morris non ha nessuna base reale? Due motivi li abbiamo spiegati prima, ma ce ne sono almeno altri due.

Il primo degli altri due motivi è che in Israele c’è Gerusalemme, con la sua Spianata delle Moschee, e ci sono non pochi altri luoghi sacri anche per l’islam, come per esempio la mosche di Abramo a Hebron. Nessuno Stato islamico potrebbe mai arrivare a distruggerli, tanto meno uno Stato retto da una teocrazia come quella iraniana, che non a caso ha dato all’Iran il nome di Repubblica Islamica. Né più e né meno come il Vaticano non lancerebbe mai atomiche su Gerusalemme o Betlemme o Nazareth e Israele non le lancerebbe mai su quella che era Ur, oggi in Iraq, perché da quella città secondo la tradizione provenivano Abramo e la sua gente.

Il secondo degli altri due motivi è che dentro i confini dello Stato israeliano tra palestinesi, 2,1 milioni di esseri umani, e arabi israeliani, un altro milione e mezzo, vivono 3,6 milioni di islamici. Nessuno Stato islamico oserebbe massacrarli se non in una guerra direttamente  contro di loro. E insistere sulla volontà di martirio di TUTTI gli islamici è solo pura demagogia, razzismo della peggior specie. Né più e né meno come dire che tutti i cattolici aspirano al martirio per imitare Cristo o che gli ebrei della Germania nazista accettavano con entusiasmo le camere a gas.

Facciamo ora l’ipotesi che non ci auguriamo neppure da lontano, e cioè che gli iraniani impazziscano e riescano a fare arrivare a destinazione un paio di atomiche. Davvero “Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”, come sostiene non solo Morris? Anche qui, bisogna evitare di dire cose suggestive, patetiche, comprensibilmente dolorose, ma assurde. Come è noto, gli Usa hanno lanciato due atomiche sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki. Ma né per il Giappone né per le due città c’è stato il “tutto finito in pochi minuti”, eccetto la vita di oltre 150 mila persone, che è comunque un danno mostruoso, inaccettabile. Sia Hiroshima che Nagasaki sono ancora lì dove si trovavano, non sono state cancellate dalla faccia della Terra: pur distrutte, sono risorte. Ancor meno sarebbe quindi cancellabile l’intera Israele.

Per arrivare al “Tutto sarà finito in pochi minuti” ci vorrebbero bombe atomiche o bombe H da almeno 50 megatoni. I sovietici ne fecero esplodere per esperimento una addirittura da 100 megatoni. Ordigni mostruosi, ne basterebbe uno fatto esplodere a una certa altezza sull’Italia per renderne inabitabile a causa delle radiazione almeno un terzo per secoli e secoli. Ordigni quindi di nessuna utilità militare, utili solo come deterrenza estrema. Ma per produrre un ordigno nucleare da 50 o 100 megatoni ci vuole tanto di quell’uranio 235 o tanto di quel plutonio che l’Iran non se lo può neppure sognare. Con una bomba H l’uranio 235 o il plutonio servirebbero in quantità molto minore, perché le H usano le atomiche solo come detonatore per portare di colpo a una temperatura di vari milioni di gradi una massa di elio liquido provocandone così la fusione nucleare che scatena l’inferno. Ma anche le H sono per l’Iran pura fantasia, si tratta di ordigni che non possiede neppure la Cina.

Conclusione? Le conclusioni sono due. La prima è che l’attacco all’Iran NON ci sarà. A meno che Netanyahu punti a coinvolgere gli Usa costringendoli ad accorrere in soccorso di Israele per difenderla dall’inevitabile rappresaglia iraniana. E magari a sabotare la rielezione di Obama per punta all’elezione del candidato repubblicano che s’è già dichiarato pronto ad assaltare l’Iran con Israele. Ma un tale gioco obtorto collo potrebbe non piacere affatto al popolo americano, fallire e travolgere quindi Netanyahu. E’ vero che gli ebrei negli Usa sono oltre 6 milioni e mezzo, Bernardo Valli su Repubblica ha scritto che sono mezzo milione di più di quelli che vivono in Israele, ed è anche vero che sono molto potenti e influenti, ma a parte il fatto che NON è vero che sono tutti pro Israele senza se e senza ma, resta il fatto che il totale degli  statunitensi è oggi di 302 milioni, vale a dire molti ma molti di più dei 6-7 milioni di ebrei. E potrebbero anche non dico incazzarsi, ma svegliarsi accorgendosi finalmente che, come sostengono in molto da tempo, la politica Usa pro Israele sempre e comunque NON fa gli interessi statunitensi. L’eventuale decisione di Netanyahu di attaccare l’Iran per trascinare nel conflitto gli Usa equivarrebbe di fatto a un esproprio del potere decisionale della Casa Bianca, vale a dire a una dichiarazione di guerra di Israele contro gli Usa, né più e né meno. Sono certo che in Israele se ne rendano conto anche nel governo, dove infatti ci sono sei ministro pro attacco all’Iran e sei contrari. Contrari anche il presidente della Repubblica Simon Peres e quasi tutti i capi militari specie quelli dei servizi segreti. E le manovre di Netanyahu per piazzare suoi fedeli nei posti più nevralgici cominiano a somiglia secondo alcuni a un golpe. Ciò non vuol dire che Peres e gli latri contrari all’attacco all’Iran siano diventati di colpo tutti pacifisti, ma semplicemente che preferiscono attaccare l’Iran d’amore e d’accordo e assieme con gli Usa, cosa che non è fattibile prima del marzo 2013, ammesso che alla Casa Bianca a marzo impazziscano di colpo.

La seconda conclusione deriva dall’impossibilità di tenere a cuccia tutti i Paesi arabi o islamici del Medio Oriente e bombardarli ogni volta che pensano alle atomiche. Ed è ancor più impensabile pretendere che mentre Israele ha un poderoso arsenale atomico gli altri Stati debbano invece rinunciarci altrimenti vengono bombardati. In definitiva è legittimo che gli altri Stati limitrofi non gradiscano affatto un tale arsenale e se ne sentano minacciati, come – lo vedremo meglio tra poche righe – fa notare lo scienziato nucleare ed ex tenente colonnello israeliano Uzi Even. Certo, Israele è uno Stato civile, che mai userebbe le atomiche almeno non per primo. Ma ciò che è vero oggi non è affatto detto sia vero anche domani. La Germania del secolo scorso era forse lo Stato più civile e con la cultura più formidabile dell’intera Europa in vari campi. Eppure è poi arrivata al nazismo e ai suoi orrori.

La Storia dimostra che il futuro è imprevedibile e che in futuro può impazzire qualunque Stato, anche Israele.  La conclusione è quindi che l’unica soluzione è il disarmo atomico di TUTTO il Vicino e Medio Oriente, compresa Israele. Da fonti vicine a Netanyahu mi è stato detto due o tre anni fa che Obama ha posto con franchezza questo problema al governo israeliano, proponendo nel frattempo una soluzione simile a quella pakistana: “Per ora vi tenete le atomiche, però le mettete sotto custodia anche nostra”. Se questa richiesta è stata davvero fatta non si può escludere sia uno dei motivi del gelo di Netanyahu&C verso Obama.

La realtà è più prosaica. Oltre alla ferrea volontà occidentale di non perdere il potere di controllo del petrolio mediorientale, che alimenta il mondo, c’è l’altrettanto ferrea volontà di non permettere ai Paesi islamici non filo occidentali di sviluppare grandi capacità industriali. L’Iran ha bisogno delle centrali nucleari non per costruire atomiche di soppiatto, ma per produrre energia elettrica utilizzando meno petrolio in modo da poterne vendere di più e avere così più quattrini per finanziare il suo impetuoso sviluppo industriale e infrastrutturale (strade, ferrovie, metropolitane, porti, ecc.). Israele ha distrutto la centrale nucleare in costruzione in Siria non già per il solito campato per aria pericolo di essere bombardata con le atomiche, ma per impedire alla Siria di poter disporre di energia elettrica in quantità sufficiente per svilupparsi di più e meglio, dato che la Siria non ha petrolio e quindi deve anch’essa spendere somme enormi per acquistarlo all’estero. La destra israeliana non sopporta l’idea di Paesi arabi o islamici industrialmente potenti.

Visto che parliamo di atomiche e Iran, è bene ricordare che l’allora scià di Persia Reza Pahlavi ebbe dagli Usa il permesso di comprare il formidabile laboratorio di fisica nucleare del M.I.T., vale a dire del Massachusett Institute of Technology. Il motivo dell’acquisto lo spiegò con orgoglio lo stesso scià: “Intendiamo arrivare quanto prima alla produzione di bombe atomiche iraniane”. Intenzione che al governo Usa andava bene perché all’epoca l’Iran dello scià era un prezioso alleato confinante con l’Unione Sovietica e faceva comodo poterle eventualmente lanciare contro ordigni nucleari da così vicino. Lo shopping al M.I.T. per fortuna non andò in porto per la decisa ribellione di studenti e docenti universitari, tra i quali primeggiava Noam Chomsky, uno dei massimi intellettuali esistenti al mondo ed ebreo in forte polemica con Israele. Se invece l’affare fosse andato in porto, cacciato lo scià il regime teocratico iraniano le bombe atomiche se le sarebbe già trovate bell’e pronte in casa,  senza il bisogno delle prolungate acrobazie di cui viene accusato ormai da almeno 20 anni. E senza la moria di scienziati nucleari che è opinione diffusa siano stati man mano eliminati dai servizi segreti israeliani.

Il precedente iraniano dimostra che se anche in Israele ci fosse un cambio di regime, cosa che nessuno può onestamente escludere, il suo arsenale atomico non è detto resti in buone mani.

Duole dover rilevare che in Italia intellettuali come Vittorio Messori, cattolico a 24 carati, ha a suo tempo scritto che è inevitabile per Israele usare le atomiche, e usarle per primo, per difendersi dai nemici arabi. Una dichiarazione grave, che purtroppo nessuno ha censurato né contestato e neppure criticato.

Una via d’uscita da questo scenario infernale che si addensa anche sulle nostre teste l’ha suggerita lo scienziato nucleare israeliano Uzi Even: “Chiudere gli impianti nucleari di Dimona, che oltretutto sono tra i più vecchi del mondo, e che prima o poi dobbiamo demolire. Il mondo arabo, e certo anche l’Iran, è convinto che Israele ha un grande arsenale atomico”. Da notare che Even ha lavorato proprio a Dimona con il grado di tenente colonnello. E che ha anche aggiunto, con evidente cognizione di causa: “L’Iran nuclearizzato è qualcosa con cui possiamo convivere”. Una dimostrazione in più che Netanyahu e i suoi supporter mentono sapendo di mentire o hanno una visione distorta del mondo.

Duole dover informare che il libretto “L’Iran e la Bomba”, edito dal giornale Il Sole 24 Ore e  scritto da Giorgio Frankel, accredita a Israele un arsenale atomico assolutamente spropositato per la sola deterrenza e sospetta la produzione anche di bombe H e perfino di bombe N. Quest’ultime sono bombe atomiche a esplosione debole che generano però una tempesta di neutroni capace di ammazzare ogni essere vivente, ma di lasciare in piedi tutti i manufatti, palazzi, industrie, ponti, dighe, ecc. Sia le H che le N sono creature di Edward Teller, un ebreo statunitense. Che come tale potrebbe in linea teorica avere fatto arrivare a suo tempo a Tel Aviv informazioni utili a realizzare anche quegli ordigni. Così come i coniugi Rosenberg, ebrei anche loro ma comunisti, furono condannati alla camera a gas per avere fatto arrivare all’Unione Sovietica le informazioni per produrre bombe atomiche “semplici”, quelle cioè a fissione sperimentate “in corpore vili” sul Giappone. Frankel è un ebreo torinese di origine rumena, niente affatto sospettabile di essere una testa calda islamica o filo islamico. E Il Sole 24 Ore non è certo un organo votato alla sharia.

Teller era di origine ungherese, fuggì negli Usa per evitare le persecuzioni naziste, nel 1991 venne insignito del Premio Nobel per la Pace e il 23 luglio 2003 il presidente George W. Bush lo insignì della Medaglia Presidenziale della Libertà.  Era infatti allora opinione comune che l’esistenza di ordigni così infernali come le H e le N avrebbero messo le guerre al bando della Storia del genere umano. Speriamo sia vero….

236 commenti
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  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Il nostro doppiopesimo e la nostra ipocrisia non si smentiscono mai. Tante urla per le tre Pussy Riot, solo perché vanno contro Putin, e silenzio assoluto sulla ben più massiccia repressione anche delle idee e dell’informazione in Bahrein.
    +++++++++++

    http://www.osservatorioiraq.it/bahrein-il-vostro-silenzio-è-la-nostra-condanna

    Bahrein. “Il vostro silenzio è la nostra condanna”

    Stamattina (4 settembre), la Corte d’appello di Manama ha ufficialmente rigettato l’istanza presentata dai legali di 20 attivisti, blogger e oppositori politici. Confermate tutte le sentenze emesse l’anno scorso dal tribunale militare incaricato del caso: 7 condanne in contumacia, 8 ergastoli e pene non inferiori ai 15 anni di reclusione. Tra loro anche Abdulhadi al-Khawaja. 
     
     di Marta Ghezzi da Amman
     
    “Il verdetto di oggi non è che il riflesso dello stato in cui versa il sistema giudiziario in Bahrein. Lo sappiamo benissimo che non è né giusto né indipendente. Quello di oggi è il risultato del sostegno che il regime ha ottenuto grazie al silenzio della comunità internazionale e alla mancanza di provvedimenti contro la continua violazione dei diritti umani”.
    Così scriveva Maryam al-Khawaja, figlia di Abdulhadi al-Khawaja e presidente ad interim del Bahrain Centre for Human Rights (BCHR), poche ore dopo la sentenza che condannava suo padre all’ergastolo dal suo account Twitter.
    A tacere invece dalla fine di luglio è l’account dell’altra figlia, Zainab, arrestata durante una manifestazione in solitaria per la liberazione del padre e ancora oggi detenuta: per la seconda volta il suo processo è slittato, con una nuova udienza fissata per il 10 settembre.
    Ed è proprio la grande copertura che i social network danno alle vicende dell’arcipelago a far tremare la terra sotto il trono: Bahrain Watch, gruppo di studio indipendente sulle questioni legate alla politica bahreinita, dichiara sul suo sito che la casa regnante avrebbe sborsato l’interessante cifra di 32,5 milioni di dollari per assicurarsi la “giusta” copertura mediatica tra Stati Uniti e Gran Bretagna.
    Mentre dietro alle sbarre, in attesa di essere ascoltato per l’ennesima volta, e proprio a causa delle opinioni espresse tramite le reti sociali, resta ancora Nabil Rajab, direttore del BCHR, già condannato a 3 anni di reclusione.
    Nella stessa giornata di martedì, il ministro delle Finanze bahreinita Shaikh Ahmed bin Mohammed Al-Khalifa e l’ambasciatore kuwaitiano a Manama Shaikh Azzam bin Mubarak Al-Sabah firmavano l’accordo definitivo per la prima tranche del pacchetto di ‘sviluppo’ accordato al piccolo Stato arabo dal Consiglio di cooperazione del golfo (GCC): 2,5 miliardi di dollari all’anno, con una partecipazione del Kuwait per 10 miliardi sul totale.
    Un finanziamento che dovrebbe servire per la costruzione di abitazioni, strutture pubbliche e infrastrutture.
    A dirigere i lavori del Gcc è Abdullatif bin Rashid Al-Zayani, bahreinita, nomitato segretario generale del GCC nell’aprile 2011, all’indomani dell’inizio della protesta popolare contro la casa regnante degli Al-Khalifa.
    Già capo della Pubblica Sicurezza del Bahrein nel 2004, nel 2010 era passato al ministero degli Esteri come consigliere.
     
    4 settembre 2012

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.

    Bèh, nel Bahrein fanno un Gran Premio di Formula uno.
    Mica si pò disturbare il business…

    C.G.

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    riferendomi a quello che scrive Rodolfo a proposito di ricchi e poveri, provo a spiegare perchè, almeno in parte , la disuguaglianza economica sia il prodotto di più fattori.
    La butto sul personale, per spiegarmi: noi non siamo ricchi, ma nemmeno poveri…siamo là in mezzo alle brume!
    Quando ci siamo sposati eravamo poveri, ma proprio poveri…un po’ perchè a chi ci poteva aiutare non volevamo chiedere, gli altri non avevano!
    Abbiamo fatto con le nostre forze.
    Il mio stipendio sicuro non serviva a scialacquare, ma permetteva a mio marito di rischiare.
    Ecco, sta tutto qua …chi rischia per migliorare, per guardare oltre, e chi vive il presente.
    Naturalmente avevamo salute, e non è ininfluente, lavoravamo entrambi…ma mi pare normale …molte mie colleghe, che non avevano le meravigliose nonne, prosciugavano lo stipendio con le baby sitter, ma sapevano che era provvisorio…dai tre anni dei figli qualcosa andava meglio…ma non la fatica .
    Mi lasci dire…forse Rodolfo e C.G. sanno che cosa significa correre come una trottola per arrivare…a tutto!
    Le loro motivazioni non le conosco bene, ma noi volevamo costruire qualcosa, per noi e per i figli…cercando contemporaneamente di essere genitori “presenti”…soprattutto non solo fisicamente.
    Avevamo un progetto che cercavamo di portare avanti…con le assenze di mio marito, inevitabili, e con le mie crisi nevrotiche.
    Senza rinunciare a realizzarmi professionalmente.
    Insomma un bel casino che mi ha tolto i complessi di colpa e di inadeguatezza solo negli ultimi anni, quando i figli mi hanno detto:- mamma hai fatto del tuo meglio, come gli scout_.
    Che bella gratificazione!

    Ho sposato mio marito che aveva un lavoro dipendente…non abbiamo dormito la notte per decidere di lasciare il certo per l’incerto…molto incerto.
    Abbiamo vegliato per altre svolte…debiti spaventosi per progredire…mi è rimasta l’insonnia!

    Finisco: quello che abbiamo affrontato noi, lo possono affrontare anche i giovani “incerti” di oggi…noi abbiamo vissuto nell’incertezza!
    Non mi venga a dire che i giovani …non hanno lavoro, non hanno opportunità e bla bla bla.
    Trovi un ragazzo, con lavoro sicuro, disposto a lavorare il sabato in casi eccezionali e …pagato il doppio!!! E’ come la Titina!
    I miei figli sono nell’incertezza esattamente come tanti loro coetanei, ma intanto si danno da fare!!!
    Amen

    Sylvi

  4. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    non avrei assolutamente nulla da obiettare al suo racconto. Per altro di racconti analoghi ne conosco a decine visto che io vengo da una zona in cui c’erano più fabbriche che cortili.
    Se vuole posso aggiungere il mio personale plauso agli sforzi suoi e di suo marito.
    Quanto alle sue considerazioni finali, a me pare che le cose siano totalmente cambiate e che quel che era possibile negli anni cinquanta e sessanta oggi non lo sia quasi più per quasi nessuno.
    Ciò detto avrei qualche perplessità ad inquadrare il suo messaggio in quel che ho scritto io, ma questa mi sembra una cosa abbastanza usuale. Un saluto U.

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Silvy:
    il primo,
    andava a lavorare di sabato in un supermercato per contribuire a pagare gli studi di medicina a Basilea, molto costosi.

    Il secondo,
    finita la maturità, decise di fare 4 anni di Bachelor.
    Continuò a lavorare nell’amministrazione dell’ospedale al 50%,
    il resto a studiare per frequentare i semestri. Ha passato anni, avanti e indietro sul treno che lo portava a Lucerna. Spesso tornava dopo la mezzanotte e al mattino alle 7 all’erta per il suo lavoro part-time in ospedale.

    Il terzo,
    ha voluto fare il cuoco di professione. Un viveur bello come il sole che ha sempre fatto lo stretto necessario, ma lo ha fatto bene (se non c’era qualche bella figliola che gli correva, come al solito, appresso)..

    Il quarto, la figlia,
    prima, durante e dopo la maturità si guadagnava la sua dignitosa paghetta aiutando in un centro per bambini disabili codiretto dal primo. Ha trovato anche il tempo di studiare lingue (ne parla 4 correttamente).

    È vero, Silvy, se c’è la volontà tutto diventa più facile.
    Da notare che vivo (viviamo) in un contesto dove tutto o quasi funziona. Anche questo è stato di grosso aiuto.

    C.G.

  6. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    Anche se l’ho fatta un pò lunga, in fondo volevo dire la stessa cosa.
    Dipende dall’offerta di possibilità. I miei sono stati fortunati.

    C.G.

  7. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    intanto sistemiamo le questioni anagrafiche: io parlo degli ultimi anni ’70 e primi ’80.
    Per chi mi ha preso? Per Matusalemme???

    Poi…le cose non sono, purtroppo, molto cambiate…avrebbero dovuto esserlo.
    E qui si misura la regressione che abbiamo subito rispetto a trentanni fa.
    Gli anni ’80 ce li siamo bevuti e abbiamo insegnato ai nostri figli che così sarebbe continuato…abbigliamento firmato, viaggi a gogo, ristorante e vacanze garantiti, lavoro fornitore di stipendio…massimo stipendio con minimo lavoro, non lavoro come sviluppo delle proprie potenzialità, ma tappabuchi svogliato fino alla prossima vacanza.

    Che cosa c’entra con le sue riflessioni? Moltissimo.
    Lei piagnucola sui poveri che non ce la fanno…nemmeno , dico io, a muovere il gomito per lavorare…
    Lei è pieno di comprensione per i giovani d’oggi che Mamma Stato trascura…
    In parte è vero, ma intanto che Mamma-Stato si sveglia…
    noi siamo diventati nonni e i nostri figli diventeranno bisnonni.
    Ne prendano atto e si diano da fare…Mamma-Stato siamo noi!!

    buonanotte

    Sylvi

  8. peter
    peter says:

    x Sylvi

    Uroburo mi ha preceduto, o meglio, l’ho lasciato precedermi, dato che provengo ab initio da una zona dove i cortili sono decisamente molto, molto piu’ numerosi delle fabbrichette…
    Decisamente, in quegli anni vi erano molte piu’ opportunita’. Una societa’ complessivamente piu’ povera, piu’ ignorante, piu’ ingenua, molto piu’ diseguale di oggi, ma in rapida crescita ed espansione. Mi ricordo che si diceva, dopo, (io nacqui negli anni ’60…), che una famiglia con due stipendi negli anni ’60 era abbondantemente ricca in rapporto alla media di allora, e quindi poteva permettersi di fare anche dei salti…

    Direi che i suoi figli le hanno fatto un bel complimento. E’ molto piu’ di cio’ che, per esempio, io e mia sorella abbiamo mai detto dei nostri vecchi…i quali quella fatidica frase, ‘abbiamo fatto del nostro meglio’, poveretti, se la dicevano da soli…
    Se saranno fortunati, i suoi figli tra 30 anni se la sentiranno dire dai loro figli

    un saluto

    Peter

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    glielo dico come battuta ma di fondo un po’ seria: lei ha ancora una volta dimenticato le pilloline!

    Per prima cosa io non sono uno che piagnucola, mi limito a CONSTATARE che il livello medio di vita in Useggetta è inferiore a quello medio europeo: e questo da molto tempo, lo si sappia o meno.
    Constato anche che il livello di povertà in Useggetta è molto più profondo di quanto accada in media in Europa.Tanto che, evidentemente vista la sentenza dell’Ohio, votare per molta gente è un problema economico.
    Constato anche che il livello dei diritti per i poveri in Useggetta è pietoso, come si sa da sempre.
    Tutto ciò ha a che fare con il concetto di eguaglianza che per me è fondamentale e per lei semplicemente non esiste.

    In secondo luogo io non ho MAI difeso i giovani d’oggi nè MAI ho chiesto l’intervento di Mamma-Stato. Ancora una volta lei mi fa dire quel che a lei fa comodo che io abbia detto; peccato che io abbia una visione delle cose piuttosto diversa.

    Gli anni Ottanta sono stati quelli del Grassismo e della Milano da bere con annesso seguito bananiero (e bassiano). Guardi che è tutta roba vostra! Ed è comunque indice di un cambiamento epocale che riguarda il mondo intero. Certo è comodo dare la colpa di tutto ai sindacati ed alla sinistra. Ma è un’operazione intimamente imbecille perché non fa capire assolutamente nulla.
    Direi che lei, come l’Anita e Rodolfo, siete intimamente bananieri: spiegazioni semplici e che non spiegano nulla ma di sicuro effetto. Con questi sistemi ci avete regalato già vent’anni di fascismo ed ancor più di grasso-bananismo. La soluzione ittalo-borghese ai problemi del paese.
    Complimenti mia cara, e non dimentichi più le pilloline perché lei è, con tutta evidenza, in uno stato assolutamente dereistico. Uroburo

  10. controcorrente
    controcorrente says:

    ……nulla esiste di assolutamente definitivo, anche se gli ordinamenti sistematici sono indispensabili alla precisione dei concetti.

    K. Jaspers, Psicologia delle visioni del mondo.

    nel nostro caso, caro Uroburo, direi che la nostra signora dell’Est,applicherebbe volentieri il” malleus maleficarum”nei confronti di certi “tizi”, spacciandolo per l’ultimo ritrovato in materia di ordine e disciplina cristiane…come una modernità..altro che” dereismo”..

    Fatemi sapere le date che Vi aggradano..,poi tenete contatti telefonici, sono nell’Eremo …e leggo solo più le saghe di Asimov alla sera, prima di addormentarmi…senza PC e posta..ed approfitto delle rare discese a valle…

    cc

    In quanto alla nostra vergine dell’est..ho già detto di spedire Lo stinco di santo in Parrocchia, il parroco è informato. per una delle Cene (non L’Ultima però, magari viene anche lui) non in muniPicio, dove magari finisce in mani mafiose..o collaterali..il chè è lo stesso..!!

  11. controcorrente
    controcorrente says:


    Questa fiducia nelle possibilità infinite delle neuroscienze e della farmacologia è del tutto irrealistica. A. Ehrenberg, La fatigue d’être soi…

    Caro Uroburo è il nostro caso,
    ..infatti le pilloline non servono ..basta la comune interpretazione del pensiero politico “piccolo borghese” c’è tutto quello che serve e di più..!

    cc

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Ehi, ma dove accidenti le hai prese quelle due citazioni?
    Se non ricordo male sono roba mia …. U.

  13. controcorrente
    controcorrente says:

    …Lei piagnucola sui poveri che non ce la fanno…nemmeno , dico io, a muovere il gomito per lavorare…
    Lei è pieno di comprensione per i giovani d’oggi che Mamma Stato trascura…
    In parte è vero, ma intanto che Mamma-Stato si sveglia…
    noi siamo diventati nonni e i nostri figli diventeranno bisnonni.
    Ne prendano atto e si diano da fare…Mamma-Stato siamo noi!!

    Carissimi,
    questa è una eccellente perorazione, fatta sul modello” triveneto” a lavurà, a lavurà..formidale soluzione di tutti i mali del Mondo, panacea Universale delle Economie disastrate, del Pianeta..visione olistica del Futuro..del quadro internazionale..magari accompagnate da vera” grappa piave” esportata in Libia,Etiopia e Paludi Pontine….!!
    ——————————-

    Questa mattina mentre attendevo fuori da un locale pubblico, una signora piemontese di mezza età , molto cordiale mi ha passato questo manifestino…: ”

    Cerchi qualcuno per le pulizie che non puoi fare ?
    Hai montagne da stirare ?
    Ti manca la spesa e non puoi scendere le scale ?
    Devi andare in farmacia e non riesci ad andare?
    Esce il bambino da scuola e tuo marito dice che non riesce ad andarlo a prendere e ..neanche tu ?
    Ti serve una visita medica e non sai da chi farti accompagnare ?
    Hai bisogno di qualche e non sai a chi rivolgerti ?
    Hai i bimbi da guardare o il nonno da sistemare ?

    LA RISPOSTA GIUSTA E QUESTA :

    CHIAMAMI E VERRO IN TUO SOCCORSO

    CON UN PICCOLO COMPENSO DI EURO 3,5 PER COMMISSIONI FINO ALLA MEZZ’ORA,CON SETTE EURO L’ORA PER CIò CHE OCCORRE PIU TEMPO.

    SONO UNA SIGNORA DI BUON CARATTERE AFFIDABILE E CORRETTA CON REFERENZE CONTROLLABILI ..

    Conclusioni :

    La signora è effettivamente a prima vista quella che dice di essere, il mio istinto non sbaglia..quasi mai in materia..,
    Ma.., che grande successo capitalista, siamo all’imprenditoria personale volante della mezza ora…gli industriali PMI , magari ci vorrebbero tutti così e senza sindacato a Lavurà per la maggior gloria ….ect,ect..volanti ,flessibili, proni (90) ,chini,piacenti ,simpatici ,onesti e quant’altro…
    Magari,se non fosse per la distanza la Signora potrebbe andare in farmacia a prendere le famose pilloline di Uroburo, evitando di parcheggiare in curva,alla modica cifra di Euro 3,5 ..e recapitare a dovere, controllando poi se vengono prese per la salute della siura padrona (ovviamente)

    cc

  14. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Uroburo,

    si sono “opera TUA” e ce ne sono altre..una vera miniera che appena posso leggo..ottimo lavoro..COMPLIMENTI ..
    e MI RACCOMANDO TELEFONATEMI ..ADESSO DEVO CHIUDERE E ANDARE ALL’EREMO !
    cOSì ORGANIZZIAMO !

    cc

    sai, ho il gatto da guardare..l’ho ribattezzato,adesso si chiama Nostradamus (ciao)

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.
    il prossimo novembre saranno esattamente 44 anni.
    Una vita!
    Quello che volevo dire è che se le condizioni ci sono, per i ragazzi non è poi così difficile costruirsi un avvenire dignitoso.

    Condizioni, ma ANCHE premesse, altrimenti…

    Saluti
    C.G.

  16. alex
    alex says:

    L’attacco, conto Terzi, all’Iran continua…
    Un saluto.
    – – – – – – – –
    (ANSA) – TEL AVIV – ”La sicurezza di Israele e il suo diritto alla vita sono parte inscindibile della sicurezza dell’Italia e dei suoi valori esistenziali”: cosi’ il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in un’intervista al quotidiano Yediot Ahronot di Tel Aviv in occasione della sua visita oggi in Israele. ”Non possiamo immaginare un’offensiva o, peggio ancora, un appello alla distruzione di Israele senza temere per la nostra stessa sicurezza”, ha precisato il ministro.

  17. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Oggi qui in Rhode Island piove a dirotto…tuoni e fulmini, dopo piu’ di un mese interrotto di sole….
    mi sono accorto che e’ la stessa pioggia che in Europa…i tuoni fanno gli stessi rumori ed i fulmini gli stessi bagliori……persino il lampo viene prima del tuono…e l’ odore del mare…di salsedine e’ lo stesso di quello di Fontane Bianche…la mia spiaggia del cuore…mi e’ sembrato tutto cosi strano…
    mi sarei aspettato qualcosa di diverso ….non so’ un tuono silenzioso o pioggia verde…per il resto e’ tutto diverso…di uccelli cosi belli non ne avevo mai visto….ed alberi con cosi enormi chiome nemmeno….
    continuo a dannarmi perche’ andando in giro non sono riuscito ad individuare una macchina di marca Italiana…nonostante i nomi Italiani siano piu’ frequenti degli altri…
    qui… dei marocchini che ti svaligiano la casa non devi aver paura….
    anche se ci fossero si guarderebbero bene dal farlo…perche’ a parte gli efficienti allarmi…sanno che gli arriverebbe automaticamente na sventata di proiettili dum-dum nella capoccia.
    Questo e’ “bbuono”.
    Un saluto
    Rodolfo

  18. alessandro
    alessandro says:

    per controcorrente, silvy,uroburo:

    direi che quanto scritto da uroburo e controcorrente dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti.Al di la´ delle idee sono i fatti che parlano da soli.
    Il problema paradossale e´ che, spesso, i fatti non si vedono perche´ si
    e´ succubi di certe idee che ,alla fine, si rivelano parziali e, soprattutto,
    consolatorie.
    L´idea che c´e´ gente che non vuole lavorare non giustifica proprio niente.La verita´ e´ che ,come dice Uroburo, stiamo pagando lo scotto
    di almeno trentanni di cattiva politica sociale ed economica e che,e Uroburo non sbaglia, al Sud le condizioni sono ancora piu´ terrificanti
    e arretrate del Nord, sia a livello culturale sia a livello economico.
    E allora mi viene la Silvy e mi dice che ci vuole piu´ impegno e tante altre cose perche´ noi siamo Mamma-Stato.
    Finiamola:
    ha sentito parlare di precariato?
    ha sentito parlare della prevalenza di contratti a lavoro a tempo determinato?
    ha sentito parlare di evasione fiscale?di lavoro nero?di garanzie assenti?di mancanza di controlli?di 3-4-5- euro l´ora?
    E l´esempio reale di Controcorrente e´ puntuale:siamo al punto
    dell´ “imprenditoria(strettamente) personale”.
    Poi vengono le frustrazioni, i deliri, la gente che si ammazza,le casbah di catania,l´immondizia di Napoli, il centro storico ancora distrutto di L´Aquila..ecc.ecc.
    Insomma, sembra che nonostante i fatti palesementi concreti parlino da se´ ancora ci si debba porre il problema di capire;e di capire non in base a idee consolatorie(si, ma in fondo stiamo bene!).
    Infine gli esempi personali valgono per quelli che sono:bisogna guardare alla situazione generale perche´ ciascuno e´ ciascuno ma e´ anche la situazione generale delle cose.
    un saluto,alessandro.

  19. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Buono a sapersi che pioggia, tuoni e fulmini ammeregani sono gli stessi che in Europa. Si impara sempre qualcosa..
    Chissà di che tipo saranno in Sri Lanka, in Papuasia oppure sull’isola di Giava, dove attualmente si trova il mio secondo figlio a fare surf sulle onde insieme alla sua morosa.

    Devo chiederglielo.
    C.G.

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    non so se sia corretto, ma dopo assenso di CC, mi faccia la grande cortesia di scrivermi privatamente il cognome di CC.
    Se devo mandare lo stinco al prete, almeno che lui sappia per chi è, e il solo nome di battesimo mi pare un po’ poco!

    Posso solo dire che , se non fosse per voi che dovreste mangiarlo…e se non fosse che il montanaro ha ripreso la salita verso la vetta…gliene avrei scritte due…

    Manderò comunque lo stinco al parroco…al solito …i sinistri sono mangiapreti poi sono culo e camicia con la tonaca del villaggio…

    La ringrazio
    Sylvi

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Alessandro scrive…..”sia a livello culturale sia a livello economico”….
    ti sbagli….a livello economico daccordo….a livello culturale quelli del nord ci possono fare le pippe….in special modo in confronto ai
    Siciliani…terra di cultura da sempre …che ha dato all’ Italia un Sciascia…un Pirandello ….Verga …Musco….e migliaia d’ altri ed in tutti i campi…ma anche a livello generale….quelli del nord in confronto ai Siciliani …. possono solo tenere la candela.
    R

  22. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Orrore…orrore….ho fatto un errore….ho dimendicato Anita…che e’ milanese….ma che io annovero tra i Siciliani…essendo lei vissuta in Sicilia ed avendo sposato un Siciliano…ha avuto tempo di civilizzarsi.
    R

  23. alessandro
    alessandro says:

    Non ho parlato di arte e letteratura;ho parlato di cultura e mi riferivo naturalmente alle piu´ elementari idee e principi di civilta´ e di rispetto
    delle cose e delle persone e delle leggi.
    Da questo punto di vista si puo´ quindi sostenere ,per fare un solo esempio. che´ e´ stata anche l´arretratezza culturale a fare della Sicilia
    la regione dove Forza Italia ha da sempre avuto i maggiori voti.

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Se e quando Controcorrente mi autorizza le manderò il suo recapito mail. o viceversa, in modo che le possa comunicare l’indirizzo, che io non conosco.
    Un saluto.
    pino

  25. sylvi
    sylvi says:

    caro Alessandro,

    proviamo a spiegarci…ma mi piacerebbe che anche a Sud si scendesse sul concreto.
    Va bene…il Sud è in crisi sociale, culturale ed economica.
    Mi piacerebbe capire se dopo Casse decennali del Mezzogiorno, se dopo Agensud…o altri nomi che richiamano lo stesso identico problema…qualcosa è maturato?
    Qualcosa è cambiato? O siamo ancora a Lombardo che in Sicilia assume a gogo ,tanto paga il Nord.
    ( Ti ricordo che la Regione Sicilia si tiene il 100% del suo PIL, più le integrazioni, molto abbondanti, dello Stato.
    E nonostante ciò è alla bancarotta!)
    O siamo ancora a Vendola che Governatore di una Puglia con la Sanità a rotoli, tralasciando il resto, ha l’unico problema del matrimonio gay.
    E potrei continuare.
    Io ho detto che Mamma-Stato siamo noi…e lo ribadisco…noi che accettiamo situazioni del genere;
    voi del sud, (se permetti ho espresso spesso la mia simpatia e la mia empatia per i meridionali che ho conosciuto, in caserma durante sei anni, e la mia rabbia perchè non siamo noi, del nord , capaci di supportarvi adeguatamente)
    voi che sembrate incapaci di mandare un messaggio chiaro e duro ai vostri politici…o i segnali, quando ci sono, sono ancora troppo deboli!

    Sì, Mamma Stato siamo… io e te…e non cavo una virgola di quel che ho scritto.

    Ps: mio figlio ha scelto di restare a lavorare con suo padre in un settore che lui deve costruirsi ex novo.
    La meccatronica e la robotica ad ampio livello produttivo sono il futuro in Italia, cose marziane …ma non solo in Italia, anche in Germania e in Francia…c’è da rivoluzionare il mondo del lavoro.
    Solo che i nostri vicini hanno Governi, noi NO.
    Mio figlio lavora con il “portafoglio ordini” e con la “speranza” dei pagamenti, in tempi accettabili…tu dalla Germania mi capisci benissimo e sai fare i confronti.
    Mia figlia , alle soglie dei quarantanni, con un curricolo chilometrico e un dottorato ormai concluso, ha soltanto opportunità all’estero, ovunque, ma non in Italia!
    Più precaria di così…

    Non avrei mai pensato di “gettare le armi” di arrendermi, in Italia. M a ci siamo.
    Certo che ha ragione Uroburo…siamo sconfitti!
    Ma dal po’ che ho capito, i suoi figli sono già all’estero.
    Io sono incxxata che i miei siano ancora qua.
    Colpa mia, che li ho cresciuti, come dicono loro, alle sfide più difficili.

    ciao
    Sylvi

  26. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    il recapito mail di cc ce l’ho ancora,almeno credo.
    E lui ha il mio.
    Ma non posso spedire lo stinco via e-mail.
    Mah, mah e poi mah…questi piemontesi!!!
    Poi parlano dei carnici!!!

    saluti
    Sylvi

  27. alessandro
    alessandro says:

    Cara Silvy,
    ho imparato sulla mia pelle che la realta´ delle cose e´ fondamentale, ma dietro quella realta´ delle cose ci dovrebbe essere una visione della realta´ delle cose.
    La tua espressione Mamma-Stato e´, mi pare, solo ideale:di come dovrebbero andare le cose che ,nel suo caso, sono andate bene perche´ magari c´era un certo tipo di realta´ familiare ed economica e culturale.
    In moltissimi casi le cose vanno diversamente:c´e´ chi non ha niente e non puo´ fare niente.Ha capito?
    C´e´ anche un altro grande problema:
    la vita e´ bella ma,oggi, ci sono persone che trascorrono anni e anni e anni dentro una situazione lavorativa che da solo frustrazione e dolore;vite trascorse senza averle mai vissute se non dentro dei problemi insormontabili.
    Nello stato di cose in cui viviamo noi non siamo un ca..o, altro che Mamma-Stato.
    E cosa significa questo?
    che mentre alcuni si fermano all´idea di sacrificio continuo senza sapere che ogni persona ha il suo carattere e la sua personalita´ e la sua storia personale e che le reazioni all´antidemocrazia non possono essere sempre di sacrificio continuo perche´ c´e´ pure chi al posto del sacrificio scegli altre strade:la criminalita´, il suicidio, l´omicidio(perche´ sia ben chiaro che certe malattie gravissime non sono mica legate a cause neurobiologiche ma alle condizioni sociali e ambientali:sono malattie sociali);
    mentri alcuni si fermano a quell´idea, altri, non per pessimismo o per mancanza di fede o per altri assurde specificazioni, altri desiderano vivere e lavorare senza tutta quella merda e pensano che,
    dopo che il sacrificio di trent´anni di storia ultima non ha prodotto risultati decenti,sia necessaria tutta un´altra visione del mondo e del rapporto tra Stato e persone e del rapporto fra persone e persone.Questo significa tante cose ma significa anche ,e non posso non dirlo, che quanto tu hai scritto rappresenta almeno per me una ferita a tutta una realta´ che non puo´ giocare sui lussi,sulle scelte;che non puo´ giocare perche´ mancano le piu´ elementari forme di democrazia e di uguaglianza umana;o che l´unico gioco che puo´ fare e´ quello del cappio.
    Ma in queste mie ammissioni io non ci vedo nessuna sconfitta;so che anche da quelle bisogna passare per sentire un po´di gioia
    e che non e´ e non puo´ essere quella di Mamma -Stato.
    con affetto alessandro

  28. peter
    peter says:

    x Sylvi

    di tematiche e rogne varie nel suo post ne ha sollevate un po’ troppe, come al solito…ma molto superficialmente.
    Vorrei far notare a lei ed agli altri che emigrare non e’ la soluzione ai mali italiani…e spesso neanche ai propri problemi. Io me ne andai per motivi piuttosto personali, seguivo qualcuno etc. Ma un lavoro lo avevo anche in Italia. All’estero si e’ spesso cittadini di serie B rispetto ai nativi, e non solo. E’ bene ricordarlo.
    Mi spiace di aver lasciato il mio paese di origine, l’identita’ altrove non e’ mai la stessa. Vorrei anche essere stato vicino ai miei vecchi negli ultimi anni delle loro vite, se lo sarebbero abbondantemente meritato. Chiusa parentesi.

    Ha ragionissima sulla Sicilia in genere, e sulla malasanita’ pugliese. badi che non sono mai stato un ‘fanatico meridionalista’, come il fine Uroburo mi chiamo’ una volta.
    Ho gia’ detto che secondo me lo statuto speciale siciliano andrebbe revocato, le loro finanze gestite da fuori, e se non sono contenti tanti saluti e che si uniscano alla Grecia. Sono inorridito il mese scorso quando ho letto il rapporto Sicilia sul Pais in Spagna…e poi qualche babbeo beota ciancia della superiorita’ culturale siciliana etc…
    La malasanita’ in Puglia e’ un riflesso della malasanita’ nazionale (e non e’ peggiore di quella di altre 4 o 5 regioni italiane), e’ una piaga, ma lei da’ allegramente la colpa a Vendola, ironizzando poi sgarbatamente sulla sua omosessualita’. Come se lui potesse rapidamente cambiare uno stato di cose preesistente che si trascina da sempre, con la feroce arroganza di primari e baroni vari che fanno il bello ed il brutto tempo, e fanno soprattutto pagare, pagare, pagare, la gente, la regione e lo stato…
    I ‘vostri’ politici, dice poi lei ad A., come se se non avessero connivenze e complicita’, da sempre, coi ‘suoi’, come il miserabile nano che ha portato il paese allo sfascio pressoche’ definitivo…mah…

    un saluto

    Peter

    Peter

  29. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Un peto scrive…..”poi qualche babbeo beota ciancia della superiorita’ culturale siciliana etc…”

    Io avevo risposto ad un post di Alessandro….lo avevo frainteso ed a un suo successivo post non ho risposto perche’ la cosa era chiarita.
    Ora arrivi tu ….”cabbadost” che non sei altro e ritorni sull’ argomento .
    Secondo il mio parere il popolo Siciliano ..grazie ai Greci e agli Arabi aveva acquisito …ha avuto ed ha una cultura superiore a tutte le altre regioni Italiane….cultura che ha esportato a piene mani alle regioni barbare del centro e norditalia. Questo e’ il mio parere.
    La malsanita’…….la disoccupazione.. mafia.. clientelismo.. affarismo della classe politica… fatalismo… omertà…. corruzione… scarso impegno civico… sprechi in generale e … l’ esorbitante macchina di sprechi regionale ecc. ecc. non ha niente a che fare con la cultura in generale ed io quella intendevo.
    Dunque ” goomba…mia dispiachay…..ma va fongool….capeesh?
    Rodolfo

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Imparo l’ Italiano Ammeregano.
    cabbadost= testa dura…come dire testa zubba
    goomba=compare
    mia dispiachay=mi dispiace
    va fongool=vaffanculo
    capeesh=capeesh?

  31. sylvi
    sylvi says:

    caro Rodolfo,

    ==grazie ai Greci e agli Arabi aveva acquisito …ha avuto ed ha una cultura superiore a tutte le altre regioni Italiane….cultura che ha esportato a piene mani alle regioni barbare del centro e norditalia. Rodolfo

    -che cos’è per te la cultura?
    Quella classica greca? Che in fondo è quella che è rimasta immobile nei secoli?
    Quella degli intellettuali siciliani che in fondo si rifanno alla cultura della Magna Grecia?
    Quella letteraria dei grandi scrittori siciliani?
    Se non ricordo male, la lingua italiana avrebbe potuto nascere da quella siciliana…se non ci fossero affacciati i toscani!!!
    E al nord si sarebbero divesi egregiamente i” barbari” , ne avevano i mezzi.
    Vogliamo parlare di radici? Tu hai ragione!
    Ma le radici, anche le più forti, inaridiscono se non idratate.

    La cultura, diciamo moderna, ha tenute salde le radici antiche, ma …si è evoluta nella società che ha acquisito altre caratteristiche.
    E parlare di società vuol dire tendere a quella giustizia e uguaglianza sociali di cui molto si parla in questo blog…e non solo!
    Sono almeno duecento anni che la cultura sociale abita altrove, altro che greco-araba.
    E allora anche la geografia culturale si è spostata.
    Non prendiamoci in giro; il sud vive come un nobile decaduto e Camilleri, da par suo, lo sta descrivendo!

    Rifletti: la vicenda di Eluana Englaro si è conclusa in Friuli…non per caso, nè perchè il padre fosse friulano…contro tutto e contro tutti…ma perchè il “nostro” concetto di laicità e socialità e anche di rispetto della individualità e sacralità della persona va oltre tutti i tuoi riferimenti letterari.
    Un Cardinale intellettuale come Carlo Maria Martini ce l’ha insegnato…e di cultura classica ne sapeva!

    ciao
    salutami Anita

    Sylvi

  32. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI
    Controcorrente mi incarica di coordinare il nostro incontro autunnale viste le sue grosse difficoltà di comunicazione.
    L’incontro si dovrebbe svolgere in una data tra la metà di ottobre e la metà di novembre. E’ ovviamente aperto a tutti.
    CC abita nel Canavese, una cinquantina di chilometri a nord di Torino città, vicino ad Ivrea.
    Mi chiedo se la data migliore per tutto non potrebbe essere ai primi di novembre, approfittando delle feste per i Santi ed i Morti.
    CC ha una buona possibilità di alloggio a casa sua (5 persone).
    Chi viene e per quanto tempo rimane?
    Venendo da Milano io ho due comodi posti auto.
    PER SILVY: se lei non viene la cosa più semplice non sarebbe quella di mandare lo stinco da Pino?
    PER TUTTI: in caso di necessità di comunicazioni personali potete fare riferimento a Pino.
    Un cordiale saluto a tutti, senza eccezioni. Uroburo

  33. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Rodolfo,
    la cultura ittagliana è, in generale, buona ma molto arretrata. Le materie scientifiche da noi sono sempre lasciate in disparte, ancora ora. Quelle tecniche non parliamone: rimangono roba da “vili meccanici”.
    La cultura meridionale è molto arretrata senza neppur essere particolarmente buona.
    I nomi citati da Rodolfo, con l’eccezione di Sciascia (ed io aggiungerei anche Camilleri) sono vecchi. Curioso poi che vengano citati solo dei letterati, giustappunto.
    Una cultura vecchia e letteraria: insomma una cultura parolaia.
    Il ministro Berlinguer aveva ragione: il liceo classico, se non per i pochissimi geni, è la rovina culturale di cotesto paese.
    Un saluto U.

  34. Uroburo
    Uroburo says:

    PER TUTTI
    Il fine settimana dei Morti inizia con giovedì 1 novembre festa di Ognissanti e termina con domenica 4 novembre (ex festa della vittoria, degli altri).
    Io direi che ci si potrebbe vedere da CC dal 1 novembre in poi. Poi ciascuno sceglie quanto rimanere.
    Fatemi sapere i vostri desiderata. U.

  35. peter
    peter says:

    ‘ I morti’ qui non si festeggiano. Fanno Halloween, che comunque non e’ vacanza…Si ricordano Ognissanti il giorno dopo, ma neanche quella e’ vacanza…
    In ogni caso non fa nulla

    un saluto

    Peter

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cerutti viene, 1 novembre, in giornata.
    Qualcuno mi faccia sapere dove si trova “l’eremo” di CC.
    L’altra volta cercando Uroburo con il navigatore andai a finire in uno spiazzale di una fabbrica (ma si può?)…
    Questa volta andrò “a naso”.

    Wromm!

    C.G.

  37. Rodolfo
    Rodolfo says:

    L’altra volta cercando Uroburo con il navigatore andai a finire in uno spiazzale di una fabbrica (ma si può?)…

    Si puo’….si puo’…
    R

  38. sylvi
    sylvi says:

    caro Alessandro,

    nel tuo 180 hai detto molte cose importanti:
    -la frustrazione di un lavoro ripetitivo e privo di prospettive.
    – la vita non può essere un continuo sacrificio…

    L’ho già detto sopra, bisogna avere un “progetto”, la possibilità di guardare oltre per sopportare i sacrifici e le frustrazioni…e forse anche una buona dose di ottimismo e di testardaggine.
    Certo, nel deserto delle opportunità non bastano sicuramente.
    Ma ti sarei grata se seguissi questo filo di discorso…in Meridione le analisi della situazione sono state numerosissime, abbiamo sentito sviscerare i problemi socio- economici di quelle terre…credo che l’Italia, almeno economicamente, molto abbia fatto…sono stati gettati al vento, o in un pozzo senza fondo interi PIL nazionali e l’unico risultato è ancora vedere i giovani partire.
    Perchè? La mafia che coltiva l’arretratezza e l’arretratezza che ingrassa la mafia? O c’è anche dell’altro?
    E i politici del sud sono contigui alla mafia o sono essi stessi mafia?
    E i cittadini elettori sono condizionati nel voto come quelli di una qualsiasi Nazione da quarto mondo dove si mandano gli osservatori dell’ONU?
    Sono solo vittime, i cittadini meridionali? Davvero?
    Ecco allora che un’analisi della situazione corretta potrebbe portare anche a progetti corretti.
    La situazione economica nazionale è tale ora che o si svolta o…non oso pensare a qualcosa di violento come nei Balcani…per ritrovarsi poi, a carneficine esaurite, con i problemi di prima…aggravati!
    I cittadini meridionali si rendono conto di questa realtà?

    poi tu continui…
    -una ferita a tutta una realta´ che non puo´ giocare sui lussi,sulle scelte;che non puo´ giocare perche´ mancano le piu´ elementari forme di democrazia e di uguaglianza umana;o che l´unico gioco che puo´ fare e´ quello del cappio.Alessandro

    quel che io ritengo più tragico sia il considerare la possibilità di scelta come un lusso.
    Mi ripeto: perchè non possono fiorire forme di democrazia e di uguaglianza, che non è quella predicata dal comunismo…utopistica e irreale…ma è quella di poter fare delle scelte coerenti con le proprie possibilità, partendo da pari opportunità e dove ognuno possa esprimersi?
    In Italia la scuola è pubblica, la sanità è per tutti, i diritti, più o meno sono gli stessi…eppure stiamo ancora parlando del disastro meridionale.Perchè?
    Al Meridione nessuno può andare a fare iniezioni di civismo …non credi che OGNI meridionale debba porsi il problema di diventare lui stesso in prima persona un po’ più cives?
    Non sarebbe una preziosissima scelta di democrazia?
    Sono soltanto spunti gettati là, non sicuramente un discorso coerente.
    Ma Uroburo sa che non so far altro, anche perchè scrivo di getto e spesso non rileggo!

    Non accetterò che qualcuno mi dica che sono razzista, sarebbe ingiusto e lontano dalle mie intenzioni.
    un cordialissimo ciao

    Sylvi

  39. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Gino,
    è un vero peccato che ti fermi solo per una giornata, potresti almeno fermarti a dormire e ripartire il giorno dopo.
    Se vuoi possiamo fare il viaggio insieme, io la strada la conosco,
    almeno fino al paese di CC.

    Caro Peter,
    chiarito che in Inghilterra le ferie sono diverse, cosa per altro ovvia e valida per tutti i paesi del mondo, al massimo poteva interessare sapere se lei intendeva essere presente. Il resto sembrano, francamente, lezioncine non richieste.
    Però contento lei …

    A TUTTI
    Nessun altro ha voglia di fare un giretto in Piemonte?
    Ovvia che posapiano! U.

  40. peter
    peter says:

    x Uroburo

    francamente non era nelle mie intenzioni…di sicuro non questa volta. Facevo solo rispettosamente notare che certe festivita’, da lei elencate, valgono solo per chi risiede in Italia e forse qualche altro paese limitrofo…Forse potevo risparmiarmi Halloween, 31 ottobre, che non coincide affatto coi Morti (mi pare il due novembre).
    La lezioncina non richiesta viene ora, le diro’ che il 4 novembre e’ festa della Vittoria solo in Italia…per via dell’armistizio di Villa Giusti firmato il tre novembre e validato il giorno seguente.
    Invece il Giorno della Rimembranza altrove e’ l’undici novembre, dato che la Germania si arrese agli alleati in quella data. Manco a dirlo, neanche quel giorno e’ vacanza…qui si lavora sempre, mannaggia.

    un saluto

    Peter

    ps
    ho un po’ di ferie ad ottobre, quindi nisba. Spiacente

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