In attesa di riprendermi dallo chock del nuovo viaggio in Palestina, dove i palestinesi sono trattati sempre più come “Untermenschen” (i “sub umani” del Terzo Reich), occupiamoci del caso di Elisa Claps a Potenza: i depistatori sono all’opera come per il caso di Emanuela Orlandi. Nella vicina Matera perfino la processione più importante testimonia la secolare prepotenza del clero

Alla faccia dei colpevolisti depistatori, le analisi del dna hanno dimostrato che Danilo Restivo sarà anche “strano”, ma non c’entra una mazza con le tracce di sperma lasciate nel tombale sottotetto. E così è ormai scandalosamente chiaro che nel caso di Elisa Claps, la ragazza di Potenza sparita 17 anni fa, uccisa per l’esattezza il 23 settembre 1993,  il cui cadavere è stato rinvenuto solo in tempi recenti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, si registrano comportamenti giornalistici simili a quelli che da 27 anni avvalorano le più grandi cazzate pur di tenere in piedi il “mistero” del “rapimento” – chiaramente mai avvenuto – della bella ragazzina del Vaticano Emanuela Orlandi. A Potenza, e non solo, anche i sassi sanno che alla buonanima del parroco di quella chiesa,  don Mimì Sabia, passato a miglior vita nel 2008, le belle giovani piacevano moltissimo. Tanto che quasi ogni sera andava nell’istituto femminile delle canossiane in via Ciccotti 28 per confessare le irrequiete  ragazze. Ma quella della confessione era più che altro una scusa, visto che più d’una volta don Mimì è stato preso a male parole e a volte anche a botte dai fidanzati delle ragazze, che più che confessate erano quindi importunate. Che oggi le monache di via Ciccotti siano in allarme lo si capisce subito non appena si vada da loro o anche solo si telefoni per chiedere una informazione qualunque senza essere già ben conosciuto: di cosa hanno paura?
Il sottotetto dove sono stati trovati i resti della povera Elisa è raggiungibile solo ed esclusivamente dalla canonica, cioè dall’abitazione del parroco, come ripete anche don Marcello Cozzi, coordinatore per la Basilicata dell’Associazione Libera, che si usa dire sia da anni vicino alla famiglia Claps: «Ma come è possibile che nessuno, in tutti questi anni, si sia accorto della presenza di un cadavere nel sottotetto raggiungibile solo attraverso i locali della canonica?”. Già, com’è possibile? L’ingenuo don Cozzi non si chiedere però per quale motivo il parroco attuale, il sacerdote brasiliano don Vagno,  abbia evitato accuratamente di avvertire la polizia quando è stato scoperto il cadavere, mesi prima che la scoperta diventasse di dominio pubblico, preferendo invece tentare di avvertire l’arcivescovo. Tentare, perché, dice l’attuale parroco, “non ci sono riuscito”. Ma guarda te che strano! E cosa temeva l’attuale parroco che lo ha spinto a non rivolgersi alla polizia e a preferire avvertire l’arcivescovo? E perché don Vagno è stato spedito di corsa via da Potenza per sottrarlo alla curiosità dei giornalisti con la motivazione ufficiale di un “ritiro spirituale”? Va bene che a quanto pare la cononica fosse anche la sede di un circolo – culturale? –  chiamato Newman, presieduto da tale Rocco Galasso, ma solo un fesso può credere che don Vagno si sia preoccupato di proteggere il buon nome del circolo e del suo presidente  Galasso.

Oggi si fa il tiro al piccione contro Danilo Restivo, che sarà anche un tipo strano e magari sospettabile dell’omicidio di una sua vicina di casa in Inghilterra, dove è emigrato, però non basta essere strani per accoppare qualcuno, in questo caso Elisa Claps. Vogliamo forse credere che il parroco Sabia lasciava la sua abitazione sempre aperta per permettere a chiunque di andare a scopare nel sottotetto del suo duomo? Che ci fosse un clima omertoso attorno alla scomparsa di Elisa Claps lo ammette oggi perfino l’arcivescovo di Potenza, Ennio Appignanesi: “Il clima omertoso lo percepii subito”, ha dichiarato alla stampa l’arcivescovo, per poi però subito aggiungere, a proposito del preteso via vai scopereccio in direzione del sottotetto: “Forse don Sabia confidava troppo nella responsabilità dei laici e dei giovani che frequentavano la canonica”.
Qui però va chiarito una particolare: ma l’arcivescovo di Potenza chi è? Ci sono giornali, come La Stampa, che indicano in Appignanesi l’arcivescovo, però Gildo Claps, fratello di Elisa, in un comunicato si è scagliato contro Galasso, don Vagno e contro “l’arivescovo di Potenza monsignor Agostino Superbo”.  Ma allora: Appignanesi o Superbo? Possibile che i giornali trattino anche un caso come questo con tanta superficialità?

Ma proseguiamo. Si usa dire che Elisa quel fatale 13 settembre abbia incontrato Restivo nella piazza davanti la chiesa, e magari ci si spinge a dire che avesse con lui un appuntamento. Bene. Cosa vogliamo credere: che la ragazza abbia seguito il ragazzo “strano” su fino alla canonica, poi su per le scale per andare anche nei locali sopra la canonica e che abbia infine saltato il muretto per addentrarsi nel fatale spazio buio e inaccessibile? Ma se fosse davvero così, per quale motivo poi avrebbe dovuto rifiutarsi al desiderio di Restivo? Forse Elisa era convinta che stava andando nella parte ineccessibile del sottoscala per leggere un giornale o per fare due chiacchiere? Non prendiamoci in giro: se ci è andata è perché sapeva che ci andava per fare sesso. Se ci è andata. Ma davvero qualcuno pensa che una ragazza sana di mente avrebbe seguito a quel modo e fino lassù un tipo “strano” come Restivo per poi, per giunta, dire “No!”? Se ci è andata, non è più sensato pensare ci sia andata seguendo una persona di cui si fidava ciecamente o con la quale era comunque consenziente nel fare ciò che stava facendo e ciò che andava a fare?
Proseguiamo. Facciamo finta che l’abbia accoppata Restivo. Va bene che è un tipo “strano”, ma dovrebbe essere anche scemo a lasciare lì il cadavere, perché se non si è il parroco o qualcosa di simile, cioè comunque uno che lì ci abita o quasi, si ha il timore e la certezza che il cadavere verrò scoperto, quindi lo si fa sparire, magari un pezzetto alla volta. Se invece l’avesse accoppata il parroco? Allora si spiegano meglio tutta una serie di cose, quali ad esempio:
– perché il cadavere è stato portato o lasciato lì;
– perché in seguito sono state tolte dalla parte del tetto sovrastante il cadavere varie tegole, in modo da far “evaporare” meglio il fetore delle decomposizione e quindi non suscitare sospetti in chi fosse passato vicino;
– perché don Vagno si è guardato bene, per mesi, dall’avvertire la polizia;
– perché lo stesso don Vagno ha cercato invece di avvertire l’arcivescovo di Potenza, quale che esso sia, Superbo o Appignanesi.

Non sto dicendo che Elisa sia stata uccisa dal parroco, ma che tra lui e Restivo è più probabile che non sia stato Restivo. E che i colleghi giornalisti dovrebbero usare più la testa e tenere la schiena più dritta anche quando c’è di mezzo la Chiesa o qualche membro del clero. Parole al vento…

Ma lasciamo la tristezza della cronaca e passiamo alla grandosità della tradizione. Che il clero se la sia sempre fatta da padrone in Basilicata, come del resto in gran parte del Sud, lo testimonia una bella processione, quella del 2 luglio a Matera, la città dei famosi “sassi”, che vale davvero la pena di andare a vedere. Nonostante il caldo feroce, il 2 luglio viene portato in lunga ed estenuante processione il pesante carro della Madonna della Bruna, protettrice della città.  Il corteo di solito parte dalla cattedrale, in centro, ma da quattro anni la cattedrale è chiusa per restauri e quindi il corteo parte dalla chiesa di S. Francesco d’Assisi, per arrivare alla chiesa del Piccianello e viceversa. La statua della Madonna sta su un grande carro, coloratissimo, elaboratissimo e addobbatissimo, che stranamente è fatto di cartapesta, e vedremo il perché. Anche gli angeli e le statue dei santi che arricchisono il carro sono di cartapesta, e vedremo il perché. L’itinerario è decisamente lungo, ma nonostante il caldo, che il 2 luglio è sempre feroce, la processione è seguita da una marea di gente, con tanto di squilli di tromba, cavalieri e adrenalina che man mano sale, e vedremo il perché.

Verso il tramonto finalmente la statua della Bruna viene riportata teatralmente in cattedrale, dopo i rituali tre giro del carro sul sagrato, sul punto più alto della città, mentre il carro viene ancor più teatralmente portato sulla piazza della “stracciata”. Sul luogo, cioè, dove a un certo punto i cavalieri vanno via dando così il segnale alla folla, che assale il carro e i suoi addobbi, angeli, santi e madonne, per ridurre tutto in pezzi e assicurarsene almeno un brandello da esibire nel proprio negozio o nella propria abitazione come portafortuna per i prossimi 12 mesi. La scena è sconvolgente, anche perché in nessun’altra parte del mondo cattolico e cristiano, se non qui, il 2 luglio nella piazza di Matera, può capitare di vedere immagini “sacre” fatte furiosamente a pezzi da una intera folla come fosse un branco di lupi affamati o impazziti.
Che c’entra questa strana processione con i soprusi del clero che per secoli ha angariato il nostro Meridione? C’entra, eccome: la processione è nata infatti secoli or sono come transfert della violenza dei contadini sfruttati come bestie dai vescovi. Non potendo i contadini assaltare le chiese e fare a pezzi il vescovo di turno, perché sarebbero poi stati falcidiati loro dal tribunale dell’Inquisione e delizie simili, ecco che la loro devozione popolare ha trovato un modo originale per sfogare comunque la propria rabbia e il proprio bisogno di violenza e giustizia contro la prepotenza sfruttatrice del clero: una affollata e suggestiva processione annuale che nel pieno dei riti contadini dei raccolti estivi permette al popolo di fare a pezzi almeno i simboli del potere del clero. Una cosa simile poteva succedere solo a Matera, perché solo a Matera la gente è stata ridotta ad abitare per secoli nei famosi “sassi”, cioè nella miriade di grotte dove avevano anche le chiese e che solo in tempi recenti sono diventate, quelle sopravvissute al cemento dei palazzi, luoghi di ammirazione per turisti in cerca di folklore.

Matera non è molto distante da Potenza. I cui abitanti però, meno contadini e molto più cittadini, tant’è che non hanno mai usato i “sassi” come abitazione, preferiscono tapparsi la bocca. Ecco perché a proposito dell’uccisione di sua sorella Gildo Claps accusa tutti, dall’arcivescovo in giù, di ipocrisia.

372 commenti
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  1. mario siniscalchi
    mario siniscalchi says:

    a proposito di basilicata (o lucania), vorrei raccontare una storiella edificante, di cui ho tra l’altro le prove.
    havvi nei pressi di venosa un paesino di nome maschito, originariamente fondato dagli albanesi fuggiti nel 1500 davanti all’ondata ottomana.
    in tale paesino si festeggia ancora sant’elia profeta – ricordo del vecchio rito greco cattolico, del quale peraltro mancano i preti – potando, ai primi di agosto, in processione, la statua del santo.
    è molto ambito mettersi alle stanghe del palanchino su cui è issata la statua, e nel piccolo centro il privilegio viene assegnato… con un’asta; chi offre di più, ha il posto. le somme vengono utilizzate per le spese della festa (i fuochi d’artificio, il cantante di grido).
    l’anno scorso, il vescovo titolare – non c’è il prete a maschito, ed il vescovo tiene lo scavalco, per così dire – si è doluto di tale medievale tradizione, ed ha fulminato l’interdetto sul paese; purtroppo, non posseggo la penna di uno sciascia o di un camilleri, ma questa è una storia, in pieno ventunesimo secolo, che può stare alla pari con la famosa controversia liparitana.
    breve, nel 2009 la festa di sant’elia si è svolta senza le autorità religiose, e successivamente è dovuto intervenire l’arcivescovo di potenza, superiore del vescovo in questione, per ricomporre la controversia.
    quest’anno, mi dicono i miei amici maschitani, il vescovo, in occasione dei riti del venerdì santo, ha portato processionalmente le sacre immagini …. da solo, mentre il popolo di dio ha marciato per il paese, senza i segni divini.
    in effetti, si sussurra che il sant’uomo sia particolarmente interessato a mammona, essendo anche la santa pasqua occasione di ricche offerte.

    ps. chi ha ucciso elisa claps? molti lucani (ego quoque) sono d’accordo con il blogmaster…

  2. Peter
    Peter says:

    x Popeye

    cara olda vacca brokkolina, secuta ad ammuggire e facesse noisse, so facci il tandem colli ragli di donkey del tuo vecchio mate baffone che ammiri so much so ca affaciti na’ bella coupula puro ca nello middle ce sta assai di oscén (Attlantico). No esse geloso te la vikinga ca so entrampi li tue te opene maindi, mente appierta, e facene lo trisommo,o mannaggia a tre, o commo assedice allo Brokkolino addovo vo’ siti all de opene maindi vui puro tutti. Capisc””?. Primo appero’ imparate a ammuggiri in Germano assenno’ no te accapiscenne abbono e lo trisommo vene fiacco.
    Io invece so jelouso de la tua ammiration per la poetry dello siculo-germano, ma no li afface nienti pirche’ armeno ha attruvato n’admiror in te, ca me pari lo meglio beste suited for the task.
    Salutame sempre a soreta e paciencia per li finucchi: te li minte tutti nello plate tuo e te affacisse accuntentu e satisfied. Niuna famillia vene mai perfect

    Peter

  3. sylvi
    sylvi says:

    mario siniscalchi

    Le sarei grata se mi spiegasse che cosa significa l’espressione:
    il vescovo “tiene lo scavalco”.
    Non l’ho mai sentita.
    La ringrazio
    Sylvi

  4. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Nooooooooo, scrivi quasi come parlavano i vecchi Italo-Americani che ho conosciuto al mio arrivo negli US……..

    Abbiamo un ex Sindaco della citta’ capitale, Buddy Cianci, sindaco per tanti anni.
    Uscito dalla galera e’ diventato un importante talk master, Radio & TV, devo dire che e’ molto intelligente e arguto, ma quando cerca di parlare in Italiano lo strangolerei.

    Il bello e’ che i suoi ascoltatori stanno imparando il suo lingo.

    He has a daily Talk Radio Program.

    Anita

  5. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Ne immagino il significato. Possibile lei no, che ha studiato dai preti?
    Il vescovo fa le funzioni del prete assente, ne’ e’ il supplente, parola a lei familiare. Parafrasando ubi maior, minor cessat, si potrebbe dire: absente minore, demoveatur maior…

    Si usa dire ‘dirigente a scavalco’ per indicare un funzionario pubblico che svolge funzioni saltuarie in altra sede, ogni tanto. Ma non so l’origine dell’espressione. I cavalli direi non c’entrano

    Peter

  6. Peter
    Peter says:

    x Anita

    invece Popeye parla come i vecchi italiani ‘terroni’ PRIMA che approdassero in US, consentimi.
    Poi ti ha offesa indirettamente, visto che a te le mie ‘poesie’ piacciono, le trovi divertenti

    Ciao, Peter

  7. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Se è per questo, non ho nemmeno mai sentito che un vescovo facesse il “facente funzioni”.
    Di solito provvede un prete di parrocchia viciniore.
    Ma come fa un vescovo con centinaia di parrocchie a fare anche il supplente?

    Comunque i preti mi hanno insegnato altro!
    Grazie

    Sylvi

  8. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    evidentemente al vescovo conviene fare il supplente ogni tanto, es. Pasqua e festa del santo patrono, cosi’ si intasca un bel po’ di offerte. Per la messa quotidiana non c’e’ bisogno, al massimo fara’ qualche domenica. Pensi che il mio povero padre avrebbe voluto farmi prete (orrore!!!!!), e una mia zia diceva che sarei diventato vescovo in un battibaleno grazie alla mia passione per lo studio…

    Peter

  9. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Napoleone usava scrivere con qualche giorno di anticipo a non mi ricordo quale sua donna “Non lavarti, sto per arrivare”. Evidentemente amava gli afrori piuttosto forti….
    Pino

    Questa non era certo la più esecrabile delle manie di Napoleone, quella di muover guerra al mondo intero mi pare ben peggiore, se avesse praticata più assiduamente la prima rinunciando alla seconda ne avrebbe sofferto l’igene pubblico ma si sarebbero risparmiati un bel po’ di morti ammazzati.
    In quanto a cambiarsi le mutande mi risulta che all’epoca tra le dame, le mutande, almeno come le intendiamo noi, fossero poco in uso, casomai si trattava di una specie di bermuda con un’ampia apertura sul cavallo, il che permetteva di espletare senza toglierle alcune funzioni corporali sia in uscita che in entrata, tra la popolane poi erano pressoché sconosciute.

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  10. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    come poeta di spasso le tue poesie sono appropriate e divertenti.
    We need a little levity on the forum.
    Certo che si puo’ andare oltre al buon gusto…basta stare nei limiti accettabili.

    L’unico che se la passava liscia era quel tizio, Mangoni, con le sue colombelle, offendeva tutti in massa, la sua era prosa…

    E’ sparito allo stesso tempo che sono spariti due assidui, credo che fosse un ‘effort’ italo-franco-polacco.

    Col Mangoni mi viene in mente la Maria Ernesta, una sagoma cosi’ non si puo’ inventare.
    ————————————-

    Un Vescovo che fa il supplente….forse in Italia….certo non qui.
    Qui il Vescovo e’ come un Papa, fanno una vita da pascia’, ne ho conosciuti due, uno era Irlandese, sempre sbronzo, ma amato dalle sue pecorelle.
    L’altro era Francese, Bishop Gelineau, in un film avrebbe fatto la parte di Lucifero…occhietti penetranti e perturbanti.

    Non so chi sia il Vescovo odierno.

    Buonanotte,
    Anita

  11. Peter
    Peter says:

    x Anita

    beh, in UK mi pare che i vescovi abbiano, o avessero fino a poco tempo fa, persino dei posti alla camera dei Lords. Infatti i bishops sono Lords, my Lord Bishop, etc. Il che non toglie che GB sia un paese molto piu’ laico dell’Italia.
    Anche un mio amico abbate qui se la passava bene, ora di meno, ma preferisco non chiedere spiegazioni (ma non e’ cio’ che si potrebbe pensare nel clima attuale, e’ che l’Inghilterra ama i venti di fronda, punto. Persino negli am-bien-ti cattolici).

    x AZ

    giusto perche’ sei toscano, e giusto perche’ non si dica che faccio particolarita’. E’ igiene pubblica (femminile).
    Grazie per le informazioni sulle culottes, non oso pensare a quali rischi, puzze e dissapori si incorresse a fare l’amore di quei tempi. E pensare che si dice bacio francese…

    Peter

  12. Peter
    Peter says:

    x Popeye

    a propos, accangiate le panties from tiempo to tiempo, senno’ lo trisommo co i due germani afffinisce in una stalla

    Peter

  13. Anita
    Anita says:

    x Antonio AZ

    Lo volevo scrivere prima, il fatto delle culottes, mia suocera le portava ancora…io non le avevo mai viste.
    Comunque la funzione era quella che dici tu….
    Figurati che c’era un negozio in citta’ dove si potevano trovare indumenti simili.
    C’e’ un fatto che non dimentichero’ mai, ma non lo posso scrivere sul forum…

    ‘Notte,
    Anita

  14. Controcorrente
    Controcorrente says:

    oggi 2 Agosto,
    è la festa di compleanno di un noto frequentatore del Blog.
    A Lui i migliori auguri di buon compleanno , nella speranza che non sia troppo perseverante.
    Mi pareva però doveroso ricordare l’avvenimento !

    cc

  15. sylvi
    sylvi says:

    due agosto.

    Pare che Napoleone quando passava in rivista i suoi soldati fosse infastidito che dalle strette calzebraghe sporgessero “bitorzoli” disordinati…di qua, di là….e che abbia ordinato che tutti portassero…..les deux à gauche!!!
    Con un po’ di fantasia …due agosto!

    Sylvi

  16. Linosse
    Linosse says:

    Due Agosto 1980 ,per non dimenticare
    Da Repubblica oggi:Due agosto tra dolore e polemiche
    Napolitano: “Si colmino lacune e ambiguità”

    Trent’anni fa alle 10.25 nella sala di seconda classe della stazione di Bologna scoppiò la bomba che uccise 85 persone e ne ferì oltre 200. Oggi la città ricorda la strage e la celebra nel silenzio di Palazzo Chigi che ha deciso di non inviare alcun ministro. Duecento parenti con una gerbera bianca appuntata ai vestiti. Insieme a loro Agnese Moro, Marco Alessandrini e il nipote del giudice Amato, “simboli di un’Italia che non si è piegata”.
    L.

  17. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Le Deux a droit!

    Napoleon cetè sta un cojon.
    Comme cojon son tu le personne qui non san che la gauche c’è, a la gauche pour l’osservateur, ma a la droit per il porteur!
    Le porteur c’è il il leggitime autorizè a definire la posisition delle deux.
    Me presonalmant, le port a droit,e con grad soddisfasion tuout le matine le appelle !

    alleluya

    cc

    I baldi francesi mi perdonino per come ho trattato la loro lingua, ma sono ignorante….
    W Robespierre !

  18. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cari amici del Blog,

    credo che questo sarà l’ultimo mese che potro frequentare con assiduità il Blog.
    Già tra un’ora attendo notizie per per il costo dei pali e delle reti metalliche, da recinzione.
    Mi hanno e mi sono ,quasi convinto di mettere su un piccolo allevamento di Asine da latte, con qualche alpaca.
    Quindi farò l’imprenditore.
    Il lavoro sarà comunque molto e la resa poca.
    Ma è più per Hobby che lo faccio e per tenere impegnati tutta una serie di terreni.
    Spero almeno di dimezzare le perdite, dato che sia per l’estensione dei terreni, sia per la manodopera (solo mia con qualche aiutino),mi potrò permettere poche Asine.

    Credo che la “compagnia” sarà piacevole, almeno spero..come spero di ricavare il tempo per informarvi sui progressi e sui rapporti con le Asine che Mi dicono essere gentili e per nulla presuontuose.
    Quando sarò pronto vi farò sapere, magari mi potrete consigliare con un referundum sul Blog il nome delle Asine.
    Vi invierò foto e raccontini e aneddoti!
    Nel frattempo sarò felice di ascoltare qualsiasi suggerimento e consiglio mi vogliate far pervenire!
    Per il momento sono ancora con Voi,assiduamente!

    cc

  19. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    -Quindi farò l’imprenditore.
    Il lavoro sarà comunque molto e la resa poca.-

    Benvenuto fra noi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Sylvi

  20. Peter
    Peter says:

    x CC

    qui est-ce-que qui sont les deux? de quoi est-ce-que tu parles? Je n’ai rien pigé de ce que tu as ecrit, mon ami l’ermetique. D’ailleurs, moi je me croiyais que vous autres les Piédmontais parliez cette langue-ci un peu mieux que ca, presque comme s’elle l’etait la votre langue mére réelle…
    J’espére bien maintenant que la notre dame Frulaine ne fasse pas écouter sa fraiche voix, J’en ai en marre de son orgueil provincial…Elle va sans doute dire que le Frulain est un patois francais…

    Peter

  21. Peter
    Peter says:

    x CC

    asine da latte??!! mai sentite. Comunque qui sul blog c’e’ qualche asino che potrebbe aiutare

    Peter

  22. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro peter,
    il latte di asine è quello più simile al latte umano.
    Mi dicono dai 12 ai 15 euro al litro.
    Ricercato in pediatria per la sostituzione del materno in caso di intolleranza del materno.
    Le asine sono produtrici in quanto fattirci, circa 6 mesi l’anno.
    Per il resto tutto lavoro.
    Qualcosa si può poi ricavare dalla vendita per fare salami.
    Da noi si chiama “salam d’asu”.
    Da non confondersi con i Somari frequentatori a cui tu alludevi.
    Con “quelli “manco la mortadella si riesce a fare!
    Esperimenti in materia dicono che neanche ai nobili suini, che vulgata dice di essere di bocca buona sono graditi, ovvero le carni vengono rifiutate dai nobili animali!

    cc

  23. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Anita,
    l’alpaca come sai è originario delle Ande, apprezzato per lana .
    Anche in questo caso la lana di alpaca evita le intolleranze alla lanolina.
    Il pregio più grande è il loro essere privi di zoccoli , ma dotati di cuscinetti di grasso che non rovinano i terreni.
    Sono dei grandi pulitori di terreni collinari che diversamente diventerebbero preda del bosco ceduo.
    Pare non diano enormi problemi!

    cc

  24. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    A propos de boules, o balles, longees a droit ou a la gauche,
    je suis incapable de determinè le coin le meilleur, sois a droite que a la gauche.

    N’est pas dans mes capacites!!!

    La dame frioulane confirme que le frioulan n’est as en patois, ni francais ni italien….

    Cà si fevele furlàn!

    mandi Sylvi

  25. sylvi
    sylvi says:

    Ps : e l’asino si chiama “mus”, ovviamente l’asina è la “musse”.

    Che si facesse ricorso al latte d’asina, non era ai tempi di Cleopatra?

    CC sappimi dire se tua moglie improvvisamente sembrerà una adolescente…..se sei ancora un amico!!!!

    Sylvi

  26. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    L’importante è avere il cuore a sinistra. E il portafoglio a destra….
    Un saluto.
    pino

  27. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita e Controcorrente

    A me pare ci sia – in permanenza – la mungitura degli asini. Intesi come noi contribuenti.
    Un saluto.
    pino

  28. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    e no bella mia cara, se non e’ un dialetto gallo-italico dev’essere italico. Tertium non datur, ne quidem Foro Iulii formidabili

    Peter

  29. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Ah il messagio precedente era per Peter !
    Si può ascoltare la corretta pronuncia!

    cc

  30. Anita
    Anita says:

    x CC

    Quando sono stata a Borgomanero, dove avevo un condominio, c’era la festa del “Tapulon” (non so se e’ scritto giusto)
    Ho un piatto ricordo del ristorante. (nascosto)

    La festa pero’ la facevano agli asini, il menu’ era carne di asino.
    Non mi andava di provarla…

    Hai ragione, il latte di asina e’ per gli intolleranti al latte materno ed anche (dicono) agli intolleranti al latte di mucca. (noi)

    Anita

  31. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro peter, ohh yes !

    in Piemontese manca una traduzione uffuciale sul vocabolario.
    Ma suona più o meno così : Cujun.
    Il due di Agosto è appunto la festa dei Cujun, qui in Piemonte
    Loro festeggiano poco però!
    Sono i festeggiati!

    cc

  32. Anna R. G. Rivelli
    Anna R. G. Rivelli says:

    Gentilissimo Pino Nicotri, è indubbio che Elisa non avrebbe mai seguito Restivo lassù se non costretta ( da un coltello, ad esempio) o rassicurata ( dalla presenza di qualcun altro di cui si fidava, ad esempio). Se le fa piacere di leggere solo l’ultimo botta e risposta che c’è stato sul Quotidiano della Basilicata in merito a questa storia, le lascio i link del mio blog dove li ho ripubblicati.

    http://noicittadinilucani.ilcannocchiale.it/2010/07/13/eros_thanatos_e_agape_o_benalt.html

    http://noicittadinilucani.ilcannocchiale.it/2010/07/15/cercavo_disperatamente_luomo.html

    Cari saluti

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro peter, infatti in una stele risalente ai tempi antichi e del valore di quella di Rosetta , negli antichi culti tardo celtici, (già vi era stata la penetrazione romana, si può risalire alla festa in questione.
    Infatti i bravi celto-liguri, che di per sè non avevano la scrittura,scimmiottando incisero un misto di numeri romani e arabi. Il risultato : II 8 ed era chiaramento riferito ai “centurioni romani” guerrafondai!

    cc

    La tradizione tradusse poi : Cujun

  34. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro peter, infine in merito agli oggetti in questione , più tarda tradizione popolare in merito ai sopraddetti definì con maggiore precisone le argomentazioni che “i guerrafondai” ormai non più romani, ma internazionali (pare che le vere origini siano ascrivibili alla Bibbia) portano a sostegno delle loro tesi , che noi qui abbiamo sovente in copiosa abbondanza.

    Te lo scrivo come si pronuncia : At fan gnir al lat ai gumu !
    Ti fanno venire il latte ai gomiti.

    cc
    vado dai miei pali

  35. Shalom: strani, questi razzi su Aqaba ed Eilat. Sembrano targati Lieberman&C
    Shalom: strani, questi razzi su Aqaba ed Eilat. Sembrano targati Lieberman&C says:

    MISTERO RAZZI CADUTI SU AQABA ED EILAT
    L’Egitto nega che siano stati sparati dal Sinai. Remota possibilità di lanci avvenuti dal territorio saudita.

    Roma, 02 agosto 2010, Nena News – Il mistero circonda il lancio questa mattina di alcuni razzi «Grad» (katiusha) verso la città israeliana di Eilat e quella giordana di Aqaba dove sono caduti in una via del centro cittadino uccidendo una persona e ferendone altre quattro (a Eilat non hanno causato vittime e neppure danni). Secondo Israele i razzi sarebbe stati sparati dalla Penisola del Sinai (Egitto) ma il Cairo nega seccamente. La polizia egiziana ha avviato controlli a tappeto nel Sinai, soprattutto nella zona di al-Wadian, ma i rastrellamenti non hanno avuto alcun esito e nessuna persona è stata fermata.

    «Nessun razzo è stato lanciato dal Sinai» hanno comunicato fonti della sicurezza egiziana. «Per lanciare razzi dall’Egitto – hanno spiegato – sono necessari mezzi adeguati e preparazioni logistiche complicate. E ciò non è possibile dal momento che la Penisola dei Sinai è sotto strette misure di sicurezza». Anche lo scorso aprile l’Egitto negò il lancio dal Sinai di un razzo verso Eilat. Nel 2005 invece razzi erano stati sparati contro una nave da guerra americana ancorata nel porto di Aqaba senza colpire il bersaglio ma uccidendo un soldato giordano. A questo punto resta in piedi l’ipotesi che il lancio sia avvenuto dal territorio saudita anche se questa possibilità è ritenuta remota per la distanza con Aqaba.

    L’attacco non è stato finora rivendicato da nessun gruppo ma si ipotizza il coinvolgimento di gruppi qaedisti che godono di non pochi appoggi tra i beduini del Sinai. Qualche anno fa diversi beduini egiziani furono arrestati per aver offerto aiuto logistico agli attentatori suicidi che colpirono le principali località turistiche del Sinai, provocando decine di vittime. Di recente diverse tribù beduine egiziane hanno minacciato una ribellione nel Sinai e di attaccare il gasdotto tra Egitto e Israele di fronte alle politiche repressive delle autorità centrali e alla mancanza di sviluppo economico per le popolazioni locali.

    Il Sinai è un territorio di fatto controllato lungo la costa dall’industria del turismo internazionale che ai residenti lascia solo le briciole della ricchezza generata dall’afflusso massiccio dei vacanzieri stranieri. Una condizione che genera malumore e che sta spingendo i beduini verso posizioni ed organizzazioni più radicali.
    Nena News

  36. Shalom: grazie anche ai soldi di Obama, ora la guerra di Israele contro l'Iran pare più vicina
    Shalom: grazie anche ai soldi di Obama, ora la guerra di Israele contro l'Iran pare più vicina says:

    IRON DOME: PIU’ VICINI ALLA GUERRA?
    Israele dislocherà a novembre le prime batterie del sistema anti-razzo volte a contrastare una eventuale reazione di Hezbollah ad un attacco in Libano o contro l’Iran

    Roma, 20 luglio 2010 (foto dal sito http://www.patdollard.com), Nena News – Potrebbe restringere i tempi di un «regolamento di conti» in Libano, l’Iron Dome (Cupola di Ferro), il nuovo sistema di difesa da razzi di diverso calibro, che Israele si prepara a dislocare a partire da novembre, come annunciato dal ministero della difesa dello Stato ebraico. Sviluppato dall’industria bellica israeliana “Rafael”, l’Iron Dome nei giorni scorsi ha ultimato i test finali – che hanno simulato situazioni reali di conflitto – ed è stato dichiarato operativo, grazie anche ad una iniezione straordinaria di fondi americani. Lo scorso maggio il presidente Usa Barack Obama aveva chiesto e ottenuto dal Congresso lo stanziamento di 205 milioni di dollari per completare i test e lo sviluppo dell’Iron Dome, oltre ai 3 miliardi di dollari che Washington versa annualmente a Israele.

    Il sistema sarebbe in grado di garantire un’ampia protezione dai razzi a media e breve gittata. Israele si prepara a schierarlo a nord, al confine con il Libano, e a sud nei pressi della Striscia di Gaza. Una volta dislocate le batterie di Iron Dome saranno in grado ciascuna di sorvegliare una città di 120 mila abitanti per mezzo di missili che, guidati da un radar di ultima generazione, potranno intercettare e distruggere in volo «razzi-ostili», entro un raggio di 5-70 km. Non solo ma il sistema sarebbe così sofisticato da poter distinguere tra razzi diretti verso i centri abitati o altri obiettivi importanti e quelli che invece colpiranno aree deserte o trascurabili. Relativamente «basso» il costo. Ciascun missile di Iron Dome costa tra i 10.000 e i 50.000 mila dollari, molto meno di un missile Patriot (il sistema usato da Israele durante la prima guerra del Golfo nel 1991 per fermare gli Scud iracheni) che costa oltre due milioni di dollari nella sua versione aggiornata.

    Realizzato ufficialmente per scopi difensivi contro i razzi katiusha di Hezbollah e quelli artigianali Qassam realizzati a Gaza, l’Iron Dome di fatto fornisce una maggiore protezione dalla reazione che scatterebbe in caso di nuovi massicci attacchi dell’aviazione e dell’esercito dello Stato ebraico in Libano o a Gaza. Nel 2006, quando l’aviazione prima e l’esercito poco dopo di Tel Aviv attaccarono in Libano, Hezbollah fu in grado colpire l’intera Galilea con circa 4mila razzi katiusha. Le perdite civili furono minime di fronte all’elevato numero di razzi piovuti nel nord di Israele (i libanesi uccisi dai bombardamenti invece furono 1.200) ma i riflessi psicologici furono devastanti con un milione di cittadini israeliani che abbandonarono le loro case per spostarsi nelle zone centro-meriodionali del paese. Lo stesso discorso vale per i razzi artigianali sparati in passato da Gaza. Poco letati ma che hanno tenuto in tensione le decine di migliaia di israeliani che vivono nelle cittadine e nei villaggi a ridosso di Gaza (l’offensiva «Piombo fuso» lanciata da Israele nel dicembre 2008 contro Gaza invece ha ucciso in soli 22 giorni oltre 1.400 palestinesi e distrutto o danneggiato migliaia di abitazioni).

    Ma l’Iron Dome accorcia anche i tempi di un attacco contro le centrali atomiche iraniane. Verrà schierato infatti assieme al sistema Arrow, sviluppato da Israele sempre con l’aiuto finanziario degli Stati Uniti, che consente di intercettare nell’alta atmosfera missili balistici a lunga gittata, come quelli che senza dubbio lancerebbe l’Iran verso Israele in reazione ad un attacco aereo contro le sue centrali atomiche. Una «opzione» che Israele minaccia da anni allo scopo di fermare il programma nucleare iraniano (Tehran afferma di voler produrre solo energia a scopi civili e nega di volersi dotare di ordigni atomici come sostengono Tel Aviv e Washington).

    Israele ha avviato la sperimentazione anche di un terzo sistema anti-missile/anti-razzo del quale però al momento si sa molto poco ma che potrebbe diventare operativo già nei prossimi mesi fornendo allo Stato ebraico una ulteriore protezione dai missili e, forse, anche la spinta ad usare la sua macchina bellica contro le organizzazioni e gli Stati «nemici».

    Fonti militari tuttavia avvertono che ci vorranno molti mesi, se non anni, per dislocare sufficienti batterie anti-missile a protezione delle città israeliane. (red) Nena News.

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Perchè non prendete in considerazione l’ipotesi che la Claps abbia prima accondisceso e si sia pentita all’ultimo momento, tirandosi indietro? Vi sembra così strano che una possa aver preso in considerazione l’idea magari di fare petting spinto e poi a richieste più pressanti non abbia voluto dare seguito e che da lì la situazione sia precipitata?

  38. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Perchè è del tutto irrilevante ai fini della determinazione del “crimine”.
    Ovvero prima di capire le circostanze è bene conoscere il “criminale”ed anche se di incidente si fosse trattato , in tale ipotesi i sospetti per un così lungo silenzio fanno pendere la bilancia in una direzione ,piuttosto che in un’altra!

    cc

  39. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Bene per i pali, presso al soc Coopp che tratta il legno.
    Pensavo peggio!
    Asine mie il momento del contatto, oggi ha fatto un passo in avanti!

    cc

  40. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    non volevo intervenire sul caso Claps, anche se l’ho seguito.
    Però, al dilà del ragazzo “strano”, al di là del prete …..
    resta che per diciasette anni un cadavere ha potuto restare in un luogo “aperto al pubblico”….

    – chi ha ucciso elisa claps? molti lucani (ego quoque) sono d’accordo con il blogmaster… m siniscalchi

    Lo rispetto, e mi chiedo in che cosa ho mancato io!

    Sylvi

  41. Anita
    Anita says:

    x CC

    Adesso so tutto sulle asine…la mia cultura non ha orizzonti su questo forum…

    Asinerie du Pays des Collines, savons au lait d’ânesse, cosmétiques et produits de soins au lait d’ânesse, lait d’âne, vente d’ânes de grande taille

    http://www.asineriedupaysdescollines.be/FR/home/1

    Qui il latte di asina costerebbe $20 al litro.
    Costerebbe perche’ non e’ ancora venduto liberamente, stanno imparando dal Belgio.

    In polvere viene dalla Cina, dove hanno asine giganti, sembrano mucche, bisogna comprare direttamente dalla Cina….
    Forse e’ melanina in polvere.

    Guarda il video, ci sono delle belle asinelle docili…se fossero mie diventerebbero tutte pets.

    Anita

  42. Anita
    Anita says:

    PS: x CC

    Ho un cappotto di alpaca che tengo caro come l’oracolo di Bernabe’.
    Leggero e caldo, di uno stile che non va mai fuori di moda.
    Italiano, of course, casa Missoni.

    Odio gli indumenti pesanti ed evito la lana a contatto con la mia pelle.

    Anita

  43. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Ma quel luogo non era e non è aperto al pubblico.
    Non vedo in cosa lei possa avere mancato.
    Il blogmaster, cioè io, non ha però indicato nessun assassino, ma solo suggerito l’ipotesi più razionale. Ovvero: non ho detto che Elisa è stata uccisa da don Sabia, ma che stanti le notizie fino ad ora note resta il sospettabile numero uno, almeno dal punto di vista della logica anche se non dell’ipocrisia imperante. Anzi, i contorcimenti e i blablablà della stampa oltre a ricordarmi le balle rifilate per 27 anni sul caso Orlandi mi insospettiscono ancor più nei confronti del parroco buonanima. Che, se ho ben capito, non disprezzava i menage a trois o le complicità pecorecce. Ecco perché lo si indica con insistenza come “aiutante”.
    Non si angusti. I buoni per definizione non esistono. E, come si suol dire, l’abito non fa il monaco….
    Un saluto.
    pino

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